Kallisto le parole del post mi hanno colpito e per questo le ho riproposte. Si dice per i Primal, categoria a cui appartieni, che solo loro possono aggiungere tasselli al discorso più generale. Se non avessi letto il post di PierrotLeFou non avrei forse mai capito la mia natura più profonda (o c'avrei messo chissà quanti anni e conflitti irrisolti con me stesso!). Il problema è che ciò che scriviamo ha un'unica utilità aiutare chi sente la stessa identica cosa che sentiamo noi e nelle parole che scegliamo di utilizzare si identifica immediatamente.
Ho aggiunto un'introduzione ai problemi dovuti ai "fraintendimenti" che subito genera l'argomento, nonché alle relative spiacevoli reazioni!
Per fare un esempio già la prima definizione è sbagliata per identificare la categoria: Primal non è l'individuo che lotta fra le lenzuola!😅
Già, iniziamo bene! Beh, è ovvio che se fosse così facile la questione non si porrebbe nemmeno!😅
Perciò a tal proposito cito:
CITAZIONE (Kallisto @ 6/9/2018, 11:38)
Non si lotta nel vero senso della parola, od almeno non solo. E' la più profonda della sensibilità, è l'empatia intesa come avvertire una scossa sottile che attraversa la mente quando "senti" le emozioni e le reazioni altrui. E' un sentire così labile, di difficile definizione che porta a nascondersi sotto una pietra nel timore di essere oggetto di giudizio, spesso negativo, spesso derisorio e quest'ultima è una cosa che rifiuto di controbattere.
Il punto cruciale della questione è che deve essere chiaro ai Primal che lo si fa per aiutare chi è esattamente uguale a noi, sicuramente non per altri motivi!
Il problema non compreso in passato è che non deve frenarci il fatto di non essere compresi o giudicati o criticati, chi sente come noi lo farà!
Aggiungo che gli interventi postati "ovviamente" sarebbe meglio leggerli integralmente come sono stati "junghianamente" condivisi!
Se ti rivedi nel discorso e vuoi partecipare fai pure.
E come per te chiunque si senta di farlo.
Ogni contributo è fondamentale.
Grazie.