Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

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view post Posted: 23/4/2024, 15:58     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Diciottesimo ed ultimo episodio

Thula osservo’ quelle cose contenute nel recipiente. Non ci volle molto per capire di cosa si trattasse. Per alcuni secondi barcollo’ incredula, poi ando’ in cucina dove aveva lasciato il giornale acquistato all’uscita del ristorante e capi’. Non poteva non capire. Torno’ indietro nella stanza da letto dove John era ancora seduto a terra nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato, pesto e sanguinante e lo afferro’ per la spalla costringendolo a rialzarsi
“ Tu… Tu sei…” John Terrence sorrise sfrontatamente. Aveva uno sguardo diverso in quel momento e Thula rabbrividi’. Quello sguardo che quasi la stava per fare innamorare era scomparso
“ Si, sono io” disse infine sogghignando” Thula torno’ indietro per richiudere quel macabro contenitore. Dentro, aveva potuto notare almeno un cuore, un paio di fegati, parti di organi genitali femminili, un rene, parti di un orecchio e di un naso, parti di intestini, tutti contenuti in quel parallelepipedo di ceramica e mantenuti in un decente stato conservativo grazie all’alcool etilico. Thula torno’ dall’uomo e lo sollevo’ con tutta la rabbia che aveva in corpo colpendolo con un pugno tremendo al volto. L’uomo si riaccascio’ a terra dolorante e quasi impossibilitato a muoversi
“ Perche’? Perche’ ti sei macchiato di questi orribili delitti?” John sputo’ sangue dalla bocca
“ Perche’? Ormai la conoscete la mia vita. Datela voi una spiegazione, visto che siete tanto intelligente” La donna si mise a sedere sul letto con le mani in faccia per alcuni secondi. Poi guardo’ di nuovo l’uomo
“ Dunque, sei tu il famoso Jack lo squartatore?”
“ Sono cosi’ famoso anche dopo tutti questi secoli?”
“ Gia’” ammise Thula “Tu sei stato il primo serial killer che la storia ricordi. Una specie di mito”
“ Davvero? Non pensavo che sarei potuto diventare cosi’ famoso. E lo sono con il soprannome che mi sono affibbiato?”
“ Ovviamente. Anche perche’ abbiamo appurato che John Terrence e’ il tuo vero nome e pertanto, se lo avessi usato ti avrei riconosciuto”
“ Sono felice, sapete. Gli ultimi mesi sono stati molto difficili per me e sapere che il mio operato e’ diventato tale da essere ricordato anche dopo quattro secoli e mezzo, mi dà veramente una sensazione di gioia” Thula lo afferro per l’ennesima volta con rabbia, dopo le ultime parole dette dall’inglese. Lo scosse violentemente e poi lo getto’ di nuovo in terra. Respiro’ a lungo e solamente quando si rese conto di essersi calmata si rimise seduta per proseguire il suo interrogatorio
“ Perche’ hai scelto come nome Jack?” John scrollo’ le spalle
“ Sapete come mi chiamavano? Il mostro di Whitechapel. Non mi piaceva essere considerato un mostro e cosi’ mi sono firmato come Jack the ripper. Lo trovo molto piu’ congeniale”
“ Gia’, Whitechapel, il quartiere di Jack lo squartatore. Come ho fatto a non collegare le due cose?”
“ Non mi direte che ho fatto diventare famoso anche questo schifo di quartiere?” chiese l’uomo sempre sogghignando
“ Te ne vanti, a quanto posso vedere”
“ Beh, chi non se ne vanterebbe? Mi state appena dicendo che il mio nome rimarra’ famoso per tutti questi anni. E pensare che volevo solo attirare l’attenzione della gente di Londra”
“ E per attirare quest’attenzione hai mandato una lettera a Scotland Yard?”
“ Di lettere ne ho mandate tre. La prima, che inviai alla Central New Agency non fu nemmeno presa in considerazione. Credevano che mi stessi inventando tutto”
“ La classica lettera del mitomane” intervenne la donna”
“ E cosi’, alla seconda lettera, promisi che l’evento sarebbe stato doppio e cosi’ uccisi due donne nella stessa notte. Soltanto allora hanno cominciato a credermi, quegli idioti”
“ Ma perche’? Perche’ uccidere delle prostitute?” John Terrence scoppio’ in una risata nervosa
“ Davvero volete saperlo? Non ci credereste dopo quello che c’e’ stato tra di noi”
“ Ormai crederei a qualsiasi cosa. Avanti, dimmi il motivo”
“ Perche’ mi prendevano in giro. Tutte le donne che ho conosciuto mi hanno deriso. Deridevano il fatto che io non fossi un vero uomo” Thula lo guardo’ meravigliata
“ Mi stai di nuovo mentendo? Ho fatto sesso con te e ho visto con i miei occhi mentre lo facevi con Elana. Come puoi dirmi che le donne ti deridevano perche’ non ti consideravano un vero uomo?
“ E’ proprio questo che nemmeno io capisco. Possibile che non ve ne siete resa conto? Per me con Elana e’ stata la prima volta. Non mi era mai accaduto prima. Fino ad allora non mi era successo che il mio… Insomma, capite, vero?”
“ Non ti eri mai eccitato?”
“ No, mai. Ecco perche’ non volevo farlo con Elana. Era ovvio che se vi avessi detto che non ci riuscivo, non avreste creduto nemmeno al fatto che volevo farlo con Genevieve” Thula scosse la testa
“ E quindi, non volevi violentarla ma ucciderla”
“ Certo che la volevo uccidere. Dopo quello che mi avete detto sulle atrocita’ che commettete a chi si macchia di un omicidio verso una donna, dire che volevo soltanto farci l’amore mi sembrava la cosa meno rischiosa per me”
“ Perche’ hai scelto una ragazza normale dopo esserti dedicato esclusivamente alle prostitute?”
“ Sempre donne erano. Uccidere delle puttane era soltanto piu’ semplice che uccidere una donna normale ma a Parigi per poco un protettore non mi ammazzava. E cosi’ avevo deciso di cambiare il tipo di donna. Quando ho visto Genevieve ho deciso impulsivamente. Poi e’ arrivata Elana e il resto lo sapete” Thula si alzo’ andando incontro all’uomo e aiutandolo a rialzarsi
“ Tu sai che sarai punito gravemente per questo? Che quasi sicuramente la tua sara’ una condanna a morte?” John alzo’ le spalle
“ Lo so ma che posso farci? Ero quasi riuscito a farvi credere di essere una vittima. Altri dieci secondi e ci saremmo trovati a Parigi e invece proprio quella pettegola di Anne Finger, la mia vicina di casa, andiamo ad incontrare”
“ Sei stato sciocco tu. Se tu mi avessi detto che avevi una casa, io avrei fatto dei controlli ma forse non avrei trovato nulla di trascendentale. In questo modo, era ovvio che nascondessi qualcosa e non me ne sarei andata fino a che non avessi capito quale fosse il tuo segreto. Anche a costo di demolirti l’intera casa”
“ Avevo queste due scelte infatti. O farvi vedere la mia casa nella speranza che non trovaste niente di anormale oppure cercare fino all’ultimo di non farvela vedere. E ho scelto la seconda ipotesi. D’altronde, nessuno sapeva dove abitassi. Ho sempre fatto una vita molto riservata. Non ho amici ma solo conoscenze occasionali. E ce l’avevo quasi fatta. Era ovvio che poi, a questo punto, voi li avreste trovati i miei ricordini ma quando mi avete detto che volevate vedere la mia abitazione sono andato nel panico e ho dovuto rispondere d’istinto. E l’istinto mi aveva consigliato di dirvi che non avevo casa. Se potessi tornare indietro…”
“ I tuoi ricordini? Quei macabri trofei? Dio santo. Le violenze di tuo padre ti hanno fatto diventare uno degli assassini psicopatici piu’ pericolosi della storia. Quante donne hai ucciso?” John provo’ a ridere sputando altro sangue
“ Dieci. Finora me ne hanno attribuite solo sei. Che massa di idioti che ci sono nella polizia”
“ Pero’ ti stavano col fiato sul collo tanto da costringerti a venire a Parigi”
“ Gia’. Li ho sfidati con la storia delle lettere e si sono dati da fare ma erano ancora lontani. Pero’ ormai avevano capito che era uno del quartiere e bastava fare delle indagini piu’ a fondo e forse avrebbero scoperto tutto”
“ Adesso e’ quasi tutto chiaro. Jack lo squartatore non verra’ mai preso perche’ io ti portero’ nel futuro ed e’ la’ che sconterai la tua pena mentre invece, fino ad adesso, si e’ pensato che fossi stato talmente abile da evitare la cattura. E invece, se non avessi scoperto tutto io, probabilmente lo avrebbe fatto la polizia. Era solo questione di tempo”
“ A quanto pare, nessuno puo’ dirlo, nemmeno voi che provenite dal futuro”
“ Con certezza no, ma e’ abbastanza probabile. Quello che non capisco e’ perche’ a un certo punto hai cominciato ad uccidere. Hai vissuto per quasi trent’anni in modo abbastanza normale e poi questo irrefrenabile raptus omicida” Terrence si massaggio’ il mento dolorante dopo il tremendo pugno ricevuto e guardo’ la donna
“ L’anno scorso… No, un anno e mezzo fa. Era agosto e faceva un gran caldo. La sera avevo bevuto un paio di birre e poi mi ero messo a passeggiare per le vie di Whitechapel fino ad arrivare al punto dove si ritrovavano le prostitute. Ne incontrai una. Seppi dopo dai giornali che si chiamava Mary Ann. Volevo fare l’amore con lei ma non ci riuscivo. Tutto come al solito, a causa della mia maledetta impossibilita’”
“ E ti derise?”
“ Mi guardava con compassione. Uno sguardo che mi fece sentire una nullita’. Tirai fuori il mio coltello e le tagliai la gola. Cosi’ all’improvviso. Ero talmente arrabbiato che le tagliai tutto il corpo, dall’intestino agli organi genitali e mentre lo facevo sentivo di eccitarmi”
“ Vuoi dire che mentre ammazzavi quella poveretta avevi un’erezione?”
“ No. Prima di Elana non avevo mai avuto nessuna erezione. Mi ero eccitato nel senso che mi era piaciuto farlo e scoprii che desideravo farlo ancora e ancora e ancora”
“ Quindi, un’eccitazione mentale”
“ Chiamatela come volete ma so soltanto che non riuscivo a stare troppo tempo senza il bisogno di uccidere”
“ Tutto questo perche’ eri impotente?”
“ Non vi sembra un motivo valido per un uomo?”
“ Niente puo’ giustificare l’uccisione di una persona, soprattutto se effettuata in modo cosi’ crudele”
“ No? Questo lo dite voi”
“ Sei solo un assassino pazzo e psicopatico” disse Thula con rabbia
“ E famoso, a quanto mi avete detto”
“ Gia’. Piuttosto, continuo a non capire perche’ con me e con Elana tu sia riuscito ad eccitarti e fare poi sesso in modo abbastanza normale”
“ Me lo chiedo da due giorni. Forse perche’ siete ambedue molto piu’ belle delle donne con le quali non c’ero riuscito” Thula scosse la testa. No, non era quello il motivo, ne era sicura. Poi scoppio’ in una risata nervosa e quasi liberatoria. John la guardo’ incredulo “ Cosa ci trovate da ridere in questo modo?”
“ Davvero non capisci? Tu, il mito, il famoso Jack lo squartatore, il terrore delle donne di Londra non sei altro che un omuncolo incapace di eccitarsi con una donna in modo normale” John alzo’ di nuovo le spalle
“ E quindi?”
“ Continui a non capire, vero? Non riesci a comprendere perche’ con me e con Elana la tua sessualita’ e’ diventata improvvisamente normale? Semplicemente perche’ io ed Elana siamo donne superiori. La mia soldatessa ti ha picchiato e stuprato e tu ti sei eccitato. Con me hai avuto timore, hai avvertito quell’ovvio senso di inferiorita’ che un maschio deve avere nei confronti di una donna e queste sensazioni ti hanno portato ad avere di nuovo un’erezione in modo normale. Persino pochi minuti fa, quando ci siamo baciati, hai avuto un’altra erezione. Capisci adesso? Jack lo squartatore ha bisogno di una donna che lo faccia rigare dritto per eccitarsi. Una donna superiore come quelle che ci sono nella mia epoca. Per eccitarti, ti basta avvertire questa superiorita’ e poi lasciarti dominare. Non sei altro che un uomo che ama sottomettersi alle donne. Ovviamente, se queste donne hanno tutte le carte in regola per dominarti come le abbiamo io, Elana e tutte le donne della mia epoca” John Terrence chino’ lo sguardo. Ecco cos’era quella strana sensazione che avvertiva con Thula. Oh si, ora lo capiva e non poteva non ammettere che la teoria di Thula fosse la sacrosanta verita’. Tutto gli sembrava piu’ chiaro dentro di lui. Appena aveva compreso con chi aveva a che fare, aveva stranamente accettato la situazione ma soprattutto era rimasto affascinato da quel modo particolare di proporsi che avevano quelle donne. La violenza di Elana, ma anche la dolcezza mista a severita’ di Thula, i loro comandi, lo avevano intrigato a tal punto di avergli fatto desiderare di vivere un giorno con una donna del genere pur avendo capito che quel tipo di donna pretendeva la massima obbedienza e il massimo rispetto. E quelle parole della soldatessa venuta dal futuro gli avevano fatto capire che lui sarebbe stato disposto a qualunque cosa pur di stare accanto a una donna del genere. Una donna dominante. Quelle altre, quelle maledette puttane come quelle che aveva ucciso, che lo prendevano in giro senza poterselo permettere, dovevano morire. Erano donnette che avevano avuto quello che si meritavano, anche quelle che non lo avevano deriso. Tanto, lo avrebbero fatto senz’altro se avessero scoperto quale fosse stato il suo problema. Donnacce. Le sentiva ridere e quelle risate le sentiva anche in quel momento e dovette turarsi le orecchie per non ascoltarle. Maledetto e beffardo destino. Era stato ad un passo dal gettarsi alle spalle il suo passato fatto di violenza nei confronti delle donne per vivere un futuro completamente all’opposto. E il bisogno che sentiva in quel momento non era piu’ di sentire il loro collo per poterle sgozzare, non era piu’ di toccare il loro ventre per poi aprirle e spargere i loro organi come aveva fatto fino ad allora ma semplicemente di rimettersi ai loro ordini. Soprattutto se accanto a lui ci fosse stata una come Thula.
La soldatessa intanto, prese in mano il teletrasporto e inseri’ le coordinate dell’abitazione di Parigi. Il giorno seguente avrebbe portato John nel suo presente dove avrebbe pagato le sue colpe. Il mito di Jack lo squartatore era resistito per oltre 450 anni ma da allora in poi sarebbe stato soltanto un miserabile assassino con grossi problemi sessuali. Thula prese il giornale e rilesse con un sorriso ironico la prima pagina che intitolava, a caratteri cubitali:
ANCORA NESSUNA NOTIZIA SU JACK LO SQUARTATORE. LA POLIZIA BRANCOLA NEL BUIO.
Che idiota che era stata! Ma come accostare quel giovane al piu’ temuto serial killer della storia? Si mise il giornale sotto il braccio e prese poi il contenitore dove c’erano i macabri ricordi degli omicidi e che sarebbe servito da prova per il processo mentre con l’altra mano afferro’ il braccio dell’assassino. Era vissuto in un periodo sbagliato. Se fosse nato nell’epoca post Paula Gibb, sarebbe stato un normale uomo dedito alla sua donna, obbediente e scrupoloso. E anche un buon amante. La comandante sospiro’. La sua indagine aveva portato a un esito sorprendente ma si era finalmente conclusa e John Terrence avrebbe pagato i suoi omicidi quasi sicuramente con la morte. Le dieci vittime del famoso Jack lo squartatore potevano ora riposare in pace. Prima di spingere il tasto del teletrasporto, Thula sorrise. Il suo mondo, la sua epoca non erano ancora perfetti ma il potere nelle mani delle donne li aveva resi migliori. Si, nel suo presente, uomini come John Terrence non avevano motivo di esistere e questo la rese improvvisamente appagata. Ora poteva tornare al suo lavoro di routine e salvaguardare la vita di Genevieve. Ma sapeva che lo avrebbe fatto con uno spirito diverso. Il passato non doveva tornare. Mai piu’.



