Per caso, qualcuno mi ha chiamato ?
CITAZIONE (ilovefemdom @ 7/11/2013, 23:17)
Quì ci vuole Don Perignon
Caro padroneottantotto, devoto Fratello in Cristo,
capisco perfettamente il tuo dilemma: l’educazione di una donna è un compito molto importante e impegnativo, che deve essere svolto con la massima attenzione per garantire che essa, per sua natura peccatrice e imperfetta, segua la Via del Signore.
Un insuccesso in questo campo non può essere tollerato, dal momento che le conseguenze sarebbero irreparabili. Lo dice chiaramente il Deuteronomio, che indica come unico rimedio per chi si ritrova un una figlia ancora nubile che abbia perduto la propria verginità, di far lapidare la disgraziata dai propri concittadini.
Oggi, purtroppo, la lapidazione non è più in uso nei Paesi civilizzati, come strumento di correzione (o meglio come deterrente, dal momento che chi viene lapidato resta ucciso) ma
la prescrizione della Scrittura ci fa capire che una donna, se lasciata a sé stessa e non educata, è irrecuperabile.
Ciò che tu stai saggiamente facendo per la tua fortunata sposa o fidanzata in Cristo, dunque, è encomiabile.
I tuoi scrupoli, tuttavia, mi paiono esagerati.
Infatti l’educazione, per essere efficace e durare nel tempo, va impartita senza eccessivi scrupoli e inopportuni lassismi e, preferibilmente, fin dalla più tenera età.
Leggiamo infatti nelle Scritture: «
Chi vuol bene a sua figlia spesso dovrà essere severo con lei, ma alla fine potrà essere contento.» (Siracide, 30,1).
Concetto confermato anche qui: «
La follia è radicata nel cuore delle donne, ma una severa educazione può strapparla.» (Proverbi, 22,15).
L’abitudine al dolore è salutare per la donna, che secondo la dottrina cristiana è destinata a partorire nel dolore: «
Alla donna disse: moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». (Genesi 3, 16). Il medesimo versetto indica anche chiaramente che la donna deve assoggettarsi al marito.
D’altra parte, caro figliuolo padroneottantotto,
la tua preoccupazione è più che giustificata: i cazzotti possono provocare, soprattutto se dati a mani nude, dei lividi nel migliore dei casi, ma, più frequentemente, anche escoriazioni e talora incrinature e perfino la frattura delle nocche. E le mani di un uomo, come ben sappiamo, sono un dono del Signore, che gli permettono di lavorare e con il suo lavoro di sfamare la sua famiglia.
Non si possono mettere a repentaglio le proprie mani per l’educazione di una donna !
Ma ecco che le Scritture ci giungono ancora una volta in soccorso:
«
Non temere di educare una donna con severità; anche se la batti con il bastone, non morirà.» (Proverbi, 23,13).
Dunque
il bastone, in tutte le sue pressoché infinite versioni e sfaccettature (asta, clava, semplice bastone in legno, che può essere di santo ulivo, di duro ciliegio, di robusto faggio, una canna in bambù o di altro materiale flessibile, mazza, pertica, traversa, manganello, randello, mazza da baseball, stecca, tondino in ferro, sbarra, spranga, verga, ecc.) rappresenta un ideale strumento che preserva da questi rischi. Io, per esempio, adopero spesso, ai fini correzionali, un grosso crocifisso in legno di quercia.
Alla bastonatura le Scritture suggeriscono di accompagnare un abbondante clistere, che non lascia segni particolari: «
Il sacerdote farà giurare la donna con un giuramento di maledizione e le dirà: 'Il Signore faccia di te un oggetto di maledizione e di esecrazione in mezzo al tuo popolo, facendoti dimagrire i fianchi e gonfiare il ventre; quest'acqua che porta maledizione, ti entri nelle viscere per farti gonfiare il ventre e dimagrire i fianchi!' E la donna dirà: 'Amen! Amen!'»(Numeri, 5, 21).
D’altro canto, ricorda sempre che, nel somministrare le punizioni, non bisogna mai farsi trasportare dalla rabbia, ma ci si deve attenere ad una razionale applicazione della pena nella misura dovuta:
«
Correggi la tua donna finché c’è speranza, ma non arrabbiarti fino ad ammazzarla.» (Proverbi,19,18).
Ecco perciò che
il castigo corporale di una donna non deve essere solo la punizione di uno sbaglio, ma una necessità in sé, per una buona educazione. È così che si previene la ribellione e si prevengono i più gravi guasti che si possono produrre quando le donne sono lasciate libere e abbandonate a se stesse.
In conclusione, mio caro e devoto fratello, mi rallegro e segnalo la tua condotta esemplare di ottimo marito, che sia di esempio a tutti in questi tempi in cui sempre più donne vengono abbandonate a sé stesse, senza un valido tutore, e finiscono per allontanarsi dalla Via del Signore e vivere nel peccato.
Che Gesù ti illumini sempre.
Pace e bene.