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Le ore passarono lentamente e F, che doveva restare fermo in piedi, al freddo e al buio, attese tristemente che qualcuno andasse ad occuparsi di lui. Senza cibo nè acqua e impossibilitato a dormire, trascorse la notte con la consapevolezza che avrebbe dovuto affrontare un terribile procedimento disciplinare. Gli bastavano i confusi ricordi della lezione avuta da Miss Manuela per sapere che sarebbe stata un’esperienza atroce e ciò era sufficiente per renderlo preda dell’ansia e del terrore. Solo a mattino già inoltrato venne tirato fuori dalla cella e fu Lady Susan ad occuparsi di lui, sganciandolo dalle catene e trasportandolo nella sala centrale delle carceri, dove lo fece inginocchiare, ammanettato con i polsi dietro la schiena, ai piedi di Lady Prinz e Lady Dana. Le due Aguzzine, vestite come Lady Susan con impermeabili di pelle nera, lo attendevano brandendo i loro scudisci. Fu Lady Prinz che, sbrigativamente, prese la parola.
- A richiesta di Lady Susan - disse - è aperto il procedimento disciplinare nei confronti dello schiavo numero 45, appartenente a Lady Elena, che lo ha inviato al Castello per un corso di istruzione base. Si prende atto che Lady Elena non è presente e pertanto sarà informata del procedimento in corso. Lady Susan, in qualità di Guardiana che lo aveva in custodia per lo svolgimento di attività di servizio, ha denunciato gravi mancanze dello schiavo, il cui stato di servizio già recava numerose annotazioni negative, da parte della stessa Lady Susan e di altre nobili Signore. In qualità di Guardiana, Lady Susan ha provveduto a recludere lo schiavo, presentando regolare richiesta di procedimento diretto nei suoi confronti. L’Ufficio della Persecuzione, da me rappresentato, ha esaminato la pratica, ed ha riscontrato la necessità di proseguire nell’azione disciplinare. Per tali motivi, viene disposta la comparizione dello schiavo in stato di arresto, con l’immediata imposizione del regime di carcere duro e la sospensione di altre attività. L’esecuzione della misura ,cautelare è affidata al Corpo delle Guardiane, qui rappresentato da Lady Dana, che si occuperà delle incombenze. In conformità alle indicazioni generali dell’Ufficio della Persecuzione, lo schiavo subirà la privazione del cibo, dell'acqua e del sonno, sarà ripetutamente frustato e seviziato con scariche elettriche, verrà sodomizzato, appeso e applicato a macchine di tortura. Considerato che si ritiene vicina l’udienza avanti alla Corte, il trattamento dovrà essere particolarmente grave, in modo da assicurare che lo schiavo giunga adeguatamente provato all’inizio dell’istruttoria formale. L’Ufficio della Persecuzione, provvederà a notificare immediatamente la richiesta di udienza alla Corte e ad interpellare tutte le Signore che hanno svolto annotazioni sulla vittima, affinché possano chiedere l’azione disciplinare per le mancanze da loro rilevate, ovvero rinunciare o sospendere le loro richieste. All’Udienza saranno formalizzate le accuse per cui si procederà e verranno stabilite le modalità di svolgimento dell’inquisizione. Lo schiavo, resterà dunque a disposizione dell’Accusa, e la Corte provvederà a nominare la Signora che giudicherà il caso, l’esperta sanitaria che seguirà l’inquisizione e la Signora a tutela della difesa dell’imputato.
