Ciao! Vi leggo da un po' e questa è la prima volta che scrivo (spero di aver beccato la categoria giusta
). Mi rivolgo a voi per cercare di capirci di più rispetto a una cosa che mi sta succedendo. Premetto che sono nuova nel mondo del bdsm e che tutto è arrivato come un fulmine a ciel sereno, travolgendomi nel bene e nel male.
Il punto è questo: inizio il periodo di educazione (virtuale) con il mio Dom e subito si crea un'intesa e un'attrazione fortissima (almeno da parte mia). Lo riconosco subito come mio Padrone e io, in quanto schiava novizia, sento ogni giorno di più che i puntini si uniscono e che ho trovato finalmente la situazione in cui voglio essere. Nel rapporto con Lui, però, sentivo che mancava comunicazione. A parte i primi giorni, era solo un dare ordini e obbedire. Io lo interpretavo come un mostrare autorevolezza per trasmettermi appunto la disciplina necessaria, però a un certo punto ho manifestato il mio bisogno di creare spazi di dialogo, per confrontarci e poter capire meglio il tutto, perché per me era tutto nuovo e cominciavo a essere coinvolta emotivamente. Non avessi mai detto queste parole! Tirando in ballo il discorso sul "coinvolgimento emotivo", Lui mi dice che avremmo dovuto rallentare per non finire su binari diversi. Morale della favola: sparisce mentre ne stavamo discutendo. Il silenzio dura da quasi una settimana, e io so solo che per me è straziante, perché di fatto non so se mai tornerà. Non so se interpretarlo come puro e semplice ghosting o come punizione nel tentativo di riportarmi sul "binario giusto". Aggiungo che aveva già utilizzato lo strumento dell'assenza per punirmi una volta che avevo sbagliato. In più, il fatto che non mi abbia bloccata mi induce a pensare che la volontà non era quella di chiudere in modo definitivo.
Mi rivolgo a chi, semmai, abbia sperimentato qualcosa del genere: è contemplato nelle dinamiche bdsm punire in questo modo? Come si riesce a gestire questa tortura dell'assenza?