Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Posts written by flauto magico

view post Posted: 7/5/2020, 21:34     +1Proposta fusione forum - Lettere all'Amministrazione del Forum Legami di Seta
CITAZIONE (Gisy Scerman @ 3/5/2020, 09:24) 
Ragazzi ho trovato sempre il vostro forum ben fatto e con argomenti valido, non mercenario e questo mi piace, rispetta molti dei miei principiI.
Io vi faccio una proposta, abbiamo sempre tutti noi pochi affezionati on line, sia da me su Myfetishroom che qui, e se unissimo le forze e facciamo una fusione dei nostri due forum cosa ne pensate ?
Non ho nessun problema a modificare nome del forum, dopo 10 anni di gestione sono un po' stanca, con le dovute accortezze potrebbe uscire una cosa carina e funzionale...

È che dovevi almeno almeno aspettare la fase 3 ^_^
view post Posted: 2/11/2016, 22:06     Chi va e chi viene.. - Tra di Noi del Forum Legami di Seta
CITAZIONE
Ma...posso sapere come mai anima se ne è andato ? Quel poco che ho letto di lui mi piaceva molto, mi è dispiaciuto...spero la domanda non sia indiscreta, spero non richiami brutti ricordi...

I brutti ricordi sono di chi li fa... Trovo giusto invece esplorare... Tutto il resto (o quasi) è noia
view post Posted: 29/9/2016, 23:01     Eclissi di un Sole Nero - Presentazione Master
La felicità è già nel creare un qualcosa, ed è felicità quando quel qualcosa arriva, ma soprattutto è insita in te, non è una stella là fuori, è una piccolissima scintilla dentro ciascuno, nascosta bene bene, forse
Con simpatia, benvenuto :)
view post Posted: 22/9/2016, 20:37     +1Perché potrebbe funzionare - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
E mica ti penserai di andartene con quella fiammante limusin piena come sarà di Mistress, rimani, rimani, o fanne scendere qualcuna almeno :)
view post Posted: 21/9/2016, 21:08     +1Citazioni di personaggi famosi e non.. - Il Regno dell'Off Topic del Forum Legami di Seta
Sai, certe volte accade che ci sia bisogno di andare via e lasciare tutto al fato, fare come un equilibrista che sul mondo sfida il crollo delle sue capacità...
view post Posted: 20/9/2016, 01:01     Desideria - Poesie - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom & Offtopic
Diario di bordo: giorno X

Deve essere giunto il mattino, annunciato dai pallidi raggi che bucano le nuvole, le infinite maglie del tendame, le gocce tra le palpebre, fin dentro il cervello, dove il whisky della sera prima, come attivato dagli atomi luminosi, intraprende una macabra danza con ogni nervo del mio corpo, al tribale pulsare arterioso, trascinandomi in un inquieto dormiveglia, la testa mi duole, e il suo interno, ancora quel sogno doloroso e la macabra danza e i fuochi del falò e la maschera... Ormai è mattino, tutto è passato, come un uragano che porta via ogni cosa, che lascia una steppa arida e deserta, ed io solo a muovere i passi nella fanghiglia e sprofondare fino le ginocchia, tra pozze di incubi irreali che poco a poco sprofondano nei ricordi, e i ricordi a cui mi aggrappo... Una notte eterna.
Oh, dove è quella fanciulla e dove le giornate colorate, dove la mia ciurma, dove la mia nave, dove sono io adesso, se non nell'abisso di tutti i mari, nella grigia oscurità ad inseguire come un pazzo luccichii fievoli e fugaci di stelle inesistenti, di scosse elettriche nella mia testa, fa terribilmente freddo, freddo, vorrei sprofondare nel sonno, per dimenticare di ogni cosa e di ogni dove, vorrei sprofondare nel sonno, rannicchiato nell'angolo della mia cabina, con una spessa coltre di lana a nascondere il terrore, l'angoscia, l'ansia, la follia, la colpa ed ogni cielo ed ogni mare e i luccichii, ad occhi chiusi, i luccichii.
Rimbombi continui nella mia testa, picchiano le pareti del cranio, è un rumore sordo, inconfondibile, è il batacchio della porta, qualcuno là fuori, ora posso sentirne la voce che filtra dalle fessure tra i sesti e gli stipiti e il pavimento, attutita dal legname, conosco quella voce roca per i sigari e forse per i troppi funerali, e la mia mente corre al luogo dove approderemo, oggi e molto tempo or sono, nei miei incubi, a quel vulcano, cavità a picco nel mare incandescente, grida di svegliarmi, che siamo ormai giunti al nostro destino, noi, io, che paio anch'io un vulcano, rannicchiato come sono alla parete della stanza, scosso dalle sue grida, e da quelle che non escono da me.
