Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

I CLASSICI: Giulia e Marco, BDSM - Humiliation - Femdom - Sadomaso - Feticismo - Scat

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view post Posted on 21/7/2012, 17:14     +6   +1   -1
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T.P.E.
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Si tratta di un racconto molto bello e interessante, un classico piuttosto noto del bdsm femdom.
E' un racconto lungo, perciò lo pubblicherò a puntate, cioè a capitoli successivi, che inserirò in sequenza in giorni diversi in questo topic.
L'Autore è anonimo.
Buona lettura.
 
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view post Posted on 21/7/2012, 17:37     +5   +1   -1
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T.P.E.
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CAPITOLO 1 - PRIMO INCONTRO

Finalmente Giulia ce l'aveva fatta, aveva lasciato Luca, il loro rapporto era ormai giunto alla fine, anche se non certo per colpa di lui.
Luca e Giulia stavano insieme oramai da molti anni, quasi 8, si erano conosciuti a 17 anni ed ora, lei che ne aveva quasi 25, lo aveva lasciato.
Luca era un ragazzo tranquillo, amante dello studio e della vita semplice di provincia; non era certo quello che si poteva definire uno sportivo od uno spericolato e anche a letto le cose non andavano diversamente.

Luca è stato il primo uomo di Giulia, anzi l'unico che abbia veramente avuto a parte qualche avventura da ragazzina e si è sempre rivelato il ragazzo perfetto che qualunque donna vorrebbe tranne in un particolare: il sesso.
Luca era molto timido, un ragazzo per bene, e a letto non si poteva certo dire che brillasse in fantasia: i rapporti con lui si risolvevano sempre in maniera molto veloce e classica, quasi fosse spaventato, quasi non volesse provare nulla di nuovo, quasi avesse paura del suo corpo e di quello di Giulia.

Per diverso tempo Giulia credette che questa fosse la normalità, o meglio che non esistesse altro al mondo; ultimamente però, in parte parlando con le amiche ed in parte grazie ad internet, si rese conto che esistono invece mille varianti e mille novità che possono essere provate.
Cercò di parlarne con Luca ma lui, a parte qualche deludente tentativo, non si mostrava molto desideroso di novità e la situazione degenerò in una insoddisfazione da parte di Giulia che portò alla rottura del loro rapporto.

Ora Giulia è libera e pronta ad affrontare il mondo da DOMINATRICE: le donne, si sa, esercitano un grande potere sugli uomini in campo sessuale; immaginate cosa può fare una bella venticinquenne con tanta fantasia e tanta voglia di divertirsi ?

La decisione ormai era presa: nella vita normale avrebbe frequentato ragazzi e cercato comunque il grande amore, ma la eccitava tremendamente l'idea di avere una seconda vita, di avere un amante segreto in un'altra città disposto ad accogliere ogni suo desiderio, per perverso che sia, e pensate che avrebbe faticato a trovarlo?

Si limitò a mettere un annuncio, su di un giornale specializzato e su di un newsgroup su internet: "25enne uscita da una relazione noiosa cerca un vero uomo, DISPOSTO A TUTTO, con possibilità di ospitare, e che voglia soddisfare ogni suo desiderio.
Inviare foto dettagliata del viso, del corpo nudo e del membro con a fianco un righello"

Le risposte naturalmente piovvero, molti credevano che lei fosse una mercenaria, ma la scelta era comunque tanta. Arrivarono foto di uomini di tutti i tipi: grassi, magri, pelati, superdotati e normali.
La scelta fu abbastanza difficile, in parte per la paura di Giulia nell'affrontare questa nuova avventura e in parte per la sua inesperienza.
Si concentrò comunque sulle città vicino alla sua, dove non conosceva nessuno e poteva così operare in segreto, ma non tralasciò certo l'aspetto estetico e la dotazione sessuale del suo futuro amante.

Alla fine il campo fu ristretto a 5 ragazzi, tutti tra 25 e i 30 anni, tutti atletici e ben dotati.
Con questi Giulia intraprese una corrispondenza via mail e chat durante la quale cercò di saggiare la loro voglia di strafare e la loro sottomissione: certo perché il desiderio di novità c'era ma voleva essere lei a condurre il gioco, voleva essere lei a decidere cosa fare, poteva accettare suggerimenti ma la decisione finale doveva provenire da lei.

Intanto la sua fantasia lavorava, si era documentata su internet leggendo racconti e parlando con altre persone conosciute su newsgroup quindi era ormai pronta all'azione.

Alla fine scelse Marco: bello, atletico, con un cazzo di 22 cm e una bella villetta con giardino recintato che sembrava fatta apposta per fare di tutto.

Quando Marco lesse la mail che lo invitava ad un incontro in una pizzeria della sua città non poteva credere alla fortuna che gli era capitata: una giovane e bella ragazza lo aveva scelto per soddisfare le proprie voglie sessuali senza chiedere nulla in cambio, anzi con il desiderio esplicito di rimanere anonima; non è questo il sogno segreto di ogni uomo?

Certo all'inizio, dopo aver letto l'annuncio, non aveva molta fiducia in questa situazione; quale ragazza poteva chiedere una cosa del genere? Cosa poteva esserci sotto ? Voleva soldi ? O voleva ricattarlo in qualche modo ?
Del resto lui non era molto ricattabile perché non aveva la ragazza, non era ricco e quasi non aveva amici, aveva solo una villetta avuta in eredità dai nonni e un modesto lavoro da operaio.

Marco era profondamente insoddisfatto della sua vita sentimentale e soprattutto sessuale, gli incontri a pagamento non lo soddisfacevano a le sue precedenti avventure, poche per la verità, non gli avevano consentito di scoprire ciò che c'era veramente in lui.
Di una cosa comunque era certo: voleva provare delle novità agendo principalmente in un ruolo sottomesso, quale migliore occasione di una padrona che voleva fare la stessa cosa in ruolo invece dominante?
La successiva corrispondenza con Giulia lo aveva eccitato sempre più, la cosa sembrava essere reale e senza trucchi ed era deciso ad andarci in fondo, tanto cosa aveva da perdere? potete quindi immaginare la sua eccitazione quando ricevette la comunicazione dell'appuntamento.

La sera dell'appuntamento entrambi era timorosi ed eccitati allo stesso tempo, Giulia come ogni donna provava comunque una certa paura del sesso opposto ma cosa poteva fare questo Marco ? Violentarla ? E perché mai se lei gli stava offrendo sesso gratuito e senza limiti ?

Marco dal canto suo non sapeva esattamente come comportarsi, era eccitatissimo anche perché la mail richiedeva l'astinenza totale dal sesso e dalla masturbazione nei tre giorni precedenti e lui l'aveva rispettata, deciso a cominciare bene il proprio ruolo; in ogni caso il gioco lo conduceva lei e lui doveva limitarsi ad ascoltare ed obbedire.

Quando Giulia entrò nel ristorante riconobbe subito Marco, era vestito di nero come lei aveva richiesto ed era solo al tavolo, e capì a quel punto di essere arrivata ad una svolta nella sua vita, ad un punto di non ritorno: se adesso andava avanti doveva comportarsi da padrona decisa, esporre chiaramente le condizioni e condurre completamente la situazione.

"Ciao, immagino che tu sia Marco, vedo che hai rispettato la condizione sull'abbigliamento che avevo richiesto, spero per te che anche l'altra condizione sia rispettata"
"Ciao, si sono Marco ed immagino che tu sia Giulia, comunque si ho rispettato tutto, non ti preoccupare."
"Questo lo vedremo" disse lei ormai lanciata, sedendosi, "comunque passo subito a spiegarti la situazione e tu mi dirai se accetti, guarda che mi devi rispondere stasera perché ti posso rimpiazzare quando voglio, dietro di te c'è la fila"
"Va bene, ti ascolto", disse lui.
"Come ti ho detto sono uscita da una relazione particolarmente noiosa e ho voglia di provare delle novità ma voglio essere io a condurre il tutto e questo non deve interferire con la mia vita normale, quindi sto cercando una sorta di vibratore umano che sia a mia disposizione quando voglio, che accetti di fare tutto quello che voglio e che non mi crei problemi.
Ti confesso che non sono espertissima, ho solo molta fantasia, quindi sono disponibile ad accettare suggerimenti ma l'ultima parola è sempre la mia e se mi stanco sono libera di mollare in qualunque momento, come del resto lo sei tu, anche se io uomini come te ne trovo a bizzeffe mentre tu una come me non la troverai mai."

"Le condizioni sono queste: " disse Giulia che si era studiata il tutto a casa, per bene, per portare dalla sua tutte le garanzie possibili, vista la sua posizione di vantaggio " io sono di un'altra città, quando vorrò incontrarti ti chiamerò io con un cellulare che non fa apparire il numero e tu devi garantirmi una certa disponibilità, non dico immediata, ma nell'arco di poche ore. Verrò io a casa tua che deve essere libera e ti dirò cosa faremo, di volta in volta. Utilizzeremo la tua macchina, se dovessimo muoverci, e dovrai essere disponibile a fare alcune spese per attrezzature che riterrò necessarie e che conserveremo a casa tua.
Se hai dei limiti o cose che non vuoi fare me lo devi dire prima, almeno a grandi linee, perché una volta che il gioco è iniziato non voglio interruzioni.
Ho molte idee e partiremo con cose semplici fino a crescere sempre più, spaziando dall'esibizionismo, al bizzarre, alle perversioni, al travestitismo, anche con altre persone se ne troviamo."
"Allora cosa ne pensi? È quello che ti aspettavi?", quella era la domanda definitiva e la sua risposta avrebbe cambiato la vita di entrambi.

"Direi che più o meno è quello che mi aspettavo, incontri bizzarri sadomaso e niente altro.
Questo è sempre stato il mio sogno e non voglio farmelo scappare, l'unico problema è che non mi conosco molto bene e non so cosa mi piace e cosa no, io voglio provare tutto ma se una cosa non mi piace la possiamo escludere successivamente?"

"Direi di si, del resto il nostro rapporto deve crescere con noi", rispose Giulia, accondiscendente.

"Va bene, allora accetto, quando si comincia ?"

"Direttamente stasera, hai casa libera dopo ?"

"Si certo" rispose lui, quasi senza credere alle proprie orecchie.

"Va bene, ora ti dico le condizioni.
PRIMO: io ti darò sempre del tu e ti chiamerò schiavo, tu mi chiamerai Madame e mi darai sempre del lei, naturalmente se siamo con altre persone a cui non voglio fare sapere il nostro gioco ci chiameremo Marco e Giulia ma ogni mia richiesta sarà per te un ordine.
SECONDO: ogni tua frase deve finire con Madame, anche se il 90% di quello
che dirai sarà Si Madame e no Madame.
TERZO: se devi esprimere un tuo parere o dire qualcosa di non richiesto devi chiedermi il permesso.
Ce ne sono altre, per la casa e la macchina, ma te le dirò strada facendo.
Guarda che stasera sei in prova, non ho ancora deciso se tenerti o no, quindi comportati bene e senza esitazioni."
Cadde un silenzio profondo, il cuore di Marco andava a mille e, sperando di ricordarsene anche in futuro, rispose come gli era stato insegnato " Si Madame"

"Va bene, facciamo una prima prova, tu mi hai detto che da almeno tre giorni non hai rapporti sessuali quindi le tue palle dovrebbero essere piene di sborra, vero ?"

"Si Madame, credo di si".

"Allora prendi questa fetta di pane, vai in bagno e masturbati e raccogli con il pane tutto quello che esce, non lavarti le mani. Intanto io ordino per entrambi"

"Si Madame", disse lui, pronto ad accogliere il suo primo dovere di schiavo.

Una volta in bagno la mente di Marco era piena di mille emozioni, di mille idee; era eccitatissimo per quello che stava per fare e per l'avventura che stava per intraprendere e non voleva deludere la padrona; soprattutto doveva sforzarsi di pensare da schiavo e non da persona normale.

Prese il cazzo già durissimo in mano e cominciò a menarselo ottenendo in breve uno dei più intensi orgasmi della sua vita; ebbe l'accortezza di trattenere tutto con la mano e, tremante, si affretto a passare quanto più poteva sul pane.

"Allora hai fatto? Fammi vedere"

Marco mostrò la fetta di pane sul quale era depositata una grande quantità di sperma biancastro.

"Bene, siediti pure. Credo che la quantità di sborra sia sufficiente, significa che non ti sei veramente masturbato in questi giorni. Inutile dirti che d'ora in poi non potrai più farlo se non dietro mio consenso e come vedi posso controllarti, anche in altri modi.
Ho già ordinato, intanto prendi il coltello e spalma meglio la sborra poi goditi il tuo antipasto"

Marco prese il coltello e si preparò un'eccellente tartina allo sperma che si gustò, del resto aveva già assaggiato la sua "produzione personale" e non lo turbava.

"Vedo che ti piace la sborra, allora avrai modo di gustarne molta, anche non tua, pensi che sia un problema per te?"

"No Madame" rispose, anche se in parte l'idea lo schifava, quello dell'omosessualità era uno dei suoi limiti che voleva superare ma che ancora rappresentava una barriera.

"Ho appena pensato ad un'altra regola: ogni volta che siamo al ristorante, come qui, o in auto di notte, devi stare con il cazzo fuori; esegui."
Marco comincio ad armeggiare con le dita sotto la tovaglia ed estrarre il membro eretto finalmente libero dopo la costrizione dei jeans.

"Fammi controllare" disse Giulia insinuando la mano sotto il tavolo e accarezzandoglielo diverse volte "Sai che sei ben dotato? Credo proprio di avere scelto bene."

"Allora Marco, parlami di te, raccontami quali sono state le tue esperienze e i tuoi desideri più segreti mentre mangiamo."

"Beh, vede Madame, non c'è molto da dire: sono un ragazzo come tanti altri, abbastanza timido e con scarso successo con l'altro sesso. Fin da quando ha cominciato a tirarmi ho sempre avuto fantasie strane, voglia di provare tutto, ma all'inizio la consideravo una malattia; poi ho cominciato a frequentare dei newsgroup e a documentarmi e ho visto che esiste un mondo nascosto terribilmente eccitante.
Vorrei provare tutto, se lei sarà così buona da concedermelo, ma chiedo una sola cosa: io non amo il dolore, la considero una punizione, quindi la prego di essere severa ma giusta, di punirmi se lo merito, ma di concedermi anche qualche premio se invece mi comporto bene. Solo così si addestra un buon cane."

"Hai ragione schiavetto" disse Giulia "comunque anch'io vedrò come vanno le cose, se il frustarti mi ecciterà lo farò e tu dovrai essere felice di essere di qualche utilità per la tua dea."

"Certo Madame."

"Bene, ora che abbiamo finito portami a casa tua, voglio vedere se è degna di me" ingiunse Giulia.

Marco si affrettò a rimettere dentro l'uccello e seguì la sua padrona all' esterno, ricordandosi velocemente di pagare.

"Allora schiavo, dov'è la tua auto ?"

"Per di qua Madame" disse Marco avvicinandosi ad una familiare di media cilindrata.

"Schiavo!!! Come osi ? Non apri la portiera alla tua dea ? Appena a casa sarai punito severamente" urlò improvvisamente Giulia.

Marco si affrettò verso la portiera del passeggero chiedendo continuamente perdono.

"Non mi interessano le tue scuse, portami a casa tua, svelto."

Marco salì al lati di guida e avviò il motore dirigendosi verso la periferia.

"Schiavo, cosa ti ho appena detto riguardo al tuo comportamento in auto ?"

Marco non capiva ma improvvisamente si ricordò degli ordini precedenti " Quando siamo in auto di notte dovrai sempre viaggiare con l'uccello fuori ". Al primo semaforo si affrettò a sbottonarsi i pantaloni e ad eseguire, ma ormai era troppo tardi.

"Guarda schiavo che andiamo male, ti ho dato un ordine pochi minuti fa e già non te ne ricordi più, è così che adori la tua padrona? La tua punizione è raddoppiata e rischi di non vedermi più."

"No Madame, la prego, mi punisca duramente, farò tutto quello che vuole ma non mi lasci" piagnucolava già Marco, cercando di ricordarsi se avrebbe dovuto soddisfare altri ordini una volta arrivato a casa.

"Vedremo, non so se mi meriti, ora sta zitto e guida".

Una volta arrivati alla villetta Marco fece per riabbottonarsi per scendere ad aprire il cancello "No, rimani così" lo fermò Giulia.

Marco cercò di scendere e aprire il cancello il più velocemente possibile, muovendosi un po' ingobbito per cercare di nascondersi il più possibile, del resto era notte e in giro non c'era nessuno.
Entrarono in garage e Marco si affrettò a scendere per aprire la portiera di Giulia.

"Adesso ti voglio nudo, completamente, hai 1 minuto di tempo" disse tranquillamente Giulia.

Marco rimase per un attimo sbigottito ma aveva imparato che con lei non ci si doveva distrarre, bisognava essere concentrati sugli ordini ed eseguire immediatamente senza pensare.
Si spogliò subito, inciampando nei pantaloni nello stretto spazio tra la portiera ed il muro, con Giulia che non si spostava minimamente.

"Rimetti i vestiti in auto, li recupererai dopo, forse. Ora fammi visitare la casa"

Marco, completamente nudo, precedette Giulia nella visita alla villetta che era composta da salotto, due bagni, due camere, cucina e una bella tavernetta al piano terra.

"Bene, bene " disse lei "potremo dare delle belle feste qui, non sei contento ?"

"Si Madame" rispose Marco, felice nel sentire questa previsione.

"Adesso andiamo in salotto, voglio esaminarti." Giulia si sedette sul divano e Marco rimase in piedi di fronte a lei che gli prese il membro scappellandolo.

"Come dotazione non sei messo male, sei resistente?"

"Credo di si Madame"

"lo vedremo, dicono tutti così. Ora voltati e allargati le chiappe. Sei vergine nel culo?"

"Ho provato ad inserire le dita e qualche oggetto, Madame, ma non ho mai fatto niente con un uomo" rispose lo schiavo

"Meglio, ti sverginerò io come si deve" commentò soddisfatta Giulia.

"Adesso mettiti bocconi sul tavolo, devo punirti, o pensi che me ne sia dimenticata ?"

Marco avanzò terrorizzato verso il tavolo ma senza il coraggio di dire nulla.

"Dove tieni il tagliere? Al momento non abbiamo nulla di meglio"

"Nello sportello a fianco del lavandino, Madame" rispose tremante Marco.

"Bene frocetto, quanti colpi pensi di meritare per le tue due mancanze?"

"La prego padrona, sia buona, non lo farò più" cominciò a piagnucolare Marco

"Zitto verme, 10 colpi possono bastare, visto che è la prima volta, comincia a contare" e Giulia colpi il sedere di Marco con tutte le sue forze.
Il dolore esplose rosso nel suo fondoschiena e solo la voce della disperazione riuscì a fargli pronunciare "Uno, Madame".
Giulia non aveva mai colpito un uomo, non sapeva quanto male poteva fare, ma
era decisa a dimostrarsi dura fin da subito.
Al 5 colpo il dolore divenne insopportabile per Marco che si sentiva il sedere in fiamme.

"Adesso verme la tua padrona ti concede di implorare pietà, striscia ai miei piedi e fammi vedere come mi adori e forse sarò clemente".

Marco, in lacrime, non aspettava altro e si lanciò ai piedi di Giulia baciando gli stivali di pelle, leccandoli, e assicurando la padrona che sarebbe stato un buono schiavo, che avrebbe fatto le cose più disgustose per lei ma che non voleva più subire dolore.

"Allora leccami gli stivali, lucidali completamente, anche sotto la suola" disse Giulia sedendosi.

Marco si affrettò ad eseguire, leccava furiosamente, con la forza della disperazione; ben presto gli stivali divennero lucenti.

"Bene, penso che tu meriti un po' di pietà, Prendi il tagliere e colpisciti da solo tre volte ma bada, se lo fai troppo piano ricominceremo da capo"

Quelle parole fecero gelare il cuore a Marco, i colpi erano solo tre ma come colpirsi da soli in una parte così dolorante? Ormai ridotto ad un automa prese il tagliere e si colpì tre volte, con tutte le sue forze; tre sonori schiocchi risuonarono nella stanza, anche più forti di quelli di Giulia. Marco si accasciò al suolo esausto per il dolore e le emozioni.

"Allora schiavo hai capito chi comanda? Hai capito a chi devi pensare quando siamo insieme? Su cosa devi concentrarti?"

"Si Madame, su di lei, la mia dea e unica ragione di vita; io vivo solo per darle piacere, se sono in gradi di farlo" rispose Marco ormai convinto del suo ruolo.

"Va bene, allora è il momento di divertirci un po', dopo il dovere viene il piacere" disse Giulia sedendosi sul divano - "vieni qui tra le mie gambe"

Marco si mosse carponi fino a trovarsi a terra, davanti alla ragazza.

"Sai, vederti soffrire mi ha eccitato terribilmente, sono tutta bagnata e ora desidero solo una lingua delicata che mi faccia godere; come te la cavi come leccafiga?"

"Farò del mio meglio per la mia dea, Madame" rispose lo schiavo, felice per l'idea che si stava prospettando.

"Allora leccamela, però devi essere delicato, passa sull'interno cosce e affonda la lingua il più possibile all'interno e non dimenticare il clitoride" disse Giulia scostando le mutandine trasparenti ed alzando leggermente la minigonna.

Marco si affretto ad agire, era eccitatissimo ma era anche contento di potersi rilassare un attimo e dedicare a compiti piacevoli; non se la sentiva però di perdere la concentrazione e commettere altri errori temendo le ire di Giulia.
Lo schiavo eseguì un ottimo lavoro e, in breve tempo, Giulia venne come non mai inondando copiosamente la bocca di Marco e le mutandine.

"Bravo, ti sei rifatto, forse posso ripensarci e tenerti un altro giorno" disse Giulia una volta riavutasi dall'orgasmo. "Queste però sono fradice e non le voglio più" disse togliendosi le mutandine. "Succhiale e goditi il nettare della tua signora" disse infilandole in bocca a Marco che si affrettò a spalancarla per accogliere il prezioso dono.

"Credo che ti meriti un piccolo premio, immagino che tu abbia voglia di venire ancora vero?"

Marco emise un biascicato "Sì Madame"

"Allora metti le mani dietro la schiena e sfrega il tuo miserabile cazzetto contro il tappeto, io vado un attimo in bagno a ricompormi, hai tempo fino al mio ritorno"

Marco si gettò a terra dimenando il bacino come un ossesso ottenendo un breve un forte orgasmo che gli inondò la pancia.

"Hai finito allora? Guarda che dobbiamo andare, mettiti solo la maglietta".

Marco si affrettò ad eseguire, senza ripulirsi, ancora con le mutande in bocca. Appena in garage Giulia disse tranquillamente.

"Nuova regola: ogni volta che devo salire o scendere dall'auto, in garage, devi sdraiarti a terra per farmi da zerbino" disse la ragazza ormai sicura di se.

Marco si gettò a terra, incurante di tutto, e Giulia lo calpestò crudelmente
con gli stivali.

"Adesso sali e andiamo, maiale"

Il viaggio fu breve e silenzioso fino alla pizzeria dove si erano conosciuti. " mi rifarò sentire io, forse, tu intanto non masturbarti e ricordati di farti sempre la barba alla perfezione, stasera mi hai irritato un pò"

Giulia scese e si allontanò velocemente nella notte lasciando Marco allibito, in auto, con le mutande ormai insapori in bocca, nudo dalla vita in giù ma felice della piega che aveva preso la sua vita.

(... segue ...)
 
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view post Posted on 22/7/2012, 14:55     +5   +1   -1
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T.P.E.
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CAPITOLO 2 - COMINCIANO GLI ALLENAMENTI

Il giorno dopo Giulia si sentiva felice e confusa quanto e forse più di Marco. Era felice di essere riuscita nel suo intento, la serata era andata alla perfezione; nella solitudine della sua casa lei aveva preparato tutto, ma le sue idee erano molto più soft, un inizio più tranquillo.
Appena iniziata la serata però si accese come un interruttore in Giulia, le idee le venivano alla mente alla velocità della luce, tutto era andato avanti automaticamente una volta liberata la ninfomane perversa che dormiva in lei.

Ormai passava tutto il suo tempo a programmare la vita futura sua e di Marco, cercava idee, si documentava e pensava ad un modo graduale ma deciso per portarlo a fare qualunque cosa.
Aspettò però quasi una settimana per chiamare lo schiavo, anzi mandò lui semplicemente un messaggio; del resto la padrona non è mai in ansia, anzi, è quasi annoiata del suo schiavo.

Marco, dal canto suo, era eccitatissimo e felicissimo, finalmente poteva godere appieno la vita e i racconti dei suoi amici sulle avventurette, sui baci rubati in auto dopo corti dispendiose gli sembrarono improvvisamente giochetti infantili e la sua invidia per loro si tramutò in compassione.

Il suo unico cruccio era Giulia, o meglio Madame, perché non chiamava ? Tutte le sere Marco si coricava tremante, ripensando a quell'unica sera, e solo il suo amore per la sua signora gli impedì di masturbarsi; naturalmente più passava il tempo più le cose peggioravano.

Finalmente, dopo quasi una settimana, ricevette un SMS: " Schiavo, domani sera verrò a casa tua, ti voglio nudo e con un bicchiere di champagne ad attendermi"

Il messaggio non ammetteva repliche e Marco si affrettò e rinviare l'impegno preso con un suo amico per quella sera e a procurarsi il miglior champagne in commercio.
L'SMS non faceva nemmeno riferimento all'ora in cui Giulia sarebbe passata, come fare ? Alle 18.30 Marco era già davanti alla porta, nudo, lo champagne già sotto ghiaccio in frigo, il calice pronto.

Giulia arrivò alle 21, suonando imperiosamente. Marco volò in frigo, stappando la bottiglia e versando un calice di vino, poi corse alla porta con l'uccello istantaneamente duro come il marmo.

"Bene schiavo, fammi vedere se il vino è degno di me" disse senza preamboli Giulia.
"Credo di si anche se c'è qualche goccia sul bicchiere, ma forse posso essere buona, se lo meriterai"

"Grazie Madame" Rispose felice Marco.

"Vedi maiale, come avrai capito ho deciso di tenerti come mio schiavo e di addestrarti personalmente, l'altra volta hai fatto alcuni errori ma ti sei dimostrato volenteroso e forse vali qualcosa. Il minimo che puoi fare è ringraziarmi per la mia immensa bontà"

Marco si gettò ai piedi di Giulia, baciandoli e ringraziandola in lacrime. Aveva intuito che quella posizione piaceva molto alla sua padrona ed aveva ragione.

"Andiamo in salotto, fino a nuovo ordine ti muoverai a quattro zampe in casa. Vedi, un bravo schiavo deve sapere fare molte cose per la sua padrona e tu sei solo all'inizio ma andremo per gradi, alla fine ti porterò alle feste sadomaso delle mie amiche dove ti farò gareggiare contro gli altri schiavi nelle discipline che organizziamo, quindi ora sei un atleta che si allena e devi dare il massimo impegno per non farmi sfigurare, intesi?"
Giulia non mentiva, tramite Internet ed i newsgroup era entrata in contatto con una comunità SM e si stava informando su questi avvenimenti, decisa a parteciparvi veramente con Marco.

"La prima regola dello schiavo comunque è essere concentrato, pensare solo alla sua padrona ed eseguire qualunque ordine senza esitazioni. Ti senti pronto per questo?"

"Si Madame" rispose entusiasta Marco.

"Bene, ogni giorno poi ti darò dei compiti da eseguire a casa, delle preparazioni personali e la volta dopo controllerò i tuoi progressi. Passiamo al primo esercizio poi, dopo ogni seduta di allenamenti, potremo dedicarci a giocare un pò. Sei contento?"

"Moltissimo Madame."

"Allora, la prima cosa che uno schiavo deve fare è sapere adorare i piedi e le scarpe della sua padrona; sugli stivali ti sei già allenato la volta scorsa e lo rifarai, ora passiamo invece ai miei piedini."

Giulia si sedette e tolse gli stivali rivelando due splendide gambe e due meravigliosi piedini avvolte in autoreggenti nere.

"Fammi vedere cosa sai fare, leccami da sopra la calza. L'importante è usare la dolcezza e la fantasia, stai adorando i piedi della tua dea, e soprattutto la lentezza: devi andare con calma e consentirmi di rilassarmi"

Marco raccolse le estremità e cominciò a leccarle lentamente e con precisione, con lappate lunghe e intense. I piedi di Giulia erano leggermente sudati dopo la permanenza negli stivali di pelle ma questo non faceva che eccitare maggiormente Marco.
Egli leccava completamente la parte sotto, da cima a fondo, per poi passare alle dita, succhiandole tutte insieme a anche una alla volta, per quanto glielo consentiva la calza.
Mentre eseguiva, con l'altra mano, tolse un cuscino dal divano e lo appoggiò a terra adagiandovi dolcemente il piedino, leggendo nel sorriso di Giulia la sua soddisfazione.
Si dedicò poi all'altra gamba, con ardore ed eccitazione rinnovati, e la cosa andò avanti a lungo in quanto Giulia non accennava a consentirgli di smettere e lui era felice di continuare.

"Ora toglimi le calze, con dolcezza, e ripeti il tutto con le gambe nude. Questa è una delle gare che dovremo fare, lo schiavo che mostra adorazione per la sua padrona, e una giuria giudicherà il più devoto."

Marco, orami lanciato, diede il meglio di se accarezzando e leccando singolarmente ogni dito, risalendo fino al ginocchio, al massimo dell'umiltà e dell'adorazione.
Mentre Marco le toglieva le calze Giulia dischiuse leggermente le gambe per mostrargli che non portava le mutandine; questo creò una scossa elettrica nel ragazzo che si lancio nel suo compito con rinnovato vigore, pregustando il suo premio finale.

"Niente male sai, mi sei piaciuto, devi allenarti ma mostri una certa propensione. Devi svolgere questo esercizio con costanza: procurati delle gambe di manichino e calze da donna, poi vari tipi di scarpe, dagli stivali alle scarpe da sera, e allenati ogni giorno della prossima settimana.
Ti do anche una videocassetta con un film che spiega queste tecniche" disse Giulia togliendo una cassetta dalla borsetta, prestatagli da una delle sue nuove amiche Mistress.
"Inoltre voglio che registri i tuoi allenamenti per farmeli vedere e per darti modo di migliorare; hai una telecamera?"

"Si Madame."

"Hai anche un cavalletto ?"

"No Madame."

"Allora procuratelo, ci servirà anche per il futuro. Adesso vai a prendere la telecamera, ti faccio vedere come fare, poi raggiungi la mia macchina in cortile, troverai un sacco con tutte le mia scarpe. Puoi camminare eretto fuori casa, vai."

Marco scattò a quattro zampe e tornò dopo poco portando la telecamera, la depositò e corse verso il garage per raggiungere l'uscita. Egli era ancora completamente nudo, quindi cercò di fare il più velocemente possibile. Appena rientrato cercò di trascinare come poteva l'ingombrante sacco rimanendo a quattro zampe, fino a raggiungere la sua padrona.

"Bene, allora tutte le cassette dei tuoi allenamenti devono cominciare con te nudo che fai una presentazione, dici chi sei e perché ti alleni, poi cominci a lavorare. Alla fine di ogni cassetta di 45 minuti puoi farti una sega in diretta, se pensi di avere lavorato bene.
Stai attento perché io riguarderò le cassette e se penso che ti sei preso il tuo premio ingiustamente sarai duramente punito. Hai capito?"

"Si Madame"

"Allora vediamo come ti presenti, a proposito al club ogni schiavo deve avere un soprannome, il tuo sarà Leccapiedi"

Marco si alzò e si piazzò davanti alla telecamera.
"Sono lo schiavo Leccapiedi, felice di essere l'umile servitore e di essere di qualche
utilità alla mia dea e padrona Giulia. Mi alleno nella gara di devozione per poter essere sempre più bravo e potere adorare la mia padrona come essa merita."

"Bene, ricorda che è molta apprezzata la fantasia degli schiavi in queste presentazioni. Puoi cominciare, accucciati sul pavimento, io metterò la telecamera su questo mobile per riprenderti senza fatica"

Marco si accucciò ai piedi di Giulia ed attaccò la prima scarpa, da sera e con il tacco alto. Giulia intanto accese la televisione e si versò un altro bicchiere di champagne. Ogni tanto Giulia dava consigli a Marco su come procedere e si divertiva a stuzzicarlo con il piede nudo, gli toccava le palle, cercava di infilarlo nel culo, oppure glielo porgeva alla bocca e Marco lappava contento.
Alla fine della prima cassetta di 45 minuti Giulia decretò lo stop, Marco aveva pulito perfettamente 3 paia di scarpe, anche sotto la suola.

"Bravo schiavetto, ora meriti un premio, girati di schiena. Immagino che tu abbia sete dopo tutto questo lavoro"

In effetti Marco aveva la gola riarsa e sentiva in bocca un saporaccio, sopratrutto per le schifezze che aveva dovuto ingoiare. Giulia si alzo la gonna e si accucciò sopra il viso di Marco, poi prese la bottiglia di champagne e cominciò a versarla sulla figa, il liquido ruscellava giù inondando il viso di Marco che cercava di leccarne il più possibile.

"Basta per ora, non voglio che ti ubriachi. Ti è piaciuto bere dalla mia figa ?"

"Si Madame"

"Bene, presto berrai un altro liquido, per te molto migliore di qualunque champagne. Ora puoi farti la tua sega, mettiti a sedere sul tappeto a gambe larghe, voglio riprendere tutto e alla fine non trattenere lo sperma, voglio vedere quanto schizza in alto"

Marco si affrettò ad eseguire, concentrandosi sulle sue emozioni, su quello che stava provando, ed ottenne un grande orgasmo. Lo sperma schizzò alto e ricadde sul divano, sul tappeto e su Marco stesso.

"Ok, ripulisci tutto con la lingua ora"

Marco si affrettò a leccare tutto, si portò alla bocca anche quello che era rimasto in mano e sul suo corpo.

"Ora è il mio turno di godere un po', prendi il vibratore dalla borsetta e fammi vedere come masturbi la tua padrona; anche questo è molto importante per uno schiavo perché il suo primo compito è fare godere la sua dea"

Marco prese il vibratore e si avvicinò a Giulia che lo attendeva a gambe aperte, cominciò a lavorarla di lingua nell'interno cosce, come a lei piaceva, poi si dedicò alla figa e al clitoride penetrandole contemporaneamente con il vibratore.
Marco era veramente bravo e Giulia alzò ulteriormente le ginocchia e sporse in fuori la figa, per facilitargli il compito, fino ad ottenere un bell' orgasmo.

"Bravo Leccapiedi, non sei stato male, ora leccami la figa per ripulire tutto."

Marco, felice, non se lo fece dire due volte e ripulì la sua signora di tutti i suoi umori.

"Adesso devo andare, ti lascio le scarpe perché hanno bisogno di essere pulite. Ricorda di non trascurare gli allenamenti. Ci vedremo il prossimo weekend, potremo stare assieme per due giorni, poi ti dirò le modalità. Anche se ti alleni non puoi masturbarti dopo giovedì, ti voglio pronto per farmi divertire".

Detto questo Giulia si alzò, si rimise le scarpe e se ne andò senza degnare il suo schiavo di un'occhiata, Marco la seguì invece con sguardo adorante fin che poté.

(... continua ...)
 
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view post Posted on 23/7/2012, 15:56     +3   +1   -1
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CAPITOLO 3 - STEFANIA
(prima parte)

Giulia frequentava una palestra dove era solita sfogare l'energia e la tensione accumulata durante la giornata.
Qui aveva fatto inoltre buone conoscenze perché, a differenza di Marco, la sua vita privata procedeva a gonfie vele ora che poteva affrontarla molto più sicura di se.
In palestra aveva conosciuto stalloni fantastici con i quali passava splendide serate e lunghe ore di sesso; il suo sguardo attento soppesava già i malcapitati pensando a quali potevano essere schiavizzati al fine di crearsi una buona stalla di schiavi, come tutte le padrone che si rispettino.

