Le sue dita strapparono la carta ed udì bussare.
"Devo truccarmi!"
Gli trasalì un sospiro. Lui odiava quando per nascondere le sue imperfezioni che erano un motivo di fascino, si truccava per nascondere…
Così, mentre lui si asciugò i capelli, si appagò del corpo di lei oservendolo. D'un tratto, mentre la vide colorarsi gli occhi con una matita ebbe una folgorazione.
"Basterebbe un goccio di latte detergente per pulirti giusto?"
"Si..."
Lei ne stava usando una colorata.
"Ne hai una nera?"
Con gli occhi indicò il punto giusto; poi tornò a finirsi.
"La tata arriverà fra pochi minuti."
Ma lui era pronto.
Così cominciò a scrivere sulla schiena della sua donna.
"Sono la perfezione per quest'uomo. Ed io, ad ogni suo schiaffo, sento di appartenergli sempre di più. Lo servo, lo ammiro; con la mia tagliente e spregiudicata lingua lo sprono. Indosso questo vestito esattamente come vuole lui. Mi odierebbe; se anche solo per un secondo apparisse in disordine. Ma qui, con questo velo di seta che cela provocatorie pulsioni, non trasmetto quanto l'acciaio liberi la mia vera essenza. Sono per lui serva, madre e puttana; sono colei che lo mantiene vigile e centrato. Lui è il mio Signore. Mi tiene per mano quando percorriamo le tenebre delle nostre sporche pulsioni. Ci lasciamo coinvolgere da loro, madsacrare ed amare.
Siamo i nostri stessi amanti. I punitori. Siamo una nella mente dell'atro quando lui cerca di calpestami coi miei stessi tacchi… Mi in onda da piaceri, mi ordina sempre l'impeccabile eleganza vestita sempre con scala umiltà. Sono il suo stesso manifesto. L'impunito desiderio della più soave appartenenza… "
"Ora sei pronta."
"Cosa avete scritto sulla nostra schiena mio signore?"
Lesse, e dopo aver udito la parola perfezione si sentì umida. Senza permesso cominciò a toccarsi alla parola schiaffo. Appena finì di leggere prese le sue dita. Leccandola ed assaporando il suo più intimo sapore.
Poi ne gustò i sapori; direttamente con la bocca.
Poi fu l'attimo di un bacio. Rotto inesorabilmente dallo schiaffo che ne annunciò altri. La coprì con piacevoli insulti e insulsi complimenti.
Provò a dire qualcosa, ma la fece tacere con un altro bacio. Le sue dita scorsero il suo corpo libero delle parole con puri graffi; attimi animaleschi.
"Non godrai più; solo domani mattina… Pura schiava che ancora ti celi!"
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