E' quasi il tramonto, la nebbia solfurea avvolge la scialuppa e sette uomini indistinguibili, ricordi di ciò che ero, non ci vorrei tornare al vulcano, a quei fuochi, a quella notte, ma ogni mio pensiero mi porta là, tra gli zampilli incandescenti, tutti intorno, illuminano sette sagome, dagli occhi scavati che si può vederne l'anima, non so se qualcuno tornerà o se rimarrà invischiato nella cenere e lentamente a mescolarsi con essa, come fosse il prezzo da pagare, per mettere piede sul vulcano.
Anche il cappellano di bordo lo sa, per questo vuole tornare sull'isola, per celebrare il funerale, o per tentare in qualche modo di impedirlo, non saprei, io credo voglia partecipare alla cerimonia pagana, già la cerimonia, odori, ombre, musiche, danze, una sinistra energia la celebra, avvolge ogni cosa, ed entra nelle ossa e in ogni nervo e ivi si nutre e cresce, finché ci si dimentica di possederla, una droga, una droga dell'inconscio.
Il mare tinto di un giallo pallido, l'isola è vicina, già se ne avverte l'odore acre, quasi fosse un gigantesco cadavere annunziante il termine di ogni viaggio, mi volto alla Desideria avvolta dallo zolfo che pare un galeone fantasma, vorrei tornare indietro, tornare ad essere un fantasma, che non affrontare la morte, il vulcano, e chissà cos'altro dentro la mia testa, un sibilo delirante, terrifico, i nervi si contraggono, a straziare il mio cervello, una scia atroce, una scia di sabbia e zolfo, accoglie la scialuppa ed il suo equipaggio, su di un paesaggio lunare tinto di giallo, avvolto di una inconsistente polvere, che assimila ogni cosa, come un segnale, come ogni cosa, ora, sia posseduta del vulcano.
Il cappellano è il primo a scendere, quasi si dovesse andare all'inferno, si inginocchia, e lancia qualche assurda benedizione, sa bene che è tutto inutile, e un sorriso strappa il mio volto, e il suo...
Ha qualche anno più di me, ma gliene si potrebbero dare cento, o forse più, pare già un cadavere putrescente, la salsedine pare averlo ormai scuoiato e ancora si ostina a prendere il mare, è convinto che debba morire lì, nel mare, in qualche assurdo oceano della sua mente, ha avuto una visione, e a suo dire, ne è come perseguitato, e come posso non credergli, anch'io ho avuto la medesima visione.
Sono passati ventuno anni, dalla mia cabina osservavo la nebbia della mattinata di quel fine gennaio, e a non più di cinquanta metri, una figura muoversi nella nebbia, sulla banchina del porto, o in mezzo al mare, o chissà dove, era troppo lontana, e la nebbia troppo fitta, qualcuno era là fuori, a prendersi gioco della mia vista, non di me, potevo ascoltarla, sentirla, immaginarla, era solo una visione, una terrifica premonizione.
Nel mentre qualcuno bussava alla porta, ci siamo forse è lei, capitano, capitano, c'è qualcuno per Dio? Oh sì, certo che ci sono, si faccia avanti dunque... Versai un poco di whisky nel bicchiere, quasi fosse l'ultimo desiderio di un condannato, guardai a traverso il vetro la porta deforme aprirsi piano, una sagoma deforme, come avessi di già bevuto, una tonaca nera, che vuole un vecchio prete a bordo della mia nave? Capitano, pensavo che un prete potrebbe esservi utile, utile e per cosa? Che fate alla finestra, con la testa chissà dove, ad osservare il nulla, sono ore che ve ne state a scrutare la nebbia, vi ho visto, sapete, sono ore che non vi muovete da lì.
Che diamine sapete di cosa osservo?
Ho fatto un sogno questa notte, un sogno premonitore, un incubo, ho visto quello che state osservando, ho visto il temporale e il fumo del vulcano e i fuochi e le musiche e le danze, ho visto la cerimonia, e una figura vestita di nero, con una maschera, giù per la scala, nel buio... Mi avete visto morire nel mare, e non desidero altro che tornare nel mare per osservare dove finisce l'incubo e dove inizia la realtà.
