|
CITAZIONE (Lucentedolce @ 17/9/2018, 11:57) I temi sono simili ma completamente differente, almeno per come li leggo io, sono i modi in cui li esprimono. Kafka è allegorico, basta pensare alla metamorfosi. I romanzi di Dostoevsky sono teologici, se vogliamo, ma le riflessioni profonde che esprime sono cariche di angoscia, disperazione. Pone degli interrogativi e apre delle questioni che rimangono irrisolte. I personaggi sono tutti estremamente tormentati. Dostoevskij è tragico. È un filosofo della tragedia, al pari di Nietzsche forse. Non c’è mai lieto fine nei suoi racconti e se c’è uno spiraglio di luce finale è sempre per mezzo della sofferenza. La fede è ciò che evoca il suo senso di colpa e quello dei suoi personaggi, Dostoevskij insegna che la salvezza interiore non è scontata e ha un prezzo. Il suo tematizzare il cristianesimo pone anche dei quesiti provocatori; nei fratelli Karamàzov, dando voce a Ivan, esprime il concetto del credere in Dio ma di non accettare il mondo malvagio da lui creato. La “profonda cristianità” di Dostoevsky non è espressa a cuor leggero, anzi, è forte, cruda. Quanto è forte e pregna di significato la scena del bambino crocifisso nei fratelli Karamazov ?! Insomma io se leggo Dostoevskij la sera non dormo tutta notte 😂 Vabbè io sono sempre prolissa 😂 che voglia ho di lunedì mattina non lo so nemmeno io! Kafka devo ammettere di conoscerlo molto meno rispetto a Dostojevski , grazie , in ogni caso, mi hai offerto uno spunto bellissimo 😁
Ora vado a leggere un po’ di Calvino perché ho bisogno di leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore 😁😂
|