In palestra aveva anche un'amica particolare, Stefania, una diciottenne biondina molto dolce e carina. In Stefania Giulia vedeva un po' se stessa all'inizio del suo rapporto con Luca, un'adolescente insoddisfatta e con molta voglia di scoprire tutto, ma pronta a lasciarsi abbindolare dagli uomini.

Nella mente perversa di Giulia, già da lungo tempo, stava maturando l'idea di coinvolgere Stefania nei suoi giochi ed allenamenti con Marco, anche perché in due il divertimento e maggiore e a una padrona è consentito avere un'assistente.

Giulia entrò lentamente in argomento raccontando le sue esperienze con Luca, e lesse una grande comprensione e paura negli occhi di Stefania.

"Sai che anche io mi sento così?" disse Stefania "ho voglia di provare nuove esperienze ma non conosco molto e non voglio fidarmi del primo venuto, vorrei essere io a condurre il gioco, con i miei tempi, ma ho paura dei ragazzi che vedo così decisi."

"Non c'è niente di più sbagliato" rise Giulia "guarda che sono le donne a comandare, se sai come fare puoi averli tutti ai tuoi piedi; te lo dimostro subito. Quale ti sembra il più deciso della palestra, quello di cui avresti più paura ?"

"Beh, credo Francesco". Francesco era un culturista alto quasi due metri, con muscoli guizzanti su tutto il corpo, completamente rasato a zero e uno sguardo truce.

Giulia si recò dal culturista, indossava ormai solo top e calzamaglie molto aderenti e scollati e sapeva come muoversi. Francesco stava allenando i bicipiti, seduto su una panca che gli permetteva di alzare un bilanciere.
Giulia si chinò proprio davanti a Francesco per raccogliere un peso, mostrandogli così la generosa scollatura; egli si fermò allibito, con i pesi a mezz’aria.

"Ciao, scusa, sai dirmi quali sono i pesi da due chili?" gli chiese.

Francesco posò il bilanciere e glieli indicò.

"Sai, io e la mia amica stiamo cercando quali siano gli esercizi più adatti a noi, tu te ne intendi?"

"Certo" disse lui "Ho passato la vita qui dentro."

"Sai, io cerco esercizi che mi diano resistenza e fiato, vorrei allenare soprattutto le gambe ed il bacino" l'allusione era forte e Francesco la capì subito.

"Potremmo allenarci insieme qualche volta cosa ne dici?" disse Giulia, voltandosi e posando il peso a terra, nel fare questo aveva praticamente messo il culo davanti al viso dell'uomo

"Certo, perché no?"

"Ok, ora devo andare, ho molta sete. Non saresti così gentile da andarci a prendere qualcosa da bere?"

"Va bene, per una bella ragazza come te questo ed altro" e Francesco si allontanò verso il bar.

Giulia tornò da Stefania: "Hai visto, il truce Francesco è andato a prenderci da bere. Basta poco per fargli fare quello che vuoi."

Il culturista tornò con due succhi di frutta. "Ecco ragazze, allora se volete qualche consiglio sugli allenamenti sapete dove trovarmi"

"Certo, ciao" disse Giulia strizzando l'occhio.

"Ma è fantastico" esclamò Stefania " ti prego insegnami !"

"Innanzitutto devi acquistare sicurezza, anche io avevo i tuoi problemi. Vedi io ho un amico che ho già portato al livello di sottomissione completa, è il mio schiavo a fa qualunque cosa gli ordini. Sto cercando un'assistente per addestrarlo sempre meglio, vorresti diventarla tu?"

"Ma certo" rispose entusiasta Stefania " quando cominciamo ?"

"Questo Weekend puoi dormire fuori?"

"Posso inventarmi una scusa, si"

"Allora passeremo a casa sua e ci divertiremo un sacco, imparerai un sacco di cose vedrai"

"Non vedo l'ora" disse Stefania.

A Marco, impegnato nei suoi allenamenti, arrivò il solito SMS: "Passerò il weekend con te, prepara una cena per due per le 9 di venerdì sera e accoglimi come sai, con due bicchieri di vino, metti un cravattino"

Il messaggio lo aveva stupito ma era anche felice di passare il weekend con la sua padrona e di potersi gustare una romantica cenetta.
Venerdì sera tutto era pronto, Marco attendeva nudo, con il cazzo eretto ed un cravattino al collo; al suo fianco stava una bottiglia di champagne nel cestello del ghiaccio e due calici. Quando il campanello suonò Marco si recò ad aprire con i due calici in mano, entrò Giulia seguita da una giovane biondina piuttosto carina, entrambe erano vestite in modo provocante, con minigonna e camicetta scollata.

Nel vedere una sconosciuta Marco non sapeva come reagire, era nudo e cercò di coprirsi con le mani che reggevano i bicchieri.

"Togli quelle mani maiale, è così che si accoglie la tua signora ?"

"Mi scusi Madame" balbettò il ragazzo.
"Vedi Stefania, questo è Marco, il nostro giocattolo per la serata; puoi anche chiamarlo schiavo Leccapiedi. Come vedi è abbastanza bene dotato e credo che stasera ci divertiremo. Puoi ordinargli quello che vuoi e lui sarà felice di accontentarti, vero schiavo?"
"Si Madame" rispose Leccapiedi, ora un po' più sicuro di sé.
"Offrici il vino sbrigati e prendi i nostri cappotti."

Marco si affrettò ad eseguire e le due ragazze si accomodarono in salotto, egli le seguì con il cestello del vino.

"Vieni, lascia che Stefania ti esamini. Lei è una mia amica e sarà la mia assistente negli allenamenti quindi dovrai obbedire a lei come a me e dovrai chiamarla Madame. Come vedi Stefy Marco è abbastanza atletico e con un bell'oggetto tra le gambe, visto che posso scegliere prendo il meglio; toccalo pure se vuoi."

Giulia, che stava accarezzando il membro di Marco, tolse le mani e Stefania cominciò ad accarezzarlo dolcemente.

"Com'è grosso e caldo, sembra quasi che pulsi" commentò Stefania.
"Certo questo è il segreto più importante, se vuoi comandare un uomo devi tenerlo sempre eccitato sessualmente, per questo ci siamo vestite così; vedi come ci sbava dietro ? Leccapiedi, da quanto è che non ti fai seghe?"
"Da Giovedì Madame, come Lei ha ordinato, Madame" – Marco ricordava dell’ordine generale impartitogli dalla sua padrona di concludere ogni sua frase con “Madame” e si compiacque con se stesso per questo.
"Quindi hai le palle ben piene, vero? Faresti di tutte per poterle svuotare ?"
"Si Madame"
"Vedi Stefania, è molto semplice. Schiavo portaci le cassette e vai a preparare mentre le guardiamo." Marco corse a prendere le cassette, già riversate su vhs, e le consegnò con un inchino, dopodiché corse a preparare in cucina.

Giulia mostrò la prima cassetta a Stefania e le spiegò la situazione della gara ed il perché degli allenamenti, anche il nome leccapiedi risultò subito chiaro.
La cassetta finiva con Marco a gambe larghe sul tappeto che si masturbava furiosamente, fino ad esplodere in una fontana di sperma che ripulì accuratamente leccando il tappeto.

"Mi stai facendo entrare in un mondo fantastico e che non credevo possibile. Avevo sentito parlare del sadomaso, ma non credevo che esistesse veramente e che fosse così facile attuarlo. Veramente posso chiedergli quello che voglio?" disse Stefania.

"Beh, non proprio tutto, si sta addestrando da poco e ogni cosa nuova va affrontata in un certo modo e con le giuste cerimonie, ma cose che ha già provato si. Tu mia aiuterai negli allenamenti ed imparerai a diventare una brava padrona e un giorno avrai un bravo schiavo anche tu. Il modo più semplice per procurarseli è tramite annunci, come ho fatto io, ma la massima soddisfazione è quando sottometti un tuo conoscente, come Francesco. Ti piacerebbe ?"

"Non so" rispose Stefy " credo di si ma al momento stiamo correndo un po' troppo, non capisco più niente."

"Va bene, non ti preoccupare, goditi la serata. Andiamo a vedere se è pronto."

In cucina Marco aveva apparecchiato con le migliori posate della casa ed attendeva in piedi, con il suo cravattino da cameriere come unico ornamento.
Giulia si sedette, aiutata dal cameriere che spostò la sedia, e così fece Stefy. Giulia batté le mani due volte e Marco si affettò a servire gli antipasti.

"Vedi Stefania, il segreto dell'addestramento è, come ti ho detto, nell'eccitazione sessuale. Devi farti desiderare, tu sei la sua dea che non raggiungerà mai. Ogni tanto però, quando si comportano bene, gli si dà un biscottino come ai cavalli"

Così dicendo fece un gesto brusco della mano e Marco si accosciò a terra, Giulia prese una tartina e gliela diede poi gli mise le dita in bocca facendogliele leccare e pulire del caviale rimasto.

"Vuoi dargli qualcosa anche tu?"

" Ci provo" disse Stefania chiamando Marco con un gesto della mano. Prese una tartina e la mise frettolosamente in bocca al ragazzo.

"Vedi come è docile ed ubbidiente? Ci sono due modi di essere padrona: o li sottometti con il dolore, frustandoli e facendoti temere, oppure con l'amore, facendoti adorare e desiderare. Io preferisco l'ultimo come avrai capito, quindi ogni tuo gesto deve servire ad eccitare lo schiavo e farti venerare di più. Fagli una piccola carezza."

Stefania accarezzò timidamente la guancia di Marco che si sfregò felice.

"Vediamo se la prendi al volo" disse Giulia lanciando una tartina, Marco si lanciò sotto cercando di prenderla con la bocca ma non vi riuscì e il tutto finì a terra.
"Pulisci subito maiale, ti dovrai allenare anche in questo. Voglio mettere su un numero di intrattenimento quando andremo al club quindi dovrai imparare esercizi come questo."
Marco leccò umilmente il pavimento mangiandosi la tartina caduta.

"Ora servici il primo" ordino Giulia battendo le mani, e le due ragazze cominciarono a parlare di argomenti femminili ignorando del tutto Marco che attendeva in un angolo, in piedi, con il tovagliolo sul braccio.
Giulia preparò un piatto di pasta anche per Marco e lo posò a terra dicendo "Mangia anche tu ma senza usare le mani, da quel maiale che sei"
Marco si mise a quattro zampe e affondò il viso nel piatto mangiando come poteva.

Stefania era molto divertita e stupita dalla situazione, le sarebbe piaciuto avere più iniziativa ed idee come la sua amica Giulia ma era sicura che col tempo avrebbe imparato.

"Per stasera niente allenamenti Leccapiedi, è venerdì e abbiamo ospiti, ci divertiremo insieme e basta, sei contento?"

"Certo Madame" rispose Marco con il viso nel piatto. Ad un battito di mani Marco sparecchiò e servì il sorbetto, mettendosi poi in attesa come sempre.

"Stefania, vuoi dare un po' di sorbetto al nostro cagnolino? Fattelo leccare dalle dita"

Stefania intinse il dito nella crema e la porse a Marco che lo leccò e succhio golosamente.
"E’ divertente, sembra che succhi un cazzo." Commentò Stefania, continuando a servire così il sorbetto allo schiavo.

"Certo, non l'ha mai fatto ma ce l'ha nel sangue e presto arriveremo anche a questo." Queste parole gelarono il sangue di Marco ma d'altra parte se lo aspettava, anzi nella sua nuova vita non sarebbe nemmeno una grande passo.

Successivamente fu servito il secondo, scaloppine ai funghi.

"Allora Stefania, vediamo se hai imparato, servi tu il nostro cagnolino"

La ragazza ci pensò un po' poi prese una scaloppina e la mise da parte "aspettiamo che si raffreddi."
Giulia non capì ma preferì lasciarla fare; le ragazze ripresero i loro discorsi tranquillamente.

Alla fine del pranzo Stefy verificò la temperatura della carne "Va bene" annunciò.
La tagliò a pezzi sputando nel piatto e mescolando accuratamente. "Vuoi insaporire anche tu?" disse a Giulia porgendogli il piatto. Giulia sorrise e lasciò cadere nel piatto uno sputo biancastro.
Successivamente Stefania mise il piatto a terra, si tolse una scarpa e affondò un piede nel piatto "il pranzo è servito" annunciò.
Marco corse a quattro zampe verso il tavolo e cominciò a mangiare i pezzetti di carne intorno al piede, cercando di raggiungere con la lingua quelli più lontani.

"Ora puliscimi le calze" ordinò Stefania " Sai la videocassetta mi ha fatto venire voglia di provare."
Marco leccò golosamente tutto il sugo rimasto sulla calza, arrivando a succhiare il tessuto per assicurarsi di ripulire tutto per bene.

"Brava, stasera festeggiamo una nuova padrona per Leccapiedi" applaudì Giulia.

"Ora andiamo in salotto a gustarci il dolce" disse Giulia e Stefania, rimessasi la scarpa dal tacco alto, la seguì.
Marco venne successivamente con i piattini e la torta che servì alle due signore.

"Vedi, per Marco ho preparato un dolce speciale" disse Giulia aprendo la borsetta "queste sono le mie mutandine della settimana scorsa, nel senso che non le ho mai cambiate. Sono fragranti e odorose e lui ama succhiarle" e così dicendo estrasse un paio di mutandine bianche e le infilò in bocca a Leccapiedi che le succhiò golosamente.

Giulia raccontò a Stefania di come aveva fatto a conoscere Marco e di quali erano stati i suoi progressi, aggiornandola completamente sull'addestramento del ragazzo.

"Vedi c'è un club qui a Roma in cui si pratica la cultura S/M e vorrei entrarvi. Un giorno ti ci porterò così capirai meglio e mi aiuterai a pianificare l'addestramento. Lì puoi fare molte conoscenze e un giorno ti ci presenterai con uno schiavo tutto tuo." disse Giulia.

"Allora, cominciamo la serata; schiavo sparecchia, stendi un asciugamano sul tavolo e sieditici sopra" disse Giulia che poi si allontanò verso la macchina tornando con un gran borsone.

"Vedi Stefania, stasera ho intenzione di trasformare il nostro schiavetto in una bella ragazza, ma non possiamo mettere le calze con tutti quei peli."

Marco non capiva ma quando vide Giulia estrarre il pentolino della ceretta la luce gli spuntò improvvisamente. Stefania si alzò felice battendo le mani e si preparò ad aiutare l'amica.
Innanzitutto sfoltirono i peli delle gambe delle forbici, poi passarono ad applicare la cera. Come certo saprete questa non è una procedura indolore, anzi, e alla fine gli occhi di Marco erano lucidi per le lacrime che non riusciva a trattenere. Marco venne depilato completamente, con il rasoio, sul petto e sotto le ascelle; rimasero solamente i peli intorno al cazzo.

"Guardati allo specchio schiavo, hai visto come sei bello ? D'ora in poi dovrai essere sempre perfettamente depilato" ordinò Giulia

"Bene Madame" disse Marco quasi automaticamente, le cose stavano andando un po' troppo in fretta anche per lui.

"Ora passiamo ai vestiti" disse Giulia estraendo calze, reggicalze, una gonna plissettata a mezza coscia e una camicetta.
Le mutande, per quanto femminili, erano abbastanza robuste per contenere la dotazione dello schiavo.
Giulia estrasse anche un reggiseno imbottito, da indossare sotto la camicetta trasparente, ed un parrucca bionda.

"Prima di indossare la parrucca dobbiamo però truccarti, stai molto attento perché ti capiterà di doverti preparare così da solo." Avvertì Giulia.

La comitiva si trasferì in bagno ed in breve la "ragazza" fu pronta, l' effetto complessivo non era male, specie di notte.
Il tutto fu completato da scarpe con il tacco alto, molto sexy, e da una borsetta abbinata.

"Guarda che per tutte queste cose ho lasciato il conto da pagare presso una boutique del centro, domani andremo a saldare il tutto. Manca solo la voce, prova a fare una voce femminile."
Marco si esercitò per alcuni minuti fino ad ottenere un risultato passabile.

"Bene, cerca di parlare poco e non se ne a accorgerà nessuno" Marco non aveva capito questa frase, o meglio l'aveva capita ma non osava pensare che fosse vera.

"Allora" esclamò allegramente Giulia, "andiamo a bere qualcosa?"

"Si, Si " saltava felice Stefania mentre il cuore di Marco si riempiva di spavento.

I tre salirono in macchina, Marco dietro, e si diressero verso il centro.
"Allora Leccapiedi, stiamo andando in un noto locale del centro, lì tre belle fighe come noi non passeranno certo inosservate e faremo delle conoscenze. Tu, prima della fine della serata, dovrai imboscarti sui divanetti con qualcuno. Se si accorgono che non sei una donna non so cosa potrebbe succedere quindi ti conviene non farti toccare nelle parti basse. Nella borsa ci sono dei preservativi, me ne devi portare almeno tre pieni di sborra e bada che non sia la tua o ti caverò la pelle a frustate, hai capito?"

"Si Ma … Madame" rispose tremante Marco, anche se la testa gli girava e non capiva esattamente cosa fare.

(continua)
 
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view post Posted on 24/7/2012, 16:20     +1   +1   -1
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(SEGUE CAPITOLO 3)

Le tre ragazze entrarono in uno dei più noti discopub del centro, a quell'ora del venerdì sera chiaramente affollatissimo.
Ad un tavolo sedevano tre ragazzi tra i 25 e i 30 anni i quali non persero tempo ed invitarono il gruppetto ad unirsi a loro, Giulia naturalmente accettò di buon grado.
Marco fu presentato come Annalaura, un'amica brasiliana di Giulia che non conosceva bene l'italiano (del resto si sa, il Brasile è la patria dei transessuali).
La discussione procedette in maniera garbata, i tre ragazzi erano molto simpatici, anche se comunque era praticamente Giulia che parlava per tutti.
Ad un certo punto Giulia esclamò: "Perché non ci portate a ballare?"
I tre ragazzi non se lo fecero ripetere così si formarono le tre coppie e tutti andarono in pista.

Marco, o meglio Annalaura, era capitata con Antonio, un giovane carrozziere di origine meridionale. I balli moderni, si sa, non permettono il contatto fisico e di questo Marco era molto contento in quanto era in continua lotta con la sua erezione per la paura di essere scoperto.
Durante il ballo Giulia, passando vicino a Marco, gli diede un pizzicotto e questo gli fece capire che quello era il momento di agire; del resto aveva tre preservativi da riempire prima di sera.

Annalaura trascino Antonio sui divanetti alludendo ad un'improbabile stanchezza e Antonio, capita l'antifona, appoggiò subito una mano sulla coscia della "ragazza".
Marco, dopo un attimo di esitazione, si buttò su Antonio baciandolo con la lingua ma tenendo le gambe ben accavallate per non impedire alle mani di lui, sempre più audaci, di scoprire la "sorpresa".
Il primo bacio di Marco con un uomo non fu traumatico, Antonio era bene rasato e a pensarci bene il tutto non era diverso dal baciare una donna.
Antonio rimase per un attimo esterrefatto ma, piacevolmente sorpreso, si dedico a baciare e palpare questa ragazza così silenziosa ma divenuta improvvisamente così audace.
Marco cominciò a tastare il pacco di Antonio e lo senti duro e voglioso, cosa che lo inorgoglì non poco.

"Andiamo di là" disse Marco trascinando Antonio per una mano verso i separè.
Nel locale erano disposti alcuni divanetti protetti da separè in quanto il locale, in parte equivoco, si prestava anche ad incontri particolari ed offriva un servizio di intrattenitrici.
Appena seduti Marco cominciò a sbottonare la patta di Antonio estraendo un arnese niente male "Posso succhiare?" chiese simulando un accento straniero.
"certo, me lo chiedi anche?" rispose Antonio.
Marco, infilato un preservativo, si gettò sul cazzo svettante lappandolo completamente. Paradossalmente un uomo è più bravo di una donna in queste operazioni, Marco conosceva perfettamente quali sono i punti che provocano piacere e come doveva essere portata avanti la cosa; gli bastò fare tutte quelle cose che in passato erano state fatte a lui.
Lo schiavo infilò una mano nei pantaloni di Antonio per accarezzargli le palle, un dito contemporaneamente era arrivato fino all'ano e alla parte di pelle tra l'ano e lo scroto; quella è una parte molto sensibile per l'uomo e Marco lo sapeva bene.
Ad un certo punto, oltre ad ingoiare quasi per intero l'asta e a risucchiarla per bene al momento di alzare la testa, Marco insinuò un dito nell'ano spingendo dolcemente; Antonio cercò di fermarlo ma Marco continuò imperterrito e ben presto il piacere si impossessò del ragazzo fino a produrre un'esplosione di sperma nel preservativo.

Quando Marco rialzò la testa si vide davanti Giulia e Stefania, che lo guardavano soddisfatte, e i due ragazzi che invece li guardavano allibiti.
"Vedete ragazzi, una cosa che non vi ho detto di Annalaura è che è ninfomane: le basta una serata giusta, un po' di alcool e non si contiene più" spiegò Giulia " Fossi in voi io ne approfitterei finchè dura".
Questa parole rimasero come sospese a mezz'aria finchè Luciano, uno dei due ragazzi, si sbottonò la patta ed estrasse l'arnese porgendolo a Marco, subito seguito dal compagno.
"Puoi fare anche senza preservativo Annalaura, sono amici" disse Giulia "
noi intanto ci mettiamo qui all'entrata del separè in modo che nessuno vi disturbi".
Marco afferò allora i due cazzi e cominciò a spompinarli osservato da Antonio, il cui uccello si stava rizzando nuovamente.
Marco adottò la stessa tecnica di prima: con le due mani accarezzava le palle e l'ano dei ragazzi e con la bocca si alternava tra le due aste inghiottendole fino al limite del soffocamento.
Ben presto Luciano venne ma Marco, sentendo un gorgoglio nelle palle, si affrettò ad ingoiare l'asta in modo da bersi tutto ed evitare così di sporcarsi.
Un fiotto denso e copioso invase la gola di Marco che inghiottì tutto velocemente, senza pensarci.
Il ragazzo stava per rifare la stessa cosa con Franco, anch'egli sul punto di venire, ma un cenno negativo di Giulia glielo impedì così la sborra finì tutta sul viso, sui capelli e sulla camicetta di Marco rovinando il trucco ed il vestito.
Man mano che essa colava verso il basso Marco cercava di ripulirsi con la lingua, ma sapeva che la vista di una troia con la faccia gocciolante sborra è sicuramente molto eccitante per tutti.
Marco completò la sua opera ripulendo per bene gli arnesi dei tre, anche di Antonio che intanto si era tolto il preservativo, ed arrivò fino a riabbottonare i pantaloni dei ragazzi.
"Servizio completo" disse con un sorriso allusivo e troiesco.

"Bene ragazzi, per stasera basta, lasciateci sole ora" disse Giulia allontanando così i tre uomini, svuotati e soddisfatti.

"Allora Leccapiedi, ti è piaciuto? Com'è stato il tuo battesimo del fuoco? Puoi rispondere sinceramente"
"Si Madame, mi è piaciuto moltissimo, Madame, succhierei i cazzi di tutti gli uomini
del locale se me li portate qua. Mi è piaciuto soprattutto il senso di
potere che avevo su di loro, ero io a condurre e loro erano in mia completa
balia, Madame."

"Già, hai capito allora come è facile comandare gli uomini? Non pensate che a svuotarvi le palle."

"Ha ragione Madame"

"Allora Annalaura a questo punto possiamo fare due cose: io ti avevo chiesto tre preservativi pieni e tu me ne hai portato solo uno ma ho visto che comunque hai fatto venire altri due uomini, quindi mi ritengo soddisfatta e a casa riceverai il tuo premio.
In alternativa, se vuoi un regalo maggiore, puoi ancora cercare di portarmi gli altri due." Disse Giulia mettendo Marco davanti ad una scelta.

"Madame, come le ho detto mi eccita moltissimo succhiare cazzi quindi scelgo di sicuro la seconda ipotesi, Madame."

"Bene, allora andiamo in bagno e diamoci una ripulita". Le tre ragazze andarono al bagno delle signore e Giulia e Stefania aiutarono Marco a ripulirsi e rifarsi alla meglio il trucco.

"Allora, ora noi ce ne andiamo a casa tua e ti aspettiamo là, tu devi farti dare un passaggio da una macchina con due ragazzi dentro promettendo un pompino per il disturbo. Fatti lasciare in quel parcheggio a circa un km da casa tua per evitare problemi, hai ben capito?"

"Si Madame."

Le due ragazze si allontanarono e anche Marco usci dal locale, alcuni minuti dopo, avviandosi lungo la strada.
Subito un'auto con a bordo tre ragazzi accostò.
"Ehi, hai bisogno di un passaggio?" Marco guardò dentro e vide che ci sarebbero stati tre cazzi da soddisfare ma, si sa, meglio in più che in meno.

"Io straniera, potete aiutare me? se fate io molto riconoscente" disse Marco simulando una voca alterata dall'alcool.
"Certo bella, Sali. Dove devi andare?" Marco diede l'indirizzo del parcheggio.
"Cosa intendi per riconoscente?" disse il ragazzo dietro, seduto a fianco di Marco.
"Tu cosa volere? Io piacere te?"
"Beh certo, non sei male" disse il ragazzo mettendo una mano sulla coscia dello schiavo.
"Va bene se io succhiare voi?"
"Accidenti!! Certo, vuoi cominciare subito? Ma non è che sei una puttana? Guarda che soldi non te ne diamo"
"No, no, tutto gratis, solo passaggio" Disse Marco estraendo un preservativo e sbottonando la patta del ragazzo.
I due occupanti dei sedili anteriori osservavano la scena stupiti e felici, pregustando già il loro turno.
Marco procedette con la stessa tecnica già sperimentata ed in breve, prima dell'arrivo al parcheggio, il primo cliente era servito.
"Questo tenere io, collezione" spiegò Marco annodando il preservativo e infilandolo in borsetta.

"Accidenti che troia ragazzi, questa non dovete perdervela" e subito il pilota, parcheggiata la macchina si fiondò sul sedile dietro.
Marco procedette nello stesso modo ma penso di aggiungere un tocco di classe: si era ricordato che a lui, come a molti uomini, piace usare il
turpiloquio durante il sesso.
"Si io troia, molto troia, tu chiama me troia" disse e subito il ragazzo cominciò ad offenderlo in tutti i modi ma questo non fece che accelerare le cose.
Il terzo ragazzo scese ma disse " Io voglio farlo in piedi" e si mise davanti alla portiera con l'arnese già pronto all'uso.
Marco allora ripete l'operazione seduto sul sedile, con le gambe fuori.
Questo ragazzo era molto più deciso e accompagnava la testa dello schiavo con la mano, dando lui il ritmo e spingendolo giù quasi finchè le labbra di Marco non affondavano nei peli pubici.
Anch'egli venne copiosamente e anche questo profilattico finì nella collezione di Marco.

"Allora troietta, ti sei divertita? Noi siamo disponibili quando vuoi" Marco scese dalla macchina, si ricompose e si fece dare il numero di telefono di uno dei tre, per chissà quali usi futuri.
"Grazie, ciao, ciao" disse poi allontanandosi sculettando sui tacchi alti.

Durante il percorso una macchina avvicinò la biondona ed il vetro si abbassò rivelando un uomo sulla sessantina.
"Quanto ?" disse semplicemente.
Marco rimase come folgorato ma capì immediatamente, una tentazione lo sfiorò per un attimo ma poi la devozione per la sua padrona ebbe la meglio.
"No, finito stasera, dispiace" rispose.
L'auto si allontanò rombando ma Marco ripensò a quella scena per tutto il tragitto, ripensando a quello che poteva essere per lui un lavoro di sicura soddisfazione.

In breve tempo raggiunse la villetta ed entrò, trovando le due padrone sul divano che chiacchieravano piacevolmente.

"Allora troietta com'è andata? Quanti te ne sei fatta stasera?" chiese Giulia.

"Tre Madame"

"Bene, ora va in bagno, spogliati e ripulisciti completamente poi vieni e raccontaci tutto."

Marco andò in bagno, si struccò e si lavò sommariamente poi, completamente nudo, si recò a quattro zampe in sala portando i tre preservativi con i denti.
Lo schiavo si sedette sul tappeto e raccontò alle padrone la serata senza omettere niente, negli occhi di Stefania si leggeva la sorpresa mentre in quelli di Giulia la soddisfazione.

"Bravissimo, stai facendo enormi progressi e meriti un premio. Le cose ci stanno comunque un po' sfuggendo di mano ma troveremo il modo di fare le cose con ordine.
Intanto dammi il numero di quei tre, potrebbe venirci utile.
Ora però tocca un po' a noi essere soddisfatte, tu brutta troia ti sei concessa a tutti tranne che alle tue padrone." Così dicendo Giulia apri le gambe e alzò l'orlo della vestaglia che portava, sotto era nuda e la figa apparve lucente ed invitante; Marco vi si gettò felice.

Mentre leccava sentiva che sopra di lui stava succedendo qualcosa, le due ragazze si stavano muovendo e ben presto un dito venne a fargli compagnia nella figa di Giulia; egli capì subito che quello era il dito di Stefania che le stava toccando il clitoride: le due ragazze stavano facendo l'amore.

"Basta così, ora andiamo in camera da letto" interruppe Giulia e, prendendo Marco per il cazzo dolorosamente eretto, lo trascinò verso il letto.
"Tu sdraiati. Stefania che ne dici, ce la facciamo questa cavalcata?" Chiese Giulia.
"Volentieri, vediamo se abbiamo uno stallone o solo una cavalla da monta"

Giulia si impalò sul cazzo svettante di Marco e Stefania si mise a cavalcioni sulla sua bocca, offrendogli libero accesso a figa ed ano.
Cominciò una cavalcata furiosa con Marco, all'estasi della felicità, che contemporaneamente cercava di infilare Giulia per bene e lappare Stefy e le due ragazze, ai piani superiori, che si baciavano e leccavano i seni.
Marco, in breve tempo, senti l'impellente bisogno di venire e cercò di comunicarlo alle padrone ma ne uscì solo un mugolio soffocato dalla figa di Stefania.

"Che dici? Non si parla con la bocca piena" Rise la ragazza, ma Giulia aveva capito e diede una dolorosa strizzata alle palle dello schiavo "Non osare venire finchè non ti do il permesso, prima devi pensare a noi.
"Ora voglio provare anch'io quell'asta" disse Stefania così i tre cambiarono posizione: Stefy si mise alla pecorina leccando la figa di Giulia oscenamente aperta, mentre intanto Marco la scopava da dietro.
Ben presto entrambe le ragazze vennero e rallentarono il ritmo, lasciando solo il povero ragazzo sbavante dalla voglia.
"Che dici Giulia, lo lasciamo venire? Stasera è stato molto bravo e io prendo la pillola" chiese Stefania. Giulia ci pensò un attimo poi rispose:
"Come vuoi, la figa è tua, se vuoi insozzarla con la sua lordura … "
Marco allora ebbe il permesso di continuare e ben presto inondò la figa di Stefania con un fiume di sborra repressa ed ottenne un fortissimo orgasmo accelerato da tutte le sensazioni provate quella sera, finendo poi per l' accasciarsi sulla schiena della ragazza.

Giulia capì la situazione così concesse qualche minuto allo schiavo per riprendersi.

"Allora schiavo, hai visto che razza di premi si ottengono quando ci si comporta bene? Ora ripulisci la tua nuova padrona e ringraziala per l'onore che ti ha concesso." Ordinò Giulia
Marco, comunque ancora eccitato, si gettò sulla figa di Stefania leccando e succhiando tutto fino a ripulirla completamente; successivamente si spostò verso i piedi che cominciò a leccare e baciare ringraziando umilmente Stefania.

"Va bene schiavo, ora basta, devo andare in bagno" lo fermò Stefania.

"Hai sentito Leccapiedi? La tua padrona vuole andare in bagno e tu la vorresti fare andare da sola, con i piedi nudi sul pavimento?" disse Giulia, e Marco, capendo al volo, si mise a quattro zampe attendendo che Stefania lo cavalcasse.
Lei rimase un attimo interdetta poi, con un sorriso, provò a sistemarsi sulla schiena del ragazzo.
Marco si avviò in direzione del bagno con piacere, il peso non era certo grande e quella figa aperta e bagnata sulla schiena nuda era terribilmente eccitante.
Giulia li seguì fino alla porta "fai pure quello che devi fare Stefy, lui è un oggetto, un elettrodomestico della casa."
Così Stefania si mise a cavalcioni sul water orinando copiosamente, giunta alla fine cercò la carta igienica ma Giulia la fermò:
"Aspetta Stefania, e tu schiavo non pensi che il minimo che tu possa fare sia ripulirla per ringraziarla di quello che ha fatto?"
Marco non ebbe esitazioni, si aspettava questo passo, così si lanciò sulla figa di Stefania nettandola velocemente da tutte le gocce di urina rimasta.

Anche Stefania era rimasta allibita, anche per lei le cose andavano velocemente come per Marco ma si lascio fare; ormai aveva deciso anche lei di affidarsi completamente a Giulia, a non contraddirla, visto che quella sera era stata una delle più belle della sua vita.

"Va bene, ora devo pisciare anch'io poi possiamo andare a letto" disse Giulia e a Marco fu concesso di ripulire anche lei.
"Tu vai in cortile, a quattro zampe, e piscia come un cane, poi raggiungici in camera da letto" e Marco scodinzolò felice in giardino dove, raggiunto il primo albero, alzò la gamba destra liberandosi dell'urina a lungo trattenuta, poi raggiunse le signore in camera.

"Noi dormiremo sul letto, tu puoi accoccolarti sul tappeto, da bravo cagnolino, prendi pure una coperta" dispose Giulia.
"Domattina, quando ci svegliamo, vogliamo la colazione a letto."

I tre andarono a dormire ma subito Marco sentì rumori di baci e risatine e capì che le sue padrone si stavano coccolando ancora ma si addormentò felice per tutto quello che gli era successo e sicuro di avere fatto la scelta giusta.

(continua)
 
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view post Posted on 26/7/2012, 12:28     +1   -1
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CAPITOLO 4 - IL CLUB

La mattina dopo Marco si svegliò di buon'ora, si lavò e si recò in cucina a rimettere a posto i resti della sera prima. Compì questi gesti sempre nudo, con il membro perennemente eretto, condizione che ormai gli sembrava naturale.

Verso le 9.30 cominciò a preparare la colazione e, percepito un certo movimento in camera da letto, vi si recò con il vassoio in mano.

"Buongiorno Madame, la colazione è pronta, Madame" annunciò. Le due donne, così di primo mattino, erano di una bellezza sfolgorante: i capelli sparsi sul cuscino, il viso ancora assonnato, inoltre non indossavano nulla e Marco si sentiva orgoglioso delle sue padrone.

"Ciao schiavetto, oggi è proprio una bella giornata" comunicò Giulia la quale, consumata la colazione, disse "portami in bagno."
Marco capì che il rituale del trasporto in bagno a quattro zampe poteva diventare un'abitudine e la cosa non gli dispiaceva. Arrivati in bagno subito Giulia urinò facendosi pulire da Marco come la sera prima.

"Ora ti insegno come devi servire la tua padrona in bagno" disse e gli fece vedere come lavarla, spogliarla e pettinarla.
"Pian piano imparerai tutto sulle donne, dal trucco all'abbigliamento, sia per un tuo uso personale che per servire le tue padrone. Ora vai a svegliare Stefania."

Marco si recò di nuovo in camera da letto e svegliò dolcemente la ragazza che nel frattempo si era riaddormentata poi si mise a carponi pronto a portarla in bagno.
Stefania vi salì controvoglia e si fece trasportare quasi di peso e, una volta sul water, decise di pulirsi da sola.
Quando Marco si offrì di aiutarla a prepararsi inizialmente la ragazza si stupì ma poi trovo la cosa comoda e piacevole ripetendo a se stessa di considerare Marco semplicemente come un elettrodomestico, qualcosa di automatico.

"Bene schiavo, stamattina come ti ho detto dobbiamo andare a pagare gli acquisti che ieri ho fatto per te, inoltre hai bisogno di altre cose. Vestiti come ieri, voglio vedere se sei in grado di farlo da solo."
Marco rimase interdetto per un attimo, in pratica gli si stava chiedendo di andare in centro vestito come una puttana, in pieno giorno, ma il pensiero delle sorprese che certamente lo avrebbero aspettato gli fecero perdere ogni dubbio così si recò in bagno per la preparazione.
Lo schiavo si ricordò quasi tutto tranne una parte del trucco che dovette essere aggiustato dalle ragazze.

