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Non disse altro, e suonò un campanello, facendo entrare dalla porta un’altra Dominatrice. Le due, rapidamente prepararono gli schiavi, lasciando loro solo le catene alle caviglie e ai polsi, uniti dietro alla schiena. Poi, li spinsero in fila fuori dall’aula, per condurli lungo un corridoio, fino ad un nuovo stanzone. Qui altri schiavi erano già radunati ed altri ancora stavano arrivando. Si ritrovarono, quindi, in una dozzina, tutti incatenati allo stesso modo, allineati in due file contrapposte, contro le pareti. Due paia di Signore, si occuparono di loro, uno alla volta e con esagerata calma. Fra loro c’erano Miss Manuela e Lady Mara, oltre alla Guardiana bionda che aveva incontrato all’accettazione. F, non conosceva la quarta, una mora alta e formosa, che si limitava a guardarsi attorno brandendo una lunga verga, apparentemente forgiata in metallo flessibile. Le Signore iniziarono dal primo schiavo della fila, davanti ad F, cosicchè tutti potevano vedere la preparazione che era stata escogitata per quell’occasione. Alla vittima furono fatte aprire le gambe, in modo da collegare le cavigliere a dei ganci infissi nel pavimento. Poi gli fu comandato di inginocchiarsi, rivolto verso il centro della stanza. Per bloccargli le gambe, le Dominatrici usarono mezzi anelli metallici che collocarono all’interno delle ginocchia e fissarono al pavimento con altri agganci. In quel modo, lo schiavo non poteva assolutamente alzarsi. Attaccarono i polsi, uniti fra loro dietro la schiena, ad una catena che passava attraverso un gancio al soffitto e che tirarono, per fargli alzare le braccia, fino a quando furono tese e perpendicolari al suolo. In quel modo, lo schiavo era forzato a sbilanciarsi in avanti, ed era sollecitato in una posizione decisamente scomoda. La preparazione, però, non era ancora finita, poiché le Signore gli infilarono nel culo un penetratore gommoso, grosso e lungo, che all’esterno era unito ad un bastone che conficcarono in un foro nel pavimento. L’attrezzo era snodato, in modo da consentire il movimento della vittima, senza però, risparmiargli la sofferenza del suo ingombro esagerato. Uno dopo l’altro, tutti gli schiavi, e così anche F, furono preparati nello stesso modo. Solo quando fu conclusa quella fase, le Dominatrici si occuparono del motivo per cui erano stati radunati lì, e cioè di somministrare loro una razione di cibo. La Guardiana bionda prese un contenitore ed un mestolo, mentre Miss Manuela e Lady Mara, misero una ciotola davanti ad ogni schiavo. Le stoviglie, appoggiate per terra, erano proprio sotto alla testa degli schiavi, ma nessuno di loro, tirato per i polsi dalle catene, poteva chinarsi per raggiungerle. In ogni ciotola, la Guardiana versò una mestolata del terribile intruglio, che doveva servire come alimentazione. Si trattava di una specie di brodaglia dal colore verdastro, in cui galleggiavano tozzi di pane ammuffito, foglie di verdura e anche qualche mozzicone di sigaretta, il tutto con un aspetto, ovviamente, tutt’altro che invitante. Fu la Dominatrice mora, che F vedeva per la prima volta, colei che si incaricò di dare qualche spiegazione sul cibo e sulle modalità di alimentazione. - Innanzi tutto - disse, parlando in un inglese forzatamente scandito, voglio che sappiate che il mio nome è Lady Cotton, che sono una Guardiana, e che collaboro alla gestione delle cucine. In particolare, mi vanto di essere l’ideatrice di questa minestra, che costituisce l’alimentazione primaria, e quasi unica, degli schiavi, nei primi giorni di vita qui al Castello. Si tratta di un cibo praticamente privo di calorie e proteine, che non dà alcun apporto di energia, ma serve unicamente a "tamponare" un po' la sofferenza dello stomaco vuoto. La minestra è realizzata facendo bollire un po’ di erbe del nostro orto, con una minima