Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Racconti d'autore: TRANSFERT, femdom, depressione, psicologia, obbedienza, sottomissione, bondage, trampling, feet fetish, indumenti, umiliazionii, hot wax, ricatto psicologico

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-triskell-
view post Posted on 15/4/2024, 11:56 by: -triskell-     +1   +1   -1
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T.P.E.
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Eccoli.

Silvio, sdraiato sul divano nel suo completo nero, la cravatta fresca di lavanderia, la barba sottile meno curata dei suoi standard, gli occhi socchiusi, mentre racconta degli ultimi problemi di lavoro: nuove burocrazie ad appesantire le procedure, e un cliente in ritardo con i pagamenti.

Anna, appena compiuti trent'anni, alla scrivania, vestiva una gonna scura ben tagliata e molto lunga. Scarpe modeste e basse, ed un maglioncino grigio a girocollo che nasconde quasi interamente le sue forme. Ha bei capelli castani, lisci e lunghissimi, ma tenuti troppo saldi in una coda. Occhialini circolari sul naso all'insù ed un'ombra di rossetto sulle labbra sottili: ascolta quanto racconta il suo paziente, con un'aria leggermente imbronciata ed insoddisfatta che evidenzia la sua estetica da intellettuale.

Silvio stava entrando in altri dettagli economici quando Anna lo fermò bruscamente. «Basta così»

L'uomo era stranito, aprì gli occhi e guardò verso la psicologa.

«Stai in silenzio ora»

Lui si sentì offeso, ma per qualche motivo non rispose.
Era la prima volta che gli dava del tu, ma era come se lo facesse da sempre. Si sentì in parte violato da quell'ordine. In parte liberato. Inspirò per mantenere il controllo ed attese qualche secondo: non gli andava giù essere zittito a quel modo, ma dall'altra parte preferì seguire il ... consiglio.

Lei si alzò e si mise al suo fianco, lanciandogli un quadernetto sulla pancia. Lui lo prese al volo, stranito.

«Se continuiamo a fare le stesse cose. Se continui a ripetere gli stessi argomenti, non andiamo da nessuna parte»

«Ma quella situazione mi crea...»

Lei mise l'indice davanti alla bocca, fissandolo, e lui chiuse le labbra. «Socrate sosteneva che ogni vero pensiero, ogni vero dialogo abbisogna del parlato. Ma non è vero: a volte non riusciamo a confessare quello che ci fa male davvero, o quello che desideriamo davvero, oltre le convenzioni, se non in forma scritta.»

Lui sfogliò il quadernetto, era completamente nuovo.

«Voglio che tu scriva, ogni sera, i tuoi pensieri. La prossima settimana la useremo come base di partenza. Anzi, ci sentiamo direttamente fra due. Prendiamo una settimana di pausa.»

Lui sospirò, ma annui, quindi si alzò. Poi prese il soprabito e se lo appoggiò sulle spalle.
Fece per uscire dalla sala ma la donna lo fermò.

«Ah, Silvio»

«Sì?»

«Parla sinceramente, o meglio scrivi tutto quello che ti passa per la testa in quel quaderno. Desideri. Pianti. Fantasie. Sogni. Incazzature tue. Non lamentele contro lo Stato o il nuovo modello di certificazione. Non è quello che ti sta facendo soffrire. E neanche quello che ti sta facendo vivere. Tu sei più di quello. Non ci sono giudizi. E... parla anche di sesso. Non lo fai mai.»

Silvio strizzò appena gli occhi.

«Non siamo macchine. Non sei una macchina. Dobbiamo confessarci che i desideri fanno parte di noi... Se facciamo sempre le stesse cose...» ripeté.

«Ok dottoressa... ci provo»

«No, non ci provi: lo fai» replicò secca.
Lui rimase un secondo interdetto. Poi si tranquillizzò quando vide il bel sorriso sul suo volto fresco ma indurito dagli occhiali, il maglione troppo alto e quella pettinatura. Per un attimo se l'immaginò in tutt'altre vesti.
La sua voce – ora più consolatoria e dolce – gli arrivò leggermente in ritardo: «Dobbiamo superarla. Anzi, ucciderla, questa maledetta depressione. E se mi segui la estirpiamo, ma devi impegnarti: scrivi ogni cosa»

«Sì, dottoressa» la salutò alzando il quaderno, poi uscì dallo studio.


(continua)
 
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