"Per questo meriti una piccola punizione, non è grave ma è un'occasione per fare vedere a Stefania come si fa. Ricordami di farlo al nostro rientro o i supplizi saranno molto peggiori" stabilì Giulia poi il terzetto si avviò all'auto.
Le tre ragazze si recarono in centro, Stefania e Giulia vestite normalmente mentre Marco in modo forse troppo sexy per un sabato mattina.
Una volta parcheggiata la macchina Giulia fece scendere Marco dicendogli:
"Ora fammi vedere come cammini, devi farlo da troia, sculettando"
Marco fece del suo meglio e questo attirò chiaramente su di lui l'attenzione di tutti.
Arrivarono finalmente al negozio, una esclusiva boutique femminile.

"Bentornata, allora sono andati bene i vestiti di ieri?" salutò la commessa.
"Direi di si, comunque abbiamo qui la modella e possiamo fare qualche prova, ha bisogno di altro".
La commessa squadrò Marco e con un cenno disse "Certamente, accomodiamoci di là".

Nel retrobottega le cose cambiavano, oltre ad un'esposizione di vestiti molto più sexy dell'esterno c'era una vera e propria collezione di giocattoli sessuali e Marco capì di essere capitato in una sorta di sexy shop convenzionato con il famoso club.

"Come vede i vestiti sono andati benissimo, anzi ieri sono stati ampiamente collaudati" disse Giulia ridendo e indicando le macchie di sborra sulla camicetta.
"Certo, certo. Beh, vediamo cosa possiamo trovare per questo schiavetto. Come lo devo chiamare ?" chiese la commessa.
"Ha vari nomi, in questa veste è un trans brasiliano di nome Annalaura, oppure può essere chiamato Leccapiedi o semplicemente schiavo." rispose Giulia.
"Bene Leccapiedi, spogliati" ordinò la commessa.

Marco si spogliò velocemente senza trattenere alcun abito, timoroso comunque del fatto che sempre più persone erano a conoscenza del suo segreto.
"Come è messo dietro?" chiese la commessa mettendo mano ad alcuni falli di plastica.
"Ancora vergine ma non per molto, ne prendiamo due, uno piccolo con il fermo e uno grande" disse Giulia scegliendo due falli.
Successivamente si passò ai vestiti, gli fecero provare di tutto facendolo sfilare in passerella, tra i commenti esperti delle tre ragazze.
Alla fine vennero scelti tre completi molto sexy, uno con la gonna lunga con uno spacco vertiginoso e due minigonne, più un paio di stivali, oltre naturalmente ad un altro reggiseno imbottito con i seni molto più grandi e un paio di occhiali da segretaria tuttofare.
Il conto fu abbastanza salato ma Marco pagò senza fiatare.
Prima di uscire gli fu fatto indossare uno dei completi nuovi: stivali neri, calze nere, minigonna nera e una giacchetta chiusa con sotto il reggiseno da maggiorata, più quegli occhialini sexy.
"Ecco pronta la nostra troia tettona" annunciò Giulia tra gli applausi di tutti una volta che Marco fu pronto.
"Ah dimenticavo, avevo promesso al padrone del locale di fargli provare lo schiavetto, Marco vuoi seguire la signora mentre noi prendiamo il caffè? Attento a non sporcare i vestiti nuovi però !"

Marco seguì la commessa che lo portò in un ufficio dove un uomo, sulla sessantina e con una pancia prominente, alzò gli occhi dai conti che stava facendo.
"Così questo è uno dei nuovi aspiranti del club eh? Vediamo subito" disse sbottonandosi la patta.
Marco si insinuò sotto la scrivania e, mentre il boss continuava imperterrito il proprio lavoro, si comportò come la classica segretaria dei film.
Il pene era flaccido e disgustoso ma Marco stette attento ad inghiottirlo sempre completamente per non fare sfuggire nessuna goccia al momento dell' eiaculazione, che comunque non fu molto copiosa.
"Si, bene, hai bisogno ancora di qualche ritocco ma non sei affatto male" concesse l'anziano voglioso "ora raggiungi la tua padrona."
Marco si allontanò in silenzio fino alla stanza d'ingresso dove le ragazze stavano chiacchierando piacevolmente.

"Hai finito allora? Andiamo su" disse Giulia "ora andiamo al club dove vi presenterò alcune persone, è un posto molto bello e se ci impegniamo tutti dovremmo riuscire ad entrarci."

Il viaggio fu abbastanza breve e si concluse in una zona periferica, presso l'entrata di un capannone la cui porta era molto robusta e munita di spioncino.
Giulia bussò e, all'apertura dello spioncino, si annunciò come amica di Lady Elizabeth, al che la porta si aprì.

All'interno il posto si presentava in maniera molto diversa, era arredato lussuosamente e molti divani erano posti lungo le pareti.
Uomini nudi o con vestiti femminili si muovevano tra le varie porte svolgendo compiti presumibilmente di servizio.
Una ragazza bionda, con i capelli oltre le spalle, si fece avanti salutando.

"Ciao Giulia, allora sei riuscita a passare, bene, mi fa piacere." Era una donna vestita in pelle con un completino che era l'equivalente di un costume intero da donna molto sgambato e scollato; il tipico abbigliamento da padrona.

"Ragazzi, questa è Elisabetta, Lady Elizabeth. L'ho conosciuta da poco e, con il suo aiuto, spero di riuscire ad entrare ad entrare nel club. Elizabeth, questa è Stefania, la mia assistente, e questo è Marco, il mio schiavo. In queste condizioni si chiama Annalaura, oppure Leccapiedi, come preferisci."

"Ah bene, allora questo sarà il nostro nuovo schiavetto, bene. Fammi controllare un attimo. Elizabeth inserì una mano sotto la gonna di Marco rilevando la presenza delle mutande.
"Deve toglierle, tutti gli schiavi devono lasciare libero accesso al loro cazzo, inoltre deve indossare il collare, per non confonderlo con una padrona" disse Elizabeth.

"Certo, faremo di più. Annalaura, togli anche la gonna ed indossa il collare" Marco tolse gonna e mutande rimanendo con calze, reggicalze, stivali e camicetta, più un cazzone duro e svettante; indossò anche il collare canino che lo identificava inequivocabilmente come schiavo.

"Venite" disse Elisabetta " Visto che ci siete tutti e tre vi faccio visitare il club e ve ne spiego le regole". "Questo è un club dove si pratica e si incoraggia la cultura Sadomaso, principalmente è composto da padrone donne e schiavi uomini ma vale anche il contrario.
Per poter entrare ogni padrona deve portare almeno un nuovo schiavo e superare determinate prove di ingresso. Questa che vedete è l'anticamera, qui si fa la registrazione e a destra ci sono gli spogliatoi, uno per i padroni e uno per gli schiavi. Di qua si entra nel club vero e proprio"

La sala dopo era arredata come una piccola discoteca, c'era un bar, una pista con luci e numerosi divanetti.

"Questa è la pista principale, qui ci divertiamo, balliamo e in pista vengono tenute le manifestazioni principali e i giochi con gli schiavi. Abbiamo una sorta di economia interna: ogni padrona può guadagnare e spendere crediti al fine di migliorare la propria posizione sociale all'interno del club. I crediti possono essere guadagnati in vari modi: vendendo gli schiavi, infatti si tengono regolarmente aste in cui i padroni si scambiano gli schiavi, questo anche per far avvicinare gli schiavi al padrone loro più adatto. Molte padrone hanno messo su dei veri e propri allevamenti di schiavi per poi rivenderli, naturalmente non tutti superano la selezione iniziale, anche solo per problemi di sovraffollamento. Un altro modo per guadagnare crediti è partecipare alle olimpiadi degli schiavi, che periodicamente organizziamo: sono gare molto spettacolari, organizzate in varie discipline. Gli schiavi atleti sono molto apprezzati e saperli allenare bene è un'arte. Gli schiavi possono anche essere prestati, o meglio affittati alle altre padrone, ma questo capita più di rado.
Il modo estremo per racimolare qualcosa consiste nel fare prostituire la padrona: è capitato che padrone schiacciate dai debiti, per non essere scacciate dal club, decidessero di diventare esse stesse delle schiave per un tempo più o meno lungo; naturalmente questa è la soluzione più umiliante.
Naturalmente questi sono crediti assolutamente virtuali, è assolutamente vietato scambiarseli con del denaro vero.
C'è anche una tassa annuale, in crediti, per stimolare i soci a fare qualcosa per guadagnare e rendere così il tutto più attivo."

"Si ma, scusa la domanda, come si finanzia il club ?" chiese Giulia

"In vari modi: abbiamo un sexy shop interno, abbiamo un sito internet con numerosi iscritti paganti, poi ogni schiavo deve pagare una retta annuale e riceviamo anche numerose donazioni da ex-schiavi. C'è anche un bordello interno dove alcuni schiavi sono sempre a disposizione e anche alcune padrone volontarie: non immaginate quanto la gente sia disposta a spendere per farsi dominare da una vera padrona o avere a disposizione un vero schiavo o schiava. Naturalmente anche queste prestazioni fanno guadagnare crediti."

La visita proseguì nella sala dopo, la palestra. Era arredata come una tipica palestra, con numerosi attrezzi ginnici alle pareti, ma era fornita anche di strani oggetti, molti dei quali recanti strane appendici dalle forme di peni umani.
In palestra numerosi schiavi nudi si stavano allenando sulle varie macchine, ubbidendo agli ordini di padrone vestite di pelle e calze di nylon.

"Abbiamo molte discipline e, per ogni edizione, solo alcune vengono selezionate. Tra poco ci sarà l'edizione invernale e vi consiglio di partecipare, sono aperte anche agli aspiranti e un buon piazzamento è un' ottima presentazione.
Come gare conoscete già l'adorazione dei piedi: è la classica gara per novizi che serve semplicemente a sciogliere lo schiavo e a misurare la sua adorazione.
Poi c'è il salto in largo" disse passando di fianco ad una panca dotata di diversi falli di dimensioni crescenti " lo schiavo, con le mani legate, se li deve infilare tutti nell'ano usando solo la saliva come lubrificante, vince chi completa il percorso nel tempo più breve.
C'è la corsa degli schiavi, semplice o con il carro: nella prima gli schiavi, con sella e briglie e coda posticcia, corrono a quattro zampe con la padrona sulla schiena, nel secondo caso tirano un piccolo carro.
Ci sono anche altre discipline, indoor o outdoor, ma le vedrete successivamente. Tra una disciplina e l'altra abbiamo anche numeri di intrattenimento molto belli a cui partecipano di solito gli schiavi fisicamente meno dotati."

"Oltre alla palestra, al piano di sopra, abbiamo gli uffici e delle stanzette private che è possibile affittare per dare feste private e per allenare lo schiavo in pace se non si possiede un locale adatto.
Naturalmente il club è anche divertimento, ogni weekend ci si ritrova, si fanno conoscenze e tanto sesso. Saliamo pure, se volete"

Al piano superiore c'era un corridoio dove a destra, spiegò Elisabetta, c'erano le stanze in affitto, mentre a sinistra c'erano gli uffici.
I tre andarono a sinistra ed entrarono in una sala arredata come un normale ufficio ma dove impiegati ed impiegate si aggiravano nudi, o vestiti solo di alcuni ornamenti, tra le scrivanie.

"Questi sono i nostri impiegati, regolarmente assunti. Sono in realtà schiavi del club e il loro grado è rappresentato dai vestiti che portano, più in alto si è più si è coperti.
Quella è la responsabile amministrativa, schiava anche lei." disse Elisabetta indicando una signora di mezza età ancora molto piacente vestita con minigonna e tacchi a spillo molto provocanti.

"La forma fisica è molto consigliata, soprattutto per gli schiavi che devono avere un bel fisico; la palestra è infatti sempre aperta a tutti. Ora andiamo a conoscere la nostra regina, la padrona assoluta, Queen Victoria. E' lei che decide l'ammissione di ogni aspirante; quando entriamo noi ci inginocchiamo semplicemente mentre Leccapiedi deve strisciare fino a lei e leccarle gli stivali."

Bussarono all'ultima porta, quella con l'ufficio del direttore. "Avanti" rispose burbera una voce femminile.

All'interno, dietro ad una elegante scrivania, sedeva una donna di mezz'età, in sovrappeso ma ancora abbastanza in forma. Vestiva un completo di pelle molto elaborato che lasciva un'ampia scollatura sull'abbondante seno. Appena entrate le tre padrone si inginocchiarono e Marco fu spinto a terra da Giulia ed Elisabetta.

"Maestà, questa è l'aspirante di cui le parlavo con la sua assistente ed il suo schiavo" presento Elisabetta.
Vittoria li squadrò in silenzio poi fece un impercettibile cenno della mano, Elisabetta colpì Marco nel sedere facendogli capire che era il momento e così lo schiavo strisciò sulla pancia fino alla scrivania incuneandosi sotto dove si mise a leccare gli stivali di pelle della regina.

"Allora tu vorresti entrare nel nostro club, sai che ci sono molte aspiranti e che è un grande onore quello che ci chiedi" disse rivolgendosi e Giulia.

"Lo so Maestà, ma spero di meritarlo, sto allenando il mio schiavo duramente e a tappe forzate per superare la selezione."

"Bene, vedremo. Schiavo alzati" ordinò la regina.

Marco si alzò e Vittoria esaminò il cazzo lungo e duro del ragazzo "Non sei messo male ma sai bene che potrei farti perdere questa erezione in un secondo se volessi. Ora voltati"

Marco si volse e si chinò in avanti, Vittoria si inumidì un dito e cercò di inserirlo nell'ano.
"E’ ancora vergine ?" chiese
"Si Maestà" rispose Giulia "ma ancora per poco, conto di procedere addirittura stasera"
"Bene perché sai che non è assolutamente accettabile una cosa del genere. Ok, potete andare, ci vedremo alle selezioni."

Le tre si allontanarono camminando all'indietro e Marco strisciò fuori dalla stanza.

"Bravi" si complimentò Elisabetta " sembrate avere fatto colpo. Che ne dite di mangiare qualcosa? Ho dimenticato di farvi conoscere la sala mensa."

Il gruppetto scese le scale e si avviò presso una porta laterale che rivelò quella che sembrava una normale mensa self-service.
"Qui è dove il personale può mangiare, ci sono anche delle salette riservate più eleganti per gli ospiti importanti."

Le tre padrone presero un vassoio e si misero in fila, Marco invece fu fatto infilare in una specie di tunnel che correva a fianco della ringhiera delle padrone. Anch'egli prese un vassoio e gli furono date due ciotole; il vassoio poteva essere appoggiato su due scanalature poste ai lati del tunnel.
Arrivato alla fine c'erano due leve da azionare con la bocca: acqua e cibo. Facendolo usci rispettivamente acqua pura e una specie di poltiglia marrone al vago profumo di carne.

"Ecco, per gli schiavi è previsto una specie di omogeneizzato contenente comunque tutte le sostanze nutritive necessarie; non escludo che a volte però, se una padrona passa per la cucina, non si diverta ad insaporirlo personalmente, non so se mi spiego … " rise Elisabetta

Si avvicinarono ad un tavolo e Marco si accoccolò a terra, come aveva visto fare da altri schiavi, mangiando solo con la bocca e lappando l'acqua.

"Allora cosa ve ne pare?" chiese Elisabetta

"Mi sembra bello, mi piacerebbe proprio entrarci." Rispose Giulia e anche Stefania annuiva.

"Poi ti spiegherò meglio, comunque ti consiglio già da ora di prepararti in almeno una delle discipline olimpiche e prepara anche un piccolo numero di intrattenimento, questo piace molto e soprattutto convince la giuria sulla motivazione dello schiavo." consigliò Elisabetta.

"Si, ci stavo già pensando" ammise Giulia.

"Bene, allora io vi saluto" disse Elisabetta alla fine del pranzo " vi farò sapere esattamente le modalità appena possibile, intanto allenatevi sulle basi, ciao ragazze e ciao anche a te schiavetto" disse Elisabetta accarezzando dolcemente Marco.

"Allora Stefania, ti piace veramente? Vorresti entrarci e magari un giorno diventare anche tu una padrona ?"
"Si Giulia, al momento sono confusa ma felice, vorrei fare tutto ma mi rendo conto di non essere in grado e preferisco affidarmi a te ma un giorno sarò una brava padrona anch'io."
"E tu schiavo, ora che hai visto vuoi ancora servirmi? Puoi ritirarti se vuoi"

"No Madame, ora che ho visto tutte queste cose voglio imparare tutto e subito, anzi sono molto eccitato come vede." Rispose Marco indicando il pene dolorosamente eretto.

"Va bene, andiamo a casa, dopo un po' di allenamento potrai rilassarti."

I tre rientrarono a casa felici.

"Bene schiavo, spogliati di quei vestiti, li devi conservare con cura; preparaci un bagno caldo."

Marco, nudo come ormai gli era familiare, si recò in bagno riempiendo la grande vasca con acqua calda e profumata.
Le due ragazze arrivarono successivamente, nude anch'esse, ed entrarono insieme nella vasca, ridendo.

"Schiavo, vai in salotto e pulisci le nostre scarpe, anche le tue; quando ti chiamiamo torna qui" e le due ragazze cominciarono a scherzare e ad amoreggiare nell'acqua.

Marco si avviò carponi in salotto e si accoccolò sul tappeto leccando accuratamente gli stivali delle padrone.
Quando tutte e tre le calzature furono lucenti Marco venne richiamato.
"Prendi l'accappatoio ed asciugami" disse Giulia alzandosi dalla vasca, il bel corpo ricoperto di schiuma.
Marco la avvolse in un accappatoio e fu felice di asciugarla e di godersi così da vicino il suo bel corpo, poi fu la volta di Stefania, che Marco ormai adorava quasi come Giulia.

I tre si accomodarono in salotto.
"Allora schiavo, ora hai a disposizione gli adorabili piedini delle tue padroncine, appena lavati e profumati, facci vedere cosa sai fare" disse Giulia accendendo la tv.

Marco si mise d'impegno in quello che ormai era il suo lavoro abituale e leccò intensamente le estremità e le gambe delle ragazze, usava la massima dolcezza possibile e soprattutto cercava di intensificare dentro di sé i sentimenti di adorazione che provava arrivando a perdersi in una specie di limbo.

"Va bene, in questa disciplina vedo che ti stai allenando bene e stai facendo progressi. Come hai sentito dovremo preparare qualcosa per la tua selezione, mi consulterò poi con Stefania."
"Una cosa fondamentale però che devi perdere, come avrai capito, è la tua verginità anale e io direi di procedere adesso, anche perché è una cosa che deve andare per gradi" disse Giulia.

"Mettiti carponi con il culo in alto, rivolto verso di me. Vedi Giulia il culo, maschile o femminile, non è come la figa; ha una fondamentale differenza che consiste nel fatto che non è dotato di lubrificazione propria, ma ha bisogno di un intervento esterno."

Così dicendo si inumidì abbondantemente il dito e cominciò a sondare il posteriore dello schiavo.

"Inoltre è pensato come una valvola per fare uscire del materiale, non per farlo entrare. Il segreto comunque sta nel non avere fretta."

Così dicendo il dito, appoggiato sullo sfintere del ragazzo, entrò lentamente fino in fondo.

"Sei contento schiavo? Ti rendi conto di cosa sto facendo per te?"

"Si Madame, molte grazie, Madame" ringraziò Marco che non trovava comunque, per ora,
così spiacevole la cosa.

"Questa operazione serve per rendere completamente bisex il nostro schiavetto, così che Annalaura potrà concedersi completamente ai suoi clienti. Vedi Stefy, il lubrificante è la cosa più importante." Così dicendo Giulia porse il dito a Marco che si affrettò a leccarlo e bagnarlo più che potè.
"Come vedi ora il dito si muove abbastanza agilmente nel suo retto, e credo che anche lui cominci a provare un po' di piacere, vero schiavo ?"

"Si Madame, non proprio piacere ma non fa male ancora, Madame."

"Certo, un dito ha una dimensione assolutamente inadeguata, proviamo con qualcosa di più grosso. Schiavo vammi a prendere il fallo piccolo che abbiamo comprato oggi e il lubrificante nella mia borsetta."
Marco si affrettò ad eseguire poi si rimise in posizione.

"Allora Stefania, ora lubrifico per bene questo "Anal plug" e come vedi, con i prodotti giusti, è tutto più semplice" Il piccolo dildo entrò lentamente nell'ano che Stefania aiutava a tenere dilatato mentre Giulia spingeva, fino ad arrivare alla fine dove si bloccò grazie anche all'apposita base.
Giulia poi lo estrasse e lo reinserì più volte mimando un atto sessuale.

"Ecco, direi che possiamo affermare che il nostro schiavetto non è più vergine di culo, anche se manca molto per arrivare ad un uso completo del buco. Ci vuole un brindisi, Stefy vuoi andare a prendere dello spumante e tre bicchieri?"

Stefania eseguì e riempì i tre bicchieri.

"Al culo di Leccapiedi", gioirono le due ragazze mentre Marco ascoltava in silenzio.

"Anche tu ti meriti la tua parte di spumante, anzi la diamo direttamente al festeggiato" disse Giulia versando lentamente il terzo bicchiere di spumante nell'ano del ragazzo, accompagnando il tutto con il movimento del dildo che si bagnò e fece penetrare così il liquido.
Lo spumante era freddo e questo provocò un brivido e un fremito nel ragazzo, ma ora, tra il vino e il lubrificante, il culo di Marco era bagnatissimo e il dildo scorreva perfettamente.

"Schiavo, visto che ti comporti bene ho pensato di concederti adesso il tuo premio, puoi masturbarti mentre io e Stefania ci divertiamo con il tuo culo. Raccogli tutto con il bicchiere" disse Giulia posando il calice vuoto nei pressi di Marco.

Egli fu spostato dal grembo di Giulia a quello di Stefania che provava anch' essa la penetrazione con il piccolo fallo, intanto il ragazzo da sotto si masturbava godendosi finalmente un po' di piacere, aumentato inoltre da quello che le ragazze gli stavano facendo al piano di sopra.
Venne, come al solito abbastanza copiosamente, e riuscì ad indirizzare il tutto verso il piccolo calice riempiendolo per più di metà.

"Va bene, per ora. Come vedi Stefania non è difficile sverginare un uomo. Quel fallo, come vedi, può essere spinto fino in fondo e vi rimane senza problemi grazie alla base più larga. Spingilo fino in fondo perché Leccapiedi lo dovrà indossare a lungo per abituare lo sfintere."

Marco potè così alzarsi con la nuova sensazione di un corpo estraneo nel retto, provò a camminare e a muoversi e complessivamente non c'erano grossi problemi.

"Lo indosserai fino a nuovo ordine" sentenziò Giulia. "Adesso andiamo a prepararci, stasera abbiamo ospiti, tu leccapiedi esci a fare la spesa e preparaci una bella cena per 3; prima però beviti la schifezza che hai prodotto: d'ora in poi non ne dovrai mai sprecare una goccia."
Marco eseguì quasi automaticamente, del resto la sua sborra non proveniva certo dalle sue Dee e lo lasciava abbastanza indifferente.

Successivamente si rivestì, sempre indossando il fallo, ed usci recandosi in rosticceria ed al supermercato pensando al menù da ordinare.

La sera tutto era pronto, la tavola apparecchiata, le ragazze vestite (sempre molto sexy) e Marco con il suo fallo ed il suo cravattino pronto a servire, pur non sapendo chi sarebbero stati gli ospiti.

Il campanello suonò alle 20 in punto e lo schiavo si recò ad aprire, compito come al solito. Gli ospiti erano Elisabetta ed Andrea, il suo schiavo preferito.

"Ciao ragazze, come va ?" chiese lei allegra " questo è il mio schiavetto Andrea ma lui preferisce Samantha o Culo Sfondato"
"Ciao" salutò Giulia "conosci già Leccapiedi, stavolta in versione cameriere".

Andrea indossava un lungo cappotto e portava una grande borsa che conteneva sicuramente i divertimenti per la serata.
"Culo Sfondato vuoi accompagnare Marco di là a aiutarlo a prepararsi?" chiese gentilmente Elisabetta "è una sorpresa, vedrete che bello".
Giulia non capiva ma già si pregustava lo spettacolo.

I due schiavi tornarono poco dopo vestiti da cameriere sexy, con minigonne cortissime e calze autoreggenti, truccate alla perfezione.

"Ecco le nostre due cameriere per la serata" annunciò Elisabetta.

Le tre donne si sedettero al tavolo, aiutate premurosamente dalle cameriere, e iniziarono a parlare dell'argomento della serata: il club.
Giulia, ad un certo punto, chiese "ma parlaci di Andrea, che schiavo è? Cosa sa fare?"
"Praticamente tutto," rispose Elisabetta "ormai ubbidisce ad ogni mio ordine senza nemmeno chiedere perché, è il mio animaletto preferito. In particolare è un campione di salto in largo, da qui il suo soprannome, ed è bravissimo come cane. Ho scelto lui per farvi vedere cosa può diventare uno schiavo, col tempo. Siccome me lo posso permettere l'ho assunto come cameriere personale quindi è il mio schiavo a tempo pieno, vero caro?"

"Si Padrona" rispose lui.

"Poi avrete notato che ha un gran bel fisico, lo faccio allenare molto in palestra perché mi piacciono i muscoli, soprattutto i bei culi sodi, poi lo potrete ammirare meglio, comunque mangiamo ora" disse Elisabetta battendo le mani.

Marco si affrettò a servire la prima portata aiutato da Andrea, i due ragazzi avevano gonne molto corte che si alzavano a ogni loro movimento e mostravano i membri duri sottostanti.
Il pranzò trascorse normalmente, verso la fine Stefania volle però provare a dare da mangiare agli schiavi come già aveva fatto ma mancava la carne.

"Non ti preoccupare cara" la tranquillizzò Elisabetta " Culo Sfondato porta sempre una scatoletta di cibo per cani, gli piace molto."
Andrea corse a prenderla e si affrettò ad aprirla; Stefania preparò allora ancora un piatto con quella poltiglia in cui affondò un proprio piede velato.

"Allora schiavetti, voglio vedervi a terra, mani dietro la schiena e lingue fuori; chi ne mangerà di più avrà diritto ad un mio premio personale".
Andrea, abituato, si gettò sul piatto e iniziò a mangiare e leccare a più non posso; questo fece perdere del tempo prezioso a Marco che alla fine risultò perdente.

"Bene, alla fine somministrerò personalmente il premio e la punizione; intanto continuate a leccarmi i piedi, uno per uno, mi piace" disse Stefania e la cena continuò con i due schiavi sotto il tavolo che leccavano le gambe di Stefania mentre le ragazze parlavano tranquillamente.

"Allora, ci spostiamo in salotto e diamo il via ai giochi ?" chiese Elisabetta

Il gruppetto si sposto nella stanza attigua, le tre ragazze presero posto sul divano, gli schiavi inginocchiati a terra.

"Innanzitutto voglio dare il premio al vincitore" disse Stefania. "Leccapiedi fai una bella pompa al tuo avversario che ti ha battuto così miseramente."
Andrea si sedette a gambe larghe alzando la gonna e Marco gli si accoccolò davanti impossessandosi del membro e iniziò a gustarselo; di sicuro Andrea avrebbe goduto di più ma anche a lui non dispiaceva. Lo schiavo venne ben presto abbondantemente (evidentemente anche lui era tenuto a stecchetto) spruzzando sperma che Marco si affrettò ad ingoiare nettando perfettamente il cazzo.

"Bene" esordì Elisabetta "lo scopo della serata è quello di mostravi alcuni dei giochini che sa fare Andrea ed eventualmente insegnare qualcosa al nostro Leccapiedi. Intanto ho saputo che stasera è stato sverginato ma non del tutto, Andrea caro vuoi pensarci tu? Consideralo ancora parte del tuo premio"

"Con piacere Padrona e tu leccalo bene, fin che puoi" rispose lo schiavo rivolgendosi a Marco. Il membro di Andrea era ancora duro e pulsante e Marco si affrettò ad inumidirlo il più possibile depositandovi grandi quantità di saliva.
Andrea poi lo fece girare e gli alzò la gonna rivelando a tutti il posteriore; successivamente tolse il dildo che ancora vi permaneva ed inserì il proprio membro che non ebbe problemi ad entrare, vista la dilatazione e la lubrificazione.
Arrivato alla fine si fermò un attimo e guardò le padrone.
Elisabetta fece un lieve cenno con la mano ed Andrea cominciò a stantuffare, all'inizio lentamente, poi sempre più velocemente il ragazzo.

Marco, dal canto suo, provava dolore ma ben presto esso diventò piacere unito alla consapevolezza di avere fatto un grande passo: ora poteva concedersi veramente ed avrebbe di sicuro divertito molto di più la padrona.
Andrea ebbe il permesso di venire e ben presto il culo di Marco fu inondato, anche se in maniera meno copiosa di prima.

"Chiudi il buco col dildo" disse Giulia "Gli faremo conservare quel tesoro tutta la sera."

Andrea estrasse il membro, sporco di un misto tra feci, sperma e sangue, e si affrettò a reinserire il plug facendo uscire solo una piccola quantità di sostanza che si affrettò a pulire con la lingua.

"Bene" applaudì Stefania.

Marco ripulì accuratamente il cazzo di andrea dopodiché i due ragazzi erano pronti per un nuovo gioco.

"Allora ragazze, un bel gioco in cui Andrea è campione è il riconoscimento del mio nettare dorato, la saprebbe riconoscere tra mille e anche le vostre credo, vogliamo fare una prova? Andrea, prepara tutto"

Lo schiavo corse al borsone ed estrasse uno strano attrezzo che si affrettò a montare, si rivelò una specie di piccolo water portatile che poggiava su quattro piedi tra cui poteva trovare posto il viso di un uomo; posizionò naturalmente anche un telo di cellophane a terra.
Venne bendato e si posizionò nella sua veste di "assaggiatore".
A gesti Elisabetta fece cenno a Giulia di sedersi, ella non esitò e, alzata la gonna, prese posto.
Ben presto il liquido giallo gorgogliò nel water inondando il viso dello schiavo che si affrettò a bere, anche per non soffocare.

"Questa non è della mia signora, ha un sapore leggermente più acido, si comincia anche a sentire il vino bianco che le padrone hanno bevuto stasera" disse sicuro lo schiavo.

Le ragazze rimasero allibite ma Elisabetta fece cenno di continuare in silenzio. Stefania si sedette successivamente e anche lei si liberò la vescica.

"Questa invece ha un sapore più dolce, è più giovanile e non ha bevuto molto stasera." disse Andrea.

Successivamente prese posto Elisabetta.

"Ecco, questa è sicuramente di Madame Elizabeth, la riconosco per quel sapore dolciastro che preannuncia le mestruazioni, quindi direi che la prima era di Mistress Giulia e la seconda di Mistress Stefania" rispose sicuro Andrea beandosi del liquido che lo dissetava.

"Bravissimo, ma come fa?" chiese Stefania.

"Molto allenamento, semplicemente. Vedete gli uomini, come i cani, hanno un impronta personale nell'urina e basta saperla riconoscere. Ultimamente Andrea si sta allenando a riconoscere l'ultimo pasto della padrona e l'età; al club faremo faville." Rispose Elisabetta

"lo credo" ammise Giulia "magari Leccapiedi diventasse così"

"Lo può fare, cara, con l'impegno e l'allenamento", la tranquillizzò Elisabetta.

"Giulia cara, che ne dici di bere qualcosa in modo da poter offrire qualcosa di gustoso anche al nostro schiavetto qui presente?" propose Elisabetta.

"Certo, Leccapiedi vacci a prendere una bottiglia di spumante"

Marco si affrettò, un po' preoccupato per l'ennesimo muro che stava per infrangere, ma ormai era anche eccitato e anche lui ammirava Culo Sfondato.

"Intanto perché non lo puniamo? Non l'ho mai fatto" propose Stefania.

"Giusto, anzi stamattina gli avevo detto di ricordarmi che avrebbe meritato una punizione e non l'ha fatto quindi se ne merita il doppio, in più ha perso la gara", disse Giulia.

Marco, di ritorno con le birre, ne fu spaventato ma non fiatò e si mise carponi sul tavolo.
Elisabetta estrasse un frustino per cani molto flessibile, molto più professionale del precedente tagliere, e lo porse alla giovane.

"Credo che venti colpi possano bastare" sentenziò Giulia.

Stefania colpì venti volte con tutte le sue forze, principalmente sulle natiche ma si divertì a mirare anche al solco tra di esse che alcune volte centrò in pieno, tra gli applausi di tutti.
Dopo ogni colpo si fermava ed osservava la striscia rossa apparsa sulla pelle dello schiavo in modo da farne tesoro per il colpo successivo.
Marco naturalmente dovette contare tutti i colpi e soffrì le pene dell'inferno tanto che alla fine aveva il sedere in fiamme.

"Ora basta" disse Giulia.

Stefania si fermò e si avvicinò al posteriore del ragazzo "Sentite com'è caldo" disse appoggiando la mano "schiavo mettiti a quattrozampe", ordinò.

Marco cercò di accontentarla anche se i movimenti gli costavano fatica.
Stefania si sedette con la figa aperta sul culo dello schiavo e si godette il calore che emanava.
"Dovreste provarlo anche voi, è una stufetta naturale".

"Va bene, facciamolo riposare un attimo poi continuiamo" disse Elisabetta e proseguì "Giulia, mentre facciamo una pausa vuoi goderti la lingua di Andrea? È molto bravo".
"Con piacere" disse Giulia e le due donne si sedettero ad amoreggiare sul divano con il viso di Andrea immerso tra le coscie di Giulia.

Marco intanto si stava lentamente riprendendo, il contatto con la passera della ragazza era quasi miracoloso inoltre i suoi umori, dato lo spettacolo che si stava svolgendo sul divano, stavano cominciando a colare.

"Bah, è quasi freddo" disse dopo pochi minuti alzandosi disgustata e andando a sedersi in braccio ad Elisabetta che si affrettò a baciare profondamente.

Giulia, sotto gli esperti colpi di lingua di Andrea, venne velocemente con un urlo e l'incanto si spezzò.

"Allora, continuiamo ?" disse Elisabetta

Le tre ragazze si alzarono quasi controvoglia.
"Leccapiedi mettiti sul tappeto supino" ordinò Elisabetta.

"Vedi Giulia, per tradizione la prima volta di uno schiavo avviene direttamente alla fonte."
Giulia ci pensò un attimo ma poi capì e si sedette sul viso di Marco.

"Allora apri bene la bocca e cerca di inghiottire tutto, devi solo pensare a bere", ordinò Giulia

Poco dopo un gettò di urina, non troppo forte essendosi già scaricata, iniziò a gorgogliare e Marco cercò di bere il più possibile temendo che sarebbe stato punito di nuovo se ne avesse avanzata anche una sola goccia.
Il sapore non gli era nuovo ed era sopportabile anche perché aveva in bocca la figa della sua dea e quello era il suo nettare.

"Puliscimi per bene" ordinò Giulia e Marco lo fece volentieri saettando la lingua nelle sue profondità.
Leccapiedi aveva praticamente svolto bene il suo compito, solo qualche goccia gli scivolò dalle labbra quando la padrona si alzò ma si affrettò a pulirla con la mano che poi si portò alla bocca.

"Visto? Un'altra verginità persa" commentò Elisabetta

"Si, poi mi piace questo gioco, puoi lasciarmi il water? Voglio fare allenare Marco per bene, poi ci sono anche altre cose da mangiare e riconoscere no?" disse Giulia facendo l'occhiolino.

"Certo cara, ora però dobbiamo andare, Andrea caro raccogli tutto."
Andrea preparò velocemente tutte le loro cose e si rivestì e struccò mentre Marco aspettava ancora sul tappeto.

"Allora ragazze io sono stata molto bene stasera, spero anche voi. Spero di vedervi al club dove serate come questa non sono niente in confronto a quello che succede", salutò Elisabetta.

