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Alla luce del tramonto il piazzale, discretamente ampio, era spazzato da un vento freddo raggelante, anche se la temperatura era in parte mitigata dalla presenza di alcune stufe catalitiche per esterni. Gli schiavi, in zoccoli e saio, venivano fatti schierare in fila, lungo una linea appositamente tracciata sulla pavimentazione, rivolti verso cinque Signore, tutte vestite allo stesso modo che brandivano fruste e scudisci di diversa forma. Oltre alla bionda incontrata all’accoglienza, ce n’erano altre due dai capelli platino, più una rossa ed una mora. Tutte erano alte e, per quanto si poteva intuire, di belle forme. Era difficile stimarne l’età, dato che se ne vedevano solo i volti, belli e curatissimi. Il piazzale era antistante l’edificio centrale del Castello, a cui F e gli altri davano le spalle. Davanti a loro c’erano le mura, ed il grosso portone principale, che veniva in quel momento chiuso da due schiavi, vestiti con la tuta più pesante. Altri schiavi in tuta, si trovavano agli angoli del piazzale: qualcuno trasportava le valigie dei nuovi arrivati, altri curavano le aiuole. Il sibilo del vento, copriva e disperdeva le parole che le Dominatrici si stavano dicendo, chissà in quale lingua, finchè una di loro, la mora, si mise in mezzo e parlò agli schiavi. - Siete arrivati al Castello, schiavi - disse con tono deciso, scandendo bene le parole per farsi intendere da tutti - Siete il secondo gruppo di questo periodo: dieci come voi sono arrivati ieri ed altrettanti ne arriveranno domani. E’ un periodo di abbondanza questo al Castello perché oltre a quelli come voi, è impegnata un’altra quindicina di schiavi di servizio, assegnati qui in pianta stabile. Vi saranno spiegate le regole di comportamento generali, oltre a quelle specifiche per le varie funzioni, e sarete pure impiegati per vari lavori, sia per istruirvi al riguardo, che per assicurare il funzionamento della struttura e il comfort delle Dominatrici. Si interruppe brevemente, e cominciò a passeggiare lentamente davanti alla fila degli schiavi, come per passarli in rassegna. - Per il momento - proseguì - saranno sufficienti alcune minime spiegazioni, poiché l’inserimento avverrà gradualmente. Come prima cosa sarete verificati sotto il profilo sanitario, verrete infatti sottoposti ad accurate visite, analisi e misurazioni, per accertare le ottimali condizioni per il vostro uso successivo. Di ciò, si occuperà lo staff medico del Castello, che vi prenderà in consegna fra poco. Poi resterete sotto il controllo delle Dominatrici Guardiane, il corpo di sicurezza di cui faccio parte io stessa, insieme alle Signore che vedete con me e a qualche altra. Ci potete facilmente distinguere per l’uniforme e lo stemmino che portiamo al bavero dei vestiti. Noi ci occuperemo di illustrarvi le regole generali e di addestrarvi alle corrette posizioni da assumere davanti alle Dominatrici. In particolare nei primi giorni, vi sottoporremo ad un trattamento molto severo per educarvi rapidamente e per conoscervi meglio. Vi raccomando di non cercare di opporre resistenza, nè mentale nè fisica, al nostro Dominio, poiché sarebbe solo inutile, e vi costerebbe ulteriori sofferenze, rispetto a quelle che sono già previste. Fece una nuova pausa, stavolta un po’ più lunga, e dopo avere completato la rassegna della fila degli schiavi, arretrò di qualche passo, per tenerli sott’occhio tutti insieme. - Vi è già stato spiegato - riprese - che la lingua ufficiale al Castello è l’inglese, ciò perché sono presenti Dominatrici e schiavi di varia nazionalità. Può capitare che vi sia rivolta la parola nella vostra lingua, e, se siete molto fortunati, che vi sia concesso di usarla per rispondere. Se ciò non vi viene espressamente consentito, però, dovete usare l’inglese, e ogni parola od anche lamento, che pronuncerete in altra lingua, sarà considerata infrazione al regolamento. Potrebbe anche succedere, che vi vengano dati ordini in altre lingue, cosa possibile, perchè nessun limite è posto al capriccio delle Dominatrici. In tal