Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

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view post Posted: 21/3/2024, 12:35     +1Epistemologia della dominazione finanziaria - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
CITAZIONE (Platinumplus @ 20/3/2024, 16:50) 
l'accostamento della moneyslavery alla pirateria che c'entra?

Io non ci avevo mai pensato, certamente si può essere d'accordo o meno, ma fa riflettere ed è tutt'altro che banale.
Il territorio più vasto da esplorare è quello che sta sotto il cappello.
view post Posted: 21/3/2024, 12:24     +1Goliardia ed incontrismo a pagamento - Il Regno dell'Off Topic del Forum Legami di Seta
Concordo con Bevo circa l'applicabilità dei concetti espressi, in generale, a quasi tutte le relazioni umane.

Pur consapevole di semplificare, terrei a distinguere due macrocategorie.

Alla prima appartiene chi ha un approccio al BDSM, in modo prevalente ancrché non esclusivo, orientato al (permettetemi, per intendersi e senza nessuna connotazione) "famolostrano" e dunque vive l'incontro con lo spirito allegro e spensierato dell'ultimo giorno di scuola, come un momento allegro e di stacco dalla realtà quotidiana che non disdegna affatto.

C'è poi una seconda categoria di chi vive le proprie pulsioni BDSM in modo totalizzante, non per fuggire transitoriamente dal proprio vissuto ma per sosttuirlo, e ciò molto spesso costituisce fonte di pressione, di angoscia, di frustrazione.

Sono convinto che chi si sente più vicino all'una non debba e non possa ignorare l'esistenza dell'altra.
confido che l'ottimo spunto offerto dalla discussione (ringrazio chi l'ha aperta), lungi dall'innestare polemiche, porti invece a un dialogo costruttivo fra due concezioni e distinti modi di essere che hanno pari dignità e non sono affatto in conflitto fra loro: una non è "migliore" o superiore all'altra, semplicemente esistono, meglio co-esistono, entrambe.
Comprendere ciò che non è vicino al nostro modo di essere e di sentire fa sempre parte di un processo di crescita.

Buon proseguimento.


P.S.: non mi sembra affatto una discussione off-topic, al contrario; perciò l'avrei messa nella sezione apposita, per darle tutta la dignità che si merita.
view post Posted: 18/3/2024, 12:55     +1La mia amica - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
(segue)

S - Te lo giuro, ma dev’essere proprio una cosa inconfessabile … però dimmela mi fai preoccupare
Le dico tutto, le spiego i minimi particolari…mi sento bene ora che qualcuno lo sa ma lei ha una faccia incredula.
L - Lo sapevo che non te lo dovevo dire, perderò la tua amicizia
Siria rimane in silenzio accende una sigaretta poi ...
S - Te lo confesso, non me lo aspettavo e forse preferivo che mi dicevi che avevi l’amante, ma io non sono nessuno per poter dire che sei pazzo, la sessualità è strana
Rimango un pò in silenzio, mi vergogno come un verme ma l’idea che questa confessione sia una cosa umiliante mi fa eccitare, mi sento sottomesso
S - Ti faccio una domanda, ma non pensare a male voglio capire, se io adesso ti dicessi di leccarmi i piedi lo faresti?
L - Sì ... cioè no … forse ... si … non lo so ... sono confuso ... perchè me lo chiedi?
S - Voglio capire e voglio consigliarti, ma non so cosa poterti dire, sono spiazzata
L - Scusami Siria non dovevo dirti nulla
S - Ma sei pazzo?? Ti giuro che non ti giudico male, e ti giuro che non perderai la mia amicizia

Vediamo l’auto di Lucia arrivare Siria mi dice che ne parleremo un’altra volta, sono sollevato.
Lucia arriva è stanca per il lavoro, salutiamo Siria e saliamo a casa.


Uno dei giorni seguenti Lucia ha il turno di notte, perciò decido di uscire con la mia comitiva di amici.
Guardiamo la partita in compagnia di qualche birra, la serata è come sempre piacevole, solite battute, solite storie, ridiamo sempre.
Finita la partita andiamo in centro, è sabato sera, c’è gente, ci divertiamo.
Verso mezzanotte incontriamo Siria con delle amiche.
Io saluto e i miei amici, alla vista di ragazze, si fiondano e tra una battuta e l’altra le invitano a bere con noi. Che pazzi, già so che ci proveranno con tutte.
Esco dal locare per fumare, Siria mi segue e mi chiede di accompagnarla al tabacchi perché è senza sigarette. Ovviamente lo faccio.
Lei sembra normale, si comporta come sempre; poi le arriva la chiamata di una delle sue amiche; attendo un pò e mi dice:
S - i tuoi amici vogliono andare a ballare e hanno invitato quelle galline delle mie amiche che hanno già detto di sì. Io le odio le discoteche, se tu vuoi andare tranquillo, basta che mi dai uno strappo a casa
L - Nooo ... che scherzi? se vado in discoteca Lucia mi uccide, non se ne parla
Siria richiama l’amica.
S - Luana, andate; io e Luca siamo vecchi e noiosi non vogliamo venire, hahaha !
Andiamo verso l’auto, avvio il motore e arrivo nei pressi di casa sua usciamo come sempre per fumare la sigaretta della buona notte
S - Luca io ho pensato a quello che m’hai detto e ho fatto anche delle ricerche. Non sei pazzo anzi sei normalissimo, ti do un consiglio, convinci Lucia a diventare la tua padrona e risolvi tutti i problemi
L - Ma sei pazza? c’ho provato lei crede che tutti quelli che fanno queste cose sono malati, non la voglio perdere
S - Allora devi trovare chi voglia farti da padrona
L - E’ una città piccola, ho troppa paura, e lo sai che non posso mica viaggiare ... come lo spiego a Lucia, dovrei trovare una persona di cui mi fido ...
S - Hahaha una persona come me, peccato che non sono una padrona
L - Peccato, sì

Non so perché le ho dato quella risposta ma forse dentro di me speravo che lei lo fosse, sarebbe perfetta..mi potrei fidare..Siria rimane sbigottita

S - Dai ti prego, sei come un fratello, non potrei mai e poi mai
L - Lo so scusa è che sono confuso
S - Senti basta, troveremo una soluzione ... ho tante amiche magari ne trovo una che fa al caso tuo
L - Magari …
Intanto inizia a piovere, decidiamo di rientrare in auto, per fumarci l’ultima sigaretta.
Mi scappa di guardarle il piede, ha una bella scarpa bassa e aperta è praticamente scalza. Se ne accorge.

S - Ti piace il mio piede?
L - Ha una forma perfetta, affusolato con una s naturale
S - Mi fa male, toglieresti la mia scarpa per favore?
Sento diventare duro il mio pene, non me lo faccio ripetere, slaccio il lungo laccio di cuoio che sale per il polpaccio e le sfilo la scarpa
S - lo guardi solamente? Dai bacialo ...
Me lo allunga in faccia, io lo annuso prima poi lo prendo tra le mani e lo inizio a baciare, fino a quando non inizio a passargli la lingua.
S - Dovresti fare lo stesso anche con il sinistro sai?
Non perdo tempo né l’occasione, le bacio entrambi i piedi, quello che mi piace di più non è baciarle i piedi ma eseguire gli ordini.
Siria si rimpossessa dei suoi piedi e mi dice:
S - Ti confesso che è rilassante per me, ma voglio sapere a te che effetto ha fatto
L - Non è tanto il baciare e leccare ma aver ubbidito ad un ordine che m’è piaciuto
S - Ti propongo una cosa ... una patto segreto, di tanto in tanto ti chiederò di accompagnarmi a fare spese, di portare le mie buste ecc… sono ordini no? Tu esaudisci il tuo desiderio e noi non andiamo oltre il dovuto.
Le sorrido e le dico che va benissimo.
Mi da un grosso bacio sulla guancia e va via.
La guardo camminare e penso ... "che bella che sei mia padroncina!"

FINE
view post Posted: 18/3/2024, 12:44     -1Epistemologia della dominazione finanziaria - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
Introduzione, a dir poco, esilarante e di qualità. Complimenti Zilly.

Il paragone con la pirateria di contenuti audio/video è originale e fa riflettere.
D'accordo o meno è infatti una chiave di lettura alla quale credo in pochi abbiano pensato e io non sono fra quelli, perciò merita di essere considerata e approfondita.

Non sono la persona più adatta ad esprimere un'opinione perché se il virtuale non mi attrae affatto (della serie "o reale o niente"; de gustibus), meno ancora la c.d. "dominazione finanziaria" che detesto e faccio molta fatica a capire. Sì, al punto che chi si propone su LdS per tale pratica mi infastidisce e preferirei che questo tipo di utenza non fosse presente sul forum.
So però di sbagliare. Se questo tipo di "pratica" (si può definire tale?) ha non pochi seguaci, è giusto che abbia anch'essa il suo spazio, soprattutto in un forum che si propone di non discriminare ... tuttavia allo stesso tempo il forum si propone di non prestarsi a comunicazioni ingannevoli o inappropriate di "furbette".
Forse si dovrebbe distinguere il confine di quando la moneyslavery è solo un modo per fare soldi facili.
Certo, molto spesso lo è, non sempre però, come io sono invece portato a pensare.
Domanda alla quale non posso rispondere perché, soggettivamente e come detto, la trovo sempre inappropriata.
Perciò leggerò volentieri i contributi che, confido, siano costruttivi (intendo dire che sparare a zero contro la moneyslavery è facilissimo, mi ci metto pure io; mi piacerebbe perciò leggere interventi tesi a capire, a comprendere, senza pretesa di convincere nessuno in un senso o in un altro).
view post Posted: 16/3/2024, 12:54     +1La mia amica - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
Racconto non autografo, trovato sul web, dal sito Racconti Erotici, autore SlavePZ
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Ho 35 anni e da sempre ho desiderato essere schiavo, ma purtroppo vivo in una città dalla mentalità chiusa ed è difficile trovare il Master o la Mistress che faccia al caso. Anzi, a dirla tutta è difficile trovare anche qualcuno che abbia la minima idea di cosa voglia dire BDSM.
Mi sono comunque dato da fare e, nel tempo, ho incontrato diverse persone e all’età di 24 anni ho fatto la mia prima e unica esperienza decente. Lui aveva 40 anni e sapeva cosa voleva dire essere un padrone. Ho fatto avanti e indietro per il suo appartamento per tre mesi, lo servivo in tutto e per tutto e, fate attenzione a quello che vi dico, non era sesso ma schiavitù, mi dava dei compiti e io dovevo portarli a termine altrimenti sarei stato punito. Gli risistemavo casa e pulivo tutto, poi lui ispezionava se c’era qualcosa che non andava mi puniva con una bacchetta.
Dopo tre mesi mi chiese di trasferirmi da lui, ma ero un ragazzo e la paura di fare una cavolata mi fece desistere.
Da allora sono passati parecchi anni durante i quali, man mano,mio magrado ho nascosto sempre più la mia parte slave, l’ho rinnegata in un piccolo angolino di coscienza fino a dimenticarla quasi.
Ora convivo con la mia attuale ragazza, lavoro e pensiamo anche di fare un figlio. E' una vita “perfetta” per come la intendono le persone normali.
Circa sei mesi fa, mentre ero sul divano, sono inciampato su un documentario della Kink che parlava di BDSM. Sarà stata la curiosità o forse altro, l’ho visto tutto e nei giorni successivi sentivo che qualcosa dentro di me si stava risvegliando. Da li ho iniziato a frequentare assiduamente i classici siti porno che mostravano il bondage, il sadomaso, il BDSM e mi sono accorto nei mesi che ormai non ne potevo fare più a meno e avevo bisogno di rifare certe esperienze.
Tuttavia la vita che mi ero costruito me lo impediva, la normalità va contro il mondo BDSM e il mio segreto era, ed è, inconfessabile.
Ho tentato di far capire qualcosa a Lucia, la mia ragazza, ma ogni volta che parlavo di sadomaso lei storceva il naso finché una volta mi disse:
-Per me quelli che fanno certe cose sono malati-
Ecco … sono malati, ... come confessarglielo?
È impossibile, la perderei e io non voglio perderla.

Passano i mesi e la mia perversione cresce a tal punto che non riesco a fare l’amore con Lucia.
Lei pensa a un calo del nostro rapporto, io la convinco sia questione di stress dovuta al lavoro. Non so come fare, non voglio tornare a frequentare siti d’incontri, ma allo stesso tempo voglio essere uno schiavo.

