Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Racconti d'autore: SOTTOMISSIONE - LA LOTTERIA GINARCHICA

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view post Posted on 11/12/2020, 11:10     +3   +1   -1
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T.P.E.
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Racconto non autografo, trovato sul web, dal sito wattpad, autore Ancora Sveglia
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lotteriaimg


Si tratta di un racconto molto particolare, soprattutto nell'impostazione narrativa che non è convenzionale.
Lo definirei un "librogame interattivo a tema bdsm", nel quale l'Autore si rivolge direttamente al lettore e, ponendo quest'ultimo di fronte a delle scelte e chiedendogli di farle, lo conduce ai vari capitoli in ordine diverso, secondo percorsi che possono di volta in volta terminare oppure ricongiungersi.
L'interattività è nel coinvolgere il lettore (quindi voi) nelle scelte del protagonista, modificando lo sviluppo narrativo.

Di conseguenza, per trasferire qui il racconto in modo ordinato e secondo l'idea dell'Autore, dovrò editare (modificare) successivamente i vari post/capitoli per inserire, volta per volta, i link di richiamo.

Questa la premessa dell'Autore, Ancora Sveglia, che si definisce così:
"Ancora sveglia: perché cerco storie che mi tengano ben sveglia, che non mi facciano dormire. E se non le trovo, le scrivo"

Preparatevi ad un viaggio pericoloso e sinuoso: uno con due strade parallele e due novità da affrontare insieme. La prima sarà quella di entrare nello stato ginarchico di Melody. Uno stato ucronico, con una storia alternativa alla nostra, dove le donne hanno preso ogni potere civile e politico, e sono pronte a fare gli ultimi passi per schiavizzare definitivamente gli uomini. Il secondo, sarà di fare le vostre scelte. Perché in questo testo - i personaggi principali, siete voi. Un po' come nei vecchi libri game, preparatevi ad iniziare un'avventura dove non sarete solo passivi. Avrete il coraggio di partecipare alla lotteria di Melody? Chiunque riceva un biglietto - e non lo fa per sua scelta - affronterà un cammino scelto dalle leader ginarchiche. Quale sarà il vostro destino? Verrete sacrificati in diretta nazionale, venduti come oggetti alla vincitrice di un gioco in cui voi siete i premi, o guadagnerete la libertà? E la volete davvero?

Buona lettura.




Prologo: Un mondo "ordinario"

"In questa civiltà moderna e democratica, finalmente, gli uomini e le donne avevano pari diritti. Ogni cinque anni potevano votare il loro Parlamento che, a sua volta, avrebbe eletto il presidente del consiglio. Tutti gli esseri umani avevano pari dignità, senza distinzione di sesso, religione, preferenze sessuali o culturali, provenienza geografica. Ognuno, senza alcuna distinzione, ha diritto alla vita, al lavoro, ad un luogo sicuro, alla propria opinione ed alla libera partecipazione alla società civile. Uomini e donne hanno pari diritti, pari doveri ed eguali stipendi per medesime responsabili..."

Melody interruppe la lettura e gettò direttamente il libro tra le fiamme del camino.
«Che stronzata pazzesca!».
Miriam, allungata su un divano di pelle poco distante a bere un bicchiere di vino bianco rise a quel gesto.
«In effetti non ho mai letto un libro più stupido: chi mai crederebbe ad una politica del genere?» e fece il gesto di scacciare una mosca invisibile con la mano.
«Capisco la necessità di creare un mondo fantastico, ma così il patto di sospensione di incredulità con il lettore va a farsi fottere. Non trovi, coso?» chiese ad un giovane ragazzo che si trovava in ginocchio sotto al divano, vestito solo di un paio di mutande nere. Era impegnato a massaggiare i bei piedi nudi di Miriam che, ancora in veste da camera e con i capelli spettinati, dialogava con Melody.
Quest'ultima, vestita di un abito rosso che le lasciava scoperte le gambe e le spalle, ma stava in una strana via di mezzo tra la comodità ed il lusso, si alzò dalla sua poltrona.
Fece due passi veloci e colpì con un calcio nei fianchi il ragazzo. Questo tossì violentemente, poi chiese scusa, anche se non sapeva per cosa. Melody assottigliò gli occhi fissandolo.
«Ti ha fatto una domanda Albert, vuoi rispondere, o ti spedisco ai lavori forzati?»
Gli occhi del ragazzo erano già bagnati di lacrime.
«I-Io... no, no, è assolutamente irreale quel …»
Venne interrotto da Miriam: «Ah, ecco come si chiama» sospirò «Come fai a ricordarti i nomi di tanti schiavi?».
Melody alzò le spalle, sinuose eppure forti.
«Sono un genio, ricordi?» e lo disse spingendo il piede nudo prima sulla guancia, poi direttamente in bocca ad Albert. Tornò a sorridere.
«E poi questo è lento, ma quando non parla con la bocca ci sa fare... ma ora mi serve una sedia» disse.
Il ragazzo poggiò allora subito i gomiti e le ginocchia al terreno, per mettersi a quattro zampe e fungere da sedia umana alla regina. Ella si sedette su di lui e continuò a parlare con la sua più fidata consigliera nonché organizzatrice della lotteria obbligatoria semestrale:
«Parlando di cose serie, la lotteria è pronta?»
Gli occhi di Miriam si eccitarono.
«Oh, sì. I biglietti sono già stati distribuiti. I primi diecimila soggetti hanno ricevuto il loro numero. Domani alla tv nazionale verranno svelati i primi 10 vincitori.»
«E verranno torturati e frustati a sangue in diretta nazionale?»
Miriam si alzo sulla schiena, poggiando un piede sulla testa di Albert per stare più comoda: «No, no, quest'anno è diverso: metà di loro verranno lentamente prosciugati dalle succubi, in diretta nazionale».
«Mi piace»
«Ma non è tutto: questa volta i vincitori potranno scegliere. Se andare, appunto, agli studi televisivi, o al centro addestramento per nuovi schiavi perfetti, dove sperimenteremo i nuovi lavaggi del cervello»
«Gli diamo perfino la possibilità di scegliere, non siamo troppo magnanime?»
Miriam rise. «Oh, io lo trovo incredibilmente divertente: fargli scegliere che fine fare. Vero, mh, coso?» e si allungò per carezzare la guancia di Albert, come fosse un bambolotto.
«E se non volessero fare né una cosa né l'altra? »
«Sarebbe alquanto noioso. Verrebbero semplicemente uccisi dall'esercito delle valchirie.»
Melody si alzò dalla sua umana seduta, e si spostò verso un piccolo armadio, dove prese un bel paio di scarpe rosse, come i suoi capelli, ed un guinzaglio.
«La domanda più importante è...»
... e si avvicinò ad Albert, agganciando il guinzaglio al collare che già aveva al collo ...
«... i maschi, hanno il dono del libero arbitrio?»
chiese fievole e cogitabonda verso l'amica, lasciandola con quel dubbio, prima di uscire dalla porta con il giovane al guinzaglio.


Capitolo 0: La descrizione della lotteria

Ogni sei mesi, nello Stato, ma sarebbe meglio dire Regno ginarchico di Melody, viene imposta una lotteria a tutti i maschi del territorio.
Una prima estrazione viene fatta internamente, dal numero identificativo di microchip che tutti loro hanno sottopelle, all'altezza del collo. Diecimila soggetti vengono così scelti. Successivamente, ad ognuno di questi arriva un ordine statale per posta domestica ed indirizzo elettronico: devono comprare per 100 Arie (la moneta corrente del Regno di Melody - 100 Arie sono di norma l'equivalente di un decimo di uno stipendio base, e tutti i maschi a Melody hanno al massimo uno stipendio base, se non sono ancora ufficialmente ai lavori forzati o schiavi presso qualche ente o qualche matrona) un biglietto della lotteria.
La spesa è necessaria - viene descritto nell'ordine ministeriale - per sostenere i costi della lotteria ed i premi (o sperimentazioni) al seguito di questa.
Tra i diecimila fortunati selezionati e compratori di biglietti, dunque, vengono poi scelti, tramite una seconda selezione casuale, 10 soggetti. A seconda della lotteria, essi verranno inviati come onorate cavie per qualche esperimento il cui scopo è dimostrare la sottomissione totale maschile al superiore genere femminile.


