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CITAZIONE (forestika @ 28/4/2024, 20:40) Grazie per le vostre risposte! È consolatorio leggervi 🙂
Devo constatare, purtroppo, che se si tratta davvero di una punizione, riesco anche a vederne l'efficacia, pensando a un eventuale ritorno. Ma a che prezzo? Intendo, il rapporto davvero ne guadagna? E che rapporto è quello basato non sulla fiducia reciproca ma sul terrore che l'altro si dilegui da un momento all'altro?
In caso contrario, se si fosse trattato di un crollo di interesse o chissà cos'altro, non vedo perché non dirlo chiaro e tondo e chiudere nettamente, a maggior ragione se non si è coinvolti! Su due piedi, da Master posso indicare tre tipologie di "motivi" per "punire": 1) agire e colpire perché è ciò che sa piacere al sub slave (a quel punto punire equivale a dare piacere, una sorta di colpire come massaggio, o per esempio l'obbligate in ginocchio perché fa sentire di essere desiderata); 2) "punire" per educare: cammina eretta! Ogni volta che perderai la postura te lo segnalo (con uno schiocco di frusta, solo sonoro o sulla pelle) ; 3) "punire" per far comprendere che tu sub o slave hai offeso la mia persona. A tale scopo la punizione è e deve essere un dolore fisico e/o mentale commisurato "all'errore": uno schiaffo in pieno volto, una parola come un ruggito rabbioso... ad esempio. In questo caso la somministrazione della punizione compensa e conclude lo "sgarbo" patito, lo redime. Forse c'è solo una punizione che posso immaginare peggiore dell'allontanamento con l'aggravante della spiegazione taciuta e dell'indeterminatezza della durata. I Dom e i Master dovrebbero non abusare di ciò, comprendere che se c'è disinteresse e noia basta dirlo, se invece sono agiti da sadismo considerare che solo una masochista può trasformare un tale dolore in "inconcepibile piacere".
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