Un giorno mi arriva un messaggio sul telefono, è la mia amica Siria, siamo amici da tanto, lei sa quasi tutto di me (quasi tutto … non sa le cose inconfessabili di cui sopra ho scritto) e io idem di lei.
Siria è appena tornata da Roma, causa COVID ha perso il lavoro e se ne ritorna qui, al paesello. Ci mettiamo d’accorso per vederci, Lucia sa quanto siamo amici e ovviamente non ha da recriminare, anzi è contenta che la mia amica sia tornata.
Fissiamo appuntamento per la serata, andremo in un pub tutti e tre per bere una birra.
Come sempre Siria è solare e allegra, ci racconta di Roma e del suo vecchio lavoro; è una vera macchinetta parla parla parla ci divertiamo con lei e la serata passa velocemente.
Verso le 22 squilla il telefono di Lucia, che è un medico e può capitare che venga chiamata per la reperibilità
-Ragazzi scusate, hanno fatto un incidente devo tornare in ospedale. Luca prendo la tua auto, ti fai dare un passaggio da Siria?
Siria è dispiaciuta poi subito si mette a disposizione per riaccompagnarmi a casa.
Salutiamo Lucia e noi due continuiamo a chiacchierare. restiamo un’altra ora nel pub poi vista l’ora decidiamo di tornare a casa.
Arriviamo nei pressi di casa mia, scendiamo dall’auto per fumarci un ultima sigaretta, sappiamo già che sarà una delle tante, è sempre così, la chiacchiera è facile.
Siria mi confessa di sentirsi sola, ha 30 anni e non trova un ragazzo e poi mi fa un’altra confessione.
S -Luca te lo dico, ma giura di non dirlo a nessuno
L -hahaha è la solita cosa che mi dici quando combini un danno ! ... dai dimmi
S -Luca che vergogna, te lo dico … Ho fatto sesso con la mia coinquilina
Diventa rossa per la vergogna poi inizia a ridere, rido anche io e le dico scherzando:
L -hahaha com’è stato?
S -La verità? Terrificante, quando era lei sopra di me tutto ok ... poi ho provato io e ... BLEEE che schifo, ma voi nomi come cavolo fate a leccarla??? È umida, brutta ... hahaha, no no Luca, non sono lesbica, poco ma sicuro !
Ridiamo per un pò, poi inizio a pensare che a qualcuno devo dirlo e le dico:
L -Siria, anche io evrei una cosa da dire ..
Lei mi guarda spaventata
S -Se hai tradito Lucia ti ammazzo !
L -No, non è questo non lo farei mai
Resto in silenzio un pò.
S - Luca dai mi fai preoccupare così, sai che puoi fidarti
L - Io te lo dico, ma promettimi due cose … la prima che non ne farai parola nemmeno con il Padre Eterno e la seconda che non mi giudicherai male

(continua)
view post Posted: 15/3/2024, 10:17     +4MissPerla e MissVirgo Rm - CHI SI PUBBLICIZZA CON I MULTINICK FINISCE IN GOGNA - Gogna del Forum Legami di Seta
Come ha scritto Zilly (grazie), gli utenti MissPerlaRm e Consolino sono la stessa persona.

LdS è aperto a tutti, quindi anche all'utenza "pro", fornitrice o utilizatrice che sia, che tratta allo stesso modo di tutti gli altri, senza dicriminazioni ma allo stesso tempo senza nessun favore, o peggio "favoreggiamento", malcostume purtroppo diffuso su altro pseudoforum a tema.

Nessuno spazio su LdS per multinick, galoppini, recensioni false o indirizzate, sponsorizzazioni e porcherie del genere.

Perciò il ban dell'utente MissPerlaRm / Consolino e lo spostamento di questo 3D nella sezione Gogna sono semplicemente il giusto provvedimento.
view post Posted: 12/3/2024, 12:55     +2Miss Lilith - Presentazione Mistress
Non è superfluo ricordare che, in casi simili, spesso si tratta di un maschio.
Ovvero, quando va bene e c'è la cam, ancora più frequentemente c'è dietro un fidanpappa a supporto, che a sua volta incassa e se la ride.
view post Posted: 9/3/2024, 10:52     +1Fantasia confessata - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
Racconto non autografo trovato sul web, dal sito/blog Bloccati nel Piacere, autore Bilateraldom
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Una giovane coppia, ormai assieme da tanto tempo, in un momento di intimità si confessa le fantasie reciproche.
Lei molto espansiva, lui desideroso di provare cose nuove, ma troppo timoroso e vergognoso per proporle.
Lei: "A volte fantastico sul fare orge o gangbang"
Lui: "A volte fantastico sul farlo con 2 donne"
Insomma, le solite fantasie che spesso uomini e donne fanno.
Ad un certo punto lei dice: "certo che però un gioco di ruolo o qualcosa per ravvivare il sesso, potremmo anche provare a farlo..."
Lui: "io avrei una fantasia che mi piacerebbe realizzare..." dice mentre gli si alzano i battiti cardiaci dall'agitazione.
Lei: "ed in cosa consisterebbe la tua fantasia?"
Lui: "beh... Ecco... Ho paura a confessarlo, e un po’ mi vergogno anche..."
Lei: "dai... Siamo assieme da tantissimo tempo! Di cosa ti vergogni? E di cosa mai dovresti aver paura?"
Lui: "mi vergogno per questa mia fantasia, e ho paura che tu possa scappare da me o che viceversa ti piacesse troppo ..."
Lei: "dai che non scappo! Ormai il dado è tratto! Sputa il rospo! Se non é una cosa esagerata, si può sempre provare e poi vedere com'è..."
Lui: "solo a parole non riesco a spiegarlo... Aspetta qui un attimo ..."
Lui si alza e va in camera da letto un attimo, poi torna da lei che è sdraiata sul divano, e lui resta in piedi davanti a lei.
Lui: "ho una fantasia di sottomissione. Fantastico molto su di te che mi sottometti e diventi la mia padrona..."
Lei: "beh... Se vuoi posso provare... Ma non so nemmeno da che parte iniziare..."
Lui le si avvicina e tremando come una foglia le mette al collo una catenella con appesa una chiave, lei la guarda studiandola senza capirne il senso, poi lui si rimette diritto e tremando ancor di più, si sfila i pantaloni e le mutande mostrandole il suo pene chiuso in una gabbietta di castità, e le dice:
"comincia col prendere il controllo su di me e sulla mia vita sessuale..."
Lei incuriosita si siede sul divano per studiare bene quella cosa mai vista prima, e soppesando il tutto continua a spostarla per vederla tutta, causa un erezione a lui che la gabbia ne impedisce il totale svilupparsi.
Lei, divertita da quel momento, chiede come si dovrebbe comportare, su cosa lui effettivamente fantastica, e come dovrebbe essere il sesso se lui ha il pene sotto chiave.
Lui le spiega un po’ il tutto, parlandole del keyholding, del femdom, del T&D, dell'umiliazione, e di tutto quello che sia collegato a questo mondo.
Lei: "quindi se ho capito bene..."
E mentre si sfila pantaloni e mutande continua: "quindi, se ho capito bene, ora che ho le chiavi mi basta ordinarti di leccarmela, che tu subito esegui senza fiatare?"
Lui: "si padrona"
Lei: "e cosa stai aspettando?"
Lui si inginocchia tra le gambe di lei e comincia a darle piacere con la lingua, mentre lei se ne resta comoda sul divano a ricevere tutto il piacere che vuole.
Dopo essere venuta 2 volte, poggiando la mano sulla fronte di lui, lo spinge via lentamente e gli chiede: "ora vorresti venire anche tu scommetto..."
Lui: "Sì padrona. Mi piacerebbe tanto!"
Ma lei notando la macchia di precum sul pavimento commenta: "se non sei già venuto... Ahahah"
Lei si alza, fa alzare lui, e lo fa mettere comodo sul divano mentre lei si posiziona in ginocchio tra le gambe di lui invertendo così la posizione.
Lei: "quindi se ora io facessi così..."
Lei comincia a leccargli le palle e salendo dal basso verso l'alto, prende in bocca il pene ingabbiato e cominciando a simulare un pompino, facendo di tanto in tanto passare la lingua sull'apertura in punta.
Si ferma un attimo, e guardandolo negli occhi con sorrisa malizioso continua: "ti farei impazzire dal desiderio..."
Lui: "tu non immagini quanto!"
Lei continua a stuzzicarlo un attimo, poi chiede: "e da quanto mi tieni nascosta questa tua fantasia?"
Lui: "non saprei, ma da diverso tempo."
Lei: "e nella tua fantasia, per quanto ti tengo in castità?"
Lui resta senza parole, ed il cuore comincia a battere forte, lei vuole sentire una risposta: "beh? Sto aspettando!"
Lui si fa coraggio e con una risposta diplomatica risponde: "non mi son mai soffermato a pensare a quello... E poi, la fantasia e la realtà, sono molto diverse..."
Lui pensava di essere sfuggito da quella domanda scomoda, ma lei commenta: "ma io non ho ancora avuto la risposta alla mia domanda... Quanto ti tengo il cazzo sotto chiave nella tua fantasia?"
Lui resta ancora senza parole...
Lei: "allora? Un weekend? Una settimana? Un mese intero?"
Nel sentire la frase "un mese intero", lui ha un erezione che fa sollevare la gabbia, e quindi lei commenta: "bene bene! Il tuo cazzo in gabbia ha risposto per te! Direi che allora te ne resterai in castità per almeno un mese!"
Un’altra erezione viene bloccata dalla gabbietta, e lei non perde tempo nel commentare: "direi che il tuo uccellino in gabbia è contento di questo! Molto bene!"
Lei: "ora si sta facendo tardi, devo andare! E tu cerca di non masturbarti troppo pensando a quello che è successo oggi! Ah... È vero.. Non puoi! Ahahah"
Lui: "ma come? Mi lasci così?"
Lei: "beh, si! Cosa credevi?"
Lui: "che avremmo fatto sesso prima..."
Lei: "lo vedi che non mi ascolti mai? Cosa pensavi intendessi quando ho detto che avrei provato a soddisfare la tua fantasia? E quando ho detto che te ne starai in castità almeno per un mese? Non era quello che volevi? Essere stuzzicato e negato, essere tenuto in castità per un mese e obbedire ai miei ordini?? "
Lui: "si, ma..."
Lei: "niente ma! Per te niente sesso per un mese! Ora vado! Ciao!“
E dopo avergli dato un bacio con palpata al pacco annessa, se ne torna a casa sua.

La sera a casa, lei scrive un messaggio a lui: "sai, mi ha eccitato molto oggi, ma ora mi sento un po’ in colpa... Sono stata troppo stronza?"
Lui: "no! non devi sentirti in colpa!"
Lei: “sicuro? Mi spiace essere venuta 2 volte io, e averti lasciato con una voglia matta che non puoi placare nemmeno con una sega... "
Lui:" beh, parte della fantasia era proprio quello!
Lei: "sicuro che non son stata troppo stronza? Mi sento in colpa"
Lui: "certo che sei stata stronza! Ma è proprio quella la parte eccitante!"
Lei: "non ci capisco molto in questa tua fantasia!"
Lui: "è semplice in realtà, tu ordini io obbedisco, tu puoi godere quanto e quando vuoi mentre io posso solo quando e se lo vuoi tu, il mio piacere, è darti piacere, ed i miei orgasmi, sono in realtà i tuoi."
Lei: "mi sento comunque una merda avendoti lasciato così. Anche se devo ammettere che mi ha eccitato e divertito.
Lui: "anche a me ha eccitato e divertito, e per di più ho anche realizzato una mia fantasia. Come puoi vedere sono più che soddisfatto."
Lei: "dai, domani ti libero e ti faccio il pompino migliore che riesco a darti!"
Lui: "mi piacerebbe davvero tanto! Ma una cosa voglio ti sia chiara: fallo solo se lo vuoi te, non solo perché lo voglio io. Il senso di tutto è proprio quello! Fare quello che vuoi!"
Lei: "a domani amore! Pensa al mio pompino che avrai domani!
Lui: forse è meglio di no, o la gabbia stringerà tutta notte... 😅"
Lei: "oh scusa! Hai ragione.. 🤭"
Lui: "buona notte mia bellissima ed eccitantissima keyholder!"
Lei: "buona notte amore mio in gabbia!"

La notte lei non riesce proprio a dormire, quindi si mette a navigare in internet in cerca di informazioni riguardo a questa fantasia di castità di lui.
Trova ben poche informazioni a riguardo in lingua italiana, ma finalmente s'imbatte nel forum "bloccati nel piacere" sul quale trova almeno le informazioni basilari.
Poi va su siti porno e cerca video correlati per capire come le keyholder si comportano coi propri slave.
Guarda molti video, ma uno in particolare attira la sua attenzione.
È un video in cui una keyholder toglie la gabbia al proprio chastity boy, lo stimola con la mano, gli fa un pompino e addirittura ci fa sesso, ma proprio mentre lui sta per venire, la keyholder si ferma. Lui implora di aver il permesso di venire, ma lei non lo concede. Dopo che gli passa l'erezione, lei lo richiude e lo bacia. Lui alla fine la ringrazia e la bacia a sua volta.
Gli viene da chiedersi: "Ma come!? Lei lo porta vicino all'orgasmo ma non lo lascia venire, in oltre lo richiude in gabbia, e lui la ringrazia pure?"
Spegno il display del telefono, e lo appoggia sul comodino mettendosi poi a pensare a tutta questa faccenda della castità fino a tarda notte, quando finalmente riesce a prendere sonno.