"Lo speriamo anche noi, ciao"

Gli ospiti se ne andarono e Stefania e Giulia si sedettero felici sul divano.

"Hai visto che bello? Anche tu Marco hai fatto molti progressi in poco tempo, avresti creduto poco tempo fa che stasera ti saresti fatto inculare, sborrare e pisciare in bocca?"

"No di certo Madame e ne sono felicissimo, Madame"

"Bene, ora metti tutto via poi raggiungici a letto, se fai in fretta forse
rimarrà qualcosa anche per te …" alluse Giulia.

Marco corse in cucina e sistemò tutto il più velocemente possibile poi filò in bagno e si struccò e svestì alla velocità della luce. Al suo arrivo in camera le ragazze erano impegnate in un focoso 69.

"Avanti, stasera ti concedo la figa della tua dea" disse Giulia " ma non venirmi dentro, aspetta il mio ordine".
Marco si posizionò subito dietro di lei e cominciò a stantuffarla mentre Stefania la leccava da sotto.
Giulia non resistete molto a questo doppio attacco e ben presto venne ancora una volta quella sera, lasciandosi poi andare esausta sulla figa di Stefania.

Anche lei, eccitata, volle provare il trattamento così si invertirono i ruoli, Giulia che leccava e Marco che scopava.
Ben presto anche Stefania fu soddisfatta ma il ragazzo, facendo enormi sforzi, era riuscito a trattenersi.
"Bene, ora andiamo in bagno a prepararci, tu se vuoi puoi masturbarti, ma sbrigati, al nostro ritorno devi avere già ripulito tutto" disse Giulia e se ne andò senza degnare Marco di uno sguardo.
Marco non aspettava altro e, come sempre dall'inizio di quest'avventura, venne come mai era in grado di fare prima e si affrettò a leccarsi accuratamente le mani prima del rientro delle padrone.

Un'altra giornata era finita ma restava ancora la domenica, un altro giorno intero da passare con le sue dee; cosa avevano ancora in mente? Quali limiti avrebbe superato ancora l'indomani?

(continua)
 
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view post Posted on 30/7/2012, 15:54     +1   -1
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T.P.E.
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CAPITOLO 5 - LA DOMENICA

Anche la domenica mattina Marco si alzò di buon'ora e si dedicò un pochino alla casa. Trovava ormai naturale il dormire nudo, il risvegliarsi con una potente erezione che lo accompagnava per quasi tutto il giorno ed in particolare per quella prima parte della mattinata durante la quale svolgeva i lavori di casa in un modo di certo strano.

Come la sera prima le ragazze si risvegliarono abbastanza tardi, servite a letto dallo schiavo che si mise in attesa di altri ordini.

"Ahh, che bella mattinata" disse felice Giulia mentre si godeva la colazione " e ieri è stata proprio una bella serata., vero Stefy ? "
"Già, non ho mai passato un weekend come questo, ho imparato più cose in due giorni che in 18 anni di vita" rispose.
"Allora schiavetto, portami in bagno" ordinò Giulia che si accomodò pigramente, gli occhi ancora impastati dal sonno, sulla schiena di Marco prontamente accorso.

Appena giunti in bagno Giulia, con sorpresa di Marco, iniziò a spiegare.
"Vedi, come avrai visto ieri sera è molto importante per uno schiavo riconoscere ed apprezzare i fluidi corporali della sua padrona e io voglio fare di te un vero estimatore di urina, proprio come Andrea. Questo farà parte dei tuoi allenamenti; voglio quindi che questo liquido ti diventi
familiare come l'acqua. Ora inginocchiati davanti al bidet, il tuo primo esercizio consiste nel riuscire a bere completamente un getto senza perderne nemmeno una goccia. So che è difficile, ma ci vuole allenamento, devi solo pensare ad inghiottire senza perdere tempo.
LO FARAI PER ME ?" disse la ragazza accarezzando dolcemente il viso dello schiavo.
"Si Padrona, Madame" rispose lui, deciso ad impegnarsi seriamente per soddisfare quella donna che gli dava così tanto piacere e che forse ormai amava.
"Allora inginocchiati davanti al bidet con la bocca aperta, il getto mattutino sarà abbastanza copioso per cui sarò comprensiva ma non approfittartene, non ne deve andare sprecata, capito?" detto così Marco si mise in posizione e Giulia si mise anch'essa a cavalcioni del bidè aprendo la passera in modo da centrare perfettamente la bocca.

Stefania intanto aveva udito la conversazione ed era accorsa incuriosita.

Uscì subito un getto potente e molto più giallo della sera prima che centrò la bocca spalancata del ragazzo; riuscì ad inghiottire la prima boccata ma si accorse brevemente che il compito richiede in effetti allenamento, è necessario inghiottire velocemente e dosare bene i tempi del respiro per farlo bene e con naturalezza.
Doveva inoltre forzarsi di pensare che il tutto proveniva dalla figa della sua dea per riuscire a sopportare quel liquido amaro il cui odore aveva già saturato la stanza.
Dopo alcune boccate rigurgitate Marco trovò il ritmo e la seconda metà della prestazione scorse via molto più liscia.

"Mmhh, ti sei impegnato ma hai anche sprecato molto nettare; dovrei punirti, ma voglio darti un incoraggiamento: ora devi ripetere l'operazione con Stefania e se il tutto andrà bene non ti punirò."
Stefania si avvicinò al bidet pronta ad eseguire il suo compito, di cui aveva del resto estremo bisogno e Giulia, dopo essersi fatta pulire, se ne allontanò.

Il getto di Stefania era anch'esso potente e molto più saporito della sera prima ma Marco stava già cominciando ad apprezzare la diversità tra le sue padrone anche se in effetti il sapore cambiava notevolmente in base a svariati fattori.
Marco non aveva tempo però di preoccuparsi di queste cose, pensò solamente ad inghiottire e stavolta sapeva cosa aspettarsi.
La prestazione fu stavolta notevolmente migliore, si può dire che solamentedue boccate fuoriuscirono cadendo nel bidet sottostante.

"Cosa ne dici Stefy ?"
"Si è impegnato, non puniamolo per ora, poi non ne ho voglia, al massimo oggi pomeriggio"

Marco fu felice di questo strano complimento e si affrettò a pulire la figa della ragazza con lunghe e adoranti slinguazzate.
Il bidet sottostante, che era stato precedentemente tappato da Giulia, conteneva il miscuglio del piscio avanzato delle due ragazze.

"Allora schiavo puoi goderti quello che è avanzato ma sbrigati" concesse Giulia e Marco si tuffò nella tazza aspirando avidamente tutto quanto e arrivando perfino a leccare le pareti bianche del sanitario.
"Bene, ci facciamo una doccia? " Propose Giulia e le due ragazze si spogliarono velocemente ed entrarono nella doccia accarezzandosi dolcemente e facendo giochi d'acqua che fecero irrigidire sempre più, se possibile, il membro dello schiavo.

Marco attese fuori con due accappatoi che si affrettò a porgere alle padrone.
Successivamente aiutò le due ragazze nella toletta mattutina, spazzolò loro i capelli, le lavò e profumò in adorazione estatica dei loro splendidi corpi.

"Bene schiavo, ora lavati velocemente anche tu, puzzi di piscio da vomitare, poi inizia a preparare il pranzo. Oggi è una bella giornata e noi dobbiamo pensare a cosa fare. Puoi anche toglierti il plug dal culo e ripulirtelo ma poi indossalo di nuovo" disse Giulia lasciando Marco in bagno.
Egli, in effetti, indossava ancora il plug che impediva ai fluidi di Andrea di uscire; molto probabilmente Giulia si era dimenticata di questa cosa e Marco non aveva avuto il coraggio di fare qualcosa senza avere prima un ordine.

Il ragazzo fece una doccia sommaria poi si recò velocemente in cucina dove indossò un grembiule, naturalmente sotto era nudo, e si dedicò alla preparazione del pranzo. Nel passare dal salotto notò che anche le due padrone erano rimaste nei loro accappatoi e stavano scherzando sul divano mostrando, forse apposta, generose porzioni dei loro corpi al suo passaggio.

Il pranzo, curato in ogni cura dal ragazzo, fu pronto in breve tempo. Le ragazze accorsero ridendo e si sedettero, come sempre aiutate dal premuroso schiavo.
Una volta servito il primo Marco ebbe dalle padrone, oggi insolitamente generose, anche lui una porzione di pasta, servita naturalmente in una ciotola per cani nella quale si buttò avidamente dato il grande appetito arretrato che aveva.

"Dunque, direi che innanzitutto hai bisogno di un butt plug più grande; il tuo culo si è ormai abituato a quello che hai; per questo possiamo andare in un centro commerciale che conosco io, è aperto anche la domenica e c'è un buon sexy shop, magari troviamo anche qualcos'altro di carino. Per la sera vedremo, non è escluso che non si faccia qualche conquista nel pomeriggio" rise Giulia.

"Vieni caro, ti servo il secondo" disse Stefania che ormai si sentiva in dovere di inventare modi sempre più fantasiosi di nutrire il proprio schiavo.
Ella prese della carne e la tagliò in pezzetti piccoli poi fece accomodare Marco con il sedere in alto; gli estrasse il plug e lo usò per spingere dentro i pezzettini, uno alla volta.

"Avanti, ora accucciati sulla tua ciotola e sbrigati a farli uscire poi mangia, dobbiamo prepararci."
Giulia guardava la sua allieva con occhi sempre più ammirati, si stava veramente trasformando in una padrona esigente e fantasiosa.

Marco si accucciò come una donna sopra la ciotola ed iniziò a spingere, mimando l'atto del defecare.
Ben presto i corpi estranei cominciarono ad uscire tra gli sguardi divertiti delle padrone; quando gli sembrò di avere finito si inchinò ai piedi di Giulia chiedendo umilmente il permesso di mangiare.

"Ti ho già detto di sì, sbrigati !"

Così Marco si gettò sulla ciotola divorando avidamente la carne che in effetti aveva assunto un sapore nuovo, amarognolo, ma nel complesso niente male.

"Bene Annalaura, corri a prepararti, ti vogliamo veramente troia oggi e guai a te se sbagli qualcosa nel trucco. Indossa sempre il tuo cazzetto naturalmente." Ordinò Giulia e Marco corse via senza nemmeno finire di mangiare, ancora con il plug in mano verso il bagno deciso stavolta a non sfigurare.

Impiegò quasi un'ora, finalmente capiva come mai le donne sono storicamente in ritardo, ma il risultato era quasi perfetto: indossava il reggiseno da maggiorata sotto a una camicetta aderente con sopra una giacchetta fatta appositamente per attirare l'attenzione sui seni sporgenti.
Aveva anche, naturalmente, una minigonna che arrivava appena a coprire le calze, sorrette dal reggicalze; indossava un paio di stivali neri che gli arrivavano alle ginocchia, più naturalmente la parrucca bionda acconciata alla perfezione.
Per l'occasione aveva anche delle unghie finte che completavano l'opera a dovere.

Il trucco questa volta era ottimo, non c'erano sbavature ed era riuscito ad ingentilire le sue forme tanto che poteva effettivamente sembrare una bella ragazza.

"Bene" dissero soddisfatte le ragazze "questa volta ci siamo, hai sempre i preservativi nella borsetta ? Non si sa mai" consigliò Giulia.

"Si Madame" rispose lo schiavo.

Ben presto anche le ragazze furono pronte e il trio salì in auto.

Arrivarono ben presto al centro commerciale ma prima di scendere Giulia istruì lo schiavo: "Allora adesso ci faremo un bel giro, da questo momento ti voglio più troia che mai; fammi vedere quello che sai fare a cominciare da come scendi dalla macchina, da come cammini, ecc".

Marco si comportò perfettamente: scese dalla macchina mostrando generosamente le gambe e le calze, attirando così gli sguardi di tutti; il gesto fu comunque aggraziato ed estremamente femminile.
Appena sceso notò che un ragazzo che stava passando con il carrello si era fermato, impietrito dallo stupore; Marco lo guardò poi deliberatamente vuotò il contenuto della borsetta a terra.

"Ohh che sbadata" disse con la classica voce da oca.
Subito il ragazzo corse ad aiutarlo e Marco si accosciò a terra a raccogliere le cose; in quella posizione naturalmente la minigonna era salita molto e si vedevano praticamente le mutandine.
I preservativi erano finiti proprio tra i piedi di "Annalaura" che si guardò bene dal raccoglierli, così fu il ragazzo che per farlo infilò praticamente un braccio tra le sua gambe.

"Beh, non si sa mai cosa può succedere al centro commerciale" disse Annalaura sorridendo mentre egli glieli porgeva, poi lo abbracciò forte (facendogli sentire le gran tette, anche se finte) e gli diede un gran bacio sulle labbra ringraziandolo, poi sia allontanò sculettando per raggiungere le sue padrone che lo guardavano divertite.

"Bravo, ormai sei entrato perfettamente nella parte." Si complimentò Giulia.

Le tre ragazze cominciarono a curiosare nel centro commerciale fermandosi spesso a guardare le vetrine, naturalmente Annalaura attirava molto l'attenzione di tutti sia per i vestiti che per il modo troiesco di camminare.
Le ragazze si fermavano principalmente davanti a negozi femminili chiedendosi se le cose in vetrina sarebbero state bene a Marco e a volte anche chiedendo il suo parere.

Ad un certo punto Giulia vide, da lontano, Antonio Franco e Luciano, i tre ragazzi conosciuti due sere prima al pub e le venne un'idea.

"Ragazze, guardate chi c'è. Venitemi dietro che ci divertiamo un po'"

"Ciao ragazzi, cosa fate di bello qui ?" li salutò.

I tre ragazzi rimasero stupiti dell'incontro, ancora non potevano credere a quello che era successo e appena videro Annalaura vestita così da troia ebbero un luccichio negli occhi.

"Ciao ragazze, come state? Venerdì è stata una bella serata e ci stavamo giusto chiedendo se vi avremmo riviste" risposero.

"Beh, è il destino che ci vuole insieme. Noi siamo qui per fare compere, venite con noi?" propose Giulia e naturalmente i tre accettarono entusiasti.
"Sapete anche Annalaura è rimasta molto contenta della serata ed è tutta mattina che ci stressa perché aveva paura di non rivedervi così siamo venute qui per comprare qualcosa che la tirasse su" disse Giulia dirigendosi verso il sexy shop.

I tre ragazzi rimasero allibiti quando la videro entrare proprio lì ma decisero di seguirla intuendo già che sarebbe successo qualcosa.

"Sapete, ha deciso di inaugurare anche il secondo canale, non so se l'avete mai provato, quindi da alcuni giorni sta indossando degli appositi plug per allargare un po' il tutto. Anna cara perché non gli mostri quello che hai?"

Annalaura si portò le mani alla gonna, scostò le mutandine ed estrasse il plug che uscì dolcemente e lo mostrò ai ragazzi.

"Si ma prima puliscilo" ordinò Giulia così Annalaura si mise completamente in bocca il dildo sporco di merda e lo spompinò avidamente, con lunghe lappate, sotto gli occhi esterrefatti dei ragazzi e del padrone del negozio la cui attenzione era stata attirata dalle ragazze entrate, merce abbastanza rara in un sexy shop.
Alla fine Marco lo porse sorridendo ad Antonio e facendogli l'occhiolino.

"Ecco vedete ? Ce ne serve uno più grosso perché questa dimensione la sopporta già tranquillamente, anche se lo indossa solo da ieri. Mi scusi, ne avete di più grossi?" chiese Giulia al padrone sopraggiunto, che le diede le indicazioni.

Il gruppetto raggiunse lo scaffale apposito dove c'erano plug di varie dimensioni e con vari accessori.
"Secondo voi qual è la misura giusta?" chiese.

I ragazzi erano indecisi, c'era chi pensava di andare per gradi e chi mirava subito a misure più grandi, anche per risparmiare.
Alla fine Giulia prese una misura intermedia, lo soppesò, poi disse: "dai Annalaura provalo, ti copriamo noi"

Marco rimase un attimo interdetto ma si riprese subito e afferrò il cazzo che cominciò a leccare e ricoprire accuratamente di saliva, poi lo portò sul didietro mirando al buchetto che cedette subito, vista la dilatazione che aveva subito fino a quel momento.
In breve tempo l'oggetto era in posizione. "Allora come ti sta? È della tua misura?" rise Giulia.

"No va bene, per adesso, però tra poco ce ne vorrà uno più grande"

I ragazzi avevano ormai delle erezioni pazzesche e non potevano credere a quello che vedevano così rimasero in silenzio ma pregustandosi già quella che sarebbe stata la prima scopata di culo.

"Guarda questo che bello" disse Stefania mostrando un plug in versione extralusso, in una scatola con telecomando.
"Vedi, può anche vibrare e ha il telecomando per regolare la velocità" spiegò.

"Bellissimo, prendiamo questo" disse Giulia felicissima e si avviarono alla
cassa.
Naturalmente pagò Annalaura visto che l'oggetto era per lei ed il gruppetto uscì.

"Scusate ragazze" disse Antonio " ma Annalaura non sta ancora indossando l'altro ?"

Era vero, Giulia lo aveva dimenticato, di fatto avevano rubato un dildo.

"Beh, è lo stesso, ma non torniamoci altrimenti la prossima volta ti perquisiranno anche lì, Annalaura" rise Giulia.
"Ragazzi, ci beviamo qualcosa?" propose Giulia e tutti si avviarono verso il bar.

Marco fece in modo di sedersi vicino ad Antonio; era il primo ragazzo che aveva avuto ed anche il più dolce e dotato dei tre e Marco lo preferiva.
Anche Antonio aveva capito la cosa e mise subito una mano sulle gambe della "ragazza" chiedendole "ma ci stai bene con quel coso? Riesci a camminare ed a sederti?"

"Si, con un po' di allenamento, ma è una bella sensazione."

Mentre bevevano la mano di Antonio saliva sempre più, Marco la fece salire fino al massimo poi la spostò un attimo prima di scoprire la "sorpresa"; mise invece la sua sulla coscia del ragazzo che accarezzò con la punta delle lunghe unghie laccate.

"Allora ragazzi, non so voi ma a me questo pomeriggio ha messo fame, vi va di venire da noi a mangiare qualcosa?" fu la proposta di Giulia, subito accettata dai ragazzi che colsero immediatamente l'allusione.

Una volta in macchina Giulia era entusiasta mentre Stefania aveva un pò di paura "ma Giulia sei sicura di quello che fai ? Stiamo invitando a casa tre sconosciuti arrapati come tori"

"Ma certo, sono tranquilli e poi non vedi che voglia che hanno ? Scommetti
che gli farò fare quello che voglio ? Il bello della dominazione, come ti ho detto, è proprio quello di riuscire a farla con persone che non lo sanno. Comunque lascia parlare me e vedrai che ci divertiremo."

Appena entrati Giulia spiegò "Allora ragazzi, mi sembra di capire che vi piacerebbe ripetere l'esperienza di venerdì vero ? Da quello che vede mi sembrate eccitati e anche noi lo siamo.
Io vorrei però fare qualcosa di più fantasioso, una specie di gara fra voi tre, chi vince si incula Annalaura; vi va? Però decido io le prove"

I ragazzi rimasero stupiti ma, dopo un breve parlottare, decisero di accettare; del resto è difficile trovare delle troie così al mondo.

"Bene, per cominciare tutti nudi, se qualcuno non ce l'ha già duro può andare subito a casa"

I tre si spogliarono e naturalmente erano tutti duri come rocce.

"Sull'attenti, Presentat Arm. Anna, prendi il metro che misuriamo !"
Anna corse in cucina e ritornò con un metro da sarta, i ragazzi erano immobili presentando le erezioni svettanti.
Antonio risultò il più dotato con 21 cm, Luciano il secondo con 18 e Franco
il terzo con 16.

"Bene, ora la circonferenza" disse Giulia e Anna avvolse il metro intorno ad ognuno dei tre ottenendo ancora una volta la vittoria di Antonio, anche se di stretta misura.

"Allora, due punti ad Antonio. C'è un piccolo premio al più dotato, un bel bacio." Decretò Giulia così Marco, felice perché quando era nei panni di Annalaura si stava quasi innamorando di Antonio, gli si avvicinò e, impugnato l' arnese, gli si incollò alle labbra baciandolo profondamente.

"Bene, andiamo avanti e voi non muovetevi; chi vi ha detto che potete
farlo?" disse dura Giulia ai tre ragazzi che ormai, eccitatissimi, erano in
sua completa balia "ora è il momento di giudicare le palle ed il fisico in generale."

Giulia e Stefania passarono in rassegna i tre soppesando le palle e tastando i muscoli della pancia e del petto, nel farlo parlavano tra loro ed emettevano commenti e giudizi come se stessero esaminando animali da comprare.
Alla fine risultò vincitore Luciano, il più atletico di tutti.

"Allora siamo a due punti Antonio e uno Luciano, una bella gara. La prossima gara vale tre punti quindi siete ancora tutti in gioco."

"In questa gara vogliamo misurare la vostra potenza sessuale, al mio via cominciate a masturbarvi e noi misureremo tre cose: un punto a chi viene prima, uno a chi schizza più lontano e uno a chi ne fa di più. A mio giudizio potrei anche dare un punto extra per il più sexy, quello che si muove meglio. Allora siete pronti? Via"

I ragazzi, inizialmente stupiti, non reagirono all'ordine ma ben presto Franco iniziò a menarselo furiosamente, togliendo tempo prezioso agli altri.
Le ragazze si discostarono per poter misurare per bene la portata degli schizzi e ammiravano lo spettacolo che i tre uomini stavano offrendo; anche Marco era estasiato dalla vista un po' perché era già entrato nella parte della troia insaziabile e un po' perché sapeva che quei tre cavalieri si stavano battendo per le sue grazie.

Franco, forte del suo vantaggio, vinse la gara di velocità ma, forse per abitudine, chiuse la mano intorno alla cappella per non sporcare quindi perse di sicuro quella di distanza.
Il secondo fu Luciano che invece arrivò abbastanza lontano producendo anche una discreta quantità.
Antonio arrivò terzo nonostante gli aiuti di Annalaura la quale, non vista dalle ragazze, per tutto il tempo lo aveva guardato fisso leccandosi le labbra e toccandosi le tette finte in maniera provocante.

"Bene, allora 1 punto va a Franco per la velocità, uno a Luciano per la quantità mentre per la distanza vediamo" disse Giulia e lei e Stefania si misero a controllare per bene la distanza degli schizzi "direi ancora Luciano. Ad Antonio do un punto io perché è stato più sexy, non se l'è menato come un animale come voi."
"Allora, se non mi sbaglio siamo Franco 1, Luciano 3 e Antonio 3; servirebbe uno spareggio."

"Madame" intervenne Annalaura " me li posso fare tutti e due, perché non concediamo un pareggio?"

"Mmhh, va bene, il culo è tuo. Allora Franco tu hai perso quindi devi sederti su quella sedia e guardare, non puoi toccarti altrimenti te ne vai subito. Voi ragazzi mettetevi contro il muro e aspettate un attimo, dovete ricaricarvi, ma vi possiamo dare una mano noi."

Così dicendo Giulia salì in braccio a Stefania e cominciò a baciarla e a toccarla sotto gli occhi estasiati degli uomini, Annalaura decise di dare una mano anche lei così si mise a 90° e, alzata la gonna, cominciò ad estrarre ed inserire il pene finto dal culo.

Ben presto i tre ragazzi divennero duri come rocce e cominciarono a sbavare di nuovo, lottando per non toccarsi.
Quando Giulia alzò la camicetta di Stefania e cominciò a leccarle le tette capì che erano pronti.

"Direi che possiamo cominciare però oggi voglio essere buona: tu Franco hai perso e non meriteresti niente però posso farti fare una prova di riserva per avere un premio di consolazione."

"Di cosa si tratta Giulia?" chiese Franco.

"Innanzitutto mi dovete chiamare Madame, comunque devi pulire in un minuto tutto il macello che avete fatto, con la lingua naturalmente. Pronti via"

Franco rimase per un attimo interdetto ma poi, visto che lo spettacolino delle ragazze continuava e lui non voleva andare a casa a mani vuote, si gettò a quattro zampe sul pavimento correndo di qua e di là alla ricerca delle goccioline bianche.
Quando mancavano 10 secondi Giulia gli disse " Non dimenticare le mani e i cazzi dei tuoi amici, guarda che controllo."

Franco, ormai incontenibile, si gettò sugli amici cercando ogni traccia rimasta, sulle mani o tra la peluria del pube.

"Stop" decretò Giulia e lei e Stefania cominciarono a controllare scrupolosamente la stanza per poi passare ai corpi dei ragazzi.
"Va bene, non è un lavoro perfetto perché non hai leccato le tue mani ma oggi sono buona: anziché una pompa Anna ti farà una sega e ti concedo anche di guardare lo spettacolo dei tuoi amici. Sei contento ?"

"Si Madame" rispose felice Franco, esausto per l'emozione provata.

"Allora, cominciate pure. Vi consiglio di prenderla solo nel culo perché ha le sue cose" mentì Giulia e i due ragazzi si posizionarono uno davanti e uno dietro Marco iniziando a stantuffare.
Antonio, da dietro, ebbe bisogno di un po' di lubrificante gentilmente fornito da Stefania.

Marco stava godendo come non mai, era una vera signora che stava concedendo ai suoi uomini quello che tanto desideravano e per cui tanto si erano umiliati.
Antonio stantuffava da dietro, era anche una delle sue rare esperienze anali, e Luciano dal davanti, scopando letteralmente la bocca di Marco.
Ben presto fu effettuato un cambio cos' Marco potè assaggiare un cazzo sporco di tutto quello che stava nel suo culo, un misto tra lattice, merda, sperma e chissà cos'altro.

In breve Luciano venne inondandogli il culo e a quella vista Antonio corse a sostituirlo, volendo anche lui eiaculare in quel posto nuovo.
Il culo di Marco fu quindi riempito due volte e in quel momento tutto finì con Antonio che si accasciava sulla schiena di Marco, esausto.

"Però ragazzi così avete lasciato la nostra troia a bocca asciutta " disse dispiaciuta Giulia e porse loro il fallo finto, come a voler rimediare.
Antonio capì subito e lo inserì nel culo fino in fondo per poi estrarlo e portarlo alla bocca di Marco, che lo ripulì; Luciano allora si mise dietro e, fattosi passare il fallo, lo inserì di nuovo per poi darlo ad Antonio che lo teneva come un gelato, leccato da Annalaura; tutto questo procedette finchè il fallo uscì pulito.

Il gruppetto attese un attimo, spossato, tutti tranne Franco che invece era eccitato in maniera inverosimile ed aspettava il suo premio.
Annalaura, ad un gesto di Giulia, gli si avvicinò e, impugnata con la destra l'asta e con la sinistra palle e culo, cominciò l'opera.
Annalaura fu così gentile da ingoiare tutto quanto, passando anche le labbra per bene sul membro per pulirlo accuratamente, così anche Franco fu soddisfatto.

"Va bene, ora andatevene, sarete soddisfatti no ? Lasciatemi un vostro numero di cellulare così se abbiamo ancora voglia di divertirci vi richiamiamo noi" disse Giulia e a queste parole i tre se ne andarono in silenzio, ancora stupefatti, raccogliendo le proprie cose.

Appena usciti Giulia disse "Bene, è il momento di occuparci di noi, non so voi ma sono eccitata da morire" e così dicendo si gettò su Stefania strappandole i vestiti in maniera animalesca.
La ragazza voleva provare due lingue contemporaneamente così mentre Giulia si dava da fare sul suo clitoride Anna cominciò a lavorarsi il buchetto cercando di entrare più in profondità possibile.
Ad un certo punto Stefania, forse per l'eccitazione e forse per il trattamento che stava ricevendo, emise un forte peto che lasciò tutti di stucco, ma lo stupore lasciò ben presto il posto alle risate e l'orgia continuò.

Successivamente fu Giulia a sdraiarsi a gambe aperte e mentre Marco le lavorava figa e culo Stefania le si sedette sul viso per farle provare il suo culetto, di cui Giulia era ora incuriosita.
Ben presto però Giulia volle passare a qualcosa di più serio e Marco ebbe il permesso di penetrarla, pur senza poter venire.

L'orgia continuò così in tutti i modi possibili, con Marco felicissimo perché comunque poteva dare sfogo alla sua eccitazione possedendo le sue padrone, anche se si rendeva conto di essere solo una specie di giocattolo sessuale per loro ma questo comunque lo inorgogliva e ormai lo considerava il suo unico scopo nella vita.

Alla fine le due ragazze erano esauste e si accasciarono sul divano, completamente scomposte, con il trucco distrutto e le calze strappate; Marco era invece tremante per l'eccitazione in quanto aveva soddisfatto praticamente tutti ma le sua palle erano ancora piene.

"Che ne dici, facciamo venire il nostro animaletto?" chiese Stefania

"Aspetta, sono stanca, prima voglio rilassarmi con un bel massaggio" e così dicendo Giulia si spogliò e si recò in camera da letto dove si sdraiò completamente nuda sul letto.

"Fammi un bel massaggio, in tutto il corpo, usa anche la lingua se vuoi" e così dicendo abbassò la testa abbracciando il cuscino.

Marco le si mise a cavalcioni sulla schiena e cominciò a massaggiarla dolcemente, finalmente poteva toccare a dovere il corpo della sua dea e lo adorò completamente.
La leccò dolcemente anche sulle gambe e sulla schiena contribuendo così a fare rilassare la sua padrona così stanca dalla giornata.

Naturalmente tutto questo fu quasi una tortura per Marco, il suo cazzo stava per esplodere e non riusciva a contenere un tremito nelle mani dall'eccitazione non ancora soddisfatta e temeva che sarebbe venuto se solo il suo cazzo avesse toccato la pelle della padrona quindi cercava di evitarlo in tutti i modi.

Dopo una decina di minuti Giulia si dichiarò soddisfatta "Va bene, basta ora, puoi venire anche tu; però dobbiamo fare le cose per bene"
Giulia accompagnò Marco in bagno e lo fece truccare di nuovo e ricomporre nel vestito, in modo che sembrasse all'inizio e non alla fine di un'orgia.

Gli fece reindossare il fallo, senza mutande, e lo accompagnò in salotto.

"Allora adesso mi devi fare un bel balletto seducente, ora mettiamo della musica, fai un po' come le ballerine di lap dance. Alla fine puoi metterti a terra e venire ma voglio vedere degli schizzi belli alti. Filmo tutto perché voglio cominciare a pubblicare le tue gesta su Internet; sta tranquillo che vestito così non ti riconoscerà nessuno."
A Marco tutto questo non interessava, ora voleva solo liberarsi quindi accettò di buon grado.

La musica iniziò e Marco mise tutto il suo impegno nel fare un bel balletto seducente, ancheggiando sui tacchi alti e mostrando le gambe ampiamente scoperte dalla minigonna.
Mostrava anche senza pudori il viso e faceva gesti allusivi con la lingua ed effettivamente il risultato fu splendido, mai troppo volgare come a volte risultano essere i trans.

Dopo aver alzato la gonna, mostrato l'uccello ed averci giocato un po' si sedette a terra con le gambe larghe ed estrasse il fallo dal culo e lo inserì alternativamente ora nell'ano ora in bocca, dove lo ripuliva golosamente con la lingua.

Lentamente, con l'altra mano, afferrò il proprio membro e cominciò a menarlo ottenendo in breve un'esplosione di schizzi; finì poi per sdraiarsi a terra con una mano che reggeva il cazzo ancora duro e l'altra che continuava ad estrarre ed inserire il fallo nell'ano.

Al momento dell'esplosione le due ragazze applaudirono felici complimentandosi con il ragazzo per lo spettacolo; neanche loro sospettavano che in Marco si celasse un tale potenziale e nella mente malata di Giulia stava già prendendo forma una certa idea.

"Veramente bravo" si complimentò " questo filmato farà storia, in breve tempo diventerò la regina dei newsgroup poi anche al club lo apprezzeranno di certo. Ora ripulisci tutto e cambiati, ci riposiamo un po' prima della serata."

Quando Marco tornò dal bagno, completamente nudo ma con il membro ancora duro in quanto un solo orgasmo non poteva certo bastare a dissipare la grande eccitazione della giornata, trovò le ragazze sul divano che guardavano le televisione e si accontentò di accucciarsi ai loro piedi come un bravo cagnolino, Giulia se ne accorse e gli porse un piede che lo schiavo cominciò ad adorare lentamente.

"Allora cosa facciamo stasera?" chiese Stefania

"Beh, se vuoi so che c'è un party in un locale affiliato al club, possiamo farci un salto ma non voglio fare tardi" rispose Giulia "schiavo, prepara qualcosa per cena"

Marco si alzò e corse in cucina dove, indossato un grembiule, si mise subito al lavoro per le sue padrone.
Appena seduta Stefania, la quale aveva preso come una missione il trovare modi sempre più umilianti di nutrire Marco, si esibì ancora.

"Vieni schiavo, ora sei il mio cagnolino, vieni qui da me. Vuole qualcosa questo bel cagnolino ?"

Marco, capita l'antifona, corse verso la padrona a quattro zampe e si mise a guaire ed uggiolare come un cane che chiede cibo.
Stefania si divertiva, di tanto in tanto, a gettargli qualcosa, a volte lontano e a volte facendoselo prendere dalla mano.
Si divertiva anche a tenere il cibo alto, obbligando Marco a saltare e ad allungarsi per prenderlo.

"Fallo allenare a prendere il cibo al volo" le ricordò Giulia, così Stefania dedicò tutto il pranzo a questo gioco ottenendo anche qualche successo, verso la fine.

"OK, ora basta, vatti a preparare schiavo; anche noi dobbiamo farlo" e così dicendo i tre si ritirarono e Marco, pur non avendo ricevuto nessun ordine specifico, corse a vestirsi da Annalaura come già sapeva fare alla perfezione.

Le ragazze si avviarono in auto e ben presto raggiunsero il locale.

"Vedete," spiegò Giulia "questo è un locale molto particolare: le cameriere sono tutte dei trans e si guadagnano molte mance intrattenendo i clienti; il padrone ha bisogno di una cameriera in più per stasera così ho pensato che poteva essere una buona esperienza per Marco e inoltre ci guadagneremo qualcosa."

Le ragazze entrarono ed andarono nell'ufficio del titolare.

"Ciao Carlo, ti ricordi di me? " salutò Giulia " hai visto che siamo passate?"

Carlo era il classico personaggio equivoco: pancia prominente, capelli brizzolati e con un evidente trapianto, catene ed anelli d'oro a profusione.

"Ohh ciao Giulia, come stai? Allora hai deciso di passare. Questo è il tuo schiavetto? Fammelo vedere un attimo."

E così dicendo si tirò a sé Marco e cominciò ad esaminarlo.

"Allora come state? Questa immagino sia Stefania, la tua assistente"
Proseguì: "Dunque, innanzitutto possiamo togliere queste mutande, qui non devi nascondere i tuoi attributi" e Marco eseguì prontamente

"Mi sembri messo bene, dietro come va?" disse infilando un dito nel sedere del ragazzo e sentendolo abbastanza cedevole "mi sembra bene. Accomodati sotto la scrivania mentre vi spiego le condizioni."

Così Marco si infilò sotto la scrivania del capo estraendo immediatamente un membro di dimensioni normali ma non troppo pulito, almeno a giudicare dall'odore; Annalaura si diede da fare comunque con la solita lena.

"Allora, come sapete questo è un locale frequentato dagli amanti dei trans, lo sono tutti i miei dipendenti. Le cameriere in particolare devono essere molto disponibili con i clienti, scherzare con loro e farli divertire, e soprattutto farli consumare. Il massimo sarebbe convincerli ad andare in una di quelle stanzette che ci sono sul retro dove c'è la possibilità di consumare altro, non so se mi capite.
Lo schiavo deve comunque mandare prima il cliente da me per decidere il prezzo della stanza.
Per la serata vi darò un compenso fisso più una percentuale su tutti gli ingressi nelle stanze che Annalaura farà" E qui Carlo si interruppe un attimo perché stava venendo sotto i colpi esperti della lingua del ragazzo

"Pulisci tutto e non sporcarti, mi raccomando" gli disse "Allora cosa ne dite ? Naturalmente voi due sarete mie ospiti questa sera al tavolo del club, lì potrete incontrare altre padrone che vengono spesso e che mi prestano i loro schiavi."

