Titolo: La leggenda del pianista sull’oceano Regia: Giuseppe Tornatore Anno: 1998 Genere: Drammatico
Trama: Novecento è un orfano che ha vissuto tutta la sua vita a bordo del transatlantico Virginian, senza mai mettere piede sulla terraferma, diventando un grande pianista, e la sua storia è narrata dall'amico Max, trombettista sensibile e romantico.
Perché consiglio questo film: Perché credo che Tornatore abbia creato con questo film un piccolo capolavoro, dove invece di parlare delle solite storie d’amore, parla di un sentimento altrettanto forte ed importante: l’Amicizia.
Titolo: 1408 Regia: Mikael Håfström Anno: 2007 Genere: Horror/Thriller
Trama: Mike Enslin è uno scrittore autore di due best seller dedicati al mondo del fenomeni paranormali e dell’occulto, nei quali demistifica quelli che ritiene essere superstizioni e miti facilmente spiegabili con la ragione. Per delle ricerche sul suo nuovo libro, Enslin decide di trascorrere la notte nella stanza numero 1408 di un hotel di New York: la stanza è infatti circondata da voci assai sinistre e si ritiene essere infestata da entità sovrannaturali. Nonostante i tentativi del direttore stesso dell’hotel di dissuaderlo, Enslin procede con il suo piano: ma nel corso della notte si renderà conto che quelli che circondano la stanza 1408 non sono affatto miti o leggende prive di fondamento.
Trama: Jasmine in vacanza in Usa con il marito, dopo aver discusso con quest'ultimo, si allontana e arriva a piedi in una piccola e surreale cittadina dell' Arizona. Si ferma in un motel, il Bagdad cafè, gestito da Brenda. Jasmine e Brenda sembrano due mondi distanti anni luce, destinati a non incontrarsi mai. Brenda, scorbutica, in apparenza molto dura e fredda. Jasmine è invece una donna sensibile, cordiale e un po' timida. Brenda inizialmente si mostra ostile e diffidente verso Jasmine non riuscendo a comprenderne i modi di fare. Ma quando Jasmine riuscirà a fare breccia nel muro innalzato da Brenda, le due donne capiranno che hanno molto più di quello che potevano immaginare in comune. Nascerà un amicizia straordinaria...
Perché consiglio questo film: perché è una favola moderna, popolata da personaggi stravaganti, e condita da un pizzico di magia.
Titolo: 1408 Regia: Mikael Håfström Anno: 2007 Genere: Horror/Thriller
Trama: Mike Enslin è uno scrittore autore di due best seller dedicati al mondo del fenomeni paranormali e dell’occulto, nei quali demistifica quelli che ritiene essere superstizioni e miti facilmente spiegabili con la ragione. Per delle ricerche sul suo nuovo libro, Enslin decide di trascorrere la notte nella stanza numero 1408 di un hotel di New York: la stanza è infatti circondata da voci assai sinistre e si ritiene essere infestata da entità sovrannaturali. Nonostante i tentativi del direttore stesso dell’hotel di dissuaderlo, Enslin procede con il suo piano: ma nel corso della notte si renderà conto che quelli che circondano la stanza 1408 non sono affatto miti o leggende prive di fondamento.
Trama:In una futuristica e distopica società i libri vengono proibiti e bruciati da squadre di pompieri.Montag,uno di questi,si ribellerà
Perché consiglio questo filmNon saprei,ma sembra un film chiuso in una bolla.Il genio francese riesce nella mirabile opera di far provare tramite le immagini,a chi guarda, quel senso di chiusura e di finzione proprio di ogni regime totalitario.E' tutto finto:le case,le persone,la caserma,i dialoghi...cazzo, anche il cielo è finto in questo film!!!Ma è una finzione volutamente marcata (senza sfociare nel surrealismo) per rendere "realistica"l'oppressione che noi pubblico subiamo guardando la pellicola.Il montaggio frenetico e la musica tambureggiante (come una marcia militare) della camionetta rossa non fanno che cadenzare ed accrescere uno strano senso di impotenza di fronte a questo gigantesco simulacro.Un buon uomo,l'antieroe Montag,ci insegnerà,senza gesti eclatanti,quello che ogni Uomo libero nella vita dovrebbe fare:ribellarsi alle ingiustizie.Non è certo un novello William Wallace...Montag combatte una battaglia tutta Sua perchè ne sente un fortissimo bisogno personale e non per altre nobili ragioni.E' un uomo semplice Montag.La sua umiltà lo porterà a varcare i confini della "bolla",trovare persone come lui,pronto finalmente ad ammirare un cielo vero
Titolo: Il postino Regia: Massimo Troisi, Michael Redford Anno: 1994 Genere: Commedia
Trama: Il poeta cileno Pablo Neruda, in esilio, si rifugia con la consorte Matilde in un’isola del sud Italia. Il disoccupato Mario, figlio di un pescatore con scarsa vocazione per il mare, accetta l'incarico di postino ausiliario dal locale capoufficio, Giorgio, comunista militante. Deve solo consegnare la nutrita corrispondenza del poeta, di cui inizia a leggere il "Canto general", e col quale a poco a poco, chiedendogli delucidazioni sulla sua "ars poetica", instaura un rapporto di amicizia. Da questa amicizia ne trarrà ispirazione per avvicinarsi alla poesia, all’amore ed alla politica.