Il pomeriggio seguente si incontra nuovamente con il suo fidanzato in castità, e la prima cosa che fa è spingerlo contro il muro e baciarlo con trasporto mentre con la mano esamina la gabbietta che lentamente comincia a muoversi a causa delle erezioni bloccate.
Lei: "come è andata la notte?"
Lui: "stamattina mi sentivo un po’ alle strette..."
Lei sogghignando: "e perché mai?"
Lui: "lo sai benissimo..."
Lei: "ma voglio sentirtelo dire!"
Lui: "la gabbietta stringeva mentre pensavo a te, ma non potevo toccarmelo."
Dopo aver sentito quella frase, uno strano e forte senso di eccitazione l'ha sorpresa, e dice a lui: "dai, che se fai il bravo, stasera avrai un pompino come premio!"
Lui: "cosa vuoi fare oggi?"
Lei: "pensavo di andare a fare shopping dato che ci sono i saldi!“
Lui: “no dai... Non ho voglia di centri commerciali..."
Lei: "lo vuoi il pompino stasera o no?"
Lui: "si..."
Lei: "allora ti conviene obbedire! Ho detto che voglio andare a fare shopping!"
Lui: "come desideri, padrona..."
Lei: "bene! Andiamo! “
Mentre si dirigono alla macchina, lei viene rapita da un fortissimo senso di eccitazione dato da quel momento di dominazione e controllo sul suo lui, e appena giunti alla macchina lei apre la portiera posteriore.
Lui: "perché ti siedi dietro?“
Lei si sfila le mutandine da sotto la gonna e risponde: "perché è più comodo farsela leccare!“
Gli lancia le mutandine e gli dice: "forza! Fammi godere!"
Lui si fionda da lei e gli regala due orgasmi con la lingua.
Si parte per il centro commerciale, e lei se ne resta senza mutandine.
Arrivati al parcheggio, lei prende la mano di lui e se la infila sotto alla gonna facendosi dare un’altra volta piacere prima di entrare.
Girano tutti i negozi, ed in ogni negozio lei prova vestiti provocanti, con il solo scopo di eccitare lui, anche chinandosi in modo da intravedere che lei non ha le mutandine, ma comprando solo vestiti che piacciono a lei.
Ovviamente le borse degli acquisti le fa portare a lui, che obbedisce di buongrado immaginando come sarà quel pompino promesso, mentre l'erezione è perennemente spremuta dalla gabbietta.
Tornano alla macchina, e lei ordina: "ora portami a mangiare un gelato!"
Lui: "subito!"
Lei: "ma c'è una cosa che devi leccare prima del gelato..."
Lui avvia l'auto e dopo aver trovato un posto lontano da occhi indiscreti, scende, apre la portiera di lei, e accovacciandosi comincia a leccarla fino a farla venire di nuovo.
La coppia riparte e va in una gelateria vicino, dove lei ovviamente il gelato lo lecca con voluta malizia.
Lui resta immobile a fissare la lingua di lei muoversi sul gelato, e lei con sguardo e sorrisetto beffardo chiede: "ti stai immaginando la mia lingua sul tuo cazzo, vero?"
E dopo aver tirato un’altra leccata continua: "invece è in gabbia lontano da qualsiasi contatto umano..."
Continuando nuovamente a leccare il gelato.
Dopo il gelato tornano verso casa, e più o meno a metà strada lei ordina di accostare in uno spiazzo, lui esegue, e lei gli ordina di darle piacere un’altra volta.
Lui obbedisce, e dopo essersi messo nuovamente davanti a lei accovacciato usando portiera anteriore dx e posteriore dx per non farsi vedere dalle poche auto di passaggio su quella strada, comincia a darle piacere.
Lei comincia ad accorgersi che più lui resta chiuso ed eccitato e più diventa bravo con la lingua.
Dopo esser evenuta per l'ennesima volta, ripartono ed arrivano a casa di lui.
Il suo primo ordine é quello che lui si spogli, restando completamente nudo tranne che per la gabbietta.
Lei si siede sul divano e gli ordina di darle ancora piacere con la lingua.
Ormai stava diventando talmente bravo, e lei si eccitava talmente tanto da quella situazione, che si sentiva la piú ninfomane del mondo.
Si eccitava di continuo, e quindi ricercava piacere allo stesso modo.
Venuta per l'ennesima volta, gli ordina di alzarsi in piedi davanti a lei, lui obbedisce, e lei chiede: "Sai, mi sto talmente tanto eccitando, divertendo, e sto godendo così tanto, che potrei tenerti chiuso per sempre!"
Una poderosa erezione fa innalzare la gabbietta, e lei sorpresa commenta: "ah! Ti piacerebbe la cosa!?"
Lui: "NOO! È che è eccitante sentirlo dire..."
Lei: "sìsì..."
Lui: "non lo stai pensando davvero, vero?"
Lei: "chissà... Ma ora veniamo a noi! Ti ho promesso un pompino se facevi il bravo! E sei stato un bravo schiavetto obbediente oggi!"
Lei si alza e lo fa mettere comodo sul divano commentando: "ti meriti un premio per oggi!"
Lei si sistema tra le gambe di lui, e dopo aver dato qualche bacetto all’interno coscia, prende in bocca il pene ancora ingabbiato e comincia a succhiarlo, ciucciarlo, leccarlo.
Lui ha un’erezione ormai perenne, e dopo un po’ chiede: “Ma non la togli la gabbia?”
Lei: “certo che no!”
Lui: “ma mi avevi promesso un pompino!”
Lei: “E te lo sto facendo! E mi sto pure impegnando!”
Lui: “ma io pensavo che l’avresti tolta!”
Lei: “pensavi male!”
Lui: “ti prego! Ho una voglia matta!!”
Lei: “Ma essere in gabbia era la tua fantasia, perché dovrei negarti questo piacere togliendola?”
Lui: “Ti preeegoooo!” quasi piangendo
Lei: “vuoi che la apro?”
Lui: “si!”
Lei avvicina la chiave alla gabbietta, si ferma un attimo a guardarlo in viso, e dopo aver sorriso la infila e apre il lucchetto.
Sfila la chiave e riprende a spompinarlo ancora con la gabbia indosso.
Lui: “ti prego…!”
Lei: “ma cosa c’è ancora? Mi hai detto che volevi che la aprissi, ed ora che l’ho aperta ti lamenti ancora?”
Lui: “toglila, ti prego…”
Lei: “Se questo è il tuo atteggiamento, con le tue mille pretese, allora non meriti niente!”
E dopo quelle parole, richiude il lucchetto e afferrandolo per la mano lo trascina in camera da letto dove lo spinge sul letto, e dopo essersi seduta sul suo viso gli dice: “Io invece merito ancora un orgasmo! Lecca, schiavetto mio!”
Comincia a leccarla come un disperato, la voglia di godere è talmente alta che gli fa leccare lei con talmente tanta foga che la fa venire nel giro di 2 minuti.
Lei: “stai davvero diventando il migliore con la lingua e col la bocca! Ogni volta sei che aumenta la tua disperazione, aumenta anche la tu bravura!”
Lei si gira e si mette alla 69, lo stuzzica ancora con pompini e carezze alle palle, e poi gli ordina di darle ancora piacere.
Viene ancora in un batter d’occhio, e commenta: “non so se è la tua frustrazione o se la mia eccitazione a farmi godere ogni volta di più, ma qualunque sia la ragione, se fossi in te mi abituerei a stare in gabbia!!”
Gli mette lo strap-on sopra alla gabbietta e s’impala a farsi scopare senza nemmeno bisogno del lubrificante, tanto che è bagnata dall’eccitazione e dalle leccate del suo schiavetto.
Mentre lo cavalca commenta: “vorresti che fosse il tuo a trapanarmi, eh? Sentirtelo nella mia figa, sentirti nel mio caldo, morbido e umido corpo…” smette di parlare solo per urlare dal piacere.
Si stende un attimo sopra di lui, e dopo essersi ripresa chiede: “vuoi un pompino ora, presumo…”
Lui: “Oh sì ti prego! Però senza gabbia questa volta!”
Lei risponde: “ok!” mentre scende tra le sue gambe.
Apre il lucchetto e toglie la gabbietta, lo prende tutto in bocca, ma fa solo movimenti su e giù senza mai toccarlo.
Lui: “ti pregoooooo!!”
Dopo aver ridacchiato un attimo, con la lingua percorre tutta la lunghezza dell’asta, e lui si irrigidisce, inarca la schiena e finalmente prova un pizzico di piacere e contatto fisico.
Quando lei arriva sul glande, crea un movimento circolare sul glande e poi si sposta sul dildo che spompina come una troia assatanata di cazzo.
Lui la prega ancora e ancora, fino a quando lei gli dice: “ok, ora ci penso io a darti il piacere che meriti, ma prima ti devo legare a letto!”
Lui acconsente, e quindi lei lo lega a letto, poi va un attimo in cucina e torna con un cubetto di ghiaccio.
Lo passa su tutto il cazzo fino a fargli perdere completamente l’erezione e gli rimette la gabbia.
Lui chiede spiegazioni, e lei risponde: “La tua fantasia era la castità e la negazione, e quale piacere migliore puoi provare se non l’essere negato e rimesso in gabbia?”
Lo slega e si risiede sul suo viso dicendogli: “Dammi la buona notte amore mio!”
view post Posted: 29/2/2024, 12:37     +6Farsela leccare è umiliante per le prodomme? - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
Bravo Zilly, sempre ficcante.
Il fatto è che adesso, purtroppo, va di moda.
Ai tempi in cui prevalevano gli annunci cartacei, di chiromanti e massaggi "energici", almeno non c'era questa ipocrisia.
Due i punti fermi:
1° il prodomming è prostituzione, senza se e senza ma (spesso è molto più intimo, fisicamente e/o celebralmente, del sesso vanilla più spinto):
2° non c'è mica niente di male, zero.
Si cerca di inculcare, da "furbetta", il pensiero che se una non la/lo dà, ovvero non se la fa leccare o amenità simili, si tratti di qualcosa di estraneo al sesso e dunque da non confondere (confondere? ... ma non scherziamo, suvvia) con il mestiere più vecchio del mondo.
Posso comprendere che si tratti di un atteggiamento per autogiustificarsi, dire "faccio la prostituta" non piace a nessuno. Fa comodo sia alle pro e sia ai loro fidanpappa negarlo e/o mentire a se stessi.
Chi se ne frega delle etichette.
Senza mai costringere nessuno a fare ciò che non vuole e allo stesso tempo senza mai farsi prendere per i fondelli, basta contrattare prima contenuti e pratiche della sessione.
Se si va d'accordo bene, altrimenti si cerca un'altra ... pro ... fessionista.
view post Posted: 26/2/2024, 12:00     +1I CLASSICI: L'isola - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
27

Il successivo turno di riposo, fu per F tutt’altro che distensivo.
Mis Sammy, dopo averlo staccato per ultimo dal mulino, lo consegnò a un’altra Dominatrice, Lady Lycia, che nel frattempo era sopraggiunta.
La nuova Signora era alta, alquanto magra, ed aveva una fluente chioma nera arricciata. Anche lei, come Miss Sammy, indossava un costume da bagno nero, molto sgambato, con stivali alti e guanti lunghi, oltre al solito cinturone con manette, catene, lucchetti e fruste.
Lady Lycia Mise un guinzaglio al collare di F, e lo fece mettere in ginocchio per poi trascinarlo in un angolo dell'androne. Nel mentre Miss Sammy curava la preparazione dei tre schiavi al lavoro e poi riportava gli altri due nelle loro fosse.
Lady Lycia, dunque, mise in piedi F e gli fece alzare le braccia, per attaccarle ad una catena sopra la sua testa.
Azionando un argano, l’Aguzzina lo tirò su fino a sospenderlo, in modo che i suoi piedi non toccassero terra.
Quindi usò altre catene attaccate alle cavigliere, per tenergli le gambe divaricate, ed a quel punto, F era già collocato in maniera che, inequivocabilmente, lo esponeva ad imminenti supplizi.
La Dominatrice, con flemma esagerata, gli prese in mano il sesso, stringendogli intorno alla base una specie di piccola cinghia in cuoio, che si chiudeva con dei piccoli ganci. Quindi gli sollevò la pelle del prepuzio, e gli applicò una piccola molletta in metallo, molto stretta, tanto da provocare subito un forte dolore.
Malgrado quella sofferenza, e nonostante la cinghia che rallentava la circolazione del sangue, F si rese conto che il suo pene si stava inturgidendo per il contatto con la mano guantata dalla Signora. Costei sembrò soddisfatta della reazione dello schiavo, tanto che gli strinse un po’ di più l’uccello, muovendolo come per accennare un inizio di masturbazione.
- Non credere che ti sia concesso qualcosa di più - disse ad un tratto, levando la mano. Ora ti somministrerò alcune scosse elettriche molto violente … così sentirò le tue urla!

Già l’annuncio era sufficientemente inquietante, ed F, senza poter in alcun modo sottrarsi alla tortura, vide l’Aguzzina che attaccava alla molletta un cavo ed un altro cavo ad uno dei contatti dell’otturatore anale. Senza esitazioni, Lady Lycia collegò i due cavi ad una batteria, e subito azionò l’interruttore, per infliggere una prima, forte e lunga scarica.
La folgorazione colpì F, provocandogli un atroce dolore.
La scossa fu molto più violenta di quelle già notevoli che aveva subito al mulino.
Sentì il glande e le viscere bruciare, come se fossero colpite dal fuoco, il pene gli vibrò, scuotendosi da solo, come se fosse staccato dal suo corpo, dalla bocca gli uscì un grido lancinante e tutti i suoi muscoli, già sforzati dalla fatica causata dalla posizione, si contorsero.
Davanti a lui Lady Lycia sogghignava, divertita dal suo patimento.
Staccò per qualche secondo la corrente, e poi somministrò una nuova scossa. Altre pause e altre scosse si susseguirono, per un tempo che ad F sembrò infinito.
La conclusione del supplizio, fu sancita quando l’Aguzzina staccò la batteria, interrompendo la serie di scariche elettriche.