Pazzo, non c'è nessuna isola, nessuna figura, la nebbia è nel vostro cervello, nessun sogno che finisce, nessuna realtà che inizia, i sensi mutano l'essere, che sia il vostro o il mio o quello di qualunque altro folle, non importa cosa avete visto, così come non importa ciò che ho visto io, non è altro che un'illusione, una stupida terribile illusione, e anche se fosse reale, e Dio solo sa quanto sia tutto così inverosimile, perché affrontare le onde e le tempeste e tutte le paure di questo mondo e fors'anche quelle dell'altro, perché immergersi nella più inquieta delle illusioni, per osservare fin dove si spinge l'umana follia, e il fiore, l'avete forse visto il fiore? Sapete dunque di che vado farneticando, avete assaggiato il fiore del buio, tacete pazzo, vi ho visto, avete assaggiato il fiore del buio, e adesso ve ne state tutto il tempo alla finestra a delirare con le vostre visioni, non sapete più cosa è reale o immaginario, dovete tornare su quella maledetta isola, non desiderate altro, e sapete che io devo venire con voi.
Siete un povero pazzo prete, proprio come me, come sapete dell'isola, della nebbia, della figura, e di tutto il resto, come sapete del fiore, l'avete assaggiato, da quando avete le visioni, ah tacete, non me lo dite, lo immagino da me, e poi avremo tempo per discuterne, ho già fatto costruire la cappella, potete andare a darvi un'occhiata se volete, e non dimenticate di benedire la nave, si salpa domani alla mezzanotte cappellano.
Un sorso di whisky?
view post Posted: 24/8/2016, 03:56     Desideria - Poesie - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom & Offtopic
Sto camminando in un giardino, un giardino a prima vista bizzarro, non ho il mio bastone da passeggio, una fanciulla mi tiene la mano, non riesco a togliermela di dosso, mi sta sempre intorno, continua a fissarmi, tutto il tempo, esci dalla mia testa, niente da fare, niente da fare... Siamo così giovani, quasi non ricordavo di esserlo stato, non ricordavo di lei, dove sei stata tutto questo tempo, cosa ci facciamo qui, è solo un ricordo...
Il vento caldo sembra agitare l'azzurro del cielo, seguo disegni di spirali blu e viola con gli occhi e con la mente, sono tutte intorno, devo chiederle se anche lei le vede ma sono travolto da un turbinio di azzurri, chiari e scuri, che quasi non la vedo più.
La mia voce esce ma va solo a mescolarsi ai turbini, come onde, che non fanno che aumentarne il vorticare, sono tutt'intorno, a tratti smuovono la mia anima, mi inginocchio, mani avanti a me aggrappate ai fili d'erba cupi, nell'estremo sforzo di impedirle di essere trascinata via, già la mia anima, grigia di ricordi, dove accidenti sono i colori, tutto pare avvolto nella nebbia, una nebbia strana, una foschia, che sbiadisce i colori, anche i neri sono sbiaditi e i bianchi schifosamente sporchi, chiudo gli occhi, anche dentro è tutto grigio, grigio, grigio, dov'è quella fanciulla, dove è.
La sua mano non c'è più, non c'è più niente, adesso è tutto così chiaro, immerso in un mare di petali e di farfalle alla perenne ricerca dei loro fiori, seguendo il vento sempre più freddo, deve essere passato parecchio tempo, sì, ore, forse giorni, anni, i petali sono diventati stelle, le farfalle nuvole, i fili d'erba ragnatele, che mi tengono ancorato lì, alla finestra della mia cabina, ad ascoltare il silenzio delle onde del mare, che si infrangono sui miei desideri.
Dei rumori sinistri raggiungono la mia testa, un brivido freddo percorre come un lampo l'interno della spina dorsale, passi nella notte, sembrano avvicinarsi, adagio, lungo la vecchia scala a pioli della Desideria, che fedele ne segnala il passaggio, attento capitano, sveglia capitano, ti sta cercando, sembra sussurrarmi, nel mentre, un vento gelido attraversa la stanza, portando con sé tutte le mie paure e quella foschia, che invade la nave fin dentro le mie ossa.
Devo vedere chi è, cosa è, ma le ragnatele sono ancora lì, angosce a tenermi paralizzato, posso solo strisciare, piano, come una serpe che si sfila piano la seconda pelle, fino alla vecchia porta della cabina, i cui sesti si ergono sopra me come colonne insormontabili, oltre le quali risiede il mio inconscio, agitato dall'eterno movimento delle mareggiate, scolpito nella fragile sabbia, mutato per sempre dalle gioie e dai dolori, là, dietro quella porta, nell'oscurità della mia nave, dentro il mio cervello, cigolii di legnami, scricchiolii di passi, trafiggono come lance avvelenate il profondo del mio petto, con un ultimo immane sforzo, smuovo appena quella vecchia porta.