"Direi che va bene" rispose Giulia.

"Bene allora andiamo, esci di lì tu. Assicurati di avere sempre con te i preservativi e il lubrificante, li troverai anche nelle stanze ma ti potranno essere richieste delle prestazioni particolari al tavolo da clienti eccentrici.
I rapporti completi devono essere sempre protetti mentre quando lo succhi puoi anche farne a meno, se vuoi guadagnarti una bella mancia. Per queste cose lascio a te decidere la mancia ma ricordati che se ti trattengono troppo ci deve sempre essere sul loro tavolo almeno una bottiglia di champagne."

Marco aveva capito fin troppo bene e non vedeva l'ora di entrare in azione: ci aveva riflettuto su ed aveva capito che qualche dubbio o esitazione, se ancora li aveva, potevano esserci nei suoi panni normali ma nei panni di Annalaura si sentiva solo una gran troia che poteva fare qualunque cosa e che poteva esercitare un grandissimo potere sugli uomini.

Il farlo vestire da donna non era quindi un'umiliazione, come le ragazze credevano, ma un punto di forza.; inoltre amava sempre più il mondo femminile, il trucco, gli accessori.
Che gran vacca sarebbe stata se fosse stata donna !!

Le ragazze entrarono nel locale e si diressero al tavolo del club dove risiedevano alcune padrone che Marco aveva già visto, contornate dai loro schiavi, alcuni seduti a terra e altri sotto il tavolo; altri sarebbero stati di sicuro di servizio.
Marco fu invece portato in cucina dove incontrò una grassa cuoca la quale gli spiegò velocemente come raccogliere gli ordini; durante le spiegazioni teneva in pugno il membro del ragazzo e lo fece indurire talmente da farlo diventare come un paletto che sorregge una tenda, rappresentata dalla corta minigonna.
Una caratteristica del genere avrebbe certo eccitato i clienti, pensò il ragazzo.

Il locale era di fatto una specie di night con una pista centrale e tanti tavolini occupati perlopiù da clienti di mezza età; le cameriere erano tutte vestite in maniera molto provocante e di alcune non si sarebbe sospettato in alcun modo la vera natura.

Annalaura si diresse verso un tavolino privo di bicchieri e salutò allegramente "Ciao ragazzi, sono Annalaura, volete qualcosa da bere?"
I due signori lo squadrarono per un attimo poi risposero:

"Sei nuova? Non ti abbiamo mai vista."

"Si, stasera è la prima sera e ho un po' paura" finse con un atteggiamento decisamente troiesco e nel farlo si avvicinò di più ai clienti.
Uno dei due cominciò ad accarezzargli le cosce e la tranquillizzò.

"Ma non ti mangiamo mica. Perché non resti un attimo così ci conosciamo ?"
La mano intanto era salita al membro duro e lo stava menando lentamente.

"Non so, forse se prendete una bottiglia ne posso assaggiare un bicchierino" così i due signori, capita l'antifona, ordinarono una bottiglia di champagne.
Marco si allontanò sculettando e, nonostante la sicurezza di prima,cominciava a provare paura mista ad eccitazione.

Ritornò portando la bottiglia che posò sul tavolo.
"Posso fermarmi un attimo ma non vedo la sedia" disse.

"Non ce n'è bisogno" disse il più vecchio dei due tirandoselo in braccio "Io mi chiamo Giulio e lui è Paolo, piacere"

Giulio le alzò completamente la gonna scoprendo il membro e l'attaccatura delle calze.
"Guarda Paolo com'è dotata, ed eccitata, la nostra Annalaura"
"Già, sembrerebbe proprio" disse Paolo avvicinandosi ed impugnandolo.

"Ehi ma cosa fate, non possiamo qui davanti a tutti."
"Ah lo so dove vuoi portarci, ma chissà … intanto beviamo"

Giulio versò tre bicchieri e dedicò un brindisi ad Annalura
"Alla nostra nuova amica, che ha un cazzo più grosso del mio !"
"Allora Anna di dove sei? Raccontaci di te."

"Sono italiana, sono di Roma e sono qui con delle amiche in prova"

"Ahh ho capito, è uno degli schiavi del club, te l'avevo detto no? Li vedi a quel tavolo? Alcuni di loro sono a servire" disse Paolo a Giulio.

"E' vero? Qual è la tua padrona?"

Marco rimase indeciso per un po', poi gli indicò Giulia.

"Aspettatemi qui" disse Giulio, scaricò Marco in braccio a Paolo che si affrettò ad impugnare per bene il membro e a cominciare a sondare il buchino con un dito.

"Mi sa che quello ci sta combinando la serata. Sai che hai un bel buchetto stretto? Non come quelle vacche sfondate che ci sono qui; mi sa che ci divertiremo"

"Beh si, non ho cominciato da molto ma sono molto brava" rispose lui

Giulio fu velocemente di ritorno, dopo aver parlottato un po' sia con Giulia che con Carlo.
"Allora, abbiamo la stanza numero 5 per un'ora. Il prezzo è un po' più alto del normale ma ho ottenuto questo" disse mostrando ad Annalaura un bigliettino sul quale era scritto:
"Fai TUTTO quello che ti dicono, usa il preservativo solo per le penetrazioni. Giulia"; la parola tutto era in evidenza e ben sottolineata.

"Secondo me ho fatto un affare, questi schiavi non lo fanno per soldi ma solo per divertimento e si impegnano molto di più di quelle troie che vogliono solo le mance" disse Giulio che aveva già cominciato a considerare Annalaura solo un oggetto di piacere.

"Vieni" disse prendendo Marco per il cazzo e conducendolo verso un corridoio.

Entrarono in una stanzetta piccola ma ben arredata, la classica alcova d'amore.
C'era un bel letto matrimoniale, un divano e due poltrone più una bottiglia di champagne già pronta su di un tavolinetto.
Quella doveva essere una delle stanze più belle e un'ora era tanto, poi lui era un oggetto speciale quindi quei due signori dovevano essere ricchi ed influenti e lo schiavo si sentiva onorato di essere stato scelto.

"Bene, spogliati pure, facci vedere cosa abbiamo comprato. Fallo lentamente però, vogliamo gustarci la scena. Nel cassetto c'è un vibratore se vuoi" ordinarono i due sedendosi sul divano e versandosi da bere.

Marco preparò il vibratore ed iniziò a muoversi al suono di una musica inesistente in maniera molto sensuale, ondeggiando sui tacchi alti.
Si tolse lentamente camicetta, reggiseno e gonna rimanendo ben presto con le sole scarpe e calze autoreggenti poi impugnò il fallo e si esibì in un pompino fantastico, sempre guardando troiescamente negli occhi i suoi clienti.

Ottenuta una buona lubrificazione del membro (con la saliva) il ragazzo si portò ondeggiando verso Paolo consegnandoglielo e facendogli segno di tenerlo in mano dopodiché vi si sedette sopra allargando il buco con le mani il più possibile.

Grazie alle spinte combinate di Marco e Paolo pian piano il fallo cominciò ad entrare nel culo e vi affondò sempre più.
Giulio assisteva allo spettacolo masturbandosi con una mano e bevendo lo champagne con l'altra.
Quando il membro fu completamente inserito Annalaura si prostrò a terra dicendo
" Sono ai vostri ordini padroni ", tenendo naturalmente il membro ben conficcato nel didietro.

"Brava, come inizio non c'è male, ora fammi vedere come lo succhi" ordinò Giulio e subito Marco vi si avventò ingoiandolo completamente; Paolo intanto si divertiva ad estrarre e reinserire il fallo leccandolo abbondantemente per mantenere lubrificato il tutto.

"Non sei male schiavetta, anche se non sei molto femminile, ma non azzardarti a venire eh?"

"No padrone" rispose Marco.

A quel punto Paolo prese un tubetto di lubrificante e si umettò accuratamente il membro conficcandolo poi al posto di quello finto; l'operazione andò facilmente a buon fine in quanto lo sfintere era già dilatato.
A quel punto le interiora di Marco vennero squassate da colpi sempre più potenti che gli provocarono un misto di eccitazione e dolore ma lui ci teneva a concentrarsi sul suo lavoro che risultava del resto sempre più difficile in quanto i colpi tendevano a spingerlo ogni volta contro Giulio.

"Ora voglio divertirmi anch'io" disse quest'ultimo alzandosi e tenendo lo schiavo per la testa lo scopò in bocca menando affondi sempre più potenti che facevano arrivare la punta quasi sempre in gola provocando conati e problemi di respirazione.

"E stringi quella bocca, altrimenti non sento niente" ordinò adirato così Marco cercò di stringere le labbra e di succhiare per opporre un minimo di resistenza al membro invasore ed aumentarne così il piacere.

In questo momento si sentiva veramente usato come una bambola vuota, i due clienti lo stavano stantuffando senza ritegno da entrambe le parti, dietro il culo cominciava a fargli un male del diavolo e certamente sanguinava e davanti un cazzone gli arrivava ogni volta in gola impedendogli di respirare.

Improvvisamente Giulio fece un ultimo affondo e si fermò in quella posizione e vi rimase per un tempo che ad Annalura sembrò eterno ma non erano che pochi secondi dopodiché si sentì invadere la bocca e la gola dal copioso sperma acidulo.

Marco iniziò a tossire e cercò di divincolarsi ma Giulio lo teneva ben saldo e riprese a stantuffare urlando "Beviti tutto troia".
Solo quando lo schiavo ebbe consumato tutto il liquido Giulio lentamente si fermò e Marco potè riposarsi un attimo, tossendo.

"Puliscimelo per bene e raccogli le gocce che sono cadute a terra" gli ordinò così Marco potè dedicarsi ad un compito più rilassante mentre da dietro riprese lo stantuffo che si era interrotto per osservare la scena.
Ben presto anche il culo fu inondato e Paolo si accasciò felice sulla schiena del ragazzo.

"Ahh che bello, era da tanto che non mi facevo un culo così stretto" esclamò sedendosi poi sul divano.
"Manca ancora più di mezzora, vieni qui e leccaci per bene, chissà che non ne facciamo un'altra." Dissero e così Marco strisciò verso il divano, il culo grondante sborra, dove prima ripulì per bene il membro di Paolo poi si dedicò a leccare accuratamente e dolcemente i due uomini, particolarmente palle e ano come da loro richiesto con un cenno.

"Cerca di entrare il più possibile nel buchetto con la lingua, voglio sentirla bene" gli dissero e Marco eseguì come meglio poteva.

"Si però ora voglio provare anch'io quel bel cazzone" disse Paolo e si mise a pecorina desideroso di farsi prendere da Marco.
Il ragazzo leccò prima accuratamente il buchetto, bagnandolo il più possibile, poi si infilò un preservativo e utilizzò il lubrificante apposito poi iniziò lentamente la penetrazione.
Il buco di Paolo era abbastanza largo, evidentemente era uno che si divertiva, così ben presto anche Marco potè divertirsi a stantuffare; Giulio intanto si era messo davanti facendoselo succhiare dall'amico.
In poco tempo i due uomini erano pronti per venire di nuovo e così si fermarono e chiesero a Marco di recarsi in bagno e di mettersi nella vasca dove, in ginocchio, riprese il lavoro di bocca su entrambi.
Per primo venne Giulio che afferrò la testa di Annalaura, come era suo solito, in modo da venirle direttamente in gola; appena fu libero Marco ripulì accuratamente il membro di Giulio per poi dedicarsi a quello di Paolo, in fremente attesa.

Anche Paolo finì per godere e anche lui fu ripulito completamente, con sua
somma gioia.

"Ora apri la bocca e aspetta" gli dissero e poco dopo due fiotti di urina sgorgarono dai due membri inondando il viso del ragazzo il quale, anche se schifato, cercava di comportarsi nel modo più troiesco possibile in parte bevendo il liquido e in parte lavandocisi il viso ed il corpo con le mani.

"Sai questo è sempre il nostro gran finale con le troie del club" spiegarono.

Alla fine si fecero succhiare ancora e ripulire per bene da tutte le gocce prima di dichiarare conclusa la serata.

"Beh, sei costato qualcosa ma ne è valsa la pena, ora noi torniamo al tavolo; tu ripulisciti per bene prima, ciao bella" lo salutarono e, rivestitisi, uscirono dalla stanzetta.
Marco rimase esausto e stupito nella vasca da bagno, immerso in un lago di
piscio e di sborra.
Le cose stavano forse andando troppo in fretta anche per lui, del resto fino a poche settimane prima era un normale ragazzo solo e un po' depresso e ora era diventato un incrocio tra una squillo di lusso e un water ambulante.

Una cosa l'aveva comunque capita: quando si trattava di entrare in azione, specialmente se vestito da Annalaura, tutti i dubbi e i timori sparivano e in lui si accendeva come un interruttore che lo faceva scattare agli ordini dei suoi padroni ma quando era da solo, logicamente, qualche riflessione sulla sua vita finiva per farla.

In ogni caso decise di ripulirsi velocemente e di non fare aspettare ulteriormente le sue padrone così vuotò e lavò la vasca con la doccetta e si fece anche lui una doccia veloce, poi si rivestì e truccò utilizzando il materiale presente negli armadietti del bagno.

Quando uscì era di nuovo presentabile ma con un'erezione potente e dolorosa che svettava sotto la gonna; del resto aveva soddisfatto in tutti i modi possibili due uomini ma lui non era ancora venuto.

Quando rientrò nel club Giulia lo chiamò con un cenno e lui si avvicinò al tavolo.

"Bravo schiavetto, sai che ci hanno fatto i complimenti ? Sai chi sono quei due ? Sono due importanti banchieri e sono tra i più ricchi della città e sono rimasti contentissimi di te tanto che pensavano di richiederti in affitto per una giornata intera, vedremo. Comunque a casa avrai un premio per questo, per ora torna al lavoro."

Queste parole rappresentarono per Marco una grande gratificazione, aveva fatto cose incredibili e superato molti dei suoi tabù ma la sua padrona era soddisfatta di lui e questo bastava a ripagarlo di tutto.
Riprese a lavorare sotto gli occhi invidiosi delle altre cameriere, la notizia si era già diffusa tra il personale e in parte anche tra i clienti abituali, tanto che quando si infrattò sotto il tavolo di un altro cliente importante ricevette non pochi sguardi fulminanti dagli altri trans.

Alla fine della serata era distrutto, aveva camminato diverse ore su tacchi allucinanti e innumerevoli volte si era seduto sulle ginocchia dei clienti per farsi palpeggiare; era anche stato richiesto nuovamente in una delle stanze ma qui si era limitato ad uno spettacolino che aveva causato la precoce eiaculazione del cliente, così che Marco si limitò a ripulire il tutto.

Alla fine della serata, verso la chiusura del locale, fu riportato a casa dalle sue padrone.
Durante il viaggio in auto Marco ricevette i complimenti di Giulia.
"Bravissimo schiavetto, stai facendo grandi progressi; sai che hai impressionato molto i miei amici del club ? Penso che ormai il nostro ingresso sia quasi certo. Ci sono grandi novità: hanno fissato per la settimana prossima la prova d'ammissione quindi ti devi allenare molto questa settimana; hanno anche deciso quali saranno le tue prove di ammissione: l'adorazione degli stivali, che è un classico, poi Queen Victoria ha deciso di concederti un grande onore: dovrai riuscire a bere una sua pisciata completamente, senza sprecarne una goccia.
Questa settimana quindi riprenderai gli allenamenti con gli stivali e le scarpe, devi ripulirne completamente almeno due paia al giorno, e ricordati di riprenderti con la telecamera naturalmente.
Per quanto riguarda la seconda prova ti allenerai così: a partire da stasera ti berrai tutta l'urina che farai; quando sei al lavoro ti porterai sempre un bicchiere per non sprecare nulla nemmeno lì. Poi ti dovrai allenare anche a bere un getto continuo di liquido, per questo userai la canna per innaffiare; devi imparare la respirazione e ad inghiottire regolarmente senza sprecare nemmeno una goccia."

Intanto erano arrivati a casa e i tre scesero.

"Sei molto eccitata vero ?" chiese Stefania a Giulia-

"Si, desidero molto fare parte di quel club ed è importante fare subito bella figura quindi voglio il massimo impegno da te altrimenti ti lascio su due piedi e mi trovo un altro schiavo"

"No Padrona, la prego, farò tutto quello che vuole ma non mi lasci, iniziamo
subito gli allenamenti, sono pronto a fare qualunque cosa, Madame " pregò Marco, terrorizzato dall'idea di essere abbandonato proprio ora che si stava abituando a questa vita così diversa ed eccitante.

"Bene, entriamo un attimo, ti faccio vedere alcune cose poi ce ne andiamo visto che è tardi.
Innanzitutto spogliati nudo."

Marco eseguì velocemente poi si gettò ai piedi della padrona.

"Stefania, vammi a prendere un thermos ed un imbuto, ti prego. Tu sdraiati a terra di schiena con le gambe appoggiate al muro, ora tirati su in modo da avere anche la schiena contro il muro"

Marco cercò di eseguire e si trovò appoggiato praticamente solo sul collo ma con il membro direttamente sopra la bocca.

"In questo modo puoi pisciarti direttamente in bocca, così è come dovrai fare d'ora in poi a casa mentre al lavoro ti accontenterai del bicchiere. Facciamo una prova subito"

Marco aveva in effetti bisogno di urinare, era da molto che non lo faceva, così in breve tempo uscì un getto denso che lo colpì direttamente in bocca. Egli cercò di inghiottire il più possibile ma parte gli finì sul collo ed istintivamente interruppe il getto.

"Ecco, no vedi, così non va" disse Giulia prendendo a calci il proprio schiavo "è proprio questo che devi superare, devi concentrarti solo sull'inghiottire, ricomincia."

Il getto riprese e questa volta Marco sapeva già cosa aspettarsi così la cosa andò meglio, non si interruppe più ed inghiottì quasi tutto, anche se il sapore era acre ed amaro visto che da molto tempo non andava al bagno.

"La sera voglio che bevi molto e che ripeti questa operazione per almeno tre volte, sempre ripreso dalla telecamera. Questa è la miglior simulazione di quello che ti accadrà al club" ordinò Giulia.
"Comunque ti avevo promesso un premio, puoi masturbarti e venire direttamente in bocca" concesse così Marco potè finalmente dare sfogo a tutta la tensione sessuale accumulata durante il giorno ottenendo in breve una copiosa quantità di seme che inghiottì subito.

"Bene ora voglio lasciarti anche un altro regalo, come ti avevo promesso. Ti lasciamo le nostre mutandine, come vedi sono molto bagnate ed odorose per quello che è successo oggi. Puoi annusarle quando ti masturbi dopo ogni allenamento, davanti alla telecamera."
Così dicendo le due ragazze si tolsero le mutandine e le gettarono a terra, vicino allo schiavo.

Successivamente Giulia si alzò la gonna e si abbassò sopra il thermos urinando nell'imbuto.
"Ora ti lasciamo un altro regalo: riempiamo questo thermos con il nostro liquido dorato, con un po' di fortuna dovrebbe rimanere caldo fino a domattina quando, sempre ripreso dalla telecamera, te lo berrai come colazione.
Per tutta questa settimana ti arriverà un thermos come questo contenente il mio nettare mattutino, lo manderò tramite un pony e la sera dovrai rimandarmelo nello stesso modo, in modo da assicurarti la colazione ancora calda."

Anche Stefania urinò nel thermos chiudendolo subito per non fare uscire il calore.

"Va bene, ora ce ne andiamo. Ricordati gli allenamenti o sai cosa ti succederà"

Detto così le due ragazze se ne andarono lasciando Marco in quella scomoda e strana posizione a riflettere su se stesso.
Non ci mise molto ad arrivare ad una conclusione comunque, infatti si riprese subito e si preparò per andare a letto, deciso più che mai ad accontentare quella padrona che ormai amava.

(continua)
 
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view post Posted on 1/8/2012, 11:14     +1   -1
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CAPITOLO 6 - L'AMMISSIONE AL CLUB

Il giorno dopo Marco si alzò pieno di lena e deciso di impegnarsi al massimo per soddisfare e se possibile anche stupire la propria padrona.
Una volta arrivato in bagno, ancora insonnolito, si apprestò ad urinare in piedi come solitamente faceva ma improvvisamente si ricordò delle istruzioni della sua padrona e smise immediatamente pulendosi con le mani e leccandosi le dita per non perdere nessuna goccia.
Si mise velocemente in posizione e completò l'opera concentrandosi in maniera da non perdere nessuna goccia, cosa che gli riuscì perfettamente.

Per colazione aprì il thermos delle due padrone e ne vuotò il contenuto in un pentolino che si affrettò a scaldare e la usò come the, intingendoci i biscotti; il resto la tenne nel thermos e se la portò al lavoro deciso a berla nella pausa.

Stava imparando ad apprezzare l'urina e a considerarla una bevanda come le altre, con un gusto amaro che si può paragonare alla birra; e stava cominciando ad apprezzare e distinguere i vari gusti, colori ed odori che essa può assumere nell'arco della giornata ed era deciso a compiere esperimenti per cercare di collegare cìò che si mangia e beve al gusto per diventare un vero intenditore come Andrea e stupire gli amici della sua padrona. Non dimenticò di riprendere la propria colazione, cosa espressamente richiesta e che aveva invece già dimenticato con il risveglio.

La giornata passò lentamente, il lavoro era abbastanza ripetitivo e noioso e consentiva alla fantasia di Marco di viaggiare liberamente per analizzare la sua nuova condizione e trarne delle logiche conclusioni.

Marco non aveva comunque dimenticato il bicchiere, inoltre si era portato delle bottiglie d'acqua e beveva spesso, così altrettanto spesso si recava in bagno gustandosi tutto il proprio prodotto che verso sera aveva assunto ormai il sapore ed il colore dell'acqua pura dai tanti cicli quel liquido aveva fatto dentro di lui.

Arrivato a casa non perse tempo e si spogliò immediatamente nudo dando immediatamente inizio ai propri allenamenti, sempre ripreso dalla telecamera, consistenti nella pulizia delle scarpe della propria padrona e nel bere molto, specie un getto continuo di liquido; che finiva poi per bersi di nuovo una volta trasformato in urina.

Arrivò a pensare a tutte le varianti quali sporcare appositamente le scarpe di polvere o fango per leccarle con naturalezza nel caso in cui lo siano quelle di Queen Victoria.

Ogni mattina arrivava un pony che gli consegnava, sempre a sue spese, un thermos contenente l'urina ancora calda della propria padrona ed egli aveva preso l'abitudine di riceverlo vestito da Annalaura, con una corta camicetta da notte ed il reggiseno imbottito bene al suo posto, sempre ripreso dalla telecamera, sotto gli occhi sbavanti del pony ancora mezzo addormentato.

Tutte queste operazioni obbligavano il ragazzo a mettere la sveglia piuttosto preso la mattina ma lo faceva volentieri sperando nei favori della propria padrona e volendo anche sondare le sue reazioni in caso di autonomia dello schiavo: come avrebbe reagito Giulia di fronte a queste novità non ordinate? Marco era pieno di nuove idee ma non aveva il coraggio di proporle di fronte a lei così aveva pensato di introdurle a poco a poco di sua iniziativa.

Alcuni giorni passarono in questo modo finchè il mercoledì il ragazzo ricevette un sms che preannunciava la visita della padrona a cena e che gli ordinava di riceverla come si deve.
Marco, ricordando quello che era successo una settimana prima, anche se sembrava passata un'eternità, si preparò nudo già da prima delle 7 con un bicchiere di champagne ad attendere l'arrivo della sua dea.
Giulia arrivò verso le 8.30 trovando uno schiavo adorante, felice di ricevere la propria padrona.
Marco le consegnò rispettosamente il vino e le si gettò ai piedi, pronto a ricevere elogi o punizioni.

"Bene, vedo che stai capendo bene il tuo ruolo, sono contenta" disse lei dirigendosi verso il salotto e sedendosi sul divano; Marco intanto la seguiva strisciando.
"Allora com'è andata la settimana? Ti sei allenato? Fammi vedere quello che sai fare" disse e Marco le si gettò suoi piedi leccando e adorandoli quali fossero la cosa più preziosa al mondo.
Inizialmente la ragazza apprezzò lo stile del proprio schiavo immaginandoselo al club poi, essendo comunque stanca per la giornata lavorativa, decise di rilassarsi un po' ed estrasse i piedi dalle scarpe mettendoli così a disposizione dello schiavo per godersi così un ottimo vino e una lingua esperta ed adorante.

Marco, felice per questo segno di fiducia e soddisfazione della propria dea, si gettò su quei piedi nudi ed odorosi che lui venerava come la più sacra reliquia e vi si dedicò con tutto il suo ardore, apprezzando quel momento di intimità che si era creato.
Dopo quasi una mezzoretta Giulia si destò dall'estasi in cui era caduta.
"Bravo, sei veramente bravo sai Marco. Adesso voglio parlarti seriamente: ci conosciamo solo da pochi giorni ma abbiamo già fatto molto insieme, molto meglio di tante altre coppie. Io ho deciso che questa è la mia vita: voglio essere una padrona adorata da tanti schiavi che sbavano ai miei piedi come ora stai facendo tu. Tu hai visto com'è la vita dello schiavo e ti garantisco che questo è solo un assaggio di cosa ti capiterà nel futuro se riusciremo ad entrare nel club quindi ora ti chiedo: sei sicuro della tua scelta e vuoi continuare questa avventura con me ? Se vuoi ritirarti fallo adesso"
"Madame" le rispose " sono felice ed onorato di servire una padrona bella ed incantevole come lei. In questo momento sono in paradiso perché ho la possibilità di adorarla come merita e farei di tutto per guadagnarmi questo privilegio e per poter riuscire a divertirla anche solo per un attimo. Io sono il suo umile schiavo e il mio corpo e la mia mente sono suoi, Madame."
"Bravo, non avevo dubbi, ora porta la tua padrona in cucina e servi la cena" gli disse e gli si accomodò sulla schiena ma Marco era felice di portare quel dolce peso.

Appena arrivato servì la propria padrona e preparò per se la solita ciotola piena di cibo per cani; Giulia lo guardò negli occhi e vi sputò dolcemente dentro poi fece cenno al ragazzo di avvicinarsi e gli fece cadere un rivolo di saliva direttamente in bocca, causando l'estasi dello schiavo.
La ciotola venne poi messa a terra e Giulia vi mise i piedi dentro, consentendo allo schiavo di adorarli nuovamente durante il pranzo.

"Allora schiavo, ti sei allenato questa settimana? Guarda che poi vediamo le cassette".
"Si Madame, mi sono allenato molto, sia a casa che al lavoro e ho pulito, sporcato e pulito di nuovo tutte le sue scarpe"
"Bene, se è veramente così ti darò un premio, comunque sono anche qui per farti una specie d'esame; sai che ci tengo molto e devi essere perfetto sabato."

Al termine del pranzo Giulia si spostò in salotto ordinando a Marco di mettere su le cassette e ne rimase in effetti soddisfatta: Marco era ormai in grado di bere tutto il getto della propria urina mattutina in maniera abbastanza naturale e senza provare troppa repulsione inoltre si comportava bene anche con getti continui quali quello della canna da giardino, aveva insomma imparato a prendere bene i tempi ed il respiro.
Anche lo stile nel leccare gli stivali era molto buono, almeno da come poteva giudicare Giulia, ma questo gesto era per Marco un piacere e vi metteva veramente tutto il suo impegno felice di poter onorare la propria padrona.
Giulia rimase anche piacevolmente soddisfatta dal fuori programma del ragazzo del pony express; non aveva pensato a questa possibilità ed era felice dell'intesa che si stava creando tra loro.

"Molto bene schiavo, ti faccio i complimenti. Adesso ti faccio l'esame e se lo passi avrai un fantastico premio. Adesso faremo più o meno come succederà al club quindi voglio vedere se riuscirai a bere tutto il mio getto. Ricordati che dovrai riuscire a farlo in maniera naturale ed adorante, non ci devono essere gesti di disgusto perché quello di bere i liquidi corporali di Queen Victoria è un onore che probabilmente non ti capiterà più. Sono diverse ore che non bevo e che non vado in bagno quindi avrà un sapore abbastanza salato ma devi essere pronto anche a questo; forza prepara un telo di cellophane e sdraiati a terra."

Marco preparò tutto e si sdraiò di schiena con le mani lungo i fianchi mentre Giulia, tolta la minigonna, (non le mutandine che ormai nel suo ruolo di padrona non portava più), si accoccolò sopra di lui.
"Apri la bocca e preparati, durante l'operazione devi sempre tenere gli occhi aperti e guardarmi in viso con espressione adorante" disse e Marco eseguì.
Un getto caldo e dal colore giallo intenso cominciò a ruscellare direttamente nella bocca aperta ma Marco non si fece prendere alla sprovvista e cominciò ad inghiottire in maniera veloce e frequente, come aveva imparato.
Rimase inizialmente sorpreso dal sapore: era veramente molto più salato e nauseante della sua proprio perché l'urina conteneva solo una piccola parte di acqua e una parte maggiore di rifiuti fisiologici ma riuscì ad abituarsi subito.
Giulia dal canto suo voleva metterlo veramente alla prova e spingeva con tutte le sue forze per creare un getto più forte e vedere il comportamento dello schiavo; il liquido finì per entrare nella bocca più velocemente di quanto Marco non riusciva ad inghiottire ed iniziò a tracimare dalle parti scendendo lungo il viso.
Alla fine del getto Giulia diede a Marco il tempo di svuotare la bocca poi gli si sedette sopra.
"Pulisci tutto schiavo. Non sei andato male ma ho cercato di metterti nelle condizioni peggiori quindi credo che così vada bene inoltre vedere la piscia della padrona che scorre sul viso del suo schiavo è sicuramente una cosa eccitante. Ora pulisci tutto con la lingua poi vieni qui" disse Giulia alzandosi dallo schiavo e sedendosi sul divano.
Marco leccò velocemente tutta l'urina rimasta a terra e si pulì il viso alla meglio con le mani e la lingua poi si inginocchiò ai piedi della padrona che lo attendeva con le gambe aperte.
"Fammi un bel servizio, figa e culo, e cerca di andare più in profondità possibile con la lingua, sai che mi piace così."
Marco si gettò con tutto il suo entusiasmo sul proprio compito e si rendeva conto che il proprio impegno era stato apprezzato e questo era veramente il premio migliore che potesse ricevere.
Affondava il viso e la lingua in quell'umido calore e lappava completamente il sesso della sua padrona, partendo dall'ano fino alla figa dove si fermava a solleticare il clitoride.
Dopo questa introduzione decise però di lavorare in maniera più metodica e si dedicò al solo ano; inizialmente inumidì l'esterno quanto più poteva poi iniziò a lavorare con la lingua per entrare più in profondità possibile e questo trattamento piacque moltissimo a Giulia sia per il puro piacere fisico che per quello psicologico che questo atto così degradante le procurava.

Marco stava diventando veramente bravo con la lingua anche perché era un compito che adorava ed era in grado di andare avanti per ore, Giulia quindi pregustava già il figurone che avrebbe fatto con le altre padrone qualora gliel'avessero chiesto in prestito.
La padrona fermò lo schiavo un attimo prima di venire "Adesso basta, prendimi e fammi godere ma non venire se non ti do il permesso".
Marco era abituato a questa richiesta, sapeva che lo schiavo è solo uno strumento sessuale della sua padrona ed il suo piacere è solo una concessione che la padrona gli può fare, ma era comunque felicissimo di possedere quel corpo che adorava.
La penetrò con colpi possenti dedicandosi completamente a lei ed al suo piacere e Giulia amava questo trattamento inoltre periodicamente usciva da lei e agiva di nuovo con la lingua sul clitoride finchè Giulia non venne stringendolo tra le sua gambe in una morsa che quasi gli tolse il respiro.

Dopo qualche minuto finalmente la ragazza si riprese dall'orgasmo:
"E’ stato bellissimo sai, sei veramente un bravissimo oggetto sessuale. Adesso puoi venire anche tu; prendi una mia scarpa."
Marco strisciò fino all'angolo dove le scarpe di Giulia giacevano tutte perfettamente lucidate e ne prese una da sera con il tacco alto.
"Posala a terra ed infilacelo dentro poi puoi scopartela fino a venire" gli disse e Marco eseguì poggiando la scarpa a terra e dimenandosi con il cazzo all'interno di essa il quale impiegò poco ad esplodere in un mare di sborra che riempì la calzatura.
"Pulisci tutto svelto mentre ti do le istruzioni per domani: domani ti prenderai una giornata di ferie e quando arriverà il ragazzo del pony express ti presenterai a lui nel modo più sexy possibile, vestita a truccata alla perfezione, poi lo devi portare dentro e te lo devi scopare; naturalmente riprendi tutto con la telecamera che dovrai nascondere in un punto con una buona visuale. Voglio un bel film quindi prima lo devi provocare per bene, fare un po' di tira e molla, poi glielo succhi per bene e solo quando vedi che sta impazzendo gli dici che sei un trans e ti fai fare anche il culo, vedrai che non rifiuterà."
"Va bene Madame" rispose lo schiavo e a quelle parole Giulia si allontanò dalla casa lasciando lo schiavo coi suoi pensieri.

La mattina dopo Marco si alzò molto presto in quanto aveva molti preparativi da fare e voleva riuscire perfettamente nel suo compito.
Innanzitutto si lavò e si preparò alla perfezione truccandosi e depilandosi come se dovesse uscire per una cena importante e non come se si fosse appena alzata, poi preparò la telecamera in una zona della cucina dove si poteva inquadrare agevolmente il tavolo che sarebbe stato il campo di battaglia; naturalmente la nascose in modo che non fosse visibile.
Appena l'ora glielo consentì telefonò al lavoro chiedendo una giornata libera per malattia poi si preparò all'attesa la quale non fu comunque lunga.

Il campanello suonò e Marco, dopo una breve aggiustata finale allo specchio e dopo aver acceso la telecamera si recò ad aprire.

"Un pacco per lei signora" annunciò il ragazzo e Marco, fingendosi sorpreso, si affrettò a ricomporre la vestaglia che aveva lasciato intenzionalmente aperta a mostrare le calze con reggicalze ed il baby doll.
"Oh scusa, sai mi sono appena alzata. Chissà chi mi manda tutti questi pacchi, deve essere un ammiratore segreto." disse lui ammiccando furbescamente.
"Oh ma scusa, ormai ci vediamo tutte le mattine e non ti ho mai offerto niente; ti andrebbe un caffè?"
"Ma veramente signora io devo fare le consegne, ho i minuti contati"
"Andiamo, è proprio un minuto, non lasciarmi sola proprio stamattina"
"Se la mette così accetto, non si lascia sola una bella signora come lei" rispose il ragazzo entrando " ma perché cos'è successo stamattina ?"
"Beh niente di particolare ma mi sento un po' sola, ho un ammiratore segreto che mi manda regali ma in realtà è da molto che non vedo nessuno" disse Marco.
- Accidenti, questa troia ha voglia, qualche minuto lo posso proprio perdere - pensò il ragazzo capendo le allusioni di Marco e giudicando anche dai suoi vestiti e atteggiamenti.
Marco intanto aveva portato il ragazzo in sala da pranzo facendolo sedere proprio davanti alla telecamera nascosta.
"Ti pare che una donna come me possa stare sola per così tanto tempo? A proposito come ti chiami? "
"Roberto signora"
"Chiamami pure Annalaura, ormai siamo amici. Allora Roberto sai da quant'è che non esco con un uomo ?" le disse mentre si chinava per prendere il caffè che stava nel mobile in basso, naturalmente nel farlo si aprì la corta vestaglia mostrando abbondantemente il culo e le calze.
"Non saprei Annalaura ma non può essere molto, io non lascerei sola una signora come lei"
"Ehh lo so ma non tutti sono come te, si vede che sei un ragazzo dolce e sensibile inoltre sei anche atletico" disse Marco recandosi di fianco al ragazzo e saggiandogli un bicipite.
"Beh si signora, cerco di tenermi in forma" disse lui con un'erezione che ormai minacciava di bucargli i pantaloni.
"Il caffè è pronto" disse Marco servendoglielo e nel farlo ebbe cura di strusciare per bene la gamba velata contro la sua, tesa per l'emozione. Anche Marco era al massimo dell'eccitazione ed aveva paura che si vedesse la sua erezione anche se aveva utilizzato dei legacci appositi che tenevano il membro fisso contro la pancia.
Nel servire il caffè Marco fece appositamente cadere il cucchiaino e si chinò subito sotto il tavolo per raccoglierlo.
"Ohh ma cosa abbiamo qui, come mai così eccitato di prima mattina? Permetti vero che faccia colazione anch'io? "disse slacciandogli i pantaloni ed estraendo quasi a fatica il membro duro come il marmo.
Roberto non rispondeva e Marco vi si lanciò ingoiandolo completamente e succhiandolo con perizia ormai acquisita.
"Tu hai preso il caffè ma ora io mi prendo la panna" disse lo schiavo continuando a succhiare ma fu costretto a fermarsi presto in quanto non voleva fare venire Roberto perché sapeva che un uomo eccitato e con le palle piene fa veramente qualunque cosa gli si dica.
Si alzò dal tavolo e fece alzare Roberto poi lo buttò sul tavolo impedendogli di toccarla; non voleva infatti che si accorgesse prima del previsto della "sorpresa".
Lo spogliò lentamente e man mano che apparivano centimetri di pelle leccava accuratamente il tutto e accarezzava con le unghie finte, provocando nel ragazzo brividi intensi di piacere.