Il divertimento di Lady Lycia, però, non era ancora finito.
Con la vista annebbiata dalle lacrime, che non poteva trattenere, ansimante e fremente, F vide la Signora allontanarsi di qualche passo per poi tornare verso di lui impugnando un bastone, che gli agitò davanti al viso.
Tirando il cavo ancora attaccato, tramite la molletta metallica, al prepuzio, l’Aguzzina alzò il pene della vittima, tenendolo sollevato.
In quel modo lo scroto, gonfiato dalla stretta della cinghia, era ben esposto ed F intuì subito, con terrore, come Lady Lycia intendeva usare il bastone.
La Dominatrice agì con fredda determinazione.
Si appostò, tenendo il randello con entrambe le mani, lo mosse avanti e indietro un paio di volte, per prendere la mira in corrispondenza del suo scroto, quindi, si risolse a sferrargli una poderosa bastonata sui coglioni.
La botta fu atroce.
Nuovamente F gridò, restò senza fiato, si contorse, per quel poco che poteva, appeso com’era, quindi rimase inerte, quasi svenuto, finché Lady Lycia lo sganciò dalla catena, mandandolo a rotolare per terra.
Implacabile, lo prese a calci nel culo, ordinandogli di strisciare fino alla fossa.
F, gemente e senza fiato, riuscì in qualche modo ad avanzare un po', poi non capì più nulla. Non fu in grado di rendersi conto se era arrivato nella fossa con le sue forze, o se vi era stato trascinato dalla Signora. In ogni modo si rese conto, mentre ancora singhiozzava faticando a respirare, che era messo nella posizione mezzo seduto, con le gambe divaricate, e le caviglie incatenate, il collare agganciato ad un palo infisso nel pavimento, i polsi attaccati ad una sbarra trasversale, all’altezza della testa.
Sopra di lui, a gambe aperte, Lady Lycia lo guardava, e rideva del suo patimento.
- Credevo avresti resistito un po’ di più - gli disse ghignando. Comunque, avremo modo di verificare per bene le tue capacità, e sono convinta che mi farai divertire ancora!

Dicendo ciò, sfilò dalla cintura un altro bastone, che però, stavolta aveva in punta un nuovo tipo di apparecchio, per somministrare la scossa.
F, ebbe appena il tempo di intuire che si trattava di una specie di apparecchio da elettroshock, prima che l’Aguzzina, crudelmente, glielo appoggiasse proprio sulle palle, per colpirlo con una nuova e sempre più forte scarica.
Nuovamente F gridò e pianse.
Il suo sesso guizzò, il bruciore fu intensissimo, e quindi fu seguito da un senso di dolore simile a quello della bastonata. Subito dopo perse la sensibilità della parte colpita, e dell’intero ventre.
Comprese che l’Aguzzina gli rimuoveva la cinghietta e si rese conto che si stava pisciando addosso, perché sentì l’urina che gli bagnava le gambe.
Mentre Lady Lycia ancora rideva di lui, gli cedette anche l’intestino e sentì la diarrea colargli fuori, malgrado l’otturatore anale.

La Dominatrice restò per un attimo a guardarlo, canzonandolo perfidamente, poi si allontanò, per andare a prendere un’altra vittima da torturare.
Incatenato e singhiozzante, F rimase lì bloccato, ad inzaccherarsi del suo piscio e della sua diarrea.

Davanti a lui c’era il mulino, con gli schiavi che lo spingevano, istigati dalla frusta di Miss Sammy. Di lato, aveva un'altra fossa, in cui, incatenato nel suo stesso modo, era imprigionato lo schiavo che avevano trovato lì al loro arrivo.
Il terzo, quello che era giunto insieme a lui, era ora alle prese con la tortura di Lady Lycia e se potevano sentire i primi gemiti.
Tutto il corpo di F dolorava. Era stanco, affamato e assetato. Sudava, ed era sozzo dei suoi escrementi, che ristagnavano nella fossa in cui era bloccato.
Aveva l’ano che gli bruciava per le troppe scosse e il sesso dolorante per le folgorazioni e le percosse.
Soprattutto, aveva dinanzi a sè, la prospettiva allucinante di una settimana ininterrotta di quel trattamento.

Fu a quel punto, che nella mente di F, si fissò un solo e semplice pensiero.
Una manciata di parole gli ronzarono nella testa, continue ed insistenti. “Non ce la faccio più”.
Era una piena consapevolezza, anche se lui stesso non sapeva valutare se con questo voleva dirsi che non poteva più sostenere il dolore, la fatica, il maltrattamento o l’umiliazione. Di certo, era sicuro che non poteva farcela più a sostenere le Aguzzine. Era ormai pienamente in loro balia, ne aveva un cieco terrore, non aveva alcuna possibilità di resistere loro come essere umano. Loro lo consideravano un oggetto, e tale si sentiva nelle loro mani. Avrebbe in qualche modo sopportato altre sofferenze e privazioni, ma certamente non avrebbe mai più neanche potuto immaginare di potersi sottrarre al Dominio delle Signore.
Entrò in uno stato di assoluta incoscienza, pur senza poter dormire o riposarsi, mentre lentamente gli tornava un po' di sensibilità alle parti colpite da Lady Lycia.
Avrebbe avuto bisogno di bere, mangiare, riposare, ma ebbe solo un breve periodo di tregua, senza alcun tipo di conforto.
Non si rese conto del tempo che passava, fin quando le Signore lo tirarono fuori dalla fossa, per rimetterlo al mulino.
Cominciava dunque, un nuovo massacrante turno di sei ore, che fu assai peggiore del primo, giacché, sia F che gli altri due, erano stati lungamente torturati da Lady Lycia.
Il turno fu un vero incubo.
I tre spingevano, ma perdevano forza di frequente, e quindi subivano le scosse punitive.
F si sentiva ormai assente, quasi estraniato dal suo corpo dolorante, convincendosi sempre di più che non poteva resistere oltre.
In qualche modo arrivarono alla fine del turno e quindi, all’inizio del secondo giorno di applicazione a quel penoso impiego.

(continua)
view post Posted: 20/2/2024, 12:34     +1I CLASSICI: L'isola - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
24

Il risveglio fu brusco ed in gran fretta F si ritrovò al lavaggio, svolto con le solite brutte maniere, nella stanza dove tutti gli schiavi potevano pisciare e defecare.
Poi, con un altro compagno di incarico, fu affidato a Miss Phoria che li condusse nella palestra dove F già aveva sperimentato l’addestramento fisico misto alla tortura.
L’ambiente era, come l’altra volta, caldo e umido. L’illuminazione era fioca, e per questo gli occhi di F impiegarono qualche secondo per adattarsi.
Notò che gli attrezzi usati la volta precedente erano stati spostati e che, in mezzo alla sala, c’era una specie di mulino a ruota, con le pale orizzontali per il movimento, ed una pedana intorno. Il macchinario era corredato da catene, bracciali, ed altri aggeggi non facilmente distinguibili.
Fu Miss Phoria, a quel punto, che diede ai due schiavi la spiegazione, circa l’addestramento a cui stavano per essere sottoposti.

- Sapete già - disse, che siete stati destinati a svolgere mansioni di lavoro pesante per la prossima settimana.
L’esercizio che state per iniziare, serve a prepararvi al lavoro, che sarà molto duro e penoso. Vi è già stato accennato, che uno degli impieghi possibili per gli schiavi, è quello di servire da forza motrice per gli impianti del Castello. Nel vostro caso, si tratterà di far funzionare il sistema che porta l’acqua, dal livello più basso, ad una cisterna collocata su una delle torri. Il macchinario è molto antico, ma funzionale, e consente di sfruttare al massimo gli sforzi fisici delle nostre vittime. Si basa su una serie di secchi, che scorrono lungo una guida verticale, pescando l’acqua nella cisterna bassa, per svuotarla in quella alta. Il movimento della catena, lungo la quale scorrono i secchi, è dato da un mulino, simile a quello che vedete in questa palestra. Gli schiavi spingono le pale orizzontali e gli ingranaggi trasformano il moto in verticale. Il flusso dei secchi non deve mai essere interrotto, anche se la cisterna superiore è piena. In questo caso, l’acqua in eccedenza esce e torna nella cisterna inferiore attraverso un secondo condotto. Muovere il mulino è un lavoro continuo e faticoso, per il quale sono necessari mediamente tre schiavi. Voi due, infatti, darete il cambio ad altrettanti, che hanno terminato il loro periodo di applicazione al macchinario. Complessivamente il servizio impiega due turni di tre schiavi ciascuno, così, per sei ore continuative sarete adibiti all’impianto ed avrete altre sei ore per riposare e per ricevere la modestissima quantità di cibo e acqua che vi è concessa. Nel periodo di riposo, potrete essere puniti per le irregolarità commesse e, in ogni caso, avrete comunque un trattamento particolarmente severo, che prevede anche l’impiego di torture, a scopo istruttivo e preventivo, oltre all’applicazione di attrezzi costrittivi molto penosi.
Poiché avrete modo di capire praticamente l’andamento del lavoro, non mi dilungo oltre al riguardo. Piuttosto, preferisco anticiparvi le modalità di svolgimento di questo addestramento, che durerà ventiquattro ore! Il mulino che vedete qui, simula quello del macchinario reale, naturalmente non è collegato ad alcun impianto, per cui la resistenza ed il peso, sono simulati in modo da essere analoghi a quelli effettivi. Vi metterò alle caviglie dei pesi metallici, per rendere più faticoso il passo, e vi infilerò un grosso penetratore anale in metallo, con due elettrodi interni, che terremo bloccato con uno stretto giro di catene. Il fallo elettrico, sarà collegato ad un rilevatore di velocità del mulino, per cui in caso di rallentamento della macchina, sarete entrambi puniti da una forte scossa nel culo. Vi metterò due cinture, strette intorno alla pancia ed al torace, per ostacolare la respirazione, ed avrete un bavaglio metallico in bocca.
Quindi sarete incatenati alle pale, e dovrete solo spingerle e girare intorno, senza sosta.
Sulla pedana, sotto i vostri piedi, troverete qualche altra sorpresa: in un punto ci sono tre gradini in salita ed uno solo in discesa, più avanti altri tre in discesa e due in salita, infine, due bastoni, posti di traverso a una trentina di centimetri da terra, per costringevi a scavalcarli alzando le gambe. Tutto ciò, serve a rendere più pesante l’esercizio, e per assicurare la miglior resa dell’addestramento. Non sono previste soste di alcun tipo. Dato che siete pressoché a digiuno, e avete l’ano otturato, non vi dovrebbe venire il bisogno di evacuare, comunque, se ciò dovesse succedere o vi scappasse da pisciare, dovrete farlo senza fermarvi: sembra difficile, ma vi assicuro che ho già visto altri schiavi che hanno imparato come fare.
Anche se io non sarò sempre qui, vi avverto che sarete filmati per tutta la durata dell’esercizio e. naturalmente, ogni irregolarità commessa sarà segnata per la successiva punizione. Durante il lavoro vero sarete spesso direttamente controllati da una Sorvegliante che vi inciterà a suon di frustate. In questo esercizio, ciò potrà capitare quando avrò voglia di dedicarvi un po’ della mia attenzione.

Detto ciò, Miss Phoria si mise all’opera per attuare i preparativi che aveva annunciato.
Rapidamente, la Signora attaccò alle cavigliere metalliche i pesi, che consistevano in dischi simili a quelli per i bilancieri da atletica, posizionati all’interno e all’esterno di ciascun piede. Si trattava di un peso non indifferente e per di più le stesse dimensioni dei dischi ostacolavano il passo, obbligando i poveretti a tenere le gambe scostate l’una dall’altra.
Anche l’inserimento dei penetratori fu un’operazione condotta sbrigativamente da Miss Phoria.
La Dominatrice fece per primo mettere F a novanta gradi, intimandogli di aprire le gambe, per spingergli dentro l’attrezzo, freddo, grosso e lungo.
Il fallo, aveva una base allargata, per evitare che entrasse del tutto, ed un anello in cui far passare la catena che stringendo la vittima ne avrebbe impedito la fuoriuscita.
Inoltre aveva i cavi per il collegamento all’apparato elettrico che sarebbe stato usato per infliggere la tortura.
Dopo aver infilato l’arnese ad entrambi gli schiavi, la Signora curò la sistemazione della catena, con cui prima cinse strettamente i fianchi, facendo più giri. Quindi passò i capi sul retro, per farli passare fra le natiche, attraverso l’anello di sicurezza del penetratore, e poi ai lati del sesso, fino a tirarli sul davanti, chiudendo con un lucchetto, per unirli alla parte che faceva da cintura.
La morsa della catena era dolorosa, ed altrettanto lo furono quelle delle cinghie, passate, una sotto lo sterno e l’altra al torace, all’altezza dei capezzoli. Per stringerle, Miss Phoria fece espirare completamente le sue vittime, in modo che, poi, ad ogni respiro le cinghie infliggessero una penosa sofferenza.
La bardatura, era completata da un bavaglio, costituito da una palla metallica infilata in bocca, e tenuta bloccata con una cinghia stretta dietro la nuca.

