Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Ineludibile passione per il cuoio degli stivali, femdom, fetish, voyeur, schiaffi, calci, cbt, bondage, verbal abuse, bastinado, T&D, cera, caning

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view post Posted on 19/11/2023, 12:51     +1   -1
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T.P.E.
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Racconto non autografo, trovato su web, dal sito mistresselvira.com che indica come autore del testo Elvira Nazzarri
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Jean è il tuttofare di una famiglia molto benestante e la sua vita è un monotono ed abitudinario scandire di giornate sempre uguali, probabilmente perché si occupa della tenuta estiva della famiglia, spesso senza la presenza dei padroni. In questo momento l’unica presenza nel luogo è l’anziana madre del ricco proprietario terriero che non ha grosse esigenze. Così Jean trascorre le sue giornate in estrema tranquillità e quasi si annoia per la troppa quiete
Passa il suo tempo ad immaginare storie al limite della violenza, lui né è sempre stato attratto ma non è mai arrivato a subirla.
Così, un bel pomeriggio di primavera, Jean, assorto nei suoi pensieri, passeggia lungo la stradina di campagna verso la tenuta ed incrocia un gruppo di cavallerizze al passeggio. Rimane colpito dal cuoio lucido dei loro stivali, ha sempre nutrito questa passione per il cuoio, il suo profumo, il suo sapore, la sua consistenza. Jean, sin dai primi ricordi coltiva il desiderio permanente di lucidare e leccare gli stivali. Così, quel pomeriggio, venne travolto da un’improvvisa voglia di adorarli e sfogare i suoi istinti bestiali risvegliati da quella visione. Di corsa rientrò nella villa e si precipitò nella stanza della signorina Elvira, la figlia del suo padrone. Ci si rifugia spesso per adorare gli stivali e gli indumenti della giovane ragazza durante le sue assenze. Gli stivali da cavallo gli fanno perdere la ragione, difatti, nonostante oramai sia già un anno intero che la signorina è assente, lui non ha ancora ripulito gli stivali come si deve, ma li ha leccati gradualmente facendo attenzione a non levare mai troppo sporco e lasciarne per le successive occasioni.
Eccitato dall’idea di strusciarsi come un verme per godere leccando il cuoio spalanca la porta e piomba nella stanza.
Ma questa volta la camera non è vuota e Jean, in un miscuglio di emozioni che passano dalla sorpresa, al terrore, alla vergogna rimane letteralmente impietrito.
Elvira, la bellissima signorina è lì, e si sta cambiando. La visione lo lascia inebetito! Che silohuette! Elvira è girata di spalle. Jean vede la meravigliosa schiena muscolosa della ragazza, le natiche sode e perfette fasciate nei pantaloni attillatissimi, le cosce possenti ed infine quegli stivali. Viene travolto da una fantasia improvvisa, lui a terra con la testa serrata tra quelle meravigliose cosce tornite. In quel momento Elvira si gira, lui scorge anche il magnifico seno nudo di lei, e rimane in uno stato di confusione mentale, come un ebete, a bocca aperta ed incapace di articolare parole.
Lei non sembra sorpresa, anzi pare compiaciuta da questa situazione inaspettata e con tono autoritario e divertito dice a Jean:
“Cosa fai li imbambolato? Sono questi i modi di presentarsi nella camera di una signorina?”
Elvira è una ragazza molto bella, ha uno sguardo penetrante, un carattere dominante ed è sadica. Gode nel prevaricare e piegare le persone secondo i suoi voleri. Non tanto per ciò che potrebbe ottenere ma per il piacere che gli dona l’esercizio del potere e del suo fascino che non lascia scampo.
Si avvicina a Jean molto imbarazzato, lo guarda senza pietà negli occhi e sfiora i suoi pantaloni. Jean è nervoso, ha avuto un’erezione quando ha colto Elvira nel cambiarsi . E’ bastato quel poco di pelle nuda, quel minuscolo pezzettino di capezzolo intravisto a farlo eccitare, le natiche sode e le cosce scolpite della Padroncina avvolti dai pantaloni aderentissimi da cavallerizza l’hanno turbato e gli hanno fatto perdere l’aplombe.
Uno sberlone lo risveglia dal torpore nel quale è caduto.
“Ti sei eccitato? Sei un porco!”
Jean teme per il suo lavoro e per la sua vita. Elvira ha già fatto castrare alcune bestie che si sono avvicinate a lei con un’evidente erezione esposta.
Jean è molto nervoso e l’istinto di Elvira lo capisce all’istante, come un predatore percepisce la paura della preda. Il potere la esalta e quindi decide di sfruttare il momento ed abusarne.
“In ginocchio lurido maiale!”, intima Elvira.
Jean obbedisce senza esitare.
Elvira gli appoggia il piede calzato tra le gambe e scivola con lo stivale sopra i pantaloni. Ci gioca un attimo prima di dargli da un calcio nei testicoli.
