Capitolo 12Senz'altro era curiosa la disposizione della tavola, che simboleggiava un'ampia mezza luna. Al centro dell'arco corto stava la padrona di casa, matriarca del gruppo: Madame Mathilde e consorte, Olivier.
Matteo sedeva accanto ad Alice in posizione leggermente defilata sull'arco lungo. Alla sua destra vi era Margot, accompagnata. Era una Donna dalla bellezza delicata: bionda, con un nasino delizioso, delle labbra molto sensuali e un corpetto nero che stringeva un dolce seno color latte.
Tra un'ostrica e un bicchiere di vino, Matteo si trovò più a suo agio, merito anche di Margot che, intuendo le difficoltà con il suo francese poco fluente, fu molto attenta nel coinvolgerlo nei discorsi.
Al termine della cena, Mathilde si alzò con grazia e con voce pacata e solenne, annunciò il luogo dove avrebbero proseguito la serata.
"Scenderemo nei sotterranei. Ciascuna coppia avrà a disposizione una camera dove li attendono gli abiti rituali"
Un silenzio rispettoso si diffuse tra gli ospiti mentre Mathilde li guidava attraverso le scale di pietra, le fiaccole che illuminavano il cammino e i passi che rimbombavano nelle profondità sotterranee.
Alice gli si strinse al braccio emozionata, mentre ogni gradino li trasportava sempre più indietro nel tempo, in un'epoca antica ormai dimenticata. Attraversarono interminabili cunicoli bui, guidati dalla luce tremolante delle fiaccole, fino a raggiungere la loro stanza.
Solo a quel punto gli rivelò tutto.
"Frequento questo luogo da tempo. Mi hanno contattato loro, attirati dalla notizia delle mie ricerche. Mathilde è la Matriarca dell'antica setta Lilith, da quando le ho raccontato del viaggio in Tibet e della nostra relazione Femdom ci considera la coppia della profezia.
Stasera parteciperemo a un rito di iniziazione le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Sarò consacrata sacerdotessa della Dea Madre, mentre tu sarai consacrato a me, quale tua Dea in terra. La tua sottomissione a me è il tramite che ti legherà alla Dea stessa!
Ti attenderanno delle prove durissime, passeremo qualche tempo in questi sotterranei. Quando usciremo non saremo più gli stessi.
Sei realmente pronto a seguirmi?"
"Padrona, sono giunto fin qui, consapevole che non sarebbe stata una passeggiata. Mentre scendevo le scale e percorrevo i cunicoli ho avvertito l'energia di questo luogo. Confesso che ho tanta paura, ma anche che ne sono profondamente attratto.
Desidero con tutto me stesso elevare la mia sottomissione a te e mi emoziona la possibilità di contribuire al ritorno della Dea Madre.
Si, sono pronto Padrona".
Capitolo 13
Procedeva lentamente, nudo e a quattro zampe, lungo un tappeto rosso porpora. Alla sua sinistra, la sua Padrona ne scandiva il passo avanzando a piedi nudi, coperta solo da un mantello bianco intarsiato di motivi color bronzo. Ai lati del tappeto vi erano due file di candele intervallate da bracieri crepitanti.
Un coro ancestrale emetteva note monotone nelle frequenze tipiche dei due sessi. L'intensità aumentava inesorabile ad ogni loro passo.
L'emozione crebbe quando raggiunsero la fine del percorso. Ai lati del tappeto, si ergevano le sacerdotesse, che tenevano per un guinzaglio di lino i loro schiavi, nudi e in ginocchio ai loro piedi. Indossavano una delicata maschera di bronzo, il seno nudo era parzialmente coperto da un mantello rosso porpora, dello stesso colore della gonna lunga.
Di fronte a loro, dietro un altare di pietra, si ergeva il trono di Lilith, su cui sedeva imperiosa la Matriarca, il consorte stava accucciato ai suoi piedi nudi.
L'abito di Mathilde era quello della Dea dei serpenti dei libri di storia, associata alla Dea Madre minoica, venerata a Creta da almeno il 3000 a.C. fino al 1200 a.C. Era caratterizzato da una gonna lunga a falde ricadenti e uno stretto corpetto, che comprimeva e lasciava scoperti i seni, esaltandone i capezzoli imperiosi.
La Matriarca si alzò e in un improvviso tetro silenzio sollevò le braccia nude e pallide, stringendo con forza vigorosa e sensualità femminile due serpenti di bronzo.
"Sorelle, in questa notte di luna piena, in questo luogo consacrato alla Dea, si celebra oggi il sacro rito millenario di appartenenza dell'uomo alla Donna."
Si rivolse a Matteo:
"Tu, uomo libero, dichiari di essere consenziente ad affrontare le prove, rendendoti degno di sottometterti a una Donna degna di sacerdozio alla Dea?"
"Si, Signora. È ciò che intendo e voglio."
"Tu Alice, sei decisa a possedere quest'uomo? Sei decisa ad iniziare il percorso di sacerdozio alla Dea?"
"Si, Signora. È ciò che intendo e voglio."
"Procedete dunque con la prima prova."