FINE
view post Posted: 19/4/2024, 15:32     +1È possibile coinvolgere su un forum la parte Femdom senza corrispettivo economico? - Il Regno dell'Off Topic del Forum Legami di Seta
CITAZIONE (redskin @ 26/3/2024, 18:58) 
CITAZIONE (Max99pr @ 26/3/2024, 16:06) 
Quindi ritieni questo forum una cosa senza senso? Se è così perché sei qui? Giusto per capire non per polemizzare

No non è senza senso. Per i Master e le Sub ha senso. Per tutto il resto del mondo BDSM, è completamente inutile.
Io qui ci bazzico ogni tanto giusto per fare due chiacchiere, ma so benissimo che non ci troveró mai niente di utile al fine pratico.

Guarda che in un forum ci si deve anche confrontare e non cercare per forza qualcosa. Io sono dieci anni che bazzico questi forum tematici e non cerco niente. Ho già quello che mi serve. Però mi piace, quando trovo uno spunto a me congeniale, partecipare alla discussione, capire, dire la mia opinione e leggere quella degli altri. Almeno questa è la mia visione sull'uso dei forum. Evidentemente la tua è diversa.
view post Posted: 21/3/2024, 17:42     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Nono episodio

La donna governava il cavallo e la carrozza con sufficiente disinvoltura. Lei e le sue soldatesse avevano dovuto imparare a manovrare quello strano aggeggio ottocentesco per potersi muovere senza dare troppo nell’occhio. Certo, la modernita’ offriva parecchie altre soluzioni e il teletrasporto era quello piu’ ottimale. Potevano rimaterializzarsi con precisione millimetrica con le coordinate giuste ma non potevano certo sapere chi avrebbero incontrato al momento della loro apparizione e, se nella sua epoca questo era un fatto piuttosto usuale, nell’ottocento sarebbe stato traumatico vedere comparire delle persone all’improvviso dal nulla e il loro primo obbligo era quello di non dare nell’occhio e di interagire il meno possibile. Pertanto, nel limite del possibile, dovevano usare i mezzi che c’erano a disposizione in quel periodo storico. Intanto, il giovane inglese guardava con ammirazione la maestosa femmina a fianco a lui e Thula sorrise
“ Che c’e’ John? Perche’ mi osservi in questo modo?”
“ Sono tutte belle come voi o come Elana le donne della vostra epoca?” Sembrava sincero e Thula non riusciva a raccapezzarsi. Un uomo del 2457 non avrebbe mai osato rivolgersi a una donna in quel modo. E allora perche’ continuava a non fidarsi del tutto? Quella strana sensazione non la abbandonava
“ Dunque, mi trovi bella?” chiese osservandolo
“ Non credo di aver mai visto una donna cosi’ bella”
“ Ti ringrazio, John. E per rispondere alla tua domanda, credo che nel 2457 le donne siano tutte molto simili a me”
“ Ma come e’ possibile? Voi siete altissima, avete un corpo che e’… Oh beh, non so dire cos’e’ il vostro corpo, signora ma e’ molto piacevole osservarvi”
“ Ad essere sincera, posso dire di avere un certo successo con gli uomini e quindi presumo che mi trovino attraente anche i maschi della mia epoca. Fisicamente, siamo tutte alte, quanto e piu’ degli uomini. Poi e’ ovvio che ci sono donne belle e altre meno belle, proprio come in quest’epoca”
“ Tutte alte come voi? E con il vostro fisico?”
“ Diciamo che l’altezza varia ma e’ quasi impossibile trovare una femmina che non sia piu’ alta di te. Quanto al fisico, io e le mie soldatesse siamo molto allenate e abbiamo quindi un fisico piu’ sviluppato della media ma tutte le donne della mia epoca tendono ad avere un corpo atletico e allenato
“ Quindi, voi siete cosi’ forti perche’ fate degli allenamenti particolari?”
“ No John. Noi siamo piu’ allenate e quindi piu’ forti e agili di una donna normale ma anche senza allenamenti una donna e’ considerevolmente piu’ forte di qualunque uomo e questo dipende dall’invenzione di Paula Gibb”
“ Cosa avrebbe scoperto questa donna?”
“ Ok, stiamo al gioco John e fingiamo che tu sia davvero nativo di quest’epoca ma se scopro che mi stai mentendo e che ti stai prendendo gioco di me pagherai anche questo”
“ No signora. Non sono un tipo molto sincero ma stavolta e’ la sacrosanta verita’” ribatte’ l’inglese
“ Ok. Paula Gibb scopri’ semplicemente un ritrovato che permise alle donne non solo di crescere in altezza ma anche di migliorare tutte le prestazioni fisiche e intellettive. E quindi, noi femmine siamo molto piu’ forti, piu’ veloci e naturalmente piu’ intelligenti dei maschi. E la cosa sensazionale fu che questo ritrovato scientifico non faceva effetto sugli uomini. Nell’arco di pochi anni, le donne presero quindi il potere in tutto il mondo”
“ E se qualche donna non avesse preso questa sostanza?”
“ Giusta osservazione. Inizialmente, ci furono popoli che boicottarono tale sostanza ma fu un gioco da ragazzi inserirla nell’acqua potabile di tutti i popoli del mondo in modo che ovunque ci fossero donne piu’ forti e piu’ intelligenti degli uomini e naturalmente che fossero al comando. E la cosa meravigliosa e’ che queste caratteristiche si tramandano da madre in figlia”
“ E quindi, se una donna partorisce un maschio, questi crescera’ debole mentre se invece fosse una femmina, diventera’ bella e forte come un toro?”
“ Sei sveglio John. Si, e’ cosi’. Ma non solo. Questa sostanza accrebbe anche le caratteristiche dominanti e i maschi ben presto divennero succubi delle donne”
“ E a voi piace tutto questo?”
“ Non saprei vivere in un altro modo. Non riuscirei ad avere un maschio che mi dica cosa fare e cosa non fare, come accade in questo secolo e come accadra’ per molto tempo ancora ma devo essere io ad avere il potere con un uomo”
“ E anche a voi piace picchiare un uomo?”
“ Se non e’ strettamente necessario, no. L’importante e’ che l’uomo obbedisca e posso assicurarti che non esistono piu’ da anni uomini che si ribellano al volere delle donne”
“ E’ incredibile” farfuglio’ John
“ Per me e’ incredibile cio’ che vedo in questo secolo”
“ E dunque, la ragazza che io volevo…”
“ La ragazza che tu volevi violentare e’ un’antenata di Paula Gibb”
“ Ma…. Paula Gibb non mi sembra proprio un nome francese mentre quella ragazza lo è”
“ Oh beh, nel corso dei secoli i discendenti di Genevieve si sparsero un po’ in tutto il mondo”
“ E voi dovete controllare tutte queste persone?”
“ Si. E’ assolutamente necessario e questo implica un notevole sforzo da parte di tutti i Governi. Se qualcuno che viene dalla mia epoca dovesse uccidere uno solo degli antenati di Paula Gibb, questa non nascerebbe e probabilmente noi donne saremmo ancora sottomesse agli uomini. E nessuna donna vorrebbe ritornare a un’epoca dove sono i maschi il sesso forte”
“ Mio Dio, e’ incredibile”
“ E’ storia, mio caro John. Devo aggiungere che nessun uomo ha la possibilita’ di reperire una macchina del tempo ma i rischi sono troppi per non prendere qualche precauzione”
“ Come mai nessun uomo puo’ usare questa macchina del tempo?”
“ Perche’ proprio per la loro pericolosita’, queste macchine sono strettamente sorvegliate. Non sono oggetti che puoi comprare da qualunque parte”
“ Vi converrebbe distruggerle”
“ Gia’ forse. Ma non sono cose che competono a me. Sono le rappresentanti dei vari Stati che dovrebbero mettersi d’accordo su cose del genere. Ma forse ci sono troppi interessi sotto per distruggere uno strumento che ha comunque molte utilita’ se usato nel modo giusto”
“ Ah, capisco” osservo’ l’inglese. Thula lo guardo’ sorridendo
“ Altre domande prima che ti inietti quella sostanza che ti inibira’ la parola?”
“ Stavo pensando alla macchina del tempo”
“ Cosa ti incuriosisce?”
“ Mi chiedevo… Non so spiegarvelo signora, io non sono molto istruito ma se voi siete qui adesso, cioe’ nel vostro passato e poi tornate al vostro tempo e poi tornate di nuovo un minuto prima. Ecco, ci sarebbero due come voi nello stesso identico momento”
“ Giusta osservazione. La macchina del tempo non funziona in questo modo. Ci sono degli spazi temporali…”
“ Cosa sono?” Thula guardo’ l’uomo. Continuando a sostenere l’ipotesi che appartenesse a quest’epoca, era piuttosto complicato trovare una spiegazione che lui potesse comprendere”
“ Vedi John, nessuno di noi puo’ andare nel passato digitando una data comprensiva di ora, giorno, mese e anno. La cosa e’ piu’ complicata. Si deve aprire uno spazio temporale. Le autorita’ hanno deciso che questi spazi temporali debbono essere aperti a distanza di dieci anni esatti l’uno dall’altro proprio per evitare che possa accadere una situazione come quella che hai previsto. Nel momento in cui quello spazio temporale e’ stato aperto, questo non puo’ essere piu’ modificato”
“ Non riesco a comprendervi, signora”
“ Cerco di spiegarmi meglio. Questo spazio temporale e’ stato aperto a partire dal 1882, quindi, basandoci sulla data odierna, sette anni fa. Se io ritorno nel mio tempo e poi decido di ritornare immediatamente in questo secolo, io non posso tornare indietro di tre, quattro o sei anni prima e nemmeno due minuti prima ma debbo per forza proseguire su questo spazio temporale che non e’ modificabile e quindi io appariro’ esattamente nel 1889, pochi istanti dopo ovviamente, proprio perche’ questo spazio temporale non puo’ piu’ essere interrotto ma deve proseguire per la sua strada naturale” John rimase pensieroso ma era un giovane intelligente, seppur non particolarmente istruito
“ Quindi, non potete tornare indietro nel tempo come voi volete”
“ No, non si puo’. O meglio, si dovrebbe tornare nello spazio temporale precedente e uno come te potrebbe incontrare il John Terrence che aveva diciannove anni. Oppure, in quello successivo e trovarsi invecchiati di dieci anni”
“ Oh mio Dio quant’e’ complicato!” fece John mettendosi le mani in testa
“ Non piu’ di tanto. Basta comprendere i meccanismi che regolano i viaggi nel tempo. Inoltre, per terminare la spiegazione, io posso tornare quando desidero nel mio presente e sara’ un presente non come quello che io ho lasciato ma con l’aggiunta del tempo che io ho trascorso in questo secolo”
“ Cioe’, se voi trascorrete un anno nel mio secolo, tornando nella vostra epoca anche quella sara’ aumentata di un anno”
“ Esattamente. E la stessa cosa vale se trascorro un anno nella mia epoca. Tornando in questa non saremmo piu’ nel 1889 bensi’ nel 1890”
“ Ho capito. E quindi voi dovrete controllare la francesina, Genevieve, fino al giorno della sua morte?” Thula sorrise
“ No, fino al giorno in cui mettera’ al mondo il bambino che diventera’ l’antenato di Paula Gibb. Da quel momento in poi, le nostre forze saranno dedicate alla salvaguardia di quella persona e se qualcuno dovesse uccidere la ragazza dopo che lei ha partorito, cio’ non influira’ sul futuro”
“ Ma se voi provenite dal futuro, il figlio di Genevieve e’ gia’ nato”
“ E infatti c’e’ una squadra di soldatesse che lo sta proteggendo. Questo accade nello spazio temporale susseguente mentre in questo dobbiamo attendere che l’evento si verifichi”
“ E dovete proteggere anche la persona che mettera’ incinta Genevieve?”
“ Ovviamente si, almeno fino a che non sara’ avvenuto l’ingravidamento” John Terrence scosse la testa mentre i suoi occhi osservavano il panorama di fronte a lui ma la sua mente vagava verso altre situazioni, verso ricordi di quando era bambino, ricordi che aveva cacciato dalla sua mente e che, alle parole di Thula, vennero fuori di nuovo prepotentemente
“ Secondo me e’ una sciocchezza”
“ Cosa sarebbe una sciocchezza?” chiese Thula incuriosita
“ Il fatto che voi cerchiate di proteggere gli antenati di quella Paula Gibb soltanto fino al momento della nascita del discendente”
“ E perche’ mai?”
“ Voi mi avete detto che nascera’ un maschio che diventera’ a sua volta l’antenato diretto di quella Paula, giusto?”
“ Certamente”
“ Beh, per quel bambino un conto sara’ vivere con due genitori, un altro e’ vivere da orfano oppure con genitori che non ti vogliono bene. Il bambino crescera’ diversamente. Se uno dovesse uccidere Genevieve e suo marito anche dopo che lei ha partorito il bambino, questi non crescerebbe nello stesso modo e avrebbe una vita completamente diversa. Pertanto. potrebbe non incontrare la donna con la quale fare il figlio che diventera’ poi a sua volta l’antenato di quella scienziata ” Thula ascolto’ attentamente. Non era affatto sbagliato il ragionamento di quel giovane. Gia’, non era importante soltanto che gli antenati della Gibb fossero preservati vivi ma anche che facessero il loro percorso nello stesso modo
“ E perche’ mi dici una cosa del genere? Sei un maschio e dovresti essere felice se qualcosa minasse quest’equilibrio che si e’ creato” John scosse la testa
“ E a me cosa cambierebbe?”
“ Tanto per cominciare, io non sarei qui a proteggere Genevieve e quindi tu potresti non essere mio prigioniero”
“ Gia’. Ma tanto, malgrado questa mia confidenza, non potrei piu’ fare niente, oramai”
“ In effetti, non credo che tu possa fare molto ormai e il tuo futuro sembra comunque segnato. Non credo che potrai rimanere a lungo nel tuo secolo, sempre ammesso che quello che sostieni sia la verita’. Ormai sai troppe cose e una tua permanenza in quest’epoca e’ da considerarsi ormai finita. Sperando che la tua scomparsa non pregiudichi il futuro del pianeta. Quando avro’ terminato la mia indagine e avro’ dato il mio giudizio sull’intera faccenda, tu verrai nel mio presente e sarai giudicato da una giuria per quella che sara’ la tua colpa” John Terrence tacque. Una miriade di pensieri si mescolavano nella sua mente. Quindi, sarebbe andato nel futuro. Era sconvolgente. E i suoi desideri? Le sue ossessioni? Strano ma sembrava pensarci di meno da quando... Da quando aveva fatto l’amore con Elana. Era tutto cosi’ assurdo ed era cosi’ immerso nei suoi pensieri che non si rese nemmeno conto che erano ormai giunti nel centro di Parigi. Stava per iniziare la sua lotta per tentare di discolparsi o comunque per cercar di avere la pena piu' lieve possibile e avrebbe dovuto vincere assolutamente quella lotta. Quelle donne non scherzavano affatto.
view post Posted: 18/3/2024, 15:24     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Ottavo episodio