Toccò all’altro schiavo essere attaccato per primo al mulino.
Miss Phoria lo tirò per il guinzaglio, che poi attaccò alla pala. Gli fece mettere le braccia avanti, fino a fargli stringere la stessa pala, e poi usò una catena per attaccare i bracciali alla stessa, in modo che un’eventuale caduta non facesse perdere la presa.
Guardandolo mentre veniva preparato, F constatò che il suo compagno di tortura aveva un’aria più patita della sua e che il suo corpo era in gran parte coperto da lividi di frustate, non solo recenti. Sembrava notevolmente più vecchio di lui e certamente era assai più magro, pur mostrandosi abbastanza muscoloso. Si trattava di uno di quelli che, secondo F, non erano alla prima esperienza e ciò si notava per l’atteggiamento particolarmente sottomesso che mostrava.
Quando Miss Phoria ebbe finito con l’altro, toccò ad F essere portato al mulino, e qui incatenato all’attrezzo.
Dopo aver sistemato anche lui, la Dominatrice curò l’allacciamento dei cavi elettrici di entrambi i penetratori ai morsetti, corrispondenti alle posizioni dei due.
A quel punto, tutto era pronto per l’inizio dell’esercizio.
I due schiavi, erano collocati alle estremità opposte del mulino, che per le sue dimensioni, avrebbe potuto ospitare altre due vittime, ai corrispondenti pali, che però, erano rimasti liberi.
Miss Phoria diede il segnale della partenza, azionando il comando elettrico, che inflisse una dolorosissima scossa agli schiavi.
Folgorato dalla scarica nel culo, F si mise in moto, rendendosi subito conto della fatica notevole che costava spingere il macchinario.
Le scosse, terminarono solo quando il mulino raggiunse la velocità che le Dominatrici ritenevano opportuna, e prima di quel momento la sofferenza fu notevole.
La tortura, consisteva in una serie di scariche, di qualche secondo ciascuna, più forti se il mulino era fermo e un po’ meno se era solo lento, tutte comunque dolorose, al punto da costituire un efficace deterrente anche per una vittima resistente.
Cominciò così l’atroce e lunghissimo supplizio e bastava il solo pensiero della sua esagerata durata a renderlo insopportabile.
Durante la prima ora F dovette affrontare la difficoltà di assestarsi, nella spinta e nel passo, sincronizzandosi con il "collega" all’altro capo del mulino.
Dopo alcuni iniziali rallentamenti, sanzionati dalle scosse elettriche, riuscirono a tenere la macchina alla velocità prevista.
Pur non vedendosi, i due trovarono un equilibrio nelle spinte, cercando di non impiegare più energie di quelle necessarie, a tenere una velocità adeguata. Arrancando sulla pedana intorno al mulino, incontrarono i gradini. Il fatto che fossero diseguali, sia in salita che in discesa, era una notevole complicazione per l’andatura, che doveva essere modificata in corrispondenza degli ostacoli. Il bastone messo di traverso, che doveva essere superato alzando le gambe, poi, era ancor più ostico da superare, anche a causa dei pesi alle caviglie, che rendevano più faticosa l’operazione.
Nel paio d’ore successive, gli schiavi consolidarono l’andatura, e riuscirono a trovare un buon equilibrio nella spinta.
Nel frattempo, Miss Phoria si era allontanata, e tutto sommato, F, cominciò a confidare di poter superare l’esercizio senza ulteriori patimenti, esclusa naturalmente la disumana fatica.
Il ritorno della Dominatrice, armata di frusta, segnò la quarta ora della prova.
Miss Phoria, senza dire nulla, si mise a lato del mulino, in corrispondenza del bastone da superare alzando le gambe. Qui faceva schioccare la sua lunga frusta nell’aria, e al passaggio delle due vittime, rifilava nerbate da levare la pelle, proprio quando si trovavano con una gamba in aria. Non colpiva sempre, ma quando lo faceva erano frustate secche e dolorose, che si abbattevano sulle natiche, sulle gambe, e sulla schiena, senza pietà.
Dopo che la Signora ebbe lasciata nuovamente la palestra, per un altro paio d’ore gli schiavi riuscirono a condurre l’esercizio adeguatamente. Avevano trovato il passo utile per superare gli ostacoli, senza modificare troppo l’andatura e tennero il mulino alla velocità giusta per non incorrere in ulteriori nuove scariche.
Cominciavano però a risentire della lunga fatica. F, inoltre, si sentiva oppresso dal caldo soffocante della palestra.
Le due ore successive, dunque, furono contrassegnate per lui dal sudore che iniziava ad appiccicarglisi addosso.
Dopo otto ore del supplizio, F cominciò a perdere le speranze di poterlo superare senza grossi danni. Aveva già perso la cognizione del tempo trascorso, che gli sembrava un’eternità. Era madido di sudore. Le cinghie lo stringevano, impedendogli un respiro profondo. Il penetratore, e le catene, lo tormentavano con il loro peso e la loro morsa. Riusciva, comunque, a camminare ed a spingere, anche se la fatica era sempre maggiore.
Alla fine della decima ora, iniziò il periodo forse peggiore del supplizio. Prima F, e poi l’altro schiavo, sopraffatti dalla fatica, cominciarono a perdere energia nella spinta, ed il rallentamento del mulino fece scattare le scosse punitive.
Ad ogni scarica, F sentiva le viscere torcersi e rivoltarsi. Dopo ogni sferzata interna, il culo bruciava atrocemente, ed era sempre più difficile riprendere l’andatura, per cui, altre scosse arrivavano a punire l’ulteriore rallentamento.
Fino alla dodicesima ora, fu un patimento estremo, implacabilmente registrato dalle telecamere che filmavano il supplizio.
Fu il ritorno di Miss Phoria, a sancire che era stata superata la metà della durata prevista. In realtà, la Dominatrice non diede l’informazione, ma si limitò a girare intorno alle vittime, talvolta usando la frusta per sollecitarli a tenere il passo.
In qualche modo, la sua presenza e le nerbate servirono a rimettere gli schiavi alla giusta andatura. Sfuggendo alle scosse, entrambi trovarono modo di reprimere la stanchezza, e continuare a spingere.
Miss Phoria si fermò in palestra per circa un’ora, poi li lasciò ancora da soli, constatando che avevano superato il momento di crisi.
Trascorsero così altre tre ore, durante le quali i due diedero fondo ad ogni energia, tenendo il mulino in funzione alla velocità prevista.
F continuava a grondare di sudore, ad avere il fiato corto e a sentire il tormento delle catene, del penetratore e dei pesi. Ma pure continuava a spingere, quasi stupendosi di ciò.
Nel paio d’ore seguente F cercò di fare uno sforzo mentale, poiché alla fatica, si sommava l’angoscia di trovarsi in una situazione senza scampo. Si mise d'impegno per contare i passi, cercando così di riacquistare un certo senso di controllo del tempo. Perdeva, però, spesso il conto, e si confondeva agli scalini e al bastone. In definitiva, il suo tentativo fallì miseramente.
Entrando nelle ultime sei ore della durata dell’esercizio, i due schiavi erano allo stremo di ogni possibile resistenza fisica e mentale.
F aveva il cervello completamente annebbiato, non vedeva altro che la pala davanti a sé, da spingere senza tregua. Era terrorizzato dalle scosse, e solo questo lo faceva tirare avanti, anche se non potè evitarne ancora qualcuna, non potendo nemmeno capire se il rallentamento era dipeso da lui, dall’altro o da entrambi.
Nelle ultime tre ore, la situazione fu sempre sul punto di precipitare. F spingeva, aggrappandosi con tutto il peso alla pala, Spesso, le mani sudate perdevano la presa, e continuava a stare attaccato solo per la catena che univa i bracciali.
Trascinava i piedi, ormai piagati, sulla piattaforma, inciampando sui gradini e contro il bastone. Le scosse, iniziarono ad essere molto frequenti ed in qualche modo i due schiavi riuscivano a ridare velocità al mulino per un po’, fino al successivo momento di crisi.
L’unico motivo di miglioramento della situazione per F, era rappresentato dal fatto che le cinghie lo stringevano un po’ meno, forse perchè si erano allentate con il sudore, o forse perché il consumo di energie causava un dimagrimento repentino.
Fu in quel periodo che F, perduta ogni capacità di controllarsi, si pisciò addosso, e come aveva previsto Miss Phoria, lo fece quasi senza rendersene conto, e senza fermarsi.
Solo nell’ultima ora Miss Phoria tornò da loro, per somministrare ancora qualche frustata e seguire la fine del supplizio.
Con lei c’erano due schiavi che le facevano da valletti, portando due “appendi schiavi” che sarebbero serviti per trasportare via F e l’altro, ormai troppo malconci per potere camminare sulle loro gambe.
Proprio poco prima dello scoccare delle ventiquattro ore, nella palestra arrivò anche Lady Mara, che volle controllare personalmente le penose condizioni delle vittime, che trascinandosi ed inciampando, continuavano a spingere le pale, senza poter evitare le scariche che li punivano per la scarsa velocità.
Fu Lady Mara a chiudere il supplizio, agendo sul comando che aumentava la resistenza delle pale. Diventando sempre più pesanti, i due non riuscirono più a muoverle, e subirono così, un’ultima, atroce e lunghissima scossa, finché le Aguzzine tolsero la corrente.
F e l’altro, scivolarono sulle gambe, incapaci di muoversi.
Uno alla volta furono staccati e subito appesi ai carrelli, prima di avere rimosse le bardature, i bavagli, i pesi ed i penetratori.
Sudato, esausto e dolorante, F si sentì trasportare fuori dalla palestra, spinto sul carrello da uno degli schiavi, di scorta a Miss Phoria.

(continua)
view post Posted: 19/2/2024, 12:20     +2IO e C. (la nostra giornata) - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
Racconto trocvato sul web dal sito iraccontierotici, autore Rosa Bulgari
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Io e C. stavamo insieme da un po’. Abitavamo in un appartamento piccolo ma molto accogliente in periferia. Quel giorno tutto era tranquillo e per la strada si sentiva qualche ragazzino giocare a calcio nel cortile. Raramente passava qualche auto.
Mi piaceva allontanarmi da casa e fare lunghe passeggiate al tramonto, lì nella periferia, per assaporarne la quiete. Il sole tiepido scaldava l’aria e colorava di giallo le facciate scrostate dei palazzi che si ergevano, tutti in fila, come anziani seduti davanti al bar della piazza. Dietro di me un campo abbandonato e dell’erba incolta; proseguendo verso di esso incrociavo qualche TIR con lo sguardo.
“Dove sei?” mi aveva appena scritto C. tramite un SMS.
Le avevo detto di trovarmi in giro vicino casa e che probabilmente sarei andato a comprare qualcosa al supermercato del quartiere.
Mi rispose qualche minuto dopo:
“Non fare tardi. Ho una sorpresa per te! ;)”.
Oh, quanto adoravo quella ragazza! La mia vita era diventata perfetta da quando l’avevo conosciuta.
C. era solo un anno più giovane di me, lavorava da qualche mese come segretaria in un’azienda locale. Dal primo momento in cui c’eravamo conosciuti avevo sentito qualcosa per lei. Nell’istante stesso in cui il suo sguardo aveva incrociato il mio, qualcosa di magico doveva essere accaduto perché né io né lei eravamo esattamente due persone socievoli. Il caso però volle che lei mi facesse una domanda poco prima di salire sull’autobus; io le risposi e da lì iniziammo a parlare.
C’era qualcosa di magnetico in lei: la sua voce dolce, i suoi occhi grigi, i capelli biondi, l’abbigliamento da viaggiatrice incallita con lo zaino perennemente in spalla e le scarpe che pendevano da esso, appese coi lacci. Era come se vedessi me stesso riflesso nel corpo di un’altra persona.

L’odore di cartone che si sente fuori dai supermercati mi aveva riportato alla realtà. Mi era arrivato al naso sospinto dalla ventola che ronzava nel compressore a fianco alla saracinesca. Mi ero messo a leggere le offerte prima di entrare: non compravo mai i prodotti scontati, ma mi piaceva ugualmente sapere cosa costava meno.
Perlustrai le corsie come di consueto prima di decidermi ad acquistare qualcosa. Alla fine la mia scelta ricadde su una scatola di biscotti che io e C. amavano entrambi, della frutta, un cartone di latte di mandorle e una bottiglia di amaro.
“Sono quasi a casa, amore. :)” le scrissi.