Successivamente si dedicò di nuovo al membro che, lungi dall'essersi ammosciato, si era semplicemente allontanato un po' dall'orgasmo.
Quando fu di nuovo sul punto di venire gli rivelò la verità:
"Dai Roberto scopami, voglio sentire quel tuo cazzone dentro di me"
"Si Annalaura, spogliati dai"
"Però me lo devi dare dietro, a me piace nel buchetto" le disse e questo scatenò ancora di più gli istinti del ragazzo; quale uomo resterebbe insensibile davanti a parole del genere?
Marco si strusciò con il culo contro il membro di Roberto poi lentamente alzò la vestaglia ed abbassò le mutandine di pizzo, nel farlo Roberto notò qualcosa che non andava e mise una mano sul pacco del ragazzo.
"hey ma tu sei un uomo!!" esclamò
"No, sono un trans e ho tanta voglia di prenderlo nel culo, cosa te ne frega dai" disse lui e nel farlo riprese a leccare il membro "dammelo dai" disse poi girandosi di nuovo e porgendo il culo con le chiappe aperte.
"Ma si, ho troppa voglia" disse Roberto e dopo essersi spalmato un po' di lubrificante che "casualmente" stazionava nei paraggi afferrò con decisione le chiappe di Annalaura e la penetrò con forza.
Iniziò subito a stantuffare come un ossesso, in parte quasi a voler esorcizzare quello che stava facendo e in parte voleva proprio godersi quel bel culo e quella gran porca, che forse era un uomo ma di sicuro era molto meglio di tante belle donne che aveva conosciuto.

Marco dal canto suo si impegnava al massimo per produrre un bel film per le sue padrone ed il club, filmino amatoriale che avrebbe saputo poi essere stato venduto sottobanco nel sexy shop del club, cosa che comunque lo inorgoglì e fece guadagnare punti a Giulia come sua padrona.
Marco sapeva bene che per un uomo quello che si vede e si sente è altrettanto importante di quello che si tocca così non faceva altro che farsi chiamare puttana e si produceva in urletti e ansimi che in breve tempo produssero un' esplosione nelle sue viscere, la quale fece rallentare
progressivamente il movimento a stantuffo .

Annalaura diede qualche secondo a Roberto per riposarsi poi scivolò dolcemente sotto di lui e gli prese il membro che ripulì accuratamente leccandolo per bene.
"Sai Anna, questa è la scopata più bella della mia vita, se tutti gli uomini fossero come te diventerei gay all'istante"
"Grazie tesoro, anche tu sei stato bravissimo" disse lo schiavo passandosi le dita sul buchetto e portandosele alla bocca per ripulire quello che ne usciva.
Quest'ultimo gesto fece letteralmente impazzire Roberto.
"Scusa Annalaura ma mi fai impazzire, devi assolutamente darmi il tuo numero perché ti voglio incontrare di nuovo"
"No amore mi dispiace, dammi tu il tuo e forse ti chiamerò" gli rispose lui, come già aveva fatto con tutti gli altri partner che aveva avuto allo scopo era di fornire alla padrona nuovi spunti per i giochi futuri con maschi che sarebbero accorsi immediatamente ad un suo minimo richiamo.
Detto questo il pony se ne andò e Marco rimase da solo in casa che si affrettò a ripulire, dopo aver spento la telecamera.
Successivamente si dedicò a riversare il filmato dalla telecamera digitale ad un file sul pc, cercando di convertirlo nel formato più compresso possibile, per inviarlo poi alla mail di Giulia.
La ragazza, alla sua ricezione, rimase in parte soddisfatta ed in parte offesa da ciò che il suo schiavo aveva fatto: aveva ubbidito fin troppo al suo ordine ma non gli era stato chiesto di mandare materiale su internet, anche se protetto da password; comunque amava queste iniziative del proprio schiavo tanto che decise di rispondergli con una mail:
"Va bene, bravo, ti concedo di venire: sborra contro il mio paio di stivali neri poi ripuliscili accuratamente"; cosa che il ragazzo non esitò a compiere in quanto il suo scopo era proprio quello di poter venire e conosceva la generosità della propria padrona di fronte a sorprese inaspettate.

Gli altri giorni passarono velocemente tra gli allenamenti ed i controlli sempre più pressanti di Giulia e finalmente arrivò il fatidico giorno: sabato.
Un SMS giunse allo schiavo " Questa sera aspettaci completamente nudo e depilato, anche nel cazzo, per le 7"; queste furono le laconiche istruzioni.
Le due ragazze giunsero puntuali, entrambe vestite con un lungo soprabito che a Marco apparve strano ma che rivelò subito la sua funzione: esso nascondeva il vero abbigliamento delle due padrone: una corta gonna di pelle con autoreggenti a rete, stivaletti e un top di pelle che a malapena copriva i seni per Giulia mentre un vestitino di pelle rosso che strizzava i seni e scendeva poco sotto il sedere per Stefania, oltre a calze autoreggenti e stivali oltre il ginocchio.

"Allora stasera è la grande iniziazione per tutti noi quindi ti spiego come avverrà: noi dobbiamo essere già vestite in questo modo fin dall'inizio mentre nei giorni successivi ci cambieremo là, tu invece dovrai essere completamente nudo stasera. Una volta arrivato là ti unirai agli altri schiavi e farai quello che ti dicono per le cerimonie iniziali, fino al momento della prova" e così dicendo prese il membro del ragazzo e lo guidò fino all'auto, timorosa di fare tardi.

Il viaggio fino al club non fu lungo ma pieno di apprensione ed eccitazione per tutti così fu svolto in completo silenzio.
Una volta arrivati, prima di scendere, Giulia mise allo schiavo un collare da cane con relativo guinzaglio e lo condusse fuori nella fresca serata primaverile.
Da un'altra auto un'altra padrona, anch'essa vestita con il soprabito, conduceva uno schiavo nudo al guinzaglio mentre altre coppie vestite più normalmente si accalcavano verso l'entrata; la prima doveva essere sicuramente un'altra coppia aspirante.

Appena arrivati all'ingresso Lady Elizabeth li ricevette" Bravi, allora siete arrivati finalmente, è il gran giorno. Dammi lo schiavo che lo mando a preparare mentre noi ci accomodiamo all'altro ingresso." E così dicendo affidò il guinzaglio di Marco ad una ragazza seminuda che attendeva nei paraggi. "Mettiti a quattro zampe cane" gli ordinò bendandolo per poi mettersi a cavalcioni e condurlo, alla cieca, lungo quello che sembrava un corridoio.
Alla fine del corridoio fu sbendato e gli furono applicate le bardature di un cavallo da cerimonia: prima la sella, molto elaborata e ricca di intarsi e decorazioni, poi le briglie le quali avevano per morso un pene di medie dimensioni, che occupò completamente la bocca del ragazzo. Il tutto fu completato dalla coda, inserita direttamente nell'ano con un butt plug, e così come lui furono conciati gli altri due pretendenti.

All'esterno tutti i tavolini ed i divanetti si stavano riempiendo dalle padrone, tutte in perfetta tenuta SM, e dai loro schiavi vestiti nei modi più starni: dai vestiti femminili a quelli da macho anche se tutti con il collare e con un'apertura nei pantaloni o la gonna per poter accedere al membro, come espressamente richiesto.
Era quella una cerimonia importante e tutte ci tenevano a fare bella figura mentre normalmente il clima sarebbe stato più semplice.
Schiavi e schiave di servizio si aggiravano per servire i padroni indossando la tenuta del club: cravattino e gilè per gli uomini, tacchi a spillo, calze e reggiseno a balconcino push up per le donne.
"Guarda questa, è fantastica" disse Elizabeth a Giulia "Figa Sfondata portami una coca come sai tu" disse e una cameriera che stazionava nei paraggi si affrettò verso la cucina dopo un veloce "Si Padrona"

In breve ritornò camminando a gambe strette poi si accucciò sul pavimento e una lattina di coca le uscì dalla figa.
"Hai visto che roba? Era la schiava di un mio amico che si è divertito ad infilarle oggetti sempre più grossi e ora non soddisfa più nessuno così è stata venduta al club. Andrea caro puliscimela per favore" disse e lo schiavo si affrettò a leccare per bene la lattina dagli umori della
cameriera.

Dopo quasi mezzora la cerimonia cominciò, anche se Marco non la poteva ancora vedere essendo in attesa dietro il palcoscenico.
Una bella donna sulla quarantina entrò in pista, zittendo immediatamente il chiacchierio generale.
"Signori e signore benvenuti all'annuale serata udienza regale del nostro club; come sapete la cerimonia di questa sera è molto importante perché la nostra amata regina, Padrona Assoluta di tutti noi, ha deciso nella sua immensa bontà di concederci la sua presenza: presentate le vostre suppliche o voi che volete entrare nella sua corte, cercate di divertirla o voi che sperate di ricevere la sua elemosina e supplicatela di potervi scambiare i vostri luridi animali, o voi che potete permettervelo."
Dopo una breve, teatrale pausa:
"Signori e signori Sua Maestà Queen Victoria" e a questo annuncio tutti i padroni si inginocchiarono mentre gli schiavi si sdraiarono sul pavimento in adorazione.

Le luci si spenserò e due riflettori puntarono sul palco da dove entrarono uno stuolo di uomini perfetti, una sorta di california Dream Men. Indossavano solo un piccolo perizoma che non nascondeva le loro grandi dotazioni.
Essi si sdraiarono sul pavimento a formare un tappeto umano e Queen Victoria entrò tenendo per mano due di essi mentre coloro sui quali era già passata si affrettavano ad andare davanti per condurla al trono a lei riservato.

"Sono la guardia personale della regina" spiegò Elizabeth " i migliori schiavi del club. E' la massima aspirazione di uno schiavo farne parte ma è molto difficile perché devono essere assolutamente perfetti, fisicamente e mentalmente."

La regina si accomodò sul proprio trono mentre la sua guardia si accoccolava intorno, i due favoriti avevano l'onore di sedersi intorno alle sue gambe.
Fumava una costosa sigaretta con bocchino mentre uno dei suoi schiavi le faceva da portacenere rimanendo con la bocca aperta.
Dopo una pausa di religioso silenzio Victoria, sprezzante, concesse " Fate entrare i vermi al mio cospetto" così da un angolo entrarono i tre schiavipretendenti bardati da cavalcature e montati dalle tre attendenti che li guidarono in modo da allinearli al cospetto della regina.

Giulia riconobbe Marco e vide che si stava comportando bene, non sfigurava in mezzo ad altri schiavi allenati sicuramente da più tempo di lui.

"Si avvicinino le padrone che hanno io coraggio di presentare queste larve al mio cospetto" così Giulia, seguita da altre due padrone, prese posto sulla pista accanto al proprio schiavo.

"Presentatevi"

E così le tre aspiranti parlarono per la prima volta davanti al capo supremo del club; Giulia si comportò bene in quanto aveva ricevuto un aiuto da Elizabeth, la socia che la presentava.

"Maestà sono qui per chiedere l'onore di fare parte della sua corte all'unico scopo di adorarla e promulgare la cultura sadomaso. Porto in dono questo essere immondo che spero ella vorrà affidare alla mia istruzione in modo che possa in qualche modo dare un senso alla sua vita imparando a leccare il suolo dove Ella cammina"
"Bene" concluse la regina " vediamo questi maiali" e le padrone si affrettarono a togliere le bardature agli schiavi e ad affidarle alle attendenti per presentarli completamente nudi. Gli uomini stavano sdraiati a terra in attesa degli eventi.
Victoria si avvicino al primo e gli spense la sigaretta sul culo poi iniziò a prenderlo a calci violentemente e i suoi stivaletti a punta lasciavano lividi bluastri entrando tra le costole dell'uomo. Sferrò anche un potente calcio nelle palle allo schiavo, dal di dietro.
Al vedere tutto questo Marco cominciò a tremare violentemente ma Giulia lo tranquillizzò subito in quanto sapeva che in realtà quella era una prova combinata, un po' come la sua: quella coppia amava il lato cruento del sadomaso e si era in un certo presentata per quella specialità.

Successivamente la regina passò al secondo schiavo, lo fece voltare e si accoccolò sul suo viso alzando la gonna: " Fammi godere verme" gli disse e lo schiavo si dedicò alla lappatura della figa e dell'ano della regina.
Era quello un grande onore per un novizio, spiegato solo dal fatto che la padrona in questione non era nuova ma una socia anziana che presentava un nuovo schiavo e si poteva scommettere sul suo addestramento.
Successivamente si alzò e si mosse verso Marco facendolo alzare, cosa che il ragazzo fece, sempre tenendo lo sguardo basso.
"Sembri a posto, hai un buon cazzo ed un buon culo, forse mi puoi essere utile; sdraiati" gli intimò e Marco si sdraiò a pancia in alto con Victoria che, alzata la gonna, si sedette sopra di lui.
Il ragazzo aprì la bocca ed un getto giallo cominciò a ruscellare direttamente dentro la bocca aperta e Marco fece del suo meglio per inghiottire veloce e mantenere un espressione umile al posto di quella, non schifata, ma spaventata.
La prova comunque andò bene e solo poche gocce rimanevano sul viso del ragazzo.
"Pulisciti con la lingua e ringraziami per l'onore concesso" le gridò e Marco si leccò velocemente le labbra poi disse" Ringrazio Vostra Maestà per la possibilità che mi dà di dare un senso alla mia vita adorando il sublime nettare che Ella mi elargisce e spero un giorno di valere l'onore che Sua Maestà mi concede"

Giulia fu stupita in quanto non sapeva di dover dare questa risposta e non aveva preparato Marco per questo ma il ragazzo si comportò egregiamente.

"Va bene, vediamo come adorate le vostre padrone" disse dirigendosi nuovamente verso il trono dove il suo portacenere le porse una nuova sigaretta.

Le padrone presero posto su tre sedie e subito gli schiavi cominciarono a lappare i loro stivali.
Marco potè finalmente dare sfogo allo stress accumulato dedicandosi a quello che considerava un compito rilassante così si immerse nell'adorazione degli stivali di Giulia dimenticandosi del resto e continuò così per un tempo che gli sembrò lunghissimo, interrotto solo da Giulia che lo strattonava.
"Non hai sentito la Regina ?" sussurrò adirata e si accorse che le altre coppie erano già al centro del palco, dove anche Giulia voleva portarlo.

In breve giunse il verdetto.

"Ho potuto vedere e valutare gli animali che volete fare entrare in questa comunità e la mia risposta è questa: concedo a tutti e tre di sbavare ai miei piedi e concedo a te Mistress Giulia di fare parte delle mie discepoli con il compito seguire e condividere le discipline sadomaso."

Giulia non credeva alle proprie orecchie e quasi non sentì quando Victoria le concesse 150 crediti quale controvalore di Marco più 50 per Stefania come attendente.

Giulia tornò felice al tavolo complimentandosi con Elizabeth " Visto ? Ero sicura che ce l'avresti fatta inoltre 150 crediti per uno schiavo novizio sono tanti, Marco ha fatto un figurone mentre ti adorava."

"Già, bravo Marco, a casa avrai un premio fantastico" e questo rese lo schiavo l'uomo più felice del mondo.

La serata proseguì con i numeri di intrattenimento preparati dal club e dalle padrone desiderose di dare spettacolo con schiavi non sufficientemente dotati per le olimpiadi.
Il primo numero fu quello di quattro schiavi di una padrona che si esibirono in una sorta di balletto completamente nudi che terminò nella classica figura del trenino: i quattro uomini si incularono uno dopo l'altro ed uscirono dal palcoscenico mimando con le braccia e la voce il treno.

Seguì una prova non competitiva di tiro al bersaglio: gli schiavi, posti a breve distanza da un bersaglio, dovevano centrarlo con la propria sborra dopo essersi velocemente masturbati. Questa era una disciplina olimpica ma aperta anche a dilettanti.

Successivamente venne invece presentata un altro evento clou della serata: l'asta.
Quella sera infatti c'era la possibilità di scambiarsi gli schiavi e coloro che erano stati messi in vendita erano stati fino a quel momento visibili nel locale accanto, anche se tutti si conoscevano in quella comunità e tutti conoscevano i pregi e i difetti di ogni schiavo.

Vennero presentati uomini giovani e belli e alcuni meno giovani ma più esperti ma tutti con prezzi da capogiro: erano schiavi molto bravi e il loro valore partiva da 1000 crediti per arrivare anche a 3000.
Vennero anche vendute alcune ragazze, anche se questa è una merce che vale molto meno in quel posto, per la felicità di alcuni padroni.

Venne l'ultimo articolo :
"Signori siamo alla fine di questa nostra asta e voglio presentarvi un pezzo molto particolare, anche se non per questo meno pregiato. Si tratta di Irina, è una ragazza Russa che il precedente padrone ha fatto venire ma che ha poi dovuto cedere al club perché scoperto dalla moglie. La schiava mostra buone potenzialità, ma necessita di un buon addestramento ma soprattutto di un posto dove essere ospitata. Il prezzo base è 100 crediti."

A queste parole Giulia ebbe un'idea fulminante: poteva ospitare Irina da Marco che viveva da solo inoltre lei, pur non essendo bellissima, era piacente e con una vera donna ci si sarebbe divertiti di più.

"100" offrì un padrone poco lontano.

"150" rilanciò Giulia.

"200" l'uomo.

"Elisabetta posso andare sotto con i crediti ?" chiese Giulia

"Si ma poi li deve recuperare entro l'anno"

"250" offrì Giulia

"Al diavolo, poi queste troie dell'est vogliono farsi sposare" rinunciò l'uomo così la schiava fu affidata a Giulia.

Non appena il suo acquisto le fu consegnato si affrettò ad esaminarla, le guardò i seni, non grandissimi ma accettabili e che avrebbero fatto la loro figura con un bel push up, e le gambe un po' grasse ma abbastanza belle.
La fica non era troppo larga così come il culo, evidentemente non era stata usata molto.

"Bene Elisabetta ora ti saluto perché non vedo l'ora di prendere possesso del mio nuovo giocattolo"
"Ti capisco cara, avere una donna come schiava è sicuramente eccitante, anche io ci ho provato per dare una compagna ad Andrea. Allora ci sentiamo"
Il quartetto si recò all'auto, le due padrone coperte dai loro cappotti mentre i due schiavi completamente nudi in quanto Irina era stata consegnata così, si sarebbe provveduto successivamente a ritirare i suoi indumenti.

"Fantastico Giulia, un'altra schiava. Certo non è bello come un uomo ma pensa a quante cose possiamo fare ? Pensa quanti uomini possiamo farci sbavare dietro se già ci riuscivamo con un uomo?" disse eccitata Stefania.

Certo le possibilità erano tante e a sapersele giocare bene qualunque uomo avrebbe ubbidito ai loro ordini, così come già avevano fatto Antonio, Franco e Luciano solo una settimana prima.

Il viaggio si svolse in silenzio in quanto tutti e quattro gli occupanti dell'auto erano immersi in profondi pensieri e fantasticavano su come sarebbe stata la loro vita in futuro e su quanto importante era stata quella giornata per loro.

Fu Giulia a rompere il silenzio una volta arrivati a casa:
"Bene, per stasera ci sistemiamo qui poi da domani vi dirò quali saranno le mie decisioni riguardo a voi e come ci organizzeremo in futuro; per stasera io e Stefania dormiremo in camera mentre voi dormirete in salotto, sul divano o sul tappeto; come preferite.
A proposito Marco, ricordi che ti avevo promesso un bel premio? Irina è tua per stanotte, fanne ciò che vuoi, comunque vi consiglio prima di fare una bella doccia."
Detto questo le due padrone si allontanarono verso la camera da letto e vi si chiusero dentro, per non uscirne più.

I due schiavi erano rimasti soli, nudi, ed alquanto imbarazzati.

"Beh a quanto pare ci siamo solo noi, che ne dici di fare una doccia?"

"Come vuoi tu" rispose la ragazza "io per stanotte sono tua, come ha detto la padrona"

I due si recarono in bagno e Marco, dopo averla aperta e scaldata, vi fece entrare la ragazza.
Appena dentro gli animi si scaldarono subito, i due schiavi erano in un profondo stato di eccitazione sessuale repressa ma ora potevano sfogarla e ne approfittarono immediatamente.

Dopo essersi accarezzati e toccati i corpi resi scivolosi dall'acqua Marco spinse Irina verso il basso indicandole così chiaramente di prenderlo in bocca, cosa che lei fece dolcemente dimostrando anche una certa abilità, aumentata inoltre dal fatto di essere sotto la doccia.

Il ragazzo si appoggiò al muro e si dedicò alle sensazioni che stava provando: finalmente poteva rilassarsi dopo tutta la tensione provata inoltre stava in un certo senso provando anche l'altro lato del SM in quanto per tutta la notte aveva una bella ragazza completamente ai propri ordini.
Una volta che l'eccitazione fu troppa il ragazzo fece chinare Irina appoggiandola al vetro intimandole di strusciarcisi contro ed uscì un attimo a godersi lo spettacolo delle sue tette spiaccicate contro il vetro, masturbandosi lentamente.

Aveva una voglia tremenda ma aveva imparato a controllarsi e poi voleva godersi veramente questa serata provando tutte quelle cose che finora aveva solo sognato e che in effetti sarebbero abbastanza difficili da ottenere da una ragazza normale.
Rientrò poco dopo e fece mettere Irina alla pecorina poi, dopo essersi lentamente accarezzato il membro, la penetrò fino in fondo iniziando una scopata che si preannunciava fantastica.
Irina dal canto suo era soddisfatta, finalmente era dominata da qualcuno dopo tutto quel tempo di astinenza al club a svolgere poco più che lavori domestici e servizio di cameriera, anche se sempre nuda e con frequenti richieste di rapporti sessuali.
L'essere concessa ad uno schiavo inoltre la eccitava maggiormente in quanto questo atto la degradava ancora di più.
Irina cercava con i suoi movimenti di seguire al meglio le richieste di colui che, al momento, rappresentava il suo padrone e questo gesto ebbe il breve l'effetto più prevedibile: Marco chiuse l'acqua e la fece girare indicando che voleva terminare in bocca, cosa che avvenne in breve tempo spruzzandola ovunque, sul viso ed i capelli.

Irina rimase in adorazione del membro di Marco strusciandosi contro di lui il quale invece, oltre a godersi l'orgasmo, aspettava di perdere almeno in parte l'erezione per fare una cosa che aveva sognato da tempo: prese il membro ed indirizzò un getto di urina verso il viso di Irina, lavandola completamente ma senza dimenticare di passare frequentemente dalla bocca che lei teneva spalancata e che approfittava di ogni occasione per ingoiare golose sorsate.

Quando il getto finì Marco riaprì l'acqua con il duplice scopo di lavarsi entrambi e di godersi nuovamente lo strusciare della schiava sulle sue parti basse sotto il getto, cosa che lo eccitava particolarmente.
Marco accompagnò poi la ragazza fuori dalla doccia dove le porse un asciugamano e si fece asciugare completamente ed accuratamente poi lo utilizzò per asciugare lei e godersi la vicinanza di quello splendido corpo ancora per un po'.
Prese poi la ragazza in braccio ed, entrambi nudi, si avviarono verso il salotto dove la depositò dolcemente facendole questa volta segno di mettersi sul tappeto a gambe larghe.
Irina ubbidì e, vedendo che il suo partner non accorreva, cominciò a masturbarsi e a guardarlo con sguardo lascivo.
Marco rimase per un attimo a masturbarsi ed a godersi lo spettacolo poi vi si gettò sopra deciso a farsi una bella cavalcata nella posizione più classica di tutte: la pecorina; anche Irina mostrò di apprezzare la scelta con gridolini e mugolii che ben presto rischiarono di farsi troppo forti e svegliare le padrone, tanto che Marco fu costretto a chiuderle la bocca con la propria, sondandola in profondità con la lingua per tutto il tempo.

Quando entrambi vennero, stavolta quasi all'unisono, la stanchezza e lo stress della giornata prevalsero e i due si addormentarono così dolcemente, ancora uno dentro l'altra.

(continua)
 
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view post Posted on 2/8/2012, 15:47     +1   -1
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CAPITOLO 7 - IRINA

La mattina dopo Marco si sveglio quando la luce del sole lo colpì attraverso le finestre che si era dimenticato di chiudere; inizialmente fece un po’ di fatica a fare mente locale ma poi si accorse del corpo nudo di Irina al quale era ancora aggrovigliato e capì quali erano i suoi doveri per la mattinata.

Svegliò dolcemente la ragazza e le spiegò che il loro compito era quello di rigovernare in silenzio la casa e preparare la colazione alle padrone da servire a letto verso le 9.
Irina però era ancora troppo assonnata così Marco preferì lasciarla dormire ancora un po’, ma, al ritorno dal bagno, la svegliò in maniera più decisa ottenendo il risultato sperato. In breve i due si aggirarono per la casa in silenzio, nudi, e le 9 giunsero in un attimo. I due schiavi decisero allora di entrare nella stanza da letto principale e trovarono uno spettacolo che toglieva sempre il fiato a Marco: le due padrone stavano ancora dormendo e così, con i capelli adagiati sul cuscino ed un raggio di sole che le illuminava, erano qualcosa di stupendo.

-Madame, spero che abbiate dormito bene, Madame- disse Marco piano e le due signore si ridestarono mentre i due schiavi, poggiata la colazione sul comò, si inginocchiarono a terra.
-Ah si, ho proprio dormito bene. E voi schiavetti? Cosa avete fatto questa notte? Poi dovete raccontarmi tutto.-
-Io devo andare in bagno subito però, Marco accompagnami- disse Stefania e Marco si preparò subito nella posizione abituale ad eseguire tutti quei riti che ben presto anche Irina avrebbe imparato.
-Allora Irina raccontami un po’ la tua storia, cosa ti piacerebbe fare con noi e cosa invece non sopporti. Parla pure liberamente adesso perché voglio solo conoscerti meglio e non voglio forzarti a fare cose che non vuoi, almeno non prematuramente.-
-Beh Madame sono una ragazza Russa di 25 anni e ho conosciuto il mio precedente padrone, che era socio nel club, perché veniva spesso nel mio paese per motivi di lavoro. Io sono diventata la sua schiava e per un po’ di tempo abbiamo giocato là, poi però il suo lavoro finì e lui non voleva perdermi così, con l’appoggio del club, mi ha fatto venire in Italia e sistemato in una delle stanze a disposizione. Sua moglie però ha scoperto la cosa e lui ha dovuto disfarsi di me vendendomi all’asta; non valgo ancora molto perché non sono molto addestrata e le schiave donne valgono meno degli uomini. Come tendenze amo essere una schiava e amo essere umiliata ed usata in tutti i modi e sono sicura che la mia padrona sarà abbastanza fantasiosa da trovare sempre nuovi modi per farlo. Non c’è nulla che non farei per Lei e ho già superato tutti i miei limiti, l’unica cosa che non sopporto è il dolore che vedo come una punizione ma se fa piacere alla padrona accetterò anche questo-
E così dicendo si gettò ai piedi di Giulia leccandoglieli ed adorandoli.

-Ho capito, vedrai che ci intenderemo bene. Adesso vieni in bagno con me che ti insegno tutte quelle cose che dovrai fare ogni mattina, da ora in poi.-
Le due ragazze andarono in bagno e Irina si dedicò così alla toeletta della nuova padrona.
Quando tutti furono pronti Giulia decretò una riunione in salotto: le due padrone sul divano, Marco sul tappeto inchinato a terra mentre Irina seduta con la mani appoggiate dietro e le gambe larghe, quasi a volersi offrire alle padrone.
-Allora ragazzi la situazione è questa: Irina d’ora in poi vivrà a casa mia e qualche volta a casa di Marco e verrà messa in regola come colf; il weekend naturalmente ci sposteremo tutti qui per divertirci. Tu Stefania ti unirai a noi nei weekend e naturalmente mi puoi chiedere in prestito gli schiavi ogni volta che vorrai divertirti un po’.
Quanto a te, Irina, verrai messa alla prova come non mai, soprattutto con altre persone; infatti il mio gioco preferito consiste nel farvi vestire da puttane e stuzzicare tutti quegli uomini stupidi che ragionano solo con le palle, ma questo Marco lo conosce bene. Frequenteremo molto il club, in particolare la palestra, infatti dovete entrambi tonificarvi un po’ e perdere un po’ di peso; gli schiavi devono essere sempre perfetti per soddisfare le padrone.
Le regole del club le conosci già e sai che là gli schiavi devono avere un soprannome, Marco si chiama Annalaura o Leccapiedi mentre il tuo sarà Figa Aperta e ti spiego subito il motivo: come vedi ti ho messo in questa posizione a gambe larghe perché d’ora in poi, quando sei a sedere, in ginocchio o in una situazione di attesa, voglio che ti metti sempre in maniera da offrirti a chi ti sta di fronte o comunque in modo da avere facile accesso alla tua figa; quando invece sei vestita dovrai comportarti come la più spudorata delle troie, ma questo te lo spiegherò meglio quando capiterà. E’ tutto chiaro?-

-Si Madame- risposero all’unisono i due schiavi.

-Bene, adesso voglio che tu, Irina, balli per noi nel modo più sexy possibile mentre Marco mi farà il resoconto della serata di ieri.-
Irina allora si lanciò in una specie di lap dance, ancheggiando in maniera molto provocante e lanciando occhiatine sensuali tutto intorno; questa doveva essere una pratica che conosceva bene e che forse aveva già praticato nel suo paese. Marco intanto fece un resoconto preciso della serata e questo fece scoprire nuovi elementi sulla sua personalità e Giulia capì che ora aveva in mano un elemento formidabile: la possibilità di avere Irina a sua disposizione rappresentava per lo schiavo un premio che lo avrebbe spinto a fare di tutto.

-Bene, bene, vedo allora che vi siete divertiti. Allora adesso Marco va al club a ritirare i vestiti di Irina mentre noi qui ci divertiamo un po’; il tuo ballo e quello che mi avete detto mi ha fatto venire una certa voglia. Vestiti da troia però-

Marco allora si recò a prepararsi e al suo ritorno trovò Irina sul tappeto che leccava figa e ano di Giulia, passando con lunghe lappate da uno all’altra, mentre al piano di sopra le due padrone si baciavano e toccavano i seni appassionatamente.
-Guarda Irina- si interruppe Giulia - questa è Annalaura, il nostro trans preferito-
-Ciao Annalaura- disse Irina leccando-vedrai che ci divertiremo molto insieme- salutò Irina e su questo Marco se ne andò, pregustando già gli avvenimenti futuri.

Durante il tragitto verso il club, anche se non c’era nessuno a controllarlo, Marco adottò tutti quegli atteggiamenti troieschi che ormai gli venivano naturali: al semaforo si guardava allo specchio e controllava il rossetto passandosi la lingua sulle labbra, si ritoccava il reggiseno ecc. sotto gli occhi allupati degli altri guidatori.
Una volta arrivato nel parcheggio del club lo schiavo scese, scosciandosi enormemente, anche se questo atto non aveva lo stesso effetto in quel luogo.
Fu ricevuto da una delle attendenti e appena entrato, come il giorno prima, si tolse gonna e mutande e si infilò il collare canino poi seguì la ragazza che lo portò verso una delle stanze di sopra dove lo attendeva un cartone pieno di vestiti.

-Così sei lo schiavo di Giulia, la nuova amica di Lady Elizabeth vero?-
-Si padrona, siamo stati accettati ieri nel club-
-Fatti vedere un attimo, non sembri messo male- disse la ragazza e tastò accuratamente il membro di Marco sondando anche il buchetto posteriore.
-Sai a me piace giocare con gli uomini al contrario: io faccio l’uomo e loro sono le mie puttane, mi piace squartarle con il mio strap-on; ti chiederò a Giulia, voglio proprio provarti.- disse la ragazza tirandosi dietro lo schiavo per il membro mentre lo accompagnava alla porta.
-Ora vattene ma prima ringraziami della mia gentilezza baciandomi i piedi- e così Marco si inchinò e posò due bacini delicati sui piedi avvolti nei bei sandali.
-La ringrazio signora per avere permesso a questo umile schiavo di avere fatto il suo dovere ed essere così di qualche utilità alla propria padrona.-
E dettò così potè rivestirsi e tornare alla macchina.

Al ritorno in casa Marco trovò le due padrone che, finita la loro piccola orgia, stavano guardando la tv mentre Irina, seduta sul tappeto a gambe larghe come ormai le era consuetudine, le intratteneva masturbandosi con un vibratore.
-Ahh bene, fammi vedere- disse Giulia -bene, vedo che il tuo vecchio padrone non ti ha fatto mancare i regali.-
-Si Signora, a lui piaceva vedermi vestita in maniera sexy-
-Allora, visto che è presto per mangiare facci una piccola sfilata dei tuoi completi più belli, così decido cosa ti metterai stasera.-
E così Irina si spostò nell’altra stanza con tutti i suoi vestiti per ritornare poco dopo vestita con un abitino che la copriva appena, dai seni a un palmo sotto le natiche.
-Si, questo è carino, per l’estate-
Successivamente si presentò con un abito lungo, ma con uno spacco che le mostrava praticamente tutta la gamba coperta da un’autoreggente.
-Questo va bene per una serata elegante, bene; facci vedere qualcos’altro di estivo-
Così la schiava tornò con una gonnellina plissettata, sandalini e un top che lasciava scoperta la pancia; fece una piroetta che sollevò la gonna mostrando che era senza mutande.
-Questa l’ho sempre portata così- spiegò
Poi fu la volta di abiti più da discoteca composti principalmente da minigonne di pelle, magliette scollate e stivali.
Quasi tutto l’abbigliamento incontrò il favore delle padrone tranne alcuni capi ritenuti troppo frivoli e non di classe ma almeno il guardaroba di Irina poteva dirsi completo.
-Ok, ormai è ora di pranzo, tu Marco vai a preparare mentre noi continuiamo; mettiti solo il cravattino mi raccomando-
E così la sfilata continuò mentre lo schiavo, dopo essersi spogliato e vestito solo del cravattino, si recò in cucina per preparare il pasto delle padrone.
-Madame, se volete accomodarvi il pranzo è pronto, Madame- annunciò con discrezione il ragazzo poco dopo mentre Irina stava sfilando con sandali dai tacchi alti e un ridottissimo e sgambatissimo bikini che aumentò, se possibile, l’erezione dello schiavo.
-Allora Irina per quanto riguarda il pranzo ti diremo noi come comportarti di volta in volta, sappi però che la prassi è quella prima di servire noi poi, nei ritagli di tempo, potete mangiare nella vostra ciotola a terra. Oggi siamo buone perché ieri vi siete comportati bene quindi potete mangiare il nostro stesso cibo, ma a volte capiterà di mangiare cibo per cani.-
I due schiavi servirono le due padrone poi misero una porzione anche nella loro ciotola e la posarono a terra.
-OK, potete mangiare anche voi, ma dovete condividere la stessa ciotola.-
E così, mentre le due padrone mangiavano tranquillamente, i due schiavi con le mani dietro la schiena affondavano il viso nella ciotola contendendosi il cibo; erano molto affamati perché non avevano fatto colazione e dalla sera prima non mangiavano niente.