L’astinenza dal sesso aveva velocizzato l’arrivo dell’orgasmo di Elana che si accascio’ spossata sul corpo di John. Anche l’uomo aveva appena goduto, quasi per magia contemporaneamente alla sua stupratrice, e ora la osservava negli occhi. Quello che aveva appena vissuto era stato qualcosa di magico, di incomprensibile per la sua mentalita’. La donna intanto, sembrava essersi ripresa da quell’orgasmo eccezionale e si guardo’ intorno. Sperava che la sua comandante le desse il permesso di tenersi questo giovane per qualche giorno ancora. Aveva ancora voglia di sesso. Lei aveva sempre voglia di sesso ma sapeva anche essere razionale e sapeva che avrebbe dovuto attendere l’ordine della sua superiore che irruppe in quel momento nella stanza e guardo’ i due corpi nudi uno sopra l’altro
“ Rivestitevi” ordino’. Era visibilmente contrariata. Quello che aveva appena fatto fare alla sua soldatessa era contro ogni regola e non era affatto fiera di quella decisione ma lei doveva sapere. Il futuro del mondo, anzi, il suo presente, dipendeva da lei e potevano esserci altri uomini che avrebbero potuto provare ad uccidere Genevieve o Jean Luc. Oppure avrebbero potuto tentare in altre epoche e trovare soldatesse piu’ disattente. Oppure sarebbe potuto essere un caso. Possibile? Possibile che tra tutte le donne esistenti a Parigi questo tipo avesse scelto proprio Genevieve per fare i suoi porci comodi? Osservo’ il tenente Elana e il prigioniero rivestirsi velocemente e quindi fece un cenno alla donna di lasciarla sola con l’uomo. Si mise seduta osservando l’inglese che invece si trovava ancora in piedi, quasi sconvolto per cio’ che era appena accaduto. Con un gesto cerco’ di risistemarsi i capelli e poi osservo’ la statuaria donna che gli stava di fronte
“ Allora John, vuoi ancora mentirmi e sostenere di essere un uomo di quest’epoca?” esordi’ Thula
“ Si signora”
“ E allora spiegami per quale motivo ti sei ribellato quando Elana ha cercato di fare sesso con te. Nessun uomo di questa epoca avrebbe fatto la stessa cosa ma avrebbe accettato piacevolmente l’amplesso. Cosa mi nascondi John? Sappi che io lo scopriro’ e non sara’ bello per te. Se tu invece confessi, ti prometto che diro’ che hai collaborato e avrai un giusto processo e potrai cavartela forse con il carcere a vita ma puoi avere salva la pelle” John chino’ il capo e cerco’ di riflettere rapidamente. Qualunque cosa lui avesse confessato sarebbe stata la fine per lui. Se avesse dovuto ammettere quello che non era vero, gli si prospettava il carcere fino alla fine dei suoi giorni. E se avesse detto la verita’? No, quello era proprio da escludere. Non poteva dire tutto. No, non poteva per nessuna ragione al mondo. Doveva innanzi tutto prendere tempo
“ Io sono di quest’epoca, signora. Sono un semplice aiutante di un medico e volevo soltanto fare l’amore con quella ragazza” disse l’inglese. Doveva insistere fino alla fine senza cambiare la sua versione
“ E allora perche’ non volevi fare sesso con Elana?” Gia’, perche? Anche su questo non poteva dire la verita’. Doveva riflettere alla svelta e trovare le parole giuste
“ Perche’… Non avevo capito che lei volesse fare l’amore. Pensavo che volesse picchiarmi ma poi alla fine, quando ho capito, non mi sono piu’ ribellato. E’ stato meraviglioso” John Terrence guardo’ Thula che si massaggio’ il mento dubbiosa. Continuava a pensare che quell’uomo le stesse nascondendo qualcosa ma la risposta sembrava plausibile. Aveva potuto constatare con i suoi occhi che l’uomo, dopo aver raggiunto l’eccitazione, si era praticamente consegnato nelle mani di Elana senza difendersi piu’. Sarebbe potuto andare senz’altro come l’uomo sosteneva ma doveva essere sicura prima di portare quell’uomo nel 2457 e farlo processare. Gia’ un processo. Sarebbe stato perlomeno insolito. Non esistevano piu’ violenze carnali nei confronti delle donne da almeno trecento anni e sicuramente le giudici e la giuria si sarebbero trovate in grossa difficolta’ nel valutare quell’uomo e il suo reato. Ma cosa fare? Rilasciarlo era ormai impossibile considerando tutto quello che era venuto a sapere. Oh, al diavolo. Ci avrebbe pensato in seguito. Intanto, doveva assolutamente scoprire chi fosse veramente John Terrence e capire come mai le risposte dell’inglese non la convincessero piu’ di tanto. Soprattutto, non convincevano il suo istinto. Guardo’ John che si era alzato andandole di fronte. Era davvero piccolino al suo cospetto e le arrivava a malapena al seno ma era un giovane di bell’aspetto anche se quel look di fine ottocento non era certo il massimo per valorizzare un maschio. Gli alzo’ il mento per costringerlo a guardarla negli occhi
“ D’accordo John. Capisci pero’ che io ho il dovere di sincerarmi se quello che tu hai detto e’ la verita’?”
“ E come?”
“ Semplice. Andiamo in Inghilterra a vedere se quello che mi hai detto corrisponde al vero”
“ A Londra?” L’uomo la guardo’ e sorrise. Gia’, perche’ no? Nella sua citta’ avrebbe potuto dimostrare che era veramente colui che diceva di essere. Avrebbe dovuto pensarci lui stesso per scagionarsi ma per fortuna quella donna sembrava essere comprensiva
“ Esatto John. Anche a Londra. Hai qualcosa in contrario?”
“ No signora. Cosi’ potro’ dimostrarle chi sono veramente” Si, poteva dimostrare a Thula che era veramente John Terrence o almeno l’uomo che era conosciuto, che era stimato, che era benvoluto e un sorriso gli illumino’ il volto. Poi pero’ improvvisamente si rabbuio’. Era andato via da Londra perche’ l’aria si stava cominciando a fare troppo pesante per lui e questa improvvisa rimpatriata avrebbe potuto metterlo in grosse difficolta’. Ma non sembrava esserci un’altra ipotesi percorribile e, malgrado non fosse l’ideale, tornare a Londra sembrava essere l’idea migliore, magari evitando certi luoghi, a cominciare da casa sua. Ecco, quello sarebbe stato un grosso problema e avrebbe dovuto inventarsi al piu’ presto qualcosa di plausibile. Certo, la sua situazione rimaneva drammatica e bene che gli poteva andare lo aspettava il carcere per alcuni anni. Che beffarda che sembrava essere la vita. Ma, visto che le altre ipotesi erano il carcere a vita o una condanna a morte, doveva provare a dimostrare a Thula di essere quello che sosteneva. Senza contare che, se avesse dimostrato di far parte di quest’epoca, avrebbe anche potuto impietosire quella donna che sembrava essere molto piu’ ragionevole di quella con la quale aveva fatto sesso e chiederle di essere liberato. Del resto, a loro sembrava interessare soltanto la salvaguardia della francesina e poteva essere un’ipotesi abbastanza plausibile. In caso contrario, se cioe’ avessero voluto soltanto condannarlo per la tentata violenza nei confronti di quella Genevieve, l’avrebbero gia’ portato nel futuro e comunque, l’ipotesi della tentata violenza nei confronti di una donna non sembrava essere un reato eccessivamente grosso o almeno non meritevole della morte. Al resto, ci avrebbe pensato al momento opportuno. Thula intanto, lo osservava pensierosa. Quell’idiota stava mettendo in difficolta’ la sua missione. Gli ordini erano stati perentori. Se qualcuno avesse provato ad uccidere uno degli antenati di Paula Gibb, maschio o femmina che fosse, bisognava scovare i suoi complici nel tempo in cui il tentato omicidio era avvenuto e poi portare tutti i terroristi nel presente dove poi un giusto processo li avrebbe condannati a morte. Gia’, ma come fare se il colpevole del tentativo di omicidio sembrava semplicemente colpevole di una violenza carnale e quindi di un caso fortuito? Forse, era stata troppo buona con quel John Terrence o come cavolo si chiamasse realmente e avrebbe dovuto forzare sulle torture per farlo parlare e la sua tenente Elana sarebbe stata ben felice di farlo. Gia’, quello era un altro problema. Che quella ragazza avesse delle tendenze psicopatiche le era stato chiaro fin dall’inizio ma aveva notato che era in grado di controllarsi e di attenersi agli ordini, cosa che ne faceva un ottimo elemento, forse il migliore del gruppo delle sue soldatesse. Il problema semmai stava sorgendo a causa della mancanza di sesso. Oh certo, a tutte loro mancava un bel ragazzo ma Elana sembrava non poterne proprio fare a meno e forse con quella violenza perpetrata ai danni dell’inglese sarebbe potuta arrivare fino in fondo a quell’anno di astinenza forzata. Quanto a lei, doveva dare il buon esempio e mantenersi distaccata anche se non era certo facile. Ma non era quello il momento di pensare al sesso e doveva pensare di risolvere il suo problema e cerco’ di ricapitolare la situazione. L’uomo si era introdotto nella camera di Genevieve per violentarla? Non aveva assistito alla scena ma poteva essere andata cosi’. Ma soprattutto, quel John Terrence sembrava essere sincero quando asseriva di essere di quest’epoca. Era questa la cosa strana perche’ lei si sentiva altrettanto sicura era che quell’uomo le nascondesse qualcosa. Ma cosa? Guardo’ di nuovo l’uomo
“ Dove alloggi visto che non sei di Parigi?”
“ In uno squallido e sordido letamaio che il padrone si ostina a voler chiamare albergo, signora”
“ Come si chiama?”
“ <la belle vue> Che se ho capito bene, in questa lingua del cavolo significa bella vista. Ironico considerando che ho una finestra dalla quale vedo solo sporcizia”
“ Sai come arrivarci, presumo”
“ Dal centro di Parigi dista appena dieci minuti. E’ facile ma non so dove ci troviamo adesso”
“ Giusta osservazione. Ci troviamo in una villetta in campagna, a mezz’ora dalle prime abitazioni di Parigi. Arriveremo in centro e tu mi indicherai la strada”
“ Per quale motivo volete vedere la locanda nella quale alloggio?” domando’ John incuriosito. Thula lo guardo’ sorridendo
“ Per prima cosa voglio vedere con i miei occhi se tu mi hai detto la verita’ e poi per farti prendere dei cambi d’abito. Staremo in Inghilterra almeno un paio di giorni e credo che sia il caso che ti porti appresso qualche altra cosa oltre il vestito che hai indosso, tra l’altro sporco di sangue dopo il trattamento che hai subito da Elana” Thula si giro’ lasciando Terrence solo coi suoi pensieri contorti e quindi si incammino’ uscendo dalla stanza dove incontro’ le sue due soldatesse
“ Ha deciso comandante?” la interrogo’ Mira
“ Si. Andro’ prima a vedere dove dorme John, anche per capire se nella sua stanza c’e’ qualcosa che lo possa ricollegare alla nostra epoca e dopo andro’ nella citta’ dove e’ nato e quindi a Londra per sapere se cio’ che mi dice e’ la verita’. Fra cinque minuti vado via, il tempo di mettermi uno di questi scomodissimi vestiti. Tu intanto, trova le coordinate giuste per teletrasportarci sia a Preston che a Londra senza che ci sia qualcuno intorno. E possibile?”
“ Posso farvi arrivare fuori citta’, comandante. Ma dopo dovrete camminare per un po’. Non possiamo correre il rischio di farvi teletrasportare nel centro di Preston o a Piccadily”
“ Va benissimo. Vorra’ dire che cammineremo un po’. Londra di quest’epoca e’ ancora abbastanza contenuta e non e’ certo enorme come quella che e’ sorta dal ventesimo secolo in poi”
“ Non posso nemmeno escludere che possiate trovare qualche contadino dove vi faro’ atterrare”
“ Correro’ il rischio. Quanto a voi, continuate il vostro lavoro insieme a Jedra e Orla. Durante la mia assenza dovrete essere ancora piu’ concentrate. Mi raccomando a te soprattutto, Elana. Lascia le tue pulsioni da una parte e torna ad essere la soldatessa che conosco
“ Stia tranquilla, comandante” Thula scosse il capo avanti e indietro facendo segno che tutto era a posto e quindi si rivolse di nuovo a Mira
“ Inserisci un segnalatore sottocutaneo al nostro giovanotto. Non posso certo rischiare che mi scappi. E non dargli spiegazioni”
“ Sara’ fatto, comandante” Thula si inoltro’ quindi nella sua stanza dove inizio’ a vestirsi. Che razza di abiti. Assolutamente privi di ogni comodita’. Almeno, quelli delle ricche dame sprizzavano l’occhio alla sensualita’, con scollature piu’ o meno profonde mentre lei, come le sue soldatesse del resto, aveva bisogno di indossare abiti che non attirassero troppa attenzione, cosa gia’ complicata a causa dell’altezza enorme per i canoni del periodo. Ma non poteva certo segarsi parte del corpo e qualche donna che raggiunge il metro e novanta ci sara’ stata pure alla fine dell’ottocento. Quando torno’ nella stanza dove l’aspettavano John e le due soldatesse, Thula ordino’ a Mira di raggiungerla
“ Gli hai inserito il chip?” chiese alla sua sottoposto senza farsi sentire dall’uomo
“ Certamente, comandante
“ Ti ha chiesto cosa gli stavi facendo?”
“ Ovvio ma non gli ho dato risposta, come lei mi aveva ordinato”
“ Bene. Vedi, il problema non e’ rintracciarlo. Dubito che mi possa sfuggire anche se un attimo di distrazione posso averla anch’io ma voglio testare le sue reazioni”
“ Intende nel caso decidesse di fuggire?”
“ Esatto. Noi lo rintracceremmo comunque in poco tempo ma avrei altro materiale che mi possa far avvicinare alla verita’” Mira scosse la testa
“ Ne dubito. Avra’ molta paura di lei. Sia che fosse un terrorista o sia che fosse di questo secolo, avra’ ben compreso come noi donne siamo esseri superiori e quindi ci pensera’ parecchio prima di prendere in considerazione un tentativo di fuga”
“ Questo e’ certo e glie lo ribadiro’ fra poco ma lui non deve sapere che se anche riuscisse a fuggire noi possiamo ritrovarlo in un batter d’occhio” Thula diede una leggera pacca sulla spalla di Mira e si avvicino’ all’inglese rivolgendogli un largo sorriso
“ Bene. Stiamo per trascorrere insieme un paio di giorni dopo i quali io decidero’ se tu sei un terrorista del tempo o semplicemente un tizio che voleva violentare Genevieve. Ti do un consiglio. Non provare a scappare perche’ te ne pentiresti. Anche la mia forza fisica e’ notevolissima, forse superiore a quella del tenente Elana e per te sarebbe molto spiacevole scoprire quello che io posso fare a un uomo. Comunque, per evitare che tu possa dire qualcosa che possa compromettere questa mia missione, ti iniettero’ una sostanza che ti impedira’ di parlare e quindi di interagire con chi andremo ad incontrare ma che lascera’ comunque vigile tutto il resto del tuo corpo. Prima che tu provi a fare qualche sciocchezza, voglio ricordarti che non sono solo superiore a te come forza fisica ma lo sono anche in tutto il resto e quindi sono molto piu’ agile e veloce di te. Faresti solo pochi metri prima che io ti possa riacciuffare e per te non ci sara’ una seconda occasione. Il mio trattamento sarebbe tale che riusciresti persino a rimpiangere Elana, senza contare che ti porterei subito nella mia epoca e diro’ che volevi uccidere Genevieve. Non hai idea di cio’ che soffriresti ma posso garantirti che ti pentiresti per tutta la vita di aver provato a fuggire. E’ chiaro John?”
L’uomo accenno’ di si con la testa e Thula prosegui’ “Bene. Dammi la lingua, allora”
“ Aspettate, signora. Ho qualche curiosita’ da togliermi. Potete sempre mettermi quella cosa sulla lingua prima di arrivare”
“ D’accordo John. Andiamo” acconsenti’ la comandante trascinando il giovane inglese al di fuori della villa dove una carrozza con due cavalli era pronta per essere impiegata. Per la prima parte di quella strana missione sarebbe stato meglio utilizzare i mezzi di trasporto dell’epoca.
view post Posted: 15/3/2024, 16:43     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Settimo episodio