Entrando nell’androne un odore di focaccia fatta in casa mi aveva avvolto. Ero estasiato e cominciavo ad avere anche una certa fame. Avevo fatto le scale di casa di corsa, infilato la chiave nella toppa e spinto quest’ultima quando mi accorsi di un bigliettino ben in vista sul tavolo. Era un post-it giallo accanto al quale si trovavano gli abiti di C.
Il biglietto diceva: “Vieni in bagno”.
Sentii il cuore aumentare il ritmo. Ero emozionato e divertito come un bambino a Natale.
Posai la busta della spesa per terra, mi sfilai le scarpe e mi diressi in bagno.
Appena aprii la porta, il mio angelo mi saltò addosso. Era completamente nuda, indossava solo un paio di mutandine di pizzo nero e i seni, piccoli e tondi, le saltellavano a destra e sinistra. Aveva sciolto i capelli, era sudata, sapeva di buono.
“Amore!” mi disse e mi cinse la braccia attorno.
Dopodiché, afferrò la mia testa fra le mani e mi baciò con decisione. Fu un bacio lungo e appassionato che ci scambiammo a occhi chiusi. Le nostre lingue si salutarono in quel momento.
“Oggi è un giorno speciale” disse allontanandosi dalle mie labbra ma continuando a sostenere lo sguardo “perché ho avuto la promozione al lavoro!”.
“Oh, amore, ma è fantastico!” risposi raggiante. Feci per abbracciarla a mia volta ma mi bloccò le braccia.
“E sai questo cosa comporta?” domandò sorridendo.
“Be’, prenderai uno stipendio più alto e…” non terminai la frase perché lei rise e si coprì la bocca con la mano subito dopo.
“Non ricordi la nostra promessa? Il giorno in cui mi avrebbero promossa sarebbe stata la nostra giornata!”

Di colpò mi torno in mente ciò che eravamo promessi appena eravamo venuti ad abitare qui.
C. era piuttosto scoraggiata a quei tempi e riteneva la sua promozione una meta irraggiungibile. L’avevo consolata come meglio sapevo fare, baciata sulla fronte e stretta forte al petto per rasserenarla. Amavo accarezzarle i capelli quando appoggiava la testa vicino al mio cuore.
Risi poiché mi sembrava che mi stesse per capitare una cosa troppo bella per essere vera.
Il sesso con C. andava alla grande, su questo non c’era dubbio.
Sapeva anche che mi piacevano i giochi di ruolo in cui lei mi ordinava di servirla e riverirla con un pizzico di severità e d’autorità, benché a un animo così tenero tale parte venisse difficile e si concludeva spesso con risate gioiose e sorrisi complici da ambo le parti.
La “nostra giornata” era un accordo che facemmo un giorno mentre ci stuzzicavamo per alimentare l’uno il desiderio dell’altra. Sarebbe dovuta essere una giornata interamente dedicata al sesso come più piaceva a noi: sudato, sporco, bagnato, animalesco, forte, provocatorio. Senza nessun pudore.

“E quindi questo vuol dire che…” ancora una volta non riuscii a finire la frase perché mi portò il dito indice davanti alle labbra facendomi segno di tacere.
Mi guardò voluttuosamente e poi mi ordinò bisbigliando, tutt’a un tratto seria in viso, di inginocchiarmi.
Ovviamente obbedii senza pensarci. Il cuore mi pulsava forte ed ero ormai visibilmente in erezione.
“Bravo” sussurrò sospirando.
Poi si mise le mani sulle ginocchia e portò il busto in avanti verso di me. Dal mio punto di vista, i suoi seni tondi apparivano ancora più incantevoli. Pendevano liberi e parevano volermi raggiungere.
Si leccò lentamente le labbra e mi accarezzò. I suoi capelli mi sfioravano il volto. Quando la vidi raccoglierli e portarseli dietro l’orecchio, mi fu ben chiaro cosa intendesse fare.
Arrotondò le labbra e ne fece colare un filo di bava denso e odoroso che mi si appoggiò sulla fronte.
Continuò ad accarezzarmi e guardare la sua opera con una certa soddisfazione.
Il rigolo di bava che mi colava giù dalla la fronte era ormai quasi giunto al naso. Ne gustavo l’odore, ne percepivo la consistenza densa. La sua saliva era un nettare sublime, dolce e dissetante.
Avvicinò la sua faccia alla mia tenendomi la testa con le mani. Lentamente cominciò a leccare via la sua saliva dal mio viso.
Sembrava una gattina che puliva a linguate il suo pasto prelibato in previsione di una lauta mangiata. Quand’ebbe raccolto tutto, se lo rimpastò in bocca e, continuando ad accarezzarmi, se lo fece colare giù dalla lingua. Due gocce mi arrivarono sulle labbra. M’inclinò il viso a destra e fece scendere giù il resto della bava sulla mia guancia, leccando dopo diligentemente il tutto.
“Stasera non hai scampo” disse estasiata e assorta nel suo gioco.
“Fammi tuo, amore” le risposi, in preda al piacere intenso.
“Oh, ci puoi giurare. Questo è soltanto l’inizio, amore mio. Stasera mamma gatta ha tanta fame ed è in vena di sperimentare” replicò lei, intervallando la frase a baci e sospiri.

(continua)
view post Posted: 18/2/2024, 12:32     +1I CLASSICI: L'isola - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
23

Inginocchiati davanti alle Dominatrici, gli schiavi attesero l’arrivo della terza squadra, che fece il suo ingresso nella sala dopo una decina di minuti, scortata da una quarta Signora, che F non aveva mai visto prima di allora.
Nudi, ammanettati dietro la schiena, tutti cercavano di mantenersi rigidi nella posizione formale prescritta.
Si avvertiva, che quell’adunata aveva un significato importante: infatti Lady Mara aveva con sé un raccoglitore a schede e parlava a voce bassa alle altre Signore, che sembravano tutte molto prese e attente, tanto da non badare particolarmente agli schiavi.
Sbirciando intorno, F notò che il gruppo radunato era costituito, per quanto gli era riuscito di capire, prevalentemente da allievi alle prime esperienze al Castello e solo un paio degli atri schiavi, forse, aveva ricevuto addestramenti precedenti.
Erano però, più che altro, impressioni basate sul ricordo di qualche particolare, giacché, in pratica, non aveva avuto modo di sapere niente di preciso sui suoi colleghi di schiavitù.
Quando ebbero finito di parlare fra loro, le Signore si girarono verso la platea di uomini nudi ed incatenati.
Fu Lady Mara, a quel punto, a prendere la parola.

- Siete arrivati - disse, alla fine del quinto giorno di permanenza, e vi posso informare del fatto che il Dipartimento Sanitario ha concluso i primi accertamenti sul vostro stato di salute. Siete stati tutti trovati in condizioni idonee a procedere nelle operazioni, e in relazione alle vostre specifiche condizioni, è stato possibile individuare per ciascuno di voi un primo incarico. Non si tratta di mansioni affidate in via definitiva, ma di una prima prova, per verificare la qualità dei servizi che potete rendere all’Organizzazione.
Verrete, dunque, avviati in via sperimentale ai vostri incarichi. Ciò avverrà fra due giorni, poiché domani riceverete un’istruzione specifica per lo svolgimento del lavoro. Stanotte vi sarà concesso un po’ di riposo. Coloro che supereranno bene l’addestramento, potranno averne anche domani notte. Invece chi non dimostrerà massima efficienza, avrà da sopportare pesanti punizioni anche di notte.
Sarete sottoposti, poi, ad una seconda visita medica di controllo, e quindi sarete affidati alle Signore che seguono i vari servizi, ma resterete comunque, sotto la Direzione del Dipartimento Educativo, cioè mia e delle mie illustri colleghe.
Per una settimana svolgerete le mansioni affidate, e subirete un trattamento particolarmente severo, con pochissimo riposo e cibo e acqua ridotti al minimo indispensabile.
Al lavoro, si sommeranno sevizie gratuite e saranno adottati metodi per tenervi nelle condizioni più pesanti di sofferenza ed umiliazione.
Alla fine della settimana, sarete valutati, sia per la vostra resa e resistenza, sia con una nuova visita medica approfondita, quindi si deciderà sull’esito complessivo dell’educazione impartitavi.

Detto questo, Lady Mara sfogliò le schede che aveva in mano, decretando per ciascuno schiavo la sua destinazione.
F non badò agli altri, concentrandosi esclusivamente nell’attesa del suo numero.
Così, quando Lady Mara lo nominò, apprese di essere stato destinato al lavoro di massima fatica. Al riguardo, sapeva solo le poche cose a cui avevano accennato le Signore fino a quel momento, ma era chiaro, che da una assegnazione di quel tipo, non aveva nulla di buono da aspettarsi.
L’adunata fu sciolta dopo pochi minuti.
Le Dominatrici raccolsero le squadre, ed F si ritrovò in breve tempo incatenato per terra, sul pavimento che costituiva il suo giaciglio, nella camera dove era stato lasciato il suo sacco.
- Rimpiangerai questo duro pavimento - gli disse Miss Manuela mentre chiudeva i lucchetti - perchè nella settimana di lavoro che ti aspetta sarai tenuto in condizioni assai più penose di queste ... e ti posso assicurare che sarà mia cura sollecitare un trattamento particolarmente severo per te!

Nel buio della camera, immobilizzato, F restò un po' a rimuginare su quella minaccia, ma ben presto la stanchezza prese il sopravvento, e crollò nel sonno più profondo.

(continua)
view post Posted: 17/2/2024, 12:21     +1I CLASSICI: L'isola - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
22

F, angosciato da quei pensieri e provato dalla stanchezza, non riuscì a mantenere vigile l’attenzione mentre Miss Manuela riprendeva a parlare con tono sempre più basso ed annoiato. Capì soltanto che l’Istruttrice era tornata a spiegare qualcosa circa l’organizzazione del Regno. Parlava delle funzioni del Corpo Sanitario, e diceva che le Dominatrici che ne facevano parte, si occupavano di controllare gli schiavi al momento dell’arruolamento, davano il nulla osta al loro uso quando completavano tutti gli accertamenti e le analisi, seguivano le torture e le attività per intervenire in caso di pericolo. Oltre a ciò, partecipavano all’ideazione ed all’applicazione dei maltrattamenti, in modo che fossero efficaci al massimo.
Con un po’ più di entusiasmo, Miss Manuela spese qualche parola sul Corpo delle Educatrici, di cui faceva parte e del quale spiegò che, oltre all’istruzione delle reclute, si occupava di periodici aggiornamenti rivolti alle generalità degli schiavi. Si trattava, anche in questo caso, di lezioni di addestramento formale, sulle posizioni e sui movimenti, ma anche sui Regolamenti dell’Organizzazione, e di corsi di preparazione atletica e di resistenza alla tortura.

- E’ importante - disse a quest’ultimo proposito, chiarire che, alle Dominatrici non piacciono particolarmente schiavi deboli, flaccidi, incapaci di svolgere i loro lavori e di sopportare le sofferenze e la fatiche. Infatti sono molto più interessanti le vittime che resistono al dolore, sulle quali si possono sperimentare torture più efficaci, oppure che possono essere adibiti a mansioni sempre più gravose. Per questo, le Educatrici si occupano di addestramenti fisici, ed escogitano metodi di inflizione del dolore sempre più sofisticati. Ne proverete molti di quelli già collaudati, e servirete da cavie per gli esperimenti.

Aveva appena finito di dire ciò, quando la porta dell’aula fu aperta da una Guardiana, che annunciò l’ora del rancio.
Sbrigativamente, Miss Manuela e la nuova arrivata fecero alzare gli allievi e li condussero in catene verso la sala, dove ricevettero il loro cibo.
Furono nuovamente sistemati nel complesso incatenamento già sperimentato il giorno precedente e si trovarono davanti alle ciotole, che, stavolta, sembravano riempite solo con pane e acqua.
F temette di trovarsi nuovamente alle prese con Lady Cotton, ma stavolta la crudele Aguzzina, fortunatamente pensò, non c’era. A controllare gli schiavi, rimasero infatti Miss Phoria, la nuova Guardiana ed una delle due Sanitarie che lo avevano visitato.

Fu Miss Phoria a spiegare, con poche parole, che le ciotole contenevano in effetti solo pane ed acqua, addizionata con un cocktail di vitamine ed una certa quantità di sale. Si trattava, dunque, di una ricetta diversa da quella escogitata da Lady Cotton che, per quanto tutt’altro che appetitosa, era certamente più facilmente ingoiabile.

Il rancio si svolse senza trappole per F, che, fra il calare ed il tendersi delle catene, riuscì a finire il misero contenuto della ciotola.
Non ci furono altre sorprese, e, più rapidamente del giorno prima, i quattro allievi furono riportati nell’aula di Miss Manuela.