Capitolo 1: Il tuo biglietto

La settimana scorsa ricevesti il primo avviso sotto forma di notifica dal tuo chip e sullo schermo ad esso collegato. Era un venerdì, ricordi?
Stavi tornando dal lavoro, verso sera e ti ritrovasti a fissare, sorpreso e sgomento, quello schermo.

"Fortunato [segue numero di chip e identificativo nominale] sei stato scelto come probabile vincitore della lotteria Semestrale! Entro domani sera dovrai acquistare presso una qualunque ricevitoria, o da una Valchiria, un biglietto per sole 100 Arie. Entro una settimana, tra i primi diecimila aspiranti, verranno scelti 10 vincitori: potresti essere uno di questi, ed onorare lo stato di Melody e la nostra Regina, con il dono dell'inaspettato!
Ti ricordiamo che la lotteria è obbligatoria, e un tentativo di rinuncia al grande onore verrà punito severamente".

Possiamo solo immaginare le tue reazioni alla grande notizia: paura? sgomento? eccitazione? confusione? smarrimento?
Non hai scelta sulle tue emozioni. Del resto, sei un maschio: hai forse scelta alcuna?

Ricordi? Le cose poi andarono spedite. Quando tornasti al tuo monolocale, trovasti una valchiria (una componente del grande esercito di Melody) alla tua porta. Era un ufficiale, e non avevi mai visto una donna così alta. Un metro e novanta. Era nella sua divisa militare nera e rossa, stretta sulle sue forme muscolose e sinuose allo stesso tempo, capelli biondissimi legati in una treccia perfetta, occhi del ghiaccio. Stivali scuri, una cintura porpora, la nota araldica femminile di Melody sulla spalla. Dietro la schiena una spada ad un unico taglio, alla cinta una pistola automatica ed una frusta scura di cuoio. Il suo sguardo era vapore gelido nel tuo sangue. La sua voce calda ma tagliente, era un distillato di autorità:

«679843» - sì, proprio il tuo numero identificativo - «sei stato selezionato per la prima sezione della lotteria semestrale. Sono qui per registrare il tuo identificativo, così acquisterai il tuo biglietto e risulterai sull'archivio per essere selezionato tra i 10 posti d'onore».

Lo sai, non facesti in tempo a dire nulla: quella donna riusciva a metterti paura e a farti eccitare nello stesso istante: la vedesti semplicemente avvicinarsi a te, e portare una sorta di lettore al tuo collo, mentre con l'altra mano ti teneva fermo dai capelli. Dalla tua nuca.

«Ci vorrà solo un attimo, 679843»

Sentivi il calore del suo corpo presso il tuo, il rumore del suo respiro, percepivi il movimento del suo seno sodo e capiente mentre respirava, poi il veloce BIP di quel lettore.

La valchiria annuì: «Fatto, 678943: il pagamento è stato effettuato e risulti come partecipante al secondo giro estrattivo. Se sarai tra i fortunati verrò a prelevarti, dopo l'annuncio. Buona fortuna!»

Non ne sei sicuro, vero? Era un sorriso quello che per un attimo comparve sul suo volto candido? Era paura o eccitazione, quella che ti colmava?
Come stai, adesso?
Domani è il gran giorno.
Devi solo aspettare, 678943.
 
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Capitolo 2 - La seconda selezione

Sei sulla tua sedia in legno, di fronte allo schermo incastronato nel muro grigio.
Il canale nazionale è stato impostato ed acceso: una donna di colore vestita con un elegante tailleur nero ad ampio scollo quadrato legge trionfalmente le notizie.
Lo Stato di Melody è in netta crescita economica. I suoi stati vassalli prosperano e stanno applicando le medesime leggi in voga. Un nuovo grande campo agricolo nazionale è stato aperto e i vincitori della Lotteria semestrale stanno per essere estratti.

È quella stessa donna dalla pelle d'ebano ad attivare il macchinario che poi - casualmente - sceglie delle palline meccaniche che, rotolando su un'apposita piattaforma in vetro, indicheranno i numeri dei biglietti vincenti.
I primi nove vincitori sono già stati estratti. Manca l'ultimo.
La venere nera aziona il meccanismo, il braccio meccanico prende dalle numerose palline un singolo esemplare, lo posiziona su un piano inclinato, che costringe la sfera a muoversi e soffermarsi su un primo tassello.

Il primo numero è un 6.

Tu lo senti, vero?
In qualche modo, te lo senti.


Piano piano, senti il proseguo dei numeri estratti che vengono elencati:

7, 8, 9... 4...

Ci credi ancora, che potrebbe essere qualcun altro? Credi che sia colpa del destino? O forse è un trucco? Cosa c'è sotto? Perché proprio tu?

3.

Poi il numero - l'ultimo dei dieci - viene ripetuto insieme, più lentamente, e mostrato allo schermo, in diretta nazionale. 678943.

In qualche modo, te lo sentivi. Lo sapevi.
Ora, come ti senti? Sei più spaventato, o eccitato? Nei tuoi abissi più profondi, perversi e peccaminosi, ci speravi?


In fin dei conti è questa la vera debolezza maschile: volere essere rapiti dal fascino femminile, non avere scelta. Essere... sottomessi.

Eppure, questa volta, hai scelta. Tu hai scelta.

Lo spiega anche la venere nera, una volta compiuta la seconda ed ultima estrazione.
I dieci soggetti estratti e scelti per il grande onore di sottomettersi alla nazione di Melody e dimostrare il suo grande potere, potranno scegliere come farlo: recarsi agli studi televisivi nazionali, dove fra 3 giorni, in diretta nazionale, verranno consumati sessualmente dalle succubi.
Oppure, dovranno recarsi al laboratorio di Neuroscienze nazionale, dove diverranno cavie per i nuovi lavaggi del cervello previsti dalla Medusa Corporation, la più grande associazione scientifica di Melody.

Cosa sceglierai, Lettore?

Oh, scusa, cosa sceglierai 678943?

In ogni caso, sii onorato. La tua vittoria è il tuo sacrificio. Il tuo sacrificio è l'onore del Regno. La tua sottomissione esempio per tutti.

O forse, puoi ancora scappare? Cercare di nasconderti dalle valchirie, da quelle scienziate pazze di Medusa, o da quelle assassine ninfomani delle succubi?
Deve esserci una via terza, no?

Se andrai al laboratorio, potresti perdere ogni forza di volontà.
Hai sentito cose terribili. Uomini che perdono completamente il controllo, che vengono schiavizzati e trattati come cani, o peggio, come pezzi di mobilio da quelle folli. Qualcuno parla anche di commercio di organi, di test di resistenza, e chissà che altro.
Se andassi agli studi televisivi incontreresti le succubi. Donne assatanate di sesso, capaci di risucchiare ogni forza vitale di un uomo. Non si sa se siano sempre state così, o sono un altro progetto di Medusa. O sono donne normali, ma avranno la forza e la perseveranza - o il numero - utile a causare un infarto a coloro che avranno la sfortuna (o l'onore?) di finire tra le loro grinfie? Morire di infarto in un amplesso in diretta nazionale?

Entrambe le possibilità sono piene di mistero, leggende metropolitane e suburbane. Nebbie inquietanti e niente di chiaro.
Potresti scappare, no?
Non sarà facile, hai un microchip nel corpo, sottopelle, nel corpo. Con quello ti trovano sempre. E quelle Valchirie... l'esercito della Regina Melody, sono inarrestabili. Ti troverebbero e ti ucciderebbero senza pietà. Non c'è speranza.

O forse sì?

Ci stai ancora pensando, la tua testa gira vorticosamente. I tuoi pensieri sono talmente tanti, talmente inarrestabili, che ti fa male. Quando si resta nell'interstizio tra una scelta ed un 'altra, è come stare nel limbo. Come stare all'inferno.