Elana saluto’ militarmente la donna di grado superiore e rientro’ nella stanza dove il prigioniero era ancora guardato a vista da Mira. Fece segno con la testa alla sua collega di uscire dalla stanza dopodiche’ si avvicino’ a John. L’uomo si guardo’ intorno. Non gli piaceva rimanere da solo con quella donna, una donna bellissima ma estremamente pericolosa che poteva ucciderlo a mani nude. Aveva una considerevole paura e quello sguardo che continuava a vedere negli occhi di Elana lo stavano facendo addirittura tremare. Mai avrebbe creduto in vita sua di provare terrore per una donna ma quella che ora gli stava davanti non era una donna normale. O forse poteva esserlo nel suo tempo ma non in questo
“ Che cosa volete farmi, signora” sussurro’ tremando l’inglese
“ Hai paura eh?”
“ Si signora”
“ Ma davvero? Beh, fra poco ne avrai ancora di piu’ perche’ ho intenzione di divertirmi con te”
“ Cosa volete dire? Che significa che volete divertirvi con me?” Elana lo afferro’ per il polso e ancora una volta John senti’ su di se quella straordinaria potenza. Non riusciva a muoversi e quella sensazione di completa sottomissione era tremenda. Scivolo’ lentamente a terra mentre altre lacrime gli scendevano sul viso. Elana sorrise. Stava godendo di questa sensazione di potere assoluto. Le era sempre piaciuto manovrare i maschi a suo piacimento, piu’ di quanto facciano le altre donne. Certo, sapeva che non era una sensazione normale e spesso era stata costretta a trattenersi ma stavolta poteva fare quello che voleva. Poteva addirittura violentare un uomo. Oh quante volte l’aveva pensato vedendo un maschio che le piaceva ma questa volta era un ordine della sua diretta superiore e mai un ordine le era giunto cosi’ gradito. Tutti quei mesi di astinenza stavano per concludersi. Si sentiva gia’ bagnata. Il suo bisogno di sesso stava cominciando a diventare pazzesco e quel maschio ora la doveva accontentare. In fondo, lo poteva considerare grazioso. Piccolo di statura, come quasi tutti gli uomini di quest’epoca ma per il resto poteva andare. Aveva un viso piacevole e bei capelli castani, lunghi fin quasi sulle spalle, come si usava in quest’epoca. Ed era anche ben proporzionato, il che non guastava. E ora ce l’aveva nelle sue mani. Ammorbidi’ un po’ la presa per dargli modo di rialzarsi e, mentre con una mano continuava a bloccarlo infliggendogli dolore, con l’altra avvicino’ la testa dell’uomo alla sua. L’inglese non riusciva a comprendere. Non rientrava nella sua mentalita’. Quella donna stava cercando di baciarlo ma temeva che non si sarebbe certo fermata ad un semplice bacio. Non poteva reagire minimamente e sentiva la lingua della donna penetrare nella sua bocca. Era piacevole. No, era meraviglioso e per alcuni secondi si abbandono’ a quella sensazione ma poi la donna si stacco’
“ Non mi piacciono troppi preliminari. Spogliati” John non ebbe piu’ dubbi ormai. Quella donna voleva fare l’amore con lui. Il problema era che lui non poteva farlo. Non poteva. E come avrebbe reagito il tenente Elana di fronte a un suo rifiuto? E soprattutto, come avrebbero potuto credere poi a cio’ che aveva raccontato? Cerco’ di divincolarsi ma non ottenne altro che una potente sberla da parte della donna. Elana lo guardo’ e sorrise. Sapeva che quel giovanotto era destinato a capitolare, a meno che non fosse uno di quelli a cui piacevano gli uomini e non le donne ma in quel caso non avrebbe cercato di violentare la piccioncina Genevieve. E lei era troppo bella per non far eccitare un uomo. E, a proposito di eccitazione, la sua stava raggiungendo punte eccezionali. Lo spoglio’ lei stessa, quasi strappandogli di dosso gli umili indumenti che l’uomo indossava. Quell’idiota stava comunque facendo resistenza. Tutti cosi’ all’inizio mentre poi si abbandonavano all’amplesso. E pensare che in quest’epoca sarebbe dovuto essere esattamente il contrario. Forse il tizio non era stato completamente sincero e sarebbe potuto provenire anch’egli dalla sua epoca altrimenti non si spiegava il motivo della sua ritrosia. Ma adesso a lei interessava relativamente. Con una mano continuo’ a tenere fermamente l’uomo mentre con l’altra riusci’ a sbottonare la sua camicia dopo avergli tolto il cappotto e quindi scese piu’ in basso. Avvicino’ di nuovo la testa dell’uomo alla sua e cerco’ la sua bocca mentre contemporaneamente cerco’ il pene dell’uomo e fu una grossa delusione quando non senti’ la sua erezione. Come era possibile che quest’idiota non fosse eccitato alla sua presenza? Era arrabbiata. Molto piu’ che arrabbiata. Lo sollevo’ di peso e lo scaravento’ lontano mandandolo, per fortuna dell’uomo, su una specie di divano rosso di velluto che ne attuti’ la caduta. John non fece in tempo a benedire la sua fortuna che Elana gli era di nuovo sopra e la sua rabbia sembrava aumentata.
Affacciate di nascosto a vedere la scena, Mira e Thula scossero la testa in segno di disapprovazione
“ Cosi’ l’ammazza, comandante. Quella e’ una psicopatica violenta e malata di sesso”
“ Se continua a picchiarlo in questa maniera dovro’ intervenire” ammise la comandante
“ Ma perche’ glie l’ha fatto violentare?”
“ Per vedere le reazioni dell’uomo”
“ Che tipo di reazioni?”
“ Se avesse rifiutato le avances di Elana, come in effetti ha fatto, cio’ significherebbe che e’ della nostra epoca. Gli uomini del ventiseiesimo secolo hanno delle remore nei confronti di noi donne. Hanno timore a concedersi mentre quelli attuali e quelli che verranno in seguito, prima dell’epocale rivoluzione di costumi che ci ha portato a dominare il pianeta, difficilmente rifiutano una donna attraente. Diciamo che se e’ realmente di questo secolo gli sto facendo un favore mentre se invece e’ della nostra epoca sta avendo la giusta punizione”
“ Quindi, considerando la sua ritrosia, lei pensa che quel tipo ci ha preso per i fondelli?”
“ Sembrerebbe proprio cosi’”
“ Eppure, ci avrei scommesso che diceva la verita’”
“ Anch’io Mira. E comunque c’e’ qualcosa che non mi quadra in tutta questa faccenda”
“ Non c’e’ modo di accertarsi se quello che ci ha confessato corrisponde a verita?’” Thula rimase pensierosa per qualche attimo
“ Potrei tornare nel 2457 e controllare se questo John Terrence e’ esistito veramente ma dubito che risolveremmo qualche cosa”
“ Perche’ comandante”
“ Perche’ se si trattasse di un terrorista del tempo potrebbe aver preso l’identita’ di un uomo realmente vissuto. In questo periodo era facile che qualcuno scomparisse per i motivi piu’ disparati e non esserci quindi la sua data di morte”
“ E quindi?”
“ Aspettiamo” concluse Thula con una punta di amarezza
“ E stiamo attente che Elana non lo ammazzi” aggiunse Mira con un po’ di preoccupazione. Non le piaceva il comportamento della sua collega. Per lei gli uomini erano semplicemente esseri piu’ deboli da proteggere, esseri che dovevano si obbedire e rispettare qualunque donna ma non persone da picchiare e violentare. Scosse di nuovo la testa e alzo’ gli occhi al soffitto quasi per non vedere quel poveretto che stava rischiando di brutto nelle mani della giovane tenente.
Infatti, Elana era riuscita a prendere facilmente il controllo di John. La sua rabbia per la mancata erezione dell’inglese l’aveva fatta infuriare e schiaffeggio’ pesantemente l’uomo che non poteva far nulla per difendersi considerando la disparita di forza fisica tra i due. Si rannicchio’ per evitare di dare un bersaglio ancora piu’ grande alla furia della donna ma tutto sembrava inutile. Lo sapeva che avrebbe corso un grave rischio. Lo sapeva ma non poteva farci nulla. L’ultimo schiaffo, oltre ad averlo quasi stordito per la violenza con la quale era stato dato, lo aveva mandato steso in terra e quella donna proveniente dal futuro era di nuovo sopra di lui. Gli tolse le mani che cercavano di coprire il volto e gli afferro’ il mento per tenerlo fermo. Poi lo bacio’ ancora una volta. Perche’? Perche’ proprio a lui? E pensare che trovava quella donna estremamente attraente mentre la sua mano scivolo’ sul pene ancora inerte. No, non sembrava essere piu’ inerte. John sgrano’ gli occhi non credendo a cio’ che percepiva. Il suo pene stava prendendo vigore e si rafforzava sempre di piu’ mentre la donna continuo’ a baciarlo con forza. Era una sensazione stupenda e si lascio’ completamente andare rinunciando ad ogni difesa. Perche’ difendersi?
Elana sogghigno’. Finalmente, quell’uomo si era arreso. Che idiota! Pensava davvero di poter fare resistenza e di evitare quella logica conclusione? Accarezzo’ lascivamente il pene dell’uomo che ora si ergeva maestoso e si spoglio’ completamente. Sapeva che la sua comandante e la sua collega la stavano osservando ma la cosa non sembrava crearle problemi. Anzi, i loro sguardi sembravano aumentare la sua eccitazione. Avrebbero potuto vedere come si scopa un uomo dopo averne distrutto la resistenza. E quella sensazione le piacque enormemente.
Intanto, John alzo’ gli occhi per ammirare quella figura femminile. Il suo corpo, gia’ poco nascosto prima da quella tuta aderentissima, ora era completamente visibile ai suoi occhi. E si trattava di un corpo ben diverso da quello delle altre donne che aveva visto nude. Non aveva un filo di grasso e possedeva persino qualche muscolo che pero’ riusciva ugualmente a definire meraviglioso. Anzi, di gran lunga piu’ bello un corpo del genere cosi’ tonico rispetto a quelli decisamente piu’ morbidi della sua epoca. Molto piu’ di quanto avrebbe potuto sognare. Ed era completamente rasata, altra cosa piuttosto anomala ma in fondo, cosa c’era di normale in tutto cio’ che stava vivendo?
Elana si era finalmente spogliata e si era inginocchiata vicino al corpo di John steso a terra. Stavolta pero’ non aveva intenzione di picchiarlo e lo accarezzo’ per mettersi sopra di lui. L’uomo non faceva piu’ resistenza e questo, se da un lato le faceva piacere perche’ poteva finalmente scoparlo, dall’altro le diede un briciolo d’irritazione. Non le sarebbe dispiaciuto prenderlo con violenza ancora maggiore ma sembro’ accontentarsi. Fece scivolare il membro dell’inglese dentro di lei con estrema facilita’ e respiro’ profondamente. Quanto aveva desiderato questo momento? Sei mesi di castita’ forzata in questo schifo di periodo storico, con il divieto di portarsi persino giocattoli erotici che le avrebbero potuto alleviare quella castita’. Senza contare che altrettanti ne erano previsti prima di ritornare finalmente nella sua era, un’era dove le donne non erano schiave dipendenti dagli uomini come in questa ma dove tutto girava intorno a loro. Che fosse glorificata in eterno Paula Gibb. Ma ora non poteva permettersi di perdere tempo a pensare a queste cose. Senti’ il membro dell’uomo pulsare di desiderio e comincio’ a muoversi per assaporarlo meglio. Il suo movimento andava aumentando sempre di piu’. Non le interessava della persona che stava sotto di lei e tutti i suoi sensi erano tesi alla ricerca esclusivamente del suo piacere. Ma anche John stava godendo di quella situazione. Quella donna che lo stava cavalcando ferocemente gli stava facendo provare delle sensazioni assurde. Chiuse gli occhi e poi li riapri’ per osservare la bella amazzone sopra di lui. Era questo quindi il mondo del futuro? Un mondo dove i maschi sembravano essere soltanto dei giocattoli sessuali per le donne? Non poteva certo saperlo. Cio’ che gli era stato appena detto non gli consentiva di fare un’analisi di quel periodo che sarebbe andato a venire ma di certo, pur con tutte le privazioni che i componenti del suo sesso avrebbero avuto, c’erano dei lati che non sembravano dispiacergli affatto. Non capiva ancora del tutto cosa ma sapeva che gli piacevano e quella sua poderosa erezione ne era la prova lampante.
view post Posted: 11/3/2024, 17:26     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Sesto episodio

