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di certo nè un master, nè una mistress può leccarlo o leccarla, per me sono atti di sottomissione

Lo zenzero é da prestare attenzione qualche volta si spezza pure. Certo che la radice di zenzero tenuta in frigo un oretta, e sbucciata e lavata in acqua corrente per liberare meglio le proprietà urticante non é male.

Sul sangue ci andrei piano si possono trasmettere malattie

forse un po' più di pazienza non tutti hanno gli stessi tempi. in una relazione, però credo ci debbano anche altri fattori che tengono insieme

credo di essere l'autore del racconto in questione. Non pensavo che qualcuno mi prendesse alla lettera, va fatta con molta attenzione conoscendo bene la persona con cui lo si fa. l'organo femminile si irrita un bel po' niente di tragico solo tanto dolore per una settimana che poi passa, ma ci vogliono due cose un po' di tempo a disposizione la persona non deve lavorare o avere impegni per almeno una settimana, perchè quando va in bagno il bruciore lo sente e soprattutto la quantità di sale va dosata il giusto altrimenti c'è un rischio.

nel racconto l'avevo resa molto peggiore per necessità di intreccio narrativo

Condoglianze

no, perchè mi state accusando ingiustamente non l'ho presa da internet, mi è arrivata per mail e ve l'ho dimistrato detto questo addio

Questa si chiama diffamazione neanche mi conosci cmq confermo che non l'ho presa da internet, ma mi sono arrivate per mail e sono pronto a dimostrarlo

Edited by padronebastardo - 4/2/2024, 09:32

Non l'ho presa da internet mi sono arrivate per mail cmq potete andare tranq a cagare

Guarda che questa ha contattato un fotografo mio amico se vuoi ti do pure la mail con la foto della faccia

foto arrivata da una schiava soprattutto virtuale via Whatapp

Edited by padronebastardo - 5/2/2024, 18:51

Ci sono parecchi modi anche non così invasivi

prima parte

https://padronebastardo.org/idee-per-far-s...ta-prima-parte/

Uno dei fattori principali per far sentire una schiava veramente di proprietà del suo padrone è essere costantemente ricordata durante il giorno da parte del suo signore. Questi promemoria possono essere sottili o invadenti. Quanto più spesso viene ricordata a una schiava la sua sottomissione, tanto più profonda questa diventa. Quindi ecco alcune idee che potreste voler provare. E non importa quali regole decidete di stabilire, una cosa però risulta fondamentale la coerenza degli ordini che impartite alla vostra schiava. Se non siete disposti a prendervi il tempo per far rispettare le regole che stabilite, allora potrebbe anche non esserci alcuna regola. Non c’è niente al mondo che possa far sentire uno schiava meno amata che avere un padrone che ignora le sue trasgressioni e non esercita il suo dominio.

1.Fategli indossare dei campanelli. Il costante tintinnio è rilassante e ricorda la loro sottomissione.

Quando ha infranto una regola, parla con lei mentre la punisci
Fai in modo che si tolga le scarpe non appena entra in casa tua.
Un bellissimo collare speciale renderà felice qualsiasi schiava. Prenditi il tempo per scegliere quello giusto e fallo indossare il più spesso possibile.
Fatti chiamare ogni giorno a un’ora specifica, senza scuse.
Dalle delle cavigliere e dille che ne deve indossare una ogni giorno, senza scuse.
Quando possibile chiedile di inginocchiarsi davanti a te
Scegli la sua pettinatura e accompagnala dal parrucchiere affinché rispetti le tue specifiche.
Quando possibile chiedile di mettersi in mostra: gambe aperte, camicia sbottonata etc
Quando sei vicino ai bambini o ad amici/familiari, assicurati un nome alternativo a padrone o master per farti chiamare in modo di rafforzare la sottomissione
Usala sessualmente in modo rude ed egoistico quando ne hai voglia, interrompendo qualunque cosa stia facendo.
Scegli un cibo che non le piace e falle mangiare una piccola porzione ogni giorno per una settimana.
Falla andare a letto strisciando ogni notte
Portale un animale di peluche con cui deve dormire ogni volta che vai fuori città.
Scegli i suoi vestiti ogni giorno.
Chiedile di prepararti il ​​guardaroba quotidiano la sera prima; steso, stirato ecc.
Dopo la punizione, chiedile di baciarti le scarpe e ringraziarti per averla amata così tanto da punirla.
Chiedile di portare un asciugamano caldo per lavare e massaggiare i tuoi piedi ogni giorno dopo il lavoro.
Falle fare un tatuaggio(arte e luogo a tua scelta).
Falla marchiare.
Rispettala, ma falle superare i suoi limiti.
Chiedile ogni sera cosa ha fatto quel giorno che non avresti approvato. Questo la abitua ad essere completamente onesta e la rende anche consapevole delle cose che potrebbe fare meglio ogni giorno.
Insegnale esattamente come vuoi che si inginocchi e pretendi la perfezione.
Premiala quando lo merita, permettendole loro di compiacerti sessualmente.
Supervisiona la sua routine di allenamento fisico.
Ogni notte deve inginocchiarsi accanto al letto chiedendo il permesso di dormire con te, e ogni notte che lo fa, deve inginocchiarsi accanto al letto al mattino e ringraziarti per il privilegio.
Chiedile di lucidare i tuoi stivali settimanalmente, in ginocchio ai tuoi piedi.
Negozia finché non vi sentite entrambi a vostro agio con i termini e poi falle firmare un contratto di schavitù.
Assegnale un compito scritto: “La definizione del dolore – 1000 parole”
Invitala a tenere un diario della sua sottomissione

