La città di Terrobezzan è situata molti kilometri sotto la superficie, come la chiamano in gergo gli elfi neri, ed è qui che tutto ebbe inizio. Un giovane Drow, della casata degli Erelak, era nato da pochi giorni, minuti per gli elfi neri. Non presentava imperfezioni e la matrona del casato lo stava offrendo alla sua Dea su un'altare, come erano i costumi di quel popolo, tanto sofisticato quanto brutale. Gli elfi della città infatti ordivano costantemente trame, sperando nel favore della loro Dea, la Dea dei Ragni, complottando contro la loro stessa famiglia per poter guadagnare tutto il potere che potevano accaparrarsi. Le guerre tra casati erano così frequenti che ogni anno i casati minori cadevano e sorgevano come le piantagioni di funghi che venivano mangiati tutto l'anno.
Thorgul era un piccolo bambino elfico, bello, forte, già fin da subito deciso. I bambini nelle case non erano trattati come dei principini o come piccole creaturine indifese da nutrire, proteggere e accudire. In una città in cui la pietà è vista come la sola forma di debolezza e nessuno bada al prossimo, un neonato è solo un'arma su cui poter investire per rafforzare il proprio casato.
Thorgul crebbe così, dentro casa sua. In mezzo ad un nugolo di donne che lo stressavano, lo insultavano, lo massacravano poichè in questo mondo sono le matrone a comandare. E loro hanno potere di vita e di morte sul loro casato, potere dato dalla Dea che tutto sa e che tutto vede. E che, poichè queste sacerdotesse possano regnare indisturbate, concede loro grandi poteri magici e perfino armi, mazzafrusti con teste di serpenti, una delle armi più temute in questa società priva di scrupoli. Tornando invece al nostro giovane elfo, di Thorgul non racconteremo la sua spensierata ma cruda infanzia, crebbe nelle mani della nonna, l'elfa che lo partorì. La nonna lo crebbe forte e deciso, pronto a diventare, come tutti speravano, il capo della piccola milizia che difendeva la villa. Purtroppo, come è quasi normale che accada, non tutto va come pianificato e, il giovane thorgul, raggiunta la pubertà, iniziò a manifestare i primi, come li chiamò la sua matrona, sintomi di magia.
Relen, la matrona che comandava casa Erelak da quel momento in poi iniziò a distruggere la psiche del povero ragazzo, ogni giorno lo torturava cambiando, ogni volta, la tortura e il modo in cui lo devastava. Ogni giorno Thorgul si alzava sapendo che ad ogni minimo errore, ad ogni minima visione della magia Relen, sua sorella, lo avrebbe portato nella stanza che lei definiva "dei giochi". Come era stato felice la prima volta, finalmente sarebbe stato un poco con quella sorella che in realtà era più una zia; forte, decisa, autorevole, una figura che lui voleva prendere d'esempio. Fintanto che non accaddè quel fatto, quel giorno in piazza nel mercato generale, mentre sua nonna comprava le scorte per tutta la villa ci fu un attentato. La nonna si difese egregiamente, ma purtroppo il giovane thorgul si ritrovo davanti uno sgherro che lo voleva accoltellare.
Preso dal panico, senza un addestramento formale tirò fuori la daga, e fece la cosa più naturale che gli venne in mente. Usando la magia la scagliò contro l'assalitore, che colto alla sprovvista, si ritrovò con una buona parte di cranio spaccato a metà e i capelli bruciati da delle fiamme che crepitavano attorno alla lama. Sua nonna restò di sasso, felice di aver ancora suo figlio vivo ma allo stesso tempo terrorizzata della reazione che avrebbe avuto la Matrona di casa Erelak. Thorgul scoprì di non essere un semplice Elfo scuro, ma di essere uno dei pochi ad avere il dono della magia e di poter entrare nell'accademia magica che sua madre tanto odiava e disprezzava. (Pur non essendo Relen la madre di Thorgul, viene considerata tale dato che è lei che è a capo del casato. Decide quindi lei la formazione di Thorgul, le punizioni e gli investimenti che verranno spesi sul giovane ragazzo. La "nonna, pur essendo la madre naturale" è la vecchia matrona che è stata deposta e collabora con l'attuale matrona).
Quel giorno Thorgul scoprì la stanza dei giochi, dei giochi di Relen, della pazzia della sorella e di quello che poi lo avrebbe segnato per sempre. Scoprì il vero dolore, non solo fisico ma anche quello mentale, scoprì che ogni giorno che passava, ogni minuto di quella stanza era per lui una tortura lunga e terribile.
Tutto ebbe fine quando l'arcimago di Terrobezzan venne a far visita al casato. Era un vecchio elfo nero, molti in città lo temevano per la potenza che era riuscito ad ottenere studiando le arti magiche e diventandone il maestro della città. Quando parlava molti tacevano ed erano veramente pochissimi gli elfi che non lo temevano, tra cui anche Relen.
Il giovane Thorgul quel giorno imparò una lezione, se non sei abbastanza potente da essere sicuro di schiacciare un mago, non sfidarlo mai a duello. Cosa che, sua sorella, imparò a sue spese. L'accademia di magia della città aveva una sola regola, poteva addestrare un numero di maghi pari a 20 alla volta e serviva il consiglio dei casati senza interferire nelle loro lotte intestine per la supremazia e il potere all'interno della società. I maghi erano quindi a servizio delle sacerdotesse della Dea, e le sacerdotesse concedevano nuovi iniziati all'accademia ogni anno. Soltanto maschi e solo se mostravano il dono della magia, come Thorgul. E l'arcimago era venuto a reclamare il suo nuovo apprendista, il potente Thorgul.
Relen ovviamente si oppose, Thorgul era nato per ben altri compiti, era stato creato per servire il casato e per prendersi cura della difesa della villa. Lo scontro iniziò prima a parole, poi si spostarono a combattere nel giardino impugnando le armi. Infine combatterono mostrando le loro doti magiche, doti, che, erano davvero spaventose. Gran parte della villa venne devastata nello scontro, morirono perfino vari schiavi, alcune guardie e anche una sacerdotessa della Dea. Ma quello che sconvolse il casato degli Erelak fu che l'arcimago aveva una fama ben nota nella città, aveva scoperto, tramite la negromanzia, come poter estirpare tutta la linfa vitale da una creatura per risucchiarla lui stesso.
Ed è così che la potente Relen abdicò. Morendo in ginocchio davanti ad un miserabile mago, colui che voleva portarsi via un suo possedimento, suo figlio Thorgul. E mentre le ultime energie vitali di Relen scemavano sentì l'arcimago, mentre si girava verso suo figlio, dire:"Io sono Albrich, e da oggi, sono il tuo nuovo insegnante e Padrone".
Che tu sia maledetto Albrich, che la Dea possa punirti e mandarti nell'oblio, che, tu, possa...
E da quel momento Thorgul si trasferì definitivamente presso la torre della magia di Terrobezzan.
Questo è l'incipit delle vicende di Thorgul, probabilmente potevo inserire più carne e più BDSM, ma mi interessava sopratutto inserire il contesto di dove Thorgul vive e cresce e di come la società degli elfi sia malata.
Abbiate pazienza che nei prossimi capitoli si leggerà qualcosa di più succoso! Inoltre un'altra cosa che mi ha frenato è il dover abbinare scene osè ad un giovane, cosa che trovavo di cattivo gusto.
Edited by Arlak - 14/8/2020, 11:31