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Quello delle community BDSM come spazio “open minded” dove chiunque può esprimere liberamente il proprio essere senza timore di giudizi e pregiudizi è uno dei luoghi comuni più banali e per la mia esperienza uno dei primi che si infrange con la realtà delle cose. D’altra parte non vedo perché dovrebbero esserci differenze tra quello che si trova “dentro” rispetto a quello che si incontra “fuori” visto che le persone sono sempre quelle, pregi e difetti.
Per come la vedo io il mondo BDSM e fetish è uno zibaldone che raccoglie individui con interessi (chiamiamoli kink, anche se è riduttivo) eterogenei e che spesso e volentieri non hanno grandi punti di contatto. Se questi individui li raccogli sotto un’unica etichetta, da lì al sorgere di antagonismi o episodi di non inclusione quando non denigrazione di quello che è “differente da te” il passo è breve.
Quando lo impari, capisci anche che la cosa migliore è condividere con i sotto-gruppi a te affini lasciando perdere il resto, sempre che invece non piaccia la modalità di interlocuzione “social” che ha preso decisamente il sopravvento in questo periodo.
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