L’uomo riapri’ gli occhi per scoprire con orrore che era legato mani e piedi ad un divano e che aveva qualcosa in bocca che gli impediva di emettere qualunque suono. Si guardo’ intorno e riusci’ a vedere soltanto che si trovava in una stanza molto grande arredata con gusto ma non era certo quello il momento di soffermarsi sull’arredamento di quella casa in quella situazione. Era terrorizzato. Quella donna… Non riusciva a concepire cosa gli fosse accaduto. Era stato picchiato da una donna! E dove si trovava? Come era arrivato in quel luogo?
Il tempo trascorreva lento e l’uomo provo’ a riaddormentarsi per farlo trascorrere piu’ velocemente ma era maledettamente difficile farlo in quelle condizioni. Smaniava, si agitava, col respiro che gli mancava a causa di quel maledetto straccio in bocca e poteva respirare soltanto col naso. Un timido raggio di sole penetro’ dalla finestra e questo significava che era gia’ giorno. Era rimasto stordito per diverse ore. Quella donna lo aveva colpito con una violenza inaudita degna di un pugilatore. Oh no, molto di piu’. Con un pugilatore professionista sarebbe andato a terra ma forse non sarebbe rimasto svenuto quasi tutta la notte per un solo colpo. E come glie l’aveva dato quel colpo? Cerco’ di rammentare cio’ che era accaduto a casa di quella ragazza e gli venne in mente il momento topico, quando quella donna statuaria si trovava di fronte a lui, sorridente e sicura dei propri mezzi e ricordo’ il terrore provato mentre lei faceva scendere il suo braccio con la mano aperta. Aveva creduto che lo stesse per uccidere e invece doveva averlo colpito alla base del collo che era ancora molto indolenzito ma solamente per neutralizzarlo.
Finalmente, senti’ un rumore provenire dalla stanza accanto. Altri rumori di passi, di voci femminili e quindi noto’ tre figure che entrarono in quella stanza. Una la riconobbe immediatamente ed era la donna che lo aveva picchiato. Anche le altre due erano donne. Una era molto giovane, probabilmente come colei che lo aveva messo al tappeto ed era vestita allo stesso identico modo mentre l’altra, pur giovane anch’ella, sembrava avere qualche anno in piu’ e invece di una tuta nera ne indossava una grigia. Anche lei sembrava avere un corpo stratosferico, tonico e apparentemente molto forte. Portava i capelli biondi con una strana pettinatura mai vista prima nelle altre donne, con una frangetta che le scendeva vezzosa a coprire la fronte ed i capelli simmetricamente tagliati corti e che raggiungevano appena la base del collo. Non poteva fare a meno di definirla molto attraente anche se, anche lei, completamente differente dalle donne che aveva conosciuto finora. Anche questa donna era molto alta e forse lo superava di almeno una ventina di centimetri. Un’enormita’ considerando che lui aveva una stazza normale e raggiungeva il metro e settanta. La donna vestita di grigio mise una mano sulla sua pettinatura a caschetto per sistemarsela e poi fece un cenno a quella che lo aveva picchiato che si avvicino’ all’inglese e gli tolse il bavaglio. L’uomo fece un respiro profondo mentre la donna con la tuta grigia gli sorrise
“ Bonjour mon cher ami. Avez-vous bien dormi?” L’uomo cerco’ di strattonare inutilmente le corde che lo legavano
“ Non capisco. Non parlo francese. Non esiste nessuno in questo cazzo di paese che parli la mia lingua?”
“ Tranquillo caro. Noi parliamo perfettamente l’inglese”
“ Dio sia lodato. Chi siete? Come mai siete vestite in questo modo strano? Perche’ mi avete portato in questo posto? Come ci sono arrivato e perche’ mi tenete legato come un salame?”
“ Uh quante domande tutte insieme. Bene, credo che alcune risposte ti siano dovute. Io sono il comandante Thula Hendrick e tutte noi siamo le guardiane del tempo. Non sapevi che esistessero, vero? Pensavi che avremmo lasciato gli antenati di Paula Gibb da soli e senza protezione? In modo che quelli come te potessero ucciderli e cambiare il corso della storia?” L’uomo sgrano’ gli occhi. Non aveva la piu’ pallida idea di cosa la donna avesse detto
“ Non capisco. Le guardiane del tempo? Cosa significa? E chi e’ Paula Gibb?”
“ Significa che noi stiamo qui a proteggere il presente, il nostro presente. E non dirmi che tu non sai chi e’ Paula Gibb?”
“ Non lo so, lo giuro”
“ Ma davvero? Vuoi farmi credere che tu non conosci la donna che ha rivoluzionato il mondo? La donna che ha creato la sostanza che ha modificato il corpo e la mente di noi donne rendendoci superiori mentalmente e fisicamente a voi maschi?”
“ Io… Io non capisco”
“ Ma certo. Non ha importanza. Ora tu hai terminato con le domande visto che da adesso in poi le facciamo solo noi. E cerca di fare meno il furbo. Voglio sapere come ti chiami, chi sono e dove si trovano i componenti della tua cellula. E infine come vi siete rimediati una macchina del tempo” L’uomo rimase con la bocca aperta, guardando quelle strane e maestose donne. Non riusciva a capire nulla di cosa avesse detto tranne del fatto che aveva parlato di una macchina del tempo. Cosa diavolo voleva intendere?
Intanto, la donna che si era presentata con il nome di Thula non sembrava affatto gradire il silenzio del suo prigioniero e si rivolse sorridendo ad Elana
“ Il nostro amico ha bisogno di essere convinto. Ci pensi tu Elana?”
“ Con molto piacere. Lasci fare a me e vedra’ che questo tipo cantera’ come un usignolo” La donna si avvicino’. L’inglese sentiva ancora sulla propria pelle il pugno che lo aveva quasi stordito, la facilita’ con la quale lei lo aveva disarmato e soprattutto il modo in cui l’aveva mandato nel mondo dei sogni. Un brivido di paura percorse il suo intero corpo
“ No, no, ferma, che cosa vuoi farmi?” urlo’ disperato senza che Elana si facesse commuovere da quel grido di autentico terrore. Lo afferro’ per il bavero del cappotto, ruppe con estrema disinvoltura le corde che lo tenevano legato e lo alzo’ facilmente con la mano sinistra portandolo alla sua altezza. L’uomo cerco’ disperatamente di togliere quella presa ma era tutta fatica sprecata e lo schiaffo che gli arrivo’ in seguito lo fece sussultare”
“ Non ti ripetero’ le domande una seconda volta. Come ti chiami?”
“ John. Mi chiamo John Terrence” balbetto’ terrorizzato l’inglese, assurdamente sollevato da terra per oltre venti centimetri da quella donna
“ Bene John. Un’altra domanda. Dove si trovano i tuoi compari?”
“ Non ho nessun compare. Lo giuro” Elana fece partire un altro schiaffo che fece girare la testa al giovane inglese. Il sangue cominciava a scendere piuttosto copiosamente dalla sua bocca e dal naso e la testa gli girava come se si fosse bevuto una decina di birre
“ Risposta sbagliata. Vogliamo sapere i nomi dei tuoi complici e dove si nascondono”
“ Vi giuro che non so di cosa state parlando” Stavolta Elana non si limito’ ad uno schiaffo. Poso’ l’uomo per terra e poi lo colpi’ con due violenti pugni che fecero quasi volare John per la stanza. L’inglese atterro’ dolorante. Non riusciva a capire in che situazione si fosse andato a cacciare e quella donna era troppo forte per lui. Era inspiegabile. Come era possibile che una donna potesse avere una forza nettamente superiore alla sua? Si guardo’ intorno. Non poteva lottare contro quella donna troppo piu’ forte di lui ma poteva fuggire, anche se sulla porta c’era una delle altre due donne, quella che si e’ presentata come Thula. Le ando’ addosso cercando di spingerla ma si rese ben presto conto che le sembrava di spingere un masso del peso di diverse tonnellate. La donna col caschetto biondo non si sposto’ di un millimetro e sorrise al vano tentativo di John.
“ Ma cosa vuoi fare, idiota” gli disse bloccandogli i polsi e trascinandolo di nuovo al centro della stanza. Anche quella donna sembrava essere fortissima, molto piu’ di lui. E adesso di fronte a lui si stanziava di nuovo Elana che sembrava provare un sadico divertimento nel picchiarlo. Un rapido movimento, ancora due pugni e l’inglese crollo’ di nuovo a terra, con la faccia sempre piu’ sanguinante
“ Vi prego, basta. Non so di cosa state parlando” piagnucolo’. Elana lo sollevo e preparo’ un altro pugno ma per sua fortuna quella che sembrava essere il capo la fermo’
“ Basta Elana, altrimenti lo ammazzi e io lo voglio vivo. Almeno fino a che non mi ha detto tutto quello che voglio sapere”
“ Vi giuro che non capisco. E’ la verita’ dovete credermi”
“ Va bene, facciamo finta di crederti. Quindi tu sei di quest’epoca e non vieni come noi dal futuro?”
“ Ma certo che sono di quest’epoca”
“ Quando e dove sei nato?”
“ Nella campagna vicino a Preston, nel Lancashire, il 20 settembre del 1860 ma vivo a Londra da quando avevo dodici anni”
“ E ti chiami John Terrence?”
“ Si, esatto”
“ E veniamo alle domande piu’ complicate. Perche’ volevi uccidere Genevieve?” L’uomo si guardo’ intorno. Non aveva capito molto fino a quel momento ma non era certo uno stupido. Quella donna aveva detto che, da dove loro provenivano, le donne erano superiori agli uomini. Quella che sarebbe potuta sembrare un’eresia sembrava diventata improvvisamente plausibile, considerando il valore e la forza fisica di quelle donne che ora si trovavano di fronte a lui. E di conseguenza, lui stava correndo un grosso rischio. Soprattutto se avesse confessato. Doveva trovare una soluzione e trovarla al piu’ presto
“ Io… Io non volevo ucciderla. Non sapevo nemmeno come si chiamasse. L’ho vista ieri mattina e l’ho trovata molto bella. Io volevo… Volevo soltanto farci l’amore” riusci’ infine a dire
“ Dunque, volevi violentarla?” domando’ la donna presentatasi come Thula
“ Si, non volevo ucciderla”
“ E quindi tu non provieni dal futuro come noi e non hai cercato di ucciderla per cambiare il corso degli eventi?”
“ No, ve lo giuro. E come avrei potuto cambiare il corso degli eventi?”
Thula scoppio’ a ridere
“ Se tu avessi ucciso Genevieve, lei non avrebbe sposato Jean Luc e non avrebbe messo al mondo sei bambini tra cui l’antenato di Paula Gibb. Noi siamo qui per salvaguardare questi avvenimenti”
“ Oh mio Dio, voi provenite veramente dal futuro?”
“ E gia’. Noi veniamo dal 2457. Quello e’ l’anno del nostro presente” John scosse la testa
“ Sembra tutto cosi’ assurdo”
“ E quindi tu non hai dei complici che tentano di manomettere il passato e non hai usato una macchina del tempo per venire in quest’epoca?”
“ Noooo. Come ve lo devo dire?” Era stato costretto ad urlare. Tutto quanto gli sembrava assurdo, come se stesse in uno di quei romanzi di fantascienza che tanto sembravano piacere alla gente in quel periodo. Ma questa era la realta’, la sua realta’. Purtroppo per lui, la sua aguzzina non sembrava aver gradito troppo quell’urlo. Si avvicino’ e lo colpi’ con un violento pugno alla bocca dello stomaco. John si accascio’ per l’ennesima volta e il suo volto si rigo’ di lacrime che si mescolarono al sangue dei colpi precedenti
“ Quando ti rivolgi alla comandante non urli e le porti rispetto. Anzi, il rispetto lo porti quando ti rivolgi a una qualsiasi donna. Noi non siamo le donnine di questo secolo insulso ma femmine di livello superiore”
“ Basta Elana, credo che John abbia capito. Non e’ vero?” intervenne Thula
“ Si, ho capito. Come mi devo rivolgere?” biascico’ l’uomo
“ Beh, di solito i maschi si rivolgono ad una donna chiamandola signora. Sarebbe opportuno che anche tu facessi la stessa cosa quando interagisci con una di noi” rispose la comandante
“ D’accordo signora, ma dite a quest… altra signora di non picchiarmi piu’” gemette John
“ Dai, fai attenzione, Elana, altrimenti questo poveretto ti rimane sotto le mani”
“ D’accordo comandante. Ma basta che lei mi dia un ordine e lo rivolto come un calzino. Mi piace mettere le mani addosso agli uomini”
“ Me ne ero accorta. Bene John, se tu fai il bravo impediro’ al tenente Elana di picchiarti, altrimenti ti lascero’ solo con lei e accada quello che accada”
“ No, vi prego signora, quella mi ammazza. Vi scongiuro, diro’ tutto quello che volete, mi prendero’ le colpe di tutto ma non lasciatemi nelle sue mani” Il comandante Thula sorrise
“ Io non voglio che tu mi dica quello che voglio e soprattutto non voglio che tu mi dica una bugia. Comunque vada, tu ti sei macchiato di un reato gravissimo che, nel nostro presente, potrebbe comportare molti anni di carcere. Se invece l’avessi uccisa… Beh, ti attendevano anni di torture e la morte. Cosi’ ci comportiamo con quei temerari che osano uccidere una donna. E altrettanto spetta a chi prova a manomettere il passato per i propri tornaconti. Quindi, tu affermi di non venire dal futuro e di non essere entrato in possesso di una macchina del tempo?”
“ Si signora, ve lo giuro. Non immagino nemmeno come possa essere una macchina del tempo”
“ E allora caro John, cosa ci facevi a Parigi? Perche’ hai lasciato Londra?” L’uomo guardo’ sommessamente la donna. Sapeva che dalla sua risposta dipendeva la sua vita. Quelle donne non scherzavano affatto e possedevano una forza sovrumana. La sua risposta doveva quindi essere plausibile
“ Sono scappato”
“ Perche’?”
“ Avevo dei debiti di gioco e volevano farmi la pelle” rispose d’intuito
“ Perche’ avevi intenzione di violentare Genevieve?”
“ Perche’ lei e’ cosi’ dolce, cosi’ bella e io una ragazza del genere non la potro’ mai avere”
“ Quando l’hai deciso?”
“ Stamattina, quando l’ho vista per la prima volta”
“ Bene John. Ah, dimmi, qual era il tuo lavoro a Londra?”
“ Facevo l’inserviente di un medico, signora. Uno stipendio mediocre ma che mi permetteva di vivere”
“ In cosa consiste il tuo lavoro?”
“ Facevo tante cose ma soprattutto assistevo il medico durante le operazioni. Passargli gli attrezzi giusti, ad esempio. Sapete, un lavoro di molta responsabilita’”
“ E quel coltello col quale hai minacciato Genevieve e’ del medico?”
“ Esatto, signora”
“ Perche’ l’hai portato con te da Londra?” L’inglese riflette’ alcuni istanti sulla risposta da dare
“ Per potermi difendere. Non avevo mai visitato Parigi ma so che, come a Londra, puo’ capitare uno che ti pianta un coltello in gola per pochi spiccioli. E io mi sento meglio se ho una lama in tasca” rispose infine
“ Molto bene. Ora attendi qui. Vieni Elana, fammi compagnia. E tu Mira guarda il nostro prigioniero. Se prova a scappare spezzagli una gamba, cosi’ quella voglia gli passera’ del tutto”
“ Vi prometto che non scappero’ ma non fatemi picchiare ancora. Avete una forza spaventosa”
“ Tutte le donne del mio tempo ce l’hanno. Grazie a Paula Gibb. E questo e’ uno dei motivi per il quale non vogliamo che il passato venga toccato. Ci piace il nostro presente, ci piace che da noi siano le donne a comandare e voi a servire”
“ E’… E’ assurdo. Cioe’, non so spiegarmi”
“ Capisco, ma ti posso assicurare che ormai i maschi trovano la situazione molto gradevole. Probabilmente, si e’ ristabilito il giusto ordine gerarchico tra uomini e donne. Peccato che ci siano alcuni sparuti gruppi che tentano di insorgere” L’inglese fece un sorriso amaro
“ Ma davvero voi pensavate che io facessi parte di uno di quei gruppi?”
“ Si e ancora non mi sono fatta un’idea ben precisa anche se le tue risposte mi sembrano abbastanza coerenti” Thula usci’ dalla stanza seguita da Elana mentre l’altra donna rimase a guardare il prigioniero. Thula guardo’ la giovane tenente con aria interrogativa
“ Cosa ne pensi?”
“ Penso che se sta fingendo e’ un grande attore”
“ Gia’ lo penso anch’io, Elana”
“ Cosa ha intenzione di fare comandante?”
“ Non possiamo certo lasciarlo cosi’. Se anche fosse veramente di quest’epoca, gli abbiamo detto troppo di noi per poterlo lasciare libero e dobbiamo portarlo avanti nel tempo, nella nostra epoca”
“ E allora facciamolo”
“ Prima devo sapere veramente chi e’ questo tizio. Dovro’ fare delle indagini. Potremmo correre il rischio di alterare il futuro. Risulta qualche aggressione a Genevieve da ragazza?”
“ Non mi risulta, comandante”
“ Quindi, il tentativo di aggressione non ha inciso poi nel futuro e questo e’ gia’ un buon segno. Ma, come ho sostenuto prima, se noi portiamo questo John nel 2457, potremmo cambiare il corso della storia. In seguito, questo tizio potrebbe fare dei figli e poi avere dei nipoti e pronipoti che potrebbero aver fatto qualcosa di eclatante. Dobbiamo prima di tutto sapere chi sia veramente questo John Terrence e poi valutare i pro e i contro di qualunque eventuale decisione. Questa e’ la prima volta che interagiamo con gli abitanti dell’epoca e non voglio correre rischi”
“ Quindi?” Thula rimase pensierosa per alcuni istanti poi guardo’ Elana e sorride
“ Io continuo a fare quella buona e tu quella cattiva”
“ Vado dentro e lo percuoto, allora?” Thula sospiro’ nervosamente
“ No Elana. Violentalo” ordino’ infine alla sua soldatessa
Il tenente Elana guardo' la sua comandante e un sadico sorriso si formo’ sulla bocca
“ Con molto piacere, comandante” rispose infine la statuaria soldatessa
view post Posted: 7/3/2024, 14:25     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Quinto episodio