Quando ebbero finito a Stefania venne un'idea:
-Leccapiedi guarda se nel frigo ci sono dei wurstel- e lo schiavo ne trovò fortunatamente una confezione.
-Figa Aperta che ne dici di darne uno da mangiare al nostro schiavetto ? Prima però lo devi insaporire un po’; mettiti qui sul tavolo, vogliamo goderci lo spettacolo- e detto questo Irina si mise a gambe aperte sul tavolo e, scostate le mutandine del piccolo costume, cominciò a masturbarsi dolcemente con il salsicciotto inserendolo completamente nella passera che si stava bagnando velocemente.
Ogni tanto lo estraeva e ne porgeva un piccolo morso a Marco che attendeva inginocchiato a terra con la bocca aperta e che personalmente non aveva assaggiato nulla di più buono.
-Certo che mangiare così è tutta un’altra cosa- commentò Stefania - è molto meglio della Tv, abbiamo il nostro porno show personale e ora che abbiamo una anche donna possiamo far fare a lei cose come questa e goderci semplicemente lo spettacolo.-

Una volta finito Stefania commentò -Ora però dobbiamo dare da mangiare qualcosa anche alla nostra fighetta. Figa Aperta, preparati un panino con un altro wurstel.- e detto questo la ragazza tagliò un pagnotta e la riempì con il salsicciotto rimanendo in attesa di ordini.
-Ora a quell’hot-dog manca solo un po’ di salsa; procuratene un po’ direttamente alla fonte- e detto questo le due posizioni si scambiarono: Marco si alzò in piedi ed Irina si inginocchiò iniziando a lavorarsi il suo membro con esperti colpi di lingua e di mano.
Teneva sempre una mano sulle palle ed in breve un gorgoglio le annunciò l’uscita imminente della crema che si affrettò a raccogliere con la mano che in breve si riempì, data la copiosità del getto.
A questo punto non le restò che aprire il panino e spargerla all’interno condendo così il suo pasto; ad un cenno di Giulia cominciò a mangiarlo, ma lo fece in un modo tutto suo: inizialmente cominciò a leccare i bordi da cui fuoriusciva qualcosa poi, si mise in bocca la punta ma la estrasse intera con un notevole rumore di risucchio.
In pratica riuscì a trasformare quello che era un normale panino in un pompino coi fiocchi, come se non ne avesse appena fatto uno, col risultato di eccitare completamente le sue padrone.
-Accidenti schiavi, ormai non resistiamo più: venite sotto al tavolo e date un po’ di refrigerio alle nostre passere, forza- commentò Giulia e quel pranzo così inusuale finì, per Marco e Irina, leccando le fighe delle due padrone fino a finire inondati da un orgasmo di umori.
-Ahh bene, adesso spostiamoci tutti in salotto; oggi abbiamo molto lavoro da fare- disse Giulia dopo quel breve momento di rilassamento.
Tutti si misero in attesa delle istruzioni per il pomeriggio, Irina come al solito a gambe aperte.
-Il club ha deciso di collaborare con alcune riviste pornografiche specializzate- spiegò - fornendo materiale da pubblicare, cioè fotografie e filmati che possono fare guadagnare preziosi punti alle padrone. Verranno fatte riunioni con fotografi specializzati della rivista che ci spiegheranno le varie tecniche, ma per allora dobbiamo fornire un servizio fotografico ed un film per ogni schiavo per dar loro modo di valutare le attitudini del modello e del fotografo e dare i primi consigli. Come sapete io ho bisogno di crediti, ne ho spesi per acquistare Figa Aperta, e poi la cosa mi piace così ho deciso di partecipare.-
-Dunque, il primo servizio fotografico sarà per la nostra schiavetta e ho deciso di intitolarlo “Irina si prepara”; praticamente dovrai ritornare a casa dal lavoro e prepararti per uscire. Vai con Stefania che ti farà vedere cosa indossare.- E così la schiava si allontanò con la sua seconda padrona mentre Giulia preparava una macchina digitale avuta in prestito dal club.

Irina tornò poco dopo vestita di un elegante tailleur con una gonna forse troppo corta, quasi una spanna sopra il ginocchio, e una camicetta un po’ sbottonata sotto la giacca che lasciava intravedere una generosa scollatura.
-Allora la prima fase del servizio si svolgerà in garage, quando arrivi in auto e scendi-
Tutti si spostarono in garage e le prime foto ripresero l’arrivo dell’auto di Marco con sopra Irina, poi la portiera si aprì e una gamba velata si sporse fuori, poi un’altra.
Giulia fece diverse foto in questa posizione comprese alcune con le gambe leggermente aperte per mostrare le mutande e alcune dall’alto, per inquadrare la scollatura; altre foto vennero fatte durante lo spostamento verso la casa poi si passò alla seconda fase del servizio.
-Bene adesso ti devi recare verso il frigo e lì ti chini per prendere una bottiglia d’acqua.-
Irina lo fece ed inizialmente chinò solo il busto mantenendo le gambe dritte, posizione che offre una fantastica vista da dietro, poi si accosciò fingendo di guardare nei cassettini della frutta ottenendo così una posizione che mostrava molto, anche in termini di scollatura che provvide ad allargare.
Successivamente si recò sul divano dove si rilassò un attimo, si tolse le scarpe e si accarezzò lentamente le gambe per poi riporle ripiegate sotto di sé e guardare un po’ di TV.
-Bene, senti bene l’obbiettivo e vedo che questo gioco di seduzione ti viene naturale- commentò Giulia.
Irina si recò poi in camera da letto dove si tolse lentamente i vestiti, e ad ognuno di loro erano riservate più foto, in particolare ai collant che di sicuro avrebbero fatto la felicità dei feticisti.
Una volta rimasta in reggiseno e mutandine si avvolse in un accappatoio e si recò in bagno; fece naturalmente in modo di non chiuderlo bene e di fare diverse foto alla scolatura ed allo spacco che l’indumento lasciava intravedere.
Una volta aperta la doccia si tolse l’accappatoio, reggiseno e mutandine; quest’ultime riprese con dovizia di particolari, poi si recò nella doccia.
La scena della doccia tolse letteralmente il fiato a Marco: Irina cominciò ad insaponarsi e ad accarezzarsi in tutte le parti del suo corpo il quale, con quel vedo non vedo della schiuma, emanava erotismo da tutti i pori.
Ben presto la ragazza parve dimenticarsi della macchina fotografica e si lasciò andare alle sue carezze, perdendosi letteralmente in un mondo tutto suo ma questo non dispiaceva a Giulia la quale riprendeva tutto ed era felice per quelle espressioni così naturali ed eccitanti.

Irina uscì dallo stato di trance solo su un richiamo di Giulia e, dopo aver fatto mente locale, capì che era il momento di uscire dalla doccia ed asciugarsi.
Si sedette poi davanti allo specchio e, completamente nuda, si dedicò al trucco il quale risultò lungo e complesso. Si recò poi in camera da letto dove provò alcuni tra i suoi più sexy completini intimi, sempre dimostrando un’espressione di disappunto sul viso, fino a scegliere un completo nero con reggiseno push up e mutandine molto sgambate.
La vestizione si completò poi con autoreggenti, minigonna e scarpe da sera nere, più una maglietta molto attillata e con una bella scollatura da cui spuntavano le tette sorrette dal push up. Si recò poi verso l’uscita ma prima di raggiungerla si fece riprendere mentre metteva nella borsetta alcuni preservativi sfoggiando un sorriso furbetto e allusivo che faceva capire perfettamente che tipo di serata si stava prospettando.

-Bene, sei stata bravissima. E’ venuto un servizio di più di 100 foto e sono sicura che verrà tagliato ma si vede che hai la stoffa e hai avuto alcune idee e posizioni alle quali non avevo pensato nemmeno io.-

Dopo aver svuotato la macchina sul PC fu la volta di Marco.

-Dunque per il tuo servizio ho pensato ad una sorta di campionario del fetish; faremo tutte le posizioni in modo da accontentare un po’ tutti gli appassionati di questo genere.-

Il servizio cominciò con Marco in veste di schiavo che si reca a trovare la propria padrona; appena prima di suonare si spogliò completamente nudo e si inginocchiò sullo zerbino mettendosi un collare con guinzaglio.

Ad aprire venne Stefania e Marco si gettò ad adorarle i piedi porgendole il guinzaglio. Stefania lo lasciò fare per un po’, per dare modo a Giulia di scattare alcune foto, poi lo fece entrare e lo cavalcò fino al salotto dove li attendeva Irina in veste di assistente padrona.

Il campionario del fetish può essere visto in questo modo:

* Foot Licker: Marco iniziò ad adorare i piedi delle due padrone comodamente sedute sul divano; prima si dedicò a leccare e lustrare i loro stivali di pelle fino a renderli lucenti, anche sotto le suole, e Giulia ci tenne particolarmente a fargli fare un seducente pompino al lungo tacco di Stefania. Successivamente le ragazze si tolsero le scarpe e Marco passò all’adorazione dei piedi con calze, scure quelle di Irina e a rete quelle di Stefania. Ben presto le calze si inzupparono e il ragazzo spostò la sua adorazione verso l’alto, arrivando a lappare tutta la gamba. Fu poi il turno dell’adorazione dei piedi nudi e anche qui Marco si distinse particolarmente spompinando una per una le venti dita delle due ragazze e arrivando ad inghiottirle tutte, con quasi metà piede in bocca.
* Trampling: questa è una pratica che non piace molto a Giulia ma che decise di fare ugualmente per motivi di completezza così fece qualche foto con le due ragazze che camminavano sopra Marco e gli mettevano i piedi sul viso.
* Strap-on: Questa pratica rappresentava praticamente un piacere per Marco; le due ragazze indossarono due dildo di tipo strap on, cioè con la cintura che li mantenevano in posizione come se fossero veri, e si divertirono per un po’ a scopare lo schiavo il quale si ritrovava sempre un cazzo in culo ed uno in bocca, alternati. Giulia ebbe la cura di riprendere
i momenti in cui i membri venivano estratti dal culo di Marco, con evidenti tracce scure, che venivano accuratamente ripulite dal ragazzo.
* PonyBoy: Questa pratica prevede di trasformare lo schiavo in una sorta di cavallo così a Marco vennero messe le briglie, una sella, ed un vibratore che terminava con una coda posticcia (tutte operazioni eseguite lentamente e ben documentate); poi fu ripreso mentre portava le sue padrone in giro per il salotto, anche in due alla volta. Molto eccitante fu l’esibizione di Irina che invece preferì cavalcarlo a pelo e si fece ben riprendere quando prima di salire si alzò la minigonna e allargò la figa per appoggiargliela ben aperta sulla schiena.
* Dog: questa pratica prevede la trasformazione dello schiavo in un cane, cosa che a Marco riuscì molto bene pur non avendolo mai fatto. Egli si fece riprendere in tutte le posizioni tipicamente canine, seduto e sdraiato, e per l’occasione riutilizzò il dildo con coda posticcia di prima. Stefania poi giocò un poco con lui lanciandogli un paio di mutandine usate che lui doveva riportare, interessante variante al classico gioco che si fa con i cani. Venne anche il momento della pappa e le padrone aprirono una scatoletta di cibo per cani su cui Marco si gettò con l’avidità propria di questi animali. Venne anche il momento dei bisognini così il ragazzo fu accompagnato fuori, con tanto di guinzaglio, e urinò alzando la gamba contro un albero.
* AshTray: anche questa era una pratica che Giulia non condivideva e a cui dedicò pochissimi scatti che videro Marco in ginocchio, a bocca aperta, a fare da posacenere per la sigaretta fumata da Irina.
* Ass ripping: Questa pratica prevede l’adorazione dell’ano della padrona, in questo caso interpretata da Irina, la quale si sedette sul divano portando le ginocchia al viso e lasciò lavorare Marco il quale cercava di aprire il più possibile l’orifizio per inserirvi la lingua ed il naso il più in profondità possibile.
* Facesitting: anche questa è una pratica molto eccitante che le ragazze misero in atto in tutte le sue varianti: Marco fu fatto sdraiare e Irina gli si sedette sul viso prima vestita, con la gonna che lo ricopriva completamente, poi con i collant, poi con le sole mutandine ed infine nuda, dando la possibilità a Giulia di fare una bella foto della lingua di Marco che saetta nella fessura. Fecero anche una bella foto delle due ragazze sedute insieme sopra di lui, con i due culi nudi a contatto.
* Water games: ecco una pratica che invece piace molto a Giulia, un po’ di sano pissing. Il gruppo si spostò in bagno dove Marco si posizionò nella vasca da bagno. La prima volontaria fu Stefania e Marco, sotto di lei, si esibì nel numero sempre eccitante di lappare una figa da cui sgorga il nettare dorato. Lo schiavo poi si sdraiò con Irina sopra di lui che lo lavò completamente, insistendo in particolare sulla bocca aperta e sul cazzo eretto. Per concludere in bellezza questa sessione anche Marco, sdraiato nella vasca in mezzo al piscio delle padrone, si esibì nel suo numero personale in cui riusciva a pisciarsi in bocca da solo.
* Feminisation: questa sessione fu lasciata intenzionalmente per ultima in quanto richiede una certa preparazione: inizialmente Marco fece una doccia anche per lavarsi via i resti della sessione prima, poi si dedicò al trucco e alla vestizione che lo avrebbero portato a trasformarsi in Annalaura, il tutto ripreso con dovizia di particolari da Giulia. Alla fine, come di consueto, il risultato fu perfetto ed il gruppo si spostò in strada per fare anche lì alcune foto. Arrivarono perfino ad entrare in un bar e a fare alcune foto con il gestore, felice per la sorpresa di ricevere tre ragazze così troie. Trovarono anche un piccolo parco deserto a quell’ora e lì Marco, dietro una pianta, alzò la gonna e si fece fotografare mentre faceva pipì nella classica posizione femminile.

A questo punto il servizio poteva dirsi concluso, ma Giulia sapeva che aveva ancora un’ultima incombenza: il film.
Tutti quanti erano in uno stato di eccitazione molto grande così la padrona decise di fare un film di puro sesso, una bella ammucchiata.
Protagonisti del film sarebbero state le due padrone e Marco, mentre Irina avrebbe ripreso.
In breve tutto fu pronto e le riprese iniziarono.
Inizialmente Irina salì in macchina con Marco, vestito normalmente da uomo, il quale passò di fianco ad un’altra auto con il cofano alzato da cui spuntavano i due bei culi delle due padrone, intente a guardarvi dentro come se avessero avuto un guasto.
La scena dovette essere fatta velocemente in quanto uno spettacolo del genere, in strada, non passa inosservato e di sicuro altre persone si sarebbero fermate a dare una mano a due belle ragazze vestite in quella maniera.
Marco così scese dall’auto -Salve ragazze, avete bisogno d’aiuto?-
-Oh per fortuna che ti sei fermato- disse Stefania con fare bambinesco – non sappiamo cosa è successo all’auto ma non si accende più-

-Oh- disse Marco guardando un attimo nel cofano -io non mi intendo molto di motori comunque se volete posso darvi un passaggio fino a casa mia per telefonare ad un meccanico, qui il telefonino non prende purtroppo-
-Beh grazie, sarebbe molto carino da parte tua- gli risposero salendo sull’auto.

Ben presto il gruppo arrivò a casa di Marco.
-Accomodatevi pure in salotto, chiamo io il meccanico- si offrì il ragazzo e le due donne si sedettero sul divano, accavallando per bene le gambe.
-Mi dispiace ma è impegnato in un altro recupero e ha detto che ci vorrà più di un’ora- disse Marco al suo ritorno -posso offrirvi qualcosa intanto ?-
Le ragazze presero due coca cole e Marco gliele portò.
-Sai Stefi, abbiamo tre problemi: il primo è che oggi fa molto caldo,- disse Giulia passandosi la lattina fredda sull’abbondante scollatura – dobbiamo far passare più di un’ora e dobbiamo sdebitarci con questo ragazzo così gentile. Io penso che esista una soluzione che ce li risolve tutti in un colpo solo- e così dicendo si tolse la canottierina passando la lattina sui bei seni nudi.
Marco le si sedette di fianco e cominciò a leccare quelle belle tette mentre le due donne cominciarono a baciarsi con la lingua.
Durante questo film Marco aveva avuto da Giulia il permesso speciale di comportarsi normalmente, di prendere l’iniziativa, con l’unica limitazione di non venire e di prediligere quei comportamenti che avrebbero fatto godere le ragazze anziché lui.
Mentre leccava Marco alzò con una mano la gonnellina di Giulia e, scostate le mutandine, si esibì in un bel ditalino.
Dall’altra parte Stefi si dedicò a togliere i pantaloni del ragazzo e, una volta raggiunto il membro, lo inghiottì golosamente.

La scena proseguì in queste posizioni per qualche minuto poi Stefania decise di mostrarsi in tutta la sua bellezza e si spogliò completamente nuda mentre Giulia si sdraiava e Marco si dedicava a leccarle la passera. Stefania, non avendo più accesso al membro del ragazzo, si sedette sul viso della sua amica che la leccò in profondità.
Le due ragazze avevano però voglia di prendere qualcosa di serio così, mentre Giulia rimaneva sdraiata di schiena, Stefania si posizionò a pecorina sopra di lei dando così a Marco accesso a due buchi sbrodolanti che lui iniziò a stantuffare alternativamente.

Irina intanto stava riprendendo tutto fin dall’inizio e aveva una voglia matta di prendere parte all’orgia ma sapeva che non era possibile, era una schiava e il suo dovere era quello di ubbidire agli ordini della padrona.
Stefania decise poi di cambiare posizione e ruotò di 180° così Giulia si trovò la sua figa da leccare, Marco scopava la figa di Giulia e Stefania le leccava il clitoride ed il membro che entrava ed usciva.
Passarono poi ad una posizione più classica, con Marco seduto e Stefania che lo cavalcava rivolta in avanti, per dare una migliore visione alla telecamera e agli zoom sapientemente effettuati da Irina. I tre ragazzi misero in pratica un po’ tutte quelle pose viste normalmente nei film porno, fecero in pratica tutto quello che un uomo e due donne potevano fare di eccitante.
La prima a venire fu Stefania, anche in virtù della sua giovane età e dei suoi ormoni, che godette mentre Marco la prendeva alla pecorina, poi il ragazzo si spostò su Giulia prendendola nella classica posizione del missionario, cavalcando furiosamente.
A questo punto anche Marco ebbe il permesso di venire e poté farlo dentro la sua padrona in modo da dotare il loro film del finale più eccitante: una zoomata su di una figa sgocciolante sborra. A quel punto Irina smise di riprendere ed ottenne l’incarico di ripulire gli organi genitali dei tre ragazzi, cosa che fece con vero piacere.

Dopo alcuni minuti di meritato riposo Giulia si rese conto che la ragazza russa era l-unica a non essere stata soddisfatta nonostante l’impegno che anche lei aveva messo quel giorno così le concesse il permesso di masturbarsi con un vibratore, scena ripresa da Marco, e che avrebbe
rappresentato un ottimo Post Scriptum al film preceduto dalla scritta –Anche il cameraman ha le sue esigenze-.

Si stava ormai avvicinando la sera così Giulia comunicò il programma previsto.
-Allora ragazzi adesso noi ci riposiamo un po’, è ancora presto, comunque ricordatevi di preparare la cena per le 8 perché dopo dobbiamo uscire.-
La cena scorse via normalmente ma i due schiavi erano ansiosi di sapere cosa gli avrebbe portato la serata.
-Bene allora stasera abbiamo preparato un programma speciale per voi due, una gara. Chi vincerà verrà premiato e chi perderà verrà punito sapete bene che così come sono molto generosa nel premiare sono anche molto severa nel punire.
Innanzitutto andatevi a preparare, dovete vestirvi nel modo più sexy possibile-
Così i due schiavi, un po’ timorosi, si allontanarono per iniziare la preparazione che avrebbe portato alla luce le due troie che alloggiavano dentro di loro.
Le cose andarono un pochino per le lunghe, anche perché il trucco era abbastanza laborioso specie per Marco e dovevano contendersi il bagno, ma alla fine il risultato fu ottimo: Irina si presentò con collant, pantaloncini e canottierina aderente mentre Marco vestiva stivali, minigonna, calze nere e camicetta con il reggiseno imbottito da maggiorata.
-Allora ragazze il programma è questo: stasera vi lasceremo per un’ora in due zone diverse della città, Marco in una zona dove solitamente battono i trans e Irina poco più avanti, dove di solito ci sono le puttane dell’est. Dovete chiedere entrambi 25 euro per le vostre prestazioni, niente di più e niente di meno; vince chi porta a casa più soldi.
Ricordatevi naturalmente di portarvi una bella scorta di preservativi. Se qualcuna delle altre ragazze o dei protettori dovesse infastidirvi ditegli che fate parte del club, lo conoscono e sanno che ha membri molto influenti che potrebbero dar loro problemi quindi vi lasceranno stare.-

Il gruppetto si avviò in auto e arrivarono nella zona della città solitamente frequentata dalle puttane; prima c’erano quelle nere, poi i trans, poi le slave.

Appena Marco venne lasciato a terra non ebbe dubbi su come comportarsi, lui stesso era stato diverse volte in quella zona come cliente mentre per Irina le cose erano diverse così dovette improvvisare maggiormente. Marco iniziò a passeggiare lentamente immediatamente osservato dagli altri trans i quali non gradiscono certo facce nuove nel loro territorio.
Ben presto un pappone si avvicinò -Hey carina cosa fai qui? Guarda che per lavorare qui devi prima parlare con me.-
-La mia padrona mi ha mandato qui, sono uno schiavo del club- gli rispose
-Accidenti ma sempre qui dovete venire a rompere i coglioni? Non potete farvelo sfondare a casa vostra?- borbottò il protettore mentre se ne andava.
Una prima macchina accostò e cominciò a passare in rassegna i vari trans che cercavano di contendersi il cliente muovendo volgarmente la lingua.
Marco sapeva di avere una sola ora e non poteva perdere nessun cliente così era deciso a dare il massimo per accaparrarsi il primo.
L’auto si fermò di fronte a Marco ed il finestrino si abbassò: -Quanto vuoi?-
Marco si accostò al finestrino piegando il busto ma con le gambe dritte, nella classica posa da battona:
-25 caro, faccio tutto quello che vuoi-
-Tutto ? A me piace farmi leccare il culo-
-Lo faccio, se vuoi- rispose
-Allora Sali, svelta-
Marco salì sull’auto pronto a prostituirsi per la prima volta.
Il suo cliente era un uomo sulla sessantina con una pancia prominente e quasi completamente pelato.
Ben presto raggiunsero il luogo normalmente utilizzato dagli altri trans e Marco si fece pagare prima, come è normale fare.
Bruscamente l’uomo si abbassò i pantaloni e fece cenno a Marco di mettergli il preservativo e di succhiarglielo mentre con una mano palpava i genitali del ragazzo.

Marco eseguì l’ordine con un certo disgusto, attenuato solo dal fatto che stava degradando se stesso per il divertimento della sua padrona.
Il vecchio aveva un cazzo piccolo e molle e già mettere il preservativo fu quasi un’impresa, preceduta necessariamente da alcuni minuti di masturbazione e carezze alle palle.
Marco era comunque un ragazzo coscienzioso e cercava di fare il suo dovere come promesso, leccava e succhiava quindi con la solita foga e dolcezza, ma ben presto l’uomo gli fece cenno di spostarsi: voleva fare un 69.
L’uomo non richiese l’uso del preservativo, forse preferiva così, ma del resto era certamente Marco quello che rischiava di più in questo momento.
Nonostante le apparenze comunque il vecchio non era male e Marco, preso dall’eccitazione del momento, da quello che aveva fatto quel giorno e da quello che gli stavano facendo cominciò a godere intensamente e quando fu sul punto di venire decise di interrompere l’operazione.
-Allora scopiamo?- chiese
-Guarda puttana che sono io che do gli ordini, comunque va bene. Come hai visto non mi tira molto quindi sarai tu a scopare me però prima me lo devi insalivare bene, come promesso-

Il vecchio si mise allora alla pecorina e a Marco non restò che allargare le chiappe flosce e cercare a tastoni il buco del culo.
Ben presto lo trovò e notò che non era molto pulito così diede alcune lappate intense per non dover sopportare quel sapore troppo a lungo, dopodiché decise di lavorarsi quel culo come se fosse di uno degli amici della padrona.
Ben presto quel buchetto divenne umido e caldo come si conviene, con il ragazzo che cercava di depositarvi più saliva possibile entrando fin dentro con la lingua, così ad un cenno del vecchietto si infilò un preservativo e dopo essersi unto con un po’ di crema si avvicinò al buco del cliente.
La penetrazione fu abbastanza facile, evidentemente quel vecchio non era nuovo a questi giochi e ormai godeva solo in questo modo, così Marco poté godersi una bella cavalcata per una volta in un’altra posizione.
-Avanti troia scopami, sfondami tutto- lo incitava il vecchio e Marco ce la mise tutta finchè il vecchio non venne nel preservativo che ancora indossava sul cazzetto floscio.
-Sei stato bravo, ora però devi venire anche tu- gli disse girandosi e impugnando il cazzo di Marco, ancora sporco del posto in cui era stato, e spompinandoselo a dovere.

Marco aveva molta voglia di venire e il tempo stringeva così, senza trattenersi, venne velocemente soddisfacendo il cliente.
-Sei stato bravo, mi servirò ancora di te se ti ritroverò qui- disse allora rimettendo in moto l’auto e lasciando a Marco appena il tempo di ricomporsi prima di scendere in attesa di un nuovo cliente.

Irina dal canto suo stava lavorando poche centinaia di metri più avanti e stava avendo un’esperienza nuova in quanto tutto quello che aveva fatto fino a quel momento era stato in privato, tra i suoi padroni, ma tra se e se aveva anche pensato a questo tipo di vita nel caso non avesse trovato un nuovo padrone che la mantenesse.
Fortunatamente il suo inizio fu abbastanza soft, come primi due clienti ebbe un ragazzo sui 30 anni e un uomo sui 50 entrambi abbastanza piacenti e che cercavano solo una normale e frettolosa scopata.
La terza esperienza fu invece quella più bizzarra: appena terminato con il suo secondo cliente le si avvicinò un’auto con dentro tre ragazzi giovani, tutti con meno di 25 anni.
-Lo sai che sei una bella vacchetta?- le disse il primo -fatti vedere meglio-
Irina si piegò mostrando la scollatura dal finestrino -Se vuoi puoi vedermi meglio- gli disse allusiva.
-Senti noi abbiamo qui un nostro amico che è ancora vergine e, dato che stasera è il suo compleanno, cerchiamo qualcuna che gli faccia la festa. Quanto vuoi?-
-Per tutti e tre o solo lui ?-
-Sarebbe solo lui, ma anche noi vogliamo approfittarne un po’, facci un po’ di sconto-
-Facciamo 75 in tre- rispose
-OK però devi fare tutto quello che ti diciamo, vogliamo organizzargli una bella festa.-

Irina salì ed il gruppetto si portò nel solito posto infrattato.
-Allora ti presento Francesco, il festeggiato-disse il primo ragazzo introducendo un giovane a malapena diciottenne, timido e brufoloso.
-Innanzitutto devi farglielo tirare, facci vedere come fai- dissero gli altri due ragazzi che si fecero da parte, con i cazzi in mano, decisi a godersi lo spettacolo.
Irina si avvicinò al ragazzo guardandolo negli occhi con sguardo lascivo e lo abbracciò strusciandocisi contro. Il membro del ragazzo era già naturalmente duro, è il minimo per gli ormoni di quell’età, ma Irina continuò il suo show anche per il piacere degli amici.
Lo show continuò con Irina che, ritornata in alto con il viso all’altezza di Francesco, cominciò a leccarlo ed in breve tutta la faccia fu luccicante di saliva.

Successivamente Irina estrasse i seni e li strusciò su tutto il corpo del ragazzo cominciando dal viso che abbassò e ficcò nella scollatura massaggiando per bene dalle parti con movimenti circolari, per poi abbassarsi verso il pube da cui sentiva sporgere un membro dolorosamente eretto nella costrizione dei jeans.
Ben presto i seni nudi furono strusciati su tutto il corpo del povero ragazzo che stava letteralmente impazzendo anche perché Irina gli bloccava le mani ogni volta che lui cercava di toccare qualcosa.
Poi fu la volta del culo: Irina si girò e lo strusciò abbondantemente contro il cazzo del giovane e potete immaginarvi l’effetto anche pensando che la ragazza indossava solo una corta minigonna.

-Va bene- dissero gli amici decidendo di porre fine alle sofferenze del festeggiato -adesso facci vedere come lo succhi- ed Irina ubbidiente gli slacciò i pantaloni ma non abbassò le mutande; si mise invece a succhiarle e leccarle fino ad inzupparle di saliva e veder così il cazzo roseo in trasparenza.
A questo punto la ragazza le abbassò con la bocca per mostrare finalmente l’oggetto di piacere e, dopo avere velocemente infilato un preservativo, lo prese in bocca succhiandolo ogni volta fino alla radice.

A quella vista i due amici, pur pieni di buoni propositi, non resistettero più e si avvicinarono alla ragazza afferrando un seno nudo a testa mentre con le mani continuavano a menarselo ma Irina, capita l’antifona, infilò anche a loro un preservativo e si dedicò a turno ad ingoiare tutti e tre.

Dopo pochi minuti di questo trattamento Francesco venne copiosamente ma il capo dei tre la tranquillizzò -Non ti preoccupare, ce n’è ancora. Adesso si pulisce poi continua; intanto tu dedicati a noi- e così dicendo la fece voltare e mentre il suo amico la prendeva dal davanti la infilò deciso alla pecorina sconquassando il corpo della ragazza con potenti stantuffi da entrambi i lati.

Francesco li raggiunse poco dopo, si era pulito ed infilato un nuovo preservativo ed era pronto a ricominciare con l’intenzione di durare molto più di prima.
Il capo gli cedette il posto da dietro e, dopo una breve assistenza per assicurarsi che stantuffasse per bene, si spostò sul davanti dove se lo fece ingoiare a turno con l’amico.
Irina capì che la cosa stava andando per le lunghe e, pur avendo guadagnato molto, rischiava di sforare il limite di tempo concesso così si esibì in due delle migliori pompe della sua vita con tanto di gridolini, rumori di risucchio e sempre guardando negli occhi i suoi clienti i quali riempirono in breve il preservativo in bocca ad Irina.
Restava ora un ultimo ostacolo: far venire il ragazzo già venuto una volta.
Irina lo fece sedere sul sedile posteriore dell’auto e, sollevata la gonna, cominciò a cavalcarlo come solo lei sapeva fare, strisciandogli il culo sulla patta con movimenti circolari finchè ebbe di nuovo la meglio sugli ormoni adolescenti del ragazzo che venne di nuovo pregandola di smettere.

I tre clienti erano distrutti ma soddisfatti mentre Irina aveva una fretta bestiale così, per farsi riportare subito indietro, dovette masturbare Francesco ed il capo sui sedili posteriori per tutto il tempo del pur breve viaggio.
Nel piazzale trovò già l’auto della padrona ad aspettarla:
-Allora schiavi com’è andata?- chiese dopo aver accostato in un posto tranquillo.
I due fecero un resoconto completo delle loro avventure: Marco aveva avuto due clienti abbastanza normali e frettolosi dopo il primo e aveva quindi racimolato 75 euro, mentre Irina ne aveva 50 più i 75 dei tre ragazzi, cioè 125.
-Beh, ha sicuramente vinto Irina, anche se ha avuto un colpo di fortuna.
Anche tu sei stato bravo con quel vecchio bavoso ma quello che è giusto è giusto.
Allora schiavo adesso tu scenderai qui e chiederai un passaggio qualcuno per farti portare a casa; fatti lasciare nel solito parcheggio per non fare vedere dove abiti esattamente. In cambio di questo dirai al tuo cliente che gli concedi un desiderio, uno solo, ma che esaudirai qualunque cosa sia, ok ?-
-Si Madame- rispose Marco che, rassegnato, scese dall’auto pronto per quest’altra umiliazione.
-Allora Irina invece tu cosa vorresti come premio? Ancora non ti conosco-
-Beh signora voi siete le mie padrone e io sono innamorata di voi; il miglior premio per me sarebbe quello di poter fare l’amore con voi e dedicarmi totalmente a farvi provare godimento-
-Bene, anche noi abbiamo voglia, sarai accontentata subito-

Marco intanto, ignaro di tutto questo, si aggirava per la via in cerca di un cliente al quale chiedere un passaggio, ma la sua ricerca non fu lunga in quanto venne presto avvicinato da un ragazzo circa della sua età.
-Hey bella quanto vuoi ?-
-Per stasera ho finito ma avrei bisogno di un passaggio a casa, se me lo dai ti sarò molto riconoscente-
-In che senso ?-
-Ti concedo un desiderio, puoi chiedermi di fare una cosa qualunque e la farò-
-Accidenti, vuoi dire qualunque cosa perversa mi passi per la mente?-
-Si, chiedi pure-
-Facciamo così, io ci penso durante il viaggio ma mi devi concedere un piccolo extra: me lo devi succhiare fino a casa tua-
Marco ci pensò un attimo in quanto già questo poteva essere considerato il desiderio ma aveva voglia di tornare a casa e il ragazzo era bello e pulito.
-Ok- disse salendo e subito si sdraiò sul sedile posizionandosi con la bocca sulla patta di lui.
Il viaggio fu lungo e piacevole, il ragazzo non aveva fretta e mentre Marco succhiava fecero conversazione; lui gli chiese di dov’era e come mai faceva quella vita e Marco mentì in parte dicendo che era italiano e che lo faceva solo per soddisfare la sua voglia di trasgressione.

Una volta arrivati al parcheggio il ragazzo prese la sua decisione:
-E’ una cosa che volevo fare da molto tempo, voltati dammi il culo dai-
Marco pensò a una semplice inculata ma si sbagliava.
Si mise a pecorina con la gonna alzata e si voltò, pronto a ricevere il ragazzo.

Ben presto il ragazzo cominciò a stantuffare Marco e ben presto, forse anche per il lungo servizio appena avuto, inondò le viscere dello schiavo.
-Aspetta lì, non ho finito-
Marco rimase in attesa dubbioso per quello che stava succedendo ma ben presto capì tutto.
Appena l’erezione glielo consentì il ragazzo cominciò ad urinare nelle viscere di Marco facendogli praticamente un clistere di urina; il getto fu lungo e potente in quanto il ragazzo gli aveva detto che erano stati in birreria quella sera e avevano bevuto molto.

Alla fine, appena lo lasciò, Marco fu costretto a correre poco più avanti tenendosi il culo per poi accucciarsi come una donne aspettando che tutto il liquido uscisse.
-Ah bellissimo, sei veramente una gran troia; che ne dici se ci rivediamo?-
Marco allora, non potendo decidere da solo, si limitò a fare come aveva fatto in passato, cioè a prendere il numero di cellulare del ragazzo e a salutarlo.
Al ritorno a casa lo schiavo trovò solo un biglietto: - Irina resterà a casa nostra questa settimana, tu comportati normalmente ma presto riceverai nostre notizie.
La punizione è solo rimandata.- E letto questo se ne andò a letto ancora tremendamente eccitato in quanto quel giorno aveva soddisfatto un sacco di gente ma lui era ancora a bocca asciutta ma forse anche questo faceva parte della punizione.

(continua ?)

Il racconto prosegue. Da una ricerca ho visto che consta di 14 capitoli, ma quelli restanti non li ho trovati: spero che qui ci sia qualcuno più bravo e fortunato di me e trovi e inserisca anche i capitoli successivi. L'autore, un certo nick Onanista, ha però sbagliato nel numerare i capitoli, per cui in rete si trova il capitolo 8 che però è il 7 postato qui.
 