Perché lo consiglio: Perché è un piccolo capolavoro, semplice ma commovente. Un po’ come se fosse il testamento che Massimo Troisi ci ha lasciato. Dove si evidenzia che la nobiltà d’animo sta nelle piccole cose, nella genuinità di una persona. E perché dimostra che solo avendo fiducia in sè stessi si può fare ciò in cui si crede.
Titolo: La venticinquesima ora Regia: Spike Lee Anno: 2002 Genere: Drammatico
Trama: Montgomery Brogan è un uomo che si appresta a passare la sua ultima notte di libertà prima di dirigersi verso il carcere per spaccio e possesso di droga.
Alla fine del film vi è una fantomatica 25ma ora, che da il titolo al film, che rappresenterebbe la possibilità di Monty di rifarsi una nuova vita senza presentarsi in carcere.
Perché consiglio questo film: Come è Spike Lee uno dei motivi per cui questo film è da vedere l'altro motivo è proprio il protagonista Edward Norton. Personalmente lo trovo un bravo attore, in grado di entrare bene nei personaggi che interpreta e di dar loro una veridicità quasi.. strana (mi vengono in mente le espressioni facciali in American History X), in più credo possieda la faccia proprio da film drammatico.. Insomma, ci sta. Il pezzo più famoso di questo film è il soloquio che Monty fa nel bagno del pub gestito dal padre ove vomita tutta la frustrazione e l'odio che sente per il mondo, in realtà conseguenza dell'odio che prova per sè stesso, per le sue azioni e per tutto ciò che ne deriverà più avanti. Ed è proprio per questo che quasi mi danno fastidio coloro che si fermano al suo significato superficiale. *Ultimo appunto a tal proposito: sia la versione italiana, stupendamente doppiata da Massimiliano Manfredi, che quella inglese rendono molto bene. E' importante sottolineare, ogni tanto, che non è vero che "i film in lingua originale sono migliori" perché abbiamo un comparto di doppiatori spettacolari. Bellissimo il tempo trascorso in discoteca, riassume perfettamente che tutto il mondo di Monty si sta distruggendo, sta svanendo.. di come lui nonostante avesse tutto, quel tutto lo ha buttato via.
Trama:In una futuristica e distopica società i libri vengono proibiti e bruciati da squadre di pompieri.Montag,uno di questi,si ribellerà
Perché consiglio questo filmNon saprei,ma sembra un film chiuso in una bolla.Il genio francese riesce nella mirabile opera di far provare tramite le immagini,a chi guarda, quel senso di chiusura e di finzione proprio di ogni regime totalitario.E' tutto finto:le case,le persone,la caserma,i dialoghi...cazzo, anche il cielo è finto in questo film!!!Ma è una finzione volutamente marcata (senza sfociare nel surrealismo) per rendere "realistica"l'oppressione che noi pubblico subiamo guardando la pellicola.Il montaggio frenetico e la musica tambureggiante (come una marcia militare) della camionetta rossa non fanno che cadenzare ed accrescere uno strano senso di impotenza di fronte a questo gigantesco simulacro.Un buon uomo,l'antieroe Montag,ci insegnerà,senza gesti eclatanti,quello che ogni Uomo libero nella vita dovrebbe fare:ribellarsi alle ingiustizie.Non è certo un novello William Wallace...Montag combatte una battaglia tutta Sua perchè ne sente un fortissimo bisogno personale e non per altre nobili ragioni.E' un uomo semplice Montag.La sua umiltà lo porterà a varcare i confini della "bolla",trovare persone come lui,pronto finalmente ad ammirare un cielo vero
..Ecco perché Bradbury è uno dei miei amori più grandi, ha posto le basi per un film simile
Titolo: Il postino Regia: Massimo Troisi, Michael Redford Anno: 1994 Genere: Commedia
Trama: Il poeta cileno Pablo Neruda, in esilio, si rifugia con la consorte Matilde in un’isola del sud Italia. Il disoccupato Mario, figlio di un pescatore con scarsa vocazione per il mare, accetta l'incarico di postino ausiliario dal locale capoufficio, Giorgio, comunista militante. Deve solo consegnare la nutrita corrispondenza del poeta, di cui inizia a leggere il "Canto general", e col quale a poco a poco, chiedendogli delucidazioni sulla sua "ars poetica", instaura un rapporto di amicizia. Da questa amicizia ne trarrà ispirazione per avvicinarsi alla poesia, all’amore ed alla politica.
