La storia dell’Impero Romano a occhio e croce la conosciamo tutti, così come sappiamo anche che dall’altra parte del mondo esisteva anche un Impero Cinese. Quanto però, 2000 anni fa, queste due realtà fossero vicine, è cosa molto meno nota.
A favorire i contatti tra questi due mondi, soprattutto, fu un altro accadimento storico anch’esso molto ben conosciuto a grandi linee: le conquiste in Asia di Alessandro Magno.
Il grande condottiero macedone, a partire circa dal 334 a.C., diede vita a una delle imprese più incredibili della storia. Sostanzialmente, fino alla sua morte avvenuta nel 323 a.C., in meno di 10 anni conquistò tutta l’Asia meridionale, fino ai confini della odierna India. La campagna militare partì per sconfiggere i nemici storici dei Greci, i Persiani, ma una volta conquistato il loro impero, Alessandro proseguì fino ai confini del mondo allora conosciuto o quasi.
Voi direte “bella spedizione, non ha fatto a tempo a vincere qualche guerra che già è morto, cosa volete che ne sia restato dell’impero di Alessandro solo qualche anno dopo”?
E invece quelle conquiste vennero consolidate dai generali greci di Alessandro, suoi amici fin dall’infanzia, che dopo la sua morte si spartirono l’impero e diedero vita a nuove dinastie elleniche che cambiarono il mondo di allora molto più di quello che immaginiamo. Questo perché, per la prima volta, territori immensi si trovarono a condividere lingua e cultura, magari facendosi anche la guerra tra loro, ma sempre continuando a conservare nei centri di potere una sostanza profondamente greca.
Per fare un esempio di questo lascito, Tolomeo prese l’Egitto, divenne Faraone e fino a Cleopatra quel territorio divenne emanazione del mondo greco, Alessandria fu una delle città più importanti del passato, per alcuni versi anche più di Roma stessa, centro di scienze, di cultura, di biblioteche e di commerci come forse anche Roma non riusciva ad essere.
Altra dinastia importantissima fu quella di Seleuco, altro generale di Alessandro, che sostanzialmente sostituì la precedente dinastia persiana e mantenne intatto il loro impero per almeno altri 300 anni.
Da una costola della dinastia Seleucide, infine, venne anche il Regno di Battriana, territorio di giunzione tra il resto dell’ex impero di Alessandro e mondo ancora più orientale, indiano e cinese.
In questo immenso territorio pacificato, su cui si parlava una stessa lingua e che aveva una stessa cultura di base, divenne estremamente facile dare vita a commerci ad un livello mai visto prima, sostanzialmente mettendo in contatto diretto per la prima volta l’Impero Romano, con quello Cinese, attraverso quella che oggi tutti conosciamo con il nome di Via della Seta. Si consolidarono così i percorsi, le piste, le città di sosta, il passaggio delle merci e i contatti diplomatici ed economici che continuarono a tenere in vita questa Via fino quasi ai giorni nostri.
Parallelamente alla Via della Seta terrestre, poi, se ne sviluppò anche un’altra meno conosciuta, ma non meno importante, quella che univa sempre gli stessi imperi, ma via mare. I Tolomei, in quanto greci, erano prima di tutto marinai (cosa che invece non passava neanche per l’anticamera del cervello ai precedenti faraoni egiziani autoctoni) e poi anche abituati all’idea del commercio. Tolomeo fece subito costruire un porto sul mar Rosso e unì con un canale il Mar Rosso al Nilo. Ecco, dunque, creata anche una via d’acqua che potesse unire mondo romano e mondo cinese.
E perché questa via d’acqua è così importante?
Per un ritrovamento relativamente recente negli archivi imperiali cinesi, un qualcosa di cui loro hanno mantenuto documentazione e noi invece, viste le mille vicissitudini, avevamo completamente perso contezza.
Nel 166 d.C., con Marco Aurelio imperante, una delegazione imperiale romana arrivò in Cina e fu ricevuta dall’Imperatore cinese. Non c’è certezza storica se furono proprio emissari direttamente di Marco Aurelio, o se probabilmente semplicemente uomini d’affari romani che provarono a spingersi fin laggiù, o magari commercianti greco-egiziani che, facendo affari nel Mediterraneo con il mondo romano, provarono ad aprire una loro strada diretta, che saltasse i passaggi intermedi delle merci prima che queste arrivassero in occidente. Però l’Impero Romano era ben noto a quello cinese, è pieno nei loro archivi di citazioni che ne confermano la conoscenza a livello storico e commerciale, quindi non ci sono dubbi che questo incontro “diretto” ci sia stato, anche se esattamente con chi e a che livello non è dato sapere.
Tutte queste cose sono mirabilmente raccontate, per chi volesse approfondire, nel libro “Da Roma alla Cina”, di Jean-Noel Robert, latinista e storico dell’Antica Roma che ha avuto il merito di mettere insieme i pezzi e fare un quadro chiaro e dettagliato di tutto il contesto storico che ha portato alla creazione e al consolidamento, fino alla conoscenza diretta, di queste due realtà così distanti.
Una storia che, anche solo a immaginarla, si passerebbe per matti, se non ce ne fosse stata documentazione.