F, confuso, seguì le parole di Lady Prinz per quanto ne era in grado. In sostanza, esse ribadivano la spiegazione che giorni prima aveva dato Miss Manuela, ma ciò che colpiva maggiormente lo schiavo, era la prospettiva di trovarsi alle prese con una procedura che, al di là delle parole, prevedeva da subito l’immediata imposizione di pesanti torture, senza lasciargli la possibilità di una concreta difesa. Del resto, riflettè, aveva poco da difendersi, poiché il principio che regolava la schiavitù al Castello, era l’assoluto dominio delle Signore. Se avevano ritenuto in qualche modo offensivo il suo comportamento, non aveva altro da fare che pentirsi della sua colpa ed era irrilevante ogni scusante che Loro stesse non avessero riscontrato. - Sarà un piacere ed un onore per me - intervenne a quel punto Lady Dana, occuparmi personalmente del trattamento preliminare di questa vittima. So che Lady Susan sarebbe compiaciuta di assistermi… - Immaginavo ciò - la interruppe Lady Prinz, ed è pacifico che durante l’arresto, prima dell’udienza, la competenza ad occuparsi dello schiavo è del Corpo delle Guardiane, per cui non esistono impedimenti al piacere di Lady Susan. Tuttavia, devo fare presente che all’avvio dell’Inquisizione vera e propria, si dovrà nominare la Signora che guiderà l’indagine, ed in quella fase non è opportuno che figuri Lady Susan, essendo la Dominatrice offesa che ha chiesto l’avvio della procedura disciplinare. Inoltre, già fin d’ora Lady Susan dovrà essere riascoltata dal mio Ufficio per la formalizzazione delle accuse, quindi potrebbe essere impegnata, e ciò ostacolerebbe la preparazione della vittima. Suggerisco quindi, che sia Lei stessa, Lady Dana, a tenere le fila dell’arresto, avvalendosi della collaborazione di Lady Susan quando non è impegnata. Con l’occasione, le suggerisco di coinvolgere Lady Lycia, che ha già dimostrato particolare abilità nell’inflizione delle sevizie. - Accolgo i suoi suggerimenti - rispose Lady Dana, e possiamo cominciare da subito il trattamento. - Bene allora - concluse la Signora dell’Ufficio della Persecuzione - io torno nel mio appartamento. Cominciate a martoriare la vittima, e procuratevi l’assistenza di Lady Lycia, aspetto Lady Susan da me non appena sarete a buon punto. Con quelle parole, Lady Prinz si congedò, lasciando F nelle mani delle due terribili Aguzzine.
Rassegnato al peggio, lo schiavo sbirciò Lady Dana e Lady Susan che, dopo avere brevemente confabulato fra di loro, si armavano degli attrezzi, scelti con cura da uno scaffale. Mentre quelle si preparavano ebbe il tempo per riflettere rapidamente sulla sua condizione e su ciò che lo attendeva. Evidentemente, le Guardiane, dopo averlo coperto di censure, gli avevano teso un tranello a cui non aveva avuto la possibilità di sottrarsi. L’intesa che correva fra Lady Dana, Lady Susan e Lady Prinz, era lampante, ed andava chiaramente ben oltre il trattamento che avevano programmato ai suoi danni. Sembrava che il gruppo delle Guardiane, a cui poteva aggiungere Lady Cotton e Lady Lycia e forse Miss Sammy, stesse coltivando una propria strategia di potere, nei rapporti con le altre Signore, orientandosi alla soddisfazione del piacere sadico in modo estremo. Aveva, insomma, l’impressione di essere stato coinvolto, come oggetto, in un gioco ben più grande della sua educazione da schiavo. Rabbrividì, per il fresco della stanza e per la paura, mentre le due Aguzzine gli si avvicinavano armate di corde, catene e fruste. Passandogli alle spalle, Lady Susan gli piantò un piede in mezzo alla schiena, per spingerlo bruscamente a terra. Gli si appoggiò con un ginocchio addosso e usò una corda ruvida per unirgli i gomiti, stringendoli forte. Fece fare più giri alla fune, in modo che le braccia