Racconti d'autore: L'ISTITUTO

EPILOGO

Tre mesi dopo Katia era seduta sugli scalini esterni dell’istituto, stringendosi al collo il bavero del soprabito per difendersi dal vento freddo che soffiava dal nord. Sua madre le veniva incontro sulla scalinata di pietra,
ansimando ad ogni passo.
La donna alzò lo sguardo verso la figlia, levandosi il foulard che le copriva i capelli scuri. Katia provava pietà per lei.
“Allora, signorina, hai imparato qualcosa dal tuo soggiorno qui?”, le domandò severamente la madre. Ma si vedeva che era vagamente impacciata e che doveva aver notato quella nuova durezza negli occhi della figlia, e ciò doveva averla colpita e sorpresa.
‘Qualcuno te l’ha mai infilato un dito nel culo, mamma?’, pensò Katia, e le venne da ridere.
Sua madre la guardò perplessa.
“Cos’hai da ridere, stupida?”, le chiese nervosamente, fissandola con rabbia.
“Beh, niente.. E’ che là dentro, qualche volta, c’è stato anche da divertirsi…”, disse Katia, con tono ironico.
“Divertirsi?”, le chiese perplessa la madre.
“Sì, certo… Oltre che imparare, alla fine, mi sono anche divertita… Nel senso che ci ho preso gusto!”, le spiegò, seria.
“Ma cosa dici?! Preso gusto a che cosa?”. La voce della donna era più che mai impacciata, come se intuisse o sapesse quello che era capitato alla figlia.
Intanto avevano aperto gli sportelli dell’auto e si erano accomodate. La madre mise in moto evitando di guardare la figlia, forse prendendo coscienza per la prima volta di aver commesso un terribile errore.
“Ad avere un dito nel culo, mamma…”, le rispose, ridacchiando nel vederla sussultare, sbiancare e avvampare nello stesso momento.
“Co… cosa dici?”, chiese ormai livida.
“Sì, un dito… O un cazzo… O magari il manico della frusta con cui un attimo prima mi avevano riscaldato la fica…”. Si interruppe e scoppiò a ridere vedendo sua madre arrossire e tremare, ma non di indignazione.
Sua madre emise un gemito, e un sospiro le svuotò i polmoni e la fece boccheggiare.
“Sei mai stata frustata.. sulle cosce.. sulle tette.. sul culo.. sulla fica?”, insistette con crudeltà Katia.
“Smettila!”, gemette come eccitata sua madre.
Allora Katia capì, a quel punto, di avere il coltello dalla parte del manico, di essere padrona della situazione. Gianni avrebbe avuto di che divertirsi con loro due! E soprattutto sua madre avrebbe avuto di che imparare da lei!
Katia le mise una mano sulla coscia facendo aderire il palmo alla carne nuda, poco distante dalla fica della madre, e strinse forte le dita.
“Vedrai che ci divertiremo, mammina!”, disse piano.
“A proposito, Gianni lo troviamo a casa?”.
Sua madre rispose con un gemito di dolore e di piacere.

FINE