Non è meglio scegliere. Poi sia quel che sia, ma almeno non questa confusione, questo dolore, quest'ansia. Ti pare anche d'aver saputo di qualcuno che sia sopravvissuto a quelle succubi ... in fondo sono donne come le altre, ... forse.
E, forse ancora, quegli esperimenti non sono tutti mortali, o non diventerai un pupazzo nelle loro mani, o una "macchina senza spirito", come diceva quella filosofa, Carteyna.
Ecco, ancora, stai finendo nella spirale dei pensieri!

[Sdang - Sdang!]

Ora non puoi più pensare: devi agire!
Qualcuno bussa alla tua porta con forza.

"Apri, 678943. Sono venuta a prelevarti. Ti porterò al centro di preparazione, e domani mattina sceglierai se recarti al laboratorio Medusa o agli studi televisivi nazionali. Apri, ora".

La voce la riconosci subito: è vapore gelido nel sangue.
Che fare?

Aprire la porta alla Valchiria, lasciarsi portare al centro di preparazione fino alla prossima scelta, oppure tentare di scappare: sei al secondo piano, potresti usare il cornicione della finestra, poi forse rischiare di saltare sulla scala antincendio, e poi darti alla fuga!

Cosa scegli, 678943?

[Se scegli di aprire alla valchiria, vai al capitolo "Il centro di preparazione" (LINK: #entry448889739).

Se scegli di tentare la fuga, vai a leggere il capitolo "La fuga" (LINK: #entry448907660]

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Edit: inseriti link
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Edited by -triskell- - 14/12/2020, 11:56
 
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Capitolo 3 - Il centro di preparazione

Sei ancora indeciso, turbato, confuso. Ma alla fine scegli. Decidi.
Lasci scorrere dal tuo corpo un gran respiro, poi vai alla porta ed apri: la valchiria ti sembra ancora più imponente e maestosa.

«Girati, 678943. Devo ammanettarti».
Deglutisci, ma esegui.
Ti volti, senti le mani forti della donna sui tuoi polsi, poi un "click" freddo che ti costringe a tenere le braccia dietro la schiena.
Poi di nuovo, le sue dita sulla tua nuca, ti spingono fuori, con una strana, ferrea dolcezza.
Respiri velocemente, scendi le scale che hai percorso infinite volte, ma non ti sembrano neanche le stesse. Uscite dall'edificio che fino a poco prima chiamavi casa, e forse non lo sarà più. Vedi una macchina nera davanti a te, una station wagon di lusso, nera, con i vetri oscurati. Fai per raggiungerla, ma senti la mano forte della valchiria sulla tua spalla: in uno strattone ti gira verso di lei: inquadri il suo volto giovane, ma dai tratti severi per quanto femminili, gli occhi ghiacciolo, le labbra rosse e quel seno prosperoso stretto nella divisa militare.
«Devo bendarti»
La domanda che stai per fare ti si blocca in gola. Le dita della donna premono sulle tue guance.
«Apri la bocca» ti ordina.
Quando esegui ti infila tra le labbra un pezzo di stoffa, o qualcosa del genere. Non ne sei certo, ma ti impedisce di parlare e affatica la respirazione.
La valchiria prende qualcosa dalla tasca: un sacchetto di un materiale vagamente poroso, e te lo mette in testa: ora sei al buio.
Senti una mano sulla tua testa: la valchiria ha la premura di farti abbassare per farti entrare in macchina.
Ti ritrovi seduto sul sedile. Senti il corpo della valchiria che sfiora il tuo fianco.
La macchina parte, non sai chi stia guidando.
Puoi solo pensare. Ed aspettare. Attendere, restando al buio. Il tempo si fa vuoto di azione e pieno di pensieri. Il buio sempre più fitto, il respiro faticoso, la mente meno sveglia.


[vai al capitolo: La prigione LINK #entry448923487]


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Edit: inserito link
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Edited by -triskell- - 15/12/2020, 10:50
 
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Capitolo 4 - La fuga

Ancora, senti bussare alla porta con forza. La tua attesa si sta facendo sentire.
Non hai tempo da perdere, se vuoi provare a scappare.
Allora recuperi un coltello da cucina, per istinto, poi ti lanci sul cornicione: sotto, sarà alto una dozzina di metri. Non puoi certo gettarti di sotto. Ma la scala antincendio non è così lontana.
Dietro di te, la voce della valchiria si fa impetuosa:
«Apri subito! Questa attesa non è tollerata, non farmi arrabbiare».

Non hai più tempo: sei sul cornicione, vedi, nel cielo grigio di oggi, tra i palazzi anonimi e squadrati del quartiere popolare in cui vivi, solo alcune passanti, che non ti hanno notato.
Prendi un respiro, poi ti lanci nel vuoto: la fitta alle ginocchia ti arriva quasi al cervello, le mani attutiscono il colpo. Quasi tre metri saltati. Sei sulla piattaforma della scala antincendio, ma è in disuso. Non ci sono scale. Sei in trappola?

Di sopra, al tuo appartamento, senti il rumore di colpi violenti. Non arma da fuoco, calci, ma hanno quasi la stessa potenza. Capisci che la porta è stata sfondata.

Ti guardi intorno. Noti che la piattaforma in ferro scuro sulla quale sei saltato è retta da due tubi metallici ai lati. Senza pensarci, ti arrampichi su uno di questi, ti afferri con le mani doloranti, ed in qualche modo scivoli fino al terreno. Fai appena in tempo a vedere la valchiria che ti sta inseguendo: dalla finestra è saltata sulla piattaforma come un enorme gatto. Piega pochissimo le ginocchia nell'impatto, non si abbassa. Lo sguardo gelido è tutto per te.

Ma sei arrivato a terra, sul marciapiede. Qualcuno ti guarda, lo ignori. Hai ancora il coltello nella cinta.

Ti guardi intorno, davanti a te un'unica strada - la solita - sai che conduce alla piazza, e da lì molti vicoli dove forse potersi nascondere.
Ma per quanto? Lei ti ha visto scappare. E il chip?
No, no, non c'è tempo per pensare!

La Valchiria dall'alto ti intima di fermarti:
«Fermati subito 678943 o ti fermo io! Ripensaci e potrò dimenticare l'accaduto»
Sembra pronta a saltare, hai solo pochi attimi di vantaggio, e sei armato.
Al resto ci penserai dopo.

Cosa puoi fare?

Puoi tentare di scappare rapidamente, per poi cercare una via di fuga laterale e seminare la valchiria.

Oppure puoi attenderla. Darle retta. E potrai decidere se affrontarla.

Cosa scegli, 678943?

[Se vuoi tentare di scappare, vai al capitolo "Un vicolo scuro" LINK #entry448939593

Se resti fermo ed attendi la valchiria, vai al capitolo "A noi due" LINK #entry448954964]

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Edit: inseriti link
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Edited by -triskell- - 17/12/2020, 12:12
 
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Capitolo 5 - La prigione

Non sai quanto tempo sia passato. Ma quando riprendi in parte coscienza, e l'uso della vista - piano, ti abitui alla luce.
Sei in una cella anonima: sbarre di ferro, un singolo letto spartano, un piccolissimo bagno senza porta. Un minitavolino, sulla sinistra, su questo una scodella di plastica bianca con del pane e dell'affettato, e un bicchiere d'acqua.

Sul letto, un foglietto con una matita.

Sul foglio una scritta a macchina:

"Entro questa notte, devi scegliere quale sarà il tuo destino. Dove andrà il tuo sacrificio? Dove chiederai di essere portato?
a) Agli studi televisivi
b) Al Laboratorio Medusa".

Su ogni opzione, c'è un classico quadratino, dove poter mettere la croce.

Ti ricordi vagamente dei tuoi tempi di scuola elementare, quando al mattino il gruppetto dei maschi aiutava le studentesse a sistemare la cartoleria, puliva la loro biancheria, prendeva appunti per loro; ma nel pomeriggio frequentavi le tue lezioni. A volte, i test a crocette dei compiti. Erano i tuoi preferiti. Le domande aperte ti mettevano più in soggezione. Troppe cose a cui pensare.

[Presto dovrai scegliere, ma per ora, corri al capitolo: "Il Risveglio", e ... buona fortuna!] LINK #entry449045880

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Edit: inserito link
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Edited by -triskell- - 23/12/2020, 13:01
 
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Capitolo 6 - Un vicolo scuro

Hai deciso.