fossero saldamente unite, poi usò una catenella per stringerlo ai fianchi, e farla poi passare più volte fra le cosce, fino a unirla alle manette. A quel punto lo fece alzare, e attaccò la corda che stringeva i gomiti, ad un gancio collegato ad un argano in mezzo alla stanza. Lady Dana azionò il verricello elettrico, che tirava su il gancio, finché F si ritrovò sollevato, appeso per i gomiti. In quel modo, aveva le braccia, in parte sollevate, dolorosamente sollecitate, e in parte piegate in giù, per evitare che i polsi tendessero troppo la catena che lo imbracava. Inevitabilmente però, la catena veniva tirata, ed i suoi scatti non consentivano un allentamento, quando F si sforzava di accostare i polsi alle terga. Per finire, Lady Susan gli fece aprire le gambe, agganciandogli le cavigliere ad altre catene che le tenevano tese verso il pavimento. Lady Dana proseguì nel trattamento da lei ideato, usando una pompa d’acqua fredda, con al quale annaffiò la vittima. Nel freddo della stanza, il getto congelò lo schiavo, che già tremava d’ansia e gemeva di dolore. Non ebbe molto da attendere prima che le due Aguzzine, armate con i loro scudisci metallici, che già aveva tristemente conosciuto, cominciassero a frustarlo su tutto il corpo. Lady Dana e Lady Susan, si divertirono a sue spese con la consueta energia e determinazione. Il metodo usato, era sempre quello di somministrare nerbate adeguatamente distanziate fra loro, colpendo ora una parte del corpo ora l’altra, alternando botte di piatto con altre di spigolo. F non aveva scampo. Non poteva né evitare né cercare di attutire i colpi di cui era inevitabilmente vittima. Oltre alle percosse, subiva il patimento causato dalle corde e dalle catene, che gli mordevano la carne, raschiandolo inesorabilmente. I gemiti gli si strozzavano in gola, ed il fiato gli mancava, anche solo per piangere. Dopo molte scudisciate, fu sul punto di perdere conoscenza, ma le Aguzzine usarono ancora il getto d’acqua gelida per risvegliarlo. Continuarono così a lungo, rendendogli ben chiaro che non aveva possibilità di sfuggire alla loro crudeltà. Innumerevoli nerbate lo ridussero allo stremo, fin quando Lady Dana guardò l’ora, e decise che era giunto il momento di cambiare supplizio. Nuovamente fu Lady Susan ad occuparsi della preparazione dello schiavo. Prese una manciata di cavi elettrici, e cominciò a collegare elettrodi al corpo della vittima. Applicò le pinzette ai capezzoli, al prepuzio e allo scroto, infine unì un cavo alla catenella che stringeva i fianchi. Passò, quindi, i cavi a Lady Dana, che li collegò all’apparecchio per la somministrazione delle scosse elettriche, e si accomodò su una sedia messagli proprio davanti, in modo da poterlo vedere bene durante la tortura. Le due Aguzzine attesero un buon quarto d’ora, chiacchierando a voce bassa, poi decisero di dare inizio al supplizio. Il fatto che avessero usato morsetti non troppo stretti, e con le superfici lisce, fece immaginare ad F che avessero l’intenzione di far durare molto a lungo quella tortura, come del resto era stato in parte annunciato da Lady Prinz, quando aveva spiegato la necessità di infierire gravemente su di lui per indebolirlo prima dell’inquisizione vera e propria. Lady Dana, flemmatica, regolò il marchingegno e gli somministrò una prima scossa. Il contatto avvenne fra gli elettrodi collegati ai capezzoli della vittima, e fu di bassa potenza ma di lunga durata. F, avvertì dapprima un formicolio che in una decina di secondi divenne un fastidio, e poi un vero tormento, come se avesse la carne sollecitata dal fuoco. Il dolore, in breve, lo fece passare dai gemiti alle grida, e quindi alle lacrime, mozzandogli il respiro, già reso difficile dall’incatenamento. Quando, finalmente, Lady Dana