Il commissario era nel suo studio; rileggeva rapporti, poi lo squillo del telefono non lo spaventò ma quella voce lo coinvolse in una insostenibile tristezza.
"Salvo, sei tu? Sono Rosetta, la moglie di Andrea…"
"Signora Rosetta mi dica!"
Un istante di silenzio guidato da un sommerso pianto…
"Arrivo signora… Arrivo subito…"
Chiuse il telefono è si diresse verso quella casa.
Quella casa che l'ha visto nascere. Entrò, strinse la signora come si abbraccia una mamma… "Vieni… vieni."
Salvo guardò la scrivania, il computer che gli ha fatto da culla. Che ne ha fatta per lui e per le sue storie. Poi la macchina da scrivere…
In quello studio ormai pregno di quel odore di fumo, non poté che guardare il posacenere che l'ha servito col religioso silenzio dei servi e così pieno di chicche.
Non poté far altro che restaresene li.
Trovò un biglietto, chiuso in una busta. Ove con un per Salvo scritto in bellissima calligrafia c'era un biglietto…
"Molti scrittori uccido i loro stessi eroi. Dimenticando che sono dei figli... Non sono in grado di dirti come vivrai senza di me. Addio Commissario..."
Chiuse quel foglio, restando fermo su quella scrivania.
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Edited by Conte Roccia1987 - 17/7/2019, 15:19