quantità di dado da brodo vegetale, è molto salata, in essa ci si mette qualche tozzo di pane raffermo, e qualche avanzo. In genere, gli avanzi provengono dalla mensa di noi Signore, ma vi possono capitare anche quelli dei cani o gli scarti degli schiavi di rango superiore al vostro, e, come avete potuto constatare, all'interno vi vengono, occasionalmente, anche svuotati i posacenere. Soprattutto, è importante il fatto che vi viene sciolto un cocktail di vitamine, necessarie per fronteggiare gli stenti della vostra vita da schiavi. Il sapore, naturalmente, è disgustoso, anche grazie ad alcuni "additivi", di norma provenienti dalle toilette di noi Dominatrici, che vengono appositamente utilizzati. In tal modo, ci garantiamo che anche questo momento non sia per voi schiavi un istante di piacere, ma, piuttosto, una particolare forma di patimento. - A questo proposito - intervenne la bionda Guardiana, dall’aspetto più crudele di tutte le altre Dominatrici, per queste prime volte, avete la possibilità di mangiare sperimentando contemporaneamente l’efficacia del sistema di incatenamento che ho ideato proprio per questo tipo di occasioni. Nella posizione in cui siete ora, non potete lambire la ciotola, ma lentamente, le catene che vi tengono imprigionati i polsi saranno calate, e piano piano, riuscirete a mettere la bocca sul cibo. La discesa sarà molto lenta e seguirà una risalita più rapida, e così per le varie volte che vi permetteremo di alimentarvi. Per rendere più interessante la cosa sappiate che a chi finirà per primo, sarà concesso un premio, mentre gli ultimi tre, verranno destinati ad una severa punizione, oltre che a ricevere un’annotazione negativa sul loro ruolino. Conclusa quella rapida illustrazione, le Aguzzine si posero in mezzo alle due file di schiavi, e finalmente, Lady Mara azionò l’apparecchio che regolava lo scorrimento delle catene. Non appena F avvertì allentarsi la tensione alle braccia, si sforzò di chinarsi quanto più poteva, per cercare di lambire la ciotola. Tendendosi al massimo, man mano che scendeva la catena che gli tirava le braccia, avvicinò le labbra alla brodaglia ancora calda e, finalmente, arrivò alla portata utile per sorbire qualcosa. Affamato com’era, scelse di ingoiare per primo uno dei tozzi di pane, che galleggiavano nella strana minestra. Si rese così conto, che la Dominatrice non aveva scherzato, definendo il sapore come “disgustoso”. Il tozzo di pane era salatissimo, ed aveva un gusto, fra l’acido e lo stantio. Se non fosse stato per la fame, e la paura di essere punito, lo avrebbe istintivamente risputato, invece lo trangugiò velocemente, sforzandosi di sorbire anche un po’ di liquido, mentre la catena nuovamente si tendeva, obbligandolo a rialzare la schiena. Era difficile stabilire, se fosse più fastidiosa la fame, la sofferenza per il metodo di incatenamento o il fetido gusto della brodaglia. Certo era che, a quel punto, F era soprattutto preoccupato di non incappare in una causa di punizione, così si convinse che avrebbe dovuto ingoiare, quanto più velocemente poteva, tutto l’alimento. Fu mentre la catena si allentava per la seconda volta, che davanti a lui si piazzò la Guardiana bionda. Chinandosi per lambire la ciotola, si vide davanti gli stivali della Signora, che lo stava guardando attentamente. Arrivò a portata utile per deglutire qualcosa, trattenendo a stento il disgusto e quando la catena si tese nuovamente assistette impotente al fatto che la Dominatrice, con un movimento dei piedi, spostava la ciotola. Non fu uno spostamento rilevante, ma sufficiente a fare in modo, che al successivo allentarsi della catena, F non fu più in grado di raggiungerla. Si sforzò, si tese esageratamente, malgrado il dolore alle braccia, ma riuscì appena a lambire la brodaglia con la lingua. La Guardiana continuò il suo giochetto, avvicinando la ciotola quando