staccò il contatto, F, boccheggiante, vide il ghigno di compiacimento delle sue Aguzzine. Gli lasciarono una breve pausa, e passarono poi alla seconda scossa, stavolta somministrata dagli elettrodi collegati allo scroto e al glande. La potenza era ancora modesta, ma anche in quel caso, fu la durata prolungata a costituire la causa della sofferenza. Sentì il pene tormentato dal bruciore e da convulsioni, finendo nuovamente con l’urlare, cosa che divertiva molto le due Torturatrici. La terza scossa fu somministrata usando il contatto che elettrificava la catenella e quello dello scroto. In questo caso, la resistenza delle parti colpite gli permise di sopportare più a lungo la sofferenza, tanto che, dopo quasi un paio di minuti, Lady Dana decise di aumentare progressivamente l’energia della scossa, fino a quando lo riportò alle sue inutili contorsioni e grida di dolore. Non ebbe alcuno scampo, poiché le due crudeli Dominatrici continuarono ad infierire inesorabili su di lui. Lasciandogli ogni tanto un po’ di tregua, quanto bastava perché potesse riprendere fiato, combinarono variamente gli elettrodi, la potenza e la durata delle scosse, facendogli sperimentare una vasta gamma di sofferenze. Non c’erano le atroci fitte fulminanti, tipiche dei penetratori elettrificati che aveva dovuto sperimentare al mulino, ed in altre occasioni di tortura, poiché Lady Dana, sembrava preferire, quella volta, scosse più lunghe, approfittando meglio del molto tempo a disposizione. Durante una tregua più duratura, lo bagnarono ancora con il getto d'acqua gelido e, per un attimo, lui ebbe l’ardire di sbirciare le due Signore. Lady Dana stava seduta sulla sua poltrona, mentre Lady Susan gli si era avvicinata per, guardarlo meglio. Incontrando per un solo istante lo sguardo di quest’ultima, F intuì appieno la sua gelida crudeltà, e la sua soddisfazione nel vederlo patire. Lady Susan gli restò vicina, mentre Lady Dana somministrava altre scosse, ghignando di compiacimento per i suoi prolungati lamenti. Poi, quasi d’improvviso, decise che aveva altro da fare e, dette poche parole all’amica, se ne andò. Rimasto alle prese con la sola Lady Dana, seduta nella poltroncina, F subì molte altre scosse, sempre prevalentemente a bassa potenza e lunga durata. Ebbe poi una nuova pausa, quando l’Aguzzina si allontanò per i fatti suoi. Piegato dal patimento e dall’insopportabile sforzo, causato dal modo in cui era immobilizzato ed appeso, non ebbe molto giovamento dalla tregua. Malgrado la confusione che lo dominava, potè notare che, al suo ritorno, Lady Dana si portava dietro un altro schiavo. Si trattava, per quanto ebbe modo vedere, di uno molto giovane, che portava in testa una specie di elmetto metallico che gli copriva il volto fino al naso, chiudendogli così gli occhi. Aveva i polsi ammanettati dietro la schiena, corte catene alle caviglie ed una specie di gabbietta con lucchetto, al pene, evidentemente per impedire ogni velleità di erezione. Lady Dana si sbottonò il soprabito e si slacciò camicia e pantaloni, mostrando reggiseno e mutandine. Sedutasi a gambe aperte, fece mettere in ginocchio lo schiavetto davanti a sé, afferrandolo per l’elmetto, e facendogli premere la bocca contro il suo sesso. Poi, mentre con una mano si massaggiava il seno, con l’altra azionò un comando del marchingegno per la tortura elettrica, infliggendo ad F una nuova serie di scariche, più brevi ma più potenti delle precedenti, che lo colpivano a ripetizione in tutte le parti del corpo attaccate agli elettrodi. Davanti a lui, che urlava, piangeva e si contorceva, la Dominatrice si fece leccare il sesso dal giovane schiavo, che non poteva vedere nulla e poteva solo usare la lingua.
(continua)
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