CITAZIONE (Fortunatoslavedellamoglie @ 12/4/2023, 10:26)
questa storia è fantastica ti fa entrare dentro i personaggi
Contento che piaccia
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42
Mentre me ne restavo lì a terra, con Mirco fra le braccia, davanti ai miei occhi si consumò uno scontro tra due persone che semplicemente non erano del tutto umane.
Ero terrorizzata, confusa da quello che avevo subito fra le mani di quella stronza fuori di testa, ma avevo comunque gli occhi per guardare e vi giuro che non stavo affatto esagerando.
Sobbalzai d'istinto quando Risa, così mi era parso si chiamasse, aveva attaccato Marzia con il chiaro intento di ucciderla. Glielo avevo letto negli occhi e in ogni fibra del corpo e in modo così efferato da risultare incomprensibile; il coltello viaggiò dall'alto verso il basso e venne schivato. Subito seguì la curva del polso e volò stavolta in orizzontale da sinistra a destra e poi a ritroso, ma quella specie di danza in cui le due erano impegnate si risolse con nulla di fatto.
La mano di Marzia alla fine rischiò di essere tagliata dalla lama quando si espose cercando di afferrarle il braccio con l'arma in pugno. Ma ci riuscì e in quel brevissimo istante sul viso di Risa comparve sorpresa, calciando la gamba di netto verso il mento della rivale, che fu costretta a ritrarsi e lasciare la presa.
- Sei migliorata...
- grazie. Tu sei sempre il mostro che ricordavo invece
Risa si teneva il polso dove era stata toccata e si massaggiò lentamente, facendo poi roteare il coltello come a saggiare una qualche agilità potenzialmente a rischio;.
- Vuoi uccidermi? Sei sicura che Andrea approverebbe?
- dal momento che tu sei qui ha poca importanza cosa tuo fratello approvi o meno
- Quanta emancipazione...
- non si aspettava che tu venissi davvero; quando lo capirà cosa pensi accadrà? Andrea è già ora ingestibile anche per noi del casato Blangis e la sua posizione di Primogenito non sarà che un aggravante per i suoi errori e la causa di tutto sei solo e sempre tu ...
Ma dove diavolo ero finita, sembrava un film dell'orrore in piena regola. Speravo solo che Marzia chiudesse la questione il prima possibile, in qualsiasi modo.
- vederlo perdere il prestigio che si è sudato in questi anni è di gran lunga peggiore di essere ammazzata da lui. Quando tu ci hai lasciato io c'ero, quando lui soffriva per te io c'ero e ora che ti ho qui davanti, ho un'occasione per liberarlo dalla sua ossessione! In fondo, cinque anni sono abbastanza per cambiare le carte al proprio mazzo ti pare? E se un po' gli vuoi bene, non fare storie e crepa!
Marzia spostò la gamba facendo un passo di lato per portarsi maggiormente sotto la luce e in quel momento, di nuovo l'assassina partì alla carica, ritrovandosi il tacco della scarpa schiantarsi precisamente sulla mano dove teneva il coltello. Si senti un suono terribile, come quando si spezzano dei rami secchi e un urlo di Risa echeggiò nell'aria perdendosi oltre la soglia della stanza.
Il coltello ruotò in aria una decina di volte e poi cadde a terra a pochi passi da me.
Non l'avevo vista muoversi; o meglio: Marzia era stata così veloce nello sferrare quel calcio che al mio chiudere un attimo le palpebre il danno era già fatto. Ora la ragazza serrava i denti, tenendosi la mano con un paio di dita sicuramente rotte, solo per poi buttarsi ancora avanti e riprendere lo scontro a mani nude come niente fosse.
Usando il braccio con la mano infortunata come scudo, Risa attutì un nuovo calcio, puntando dritta al viso di Marzia con un pugno spaventoso. Tremai nel vederla incassare, ed essere sbattuta contro la parete. In mezzo al buio che occultava i bordi della camera non riuscii a distinguere nulla, ma la colluttazione stava continuando. Quando poi vidi spuntare Risa con il braccio totalmente girato dietro la schiena pensai fosse finalmente finita.
In qualsiasi film che avevo visto, quella scena significava sempre la fine di una lotta; se avesse fatto un movimento in più, Marzia le avrebbe fatto seriamente male alla spalla, ma quella speranza svanì nella torsione del busto della prigioniera.
Marzia fu colpita al fianco e dovette lasciare la presa riuscendo però a mantenersi in equilibrio; un rivolo di sangue le solcava il bellissimo viso rivelando un taglio sul sopracciglio destro, ma era certamente Risa ad avere le condizioni peggiori. Anche se non gridava, il vederla con una spalla leggermente scesa rispetto al corpo, indicava certamente che qualcosa si era rotto nel suo tentativo di liberarsi. Ma con quel demonio cantare vittoria era impossibile.
