Abbiamo deciso di fare insieme questo esperimento, sarà sicuramente interessante vedere fino a che punto possa essere portato avanti.
Stancante lavorare otto ore al giorno, soprattutto se si è una persona che, nella propria vita privata, ama intrattenersi sessualmente con la propria partner in modi piuttosto estremi, e si vede la cosa completamente a modo proprio. Ed era proprio il caso di Manuel, che era sottomesso ad Eva da quasi vent'anni, ogni anno più sottomesso, ogni anno più vecchio, ogni anno più stanco, ogni anno più desideroso di rivivere i dolci tempi andati della loro felice quanto atipica gioventù. Quattro viaggi in Messico alla ricerca di non si sa ben che cosa, mesi e mesi di paga spesi in shabu e altre droghe, corse di notte al pronto soccorso per esperienze forzate oltre il limite, costrizioni da parte di Eva a tour notturni per conoscere persone più interessanti (Eva sosteneva che "la gente con qualcosa da dire" uscisse la notte). Tutte quelle follie un po' gli mancavano, nonostante all'epoca non avessero nemmeno la macchina e vivessero in un monolocale non a norma di legge di tredici metri quadrati; un monolocale che però avevano attrezzato veramente bene per le loro esigenze. Manuel rifletteva quotidianamente su quanto fossero in grado gli anni di cambiare le persone, di quanto un tempo sapesse godere delle cose più semplici e di tante piccolezze che ormai aveva già dimenticato; eppure formulava tutti questi pensieri nostalgici mentre stava seduto su un comodo divano in pelle, davanti a sé un bel televisore perennemente spento; due insignificanti quanto costosi dettagli di un bellissimo appartamento pulito ed ordinato, in un condominio per bene munito di box sotterraneo dove poteva tenere sia la sua automobile per le occasioni di svago, sia la piccola utilitaria che gli serviva per andare a lavorare e muoversi quotidianamente. D'altro canto, è difficile anche essere una casalinga attraente piena di iniziativa ed avere per compagno un uomo che obbedisce ai propri ordini solo perché sa di doverlo fare. Non per amore del servilismo o per riconoscenza alla propria amata. Ad Eva sembrava che il proprio fidanzato fosse appassito come poche cose al mondo, e peggiorasse di anno in anno. Ormai Manuel, con grande probabilità, si prostrava davanti a lei perché era l'unica cosa che era in grado di fare, accettava di farsi calpestare, frustare, sodomizzare se necessario e qualsiasi altro trattamento Eva volesse riservargli solo ed unicamente perché lei aveva soddisfatto i suoi desideri di masochista per tutta la vita sino ad allora. Lavorava troppo, era sempre stanco e annoiato e ormai Eva stava iniziando a considerarlo un essere inutile: nonostante fosse ancora molto innamorata di lui non riusciva più a vederlo come un prato curato, bensì come un prato pieno di erbaccie e denti di leone. Eppure alle volte, nel corso della vita di ogni essere umano, avviene il miracolo; quella grande cosa che ci permette ogni volta di trovare una forza diversa in noi stessi. Quelle piccolezze durante i rapporti che ci permettono di stupirci. Quelle piccolezze che si notano sempre quando si cambia partner. Ma è difficile stabilire quali siano queste piccolezze quando avvengono durante un rapporto con una persona con la quale si intrattengono amplessi di qualsiasi genere abitualmente. "Sarà stata la sua particolare tattilità? O sarà stata solo l'atmosfera ad essere un po' diversa? O forse era solo il mio umore ad essere migliore e quindi questi pensieri non siano altro che miei? Forse Eva non era nemmeno soddisfatta" la quotidiana cronaca dei pensieri di Manuel era come radersi per un ragazzetto alle prime armi, stava sempre attento e guardingo, ma finiva sempre col ferire sé stesso. Fosse almeno stato un dolore fisico, o qualcosa comunque in grado di arrecargli piacere; e invece no, era sempre interiore il suo malessere. E il male all'anima si sa, nemmeno un masochista del suo calibro era in grado di trovarlo bello e appagante. Infondo aveva lavorato tutta la vita per costruire qualcosa insieme ad Eva, come mai ora che poteva goderne... Era lui stesso a non volerlo? Perché in qualche meccanismo contorto del suo cervello si rendeva conto di essere lui la causa del sempre minore feeling con Eva acciumulato negli anni. Accumulato o acciumulato? C'è una sostanziale differenza tra le due cose: nell'accumulare c'è spazio per un ordine, nell'acciumulare no. Per cui accumulato e acciumulato allo stesso tempo forse, dal momento che qualcosa gli consentiva di formulare tutti quei pensieri, mentre qualcos'altro gli impediva sempre di trovare una risposta. "Ma ora basta, troppi pensieri, troppe parole che si limitano a rimanere parole, voglio far star bene Eva". La sera stessa i due cenarono in un bel ristorante di prima scelta, passeggiarono per alcune ore in riva al mare e Manuel notò che il suo meccanismo contorto non era poi così contorto. Era semplicemente realista e veritiero, Eva non era cambiata nel corso degli anni, aveva semplicemente seguito il suo processo di crescita a livello umano, ma nell'anima era rimasta la stessa persona che vent'anni prima si faceva smaltare le dita di rosso da lui, che sorrideva felice quando lui era legato al letto e lei trascorreva il suo ozio pomeridiano adagiata sopra di lui. Il pomeriggio stesso faceva caldo ed Eva non aveva pensato di portare un giubotto per la serata, aveva puntato a invogliare un po' il fidanzato sfruttando il suo magnifico vestito; ma nel corso della serata iniziò a fare freddo e lui prontamente le offrì il suo columbia, in modo diverso dal solito. Con più generosità, con più amore, con più desiderio. Non per consuetudine o educazione. Il vento era freddo e pungeva, un piacere indescrivibile per Manuel. I due giovani (dei tempi che furono) rimasero fuori per qualche ora prima di stringersi forte l'uno all'altra e avviarsi verso casa, consapevoli di avere davanti una dolce calda notte che avrebbero entrambi voluto rendere più vicina a quelle che trascorrevano anni prima.
To be continued...
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