Vedi la Valchiria pronta a saltare dalla ferrea piattaforma, ma ti butti verso la strada, corri a più non posso, la direzione è quella della piazza. Da lì, sai che ci sono molti vicoli dove potersi nascondere. Certo, hai il microchip, ma forse potresti, una volta trovato un rifugio, provare a togliertelo con quel coltello. Hai sentito che qualcuno lo ha fatto. E qualcuno, forse c'è riuscito.

Un passo per volta. Una cosa alla volta. Corri a perdifiato, senti la valchiria atterrare. Grida qualcosa che ora non capisci, ma non ti importa. C'è gran foschia, presto non riuscirà a vederti se sei fortunato. Questo è il tuo quartiere, lo conosci come le tue tasche, potresti riuscire a seminarla.

Stai ancora correndo, vedi la piazza in lontananza. Lampioni candidi e rari, flebili, illuminano quella parte di strada. Non rallenti, non ci pensi neanche. Poi senti un fischio forte, dietro di te. Sembra più qualcosa di meccanico, o elettrico, che un fischio umano.

Lo ignori, prosegui con tutte le tue forze. Le gambe corrono, il sangue pompa, il cervello prova a non pensare. Poi senti un secondo fischio, ma ormai sei sulla piazza. Imbocchi il primo vicolo, comincia a sentire la speranza: non hai sentito passi dietro di te, forse la valchiria ci ha rinunciato, o è caduta male dalla piattaforma. Puoi farcela!

Ma dalla nebbia della sera vedi apparire l'inaspettato: una figura di donna, proprio davanti a te: imponente, solida. Forte. La divisa nera e rossa, i capelli... d'un rosso acceso. Non è lei. Ma ha già in mano la spada! Gli occhi nocciola ti fissano pieni di rabbia. Forse quel fischio la richiamava.

Imprechi, hai un misero coltello da cucina in mano, non puoi affrontare una espertissima guerriera del corpo d'elite di Melody. Ti volti, tenti di scappare di nuovo, verso un altro vicolo della piazza. Due passi veloci, ed altri due dietro di te, poi di nuovo quel fischio, ed un altro, come una sferzata contro il vento. Il dolore alla testa è forte e fulmineo, poi sembra scendere su tutta la spina dorsale. La vista della piazza si fa flebile e confusa. I sensi si indeboliscono. Il piatto della spada ti ha colpito in pieno.
Crolli a terra, la coscienza di abbandona.


[Vai al capitolo: La prigione LINK #entry448923487]
 
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Capitolo 7 - A noi due

Decidi di non scappare.

Ma non sai ancora cosa fare.
La Valchiria salta agile in strada, dalla piattaforma, poi ti fissa, come a studiarti. Si morde il labbro inferiore, poi scuote un poco la testa, facendo danzare il codino biondo platino.

«Abbiamo perso fin troppo tempo, 678943. Ora vieni con me e non opporre resistenza, e non tentare ancora di scappare, o sarò costretta ad agire di conseguenza, e non ci andrò leggera».
Deglutisci, la vedi avanzare militarmente: così pericolosa, imponente ed austera, ma in qualche modo anche così affascinante e seducente.
Tu rimani fermo sul posto. Non vai verso di lei, non lasci il coltello.

Stai ancora pensando alla tua prossima mossa, vero?
La Valchiria sembra notarlo, si ferma a sua volta.

«E va bene. Ora basta. Come vuoi tu.»
Reclina un poco il collo, schiocca le dita della mano una contro l'altra.
«Ti lascio scegliere, 678943. Coraggio. Puoi decidere di sfidarmi, magari anche ammazzarmi, e poi scappare» sorride. C'è un'aria di superiorità e di orgoglio enorme in lei.
Un altro passo, si ferma a circa un metro da te.
«O combatti senza freni, fai di tutto per sopravvivere. O ti arrendi. A me» sottolinea con vigore, fissandoti.
E in quella sillaba la voce cambia, si fa più calda, più morbida e soffiata, per una sola volta.
«Ma fallo bene, sforzati anche in quel caso, perché non sono dell'umore di sentire cose a metà.»

Cosa è più forte in te, ora?
La paura? O la voglia di vincere, di affrontarla e poi di salvare la tua stessa vita?
Cos'è quel tuo strano istinto di piegarti a lei? È vero? O è solo una debolezza?
Forse puoi vincere, sei pur sempre un uomo, anche se lei ha più esperienza ed è meglio armata. Forse puoi farcela.


Cosa scegli?


[Se ti arrendi, vai al capitolo: In ginocchio LINK #entry448996551

Se decidi di combattere, vai al capitolo: Il duello LINK #entry448995501


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Edited by -triskell- - 20/12/2020, 09:46
 
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Capitolo 8 - Il duello

Sei pronto a combattere, o forse, semplicemente, senti di non avere scelta.
Stringi le dita sul coltello da cucina, guardi la Valchiria.
La vedi estrarre con un movimento la lunga spada. Per un attimo sembra rilucere. Ma non ti fai spaventare: anzi, agisci quando hai ancora un piccolo vantaggio, quando non sembra pronta, quando forse non ha ancora estratto interamente la spada: è il tuo momento!
Ti scaraventi contro di lei con foga, lama alla mano, i suoi occhi ti sembrano sorpresi. Punti al fianco, a colpire le sue carni. Lacerarla in punti vitali.
Muovi in un unico gesto fluido il braccio, ti sembra di arrivare a destinazione.
Ma ti accorgi di essere caduto nel suo tranello. Ha esposto il fianco, per bloccarti con l'avambraccio il polso tra il suo braccio ed il fianco. La lama parallela al suo corpo. Fai per liberarti da quel blocco, ma un colpo dell'elsa ti arriva in faccia, fortissimo.
Cadi a terra e sputi qualcosa: sono tre denti. E dov'è finito il tuo coltello?!
D'improvviso un tonfo al petto, il suo stivale ti costringe al suolo. La Valchiria sale letteralmente su di te, e con l'altro piede ti sferra un calcio sul volto. Sputi ancora sangue, la vedi troneggiare su di te. Ed ancora, quel sorriso beffardo. Cerchi di farla cadere, spingendo via le sue gambe, ma lei cade volontariamente in ginocchio. Esattamente sui tuoi gioielli di famiglia.
Ululi per il dolore, ma il grido risulta spezzato. La mano della valchiria ti afferra la gola, stringe con una forza incredibile. Come altre volte, senti le sue dita tra la tua nuca, sui capelli, ti spinge verso di lei: per qualche attimo affondi nel suo seno con il viso. Quel buio, quella presa, ti assorbe completamente: dolore, sensualità, aritmia cardiaca e asfissia sono un intreccio senza precedenti, poi quella mano ti costringe al suolo.
La valchiria è a cavalcioni sopra di te. Cerchi di muovere le braccia, ma hai perso energie e la sua mano sul collo le limita ulteriormente, e quella spada di terrorizza. Ora la lama si ferma sulla tua gola.
«Shhhh» intima, mentre si muove su di te.
Senti il suo peso, le sue gambe che stringono i tuoi fianchi. L'intimità di lei, dietro i pantaloni, sulla tua. Poi si china su di te, gli occhi del ghiaccio ti sembrano entrare dentro.
«Ti avevo avvertito, cazzone»
Per una volta non ti chiama con il tuo numero identificativo, ma non è un sollievo.
«Potevamo essere altro, insieme»
Hai paura a tentare altro: la tua bocca sa di sangue, la testa ti fa male, così il collo, la lama sulla tua gola. Vedi il suo viso avvicinarsi, la sua bocca premere contro la tua e quel bacio affamato ti fa male. Il suo rossetto è ora il tuo sangue. Senti la sua mano scendere sul tuo petto, poi infilarsi tra i tuoi pantaloni e stringerti il sesso. Continua a baciarti.
Non capisci nulla, non sai a cosa credere. La minaccia si sta trasformando in altro. Arrivi perfino - l'istinto ti guida, a rispondere a quel bacio. Senti le dita di lei sulla tua eccitazione, le sue labbra ed i suoi denti afferrarti la bocca, poi uno scatto di ferro. L'inquietante rumore di una lama che passa sulla pelle, o su un osso: il tuo sangue che sgorga dalla gola.
La vista che si annebbia, il tuo corpo che sussulta. Eppure, giureresti che lei ti stia ancora baciando. Che i tuoi pantaloni vengano strappati, e che la valchiria continui a muoversi sopra di te. A farti suo.
Ma le forze vengono meno, come il dono del sangue, ed il battito del cuore.
Ognuno, in fondo, ha una diversa rappresentazione del paradiso, del tutto, suo, quando muore.