- Cinque anni? Vuoi che ripassi tra dieci o quindici? Avanti, sono sicura che puoi odiarmi di più! Ricorda il nostro ultimo incontro, quel tuo supplicare di toccarti, baciarti. Quanto tempo ti ci era voluto per trovare il coraggio di chiederlo? Mesi? Anni? E quanto c'è voluto a me per ignorare quel sentimento?
Se voleva farla incazzare ancora di più, Marzia aveva trovato la strada più veloce.
Mi tirai indietro vedendo Risa un po' troppo vicino a me e quando fui attaccata alla parete assieme a Mirco, sgranai gli occhi nel vederla avvicinarsi al muro più vicino e sbattere con un colpo secco proprio la spalla lussata, che tornò al suo posto con un suono disgustoso.
- Prova di nuovo ... come quella volta. Avevi solo un modo per prenderti quello che volevi da me. Non hai avuto fortuna, magari puoi rifarti...
Tirando ancora di più quella corda ormai sfilacciata, Marzia sorrise aprendosi leggermente la camicetta e ciò bastò a far impazzire di rabbia mista a vergogna la rivale, che scattò correndo verso di lei e con un balzo provò ad avventarcisi contro, ritrovandosi invece afferrata in aria e scaraventata a terra con un tonfo sordo. Fu una botta tremenda, alla quale chiusi un attimo gli occhi stringendo Mirco fra le braccia. Marzia le salì sopra sedendosi sul petto e contrastando alcuni tentativi di ribellione, affondò un primo pugno sulla ragazza. Da quel momento, io smisi di tifare per lei.
Ridendo come se fosse completamente fuori di sé, Marzia la picchiò con una forza, ed una violenza che stentai a credere.
La colpì sulla faccia ancora e ancora, la afferrò per i capelli sbattendola per terra e tornata in piedi le premette in tacco con forza, aspettando un suo tentativo di rialzarsi solo per sbatterla con maggiore forza sul pavimento. Sputò sangue, ma riuscì a rotolare via e rialzarsi, ricevendo una ginocchiata sul fianco, suonando nuovamente di quel macabro concerto di rami spezzati, per il quale cadde ansimante davanti a lei.
Stava vincendo, ma lo stava facendo in un modo che non riuscivo a comprendere. Poteva bastare, non ci avrebbe più seguito, ma a lei non bastava.
- Non c'è niente di più patetico quando un masochista si finge sadico per limitare la vergogna che la sua natura gli provoca ... non hai mai voluto vincere contro di me, né quella volta, né oggi. Sei il nulla. Non hai una forma. Il risultato di uno stupro maldestro con cui hai predicato la dottrina della vendetta contro il genere maschile, forzandoti ad amare le donne solo per poterti sentire diversa tra i diversi, arrivando a credere alla tua stessa bugia ... e siccome non conosci te stessa, non conosci limiti
Le avevo davanti, Risa sotto la luce, Marzia nelle tenebre e sentire analizzarla in quel modo mi scosse profondamente, osservando la ragazza impietrita guardarla dal basso verso l'alto. Quando Marzia andò da lei con passo veloce, tentò di muoversi, ma una fitta evidente la mise in difficoltà, venendo afferrata per i capelli e strattonata senza ritegno fino alla parete dove stavamo noi e ancora una volta finimmo con lo spostarci, ma soltanto di qualche passo.
Sbattuta e tenuta in piedi, Marzia le tirò indietro la testa attaccandosi a lei, afferrandole il seno con forza quasi a stritolarlo e farla urlare.
- Chiedimi di toccarti...
- ...
La maglia a righe nere e bianche le fu strappata come carta da dosso rivelando i segni delle unghie sulla pelle diafana e poi tornare a martoriare il seno, graffiandolo fino ad alzare la pelle e scendere fino all'addome.
- TOCCAMI!
Cosa? Quella tizia aveva appena chiesto quell'assurdità e Marzia l'aveva proposta! Dovevamo scappare! E invece di finirla la cosa si stava trasformando in un teatro di sesso e violenza, ma non feci tutti questi ragionamenti sul momento e non credo neanche Mirco, che restò in piedi aiutato da me con occhi fissi su di loro.