Mira guardo’ l’orologio e sospiro’
“ Dai Orla, ancora dieci minuti e andiamo a dormire”
“ Uffa che noia. Speriamo che Elana sia puntuale. Non vedo l’ora di mettermi sotto le coperte”
“ Figuriamoci chi ti sente. Oggi poi e’ stato straziante. Ma pensi davvero che ci possa essere un tipo che ha seguito la piccioncina?”
“ Elana non e’ una stupida. Se l’ha detto significa che il pericolo e’ reale. E poi la comandante ci ha detto di triplicare l’attenzione e quindi massima allerta” concluse Mira proprio quando Elana apparve d’incanto dinanzi ai loro occhi. Non era vestita da contadina stavolta ma indossava una strana tuta nera aderente che terminava dentro a degli stivali senza tacco. Alla vita aveva una cinta dalla quale pendeva un’arma ed ora, vestita in quel modo, la bellezza della giovane veniva fuori in modo quasi prepotente. Il corpo era forte e atletico, perfettamente proporzionato con la sua notevole statura e i suoi seni rigogliosi sembravano quasi esplodere all’interno di quella tuta cosi’ aderente mentre il suo viso possedeva splendidi lineamenti regolari mentre i suoi capelli neri e ondulati le scendevano finalmente liberi sulle spalle. La giovane saluto’ le due colleghe affettuosamente. Anche loro possedevano lo stesso tipo di abbigliamento e anche loro erano fisicamente strutturate alla perfezione, alte, slanciate ma molto atletiche
“ Ciao Elana “ la saluto’ affettuosamente Mira mentre Orla le strinse la mano con forza “Sei pronta e riposata per trascorrere la notte?”
“ Diciamo di si anche se invece di essere teletrasportata in questa carrozza avrei preferito farlo in qualche altro luogo”
“ E dove di preciso?” domando’ Orla con curiosita’
“ Mah, ad esempio in un club per sole donne. Con un gran numero di ragazzi disponibili. Purche’ siano giovani, belli e particolarmente focosi” rispose Elana sorridendo
“ Ancora con questa storia? Ma possibile che pensi soltanto ai maschi?”
“ Mi piacciono e sono sei mesi che non ne metto uno sotto di me. Che dite? Ce l’avro’ un po’ di desiderio?”
“ Parliamo di cose importanti, Elana” intervenne Orla “Il tuo tizio vestito come Sherlock Holmes non si e’ visto ed e’ tutto tranquillo ma adesso che sei da sola non pensare agli uomini altrimenti ci ritroviamo ad essere di nuovo le loro servette”
“ Sempre ammesso che noi ci saremo” fece eco Mira
“ Tranquille. Ho tutto sotto controllo” rispose Elana guardando sullo schermo la leggiadra figura di Genevieve che dormiva beata nel suo letto
“ Dall’altra parte ci sono notizie?” prosegui’ Orla “Con Jean Luc e’ tutto tranquillo?”
“ Si tutto tranquillo anche se col promesso sposo della piccioncina le cose sono un tantino piu’ complicate. Fa tardi la sera ed e’ molto piu’ difficile per le nostre colleghe seguirlo mentre quel coglione si va ad ubriacare”
“ Gia’. Ho sentito la nostra comandante che parlava con la sua collega addetta alla sorveglianza di Jean Luc e poi mi ha riferito che a turno una delle ragazze si deve travestire da uomo per potergli stare vicino anche in luoghi dove per le donne sarebbe sconveniente entrare”
“ Si, l’ho sentito anch’io. Per fortuna a noi tocca Genevieve, allora. Ok ragazze, andatevene pure a dormire. Chi mi dà il cambio domattina?”
“ Io e Jedra” risponde Orla”
“ Bene. Allora il pomeriggio mi tocca con te, giusto Mira?”
“ Giusto. Fai buona guardia” Le due atletiche ragazze si posizionarono al centro della carrozza e dopo un secondo Elana le vide scomparire grazie al teletrasporto. Tempo dieci minuti e sarebbero state al calduccio nei loro letti. Elana sospiro’ e guardo’ gli innumerevoli schermi da controllare. Tutto era tranquillo ma sapeva che non poteva permettersi il lusso di rilassarsi nemmeno per un secondo. Otto ore erano lunghe e ad Elana, come al solito, sarebbero sembrate eterne ma la paga era dieci volte superiore rispetto a quella che prendeva e al termine di quell’anno avrebbe potuto pensare a farsi un futuro. Se avesse incontrato il ragazzo giusto, ovviamente, uno in grado di farle dimenticare quegli impulsi violenti che ogni tanto facevano capolino dentro di lei. Sarebbe andato bene anche un marito tradizionale, uno tranquillo che fosse stato in casa ad aspettarla, che si fosse occupato di lei e della casa. Un ragazzo docile, servizievole, innamorato e che naturalmente non avrebbe osato alzare la testa nei suoi confronti. E magari un po’ focoso sotto le lenzuola. In fondo, cosa chiedeva di tanto anormale?

L’inglese non sentiva il freddo pungente della notte parigina. Tutti i suoi sensi erano tesi allo spasimo. Si era nascosto dietro un muretto ad un centinaio di metri dall’abitazione della fanciulla ma poteva vedere la sua finestra e se l’immaginava mentre dormiva e gli sembrava quasi di percepire il suo profumo. Il profumo della sua pelle, lieve e delicato e non quello pungente delle prostitute. Decise di attendere ancora qualche minuto anche se gia’ da diverse ore il silenzio era praticamente completo. La strada era deserta, a parte una carrozza senza cavallo che aveva gia’ notato quella mattina e che sembrava essere stanziata in modo permanente sotto la casa di quella deliziosa fanciulla. Ma quella carrozza scomparve presto dai suoi pensieri che erano concentrati unicamente sul suo obiettivo. Era giunto il momento. Si alzo’ e percorse quel breve tragitto in pochi secondi. Aveva memorizzato tutti i suoi movimenti e si muoveva velocemente. Scavalco’ agilmente il cancello e comincio’ a scalare il muro. Doveva stare attento ma non sembrava affatto complicato. Gli appigli sembrava che fossero stati messi li’ proprio per favorirlo e la sua andatura era veloce e abbastanza sicura. Pochi secondi ancora e sarebbe stato all’interno dell’abitazione.
Nel frattempo, dentro la carrozza, Elana guardo’ lo schermo dove Genevieve dormiva tranquilla il sonno dei giusti poi il suo sguardo si sposto’ all’esterno della carrozza dove tutto sembrava essere tranquillo poi sulla facciata del palazzo e i suoi occhi si sgranarono
“ Oh cazzo!” esclamo’. L’uomo, quell’uomo che aveva gia’ notato quella mattina si stava arrampicando con agilita’ lungo il muro ed era ormai a pochi passi da Genevieve. Non fece nemmeno in tempo a maledirsi. Cerco’ con lo sguardo il suo teletrasporto ma avrebbe perso troppo tempo per inserire le coordinate della stanza della fanciulla. Doveva agire e farlo nella maniera tradizionale. Pochi secondi ed era gia’ fuori dalla carrozza e si stava inerpicando con un’agilita’ impressionante lungo il muro, facendo la stessa strada che l’uomo aveva appena fatto ma ad una velocita’ nettamente superiore. L’uomo pero’ era ormai gia’ dentro la stanza della giovane fanciulla. Aveva rotto il vetro della finestra con il gomito ma il rumore era stato sordo ed era riuscito ad entrare nella stanza senza svegliare la ragazza. Penetro’ lentamente. Sorrise sentendo la lama del suo coltello nella tasca del suo cappotto e lo tiro’ fuori. Era lungo e affilato e lo posiziono’ sulla gola della fanciulla e poi mise la mano sinistra sulla bocca della giovane che finalmente si sveglio’. Non ci volle molto per lei a capire che si trovava in una brutta situazione e i suoi occhi si riempirono di terrore. Ma non riusciva a muoversi. La mano di quello sconosciuto era troppo forte per lei e senti’ il freddo della lama sfiorarle prima la gola e poi scendere lungo il corpo. L’inglese sorrise. Era giunto finalmente il momento. Si beo’ del terrore di quella fanciulla e avrebbe voluto imprimere nella sua mente quello sguardo. Era eccitato mentalmente e talmente preso da quello sguardo che noto’ solo all’ultimo secondo quella maestosa figura vestita di nero che aveva appena scavalcato agilmente la finestra e si stava dirigendo verso di lui. Non volle lasciare la presa e rimase fermo sopra la ragazza senza riuscire a percepire immediatamente il pericolo di quella statuaria figura femminile che si stava avvicinando. Quando lo capi’, era troppo tardi. Il pugno di Elana fu tremendo. Lo colpi’ in pieno volto e lo scaravento’ fuori dal letto di Genevieve. Aveva fatto a pugni diverse volte ma non aveva mai sentito in vita sua una potenza simile. La testa gli girava vorticosamente e faceva fatica a rialzarsi. Elana passo’ poi la sua attenzione a Genevieve. Le sorrise e con il dito sulla bocca le disse di fare silenzio. La fanciulla stranamente capi’ che poteva fidarsi e non urlo’ mentre la donna vestita di nero le si avvicino’. L’accarezzo’ e poi, rapidamente, con due dita le afferro’ il collo e glie lo strinse per una frazione di secondo. Genevieve reclino’ il capo. Non le aveva fatto del male e ora la ragazza dormiva di nuovo tranquilla. Si sarebbe svegliata al mattino ed avrebbe avuto soltanto un forte mal di testa e forse tutto le sarebbe sembrato un sogno se non fosse per la finestra rotta. Elana volse poi lo sguardo di nuovo verso l’uomo avvicinandosi a lui che, nel frattempo, era riuscito ad alzarsi pur barcollando notevolmente. Era riuscito comunque a raccogliere il coltello col quale aveva minacciato Genevieve e lo brandiva nuovamente, stavolta contro quella strana donna vestita in modo assurdo. Malgrado la situazione, non pote’ fare a meno di ammirarla. Possedeva una bellezza particolare e totalmente diversa da tutte le donne che aveva conosciuto e incontrato. Il suo corpo, incredibilmente fasciato in quello strano vestiario, sembrava quasi nudo. Emanava fascino e potenza e quella potenza l’aveva appena sentita sul suo corpo. La donna continuo’ ad avanzare. Era incredibilmente sicura di sé, malgrado fosse a mani nude e il suo avversario stringeva invece un coltello di notevoli dimensioni. L’uomo tento’ una sortita ma Elana era incredibilmente agile e schivo’ abilmente il fendente afferrandogli il polso. Una lieve torsione e il coltello scivolo’ in terra e l’uomo capi’ che per lui era finita. Non fece in tempo nemmeno a lanciare un urlo di dolore. Un solo colpo dato a mano aperta sul collo e l’uomo perse i sensi. La donna raccolse il coltello e se lo mise nella cintura e quindi sollevo’ l’uomo ormai svenuto. Non sembrava fare alcuna fatica mentre se lo metteva sulle sue spalle e mentre scivolava di nuovo lungo il muro con un’agilita’ degna di un artista del circo. Se qualcuno avesse visto quella scena non avrebbe creduto ai propri occhi ma fortunatamente nessuno sembrava essere nei paraggi e la sua tuta nera si mescolo’ con l’oscurita’ della notte. Rientro’ nella carrozza e scaravento’a terra il corpo inanimato dell’uomo. Quel tipo si sarebbe svegliato non prima che il sole fosse sorto su Parigi.
view post Posted: 4/3/2024, 15:24     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Quarto episodio

Genevieve Boisson aveva terminato la sua visita a Montmartre e doveva tornare indietro. I suoi genitori erano moderni e le permettevano quelle passeggiate mattutine ma sapeva che non doveva esagerare. Era pur sempre una giovane fanciulla di diciannove anni e non stava bene che camminasse da sola per le strade di Parigi. Ma i tempi stavano cambiando e lei si sentiva una ragazza moderna ma sapeva anche che c’erano certe regole che dovevano essere rispettate e lei era una brava ragazza. Anche se certe idee…… No, meglio non pensarci e pensare invece a Jean Luc. Doveva decidersi e dare una risposta a quel giovane che l’aveva chiesta in moglie. Era ancora un po’ indecisa. Oh certo, Jean Luc aveva tutto quello che una ragazza dovrebbe cercare in un uomo. Era di buona famiglia e aveva un lavoro assicurato che gli avrebbe permesso di mantenere agiatamente la sua eventuale nuova famiglia ed era anche un tipo affascinante, inutile negarlo. E forse ne era anche un po’ innamorata. Doveva riflettere ancora un po’ sui suoi sentimenti ma di sicuro i suoi genitori spingevano a favore di questo matrimonio e, tutto sommato, la cosa non le dispiaceva totalmente. Oh beh, aveva tempo per pensarci. Era ancora molto giovane e non sarebbe accaduto niente se Jean Luc avesse atteso ancora qualche altro giorno. Adesso doveva pero’ tornare a casa. Guardo’ il suo orologio e si accorse che aveva un po’ di tempo e aveva ancora voglia di passeggiare. Si avvicino’ alla carrozza guidata da Philippe che l’aveva seguita come un ombra
“ Vai pure Philippe. Io faro’ ancora quattro passi a piedi”
“ Ma mademoiselle….. Si sta facendo tardi”
“ Dai Philippe, non fare come mio padre. E’ una bella giornata. Ha piovuto per cosi’ tanti giorni e non sono mai potuta uscire. Ho ricominciato ieri”
“ Se doveste arrivare in ritardo vostro padre mi rimproverera’. Ha ordinato a me di prendersi cura di voi e io non voglio perdere il lavoro, vi prego”
“ Stai tranquillo Philippe, non ti faro’ perdere il lavoro. Camminero’ di buona lena e arrivero’ con qualche minuto di anticipo rispetto all’orario che mi ha imposto mio padre”
“ Come volete, mademoiselle. Se non vi dispiace, io vorrei seguirvi. Sarebbe ottimale che rientrassimo contemporaneamente” La giovane sorrise. Non era stato complicato convincere quel buon diavolo di Philippe. Sapeva quanto le fosse affezionato e un po’ se ne approfittava. Comincio’ quindi il breve viaggio di ritorno verso la sua bella villetta nel cuore di Parigi, seguita come un ombra dalla carrozza di Philippe.
Ma Philippe non era il solo a seguire Genevieve. Il giovane inglese non la perdeva di vista un solo istante. Aveva deciso che doveva essere lei. Lei e non una maledetta prostituta. Quelle, le prostitute, facevano parte della sua vita passata a Londra ma sentiva che doveva cambiare, doveva evolversi. Gli sorrideva quell’idea. Ma per metterla in atto doveva scoprire dove abitava quella fanciulla. La seguiva fingendo indifferenza e tutta la sua attenzione era rivolta a quella giovane e graziosissima fanciulla tanto da non accorgersi minimamente che c’era un’altra persona che seguiva tutti. La donna alta vestita da contadina si era accorta subito che qualcosa non quadrava e i suoi sensi erano tutti tesi e i suoi muscoli pronti a scattare non appena si fosse resa conto che la situazione fosse potuta degenerare. Per il momento sembrava tutto sotto controllo ma non si sentiva tranquilla. Al minimo errore, la sua vita e quella di milioni di persone sarebbe cambiata drasticamente se non addirittura scomparsa e improvvisamente senti’ il peso di quella situazione. Guardava Genevieve e ne osservo’ i passi lenti ma il suo sguardo era puntato soprattutto su quell’uomo con quello strano cappello. Sorrise. Sembrava quello di Sherlock Holmes. E quel sorriso stempero’ un pochino la tensione che l’attanagliava. Ma non doveva distrarsi. Continuo’ a camminare rallentando la sua andatura per stare dietro a Genevieve e a quel tipo che dava l’impressione di seguire la ragazza. Forse era soltanto la sua impressione e quell’uomo stava semplicemente andandosene per i fatti suoi. No, non sembrava proprio. Era da quando la ragazza gironzolava per Montmartre che quel tipo si era incollato a lei e questo non era proprio normale.
Finalmente, la ragazza arrivo’ a casa. Saluto’ con la mano il fido Philippe e si fece aprire il cancello della sua dimora. La donna alta osservo’ attentamente che la giovane Genevieve varcasse il cancello e attese scrupolosamente alcuni secondi per poi entrare in una carrozza situata all’esterno dell’abitazione della fanciulla. Dentro c’era un’altra donna che le sorrise
“ Allora Elana, ha fatto una buona passeggiata la piccioncina?” esordi’ la donna che si trovava all’interno della carrozza. Elana la guardo’ a sua volta ma non ricambio’ il sorriso
“ E’ arrivata a casa?”
“ Si, tranquilla. Guarda tu stessa sugli schermi” Elana si avvicino’ a uno degli schermi posizionati assurdamente sulla carrozza e in stridulo contrasto con quel veicolo ottocentesco e noto’ la fanciulla che si era gia’ diretta in camera sua. Era china su un libro ed Elana tiro’ un sospiro di sollievo poi si rivolse alla sua compagna
“ C’e’ qualcosa che non va, Jedra. Vieni a vedere” la giovane fece convergere una delle telecamere abilmente nascoste all’esterno della carrozza che riprendevano tutta la parte esterna e la fece ruotare fino a che non incontro’ la figura del giovane inglese “Ecco, vedi quel tizio?”
“ Quello col cappello alla Sherlock Holmes?”
“ Si, proprio lui. Ha seguito la piccioncina da Montmartre”
“ Cazzo! Dobbiamo avvertire la comandante”
“ Si, credo proprio che sia necessario. Nel frattempo non perdiamolo di vista”
“ Non credo che possa azzardare qualcosa in pieno giorno” prosegui’ Jedra
“ Credo proprio di no ma e’ meglio stare attente”
“ Lo saremo. A chi tocca la notte?” Elana sorrise amara
“ E a chi vuoi che tocchi stanotte? Me la devo fare io, accidenti. Mira e Orla faranno il turno dalle 16 fino a mezzanotte e poi tocca di nuovo a me da sola” Jedra scoppio’ in una risata
“ E dai che tanto la notte tocca a tutte”
“ Gia’” sospiro’ Elana “Solo che io non ce la faccio piu’ e non vedo l’ora che tutto finisca. Altri sei mesi e poi torno alla mia vita normale. Mi manca tutto e soprattutto mi manca qualche bel maschio”
“ Ti capisco Elana. Manca anche a me, cosa credi?"
“ Bah! Io vi vedo tranquille. Sembra che ce li abbia solo io gli ormoni che girano a mille. Un anno senza sesso e’ veramente assurdo”
“ E’ necessario. Non possiamo interagire con questi maschi”
“ Lo so, accidenti, lo so. Quando torno alla mia vita ne voglio tre o quattro insieme per almeno dieci giorni fino a sfinirmi” Jedra scoppio’ in un’ennesima risata
“ Hai proprio un chiodo fisso, amica mia. Ti rifarai, stai tranquilla. Ora mettiamoci in contatto con la comandante” Elana fece finta di acconsentire dando una pacca sulla spalla alla sua collega e si mise seduta davanti a quella moltitudine di schermi. Alcuni erano collegati con l’interno della casa di Genevieve e mostravano le stanze dove la fanciulla si muoveva, a cominciare ovviamente da quella in cui dormiva mentre altre mostravano invece l’esterno della carrozza e quindi dell’abitazione. Elana guardo’ Genevieve muoversi leggiadramente e avvicinarsi alla finestra, quasi per prendere il suo ultimo spicchio di sole. Sembrava felice la ragazza e sospiro’ profondamente. All’esterno invece, il solito via vai ma gli occhi di Elana inquadravano soprattutto quell’uomo che aveva seguito Genevieve fin sotto casa che era appoggiato sorridente al muro e quel sorriso non le piaceva per niente. Mentre sentiva Jedra comunicare le novita’ alla comandante, lei senti’ uno strano brivido per tutto il corpo e non si trattava solamente del freddo di quella mattina di gennaio.