[Fine.

Puoi ovviamente tornare indietro e scegliere altre alternative, esplorare altre diramazioni]
 
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Capitolo 9 - In ginocchio

Non sei uno stupido. Ci hai provato, ma lo sai chi è quella: una valchiria, e persino un ufficiale.
Queste donne vengono addestrate fin da piccole a combattere, a cacciare i maschi ribelli, ad essere inarrestabili. Vengono scelte per la forza, la foga, e la furia.
Sono come gli spartani greci, ma più seducenti. E talvolta sparano.
Decidi di arrenderti.
Lasci cadere il coltello. Questo risuona sul pavimento asfaltato. Poi ti metti in ginocchio, chiedi perdono.
La valchiria ti guarda dall'alto, troneggia su di te. Assottiglia lo sguardo, fissandoti. Poi alza un piede, ricoperto nello stivale militare, e infila la punta tra le tue gambe, toccandoti appena, poi riposa la suola a terra.
«Leccalo» ordina.
Tu deglutisci, ma non hai tempo né possibilità, né forse voglia di chiedere, ti chini su di lei, a quattro zampe, e segui il suo ordine, lecchi il suo stivale.
La valchiria continua a fissarti, attende lunghi secondi, forse minuti, lasciandoti a quel lavoro. Poi infila le dita tra i tuoi capelli, tra la tua fronte, ti accarezza dolcemente. Scivola con il pollice sulla tua guancia, poi percorre, piano, l'intero profilo delle tue labbra, infilandoti quel dito in bocca, alla fine, a saggiare la tua lingua.
Inspira languidamente, come chi non sa aspettare.
«Ti ho detto di impegnarti, o giuro che ti taglio la gola»
e con un gesto secco si cala i pantaloni, le gambe larghe, di nuovo la mano sulla tua nuca, ti spinge contro il suo intimo, la tua bocca contro le sue intime labbra, costringendoti a leccarla, a darle piacere.
E tu ti impegni davvero. Sembra che tu ci riesca, dai versi che si lascia sfuggire dalla bocca. Nulla di freddo. Chi l'avrebbe mai detto.
Poi di colpo ti allontana con un gesto brusco, torna a tirarsi su i pantaloni e ritorna alla sua espressione austera. Chiude gli occhi, sembra pensare rapidamente. Si morde il labbro inferiore. Tu sei ancora in ginocchio davanti a lei. Devi attendere il responso. Cosa ha in mente?
«Non ti porterò al centro, 678943. Risulterai morto per tutti, per l'archivio centrale, per Melody. Hai tentato di scappare e non ce l'hai fatta » racconta.
E ora, di nuovo quel sorriso: non è orgoglio o supremazia, è... possesso.
«Ti porto a casa mia. Da ora sei mio» dichiara.
Libera la frusta dalla cinta, mentre non capisci cosa sta dicendo. Cosa sta succedendo. Te la lega al collo, poi senti stringere.
«Non resistere, piccolo. Quando ti sveglierai sarai a casa mia... nel mio sotterraneo... oh, le cose che voglio farti...»
La sua voce ti sembra sempre più lontana, sempre più distante... sempre più lontana... fino a quando la nebbia della città non ti entra negli occhi, ed i tuoi sensi si fanno spenti.


[Vai al capitolo: a casa della Valchiria] LINK #entry449026860

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Edited by -triskell- - 22/12/2020, 11:40
 
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Capitolo 10 - A casa della valchiria

Quando ti riprendi, sei in uno spazio sconosciuto.
Tutto è illuminato da candele, ed un gran fuoco nel camino.
Sei indolenzito. Ti scuoti, senza riuscirci. Quando cerchi di portare le mani al viso, ti accorgi di essere bloccato.
Sei legato ad una croce.
Sei completamente nudo. I polsi alle estremità alte. Le caviglie al legno centrale. Se non altro, i tuoi piedi sono a terra. Ma anche la tua fronte è legata alla croce di legno.
Di fronte a te, ora la vedi, la valchiria.
Non indossa la divisa militare.
Indossa un abito femminile, ma terribilmente scarno e sensuale. Sembra pelle. Le copre solo il seno, poi scivola sui fianchi lasciandole scoperta la pancia piatta e tonica, scivola sull'intimo coprendolo in parte, e lascia le gambe sode, nude, fino alle scarpe lucide e scure. La pelle artificiale crepita leggermente quando la donna respira, all'altezza del petto prosperoso.
Vedi un gran tavolo di legno e, sopra questo, una serie di strumenti non molto rassicuranti: una frusta, una tenaglia, un affare di ferro che sembra proprio uno di quegli aggeggi da far scaldare per marchiare a fuoco il bestiame. E ancora: delle corde, manette, candele, ed altro che non sapresti dire, al momento.
La Valchiria sorride, si avvicina a te.
«Bensvegliato schiavetto...»
La sua mano scorre sulla tua pancia, poi sul tuo sesso, si avvicina con la bocca a te e la pretende, la bacia, i denti mordono il tuo labbro inferiore, poi il tuo collo. La sua lingua ti lecca il petto all'altezza dei capezzoli, poi la guerriera si allontana di poco.
Ti guarda come guardasse un'opera d'arte.
La sua.
Legata alla croce. Impotente, eppure così bella.
Si avvicina al tavolo, guarda tra i vari strumenti.
«Proprio non so decidere» e si accarezza una guancia.
«Con cosa potrei cominciare...?»
Sorride, si volta verso di te.
«Frusta o marchio?»
Forse ti conviene stare zitto.
Forse il tuo animo implora proprio una di quelle scelte. Forse puoi chiederne un'altra!

Lei sembra leggerti dentro.
«Ti do 10 secondi: se non scegli, prendo la spada e te la infilo nel cuore. Mi piaci, ma di uno schiavo che non obbedisce subito non me ne faccio niente» chiarisce.

Poi torna a sorridere, e conta «10... 9... 8... 7...6 ...5 ...4 ... 3.... 2...1... Frusta o marchio?»

Cosa scegli, lettore, ehm, schiavo, ehm 678943?
Frusta o marchio?


[Se scegli il marchio, val al capitolo: Il Marchio LINK #entry449452667]

[Se scegli frusta, ovviamente, vai al capitolo: La Frusta LINK #entry449666808]

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Edited by -triskell- - 27/1/2021, 17:37
 
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Capitolo 11 - Il Risveglio (Parte 1)