Qui l’Istruttrice, che li attendeva con la sua solita aria annoiata, riprese la lezione, facendo innanzi tutto un riepilogo di ciò che aveva spiegato nella mattinata.
Tutte quelle nozioni, rimbombavano nella mente di F in modo ossessivo, amplificando il suo stato di spossatezza cerebrale, oltre che fisica.
Comprendeva che uno degli scopi delle lezioni, era proprio quello di fiaccare le resistenze mentali degli schiavi, come una specie di lavaggio del cervello, oltre a quelli più banali di intimorirli e renderli consapevoli delle Regole dell’Organizzazione.
Non poteva escludere che l’Educatrice avesse anche una sua qualche soddisfazione nel parlare di torture, punizioni e crudeltà varie. Anzi, gli sembrava proprio, che malgrado il tono costantemente annoiato di Miss Manuela, le scattasse un certo compiacimento nel pronunciare certe parole e nel vedere gli allievi rabbrividire davanti alla prospettiva di subire le atrocità che descriveva.
La stanchezza, mentale e fisica, travolse F, mentre Miss Manuela continuava a parlare di procedimenti disciplinari, dei compiti delle varie Dominatrici e delle lezioni di aggiornamento che le Educatrici tenevano.
Intuendo che venivano aggiunti nuovi particolari e che la spiegazione si orientava verso l’illustrazione di alcuni lavori a cui venivano adibiti gli schiavi, F cercò di fare appello alle residue forze per seguire le parole di Miss Manuela, ma tenere desta l’attenzione era una fatica insormontabile.
Fu così che, come una sferzata, venne colpito dall’improvvisa invettiva dell’Istruttrice, che gli si rivolse direttamente, contestandogli la palese disattenzione.
- Non credere di passarla liscia! - gli urlò. Anche per questo, riceverai un’altra nota di biasimo e curerò personalmente che questa offesa sia considerata con particolare gravità quando sarà il momento di mettere in moto la punizione disciplinare!
Sembrava proprio che non potesse passare più di qualche ora senza che F si meritasse una qualche censura ed era sempre più evidente che il suo stato di servizio lo avrebbe presto condannato a subire le peggiori atrocità del procedimento disciplinare.
Non gli restava, dunque, che resistere più che poteva e seguire le spiegazioni di Miss Manuela che, forse, si stavano avviando alla fine. L’Istruttrice, infatti, riprese a trattare dei lavori per gli schiavi, con un tono che sembrava conclusivo.

- Tra i compiti assegnati gli schiavi – diceva - il più semplice è quello dell’operaio. Ci sono molti lavori pesanti da fare al Castello, dalle costruzioni edili, al giardinaggio, al facchinaggio, e questi vengono svolti da squadre di schiavi dirette dalle Dominatrici. Non si tratta di compiti difficili, e non sono previsti particolari metodi di costrizione, a parte collari, cavigliere e bracciali, per consentire rapidi incatenamenti al bisogno. Se uno schiavo deve portare attrezzature costrittive particolari, o se le Signore ritengono opportuno rendere più gravoso o umiliante il suo lavoro, è comunque possibile che vengano applicati metodi adeguati. Per i lavori all’esterno, solo in condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli, è previsto che gli schiavi utilizzino gli indumenti, altrimenti, di norma, essi lavorano nudi, anche per rendere più efficace l’inflizione di frustate o di bastonate, che capitano spesso, per sanzionare le imperfezioni nello svolgimento del lavoro.
Altra incombenza lavorativa è quella degli sguatteri, cioè degli schiavi addetti alle pulizie interne, sia dei locali, che degli arredi e delle stoviglie. In questo caso è previsto normalmente l’impiego di catene, attrezzi per far lavorare le vittime in ginocchio e di varie altre opportune costrizioni. Ad esempio, se uno schiavo pulisce la cucina, è doveroso che gli sia applicato un bavaglio per escludere la possibilità che possa appropriarsi di cibo senza autorizzazione. Qualora, sempre ad esempio, lo schiavo sia invece utilizzato per lavare i pavimenti, gli si daranno stracci e attrezzi, da usare solo in ginocchio o strisciando.
Inoltre, alcuni schiavi vengono usati come camerieri, per riordinare e rifare i letti nelle camere delle Signore, per servire a tavola e via dicendo. In questi casi, vengono usati accorgimenti umilianti, come il travestimento da servetta, o apparecchi costrittivi, come bavagli e catene, oppure più particolari, come i vassoi attaccati con mollette ai capezzoli o al pene. Avrete modo di vederli e subirli, comprendendone senza dubbio, l’efficacia.
Alcuni impieghi, come quello dell’uso di trainare le carrozze, o reggere le lettighe, necessitano di preparazioni più complesse, sia per l’educazione, che per gli attrezzi che si utilizzano. Gli schiavi usati come cavalli da traino, ad esempio, seguono un corso speciale di addestramento, portano una bardatura articolata e vivono nelle loro stalle.
Un altro esempio, è quello degli schiavi usati come forza motrice per i macchinari. In questo caso, non è necessaria una preparazione molto approfondita, ma il lavoro impone l’applicazione di misure costrittive e restrittive, molto strette e pesanti.
Un’ultima annotazione, riguarda la possibilità di utilizzare degli schiavi con compiti di sorveglianza e guida per altre vittime. Di norma, al Castello, questi impieghi sono molto rari, poiché qui le Dominatrici hanno possibilità e piacere di seguire personalmente queste funzioni. Più comunemente, invece, questa necessità si presenta alle Signore all’esterno che talvolta si vedono costrette ad affidare a schiavi fidati un ruolo, stabile o temporaneo, di controllo sulle vittime sottoposte. Qualora, comunque, ve ne sia il bisogno anche al Castello, possono essere dati incarichi temporanei di questo tipo. Se si tratta di controllare un lavoro, il sorvegliante risponde direttamente di tutte le mancanze dei suoi sottoposti. Se si tratta di aiutare le Dominatrici nell’infliggere torture, deve eseguire il suo compito in modo funzionale, rischiando punizioni a sua volta, se non ottiene i risultati voluti.
Non si deve confondere questo ruolo, con i casi in cui gli schiavi vengano messi in lotta fra di loro, poiché questa ipotesi rientra fra i divertimenti delle Signore e non ha a che fare col lavoro.

Fu con quell’ultima, ed abbastanza confusa spiegazione, che Miss Manuela concluse la lezione.
Controllò l’ora. Si alzò dalla cattedra, e senza altre parole, curò personalmente l’incatenamento, fra di loro, degli allievi.
A colpetti di frusta, li indirizzò all’uscita, conducendoli attraverso i corridoi, fino ad una sala, in cui un’altra squadra era già presente, al cospetto di Lady Mara e Miss Phoria.

(continua)
view post Posted: 14/2/2024, 12:30     +1I CLASSICI: L'isola - Storie, Racconti - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom trovati sul WEB selezionati per voi
21

F, agghiacciato, prese atto di avere sommato altre nuove, ingiuste e incomprensibili cause di punizione. Non c’era spazio per reclamare la loro ingiustizia, sia perché una simile facoltà non era concessa, sia perché, in ogni caso, sarebbe stato inutile. Infatti, ormai, aveva assimilato il principio, in base al quale, le Dominatrici erano sempre nel giusto, e potevano fare quel che volevano di lui, che, quindi, poteva solo subire ciò che veniva disposto.

