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MEMORIE DI UNA CAGNA

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-triskell-
view post Posted on 27/12/2012, 10:53 by: -triskell-     +1   -1
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Memorie di una Cagna – 3

“Stai morendo di voglia, non è vero?”, mi chiese rotolandomi sopra. Tentai di rispondere ma le sue labbra affamate di baci me lo impedirono. Così intrufolai la lingua tra i suoi denti e lasciai correre le mani su tutto il suo corpo accaldato. Completamente nudi ci rotolammo nell’enorme letto, godendoci la frescura delle lenzuola pulite e del grande ventilatore a pale appeso al soffitto. Mi sollevai sulle ginocchia a cavalcioni delle sue cosce e lentamente oscillai sul suo sesso eretto, solleticandomi la fessura con quella punta gonfia e vogliosa. Poi chiusi gli occhi e mi lasciai cullare lentamente. Avrei potuto stare per ore in quella posizione di languida e sensuale attesa del possesso, in quella velata tortura dei sensi.
“Stai sbrodolando come una troia!”, sogghignò Lui lasciando che il mio miele gli imbrattasse tutto l’inguine, fino alle cosce.
“Hai voglia?”, insisteva di nuovo, con voce roca e guardandomi profondamente negli occhi.
“Si…tanta da morirne…”, borbottai continuando a dondolarmi su di Lui. “Fottiti allora!”, fu il suo ordine perentorio. Non me lo feci ripetere due volte. Ridendo eccitata ed euforica mi sollevai sulle ginocchia e feci per infilarmi il suo cazzo ardente nell’imboccatura dilatata e gocciolante della fica. Ma Lui mi respinse con un gesto deciso. Sollevai gli occhi sul suo volto in cerca di una spiegazione, temendo all’improvviso di aver sbagliato qualcosa, ma non pareva inquieto.
“Niente da fare!”, sghignazzò scuotendo la testa. “Vietato!”, e così dicendo mi gettò lunga e distesa sul letto. “Io ho detto fottiti, non fottimi!”. Lo fissai con astio ben sapendo cosa intendeva dire, e non condividendo il suo desiderio in quel momento, ma Lui non si mosse. Mi si distese a fianco e, appoggiando le labbra al mio orecchio, cominciò ad incitarmi con paroline non troppo tenere e slinguazzate che in breve sciolsero ogni mia reticenza. Cosa potevo fare con un uomo che aveva così potere su di me, e argomenti tanto validi?
“Fottiti porca!”, insisteva con voce rauca. “Voglio vederti godere con le tue stesse mani e urlare e sbavare come una cagna in fregola!”.
Mi indirizzò le mani sui seni, invitandomi a pizzicarne i capezzoli duri e tesi, così come mi faceva Lui.
“Dai, non essere timida. So bene che ti piace da impazzire e non vedi l’ora di affondarti dentro tutte le dita!”. E così dicendo mi strizzò Lui i bottoncini scuri con tanta forza da farmi urlare dal dolore
“Mi fai male!”, gridai senza staccargli le dita.
“Bugiarda!”, sibilò. “Ti piace, altrimenti perché non mi impedisci di farlo?”.
Ma io sapevo bene quel che dovevo fare in quel momento, e ancor meglio quel che volevo fare!
Lasciai le sue mani dov’erano, pur inarcando la schiena per i brividi di dolore e piacere che provavo e poi, come desiderava, iniziai a palparmi le tette, i capezzoli, e presto scesi più in basso, verso la fica. Sapevo bene dove insistere, le lunghissime ore di masturbazione di quand’ero bambina mi avevano insegnato a conoscere perfettamente il mio corpo e i suoi messaggi.
Immersi due dita umide nella nicchia tra le cosce e le ritirai immediatamente, godendomi i fremiti della mia fessura boccheggiante e i brividi che dal clitoride teso mi si irradiavano in tutto il corpo.
“Non fermarti, continua a godere…”, sussurrava premendomi contro il fianco il cazzo pulsante…”Non vuoi
riempirti le mani di caldi succhi?”. Io rispondevo con frasi spezzettate e con monosillabi che sempre più spesso terminavano in un guaito da animale braccato, e ripetevo il suo nome monotonamente, tentando di convincerlo ad aiutarmi.
Avrei voluto aver la forza di continuare a spingermi dentro e fuori le dita, così come faceva Lui a volte per intere ore, e invece ero già stanca.
Nonostante l’arrapamento non ero più capace di portarmi al godimento.
Singhiozzai rabbiosamente, afferrandogli le mani e indirizzandole tra le mie cosce dischiuse…e allora Lui si decise ad aiutarmi. Mi fece girare e dopo avermi fatto affondare il viso nel cuscino, fece scivolare un dito lungo la mia schiena fino a tuffarlo nell’orifizio del culo stretto e chiuso. Sobbalzai e protestai debolmente, ma sapevamo bene entrambi che tutto ciò mi eccitava tantissimo. Continuai a stuzzicarmi il clitoride gonfio mentre lui mi allargava lo stretto buchetto con movimenti lenti ma decisi, finché impaziente e vogliosissima mi sollevai sulle ginocchia e gli offrii il culetto come su di un piatto d’argento.
“Succhiami la lingua!”, mi ordinò quando si accorse che stavo ormai per godere, e nel suo bacio vorace intuii tutta la forza del suo desiderio. Spinsi a fondo le dita nel mio corpo bollente e sussultai sentendo che Lui intanto affondava le proprie, contemporaneamente a me, nell’altro buio anfratto. Ora le nostre dita erano divise solo da una membrana sottile e si sfregavano facendomi sobbalzare per il piacere sfrenato che provavo. Pareva quasi che il mio ventre fosse diventato un tutt’uno, un’unica grande tana accogliente, morbida e bagnata, in cui insieme io e Lui potevamo sguazzare e dimenarci.
“Godi, cazzo!”, urlò sulla mia bocca. “Godi adesso…o ti sfondo!”. Non riuscii a resistere oltre. Sprofondai tre dita nella mia fica impaziente e mi lasciai riempire anche il culo, venendo tra urla e fremiti convulsi…..

continua ..................
 
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16 replies since 26/12/2012, 15:14   6219 views
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