Marzia la trattenne per il collo stringendo le unghie nell'esofago e dopo averle sorriso cinicamente, scese con la mano affondandola in mezzo alle sue gambe con una forza che ebbi male io stessa. Le strappò anche l'intimo e a quel punto fu completamente nuda. Solo gli anfibi furono concessi e mentre le vene del collo continuavano a crescere per via del sangue bloccato dalla mano, Risa gemeva al passaggio veloce delle dita sul sesso, un qualcosa che nel giro di uno o due minuti la portò a gridare di piacere o almeno tentare di farlo. Proprio quando gli ansimi si fecero più profondi, Marzia la schiaffeggiò così forte da creare un'eco dello schiocco, per poi colpirla nel punto dove un'enorme livido si stava formando sul fianco, ed accompagnarla a terra con il sedere rialzato ed il busto a terra.
Sgranai gli occhi. Era la posizione con cui mi aveva tenuto a me prima del suo intervento! Le schiacciò la faccia sul pavimento come fosse una sigaretta, poggiando poi la scarpa vicino la bocca aspettando qualcosa. Iniziai a sentirmi strana. Vedere quella bestia subire in quel modo mi confondeva e senza volere strinsi leggermente le gambe restando dietro a Mirco, mentre Risa prese a leccare come un cane quanto le era stato offerto. Fu qualcosa di breve, fatto soltanto per sfregio, poiché subito dopo, Marzia le andò dietro e con stupore la vidi sferrare un calcio proprio lì in mezzo.
Risa gridò restando a terra. Serrò i denti, chiuse gli occhi e si piegò dal dolore graffiando con le unghie il pavimento. Lo fece di nuovo e quel suono piatto e umido venne ripetuto finché alcune lacrime non bagnarono il viso della ragazza. Stava singhiozzando, ma ugualmente rimaneva ferma lì a farsi trattare in quel modo disumano, non riuscivo a comprenderlo, era semplicemente assurdo. I calci finirono, ma non gli fu data alcuna tregua e quando la scarpa poggiò il tacco in mezzo al sedere mi scappò un sospiro caldo che subito tappai con le mani.
Marzia si girò un istante verso di me. Oh no! Mi aveva sentita! Ero certa di questo perché la sua espressione crudele e severa, si sciolse un istante in un sorriso appena accennato, tornando poi a guardare Risa inarcarsi ed accogliere dentro di lei l'oggetto.
- Ti ricorda qualcosa? Riesci a ricordare cosa provavi? Il pianto, la vergogna, il dolore, il piacere di essere sottomessa dal tuo stesso fratello... rispondi!
Schiacciò con forza il tacco profanando lo sfintere, spostandola in avanti di qualche centimetro, facendola gridare forte quel “SI'” strappato in quel modo brutale, per poi uscire e allontanarsi un istante lasciandola piangere a dirotto. Non riuscivo più a pensare ad altro; ero concentrata soltanto nel vedere Risa ridotta a quel modo, ed un senso di pietà si mescolò a quel calore interno, finché Mirco non mi strinse la mano spaventato.
Marzia la costrinse ad alzarsi, attorcigliando i capelli nella mano sinistra e portandola di nuovo addosso al muro freddo della stanza. Il trucco le era colato sulle guance e si mischiava col sangue fuoriuscito dal naso e dalla bocca, ma ad alcune carezze, ed il farla poggiare sul suo seno tutti trattenemmo il respiro.
- Guardala...
Parlava di me! Marzia le aveva detto quella parola vicino all'orecchio, ma avevo udito benissimo, spingendola a voltarsi per incrociare il mio sguardo.
- Una nullità come te potrebbe mai permettersi di sfiorarla?
- n-no...
Le dita di Marzia iniziarono a scendere in mezzo al piccolo seno, superando le striature rossastre lasciate dal precedente passaggio delle unghie, poi superò l'addome, correndo fra i muscoli allentai e si posizionò proprio sopra al sesso facendola gemere.
- Angela puoi farmi una cortesia?
Il sentirmi interpellata mi destò da un incubo.
- ... Fa venire il ragazzo...
- c-cosa?!
Mentre continuava toccare lentamente la sua prigioniera, Marzia mi degnò qualche attimo del suo tempo.
- Le sue condizioni sono gravi, puoi vederlo anche tu stessa
Gravi? Ma io non avevo visto nessun segno di ferite su di lui, tranne qualche traccia di morsi. Gli andai davanti stranamente imbarazzata da quella richiesta e lo guardai meglio. Aveva il volto arrossato, stava sudando, forse aveva la febbre. Mi guardò con occhi stanchi e poco presenti e poi scesi ancora trovando il suo affare violaceo ancora dritto e pulsante.