- Per capire il procedimento disciplinare - continuava intanto Miss Manuela, va precisato che è regolamentato da una normativa dettagliata, che tutela sia l’ordinamento schiavista, che le singole Dominatrici, offese dalle mancanze. Esso, dunque, si articola in varie fasi, in cui sono definiti i ruoli di tutte la parti, siano soggetti od oggetti del procedimento stesso. Il primo e fondamentale soggetto, è l’Ufficio della Corte di Giustizia, un organo del Regno composto da Padrone: alcune ne fanno parte di diritto, per la loro origine nobiliare, altre sono nominate dalle elezioni, che vengono tenute periodicamente, fra tutte le Signore associate all’Organizzazione. Non è interesse di voi schiavi, sapere il significato della distinzione fra “Nobili” e “Associate”: vi basti sapere, che la nobiltà deriva dall’essere state fra le fondatrici del Regno o dall’avere svolto opere molto importanti, mentre le associate sono le signore che hanno aderito successivamente all’Organizzazione. Un altro soggetto, è l’Ufficio della Persecuzione, che svolge le funzioni dell’Accusa, anche questo composto in modo analogo. Nella fase iniziale del procedimento disciplinare, il ruolo principale è quello dell’Accusa, infatti l’Ufficio effettua controlli periodici degli stati di servizio, rilevando i casi di schiavi che, per la quantità o la qualità delle annotazioni negative, meritano di subire la procedura. L’Ufficio della Persecuzione, ogni anno, stabilisce alcuni indirizzi di massima per determinare la quantità e la qualità delle annotazioni, che suggeriscono l’adozione delle sanzioni disciplinari; inoltre, suggerisce alle Signore criteri di massima, per la valutazione delle mancanze e delle circostanze attenuanti ed aggravanti.
Quando l’Ufficio dell’Accusa riscontra l’utilità di procedere nei confronti di uno schiavo, provvede ad emettere nei suoi confronti un ordine di comparizione, che viene eseguito a cura del Corpo delle Guardiane. Si tratta, in questo caso, di un gruppo di Signore che si sono specializzate nella sorveglianza, custodia e repressione degli schiavi: ne avete già incontrate, e spesso ne incontrerete nelle varie attività. L’ordine di comparizione, comporta l’immediato utilizzo sullo schiavo di mezzi di costrizione severi, tali da consentire la sua facile individuazione, la cattura, e il trasporto. E' da escludere, la possibilità che in qualche modo possa sottrarsi all’obbligo di essere a disposizione dell’Ufficio della Persecuzione. L’ordine, può stabilire la comparizione immediata davanti all’Accusa, oppure può fissare data ed ora opportune, in relazione alla gravità della situazione e delle incombenze a cui lo schiavo è adibito. Qualora la comparizione sia differita, lo schiavo viene comunque tenuto, nel frattempo, sotto maggior controllo e viene inasprito il regime di privazioni a cui è sottoposto. Eventuali mancanze, commesse in questo periodo sono considerate per definizione molto gravi.
Un caso particolare rispetto a quanto ho detto, è quello di una diretta denuncia presentata da una Signora all’Ufficio della Persecuzione, con la richiesta di arresto immediato. Se l’Ufficio concorda con la denuncia, circa la gravità della situazione, cosa che avviene di regola, salvo casi estremi, l’ordine di comparizione con arresto comporta l’immediata imposizione allo schiavo del regime di carcere duro, con la sospensione di ogni altra attività. Nel caso normale, invece, lo schiavo viene portato a disposizione dell’Ufficio, che procede, senza particolari formalità, ad acquisire dalle Signore che hanno effettuato le annotazioni, la conferma delle stesse, e dell’intenzione di dare luogo al procedimento disciplinare. Le Signore interpellate, possono in questa fase, rinunciare all’annotazione, confermarla mantenendola però “sospesa”, oppure confermarla chiedendo che si proceda. Le rinunce, piuttosto rare, comportano la cancellazione dell’annotazione. Le sospensioni lasciano indenni le note, ma non vengono al momento considerate per l’avvio della procedura. Le conferme con richiesta disciplinare vengono contate e valutate nuovamente, per verificare se sussistono i soliti requisiti, di numero e quantità che giustificano l’azione. Se queste sono insufficienti, la procedura viene archiviata, con la possibilità che lo schiavo venga comunque sottoposto ad una punizione corporale, qualora l’Ufficio della Persecuzione la ritenga utile per la sua educazione. Ciò è considerato molto opportuno, visto che in questo modo, lo schiavo ottiene la cancellazione delle note negative, a cui le Signore hanno rinunciato. Nel caso di archiviazione, indipendentemente dall’inflizione di una punizione, non sono toccate le note “sospese” poiché esse rimangono nella disponibilità personale delle Signore che le hanno formulate.
Qualora le note rimaste, confermino la necessità di agire, l’Ufficio della Persecuzione emette l’ordine di arresto, e lo schiavo viene recluso in regime duro. Nella decisione di arresto, sia nel caso ordinario, che in quello particolare della denuncia diretta, si indica la Signora che svolgerà personalmente il compito dell’Istruttoria e si stabilisce la data della successiva udienza, durante la quale saranno formalizzate le accuse. Fino a tale udienza, lo schiavo viene sottoposto a gravi misure restrittive e costrittive, in modo che possa cominciare a riflettere sulle sue colpe e soprattutto che giunga adeguatamente indebolito all’inizio dell’istruttoria vera e propria. Di ciò si occupano le Guardiane, che agiscono seguendo gli indirizzi generali, o speciali, forniti dall’Ufficio della Persecuzione. Ovviamente, se l’udienza è vicina si applicherà allo schiavo un regime molto più pesante che nel caso contrario, e così pure se le colpe sono rilevanti, in modo che la vittima sia opportunamente preparata a subire le conseguenze delle sue mancanze. Mentre lo schiavo è recluso, l’Accusa, informa del provvedimento la Corte di Giustizia, e tutte le Signore che hanno fatto annotazioni.
La Corte si limita, per ora, ad una presa d’atto, mentre le Signore, anche quelle che avevano rinunciato alle note, possono confermare o modificare le loro posizioni, entro un termine fissato prima dell’udienza. L’accusa, quindi, fa il punto della situazione delle rinunce, delle sospensioni e delle conferme, per valutare una volta per tutte la sussistenza dei requisiti per procedere ulteriormente. Le sospensioni, anche in questo momento, non sono considerate fra i capi d’imputazione in modo autonomo, ma possono essere oggetto d’indagine, per essere valutate come circostanze aggravanti.
All’udienza, in presenza dello schiavo, l’Accusa redige l’atto che contiene le imputazioni, l’esito degli accertamenti svolti e le considerazioni conclusive. Nulla di ciò viene illustrato allo schiavo, che pertanto, resta all’oscuro dell’effettivo oggetto dell’indagine. Gli vengono invece comunicati i provvedimenti a suo carico, che si intendono adottare per lo svolgimento dell’istruttoria. La procedura, prevede una prima fase di torture, privazioni e restrizioni, in attesa di ricevere dalla Corte di Giustizia, le designazioni delle altre figure del processo. Tutto ciò, continua ad avere lo scopo di debilitare ulteriormente l’imputato, e renderlo così più utile alle indagini. Dopo le nomine della Corte, inizieranno gli accertamenti, e le prove, per valutare il pentimento dello schiavo, e rendere più efficace la funzione riabilitativa delle punizioni disciplinari. Sulla base di tali specifiche indicazioni, dunque, il Corpo delle Guardiane e la Rappresentate dell’Accusa, si occupano di preparare l’imputato al proseguimento del giudizio. Va detto che, per quanto improbabile, è possibile che alla prima udienza, un certo numero di cambiamenti d’opinione delle Signore, possa comportare il venir meno dei presupposti per l’azione disciplinare. Come nella fase precedente, in tale eventualità, l’Accusa archivia gli atti, modifica di conseguenza lo stato di servizio, ed infligge una punizione conclusiva d’immediata esecuzione.
Mentre lo schiavo resta a disposizione dell’Accusa, la Corte provvede a nominare la Signora che giudicherà il caso, ed inoltre, un’esperta sanitaria ed una Signora a tutela della difesa dell’imputato. La Giudice ha il compito di seguire le indagini dell’Accusa, di valutare le sue conclusioni, di sentire la Difesa e, quindi, di decidere sulla colpevolezza e sulle pene. L’esperta sanitaria, scelta fra le Signore del Corpo Sanitario, che è un’altra specializzazione di incarico, ha la funzione di controllare che le indagini, non comportino lesioni troppo gravi dell’imputato. La Signora incaricata della Difesa, infine, ha un ruolo assai particolare, poiché, seguendo le indagini, cercherà di vedere se esistono circostanze favorevoli all’imputato, dall’applicazione di attenuanti, ai casi di esagerazione delle imputazioni.
Non si tratta assolutamente di un avvocato difensore dello schiavo, ma piuttosto, di un soggetto utile per bilanciare le posizioni dell’Accusa. Viene normalmente scelta fra una lista di Signore che non rivestono altre funzioni in Organi principali del Regno. In caso di procedimenti che si presumono sbrigativi, la Corte può anche soprassedere a tale nomina. La Signora della Difesa, se designata, ha la particolare facoltà di nominare l’avvocato dell’imputato. Si tratta di uno schiavo, di sua proprietà o comunque a disposizione del Regno, che la Signora può affiancare all’imputato, durante le indagini. In pratica, la Difesa potrà consentire all’avvocato di esprimere le possibili scuse dell’imputato.
In tal caso, se sarà ammesso a parlare, anche l’avvocato sarà soggetto a torture e restrizioni. Inoltre può capitare, che nel caso di impossibilità fisica dell’imputato a sopportare le torture dell’indagine, tocchi all’avvocato di subirle in sua sostituzione.
Prima di procedere con l’analisi delle successive udienze istruttorie, bisogna precisare, che oggetto dell’indagine non sono tanto le circostanze di fatto, ma l’accertamento della consapevolezza della colpa da parte dell’imputato, ed il suo profondo pentimento. Infatti, l’azione disciplinare, non ha una funzione puramente punitiva, ma serve a rafforzare nell’imputato i principi della schiavitù, ad ottenere il suo ravvedimento, e ad estirpare ogni possibile tentazione ribelle.
E’ per questo che l’istruttoria si svolge con metodi inquisitori: l’imputato viene torturato, finché lo si ritiene pronto a manifestare il proprio pentimento, quindi lo si interroga, per verificare se ha capito le sue colpe e se intende ravvedersi.
Se l’esito non è soddisfacente, perché non sembra pentito o perché si ostina a non ammettere le colpe, si riprende con la tortura e con gli interrogatori. Se l’esito è soddisfacente, si ripete egualmente la tortura, per accertarsi che non si tratti di un pentimento di comodo, poi si sospende la sessione di indagine per un tempo adeguato. Alla successiva ripresa, l’imputato viene nuovamente torturato ed interrogato, fin quando si ha la conferma degli esiti della sessione precedente.
Solo allora, si può dichiarare conclusa l’istruttoria, a meno che la Giudice, non intenda ripetere le prove, fino a quando riterrà opportuno, per ottenere il suo convincimento.
Non fa parte della lezione la descrizione delle torture e degli interrogatori. In questa occasione, è sufficiente ribadire che l’istruttoria si svolge alla presenza della Giudice, della Sanitaria, dell’Accusa, nonché della Difesa e dell’avvocato, se ci sono. L’Accusa propone il suo metodo di indagine, la Giudice l’approva o lo corregge, e quindi si procede all'esecuzione. Gli interrogatori, sono svolti dall’Accusa, e la Giudice può fare domande dirette, ovvero autorizzare le domande della Difesa. Dopo l’interrogatorio, l’Accusa e la Difesa esprimono le loro valutazioni, e la Giudice decide sul valore da assegnare all’esito, con le conseguenze del caso circa la ripresa delle torture. Qualora la Giudice ammetta a parlare l’avvocato, su richiesta della Difesa, dispone contestualmente le torture a cui sottoporlo prima, dopo, e durante il suo intervento. Così pure compete alla Giudice, ordinare la sostituzione dell’imputato con l’avvocato, qualora la Sanitaria abbia verificato l’impossibilità fisica del primo a sostenere altre torture. Naturalmente, per motivi sanitari, è possibile interrompere o sospendere l’istruttoria, ed è in genere la Difesa, ad occuparsi di questo tipo di istanze.
L’istruttoria, si conclude con il convincimento della Giudice circa la colpevolezza dell’imputato, ed il suo grado di pentimento. La Giudice quindi, stabilisce la data della pubblica udienza per il dibattimento, a cui sono invitate tutte le Signore che hanno fatto le annotazioni per le quali si è proceduto. L’udienza, è solitamente vicina alla fine dell’istruttoria, per cui, l’imputato vi giunge in condizioni molto gravi, provato dalle torture, e privo di resistenza, come si conviene ad un vero penitente. Al dibattimento, l’Accusa ripete i capi di imputazione, spiega l’andamento dell’istruttoria, descrivendo le torture applicate e gli esiti degli interrogatori, e infine formula le imputazioni conclusive. La Difesa, o l’avvocato sotto tortura, espongono le ragioni a discarico dell’imputato. Infine quest’ultimo, manifesta pubblicamente le sue colpe ed il suo pentimento. La Giudice, a questo punto, chiede alle Signore che sono intervenute, di esprimere un sintetico parere sullo schiavo, e sugli atti esposti. Ottenuto ciò, può pronunciare la Sentenza, con la quale si definiscono le colpe attribuite, si stabiliscono le punizioni conseguenti, vengono disposte eventuali ulteriori misure cautelari e si dispone la cancellazione delle note, emendate dalla pena e dal pentimento. Tutte le altre restano: sia quelle “sospese” che quelle che la Giudice abbia deciso di lasciare, per riservare la possibilità di un ulteriore giudizio. E’ questo un particolare molto importante, poiché ha la conseguenza di rendere possibile un nuovo procedimento, sulle stesse colpe già imputate allo schiavo, ma non definite col giudizio. Teoricamente, è perfino possibile che la Giudice, dopo aver disposto la pena, non
cancelli alcuna nota, il ché, comporterebbe l’immediato avvio di un nuovo procedimento disciplinare alla fine della punizione.
Circa l’esecuzione della punizione, va detto che la competenza a provvedervi è del Corpo delle Guardiane, che si avvalgono della collaborazione delle Sanitarie, per valutare le condizioni fisiche della vittima, con la supervisione dell’Ufficio della Persecuzione. Le pene possono essere istantanee, cioè destinate ad esaurirsi in una sessione di tortura, o durature, cioè protratte nel tempo.
Le pene istantanee, come la fustigazione, vengono eseguite pubblicamente, alla presenza delle Signore e degli schiavi. Possono essere di varia durata e gravità, ed hanno in comune, il fatto che la vittima viene esibita durante l’esecuzione, in modo che tutti ne possano apprezzare l’efficacia.
Le pene durature, come la reclusione in carcere duro, o l’applicazione di gravi regimi di costrizione, o privazione, si svolgono in un arco di tempo più lungo, per cui non si tratta di una pubblica esibizione, fermo restando, che qualunque Signora può verificarne lo svolgimento, ed assistere o partecipare alle sessioni di tortura, che sono previste nel loro ambito.
Mentre le pene istantanee, consentono l’immediata ripresa delle attività di servizio per la vittima, quelle durature, comportano l’esclusione dalle stesse, per il tempo necessario all’esecuzione.
Va detto, che solo per le colpe più lievi, è prevista soltanto la pena immediata, e che, in genere, una pena duratura segue all’esecuzione della prima. Così, ad esempio, può capitare che per una colpa di media gravità, la Sentenza condanni l’imputato a subire una fustigazione di cinquanta colpi, con esibizione alla gogna per due giornate, oltre al carcere duro per quindici giorni, con sessioni di tortura previste ogni due giorni, e della durata di sei ore nette ciascuna. Questo, è un classico esempio del contenuto di una Sentenza, ed è importante tenere presente che le decisioni sulle pene, riguardano solo la Giudice, che si basa sull’esperienza, sulla sua valutazione dell’istruttoria, sui pareri delle Dominatrici sentite in dibattimento e su alcuni indirizzi periodicamente formulati dalla Corte di Giustizia, circa la convenienza di utilizzare certe torture piuttosto che altre.
Oltre alle punizioni in senso stretto, la Sentenza può disporre l’applicazione di cosiddette “precauzioni”, quali metodi di privazione o costrizione da imporre allo schiavo durante l’attività, per disincentivare la sua tendenza a commettere mancanze. Ve ne sono di vari tipi, ed anche in questo caso, compete solo alla Giudice deciderne la natura e la durata.
Si tratta, comunque, di misure che consentono allo schiavo di espletare le mansioni di lavoro a cui deve essere adibito, e che hanno la caratteristica di rendere più gravosa o umiliante la sua condizione.
Va fatto un ultimo chiarimento, nel caso che scada il periodo di permanenza dello schiavo al Castello, prima del completamento della punizione, o del periodo previsto per la misura precauzionale. In primo luogo, si cerca ogni modo possibile di prolungare la permanenza e consentire la totale somministrazione della pena. Se proprio non è possibile, lo schiavo dovrà finire di scontarla al suo rientro. Naturalmente, se nel frattempo ha recuperato una certa dose di energie, si provvede ad una sessione aggiuntiva di tortura, adeguata a riportarlo nelle condizioni fisiche e mentali, in cui era quando se n’è andato.
Per concludere, sottolineo che tutte le operazioni del procedimento disciplinare, dall’inizio alla punizione, vengono filmate. I filmati, vengono utilizzati, sia durante il processo per documentarne lo svolgimento, che a scopo ricreativo, per le Padrone, ed educativo per gli schiavi. Avrete modo di assistere ad un estratto di questi filmati, per rendervi conto dell’efficacia di questi metodi, anche se, personalmente, ritengo che nessuna immagine possa descrivere adeguatamente, l’atmosfera che si respira durante le sessioni di tortura dell’inquisizione.

Con quelle parole, Miss Manuela concluse la sua lunga ed approfondita dissertazione. Rimase quindi in silenzio, per consentire ai suoi allievi di assimilare quanto aveva spiegato.
F e gli altri, da parte loro, erano attoniti per la crudezza della lezione. Il meccanismo disciplinare appariva diabolicamente crudele, ed era difficile scegliere quale aspetto poteva essere più atroce. Era angoscioso il fatto che esistesse una procedura tanto perversa, e che le Signore avessero organizzato, uffici e regolamenti, finalizzati a somministrare tanto patimento alle vittime. Era allucinante, il fatto che non fosse previsto che l’imputato fosse a conoscenza degli addebiti, e che l’inquisizione pretendesse un suo pentimento, senza alcuna possibilità di discolpa. Era sicuramente atroce, il metodo con cui venivano disposte le torture durante l’istruttoria, e ci si poteva facilmente immaginare quanto crudeli fossero le possibili punizioni, di qualunque tipo e durata fossero. Era, ancora, una beffa perversa il ruolo della Difesa, e soprattutto, quello dello schiavo “avvocato”.
In sostanza, appariva diabolico, il fatto che la complessa procedura, finisse col giustificare ogni tipo di arbitrio e di tortura, senza lasciare scampo alcuno, addirittura, consentendo il fatto che si potesse essere nuovamente processati per le stesse colpe.
F, si sentiva sull’orlo del baratro, tenuto conto che nel giro di poche ore, gli era stato più volte minacciato l’avvio a suo carico di un procedimento di quel tipo. Sapeva di non avere scampo, e poteva solo sperare, di sfuggire alla persecuzione delle Dominatrici che avevano scelto di prenderlo di mira.

(continua)
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