Quando ti svegli, due guardie, due valchirie ti guardano da dietro le sbarre.
Nessuna delle due ti sembra sconosciuta, anche se hanno questo vizio, loro, di vestirsi uguale e spesso portare la medesima acconciatura: abiti militari, stretti sulle forme, pantaloni e stivali. Sulla cinta una frusta ed una pistola.
La valchiria sulla sinistra, bionda, dagli occhi di ghiaccio, ha, come l'altra, una spada dietro la schiena.
La sua compare ha i capelli rossi, è più scura di pelle, ed ha una leggera sciarpa sul collo, tra il marrone scuro ed il rosso. Sembra più un piccolo vezzo estetico che una copertura.
Ti metti seduto sul letto, poi ti alzi, e le senti parlare. Ma non capisci quello che dicono: hai sentito dire che le valchirie, addestrate da bambine, certe perfino da infanti, alla guerra ed alla difesa del regno e dei sovrani di Melody, studiano una lingua artificiale che conoscono solo loro.
Nessuno ne sa davvero niente, ma le parole che si scambiano sono al contempo esotiche, rapide e veloci: se dovessi immaginare un sistema linguistico per scambiarsi messaggi ed ordini militarmente, lo visualizzeresti in maniera simile.
Solo che c'è anche qualcosa di soffuso, di femminile, perfino di divertito, nei loro sguardi. Si alternano tra te e loro. E sembra che ci scappi anche una lieve risata. La bionda sembra domandare qualcosa alla rossa, e quest'ultima ride appena, lieve e stranamente adorabile.
Poi di colpo la bionda apre la porta delle sbarre. Le due donne entrano, tu arretri di un passo. Chiedi cosa succede, ma per ora le tue domande vengono ignorate.
Le porte vengono chiuse. La chiave viene girata. Siete chiusi dentro.
Ti aspetti che ti chiedano quale sia stata la tua scelta, ma non sembrano interessate neanche a quelle. Ti fissano, entrambe braccia conserte, studiandoti.
Poi la bionda ti parla:
«Spogliati, 678943, completamente»
Tu deglutisci, hai indosso una sorta di pigiama bianco, che hai trovato sul letto ieri notte.
«Muoviti»
Allora ti togli prima la maglia, la lasci cadere a terra, restando a petto nudo. Ti sembra di vedere un breve sorriso di attesa e di divertimento, sul volto delle guerriere.
Poi ti siedi sulla piccola sedia in legno per levarti pantofole e pantaloni. Sei in mutande, ti rialzi.
Le due si guardano, la rossa sospira:
«Ha detto completamente»
Cerchi di ignorare l'imbarazzo, e ti togli anche l'ultimo vestito.
Sei nudo come un verme di fronte a loro, che ti fissano.
Si guardano, poi una di loro, la bionda, gira intorno a te come farebbe una leonessa intorno alla sua preda ferita.
Di colpo senti le sue braccia dietro le tue ascelle, poi dietro la nuca: in una presa ferrea ti blocca gli arti superiore, e quasi ti solleva da terra, costringendoti a stare a piedi leggermente alzati.
Ti fanno male le braccia, ma la sensazione del contatto con il suo senso ti scalda la schiena.
«Non che ce ne sia bisogno, lo so, ma è più divertente così»
La rossa ride, poi si avvicina a te.
Posa le mani, entrambe, sul tuo petto, ti accarezza i muscoli e le spalle.
Due dita scendono a sfiorarti i capezzoli, poi a stringerne uno in una morsa tra pollice e indice. Ti sfugge un piccolo grido.
Senti la mano correre sulla tua pancia, poi prenderti il sesso. Muoverlo, iniziare a masturbarti, toccarti, eccitarti.
Ti chiedi se dovresti ribellarti, ma non sei sicuro, né di averne la forza, né di averne la voglia, vero?
Lei rallenta il ritmo, poi accelera.
Poi di nuovo rallenta. Sempre di più, sempre di più, fino a fermarsi proprio quando stai per esplodere.
«Non così in fretta» mormora con un tono che non più quello di una guerriera, ma quello di una giocatrice, o di una dea.
Senti la presa sulle braccia e la nuca farsi più debole, le mani della bionda si portano alle tue spalle.
«Giù, da bravo».
Non hai altra scelta che scendere in ginocchio, davanti alla rossa. Fra le due valchirie. Senti una mano fra i tuoi capelli, poi vedi e senti i corpi delle due avvicinarsi, alzi lo sguardo quanto basta per vedere che si stanno baciando, poi senti le loro carni, le loro divise su di te.
Sei solo un intermezzo fra loro, ora. Un corpo tra loro, schiacciato tra le loro cosce, mentre si baciano.
Si separano di nuovo, sei confuso, quasi non vedi arrivare il piede della rossa sul tuo petto, costringendoti ora a cadere indietro, mettere la schiena al pavimento, supino. Non sai che fare, recuperi solo un po' fiato.
Poi assisti a qualcosa che non sai se temere o desiderare. In ogni caso, lo fai con tutte le tue forze.

Prosegui a: Il Risveglio, Parte 2 LINK #entry449066746

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Edited by -triskell- - 24/12/2020, 14:22
 
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Capitolo 12 - Il Risveglio (Parte 2)

Entrambe le valchirie si spogliano. Lo fanno in sincronia perfetta, all'unisono. Si tolgono prima la giacca, lanciano le cinture sul letto.
(Forse potresti scattare a raggiungerle? perché non lo fai? Oh, lo sai perché...)
Poi gli stivali, ed infine i pantaloni. Scopri che non hanno intimo sotto quelle vesti militari spesse: ora sono completamente nude, e sono uno spettacolo di forza e sensualità. Pancia piatta, cosce tornite, seno prosperoso, spalle ben disegnate. Piedi stranamente curati. La bionda è forse leggermente più muscolosa, la rossa ha un incarnato più scuro, i capezzoli più grandi.
Il piede della rossa torna sul tuo petto, ora nudo.
«Resisti 678943, e non romperti, poi dobbiamo portarti dove...» e alza le spalle «... Be', dove hai scelto.»
Ride, di quella novità.
Ma tu non hai il coraggio ora di parlare.
Resisti, dice. Cosa vuole dire?
Lo capisci subito.
Ora anche l'altro suo piede è sul tuo petto. Il suo peso interamente su di te.
La guardi dal basso, troneggiare completamente. Fa paura. Un po' male, ma è anche... così stranamente piacevole, vero?
Ora si sposta, camminando sopra di te.
Dapprima ti mette un piede in faccia.
Chiudi un occhio, resisti e mugoli allo sforzo, la testa che ti si comprime.
Le dita del suo piede ti toccano le labbra, poi entrano direttamente nella tua bocca, senti l'impulso di leccarle.
Perché lo fai?
Poi il secondo piede: rimane in equilibrio sul tuo viso.
«Fermo, tappettino»
Riesci a star fermo, per secondi di cecità e compressione che sembrano ore. Poi lei si sposta. Torna sul tuo petto, poi sulla parte morbida della tua pancia, l'addome. Qui fa più male, fatichi a respirare. Ma vedi l'altro piede fermarsi sul tuo sesso, per giocarci un poco. Accarezzarlo con le dita, poi comprimerlo con la pianta. Fa male anche quando si ferma sulle tue cosce, un piede per ognuna.
Ti starai chiedendo cosa stia facendo la valchiria bionda, in questo momento, ma è presto detto.
Dapprima vedi le sue gambe, aperte, sopra di te. Poi la vedi scendere: il sedere che si avvicina sempre di più, tonico e sodo, ma anche morbido e chiaro come il latte. Sempre di più.
Infine, senti del tutto la sua consistenza sul tuo viso, gli occhi vedono solo il latte della sua pelle, il rosso del suo foro più intimo, poi la pressione di tutto il suo corpo.
Il respiro ti viene meno.
Non sai neppure dove sia l'altra valchiria, ma la senti muoversi: ora è di nuovo sul tuo petto. Ti sta ancora usando come tappeto.
La bionda, invece, si è seduta interamente sulla tua faccia.
Per lunghi momenti ti sembra di perdere completamente il fiato, poi la valchiria si alza di poco. Vedi per un attimo da una strana prospettiva, dal basso, i suoi seni tonici, la sua schiena, il suo viso che ride.
«Fai un bel respirone, campione»
Te lo concede: cerchi di prendere più aria possibile nei polmoni, poi di nuovo il suo sedere è sul tuo volto. Di nuovo annaspi tra le sue splendide carni per trovare un minimo di fiato. Di nuovo il tuo corpo trema.
Senti nuovamente un altro peso spostarsi: i piedi dell'altra guerriera sul tuo sesso, poi quella pressione sembra scendere. Pochi istanti dopo, mentre prendi fiato dalla pressione sul corpo, ma non dal sedere della bionda, senti prima le dita, poi l'umido e la morbidezza della bocca della rossa sul tuo pene.
Non ci credi.
Una valchiria seduta su di te a rubarti il fiato, l'altra a succhiarti il sesso Lo fa prima con calma, ma leccando la punta più sensibile, poi quasi divorandoti l'asta.
Sei tremendamente eccitato, ma anche spaventato. Più cresce il tuo desiderio, più il tuo cuore batte, più non trovi il fiato.
Da una parte senti il tuo corpo gemere, in cerca del piacere. Dall'altra sta soffrendo, in cerca d'aria.
Come è complessa la tua anatomia, vero?
Quando credi di non farcela più, ecco che il sedere della valchiria nordica si alza, dandoti modo di annaspare e respirare.
Credi di stare per esplodere, più in basso, ma la guerriera ferma i suoi baci e la sua lingua, e ti stringe il sesso con forza, fino a fati male, forse per timore che tu stia venendo.
«Non sporcare, prigioniero, non ne hai il permesso» ti avvisa.
La bionda ride, ora si mette, in piedi, sempre sopra di te e il tuo viso, ma cambiando direzione.
Ora vedi la sua pancia, il suo seno, il suo volto, e la sua vagina.
Di nuovo, le si abbassa, le gambe si piegano, il latte della sua pelle torna su di te, così il suo peso. Ma questa volta la tua bocca e parte del tuo naso finiscono direttamente tra le sue intime labbra.
Forse baci, forse lecchi, ma presto la pressione, l'odore - o forse il profumo - sono così forti da impedirti di muoverti a dovere.
E così lo sono i graffi che senti sul petto. Le unghie della valchiria, non sai neanche bene quale, che ti segnano la pelle.
«Vorrei farti bere il mio oro, prigioniero, ma non abbiamo tempo, purtroppo» sospira. «Ti direi che avremo un'altra occasione. Ma ne dubito».
Tu l'ascolti, mentre ancora annaspi a cercare aria, con tutto il suo peso di lei su di te, ed ora anche l'altro, sul tuo sesso.
La rossa si è comodamente seduta tra la tua pancia ed il tuo pene.
«Fra poco sarai una vittima sacrificale in TV, o una cavia al laboratorio... non sopravviverai in ogni caso»
Lo dice quasi con amarezza, sicuramente con un po' di dispiacere. Ma nel mentre tu stai pensando che se non si sposta morirai adesso, non ci arriverai nemmeno ad altre destinazioni. Quando tutto diventa più scuro, lei si alza, lasciandoti riprendere fiato. Ora, anche la rossa si alza.
Una delle due valchirie, come prima, ti prende per le braccia e ti aiuta ad alzarti.
La bionda ti gira intorno, come prima, ti accarezza una guancia, poi si avvicina, ti bacia piano sulla bocca.
«Addio, 678943» sussurra quando si stacca da te.
«Allora, che hai scelto?» domanda la sua collega.
Una per volta, le due donne si rivestono, tu ti riprendi, poi fai per rivestirti, ma prima, consegni loro il foglio della scelta.
La rossa annuisce, ma sorride.
«Sia. Ecco come te ne andrai. Non ci avrei scommesso!»