- Il seme che ha accumulato all'interno è talmente congestionato da causare danni all'organismo. Il suo corpo avrebbe tentato di espellere l'eccesso da solo, ma questa idiota lo ha impedito
Risa gemette ad un aumento del ritmo della mano.
- c-che significa?
- Che se non butterà fuori il suo sperma al più presto la sua vita non tornerà mai più la stessa. Ora muoviti
Gli alzai il mento per guardarlo meglio e fargli capire che fossi io. Esitai solo un attimo e non so nemmeno perché lo feci, ma alla fine rimossi delicatamente gli elastici che lo costringevano e dopo averli gettati a terra notai il pene sobbalzare. Andai dietro di lui. Lo avrei fatto in modo veloce, ma non appena andai su e giù qualche volta, lasciando scorrere la pelle per mostrare la punta, le sue gambe cedettero dopo aver urlato di dolore.
- scusa! n-non ho fatto niente, perché gli fa male?!
- Non può sentire piacere, i testicoli sono troppo addensati dal sangue. Purtroppo non puoi fare niente per quel sintomo, ma puoi curare la causa
Scesi su di lui e attaccata alla schiena tornai a segarlo lentamente cercando di ignorare i suoi lamenti. Le contrazioni erano infinite e dopo appena qualche secondo iniziò a colare fuori un piccolo rivolo trasparente che cadde a terra. A quel punto lo vidi ansimare e chinarsi in avanti. Pensai di aver finito, ma più continuavo più buttava fuori liquidi e i suoi lamenti aumentavano. Sotto di lui, si era formata una piccola pozza.
- m-mi fermo?
- No
- ma...
- Lo capirai da te quando fermarti
Compresi le sue parole circa un minuto più tardi, quando Mirco piangendo gridò di fermarmi.
Lo avrei fatto immediatamente se Marzia non mi avesse ripreso ancora e ancora, dicendomi di continuare. Mi costò tantissimo. Sapevo di stargli facendo malissimo e le sue contrazioni continuavano ad aumentare senza un limite per quell'orgasmo infinito che stava avendo. Poi aprì gli occhi improvvisamente, smise di ribellarsi e l'intero corpo fu scosso da brividi. Andai ancora più veloce salendo e scendendo con la mano completamente fradicia e poi finì.
Sentii il cazzo pompare dentro di lui quattro fiotti di sostanza densissima che vennero sputati sul pavimento a cui fecero seguito altrettanti schizzi più liquidi e cadendo all'indietro me lo ritrovai seduto sulle mie gambe.
Gli tenevo il suo affare stretto fra le dita e osservai sbalordita quella fontana colare lentamente le ultime gocce dalla punta. Non avevo mai visto tanto sperma in vita mia. Il suo odore era fortissimo e mi entrava nel cervello e scendeva da ben altri versanti, poi Mirco si scostò di lato e restò tremante a tenersi lì sotto.
Non ebbi il tempo per dirgli nulla, perché un grido, assai diverso da quelli sentiti finora, mi gelò il sangue, tornando a guardare quelle due; vedevo chiaramente Risa quanto ormai grondasse di desiderio nonostante quello che aveva subito. Ai tremori del ventre però, Marzia spostò le dita trattenendo il piccolo anellino metallico e ciò coincise con lo stringere i denti della ragazza, sgranando gli occhi.
- Guarda guarda. Tante storie e poi... ma io non voglio che ti piaccia
Palesando a quel modo il fatto che avesse udito distintamente le parole che Risa rivolse a me mentre mi violentava, con occhi gelidi Marzia tirò a sé il piercing.
- n-no ti prego! TI PREGO!
- Tanto da oggi in poi non ti servirà più a niente...
Quando caricò il braccio per dare uno strattone rovinandole per sempre il corpo, Marzia si scoprì sorpresa nel vedermi stringerla alla vita fermandole. Stavo tremando. Il mio cuore sarebbe potuto uscire dalla gola e più che marcare la mia azione, il tenermi a lei era per non svenire.
- andiamo via per favore...
- ...
- hai vinto tu, hai salvato me e Mirco, ma ora pensiamo ad Alessio. Non farlo...
Anche se non la stavo guardando, sentivo i suoi occhi trafiggermi per averle impedito qualcosa che era evidente avrebbe fatto senza rimorso. Quando Risa cadde a terra libera dalla stretta di Marzia, anche io mi allontanai guardandola fissare la ragazza piangente ai suoi piedi.
- Pulisciti e rivesti il tuo amico
- g-grazie...
Non le interessò nient'altro. Si ricompose rapidamente, asciugò il sangue sul suo viso, ed uscì dalla porta, lasciandomi da sola a prendermi cura di Mirco ancora steso a terra.
(continua)