“Te lo meriti, animale schifoso! Sbrigati a ripulirmi gli stivali, incapace!”
Siccome non è soddisfatta del risultato decide di incaprettarlo con la corda come se fosse un capo di bestiame. Ma prima gli ordina:
“Togliti i vestiti, le bestie non li portano e tu d’ora in poi sarai trattato come tale!”
Il povero Jean esegue senza fiatare terrorizzato e umiliato.
"Adesso puliscili bene con la lingua, devono brillare!"
Per Jean non è facile in quella posizione ed è pure immobilizzato. Elvira è ancora scontenta e quindi prende una verga e bastona Jean sulle piante dei piedi.
“Vedi di impegnarti bestia!”
Jean fa del suo meglio anche se il dolore è molto forte. Gli stivali sono lucidi ma Elvira non ne ha abbastanza. Abusa del suo potere su di lui e rincara la dose, lo slega, usa una delle corde per costringergli i testicoli e, tenendo la corda ben tesa, afferra Jean per la lingua e lo trascina nella stanza accanto.
“Cara bestiolina schifosa, ora facciamo un gioco. Io ti provoco e se tu non riesci a tenere a bada la tua eccitazione ti punirò come si deve”
Jean è preoccupato, come potrebbe non eccitarsi con una Padroncina così bella; e se il bastinado sotto i piedi non era una punizione sufficiente quale potrebbe esserlo? Comincia a sudare freddo per l’ansia mentre Elvira lo immobilizza. Jean ha le mani legate ad un trave di legno e le gambe distanziate con l’utilizzo di un divaricatore, praticamente è immobilizzato a croce.
Jean ormai rassegnato lascia andare i muscoli e cede sospeso dalle corde mentre lei comincia ad assumere posizioni provocanti, spesso scivola con gli stivali sui testicoli di Jean. Si direbbe dalle espressioni compiaciute del suo volto che la sofferenza di Jean la divertente parecchio, ogni tanto gli da tregua ma solo per torturargli un po’ i capezzoli o i testicoli. E’ tremendamente eccitante e fastidiosa, tant’è che presto Jean arriva vicino all’orgasmo con lo shoe play che gli infligge Elvira divertita.
“Oh, Jean! Ma non vorrai mica sporcarmi gli stivali proprio come una schifosa bestia? Quanto sei pervertito? Ti rendi conto che più ti maltratto più ti ecciti come una puttanella? Ma adesso abbiamo finito con il divertissement, ora ti punirò sul serio.”
Lo lega a quattro zampe sopra il tavolo, con gli arti legati saldi alle gambe del tavolo.
Cosa vorrà farmi ora si chiede turbato Jean, mentre lei prende un divaricatore che gli fissa tra le ginocchia. Ad opera fatta gli da un calcio ben piazzato nei testicoli.
“Ora mi diverto un pochino con te.”
Si serve di Jean come sedia umana ed accende una candela. Fa scivolare la cera sull’ano di Jean e sui testicoli. Jean è dolorante, urla, si lamenta, ma il suo sogno di subire inerme si è avverato.
Ora non decide più nulla, si lascia gestire, viene abusato ed usato. Forse oggi ha conosciuto il significato del vero piacere e della libertà. Ma questa libertà avrà un prezzo e lui non è più nella condizione di contrattarlo. In questo momento ama profondamente la sua Padroncina che gli ha fatto questo grande dono ma sa che la sofferenza che dovrà attraversare sarà il suo pegno. E comprende anche che si sta compiendo il suo destino e che la sua natura potrà manifestarsi senza barriere. Ma sa anche bene che Elvira è pericolosa e che questo, per lui, non sarà più solo un gioco eccitante ma sarà la sua vita.
A questo punto Elvira prende il cane:
”Ora dobbiamo togliere la cera dal tuo corpo”. Quindi comincia a bacchettare Jean sull’ano e sui testicoli ed i pezzetti di cera volano via,
Jean urla e si lamenta per il dolore ma lei prosegue incurante, è esattamente quello che vuole e la sofferenza di Jean le provoca un delizioso piacere.
“Stai zitto se non vuoi che ci metta più forza.”
Jean si contiene e lei non si ferma finché non ha ripulito tutte le tracce di cera, è una ragazza piuttosto meticolosa ed ama i lavori ben fatti..
“Sai Jean, i miei mi hanno donato la tenuta come regalo di laurea, quindi ora dispongo di questo luogo in totale libertà e come desidero. Ci passerò più tempo e da oggi tu ti trasferirai a vivere nella stalla proprio come una bestia. Ci passerai le notti nudo ed incatenato, anche d’inverno, e sarai sempre a mia disposizione. Ora ti libero, fila a lavarti e poi preparami la cena. Sappi che questo è stato solo l’inizio del mio gioco …"
 
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