Liceità delle pratiche sadomasochistiche

No Conte non c'è liberatoria che tenga.

Quello che segue è il caso di un rigger condannato dalla Corte di Cassazione per omicidio colposo, dopo che una ragazza da lui legata era morta proprio a causa della legatura effettuata.

Questa sentenza (Sentenza n. 44986 del 26 ottobre 2016) è a mio avviso importante per tutta una serie di considerazioni elaborate dalla Corte di Cassazione che vado a riportare di seguito.

I fatti:
“Una notte, dopo aver consumato in vari locali alcol ed hashish, l’imputato (M.), e due giovani amiche (C. e F.), si ritrovarono in un garage, ove, di comune accordo, si dettero alla pratica di giochi erotici a base sadomaso. In particolare, l’accordo prevedeva l’adozione di tecniche di bondage, ossia di costrizione fisica, anche mediante legatura. In effetti, F. fu legata, da M., col braccio destro leggermente proteso verso l’alto e col sinistro ritratto verso il corpo, parallelamente al terreno. La ragazza aveva un piede per terra e l’altro sollevato - con una legatura - a circa venti centimetri dal pavimento, nonché una corda intorno al collo, con nodo bloccato, collegata ad altre corde ancorate dietro di lei. C., invece, fu legata con le braccia dietro la schiena, in posizione eretta, con entrambi i piedi per terra. Anche a C. fu applicata una corda intorno al collo, con nodo bloccato, ed anche questa corda fu legata ad altre corde tese alle sue spalle. Pochi secondi dopo l’avvio della pratica C. accusò un malore, perse i sensi e si accasciò al suolo, mettendo in tensione, col peso del suo corpo (circa 100 kg), la corda che girava intorno al suo collo e quelle a cui la corda suddetta era collegata, nonché quelle che immobilizzavano F.. In conseguenza di ciò entrambe le ragazze entrarono in difficoltà respiratoria e, sebbene soccorse da M., riportarono entrambe gravi lesioni, in conseguenza delle quali C. decedette e F. rischiò la vita.”

Nella sentenza il rigger è stato dichiarato appunto colpevole di omicidio colposo, aggravato dalla previsione dell’evento o colpa cosciente, anziché di omicidio preterintenzionale come richiesto dall’accusa.

Che cos’è l’omicidio colposo
L’omicidio colposo si verifica quando una persona cagiona la morte di un altra involontariamente, per negligenza, imperizia, imprudenza o per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline.
Esempio:
Durante un intervento, Tizio un anestesista, non controlla la corretta ossigenazione del paziente Caio, che in seguito a questa dimenticanza muore.
Tizio viene condannato per omicidio colposo perché non ha agito in modo diligente.

Perchè M. (il rigger) è stato dichiarato colpevole di omicidio colposo aggravato dalla previsione della colpa.

1 - perché il rigger (che tra l’altro come sottolinea la Corte aveva frequentato corsi di bondage), poteva facilmente prevedere che una legatura di quel genere fosse molto pericolosa, e potesse cagionare la morte di una o entrambe le ragazze.

2 - perché il rigger non aveva tenuto accanto a se un coltello per tagliare le corde in caso di necessità (il rigger aveva infatti portato con se un coltello, ma lo aveva lasciato in macchina anziché tenerlo a portata di mano).

La Corte ha quindi ritenuto che per tutti questi motivi, M. avesse agito in modo negligente e avesse sottovalutato i rischi connessi a ciò che stava facendo.

Cos’è l’omicidio preterintenzionale
L’omicidio preterintenzionale si verifica quando una persona agisce con la volontà di porre in essere una condotta illecita, ma le conseguenze delle proprie azioni sono più gravi del previsto e portano alla morte di una persona.
Esempio:
Tizio e Caio litigano e scaturisce una rissa tra i due.
A seguito della colluttazione Caio muore.
Tizio viene imputato per omicidio preterintenzionale, poiché nonostante il suo intento fosse solo quello di percuotere Caio, alla fine ha cagionato la morte di quest’ultimo.

Perché la Corte di Cassazione non ha accolto la richiesta del Pm di accusare M. di omicidio preterintenzionale

1- Perché C. ed F. avevano dato il loro consenso ad essere legate

2- perché M. con le legature non intendeva fare del male alle ragazze, ma stava ponendo in essere un attività di tipo sessuale volta a dare piacere alle ragazze.

Recita infatti la sentenza:
“La condotta... non era diretta a procurare alcuna sofferenza alle giovani malcapitate, ma, in ipotesi, un “piacere”… i modi in cui il piacere sessuale si ricerca e si vive appartengono alle “imperscrutabili ragioni dell’animo umano” e sono parte di un diritto individuale ....a condizione che il consenso sia libero, perdurante, e non determini una diminuzione permanente dell’integrità fisica.

Rispetto al consenso emergono quindi tre elementi, alcuni dei quali erano già stati affrontati da precedenti sentenze:

Il consenso deve quindi essere perdurante: ovvero deve persistere per tutto il tempo in cui si svolge la pratica.

Il consenso deve essere libero quindi dato senza alcuna forma di coercizione.

Il consenso trova un solo limite rappresentato dall’art 5 c.c. che vieta gli atti di disposizione del proprio corpo che cagionano una diminuzione permanente dell’integrità fisica o siano altrimenti contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume.

Recita sempre la sentenza:
“la contrarietà al sentimento del pudore non dipende dall’oscenità di atti o di oggetti in sé considerata, ma dall’offesa che può derivarne al pudore sessuale, considerato il contesto e le modalità in cui quegli atti e quegli oggetti sono compiuti o esposti: sicché non può riconoscersi tale capacità offensiva ad atti o ad oggetti che, pur avendo in sé un significato osceno, si esauriscono nella sfera privata e non costituiscono oggetto di comunicazione verso un numero indeterminato di persone ovvero sono destinati a raggiungere gli altri soggetti con modalità e cautele particolari, tali da assicurare la necessaria riservatezza e da prevenire ragionevolmente il pericolo di offesa al sentimento del pudore dei terzi non consenzienti o della collettività in generale”. Pertanto, nella misura in cui le pratiche di bondage o sadomaso si svolgono tra soggetti consenzienti in ambiti privati (non accessibili a chi non intenda assistervi), il fatto non può essere considerato né atto osceno né contrario al buon costume.”

E' importante comunque precisare che in Italia il sistema giudiziario è un sistema cosiddetto di Civil law, dove quindi i precedenti giurisprudenziali come appunto le sentenze, non costituiscono legge.
Tuttavia negli atti processuali le parti possono produrre le precedenti sentenze emesse in casi analoghi, per avvallare le proprie tesi, e il Giudice può decidere di tenerne conto al fine di valutare i fatti ed emettere la sentenza.

Fonti:
www.altalex.com/documents/news/2017...-sadomasochismo
http://juriswiki.it/provvedimenti/sentenza...v-44986-2016-it
www.responsabilecivile.it/giochi-er...eterintenzione/
www.avvocatigiustilaurenzano.it/mor...eterintenzione/

Edited by Amelié. - 18/3/2018, 23:38