E' buio, la flebile luce delle stelle riesce a malapena a farmi immaginare il dondolare dei quadri appesi come impiccati alle pareti del corridoio che si inabissa nella vecchia scala, ora silenziosa, ora lagnante, a scandire l'inesorabile aggrapparsi al corrimano e l'ansioso, lento, calpestio degli scalini, sempre più vicino, sempre più assordante, il silenzio e il lagnare, come lancette di un orologio eterno, come gocce d'acqua di un rubinetto mal funzionante che scavano l'epidermide della pelle, che bucano il cranio, che entrano dolorosamente nel cervello.
Striscio qualche metro nel buio, sono sudato, o forse sono le lagrime che scendono dai miei occhi, non lo so, è come non sapessi più nulla, come fossi una nullità, circondato da strette pareti e immerso nell'oscurità e nel ticchettio di un orologio che non esiste, devo scendere quella scala, devo conoscere cosa si agita la' sotto.
Una lanterna dondola in fondo alla scala, si avvicina, illuminando qua e là le vecchie pareti ammuffite, scansando le ombre che muovono verso di me in una danza funebre, mi spaventa, mi spaventa lei, una figura in lontananza, ora illuminata, ora nell'ombra, che tiene la lanterna e con essa le danze.
Si confonde nella penombra dell'abisso dei ricordi, passi lontani ma inesorabili di stivali, zoppicando trascinano una mantella nera e una maschera al suo volto, gli scricchiolii ora sono ovunque tramutantisi in brividi della mia pelle.
E poi c'è lei, quella fanciulla, adesso è una donna, è accasciata su di me, sta bene, le dico che è in pericolo qui, che se ne deve andare, ma la mia voce è soffocata, è un bisbiglio in questa mia notte che pare eterna, e lei non mi sente, è in un dormiveglia e non mi sente, non mi sente.
Devo scendere, devo scendere, continuo a ripetermelo ma la mia voce è soffocata, uno scalino, uno scalino soltanto, mi aggrappo al corrimano, a tutto ciò che sono, ai miei sogni, ai miei sogni, muovo un passo, poi un altro, sono sulla scala, mi siedo sul primo scalino, mi appoggio al mio bastone, quella figura non c'è più, non c'è più nessuno in fondo alla scala, neanche quella donna non c'è più, da lì non posso vederla ma so che non c'è più, è solo un ricordo, chiudo gli occhi, sono sfinito...
view post Posted: 6/8/2016, 01:33     Desideria - Poesie - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom & Offtopic
Diario di bordo: giorno II

Sono due giorni che la nave è salpata, alla mezzanotte di ieri.
Tra la nebbia, non so se il sole o la luna o una figura, uno spirito forse, nella banchina umida, forse avevo bevuto, ormai è solo un ricordo.
Ora ovunque guardo, solo il mare, e più lontano guardo, più abbraccia il cielo, e, sarà la bottiglia di whisky irlandese, ma sembra di vederli fare all'amore, e io, non li guardo perché mi piaccia guardare, li osserverei anche fossero divisi, distinti l'uno dall'altro, ma così sono così belli...
Ho visto tanti cieli e tanti mari e la cosa più facile è perdersi ma non v'è niente come il ritrovarsi, eh già, quella figura.
Il viaggio procede senza intoppi, certo non puoi affidarti agli occhi, non in questo viaggio.
Una bussola appena revisionata, il sole, la luna, le altre stelle e l'ufficiale di bordo, che non sai se il braccio alzato lo tiene per leggere il sestante o per sorseggiare il whisky irlandese o chissà cos'altro.
Forse è meglio affidarsi all'istinto, così farò, anche questa volta.
Adesso la mezzanotte è passata ma non i miei vizi, accendo un sigaro.
Il fumo riempie la stanza, una stanza zeppa di ragnatele, non permetto a quella sgualdrina e a nessuno di pulirla, ormai da anni.
La polvere, il fumo e chissà cos'altro vi si sono impressi ovunque, disegnando ricordi nella mia mente, la notte, quando il silenzio penetra i pensieri, e tutto, nonostante tutto, sembra così chiaro.
Solo la luce di una vecchia candela, questo sono, immerso nel cigolio di giunture, assi e alberi maestri, come tutti abbiano da insegnare qualche cosa, chissà cosa, immerso nelle rapide corse dei topi e nel verso dei cormorani voleggianti sui banchi di sardine, immerso nelle maledette termiti che divorano la Desideria dall'interno.