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view post Posted on 3/8/2012, 15:07     +1   -1
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T.P.E.
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BDSM Lover ha trovato un altro capitolo e me l'ha segnalato. E' numerato con l'8 e lo pubblico. Un ringraziamento a BDSM Lover. Chi trovasse gli altri capitoli mancanti li pubblichi pure.

CAPITOLO 8 - LA FESTA AL CLUB

I primi tre giorni della settimana passarono in modo molto diverso per i nostri amici.
Irina abitava a casa di Giulia e si occupava della casa e delle sue padrone: la mattina si alzava presto e preparava la colazione per Giulia poi la aiutava in bagno per la toeletta mattutina.
Giulia a quel punto andava al lavoro ed Irina si dedicava alla casa facendo i mestieri preferibilmente nuda e vestendosi in modo molto sexy solo quando usciva per andare a fare la spesa, tanto che era già diventata famosa nel quartiere.
A mezzogiorno Giulia e Stefania rientravano ed Irina era felice di servire loro il pranzo e di aiutarle a rilassarsi in vista del pomeriggio lavorativo.
La sera Giulia rientrava di nuovo e si divertiva con la sua schiava, una volta portò pure un amico e le due ragazze si divertirono un mondo a stuzzicarlo senza però farci niente.

Marco invece passò tre giorni d'inferno: non era venuto da molti giorni e doveva liberarsi assolutamente ma non aveva il coraggio di farlo; inoltre sapeva che era sotto punizione e poi la mancanza di notizie era la cosa peggiore, ma tutto ciò durò fino a mercoledì sera quando le tre ragazze si presentarono a casa sua inaspettatamente.

Quando il campanello suonò Marco, stanco e con la barba lunga, andò ad aprire controvoglia ma rimase di sasso appena vide Giulia.
"E' così che accogli la tua padrona? Sfatto e in piedi?" gli urlò e Marco si getto subito ai suoi piedi baciandoglieli e coprendoli di lacrime di felicità.
"Portami in salotto" ordinò sedendoglisi sopra e marco fu felice di ubbidire.

Appena arrivati si disposero tutti nelle posizioni abituali: Marco inchinato a terra, Irina seduta con le gambe aperte rivolta verso i padroni mostrando che non portava mutande sotto la corta gonna e Giulia e Stefania sul divano.
"Allora questo sabato abbiamo una festa importante al club e hanno fatto richiesta di voi due per prestare servizio; per Irina non c'è problema ma tu sei ancora in punizione e non so se farti partecipare. Per farlo dovrai completare la punizione entro questa settimana."
"Si Madame, la prego, faccio qualunque cosa ma mi lasci partecipare alla festa con voi."
"Bene, innanzitutto ti meriti una punizione fisica poi una psicologica; Irina prendi una spazzola dal bagno. Tu mettiti carponi sul tavolo; Irina ti darà 10 colpi e dovrai contarli tutti a voce alta senza sbagliare."
I colpi piovvero forti e ben assestati con lunghe pause tra uno e l'altro per lasciar imprimere bene il dolore.
"Bene basta così, come sapete non sono un'amante del dolore e lo uso solo quando è strettamente necessario. Ora veniamo alla punizione psicologica: Irina sarà la tua padrona per questi due giorni che restano, dovrai ubbidirle ed accontentarla in tutto e soprattutto non hai il permesso di venire fino a venerdì sera, guarda che siamo in grado di controllare, e lì deciderò se prenderti con noi alla festa o se mandarti a battere tutta la sera come una lurida puttana. Ora noi ce ne andiamo, siamo passate solo per darti questa possibilità, ricordati che sarà il giudizio di Irina che deciderà del tuo futuro."

Le tre ragazze così se ne andarono e Marco rimase solo con Irina che non ebbe problemi ad assumere un ruolo dominante.
"Preparami la vasca, voglio fare un bagno, svelto."
Marco allora, felice perché ora almeno sapeva come comportarsi e come fare per tornare nelle grazie di Giulia, corse i bagno per accontentare la sua nuova padrona.
Quando la vasca fu pronta, calda e profumata, Irina si presentò in bagno avvolta in un soffice accappatoio sotto il quale non portava niente.
Appena in acqua si fece lavare ed insaponare con cura da Marco godendosi questa vacanza dai suoi doveri di schiava e felice di poter osservare il BDSM da questo nuovo punto di vista.
Poco dopo uscì dall'acqua e si fece asciugare completamente poi portare in camera da letto.
"Adesso voglio rilassarmi un po': prima metti un cd di musica soft poi voglio che mi lecchi completamente, qualunque parte del mio corpo, insistendo naturalmente su quelle più interessanti."
Marco eseguì apprestandosi a fare una cosa certamente piacevole ma che, nel suo stato d'eccitazione, poteva rivelarsi una vera tortura.
Appena iniziò il suo compito Marco trovò quello che stava facendo molto dolce e sensuale: Irina era veramente una bella ragazza ed aveva una bella pelle morbida e profumata per il bagno appena fatto, quindi ogni parte del suo corpo era perfettamente pulita e l'atto che stava facendo non era degradante ma un dovuto omaggio a cotanta bellezza.
Iniziò dai piedi che bagnò completamente con lunghe lappate sotto la pianta che andavano dal tallone fino a lambire le dita; quando la pianta era completamente bagnata l'asciugava passandosela sulle guance per poi iniziare di nuovo.
Passò poi alle dita che succhiò dolcemente una per una, mimando quasi un atto sessuale, per poi metterle in bocca tutte insieme cercando di ingoiare la punta del piede il più possibile.
Passò poi alla gamba che cominciò a risalire pian piano assicurandosi però di lasciare molta saliva luccicante dietro di se e naturalmente ripeté l'operazione con l'altra gamba.
Quando arrivò alle cosce cercò di soffermarsi un pochino di più essendo anche queste zone erogene ma sapeva che Irina era impaziente di arrivare ai punti caldi così, leccate più velocemente la parti esterne, si dedicò con più zelo all'interno della gamba ed alla parte più vicino al pube.

Durante queste sue performances aveva sempre sotto gli occhi il corpo nudo della ragazza che si godeva il trattamento ad occhi chiusi e potete immaginare quale tortura potesse essere per lo schiavo vedere quelle belle tette e quella bella figa rosa che si apriva come un fiore quando lui le spostava le gambe; naturalmente tutto venne fatto con un'erezione di marmo con la quale doveva stare attento a non toccare nulla o sarebbe letteralmente esploso.

Finalmente era arrivato ad una parte interessante: posizionatosi in mezzo alle gambe di lei le aprì in modo da avere perfetto accesso a fica e culo ed iniziò il suo lavoro preferito: prima passò velocemente la lingua roteante sulla parte tra l'attaccatura delle cosce ed il pube vero e proprio poi attaccò con decisione la figa affondandoci letteralmente dentro. Dopo alcune leccate a tutto campo si dedicò ad una parte specifica: aprì con le dita la passera fino a mostrare con precisione il clitoride e prese a
titillarlo con colpetti di lingua veloci ma leggeri per poi passare invece a forti leccate e masticate con le labbra.

Irina parve gradire molto il trattamento ma gli fece segno di spostarsi più giù perché non voleva venire subito così, inumidendo sempre per bene, arrivò all'ano al quale si dedicò con lo stesso ardore della figa. Anche con questo, dopo averne delineato per bene il contorno, ci entrò deciso allargando il buco con le dita e spingendo con la lingua per
penetrarla il più possibile.
Dopo alcuni minuti di questo trattamento Irina era sul punto di venire ma voleva farlo col clitoride così gli disse di tornare su e questa volta non fermarsi ed in breve lo schiavo sentì in bocca il sapore degli umori femminili dopo un orgasmo.
Irina lo bloccò per qualche tempo poi gli disse che voleva rilassarsi e si voltò abbracciando il cuscino.
Marco allora poté dedicarsi alle sue belle chiappe e, dopo alcune passate complete nel solco, risalì sulla schiena solleticando la ragazza.
Irina a questo punto pretese un massaggio così lo schiavo si sedette sulla sua schiena ed alternò un rilassante massaggio con eccitanti leccate del collo fino a che Irina non si voltò di nuovo.
Marco poté allora completare il lavoro risalendo dalla pancia per arrivare ad un'area molto importante: le tette.
Vi si dedicò con ardore facendo con la lingua cerchi che andavano via via restringendosi partendo dalla circonferenza esterna fino al capezzolo, che succhiava e mordicchiava come un bambino. Quando furono completamente bagnate, col permesso di lei, le massaggiò a piene mani palpandola in maniera decisa e certamente gradita.
Arrivò poi al viso e, dopo aver lappato per bene le guance, fu preso dalla ragazza che gli ficcò la lingua in gola e i due rimasero così a slinguazzare per quasi 5 minuti.
Giusto per completare il lavoro si dedicò anche alle braccia arrivando alle mani a cui riservò un trattamento simile a quello dei piedi: prima leccò e spompinò tutte le dita singolarmente poi la mano intera infilandosela fino in gola e succhiando gioiosamente.
"Sai che non è male fare la padrona? E' veramente fantastico avere qualcuno che vive solo per farmi godere e poi questo premio me lo sono guadagnata quindi è ancora più bello. Adesso andiamo a letto, tu dormirai sul tappeto ai miei piedi" e così passarono la notte.

I due giorni che seguirono furono qualcosa di indescrivibile per Marco: la mattina Irina dopo essersi fatta preparare da Marco, se ne andava a casa di Giulia per pulire e preparare il pranzo ed accogliere le sue padroncine alle quali raccontare tutto.
La sera al rientro doveva immediatamente spogliarsi nudo e fare le faccende di casa attendendo così la sua nuova padrona.
Irina arrivava spesso in ritardo da casa di Giulia, vestita sempre in maniera da far voltare chiunque sulla strada, e pretendeva di trovare la cena pronta ed un cazzo bello duro pronto a fare qualunque cosa volesse.
Marco doveva mangiare prima per poi servirla in piedi ed attendere a tutti i suoi desideri.

La prima sera, dopocena, Irina decise di iniziare i suoi allenamenti di lap dance così si recò in salotto e, fatto sedere Marco sul divano, si esibì nel più sexy spogliarello che il ragazzo avesse mai visto causandogli così un' erezione quasi dolorosa.
Al termine la ragazza fece preparare Marco da donna e passò così la serata insegnando a lui le movenze e le tecniche di danza più seducenti, sicura che gli sarebbero state utili.

Venne finalmente il venerdì sera, momento in cui Marco avrebbe incontrato di nuovo la sua padrona e avrebbe saputo se la sua punizione poteva dirsi finita e poter così partecipare alla grande festa del sabato.
Quando il ragazzo rientrò non trovò nessuno ad attenderlo e, non sapendo cosa fare, si comportò secondo gli ordini mangiando prima ed attendendo Irina nudo pronto a servirle la cena.
Nessuno però si fece vedere fin dopo le 9 quando suonò il campanello.

Marco si recò ad aprire pieno di trepidazione e si trovò davanti le sue tre padrone che entrarono e lo fecero accomodare ai piedi del divano in maniera molto sbrigativa.

"Allora" esordì Giulia "stasera siamo arrivati alla fine della punizione del nostro schiavetto. Irina raccontaci un po' com'è andata"
"Beh padrona devo dire che è stato molto bravo, è stato un piacere per me avere a disposizione un giocattolo desideroso solo di procurarmi piacere.
Direi che lo possiamo portare sicuramente alla festa."

"Allora va bene, come vedi schiavo la tua punizione è stata lunga e sottile. La prossima volta se vincerai tu, avrai Irina a tua disposizione come tua schiava e penso che l'idea ti piaccia no? Adesso rimane solo una cosa da fare, voglio vedere se veramente non sei mai venuto in questi giorni, lo vedremo da quanto uscirà. Irina prendiglielo in mano e ora tu devi masturbarti con la sua mano muovendoti avanti e indietro."
Irina afferrò il cazzo di Marco e lui si fece in un certo senso una sega al contrario, cioè muoveva il bacino avanti e indietro mentre la mano di lei restava ferma.
Dopo poco tempo di questo trattamento il ragazzo esplose in un fiotto denso e copioso che finì in parte sulla mano di Irina ma in gran parte sul divano e sul pavimento.
"Bravo" applaudirono le due padrone "La tua punizione è finita. Adesso però qualcuno deve pulire e per questo avevamo pensato ad un'altra piccola gara: mettetevi entrambi in fondo al corridoio; al mio via partite e dovete ripulire più sborra possibile, il vincitore lo decideremo noi a nostro insindacabile giudizio."

Al via della padrona i due schiavi corsero disperatamente verso il salotto, Marco con il cazzo nudo ballonzolante.
Si gettarono sul tappeto e sul divano leccando e aspirando ogni minima goccia bianca che trovarono ma Irina fu avvantaggiata perché finì per prima sul grosso della venuta che aspirò in due secondi cercando di allontanare Marco con la mano. Il suo corpo impediva al ragazzo l'accesso alla zona più vantaggiosa così si dedicò alle gocce ai lati ma sapeva ormai di avere perso.
"Ahi ahi ahi, qui ha vinto sicuramente la nostra amica Figa Aperta. Hai proprio voglia di essere punito e schiavetto? Per fortuna c'è un'altra prova che ti permetterà di pareggiare. Dovrete riconoscere la nostra urina, Marco conosce già il gioco mentre Irina si è allenata da me in questi giorni.Comincia Marco che è in svantaggio."

Le due padrone si allontanarono e tornarono ben presto con due bicchieri colmi di urina.
"Allora bevetene metà per uno per ognuno poi ditemi il responso."
I due schiavi bevvero e diedero lo stesso risultato, entrambi indovinarono ed Irina si trovò così ancora in vantaggio.
"Beh, caro schiavetto, credo proprio che ti toccherà un'altra punizione comunque te la darò domenica; per ora la punizione vecchia è finita e puoi venire alla festa con noi. Verremo domani sera a prenderti: devi farti trovare completamente nudo e depilato in tutto il corpo."

Detto così le tre ragazze se ne andarono lasciando Marco con un palmo di naso ancora intento a ripensare alla sua sfortuna: egli desiderava molto vincere una di quelle sfide e conquistare Irina almeno per un po' di tempo ma finora, a parte il primo giorno, non ci era mai riuscito.

La sera dopo Marco eseguì alla lettera gli ordini delle padrone e già dalle 7 era pronto, nudo come un verme e completamente depilato, con una pelle liscia che avrebbe fatto l'invidia di molte donne.

Verso le 8.30 il campanello suonò e Giulia e Stefania si presentarono alla porta con un impermeabile: "Metti questo e siediti dietro."
Marco eseguì e vide che Irina era seduta al suo fianco indossando anche lei un impermeabile; probabilmente anche lei era nuda sotto.

Una volta arrivati al club le padrone scesero e furono accolte da due attendenti che misero immediatamente due guinzagli agli schiavi e li trascinarono dentro verso i compiti a loro assegnati; inutile dire che appena dentro i loro impermeabili vennero depositati insieme a quelli degli altri schiavi e loro seguirono nudi le due attendenti verso il loro destino.

Appena le padrone entrarono trovarono lady Elizabeth ad accoglierle: "Salve ragazze, siete venute allora? Come va con i vostri schiavetti?"
"Bene, bene ci stiamo divertendo molto. Comprare Irina è stata una delle cose migliori che potessi fare poi la sto addestrando bene e di sicuro il suo valore è già aumentato."
"Bene bene, sono contenta. Seguitemi che vi faccio vedere le attrazioni della serata. Da questa parte c'è la discoteca ricordate? Sulla pista stasera ci saranno delle gare e delle esibizioni e anche io partecipo con Andrea. Da quella parte invece c'è il buffet, da una parte c'è la roba da mangiare mentre dall'altra c'è un self service più particolare" disse Elizabeth indicando la fine del tavolo del buffet.
Sul tavolo c'erano una ragazza sdraiata di schiena che si portava le ginocchia al viso in modo da aprire al massimo la figa ed un ragazzo messo a pecorina che si allargava il culo con le mani; al loro fianco, da un buco nel tavolo, spuntava la testa di un altro schiavo.
"Ecco, questa è una sezione dedicata principalmente ai nostri ospiti maschi anche se le padrone possono richiedere l'assistenza di uno di questi schiavi nelle stanze riservate. Questa invece è dedicata maggiormente a noi" disse indicando una sedia con un buco sul sedile da cui spuntava il viso di uno schiavo sdraiato sotto.
"Che bello, voglio provarla" disse Stefania alzandosi la gonna e sedendosi e si poté riconoscere benissimo il momento in cui l'agile lingua dello schiavo sottostante cominciò a lavorare.
"Lasciamola qui dai, continuiamo il giro. A proposito, io devo andare in bagno" disse Giulia.
"Vai pure, sai dove sono. Ma devo dirti una cosa: il nostro club è contro lo spreco di acqua e di carta quindi abbiamo risolto a modo nostro."

Giulia aveva capito perfettamente infatti appena giunta in bagno trovò una fascia con scritto "fuori servizio" sulla tazza mentre a fianco troneggiava una sedia cesso con sotto uno schiavo.
Giulia si sedette senza dire niente ed in breve il liquido cominciò a ruscellare.
Quando ebbe finito una voce proveniente da sotto di lei le chiese: " La signora desidera essere pulita?"
"Si grazie" e lo schiavo uscì dal suo posto di lavoro e leccò diligente la figa di Giulia ancora sgocciolante poi ripulì per bene le gocce cadute a terra e si stava apprestando a tornare sotto quando una Giulia lo fermò."Ma e se dovessi fare altro?" gli chiese.
"Non c'è problema signora, sono un wc completo."
"Accidenti sei proprio un bravo schiavo, puoi masturbarti davanti a me se vuoi."

Egli, felice per quella mancia inattesa, si menò furiosamente venendo in breve tempo.

"Ora pulisci tutto, sarà il nostro segreto" disse Giulia con un sorriso furbo uscendo mentre lo schiavo si leccava velocemente le mani e si portava alla bocca le gocce cadute sulla pancia prima che un'altra padrona entrasse in bagno.

Una volta raggiunta Elizabeth il giro continuò. "Ecco vedi là ci sono le stanze riservate; sono a disposizione dei padroni che vogliono divertirsi ed in ognuna di esse c'è uno schiavo che fa da attendente, anzi Marco è stato assegnato alla terza da sinistra."
"Ahh, ed Irina sai cosa fa?"
"Irina fa la cameriera, eccola" disse Elizabeth indicando verso la pista dove numerose cameriere e camerieri si muovevano velocemente per servire i padroni seduti ai tavolini.
L'uniforme d'obbligo per i camerieri consisteva in una crestina per le donne e un cravattino per gli uomini; tacchi alti per entrambi e niente altro.
Naturalmente le cameriere venivano abbondantemente palpeggiate mentre servivano da bere, ma avevano avuto ordine di non intrattenersi così concedevano al massimo un veloce ditalino; un cliente riuscì anche ad infilare un dito nel culo ad Irina ma solo dopo averlo inumidito in tre tempi; in tre giri cioè della frettolosa ragazza.

Proprio in quel momento le ragazze videro passare Stefania che si recava proprio nella stanza di Marco con un ragazzo circa della sua età, conosciuto da poco.

Quando le ragazze avevano lasciato Stefania sulla sedia le si era infatti avvicinata una padrona di mezza età (il modo per distinguere schiavi e padroni è il fatto che gli schiavi devono sempre esibire i genitali all'interno del club) grassa e strizzata in un completino di pelle dal quale strabordava da tutte le parti la quale aveva però buon gusto in fatto di
schiavi: si tirava dietro per un guinzaglio un ragazzo poco più che ventenne, muscoloso e con un bell'arnese tra le gambe che attirò subito l'attenzione di Stefania.

La signora mostrava segni di impazienza e sembrava arrabbiata con il proprio servo e desiderava quindi rilassarsi un po' sulla sedia, così Stefania ebbe una grande idea: in breve ottenne l'uso dello schiavo in cambio della sedia e si recò subito con lui nella stanza dove, aveva saputo, lavorava Marco.
La stanza era però già occupata: al suo ingresso Stefania trovò un padrone di mezz'età impegnato in un 69 con uno schiavetto anch'egli sulla ventina.
"Oh scusate, ce ne andiamo subito" disse Stefania "Non vi preoccupate, abbiamo quasi finito; io non ho più molta resistenza ormai" e così la ragazza decise di rimanere ma per guadagnare tempo Marco venne chiamato a leccare il sesso dei due al fine di ottenere un cazzo bello duro ed una figa bella bagnata.

Quasi a farlo apposta, proprio quando i due erano supereccitati e stavano per farlo in piedi, il vecchio venne nella bocca dello schiavo e si accasciò sul letto.
"Le dispiace signore? Siamo abbastanza eccitati." Si scusò Stefania ed il signore si trascinò stancamente su di una sedia nell'angolo mentre lo schiavetto non sapeva bene cosa fare.
"Visto che ce l'ha ancora bello duro, le dispiace se mi faccio anche questo?" chiese Stefania soddisfacendo così una sua vecchia voglia di farsi due bei ragazzi giovani e muscolosi.

"Certo, tu consideralo il premio per come hai lavorato stasera" disse rivolgendosi al suo schiavo " e tu vieni qui, mi voglio rilassare mentre mi godo lo spettacolo" disse a Marco il quale si posizionò ai piedi della sedia e cominciò a leccare le palle e l'ano dell'uomo.

Sul letto intanto Stefania si stava divertendo un sacco: innanzitutto si fece penetrare subito da uno, visto che ormai aveva la figa in fiamme per il lavoro di Marco, mentre posizionò il secondo sul suo petto decisa a fargli una spagnola con succhiata incorporata.
Sfortunatamente mise proprio in figa quello che aveva appena scopato con il suo padrone così in breve minacciò di venire, allora Stefania comandò un cambio di posti e mise il suo amico davanti mentre l'ospite fu delegato a leccare le tette ed il collo della ragazza, al fine di calmarsi un po'.
Fu poi il momento di soddisfare un'altra delle vecchie voglie di Stefania: posizionò uno schiavo sotto di sé che la prendeva in culo e uno sopra, che la sbatteva in figa.
In quel momento sentì un cazzo moscio puntarle contro le labbra e aprendo gli occhi vide che era quello del vecchio padrone: " Posso favorire?"
"Prego" rispose lei ansimando e prendendolo tutto in bocca; era il suo modo di ringraziarlo per averle prestato quello stallone.

Ben presto i tre giovani vennero, quasi in contemporanea, e Stefania si ritrovò culo e figa colmi di umori di tutti i tipi, che subito Marco si affrettò a ripulire, mentre il gruppetto giaceva in unico mucchio nella spossatezza postorgasmo.
Stefania continuò distrattamente a succhiare l'uomo ma non c'era più verso così anche lui ben presto se ne andò e si rivestì portandosi dietro il suo schiavetto ancora intontito per la grande emozione provata.
"Padrona, posso parlare?" chiese il ragazzo sopra di lei.
"Dimmi schiavo."
"La volevo ringraziare per l'incredibile serata che mi ha fatto passare; so che la mia padrona sta per vendermi e spero di venire comprato da una signora giovane e affascinante come lei."
Stefania non fece in tempo a replicare che entrò nella stanza la grassona.
"Dove sei stato? Mi sono consumata la figa su quella sedia e adesso ho una voglia matta. Avete finito no? Allora vattene che adesso tocca a me" disse rivoltando il ragazzo di schiena ed impalandosi sopra di lui mentre ancora Stefania si stava riprendendo dalla sorpresa.

La ragazza uscì allora dalla stanza, felice per quello che aveva fatto e per i complimenti ricevuti, e si diresse verso la pista decisa ad incontrare di nuovo Giulia ed a raccontarle tutto.
In pista in quel momento c'era fermento: stava per entrare Queen Victoria e lo fece accompagnata dal solito stuolo di Mister Universo che si sdraiavano davanti a lei per non fare toccare il suolo ai piedi regali.
Appena si sedette sulla schiena di uno di essi, affiancata dal suo portacenere umano personale, la serata incominciò.
La prima gara prevedeva un campionato di lotta sadomaso: gli atleti, tutti ampiamente muscolosi, lottavano nudi ed il loro scopo era quello di metterlo nel culo all'avversario; naturalmente era stato applicato sui cazzi e nei culi di tutti un buon lubrificante che rendesse la penetrazione più facile.
Il vincitore aveva il diritto di scoparsi l'avversario ma questo accadeva solo in finale in quanto ogni schiavo voleva mantenere l'erezione al massimo per vincere più facilmente il match successivo.
La gara era composta da 5 atleti che si sfidarono ad eliminazione diretta e la finale in particolare fu molto combattuta in quanto i due erano veri colossi; i perdenti dovevano sfilare sotto il trono di Queen Victoria e ricevere 5 frustate dal suo assistente personale.
Fu poi la volta di una corsa di cavalli: i concorrenti entrarono con tutte le bardature tipiche di un cavallo cioè sella, briglie, morso a forma di cazzo, pennacchio in testa e fallo con coda nel culo e portavano in groppa la loro padrona.
Alcuni di loro, forse novizi, non arrivarono alla fine e crollarono sotto il peso delle donne quindi la gara fu facilmente vinta dai più esperti.

A questo punto fu decretata una pausa e Stefania ne approfittò per raggiungere Giulia che osservava lo spettacolo seduta ad un tavolino.
"Allora com'è andata? Ti sei divertita?"
"Tantissimo, pensare che fino a poco tempo fa non immaginavo nemmeno che potesse esistere questo mondo; abbiamo uomini e donne disposti ad adorarci e a soddisfare ogni nostro desiderio e per di più tutto gratis."
Il compito dei camerieri stava cambiando: i clienti ormai non erano più così assetati e, vedendo calare il ritmo delle ordinazioni, avevano ricevuto il permesso di fornire anche altri tipi di servizi così non era raro vedere camerieri o cameriere infilarsi sotto i tavoli o seduti in braccio a clienti facendosi impalare; il tutto naturalmente faceva guadagnare crediti ai rispettivi padroni.
Ad un certo punto si presento Irina con una bottiglia di champagne "Ve la offrono i signori a quel tavolo" spiegò.
Le ragazze videro due ragazzi sulla trentina che le salutavano poco lontano.
"Se lo gradite vi offrono anche un trattamento particolare"
"Cosa?" chiese Giulia.
"Si, hanno già pagato i crediti per una leccata per entrambe"
"Accidenti, questa non mi era mai capitata; beh visto che è tutto pagato accomodati" ed Irina si infilò sotto il tavolo cominciando a lavorarsi la figa della sua padrona.
Vedendo che le ragazze gradivano i due si avvicinarono.

"Salve ragazze, siamo felici che apprezziate il nostro omaggio alla vostra bellezza."
"Beh certo che da bere me lo avevano già offerto ma una leccata di figa mai."
"Eh ma siamo qui per questo no?"
"L'unico problema è che Irina è la nostra schiava, ci avete pagato per una cosa che lei ci fa tutti i giorni"
"Accidenti che gaffe, forse volevate provare qualcosa di diverso; ne chiamo un'altra?"
"No no, lasciala qui" disse Giulia al limite dell'orgasmo.

Il discorso andò avanti ancora stando sulle generali, inframezzato solo dall'orgasmo di Giulia e dallo spostamento di Irina verso Stefania, e le ragazze scoprirono che quei due erano due padroni bisex che possedevano uno schiavo maschio ma la loro ipotesi era che essi fossero in realtà molto più attratti dalle donne, e che la loro fosse in realtà tutta una scusa per cercarne.
Forse avrebbero fatto meglio a risparmiare crediti e a comprarsi una schiava ma certo non era quello che facevano, visto come avevano speso quella sera.
Ben presto giunse la proposta di accomodarsi tutti in una delle stanzette.
"Beh, si potrebbe fare ma ad una condizione" impose Giulia "noi siamo le padrone e voi dovrete essere i nostri schiavi ed ubbidire a tutto ciò che vi chiederemo."
"Ma, dite davvero?"
"Certo, e decidete anche velocemente perché sono molto eccitata e tra poco me ne cerco altri due"
I due ragazzi, anche loro evidentemente eccitatissimi, accettarono subito.
"OK, allora andate subito all'ingresso, spogliatevi poi tornate qui."
I due, anche se un po' titubanti, accettarono e si allontanarono per poi tornare completamente nudi; cercavano però di coprirsi come potevano con le mani e questo fece andare Giulia su tutte le furie.
"Chi vi ha detto di coprirvi? Togliete subito quelle mani !"
I due lo fecero facendosi così esaminare dalle due padrone e mostrando loro due potenti erezioni.
"Ora andateci a prendere delle tartine e qualcosa da bere al buffet ma guai se vi vedo coprirvi; tanto non c'è niente da nascondere"
Il buffet era naturalmente dall'altra parte della sala e lo scopo di Giulia era proprio quello di fare capire loro chi comanda e di scioglierli un po'.
"Ora avete bisogno di un nome da schiavi, vediamo; Stefania prendigli le misure intanto."

Stefania estrasse dalla borsetta un righello e misurò le erezioni dei due ragazzi: 15 e 17cm.
"Ah, Ah allora ecco trovato il primo nome: Pipino. Sei sicuro di soddisfarci con quell'oggettino? Almeno sai usare la bocca?" disse rivolgendosi al meno dotato.
"Lo spero signora di si, credo di sapere usare la bocca."
"Bene, tu ancora non ti conosco e per il momento ti chiamerò Finocchio ma potrei cambiarlo. Ora mettetevi giù cagnolini forza. Vi lancerò queste tartine e chi riuscirà e prenderne di più con la bocca riceverà un bel premio, non vi dico altro."
Le ragazze lanciarono 4 tartine a testa ai due cagnolini e Pipino riuscì a prenderne solo una mentre Finocchio due più una di cui riuscì a mangiare solo il pane ma non il ripieno.
"Accidenti Pipino sei proprio sfortunato, stasera vedremo se quello che hai detto prima è vero. Ora portateci alle stanze" e le due padrone salirono così sui due schiavi messi a 4 zampe.

Giunti davanti alle stanze dovettero aspettare un po' perché erano tutte occupate così era necessario inventare qualcosa per ingannare l'attesa.
Lei era seduta sulla schiena di Finocchio e Pipino, subito dietro di lei, portava Stefania.
"Allora Pipino avvicinati, di più, io e Stefania dobbiamo poter amoreggiare un po'; anzi metti pure il naso nel culo del tuo amico e leccalo per bene."
Così mentre Giulia e Stefania si passavano il tempo Pipino leccava accuratamente il culo e le palle del suo amico.
Proprio in quel momento passò Lady Elizabeth con l'inseparabile Andrea.
"Ciao care, avete fatto nuove conquiste vedo, aspettate di divertirvi un po?"
"Si ma qui non si libera niente così cerchiamo di passare il tempo come possiamo"
"E questi chi sono?"
"Oh, due amici che ho conosciuto stasera, ma considerali miei schiavi, quindi sono anche a tua disposizione se vuoi"
"Ah grazie, ne approfitto subito se non ti dispiace. Avevo promesso un premio ad Andrea ma io stasera non ne ho voglia così, anziché farlo masturbare, pensavo al culo di uno dei tuoi amici"
"Ma certo, Pipino mettiti a disposizione della signora, poi raggiungici" disse Giulia, mentre proprio in quel momento due stanze si liberavano; una fu occupata dalla combriccola di Giulia e una da Andrea, che trascinava per l'uccello un recalcitrante Pipino.
Appena entrate le due ragazze si gettarono una sull'altra baciandosi intensamente.
"Tu puoi fare quello che vuoi ma aspetta a scoparci, ti diciamo noi quando; bada solo a mettere il nostro piacere prima del tuo" concesse Giulia così Finocchio si lanciò su quelle due fighe e su quei due culi, leccandoli avidamente.
Pipino rientrò una buona mezz'ora dopo, camminando a gambe larghe con il culo dolorante, e si trovò davanti ad una scena che fece rizzare ancora di più il suo povero cazzetto bisognoso di sollievo.

Le due ragazze stavano cavalcando il suo amico, Stefania era seduta sul cazzo e Giulia sulla bocca, ed urlavano e si dimenavano come delle vere cow - girls; inutile dire che la stanza era pregna dei tipici odori del sesso.

"Ah, adesso arrivi. Raccontami tutto forza, mi eccita." Ordinò Giulia.
"Il padrone mi ha portato in una delle stanzette e si è sdraiato ordinandomi di spompinarlo per eccitarlo, non che ce ne fosse bisogno comunque, ed ha ordinato contemporaneamente allo schiavo di servizio di preparami il culo con saliva e lubrificante. Mentre lo facevo mi ha spiegato come si sarebbe svolta la cosa: io sarei stato la sua troia e avrei dovuto comportarmi come tale facendo urletti, dimenandomi, e parlando di me stesso sempre al femminile ed usando termini come troia e puttana; se solo avesse avuto il sospetto che non mi stavo impegnando al massimo mi avrebbe fatto molto male, oltre a denunciarmi a voi. Finita la spiegazione mi ordinò di impalarmi sopra di lui, sempre aiutato dallo schiavo che versò una bella dose di lubrificante sul suo cazzo. Non è stato facile ma alla fine ci sono riuscito e ho cominciato a cavalcarlo anch'io e ad eccitarlo il più possibile umiliandomi, dicevo che lui era il mio stallone ed io la sua vacca.
Ad un certo punto stava per venire così mi fermò e cambiammo posizione, questa volta una pecorina, dove mi tenevo aperto il culo con le mani e cercavo di assecondare i suoi colpi. Fu poi la volta della classica posizione alla missionaria, io mi tenevo le ginocchia al viso. Mi lavorò bene ma non voleva venire così si fermava ogni volta che era sul
punto."

"Raccontami quando è venuto forza, mi eccita" ordinò Stefania.
"Beh, dopo avermi rigirato in tutte le posizioni, quando proprio non ne poteva più, mi ha fatto inginocchiare davanti a lui e mi ha scopato in bocca inondandomi la gola con un primo getto mentre gli altri me li sparò in faccia. Dopo avermi fatto inghiottire tutto, non contento, mi portò nella vasca da bagno e mi lavò completamente di piscio, facendosi ripulire anche lì. A quel punto mi lasciò andare, una doccia veloce e sono corso qui."

Proprio in quel momento Stefania venne, squassata dai colpi dello stallone sottostante, e anche Finocchio lo fece, contravvenendo agli ordini delle padrone, ma nessuno ci fece caso.
"Accidenti voglio un po' di cazzo anch'io" sbottò Giulia dispiaciuta.
"Pipino prendi il suo posto, un po' di figa te l'avevo promessa. Ricorda che prima devo venire io, tu puoi venirmi dentro solo finché rimango lì altrimenti dovrai andare a mano"
Pipino si lanciò felice sul letto e si lasciò cavalcare dalla ragazza, sperando che lei non durasse molto, in quanto lui stava facendo sforzi tremendi per trattenersi.

Fortunatamente anche Giulia era al limite e ben presto il ragazzo sentì i suoi muscoli vaginali irrigidirsi e Giulia accasciarsi su di lui; approfittò proprio di quel momento per inondarla e finalmente rilassarsi.

I quattro si distesero allora sul lettone extra large per prendere un attimo fiato; dopo qualche minuto lo schiavo di servizio cominciò discretamente a darsi da fare per ripulire tutti.

Un'altra incredibile giornata era finita, ma dove sarebbero arrivati di quel passo?

(continua, speriamo)
 
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view post Posted on 10/11/2012, 19:18     +1   -1

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storia molto bella, nessuno ha trovato il seguito ?
 
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Zooey
view post Posted on 20/3/2013, 23:42     +1   -1




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Donna Carmela
view post Posted on 25/9/2013, 20:07     +1   -1




Non si trovano proprio?
 
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view post Posted on 17/12/2013, 00:09     +1   -1
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T.P.E.
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Io ho cercato, ma non ho trovato niente. Dovrebbero mancare ancora 5 o 6 capitoli, come ho detto l'autore aveva sbagliato a numerarli.
Se qualcuno li trova me li mandi o li pubblichi, grazie.
 
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kymonk
view post Posted on 8/10/2015, 21:04     +1   -1




Spero qualcuno trovi il seguito! Mi prende veramente molto questa storia
 
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15 replies since 21/7/2012, 17:14   55256 views
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