La sottomissione è un’azione di forza personale. Per superare la resistenza interna la sottomessa deve controllare il proprio desiderio o bisogno di mantenere il controllo personale su tutte quelle che sono le decisioni personali. Deve superare la necessità di esprimere o fornire il proprio giudizio personale come base per creare, dirigere e intraprendere le proprie azioni personali. Deve superare il suo desiderio di AGIRE in modo difensivo attraverso la SFIDA e il conflitto diretto. Come parte di questo processo deve anche eliminare il più possibile il proprio ego per seguire o accettare la direzione che intende darle il padrone.

Cedere è “ricompensare” attraverso l’offerta del sé interiore alla direzione o alla volontà di un altro. Questo “dono” è la non resistenza o la necessità di conflitto CON la direzione e il controllo esterno.

La resistenza è solitamente basata sulla PAURA della perdita. Quella perdita può essere la percezione dell’ego o del sé, la perdita di controllo, la perdita di indipendenza, la perdita di status e la perdita del valore o del valore personale percepito.

ecco alcune “nuove” sottomesse credono di aver bisogno di un Dominante “forte” per conquistare o superare esternamente la loro resistenza alla direzione e al controllo.

Ciò implica un’azione di “forza” esterna sulla sottomessa. Una violenza, costrizione o costrizione esercitata CONTRO una persona. Tale azione implica che il (sé) della sottomessa non acconsente alla direzione che le vuole dare il padrone, ma in realtà resiste o agisce apertamente in opposizione all’accettazione della direzione volontaria da parte di un’altra persona. La relazione diviene quindi non consensuale violando uno dei principali cardini della comunità BDSM e nega di fatto che la “sottomessa” lo stia facendo volontariamente.

L’identificazione del Dominante “forte” e l’incapacità di una sottomessa di trovarne uno che soddisfi questi standard irraggiungibili creati da sé consente alla Sottomessa di evitare di intraprendere le azioni interne necessarie per controllarsi per offrirsi veramente nella sottomissione.

Una persona che RESISTE attivamente alla direzione o al controllo NON si sottomette. Agire con resistenza è una dimostrazione che l’individuo NON ha superato la propria resistenza interna alla direzione e al controllo esterni.

Alcune sottomesse credono che concedendo o “ricompensando” l’accesso al loro corpo fisico, stiano offrendo al destinatario di quella “ricompensa” la loro sottomissione.

Premiare l’accesso SENZA cedere il proprio ego interiore all’accettazione volontaria della volontà di un altro NON è sottomissione. È interpretare la sottomissione in superficie senza un vero significato o profondità nello scambio. Tale offerta è superficiale e piuttosto limitata. Anche in questo caso si tratta spesso di un’azione di difesa basata sulla paura della perdita di controllo o sull’esposizione della vulnerabilità emotiva o mentale da parte della sottomessa.

Parte del superamento delle strutture difensive all’interno della mente della sottomessa consiste nell’assoluta necessità della sottomessa di superare la sua PAURA di cedere il controllo a un altro.

Alcune sottomesse non desiderano liberare o sommergere il proprio ego attraverso la sottomissione volontaria, desiderando invece trasferire la responsabilità della loro sottomissione a un’IMPOSIZIONE forzata o non volontaria della sottomissione su di loro, consentendo così loro di salvare la “faccia” e spostare la COLPA della loro sottomissione sul loro padrone.

La sottomissione NON può essere imposta. Il controllo PUÒ essere imposto o FORZATO. Spesso attraverso strumenti di intimidazione, paura, dolore, senso di colpa o vergogna. Chiamiamo questa IMPOSIZIONE della FORZA – ABUSO! Questa è un’azione non consensuale.

Una sottomessa non può sfuggire alla responsabilità personale per la sua sottomissione. Deve superare da sola le implicazioni sociali della percepita debolezza di carattere e degli standard morali perversi o corrotti. Una sottomessa deve superare i propri sentimenti di vergogna e colpa per aver intrapreso azioni volontarie dirette contro il ruolo “accettato” di “adulto umano di successo indipendente” come definito dagli standard della società esterna. È importante considerare che la vergogna e il senso di colpa sono strumenti utilizzati dalle religioni, dai governi e dalle comunità per imporre la censura e attraverso tale censura CONTROLLARE i membri della comunità.

Qualsiasi individuo che sfida o è in grado di ignorare le regole o i controlli della società diventa pericoloso e percepito come potenzialmente al di fuori del controllo di quella società. Tale sfida provoca PAURA.

Il riconoscimento e l’accettazione della responsabilità TOTALE per la sottomissione del sé interiore è il primo VERO passo che una sottomessa compie verso la sottomissione totale e l’offerta del sé alla volontà e alla direzione del suo padrone.

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