La mia nave, il mio orgoglio, comperata per trenta sterline e solida che pare scolpita nel granito.
Se penso a quello che sono, a quello che è stato, alle mille e più notti delle più incredibili cose, mi pare impossibile anche solo pensarlo ma, sarà che la conosco come i miei pensieri, sarà che una qualche presenza la anima, saranno le lucertole, le formiche, gli scarafaggi, le alghe, il silenzio, beh non v'è dubbio, questo è il posto giusto per affrontare la più terribile delle tempeste, il più agitato dei mari, il più inconoscibile dei viaggi, quello verso, sì, le isole e le terre lontane, o forse no, questo è un viaggio diverso, diverso da tutti quelli che ho fatto, è un viaggio verso sé stessi e verso gli altri, verso il mondo, verso le paure e verso i desideri, è un viaggio in cui non si torna indietro, un viaggio che non sai dove sia la fantasia e dove la realtà.
Il mio equipaggio non lo sa, non gliel'ho detto, certe cose non posso dirle, che altrimenti parteciperebbero solo folli, e di folli ne è sufficiente uno, è un sapere implicito il loro, un consenso implicito, senza rendersene appieno conto ma, forse in fondo, nel fondo del loro inconscio lo desiderano, e forse sono dei folli comunque.
E' tardi, so che è tardi, ma il vecchio orologio si è fermato da ore, forse giorni, non lo carico più, anche il tempo sembra avere perso importanza, come quella figura.
Sento il rumore del tuono, penso sia un'ottima notte per un temporale, spero che arrivi, e guardo attraverso il buco lasciato dalle due assi tagliate dalla parete, è ancora lontano ma il suo lampo pare illuminare qualcosa, quella figura, quella figura, e non capisco se stia là fuori o scolpita nella mia mente, o entrambe le cose.
Non la ricordo quasi più, si confonde tra il buio dentro di me e la luce delle saette che sembrano colpirmi come lame ovunque, forse è da lei che desidero andare, si è alzato il vento, sento la pioggia battere sul ponte, sul mare, ovunque, il vociare dei marinai che debbono tornare al lavoro, ma tutto si confonde, un'occhiata all'orologio, è fermo sulla mezzanotte, spengo il sigaro, chiudo gli occhi, sogno.
view post Posted: 3/9/2015, 01:51     +1le nuvole ci guardano - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
camminiamo, ti va?
conosco un sentiero, di ciottoli e fiori
che porta lontano, all'arcobaleno
l'ho visto in un sogno,
sembrava di un vero
lasciamo sto schifo,
il suo bianco e nero
eppure ti piace, lo so
anche a me piace, il dolore
vederti soffrire è..
vederti imbarazzata, indifesa,
confusa e spaesata,
fermarsi a guardarti
ore e giorni,
è come vederti nuda,
strano modo di spogliarti
vorrei vederti piangere
e piangere con te
sentire le tue lacrime
provarle su di me
sentire la tua pelle
la tua lingua
le tue cosce
averti nel buio, che ci possiede
cadere bagnati, vinti, addormentati
e poi sognare
di farci del bene
di farci del male
di fare all'amore
tra gioia e dolore
tra nuvole e sole
camminiamo, ti va?
all'arcobaleno?
view post Posted: 20/6/2015, 18:12     le nuvole ci guardano - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
è cambiata
deve essere cambiata
ormai mi fa paura
mi distrugge anima e corpo
vorrei andarmene
ma sono legato a lei
una catena di sentimenti
piacevoli e spiacevoli.. ricordi
una catena di dieci metri
ancorata al muro
mi obbliga nella sua casa
è il decimo giorno
deve aver capito
che volevo fuggire
non mi interessa più niente di lei
non le interessa più niente di me
piacevoli e spiacevoli.. ricordi
tra un pò tornerà
me lo ripeto
tutto il giorno e tutta la notte
ma la porta non si apre.. mai
è il decimo giorno
la odio
rinchiuso da una puttana
anche lei mi odia
perciò non torna
la amo
mi manca così tanto
anche lei mi ama
perciò mi ha incatenato
una catena di sentimenti
piacevoli e spiacevoli.. ricordi
view post Posted: 31/3/2015, 18:08     salve! - Presentazione SchiavE
ciao dolcezza :o:
roberto oltre che topica forse è un'età tipica
view post Posted: 26/3/2015, 15:46     Salve a tutti , mi presento. - Presentazione Switch
beh riassumendo..
le combinazioni possibili rasentano l' infinito eheh mai dire mai..
49 replies since 8/11/2014