L’inglese era pienamente soddisfatto. Era stato fortunato. La ragazza si era persino fatta vedere dalla finestra. Probabilmente, era quella la sua stanza. Osservo’ l’abitazione e il suo sorriso si allargo’ ulteriormente. La stanza si trovava al primo piano ma non sarebbe dovuto essere un problema per un tipo atletico come lui raggiungerla. Tra l’altro, c’erano degli appigli che sembravano creati ad arte per scalare quella parete e penso’ che gli sarebbero bastati soltanto pochi secondi per raggiungere quella stanza. Le sue mani si chiusero e gli sembro’ di vedere quella bellissima fanciulla sotto di lui, se la immaginava e immaginava quel collo bianco, sottile e delicato e soprattutto il suo ventre piatto e ne percepiva il terrore mentre lui… No, era meglio andare piano con la fantasia e attendere il momento in cui l’avrebbe avuta in pugno anche se la sua eccitazione mentale a quel pensiero era magicamente salita. Sembrava proprio felice di quella scelta. Al diavolo le prostitute. Che l’inferno le accogliesse tutte, inglesi o francesi che fossero. Quelle rappresentavano il passato. Non era detto che un giorno non ci fosse ritornato ma per adesso aveva deciso che al posto di quelle donnacce ci dovesse essere una ragazza normale, una come quella bella fanciulla che sorrideva spensierata da quella finestra al primo piano.
view post Posted: 4/3/2024, 14:35     +1Umiliazione o desiderio? - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
Premetto che prima di conoscere questo tipo di forum tematici io non sapevo nemmeno che esistessero le prodomme. E già. ho saputo della loro esistenza quando io e mia moglie già iniziavamo, con immensa fatica e con scarsi risultati, ad inserire il BDSM tra i nostri giochi sessuali. Va beh, passiamo oltre. In questi anni trascorsi sui forum ho iniziato a comprendere un po' gli altri e a capire che il mio modo di vedere il BDSM è di nicchia. Insomma, sono io lo strano e non gli altri, forse. Ma c'è una cosa che proprio non riesco a comprendere: le cosiddette umiliazioni. Ma come ci si può sentire umiliati quando si sta facendo una cosa che ci piace? Non dipende dalla pratica, qualunque essa sia. Io non mi sono MAI sentito umiliato. Quando gioco sento una miriade di emozioni, in primis, e non poteva essere altrimenti, una grande eccitazione. Eppure leggo in continuazione di sub, di slaves che parlano di umiliazioni e non comprendo. Soprattutto poi in ambito pro. Ma cavolo, lei sta facendo quello che le hai chiesto? L'hai pagato per quello? E allora che razza di umiliazione è? Per me le umiliazioni non rientrano nel classico BDSM che è consensualità. Le umiliazioni vere albergano altrove. Nel luogo di lavoro, a volte in famiglia ma non possono esistere nel BDSM che invece ci dovrebbe appagare anche quando si fanno pratiche APPARENTEMENTE umilianti. Cioè, potrebbero essere umilianti per un vanilla costretto a subirle ma non da uno che desidera riceverle. Voi che ne pensate? Sono io lo strano? :XD:
view post Posted: 28/2/2024, 17:22     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Terzo episodio

Parigi di mattina era una citta’ piena di vita e Genevieve Boisson non avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla sua passeggiata quotidiana. Quella mattina aveva deciso di spingersi un po’ piu’ lontano del solito, approfittando della bella giornata di sole che anche quel giorno sembrava riempire e illuminare la citta’. Penso’ che sarebbe stato bello passeggiare fino a Montmartre. Perche’ no? Non era proprio vicinissimo e avrebbe dovuto camminare per oltre mezz’ora ma una camminata le poteva solo che far bene. Decise quindi per Montmartre.
Era bella Genevieve. Era bella e giovane e sapeva che molti sguardi maschili si sarebbero posati su di lei. Lo sapeva ma non le dava fastidio. Oh si, quegli sguardi di concupiscenza avrebbero dovuto infastidirla ma a lei piacevano e un po’ si vergognava di questa sensazione. Scaccio’ quei pensieri e, prima di avviarsi verso Montmartre, sorridendo si avvicino’ ad una carrozza che era ferma accanto alla cancellata della villa di suo padre. L’uomo che la guidava si affianco’ alla bella giovane
“ Volete che vi aiuti a montare sulla carrozza, mademoiselle?”
“ No Philippe. Preferisco camminare. E’ una bella giornata di sole e voglio sfruttarla”
“ Avete perfettamente ragione, mademoiselle”
“ Bene, Philippe. Tu comunque seguimi per favore. Ho deciso che andro’ a Montmartre e forse al ritorno potrei essere stanca e aver bisogno della carrozza” L’uomo fece un cenno col capo e sorrise alla ragazza
“ Come volete, mademoiselle Genevieve. Ad ogni modo, copritevi bene. C’e’ il sole ma fa freddo”
“ Grazie Philippe, ne terro’ conto” La ragazza inizio’ a camminare in direzione di Montmartre. Le piaceva quel quartiere anche se era un po’ fuori mano rispetto alla sua abitazione. Da qualche anno sembrava essere diventato il luogo preferito degli artisti di tutta Europa e a lei l’arte piaceva tantissimo, in particolar modo la pittura. Oh, quanto le sarebbe piaciuto posare per un pittore ed essere la sua musa. Se suo padre avesse saputo di questa sua voglia segreta, l’avrebbe sicuramente messa in punizione e lei non aveva nessuna intenzione di essere punita. Questo desiderio doveva quindi rimanere dentro di lei, al segreto come tante altre sensazioni che quella giovane dama francese possedeva. Continuo’ a camminare di buona lena incurante del freddo pungente, chiusa nel suo cappotto color glicine sotto il quale sporgeva la parte finale del suo abitino lilla. Accidenti all’inverno. Quanto era piu’ bella l’estate quando poteva mettere in mostra i suoi abitini all’ultima moda e attirare cosi’ ancor di piu’ l’attenzione dei gentiluomini, attenzione che comunque non scarseggiava affatto nemmeno quando era, come in questo momento, completamente coperta. Oh, ma cosa andava pensando. Lei aveva Jean Luc e quei pensieri erano disdicevoli. Decisamente disdicevoli.
Altri pensieri si incunearono intanto nella graziosa testolina della fanciulla. Terminata la passeggiata infatti, si sarebbe dovuta immergere negli studi prima che arrivasse il suo istitutore. Non voleva farsi trovare impreparata ma aveva gia’ ripassato qualcosa prima di scendere e le sarebbe bastata un’ora di ulteriore ripasso per essere pronta. I suoi genitori ci tenevano particolarmente allo studio e lei non voleva affatto deluderli. E del resto, una giovane dama moderna come lei doveva essere istruita.
Genevieve continuo’ a camminare allegramente, fermandosi ogni tanto per assistere alle situazioni piu’ disparate che la sua citta’ le offriva e sempre seguita come un’ombra dal fido Philippe. E finalmente si trovo’ in vista di Montmartre. Gli occhi di Genevieve si riempirono di allegria nel vedere questo quartiere cosi’ pulsante di vita che trasudava arte e cultura in ogni angolo e non poteva certo accorgersi che dietro di lei una donna la stava seguendo fin da quando era uscita da casa. Era una donna vestita modestamente, con un gonnellino ampio e nero e un fazzoletto che le copriva i capelli neri e fluenti. Il suo sguardo era posato verso il basso, quasi per non farsi notare ma la sua altezza, decisamente superiore al normale tanto da renderla addirittura statuaria, rendeva complicato questo suo desiderio e molte persone, uomini e donne si giravano ad osservare quell’altissima donna vestita da contadina. Il suo volto era appena visibile ma chi si fosse avvicinato tanto da poterla osservare in volto avrebbe notato che si trattava di una donna giovane e molto bella, anche se di una bellezza sicuramente diversa rispetto a quelle delle fanciulle parigine. Cosi’ come diverso era il suo incedere quasi marziale che doveva limitare per non superare la ragazza che doveva osservare. Era quello il suo compito e non poteva perdere di vista Genevieve nemmeno per un secondo.

Il giovane inglese intanto, stava ripensando agli avvenimenti della sera precedente. Se l’era vista davvero brutta. Quel tipo aveva un coltello in mano e non ci avrebbe pensato due volte prima di ficcarglielo in pancia e doveva ritenersi fortunato di essersela cavata soltanto con due pugni. Ma non era finita qui. Non per lui, almeno. Se pensava a quello che era accaduto, la rabbia gli montava ancora enorme e doveva faticare per reprimerla. Non era tanto per la vendetta, anche se avrebbe voluto avere adesso sotto le sue mani quel bastardo e fargli sputare sangue, ma per quel suo desiderio che era rimasto inespresso e lui aveva assolutamente bisogno di appagare quella sua voglia. E quel bisogno era quasi fisico.
E poi c’era il problema di come muoversi in quella maledetta citta’. Aveva camminato parecchio quella mattina e aveva perso completamente l’orientamento, senza sapere quindi che si trovava a Montmartre. Per lui era soltanto un quartiere brulicante di persone. Si appoggio’ a un muro mettendosi ad osservarne alcuni dei numerosi passanti. Quella ragazza, ad esempio. Quanto era bella! Era giovanissima e non avrebbe dovuto avere piu’ di diciotto anni. Ne ammiro’ il collo bianco, l’unica parte del suo corpo insieme al volto esposta al freddo pungente della giornata e qualcosa si mosse dentro di lui. E se invece di una prostituta fosse stata una giovane e bella fanciulla? Perche’ no? C’erano tanti motivi per preferire una prostituta ma quella giovane… Era alta e i suoi capelli biondi erano ricci e le uscivano dal cappello in tinta col cappotto. E sicuramente si trattava di una ragazza ricca o almeno benestante, almeno a guardare i suoi abiti. I suoi seni erano nascosti, ovviamente, ma lui se li immagino’ turgidi, cosi’ come dovevano essere quelli di una ragazza di quell’eta’. Aveva un ombrellino in mano che una lieve folata di vento fece ondeggiare e stava sorridendo per quel lievissimo incidente. Era ancora piu’ bella mentre sorrideva e lui sapeva che non avrebbe mai potuto avere una ragazza del genere. Lui lo sapeva. E quella rabbia che aveva gia’ in corpo si moltiplico’. Le sue mani si chiusero a mo’ di pugno. Perche’? Perche’ era dovuto capitare proprio a lui? Dischiuse i pugni e si mise le mani in faccia e quando le tolse uno strano sorriso si era formato sul suo volto. Sapeva cosa doveva fare. Ora lo sapeva.
view post Posted: 26/2/2024, 14:38     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Secondo episodio