Quando le due donne sono di nuovo completamente armate, anche tu hai di nuovo i vestiti, ma la rossa alza le spalle.
«Quelli non ti serviranno per molto, dove stiamo andando»

[Vai a: "La Partenza"] LINK #entry449078664

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Edited by -triskell- - 25/12/2020, 12:55
 
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Capitolo 13 - La partenza

Quando ti svegli nella prigione, sei da solo. Ti guardi appena intorno, poi bevi quel bicchiere d'acqua che ti hanno lasciato sul tavolino.

Ecco come vuoi andartene.

Le due valchirie annuiscono, poi aprono le porte, una di queste ti spinge fuori.
Prendi il corridoio che le amazzoni ti indicano. Chiedi loro qualcosa, ti fermi, ma di nuovo vieni spinto in avanti.
Per lungo tempo ti ignorano, mentre percorri un lungo corridoio: altre stanze, altre celle uguali alla tua si trovano ai lati. Alcune vuote, alcune piene.
Quando sei davanti a un'altra porta rinforzata, le valchirie ti fanno cenno di bloccarti.
La nordica ti avvisa:
«Niente scherzi, ora ti ammanetteremo e benderemo. Poi saliremo nella macchina fuori. Fra mezz'ora sarai alla tua destinazione. Goditi il tuo ultimo viaggio»

Deglutisci, potresti forse ribellarti?

Ma vedi quanto sono armate, e chissà che altro c'è dietro quella porta.
Tiri un gran sospiro, sperando che lei si sbagli, ma resti docile: la rossa ti mette le manette ai polsi, poi un sacchetto in testo, e tutto diventa nero.
Senti una mano forte sulla spalla che ti guida. Ascolti una chiave che gira nella toppa, cammini ancora un poco, poi capisci di essere all'esterno.
Ti avvertono delle scale, e ti guidano oltre. Poi la mano sulla testa: ti siedi sul sedile della macchina, che parte.
Come partono i tuoi pensieri: cosa ti succederà, dopo? Sei veramente alla fine del tuo viaggio?

Cosa hai fatto per meritarti tutto questo?

E solo ora, lo noti, qualcosa che ti infastidisce un palmo. Un ferretto che viene fuori, forse dal sedile.
Una molla rotta, forse? O una forcina caduta a qualcuno? Non lo sai ancora. Pensi anche che sembra quasi lasciata sul sedile, o forse il fato ha voluto che la trovassi.
La trattieni tra le dita, forse potrebbe aiutarti a salvarti.
A liberarti dalle manette, e poi, chissà, guadagnarti la libertà.
Devi solo trovare il momento giusto. L'occasione perfetta.
I pensieri girano nella tua testa come una spirale impazzita.

Ma il tempo sembra sfuggirti dalle dita e correre più veloce del tuo cuore.

«Siamo arrivati, campione, scendi»
La porta si apre.
Scendi dall'auto, ancora privo di vista, ancora ammanettato.
Una mano torna sulla sua spalla, ti spinge su altre scale.
Capisci di essere entrato in un edificio.
Qualcosa si chiude alle tue spalle, poi, il sacchetto ti viene tolto e puoi guardare quanto hai di fronte.


Se hai scelto studi televisivi: vai a "Studi televisivi, l'ingresso" LINK #entry449091137

Se hai scelto laboratorio Medusa vai a "Al laboratorio Medusa, l'ingresso" LINK #entry449190877

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Edited by -triskell- - 1/1/2021, 15:25
 
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Capitolo 14 - Studi televisivi: l'ingresso

Riacquistata la vista, ti trovi in una stanza piuttosto grande, rettangolare, con un solo corridoio alla sinistra. La porta che dà all'esterno, dalla quale sei appena entrato, è chiusa e altre due valchirie, una di colore ed una brunetta, relativamente bassa per essere un'amazzone, la controllano. Infine, un'altra porta, sulla destra, completamente rossa, è controllata da due donne interamente ricoperte di latex, dai piedi alla testa, dove indossano delle maschere antigas. Una ha il pvc nero, l'altra d'argento. Le forme sinuose sono visibili in quella strana e stretta veste. Alla cinta, entrambe hanno un manganello elettrico tipo taser.

La stanza brulica di gente: ci sono un'altra decina di valchirie, e altri 4 uomini. Tutti ammanettati, e vestiti con un pigiama bianco come il tuo.
Tra tutte le persone lì dentro, ne spiccano due: c'è una ragazza giovane, sui vent'anni, vestita in jeans ed un maglione blu, con una telecamera in mano. Ha capelli castani ed un fisico minuto. Sta riprendendo la folla.
L'altra, è una donna più alta, dai capelli tinti di blu e vestita con un abito lussuoso, quasi da cerimonia, che le lascia scoperta una singola gamba, e le scarpe lucide con il tacco. Lo scollo è ovale, sul seno non troppo grande ma ben disegnato, il taglio del viso è delicato, come il trucco sulle belle labbra e sugli occhi verdi.
La conosci: tutti la conoscono. Miriam Levante, consigliera della Regina di Melody e organizzatrice della Lotteria.

Per ogni uomo, ci sono due valchirie, oltre alle due che controllano l'ingresso, ed altre due ferme sul corridoio.
Una di queste viene poi verso di te: ma ti passa solo di fianco, e raggiunge Miriam, per sussurrarle qualcosa all'orecchio.
La Consigliera annuisce. Si sfrega energicamente le mani.
«Bene, allora è tutto pronto per il sacrificio».
A quelle sue parole ti si gela il sangue, un mormorio nasce nella sala.
Un uomo sembra voler correre verso la porta, ma subito viene bloccato e fatto inginocchiare da due valchirie.
A quel punto, l'amazzone che ha parlato con Miriam prende parola.
«Ora è tempo: inutile fare scherzi, dovete solo eseguire gli ordini...»
La consigliera la interrompe con un sorriso:
«Ma tranquilli, ogni vostra resistenza farà parte dello show».
Quindi la valchiria riprende voce:
«E dovete essere onorati di essere stati scelti: verrete consumati dalle succubi».