Perché lo consiglio: Perché è un piccolo capolavoro, semplice ma commovente. Un po’ come se fosse il testamento che Massimo Troisi ci ha lasciato. Dove si evidenzia che la nobiltà d’animo sta nelle piccole cose, nella genuinità di una persona. E perché dimostra che solo avendo fiducia in sè stessi si può fare ciò in cui si crede.
È un film semplice, a tratti può sembrare banale, però se si guarda oltre l’apparenza, si possono cogliere tante piccole cose, come il mettere da parte le proprie paure e trovare il coraggio di essere sè stessi. Romantico, poetico, per me commovente. Ma ovviamente ognuno ha i propri gusti ed io lo so che sono tutta “particolare” 😅
È un film semplice, a tratti può sembrare banale, però se si guarda oltre l’apparenza, si possono cogliere tante piccole cose, come il mettere da parte le proprie paure e trovare il coraggio di essere sè stessi. Romantico, poetico, per me commovente. Ma ovviamente ognuno ha i propri gusti ed io lo so che sono tutta “particolare” 😅
È un film magnifico. Una piccola poesia in immagini.
È un film semplice, a tratti può sembrare banale, però se si guarda oltre l’apparenza, si possono cogliere tante piccole cose, come il mettere da parte le proprie paure e trovare il coraggio di essere sè stessi. Romantico, poetico, per me commovente. Ma ovviamente ognuno ha i propri gusti ed io lo so che sono tutta “particolare” 😅
CITAZIONE (Amelié. @ 2/2/2018, 17:10)
CITAZIONE (MissLangdon @ 2/2/2018, 14:14)
È un film semplice, a tratti può sembrare banale, però se si guarda oltre l’apparenza, si possono cogliere tante piccole cose, come il mettere da parte le proprie paure e trovare il coraggio di essere sè stessi. Romantico, poetico, per me commovente. Ma ovviamente ognuno ha i propri gusti ed io lo so che sono tutta “particolare” 😅
È un film magnifico. Una piccola poesia in immagini.
si ne ho sentito parlare da quando ero bambino,ma per un motivo o per l'altro non sono mai riuscito a vederlo
Titolo: Mary Reilly Regia: Stephen Frears Anno: 1996 Genere: Drammatico
Trama: Mary Reilly, cresciuta tra stenti e violenze, ha trovato per la prima volta un po' di pace in casa del Dottor Jekyll. Il lavoro da cameriera è duro, ma è un rifugio sicuro a cui Mary non rinuncerebbe per nulla al mondo. L'ammirazione per il padrone la porta ad accettare qualsiasi cosa lo riguardi: compreso il suo ambiguo assistente, Mister Hyde. Per quest'uomo totalmente privo di limiti morali Mary prova al contempo repulsione e attrazione, difficili da conciliare con l'amore puro e devoto che prova per il dottore, mentre lei stessa si interroga su quanto di "doppio" ci sia anche nella sua persona. Perché lo consiglio: Lo consiglio perché, aldilà del solito conflitto tra bene e male, l’interpretazione di John Malkovich e Julia Roberts, fanno di questo film un gran bel film. Lui sembra fatto apposta per questi ruoli, lei credo che abbia fatto una delle sue migliori interpretazioni nel ruolo di Mary Reilly.