F era tirato in alto dalle catene, e allontanandola quando poteva chinarsi. In quel modo, lo fece rimanere indietro rispetto agli altri schiavi, che nel frattempo, sorbivano la brodaglia. Come temeva, F constatò che si trattava di un sistema per fregarlo. - Guarda qui, Lady Cotton - disse ad un certo punto la Guardiana, c’è uno schiavo schizzinoso! La Dominatrice chiamata, si avvicinò ad F, mentre questi cercava disperatamente di colmare il distacco dagli altri. - Uno come questo, merita di patire la fame! - sentenziò Lady Cotton, che usò la punta del suo scudiscio rigido in metallo per rovesciare il contenuto della ciotola. - Anzi, merita di essere pesantemente torturato! Questa notte lo prenderò, e conoscerà la mia furia e l’efficacia della mia nuova verga! Solo a guardare l’attrezzo, F aveva motivo di essere terrorizzato. L’arma brandita sotto il suo naso da Lady Cotton, era a sezione grosso modo triangolare, ed aveva uno spigolo vivo, che certamente doveva provocare effetti devastanti sul corpo della vittima. Si domandò per un solo istante, cosa sarebbe successo se a quel punto fosse sbottato, per lamentarsi del trucco escogitato dalla Guardiana. Ma represse immediatamente quel pensiero, sapendo che ciò gli sarebbe costato solo una più grave punizione poiché agli schiavi era vietato parlare senza autorizzazione, ed ancor di più osare avanzare critiche alle Dominatrici. - Non stasera - intervenne a quel punto Lady Mara. La mancanza di questo schiavo è certamente grave, e deve essere crudelmente punita. Però, sai bene che deve completare l’istruzione e che stanotte, questo animale, deve sostenere una prova in palestra, senza contare che ancora non è completa la certificazione medica ... Quindi, dovrai trattenere la tua rabbia e rinviare la tortura. - Segnerò la colpa sul suo ruolino - replicò a malincuore Lady Cotton - ma questo rinvio mi secca molto. - Allora - intervenne la Guardiana, quando lo avrai a tua disposizione, sarai ancora più furiosa ... Vedremo come potrà resisterti! Fra l’altro, questo schiavo ha già sommato varie annotazioni negative, non merita alcuna pietà. - Sono sicura che Lady Cotton saprà trattarlo come merita, conosco la sua crudeltà! - aggiunse Lady Mara, rivolgendosi alla Guardiana. Se poi hai urgenza di sfogarti su qualcuno, vista l’offesa alla tua cucina, puoi prendere uno di quelli che hanno già ottenuto il nulla osta medico, e che stanotte non sono impegnati. Così dicendo, indicò un paio di schiavi sull’altra fila. Lady Cotton non se lo fece ripetere, e scelse la sua vittima, incurante del fatto che lo schiavo aveva ingurgitato tutto il contenuto della ciotola. A quel punto, F cadde in preda al panico, tanto che non badò più a quanto gli accadeva vicino. Le Dominatrici erano passate a dare il premio allo schiavo che per primo aveva consumato il cibo, premio che consisteva in un’annotazione positiva sul suo ruolino, che, in caso di punizione successiva, gli sarebbe valsa da circostanza attenuante. F, invece, era tormentato, sia dall’annuncio della futura punizione, che dalla notizia di avere già ottenuto una serie di note negative. Non capiva perché quella Guardiana lo avesse preso di mira in quel modo e non sapeva come fare per evitare che la sua posizione si aggravasse. Certo era che da quella Dominatrice non poteva aspettarsi niente di buono. Inoltre era allibito per il fatto che non essendo lui disponibile, Lady Cotton avrebbe sfogato la sua rabbia su un altro, del tutto incolpevole. Ciò gli confermava, che le Dominatrici agivano in modo capriccioso, oltre che crudele, e che per gli schiavi, non c’era modo di sfuggire a quell’arbitrio. Infine, si domandava con ansia, cosa gli sarebbe capitato quella notte, durante la quale, avrebbe dovuto sostenere la misteriosa prova in “palestra”. In ogni caso, era sicuro che non sarebbe stato nulla di piacevole. (continua) |