caso è vostro obbligo obbedire, dato che è questo che ci si aspetta da uno schiavo: la mancata obbedienza sarà considerata infrazione disciplinare, e non potrete opporre a vostra discolpa di non avere capito l’ordine. - Le infrazioni - continuò - possono essere punite subito e direttamente punite o annotate sulla vostra scheda o entrambe le cose, a discrezione della Dominatrice che le rileva. Quando le infrazioni annotate sono numerose, o frequenti, o gravi, si apre un formale procedimento disciplinare per l’erogazione di una adeguata pena esemplare. L’espiazione della pena, comporta, di regola, l’emenda della violazione, ma può essere disposto altrimenti, ed in tal caso, è possibile che siate nuovamente processati per la stessa mancanza. Di ogni punizione e di ogni annotazione verrà tenuto conto nel giudizio finale, qualora richiesto dalle vostre Padrone, alla fine della permanenza. Se tornerete altre volte, la vostra scheda sarà ripresa e nulla di quanto è successo sarà dimenticato. Deve essere chiaro, che il procedimento disciplinare ha importanza pubblica, e non va quindi confuso con le punizioni direttamente impartite dalle Dominatrici, prima o al posto del giudizio. E’ frequente che le Signore si limitino ad annotare solo le colpe di una certa gravità e che puniscano personalmente le mancanze dei loro schiavi o di quelli al loro servizio. Noi Dominatrici Guardiane preferiamo invece annotare tutto, anche le colpe per le quali somministriamo subito le punizioni. Ciò riguarda le punizioni vere e proprie. Altra cosa rispetto alle torture inflitte a scopo di istruzione o per puro divertimento. Quanto infatti alle torture inflitte a scopo di istruzione, non si tratta di punizioni, ma di lezioni che fanno parte del programma per spiegare e far capire a cosa si può andare incontro. Inoltre, come dicevo, le torture possono essere usate per provare la resistenza della vittima, per sperimentare tecniche o anche per puro e semplice divertimento della Dominatrice. In tali casi tutto dipende dalla volontà della Dominatrice che le dispone e non c’è attinenza con le regole disciplinari, fermo restando che lo schiavo è sempre sottoposto alle regole disciplinari, anche quando è sotto tortura di istruzione o per divertimento della Dominatrice. - Spero che prima di arrivare qui, abbiate studiato attentamente le regole principali che riguardano la vostra condizione di sottomissione. Esse saranno oggetto di approfondimento nei prossimi giorni e si passerà poi a studiare le regole più specifiche per i vari modi d’impiego e i lavori a cui potrete essere adibiti. Come già vi è stato detto, comunque, già da subito siete soggetti al rispetto di ogni regola esistente al Castello e non potrete mai giustificarvi dicendo che non la conoscete o non l’avete bene capita. Mi piace sintetizzare la regola principale, dicendo che per uno schiavo, esistono solo comportamenti obbligati, ed altri vietati, per cui ciò che non è obbligatorio è proibito. Così, ad esempio, è vietato parlare in alcun modo, se ciò non viene comandato o concesso; è vietato guardare direttamente le Signore, è vietato l’uso di indumenti diversi da quelli previsti per le particolari situazioni, è vietato coprire le proprie nudità, è vietato opporre alcuna anche minima resistenza, fisica o psicologica, alle Padrone ed alla loro volontà. Se vi è comandato di parlare, dovrete usare il Voi verso le Signore e la terza persona per indicare voi stessi. Inoltre, ogni frase deve iniziare e finire con "Signora". Quindi non direte mai "ti obbedisco" ma "Signora, questo schiavo Vi obbedisce Signora". Sempre ad esempio, non potrete chiedere pietà alle aguzzine che vi stanno torturando, se non dicendo: "Signora, questo schiavo implora che abbiate pietà, Signora". Resta inteso che anche i lamenti sono proibiti. Possono essere tollerati solo singhiozzi, lacrime e grida, durante l’inflizione delle torture, ma anche questi possono essere proibiti, o comunque considerati mancanza disciplinare, se troppo insistenti, secondo il giudizio delle Dominatrici che li odono. Circa