Titolo: Dead Man Regia: Jim Jarmusch Anno: 1995 Genere: Western acido(così l'han definito)
Trama: L'impacciato William Blake è diretto in treno a Machine, cittadina di frontiera, in cui è stato assunto come contabile nell'ufficio della locale fabbrica. L'arrivo è desolante: Machine è un minuscolo paese fangoso e malfrequentato. Inoltre, arrivando alla fabbrica, scopre che al suo posto è già stato assunto un altro contabile. Alla sua pretesa di spiegazioni viene cacciato via e minacciato con un fucile da John Dickinson, il padrone dello stabilimento. William, che ha perso prima di partire entrambi i genitori, ed è stato abbandonato dalla fidanzata, si ritrova senza un soldo a centinaia di miglia da casa. Mentre riflette sul da farsi, dopo aver comprato una bottiglia al saloon, soccorre Thel Russell, ex prostituta, maltrattata da un avventore. La ragazza, colpita dai sui modi gentili, decide di ospitarlo, direttamente nel suo letto. Ma nella stanza irrompe Charlie, figlio di John Dickinson ed ex fidanzato di Thel. Sconvolto da ciò che ritiene un tradimento spara a William, ferendolo al petto e uccidendo Thel, a sua volta trapassata dal proiettile. Lo stesso Charlie viene ucciso da William. L'ex-contabile, la cui ferita peggiora sempre di più, ruba un cavallo e fugge lontano perdendo poi conoscenza.
Viene trovato e parzialmente curato da Nessuno, un indiano che è stato rinnegato dalla sua gente, perché da ragazzino fu rapito e deportato in Europa, dove apprese la cultura dei bianchi. Nessuno si convince che William Blake sia una reincarnazione dell'omonimo poeta, decide perciò di aiutare il protagonista ad abbandonare questo mondo e ritornare al "Grande Spirito." Blake (che ora ha una taglia sulla testa, messa dal padre di Charlie) e Nessuno iniziano un viaggio che via via trasforma il timido contabile in un uomo nuovo. Sulla loro strada incontrano e abbattono cacciatori di taglie improvvisati, stupratori omosessuali e predicatori razzisti. Durante il percorso sono inseguiti da tre bounty killer, due di questi verranno uccisi e mangiati dal terzo, Cole Wilson, noto per aver violentato, ucciso e mangiato i genitori. In uno scontro con Cole Blake viene ferito, oltre a ciò ha ancora nel petto, proprio vicino al cuore, il proiettile ricevuto da Charlie. Arriva ormai esanime, sorretto Nessuno, in un villaggio di indiani, costruttori di canoe per l'Oltretomba, nei pressi del mare.
Viene disteso in una di queste dall'amico, e fornito di tutto ciò di cui gli sarà utile per la traversata per tornare nel suo mondo. Mentre la canoa prende il largo e Nessuno saluta l'amico, arriva alle sue spalle Wilson, nello scontro a fuoco muoiono entrambi e Blake ormai lontano può finalmente chiudere gli occhi guardando il cielo.
Perché consiglio questo film: Perché è un film diverso dal solito. Il tema principale del film è il Viaggio, il viaggio formativo. Ed è quello che vediamo anche in tantissimi film. In queste pellicole il protagonista all'inizio è uno sfigato, ma le avversità del viaggio lo fanno maturare, per accompagnarlo in un finale in cui ha appreso come affrontare i suoi problemi de è pronto a sfidare e vincere le avversità della Vita. In Dead Man è diverso. Questo è un viaggio formativo verso la Morte. Il protagonista inizia a morire già dall'inizio, quando perde e tronca i legami con la famiglia, la fidanzata e il luogo di nascita. Al suo arrivo a Machine è un morto che cammina, non più qualcuno che lo conosca e abbia memoria o affetto per lui. Siamo vivi finché c'è qualcuno che lo sa(e lo vuole). Il proiettile nel cuore è il punto di non ritorno, ha già iniziato a morire, ma ora non può più fermarsi o tornare indietro, la destinazione finale è già decisa. L'indiano Nessuno svolge il ruolo di psicopompo, le continue richieste di tabacco con cui infastidisce Blake nel film sono "l'obolo per il traghettatore." Blake in questa avventura viene costretto ad imparare ad uccidere, a lottare ed affrontare la realtà diventando una persona completa, perciò è pronto per morire. Contraddittorio, ma trovo abbia il suo senso.
La colonna sonora di Neil Young trovo sia molto suggestiva. Video