Faceva freddo. L’inglese si strinse sulle spalle e poi afferro’ il suo orologio dal taschino della giacca. Erano le dieci di sera trascorse da alcuni minuti. Si incammino’ lentamente verso il quartiere delle prostitute affiancato dalla luce tremolante dei lampioni. Osservo’ quella citta’ a lui sconosciuta e si rese conto che adesso, di notte, era completamente diversa da quella che aveva ammirato le mattine precedenti. Era sparita la bellezza, la gioiosa apparente spensieratezza di una citta’ che in quel momento era buia e tetra. Una carrozza lo supero’ alzando una nuvola di polvere che lo costrinse a scansarsi per non respirarla. Continuo’ a camminare di buon passo. Le strade erano completamente deserte e questo lo mise di buon umore invece che avvilirlo. Forse era perche’ sapeva che stava per sfogarsi. Forse. Se avesse trovato quella adatta a lui.
Finalmente, giunse nel quartiere delle prostitute. Si era informato nei giorni precedenti per sapere dove si trovassero le donnine allegre e, malgrado la sua scarsissima conoscenza della citta’, non era stato complicato trovare la zona giusta. Si guardo’ intorno. Ce ne erano due appoggiate sul muro all’imbocco di una viuzza. No, non andava bene. Ne voleva una sola. Si addentro’ nel vicolo mentre le due prostitute gli lanciavano frasi che sarebbero dovute essere di richiamo. Forse, visto che quella strana lingua continuava ad essere qualcosa del tutto inspiegabile per lui. Si guardo’ intorno di nuovo e vide quella che lui cercava. Non era bella ed era intorno ai quarant’anni ma per lui andava benissimo. Era pesantemente truccata e sorrideva. Un sorriso sguaiato. Si avvicino’ e la donna lo prese per la mano accarezzandolo
“ Ehi beau jeune homme, voulez vous passer le temps dans le paradis?” Non capiva cosa diceva. Non sapeva che gli stava dicendo che se fosse andata con lei gli avrebbe fatto trascorrere del tempo in paradiso ma sapeva di certo che stava cercando di accalappiarlo. Era il suo lavoro, d’altronde. Pero’ quella mano che lo toccava gli faceva schifo. Glie la sposto’ e poi fu lui ad afferrarle un braccio
“ Andiamo” le disse. La donna lo segui’ per un istante e lui sorrise. Avrebbe dovuto far tutto in strada, a meno che lei non gli avesse detto che poteva portarlo a casa sua. Avranno pure una casa queste puttane di Parigi? Il problema era sempre quello di capirsi. La donna pero’ si blocco’ dopo pochi metri
“ Tout d’abord, vous me donnez l’argent” Voleva prima i soldi ma l’uomo non riusciva a comprenderla e si chiese perche’ mai si fosse fermata. Non poteva dialogare. Maledetti francesi e maledetta lingua. Continuo’ a prenderla per un braccio e la donna senti’ che qualcosa non andava. Non si fidava di quello straniero e dalla sua bocca usci’ un urlo. Subito altre prostitute si avvicinarono al luogo dove le urla provenivano. E insieme a loro un paio di uomini armati di coltello e malintenzionati. Erano i protettori e uno dei due era proprio quello della puttana in questione
“ Tutto bene Marie?” chiese alla prostituta
“ Questo stronzo non vuole darmi i soldi e mi sta facendo male. Mi stringe il braccio” Il protettore si avvicino’ all’inglese che, da parte sua, non riusciva a capire nulla del dialogo tra i due ma sapeva che per lui si stava mettendo male. Non era un tipo grosso e forse avrebbe anche potuto sopraffarlo ma non era da solo e aveva un coltello in mano. La sua mano scivolo’ nella tasca per sentire il rassicurante gelo della lama del suo coltello. Era indeciso se tirarla fuori. Quelli erano in due, senza contare le prostitute e la possibilita’ che ne venissero fuori altri. Doveva cercare una mediazione
“ Ehi, calmati amico” Tiro’ fuori i pochi spiccioli che aveva in tasca ma il protettore lo afferro’ per il bavero del cappotto
“ Ora tu te ne vai immediatamente se non vuoi finire con una coltellata al cuore. Mi sono spiegato?” No, non si era spiegato ma certi linguaggi del corpo sembravano essere universali. Il tono poi faceva il resto. L’inglese provo’ a parlare nuovamente ma erano parole gettate al vento e il protettore lo colpi’ con un pugno allo stomaco prima e con un violento diretto al mento poi. Non era un colosso ma picchiava bene e l’inglese precipito’ a terra mentre un rivolo di sangue gli usci’ dal labbro rotto. Il protettore fece poi brillare la lama del coltello alla fioca luce. L’inglese non poteva sapere se voleva solo minacciarlo oppure colpirlo ma sapeva di certo che non poteva correre il rischio di scoprirlo. Si rialzo’ e si guardo’ intorno. Avrebbe potuto tirare fuori il suo coltello e difendersi ma non voleva rischiare. Ci penso’ solo un attimo e poi fece uno scatto cominciando a correre. Meglio scappare da quel luogo. Ripercorse di corsa il vicolo e, senza riprendere fiato, si ritrovo’ ben presto fuori da quel luogo dove stava rischiando grosso. Si volto’ indietro e noto’ che nessuno l’aveva inseguito e tiro’ un sospiro di sollievo, Maledetta puttana! E maledetto quell’energumeno che lo aveva picchiato. Avrebbe dovuto reagire e una rabbia indicibile gli monto’ dentro. Dovette appoggiarsi addosso a un lampione per far sbollire quella rabbia. Il suo respiro si era fatto affannoso e sentiva la testa girargli, un po’ per lo sforzo della corsa e un po’ per non essersi sfogato. Quel desiderio... Lo sentiva dentro di sé, mentre gli saliva per tutto il corpo e le mani iniziarono a tremargli. Doveva calmarsi. Passarono oltre cinque minuti prima che il suo respiro tornasse ad essere normale. Quella sera era andata male e non era riuscito a sfogarsi ma sapeva che l’indomani sarebbe andata diversamente. Per il momento, era meglio andare a farsi una dormita.
view post Posted: 22/2/2024, 17:29     +3Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
LE GUARDIANE DEL TEMPO

Primo episodio
Il giovane camminava curioso per le strade di Parigi. I suoi abiti denotavano poverta’ ma allo stesso tempo dignita’. I suoi capelli castani erano coperti da uno strano cappello e aveva il volto rasato sul quale spiccava un paio di baffi piuttosto folti. L’altezza era leggermente piu' alta della media e la corporatura sembrava agile e scattante. Complessivamente, si sarebbe potuto considerare un uomo abbastanza attraente, malgrado gli abiti non lo valorizzassero in pieno. Si guardo’ intorno pensando a quanto fosse bella questa citta’. Bella quasi quanto Londra ma forse poteva considerarla piu’ luminosa e piu’ viva. Il suo sguardo si soffermo’ poi sulle numerose belle donne che passeggiavano per la strada nonostante il freddo di quel gennaio del 1889, forse attirate da una bella giornata di sole dopo tanta pioggia. Sole che riscaldava poco ma che almeno illuminava. I suoi occhi si soffermarono poi su una brasserie. Senti’ lo stomaco borbottare e penso’ che quello avrebbe potuto essere il luogo ideale dove consumare per pochi soldi un piatto caldo accompagnato da una bella birra. Mise le mani in tasca traendone qualche spicciolo e guardandoli con aria quasi disperata. I soldi stavano per terminare e sarebbe potuto andare avanti al massimo per tre o quattro giorni. Per fortuna, aveva pagato in anticipo fino alla fine del mese la misera locanda che lo ospitava e almeno un tetto per dormire ce l’aveva ancora per diversi giorni. Rimugino’ sulla sua situazione. Come fare? Avrebbe dovuto cercarsi un lavoro ma aveva il problema di questa maledetta lingua che parlava poco e capiva ancora meno. E pensare che il suo datore di lavoro gli doveva la paga di una settimana ma non aveva fatto in tempo a passare da lui per ritirarla. Bah, inutile pensarci adesso a tutti quei chilometri di distanza. Si aggiusto’ la sua mantella ed entro’ nella brasserie. Un omone calvo e mal rasato, con un tovagliolo bianco che gli pendeva dalla spalla destra lo guardo’ e sorrise
“ Bonjour jeune homme. Volez vous quelque chose de chaud à manger?”
Il giovane lo guardo’ smarrito. Capi’ che lo aveva salutato ma per il resto cio’ che aveva appena detto era buio pesto per lui
“ Io….. Io straniero. Come si dice?”
“ Etranger”
“ Esatto. Sono étranger. Non parlo francese. Io inglese. Conosci l’Inghilterra amico? L’impero britannico, la piu’ grande potenza del mondo” L’omone gli mise una mano sulla spalla
“ Oui, oui, l’Angleterre. Bien, mon ami, que voulez vous?” Il giovane sorrise. Questa volta aveva capito. Si guardo’ intorno e poi indico’ una minestra calda che un cameriere stava portando ad un altro avventore. Il proprietario della brasserie a sua volta gli indico’ un tavolino libero e il giovane si mise seduto
“ Ah, una birra, mi raccomando” Il colosso calvo lo guardo’ ammiccando un sorriso. Strano questo tipo. Quanti anni avra’ potuto avere? Una trentina, forse. Strano abbigliamento e strano cappello. Ma come diavolo si vestivano oltre Manica? E soprattutto, cosa ci faceva un inglese da quelle parti? Oh si, ce n’erano tanti di inglesi a Parigi ma si trattava soprattutto di artisti e quello l’aria dell’artista non ce l’aveva proprio. E se fosse stato una spia? Bah, gli inglesi ormai erano diventati amici e i nemici erano quei bastardi prussiani che trent’anni prima lui stesso aveva combattuto. E quella sconfitta a Sedan ancora gli pesava. Avevano perso l’Alsazia e lui aveva dei parenti da quelle parti che adesso erano diventati prussiani e quindi nemici. Oh, al diavolo la politica. Lui era un oste e doveva servire quel giovane dai modi gentili.

Il giovane inglese usci’ dalla brasserie soddisfatto. La minestra era buona e l’aveva riscaldato notevolmente e il pollo addirittura squisito. Certo, la birra non aveva niente a che vedere con quelle alle quali lui era abituato nelle bettole di Londra ma non si poteva aver tutto dalla vita. E adesso era di nuovo a gironzolare per le vie di Parigi con il suo problema piu’ grosso: rimediare al piu’ presto un lavoro e guadagnare qualcosa per tirare avanti per qualche mese prima di tornare a Londra. Ma c’era un altro problema. Quella voglia…….Quella voglia che non si era affatto spenta e che doveva assolutamente appagare. Ma come? Beh, anche Parigi era piena di prostitute adatte ai suoi scopi. E quel bisogno era ancora maggiore di quello di trovarsi un lavoro.
view post Posted: 8/2/2024, 14:30     +2Feticismo dell'intelligenza - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
CITAZIONE (Th3_M3ntalist @ 8/2/2024, 10:15) 
Essere persone intelligenti significa avere la capacità di comprendere e ragionare, capacità di adattarsi ed essere flessibili, creativa ed innovativa, che stimolata dall'apprendimento continuo questo per definizione, è chiaro che non esiste la persona intelligente in assoluto, ma persone che lo sono e che come detto sopra hanno comportamenti evolutivi.Rimanendo in un contesto generico, a titolo di esempio, potremmo essere colpiti, affascinati da un astronomo che spiega con tanto di dovizia il suo mestiere e ci fa apprezzare il nostro meraviglioso e complesso Universo, il sentirlo parlare, il mettersi nella condizione di farci comprendere cose complesse ci piaci, ci colpisce e ne vien da sè che la reputiamo una persona intelligente. in Un contesto quali il BDSM calano le medesime sfaccettature, una persona che è colta, che ha capacità di dialogare, che si immedesima, da un indice reputazionale. Ora l'oggetto di questo Post è feticismo dell'intelligenza, essere feticista significa provare un'attrazione sessuale intensa e ricorrente, individualmente ognuno ha interessi piu vari, possono essere feticci o meno, anche l'intelligenza può esserlo, ed in dinamiche BDSM è importante questo aspetto in quanto induce una persona ad esserne attratta.

un piccolo appunto schiavodimiamoglie : hai scritto "entrare nel personaggio del sub", hai giustamente detto di non essere dentro questo mondo, ma per chiarezza, i ruoli non sono una personificazione, non siamo al teatro, il ruolo è dettato da una forte consapevolezza e comprensione di se stessi, quindi è qualcosa di naturale che vuole ognuno viversi con una controparte.

TM

Capisco quello che dici ma nel mio caso è un po' diverso considerando che io ho una normale vita con mia moglie e una o due volte a settimana abbandoniamo i nostri ruoli matrimoniali classici per indossare quelli di padrona e schiavo. Ma farlo con la persona che ti vive accanto in modo normale non è facile. E quindi si deve entrare nel ruolo anche se può sembrare brutto ai culltori del BDSM classico. Devo anche aggiungere che è stata la cosa più complicata da affrontare per entrambi anche se poi alla fine siamo riusciti a trovare la quadra in modo tutto sommato anche abbastanza semplice con un semplice messaggino che mi deve inviare almeno un paio d'ore prima, quando siamo a distanza. In tal modo entrambi possiamo fare una full immersion nei personaggi e quando ci vediamo ci sentiamo esattamente padrona e schiavo. Ma per la nostra visione è solo un gioco erotico, qualcosa che ci eccita ma non è la vita vera che è ben diversa. Alcuni lo definiscono < famolostranismo> e sinceramente non mi interessa. Mi piace, lo faccio e questo mi basta.
Per tornare alla discussione, so distinguere l'intelligenza dalla cultura che personalmente a volte trovo noiosa. Certo, un pizzico di cultura non è certo sgradita, soprattutto per ciò che concerne l'uso della lingua italiana. Insomma, una dominatrice che mi parla in dialetto la manderei a cagare seduta stante, una che mi sbaglia i congiuntivi idem. Mi direi " Ma come cazzo faccio a sottomettermi a una che non sa nemmeno parlare?"
E poi c'è un altro appunto. Per me l'eccitazione che provo nei confronti della donna vanilla va di pari passo con quello verso la dominatrice perché le due cose devono coincidere assolutamente. Pertanto, ciò che amo in una donna, sia fisicamente che mentalmente, è esattamente ciò che mi piace trovare in una domina. Compresa appunto l'intelligenza.
view post Posted: 7/2/2024, 14:13     +1Feticismo dell'intelligenza - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
CITAZIONE (Platinumplus @ 6/2/2024, 18:29)
Capisco perfettamente ciò che scrivi, anch'io all'inizio, quando ingenuamente mi affacciavo a questo mondo, anelavo una persona che mi sovrastasse da tutti i punti di vista, fisico e mentale, a questa persona avrei donato tutto me stesso. Ho sempre idealizzato una Padrona che mi battesse a scacchi e che per pegno mi facesse fare le peggio cose....beh, la sto ancora cercando.
La realtà si è rivelata cosa ben diversa e ben presto ho capito che persone che potessero tenermi testa mentalmente ce n'erano ben poche, nonostante i proclami e le "deificazioni" che si leggono in questo ambiente. Allora mi sono fatto piacere anche ciò che non era proprio l'ideale dal punto di vista intellettivo. Una Miss che ho servito molto intensamente aveva la quinta elementare, neanche la terza media. Ora lo so che il titolo di studio conta ben poco, però capitava che prima di scrivere un messaggio pubblico, lei chiedesse a me come si scriveva correttamente in italiano oppure cosa significasse un certo termine. Io glielo dicevo con affetto, al di là del ruolo, però in quei frangenti non è che mi sentissi tanto "schiavo".
Ricordo sempre un'altra situazione: ho avuto una Padrona che insegnava matematica e fisica alle scuole superiori e una volta enunciai la seconda legge di Ohm e sbagliai perchè dissi che la resistenza elettrica è direttamente proporzionale alla sezione del conduttore. Lei mi corresse dicendo che è inversamente proporzionale alla sezione e mi sentii profondamente umiliato da quella correzione.
Intelligenza e cultura sono due valori che ho sempre ricercato ma molto raramente trovato, però è anche vero che anche una persona che non ha avuto modo di sviluppare una certa cultura, può avere una storia di vita da condividere.
Ovviamente c'è anche chi se ne frega altamente di tutto questo e va trovando solo un qualsiasi pezzo di carne magari con la vaga forma di un piede su cui sbavare e farsi una sega.

Innanzi tutto, grazie di aver risposto. Non so perché ho certe esigenze ma ce le ho e me le tengo senza cercare spiegazioni che non sarei in grado di dare. Sono così da sempre e mi va bene. Ovvio poi che parlo per me e ho aperto questa discussione per vedere se c'erano altri come me. In realtà, anche da vanilla mi ha sempre intrigato vedere nella ragazza che frequentavo una certa superiorità intellettuale e come nel tuo caso, non era facilissimo. Non perché io sia un genio ma perché sono sempre stato curioso con molteplici interessi e ciò mi portava ad avere nozioni sugli argomenti più disparati. Ma quando trovavo una ragazza che ne sapeva più di me andavo in brodo di giuggiole. La ragazza che poi ho sposato ad esempio, mi intrigava per il fatto di conoscere bene due lingue ad appena 17 anni oltre all'aspetto fisico e al fatto che avesse anche una notevole superiorità fisica grazie al fatto di essere una judoka di ottimo livello. Però, e lo ripeto, la cosa che mi ha fatto innamorare è stato il suo cervello.
CITAZIONE (paololooner @ 7/2/2024, 01:24)
Racconti e prospettive interessanti, per coloro che devono sempre etichettare e categorizzare tutto, affibbierebero di sicuro il termine demislave. Non mi sembra tuttora in voga però :=/:

Sinceramente non mi interessa se dovessi venire etichettato come demislave. In effetti, credo che mi rappresenti perfettamente.
153 replies since 15/6/2022