Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Racconti d'autore: TRANSFERT, femdom, depressione, psicologia, obbedienza, sottomissione, bondage, trampling, feet fetish, indumenti, umiliazionii, hot wax, ricatto psicologico

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-triskell-
view post Posted on 21/4/2024, 11:37 by: -triskell-     +1   -1
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T.P.E.
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Lui inspirò, poi lo fece. Si inginocchiò.
Rimase con le ginocchia sul pavimento, completamente nudo.
Dapprima la guardò dal basso, sentendo un misto di profonda eccitazione e di umiliazione crescere ed intrecciarsi dentro di sé.

- Evidentemente sono stata troppo gentile prima. Se ti permetti di entrare qui dentro e spiarmi, non mi consideri abbastanza superiore. E questo è essenziale per la terapia. Pensavo bastasse comandarti in studio, ma non è così.

Lui deglutì, lei si grattò appena il mento con la mano libera.
La pistola non era più diretta su di lui, ma ciondolava nell'altra mano, perfettamente curata.
Anna si abbassò per prendere la cinta dei suoi pantaloni. Poi gliela legò al collo, abbastanza stretta da farlo sussultare per un attimo.

- Non meriti più una bella cinta di pelle. Meriti un bel guinzaglio. Sei un cagnolino cattivo, lo sai?
- Sì dottoressa...
- Padrona.
- Sì Padrona, - ripeté lui.

Anna scosse la testa:
- C'è da lavorare con te... -
Fece qualche passo indietro e si sedette sullo sgabello alto del mobile bar, poi gli ordinò:
- Vieni qui -
Lui fece per alzarsi.
- Ma che ti salta in mente, cammini come una persona? Stai a quattro zampe e non farmi innervosire.

Silvio deglutì e tornò sulle ginocchia, poi gattonò fino ai suoi piedi, che lei gli porse. Forma egiziana, curati, dallo smalto verde.
- Bacialo -
Gli porse il destro, lui alzò le mani per prenderlo, ma lei gli tirò un calcetto nel fianco con l'altro piede.
- Niente mani. -

Silvio sussultò, poi, lentamente, si chinò su quel piedino, e ne baciò piano il dorso, poi tutte le dita. Fece per leccarlo, ma lei lo spinse via facendo cadere l'uomo sul dorso, spingendolo con il piede dalla spalla.
- Mi fai proprio arrabbiare guarda - lamentò Anna.
- Mi spiace, davv … -
- Zitto, - lo rimproverò lei.
Si fece pensierosa, poi si spostò camminando verso la camera.
- Seguimi - ordinò.

Questa volta Silvio si ricordò di gattonare a quattro zampe, anche se gli facevano male le ginocchia.
Trovò Anna in camera, seduta sul letto. Aveva un paio di collant nere in mano.
- Visto che sei un maniaco, di certo ti piacerà frugare nei miei cassetti, forse l'hai anche fatto prima che arrivassi, quando ti sei nascosto qui, vero?
- Io...
- Zitto. Lo so già - disse lei, poi alzandosi lo aggirò.
- Mettiti in ginocchio, braccia dietro la schiena -
Con un collant gli legò le mani. Con l'altro gli coprì gli occhi.
Silvio non era completamente privo della vista, ma tutto era pesantemente oscurato. Intravvide la figura di Anna tornare a sedersi sul letto, dopo aver preso qualcosa dalla scatola dei trucchi: un rossetto.

Per qualche lungo minuto ignorò completamente l'uomo e, guardandosi nello specchio poggiato sul comodino, si mise il rossetto, colorando quelle belle labbra carnose.

Solo dopo un po' guardò Silvio. Sorrise.
- Oh, sei ancora lì? Pensavo fossi un mobile, per un attimo -
Lo guardò per bene, sporgendosi con il viso verso il suo.
- E alla fine è questo che sei. Un oggetto, per me. O al massimo un bel cagnolino. Anzi, un cagnolino cattivo, per ora.

Lui annuì istintivamente, dispiaciuto.

La vide poi alzarsi, e sfilarsi le mutandine. Deglutì, guardandola alzare prima un piede, poi l'altro, in femminile equilibrio. Non poteva vederla chiaramente, ma carpiva la sua figura sotto il collant sugli occhi.

- Apri la bocca - ordinò, e lui obbedì.

Anna gli spinse dentro la bocca, e sulla lingua le sue mutandine, per intero.
L'odore e il sapore lo fecero sussultare, e tutta quella stoffa in bocca gli fece salire una lieve nausea.

Anna rise, guardandolo, gli scompigliò i capelli, poi prese a scrivere, con il rossetto, qualcosa sul suo petto.

- Puttanella... e... bravo cane - scrisse sul suo petto e sull'addome, soddisfatta.

Gli toccò il sesso con il dorso del piede.
- Veramente un cagnolino cattivo, così eccitato quando lo maltratto... - scosse bonariamente la testa, poi gli diede un paio di schiaffi.

Si spostò in sala, senza dirgli niente.

Silvio restò fermo, non sapendo cosa fare. Ma aveva capito che non era una grande idea prendere iniziativa e, del resto, con la bocca chiusa a quel modo, le mani dietro la schiena, e gli occhi bendati non poteva fare nulla. Rimase lì in attesa, ma non certo placida. Sentiva il suo cuore battere più forte. Poteva vedere solo parzialmente, attraverso la stoffa del collant scuro, il mobilio della stanza: un quadro di un paesaggio dietro il letto. Lo specchio sopra il mobiletto da letto, l'armadio sull'altro lato, qualche vestito appeso ad un divisorio in legno. Lei non tornava. Non sapeva che fare. Ma stette immobile, sulle ginocchia doloranti. Aspettando.

(continua)
 
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