l’abbigliamento, va precisato che la tenuta ideale per uno schiavo, è l’assoluta nudità, a parte l’applicazione di attrezzi, quali collari, bracciali, cavigliere, cinture di castità ed altri capi restrittivi. Questa sarà la vostra condizione abituale all’interno del Castello e nelle celle, a prescindere dalla differenza di temperatura esistente fra i vari locali. Dato che siamo nella stagione fredda, per i lavori esterni è consentito l’uso della tuta pesante, con guanti, calze e zoccoli. In certi casi, potrà essere autorizzato anche il maglioncino, ma se non c’è troppo gelo potrà bastare il saio. Ciò non toglie che in qualunque momento, anche durante un lavoro esterno, vi potrebbe essere ordinato di spogliarvi completamente. A quel punto, la Guardiana si girò verso uno degli schiavi in tuta, che stavano lavorando alle aiuole e lo chiamò a sé, con un grido. Quello mollò ciò che stava facendo, e la raggiunse di corsa, un po’ limitata dagli zoccoli, per fermarsi ad un paio di passi, e mettersi subito in ginocchio dinanzi a lei. - Osservate - disse la donna rivolgendosi agli schiavi - questa è la posizione "in ginocchio" che dovrete assumere quando siete chiamati da una Dominatrice. Gambe aperte, appoggiate per terra con le sole ginocchia e punte dei piedi, busto in linea con le gambe e perfettamente perpendicolare al suolo, pancia in dentro, petto e culo in fuori, testa china e mani incrociate sulla testa. Imparerete bene questa posizione, che è una di quella delle fondamentali e che dovrete abituarvi a conservare, nell’immobilità, anche per lunghi periodi. Tornando a guardare lo schiavo inginocchiato, la Guardiana gli comandò seccamente di spogliarsi completamente. Quello non mostrò alcuna esitazione: si alzò, si tolse zoccoli e calze e si sfilò rapidamente la tuta, restando completamente nudo, al freddo del crepuscolo che avanzava, per rimettersi in ginocchio come era prima. Guardandolo, si notava che aveva una catena stretta intorno alla vita ed in mezzo alle natiche, e che tutto il suo corpo era striato dai lividi delle frustate, soprattutto sulla schiena e sul culo. - Ora lo schiavo vi mostrerà come si sta in piedi - disse la Guardiana, che diede poi il comando, a cui la vittima, scattò istantaneamente. - Come vedete, vanno tenute sempre le gambe divaricate, si sta dritti ed impettiti, anche in questo caso, con le mani incrociate sulla testa. - Altra posizione fondamentale è quella piegata in due, utile per le ispezioni anali e le frustate - aggiunse, quindi dando il relativo comando. - Lo schiavo, a gambe aperte, appoggia le punte delle dita per terra, vicino ai piedi e tiene in alto il culo, ben esposto alla penetrazione ed ai colpi di verga. La Guardiana, poi, diede l’ordine di mettersi a quattro zampe, che lo schiavo nuovamente eseguì senza indugio. - In questa posizione - spiegò - lo schiavo tiene testa e busto paralleli al suolo, gambe aperte parallele alle braccia, appoggiando per terra le palme delle mani, le ginocchia, e le punte dei piedi. E’ utile in vari casi, sia per far muovere lo schiavo, che per usarlo come seggiola. A dimostrazione di ciò, la donna si sedette sulla schiena della vittima, suscitando il compiacimento delle altre Dominatrici che assistevano alla scena. - E’ una buona usanza del Castello - spiegò ai nuovi arrivati - usare gli schiavi come mobilio: sedili, poggiapiedi, tappeti o reggitori di tavoli e candele. E’ una delle attività a cui frequentemente vi capiterà di essere adibiti e dovrete imparare bene come comportarvi in tali casi, abituandovi alla fatica, ed allo sforzo dell’immobilità prolungata nel tempo. E’ chiaro, che le irregolarità nello svolgimento di questo tipo di servizio, vanno corrette a furia di torture e punizioni. Sempre restando seduta sullo schiavo nudo, la Signora chiamò un altro di quelli che lavoravano nei paraggi e che si affrettò a raggiungerla, mettendosi in ginocchio davanti a Lei. Anche a quello fu comandato come prima cosa di denudarsi e quindi di stendersi per terra a pancia in giù. Lo schiavo obbedì, sdraiandosi sul selciato gelido, mostrando le