Ora noti che almeno tre telecamere, attaccate al soffitto sono accese e stanno riprendendo la scena.
Forse siete già in diretta nazionale?
«Per dimostrare la superiorità del Regno, e della Donna!»
Seguono altri mormorii e un paio di sonori schiaffi ad attenuarli.
«Verrete condotti uno per volta lungo quel corridoio, poi fissati al loculo sacrificale».
Atre voci vengono zittite, un pianto si ode appena.
«Quindi, attenderete le succubi, che, giunte trionfalmente, si ... occuperanno di voi, davanti al pubblico presente, e a tutta la nazione!»

Senti quello che dicono, ascolti le parole, guardi la confusione e le telecamere, ma le tue dita si muovono.
Con la massima cautela possibile, stai cercando di scassinare la serratura delle tue manette.
La distrazione altrui potrebbe aiutarti.

Miriam batte le mani, ed a quel gesto le valchirie la seguono, ed anche un singolo uomo, tra i cinque.
Basta un solo gesto per zittire tutti. Ora, è il momento.

Vieni messo in fila lungo il corridoio d'ingresso.
Sei l'ultimo della fila, a chiudere i cinque. Ma già si sentono le voci del pubblico vivo in sala, nel Teatro a cui porta quel corridoio.
Sentite anche la voce di una conduttrice, che, con un sottofondo musicale, avvisa che:
"Il più grande spettacolo del mondo", sta per avere inizio, annunciando l'ingresso dei vincitori.

Così, il primo uomo, guidato dalle due valchirie, fa il suo ingresso sul palco.

Puoi vedere cosa succede tramite uno schermo sopra al corridoio: l'uomo, sulla quarantina, pelato, viene portato dalle valchirie sul palco, osservato da almeno mille donne sedute nel teatro, tra galleria e platea.
Sul palco, Miriam e una bionda conduttrice, vestito in abito purpureo, raccontano la scena.
Preannunciano che i 10 vincitori della Lotteria sono stati divisi equamente - per loro stesso volere, e quindi 5 sono presenti qui oggi.
L'uomo non oppone alcuna resistenza.
Giunto sul palco, dapprima viene presentato al pubblico come "primo vincitore, poi per nome e cognome, quindi per numero identificativo".
Il pubblico applaude al prigioniero, quindi quest'ultimo viene fatto sdraiare supino a terra, poi legato gambe e braccia aperte a delle manette sul terreno. Infine, tramite un coltello, una valchiria taglia il pigiama denudandolo completamente.
«Chi sarà la sua succube? Come sapete, anche loro sono state sorteggiate: la sorte fa padrona in questo gioco tra esseri superiori e inferiori»
Miriam interviene aggiungendo:
«Le nostre succube sono state addestrate per anni ad usare il loro potere seducente e sessuale per essere letali e divine: alcune di loro hanno anche modifiche genetiche e questa sarà l'occasione per vedere quanto sia vero, quello che su di loro si racconta».
Seguono parole eccitate del pubblico, altri applausi.

Tu lo sai cosa si racconta: che alcune di loro possano letteralmente rubare la giovinezza e l'energia vitale agii uomini, con il sesso, fino a consumarli. Altre possono continuare a fare l'amore fino a fermare il cuore del loro compagno. Di altre ancora, si parla più come demoni, che come donne. Melody, del resto, fa ampio uso di iperboli e della mitologia: dai laboratori Medusa, alle Valchirie, alle Succubi.
Ma sai già che nella menzogna si nasconde un'inquieta verità.
Quale sarà la tua?

Ora entra il secondo vincitore, che sembra terrorizzato: dapprima non vuole entrare, e così viene sollevato di peso dalle due valchirie di turno.
Arrivato sul palco, tenta di scalciare ed allontanarsi: viene colpito violentemente allo stomaco, costretto ad inginocchiarsi, poi colpito con un pugno devastante in faccia, infine, mentre il suo corpo trema, viene legato al suo posto. Quindi denudato.

«Vedete, perché facciamo questa lotteria: certi maschi pensano ancora di ribellarsi. Devono ancora accettare il loro destino, e scoprire che è un onore sacrificarsi per Melody».

Miriam presenta quindi il terzo vincitore, che pur tremando viene presentato al pubblico, poi legato e spogliato come gli altri.
Il quarto, un ragazzo molto giovane ed esile, di 23 anni, viene preso sottobraccio ma sul corridoio scappa verso la porta rossa: una Mistress in latex non si fa un secondo di scrupolo a colpirlo con il taser. Il suo corpo rimane in preda alle convulsioni per qualche secondo, poi viene portato sul palco dalle valchirie e, sotto lo sguardo del pubblico e di numerose telecamere, denudato e issato al suo posto.

Infine, ora lo sai, e lo sa il tuo cuore che batte: è il tuo turno.

Senti la voce di Miriam annunciarti. Il quinto ed ultimo vincitore. Ecco il tuo nome, poi il tuo numero identificativo, 678943.

«Non fare cazzate, non serve a niente» ti avvisa l'ormai conosciuta Valchiria bionda. Ella ti prende per il braccio destro, e la rossa fa per prenderti per il sinistro.

Forse l'amazzone nordica ha ragione, ma forse il tuo istinto di sopravvivenza è troppo forte: decidi.

Entri docile, o provi a ribellarti?


Se rimani tranquillo prosegui con: "Mi lascio portare" LINK #entry449173915

Se provi a ribellarti o scappare prosegui con "Non mi avrete!" LINK #entry449104699

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Edit: inseriti link
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Edited by -triskell- - 31/12/2020, 13:29
 
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Capitolo 15 - Non mi avrete!

Per tutto il tempo in cui hanno portato gli altri quattro prigionieri sul palco, hai continuato a lavorare sulla serratura con quel piccolo pezzo di ferro.
Senti infine un click.
Decidi, o forse è l'istinto a guidarti, che non puoi salire su quel palco.
Quando finiscono di annunciarti, provi a prendere la pistola dalla cinta della valchiria rossa.
E forse lei è distratta: riesci a farcela!
Subito alzi l'arma contro di lei, urli che non ti devono toccare, o l'ammazzi.
Per un attimo l'intera folla negli studi del teatro si gela.
Chissà se ti stanno guardando anche dalle telecamere nazionali, e dagli schermi sul palco.
Gridi di aprire le porte e lasciarti andare, che hai bisogno di una macchina e nessuno si farà del male.
Ma proprio in quel momento, la valchiria si scaglia contro di te: di nuovo l'impulso vince, e premi il grilletto: colpisci in pieno volto l'amazzone rossa, aprendole la faccia e schizzandoti di sangue.
La folla urla così forte da diventare un unico urlo.
Ti volti di scatto verso la valchiria bionda, ormai sei costretto a colpire anche lei.
Ma quando stai per premere il grilletto... non vedi la fine del tuo braccio.
Dapprima non capisci. Il dolore non è ancora arrivato al cervello. Poi, per terra, vedi la pistola: la mano tiene ancora stretta l'arma. Il pavimento è coperto del sangue della valchiria, e del tuo.
Fai appena in tempo a notare il tuo arto, mozzato dal gomito in poi, quando la spada della bionda si infila in un unico gesto nel tuo stomaco.
Sputi sangue e dolore, la vista ti si annebbia.
Ti senti sollevare di peso, vedi gli occhi gelidi della valchiria studiarti, minacciarti, trafiggerti anch'essi. Crolli a terra tremante, vedi le telecamere che ti fissano, la folla che ti circonda. La confusione intorno a te.
Infine, la sua spada, che crolla sul tuo collo.

Mi spiace, 678943, sei morto: torna al capitolo precedente. LINK #entry449091137
 
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