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MEMORIE DI UNA CAGNA

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-triskell-
view post Posted on 28/12/2012, 12:12 by: -triskell-     +1   -1
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Memorie di una Cagna – 4

Avevo conosciuto Lui a una festa a casa di amici. La prima impressione che mi fece non fu certo delle migliori. Lo ritenevo solo un arrogante e presuntuoso play-boy, troppo sicuro di se stesso per i miei gusti. Inoltre capii subito che non era tipo di molte parole, piuttosto asociale. Per questo, quando a metà serata mi chiese di accompagnarlo in terrazza perché voleva parlarmi, ne rimasi molto stupita. Che cosa poteva avere da dirmi se ci eravamo conosciuti solo due ore prima? Lo seguii incuriosita e quando fummo l’uno di fronte all’altra, mi guardò negli occhi, sospirò con un’aria un po’ annoiata e poi disse:
“Senti, se hai voglia puoi anche dirlo, non ci sono problemi!”.
“Ma voglia di cosa, scusi?”, chiesi io stupita. Lui sospirò pazientemente, come avesse a che fare con una bambina un po’ stupida.
“Voglia di farti scopare”, rispose in tutta tranquillità, “Non certo di guardare le stelle insieme!”.
Non parlai subito, perché stavo tentando di stabilire se fosse solo un emerito sbruffone o piuttosto un mitomane, un maniaco. Ma poi decisi di buttarla sul ridere, come avesse detto una battuta di spirito e che non era il caso di offendersi per la stupida smargiassata di un ragazzotto cresciuto.
“Lei è molto gentile e premuroso, ma credo che la cosa non mi interessi”, dissi col mio sorriso più amabile. Ma visto che Lui non rideva affatto, tagliai corto e mi avviai verso la porta. Non avevo fatto che pochi passi, quando me lo trovai davanti.
“Che fai, scappi?”, domandò con un’aria sprezzante che mi mandò proprio su tutte le furie. Lo assalii con tutta una serie di invettive stile scaricatore di porto, lo insultai, lo ingiuriai, sottolineando il fatto che non ero una di quelle donnette ingenue e frustrate che si lasciano affascinare dal primo dongiovanni con l’aria mondana che le abborda senza tante cerimonie. Gli dissi anche che la mia vita sessuale era piena e soddisfacente e per fortuna non avevo bisogno delle sue prestazioni da mandrillo. Sorrise, proprio nel momento in cui mi aspettavo che si sarebbe ritirato con la coda tra le gambe.
“La signorina ha la lingua lunga!”, esclamò sarcasticamente. “Vediamo se sa usarla anche per fare un pompino!”.
E senza darmi neppure il tempo di rispondergli, mi scaraventò contro il muro. Lottammo corpo a corpo. Tentò anche di baciarmi. E chiaramente ne ebbe in cambio solo un morso e un violento calcio negli stinchi. Ma presto mi trovai imbrigliata dalle sue braccia e dalle sue gambe da non poter muovere più un solo muscolo.
“Lasciami o grido!”, sibilai col respiro corto ma proprio in quell’istante ebbi la sensazione di qualcosa di caldo e duro contro il ventre. Ne rimasi disorientata, confusa e la frazione di secondo in cui esitai fu sicuramente la mia rovina. Mi trovai col vestito completamente strappato sul davanti, e un cazzo fremente che mi stuzzicava le labbra della figa. Era tardi per gridare, come avrei potuto giustificarmi?
Sarebbe stata credibile la versione della violenza carnale? E poi, volevo veramente che accorresse gente a interromperlo, proprio quando mi aveva sollevato le gambe attorno ai propri fianchi e si apriva un varco tra le mie tenere carni? Mi aggrappai a Lui per non scivolare indietro e questo mi mise definitivamente in una posizione di svantaggio. Ora potevo solo permettergli di chiavarmi a suo piacere e di baciarmi, di mordermi le labbra, finché non le dischiusi e accolsi la sua lingua vorace.
“Perché non l’hai detto subito che lo volevi con la forza?”, ansimò contro la mia bocca. E io avrei voluto tanto mandarlo al diavolo, ma il fuoco che dal basso ventre mi saliva in tutto il corpo sembrava dovermi esplodere nel cervello. Godevo come non mai di quell’ariete violento e deciso che mi rimestava in profondità, tanto che all’improvviso mi augurai non arrivasse nessuno degli altri ospiti, perché non sarei stata capace di nascondermi e rinunciare a quell’orgasmo che mi stava montando dentro con furia.
“Dillo che non godi! Dillo adesso che non ti piace, che non vuoi!”, ansimò con voce roca.
“Fottimi!”, avrei voluto urlare. Ma una ennesima stoccata del suo cazzo mi stava già catapultando in paradiso. Mi avvinghiai a Lui e affondai i denti nella sua spalla, per non urlare come un’ossessa a tutto il mondo che godevo, che venivo. Lui mi inseguì a ruota soffocando un rantolo nella mia bocca e inondandomi di una colata rovente. Quando mi riappoggiò sul pavimento fu come tornare sulla terra dopo un viaggio in un mondo lontano e sconosciuto. Non avevo mai provato nulla di simile, niente di così totalmente sconvolgente, di così prepotente e irrazionale. Abbassai gli occhi sul vestito a brandelli e inzuppato dei miei succhi odorosi e feci per tornare nel salone, così confusa e frastornata da non rendermi conto dello scompiglio che avrei creato. Ma per fortuna mi bloccò in tempo. Mi mise la giacca dello smoking, me la fece infilare e me l’allacciò sul davanti, così che almeno si coprisse il triangolo tra le cosce.
“Andiamo!”, disse, tenendomi per un braccio. Lo seguii come in trance.
“Ma dove?”, domandai attraversando il salone affollato, senza rendermi conto delle occhiate curiose e stupite degli ospiti.
“A casa mia”, rispose tranquillamente.
Annuii. Solo quando eravamo già saliti sulla sua auto mi ricordai di chiedergli perché dovevo seguirlo proprio a casa sua.
“Ho deciso che staremo un po’ insieme!”, dichiarò. E in quel momento io lo trovai del tutto logico. Dormii nel suo letto quella notte, dopo che chiaramente mi ebbe scopata per non so quante volte di seguito, svegliandomi e usandomi ripetutamente. E la mattina dopo, all’ultimo risveglio, trovai il letto vuoto ma tutt’attorno un’infinità di abiti ed oggetti femminili. Quello che praticamente mi sarebbe servito per un lungo soggiorno a casa sua. Non ebbi nulla da ridire quella mattina, e Lui non mi permise più di farlo nemmeno nei giorni che seguirono.

continua....................
 
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16 replies since 26/12/2012, 15:14   6219 views
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