terga completamente coperte da lividi e striature. - In questa posizione -illustrò la Guardiana - dovete aderire perfettamente a terra, senza badare a come si trovano i vostri genitali, tenere sempre le gambe scostate e le braccia lungo il corpo. Vi potrà essere ordinato di strisciare, nel qual caso, dovrete muovervi sempre aderendo bene al suolo, ed imparerete come fare. Con un altro comando, intimò di girarsi, e lo schiavo obbedì. - A pancia in su - continuò così l’illustrazione - lo schiavo resta in una posizione simile alla precedente ed è ben disposto a fare da tappeto e venire calpestato. Per chiarire il concetto, la donna si alzò dalla schiena dello schiavo che le faceva da seggiola e si mise in piedi su quello disteso. Non usò mezze misure, e piantò i tacchi alti dei suoi stivali sul petto e sulla pancia della vittima. - Anche in questo caso - precisò - la posizione non è una scusante per tenere lo sguardo su una Signora, per cui gli occhi, che non vanno chiusi, devono comunque evitare occhiate indiscrete: cose del genere, sono mancanze da punire e reprimere drasticamente! Sottolineò il concetto, piantando il tacco di uno stivale sul sesso dello schiavo, spingendo con forza ed a lungo, fino ad ottenere gemiti di sofferenza dalla vittima. - Questo animale mi ha sbirciata - disse alle altre Guardiane - fate portare qui il palo, che lo punisco subito! L’idea fu accolta con soddisfazione dalle sue colleghe, una delle quali si rivolse a due schiavi che lavoravano nei paraggi ordinando loro di trasportare l’attrezzo richiesto. Quelli arrivarono dopo qualche minuto, durante i quali lo schiavo-tappeto continuò ad essere martoriato sui genitali, portando un grosso palo, piantato su un basamento di legno. Appoggiato l’oggetto davanti alla fila di schiavi, raggelati sia per il freddo che per la scena, due Guardiane sollevarono di peso la vittima da terra, e lo misero contro il palo, con le terga rivolte all’esterno. I suoi polsi furono incatenati in alto, alla sommità del palo, e le caviglie vennero assicurate ad altre catene, poste sulla base, in modo che dovesse tenere le gambe spalancate. La Guardiana che lo aveva incriminato, volle curare personalmente la punizione, decidendo di infliggergli dieci frustate con il lungo attrezzo che teneva al cinturone, identico a quello, che anche la Signora all’accesso teneva sotto il cappotto. Ad un paio di passi di distanza, la Dominatrice fece roteare la frusta, che poi schiantò con violenza inaudita sulla schiena dello schiavo. Dopo tre frustate, quello cominciò a mugolare, alla quinta gemeva, alla settima piangeva ed alle ultime due, gridò forte, tanto che la donna, ridendo, decise di somministrargli altri due colpi, per puro divertimento delle sue colleghe, che la incitavano a colpire senza pietà. - Segnerò la colpa sulla scheda dello schiavo - concluse - ed ora, che tornino entrambi alle loro occupazioni! Le colleghe sganciarono dal palo la vittima, che faticò a reggersi in piedi. Istigato da un colpetto di frustino e dalle ingiurie delle Guardiane, si fece forza, ed andò a raccogliere i suoi indumenti, rivestendosi. Così facendo, diede le spalle alla fila dei nuovi schiavi e proprio ad F, che si trovava più vicino, capitò di vedere bene i pesanti lividi lasciati dalla grossa frusta della torturatrice che in alcuni punti avevano veramente strappato la pelle. Quando entrambi gli schiavi si furono rivestiti, si allontanarono, genuflettendosi, per riprendere il lavoro sospeso. - Credo che questa esibizione, vi abbia fatto capire come funzionano le cose qui più di tante lunghe illustrazioni - disse allora la Guardiana al gruppo dei nuovi arrivati – Capita anche a schiavi di lunga esperienza, come erano i due che avete visto, commettere errori ed infrazioni. Avete visto che l’essere bravi nel lavoro e nel comportamento formale non può costituire motivo per alleviare le punizioni che sono egualmente pesanti, poiché non si devono confondere due cose, come la produttività ed il rispetto della disciplina.
(continua)
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