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Le guardiane del tempo

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schiavodimiamoglie
view post Posted on 28/2/2024, 17:22 by: schiavodimiamoglie     +1   +1   -1

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Terzo episodio

Parigi di mattina era una citta’ piena di vita e Genevieve Boisson non avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla sua passeggiata quotidiana. Quella mattina aveva deciso di spingersi un po’ piu’ lontano del solito, approfittando della bella giornata di sole che anche quel giorno sembrava riempire e illuminare la citta’. Penso’ che sarebbe stato bello passeggiare fino a Montmartre. Perche’ no? Non era proprio vicinissimo e avrebbe dovuto camminare per oltre mezz’ora ma una camminata le poteva solo che far bene. Decise quindi per Montmartre.
Era bella Genevieve. Era bella e giovane e sapeva che molti sguardi maschili si sarebbero posati su di lei. Lo sapeva ma non le dava fastidio. Oh si, quegli sguardi di concupiscenza avrebbero dovuto infastidirla ma a lei piacevano e un po’ si vergognava di questa sensazione. Scaccio’ quei pensieri e, prima di avviarsi verso Montmartre, sorridendo si avvicino’ ad una carrozza che era ferma accanto alla cancellata della villa di suo padre. L’uomo che la guidava si affianco’ alla bella giovane
“ Volete che vi aiuti a montare sulla carrozza, mademoiselle?”
“ No Philippe. Preferisco camminare. E’ una bella giornata di sole e voglio sfruttarla”
“ Avete perfettamente ragione, mademoiselle”
“ Bene, Philippe. Tu comunque seguimi per favore. Ho deciso che andro’ a Montmartre e forse al ritorno potrei essere stanca e aver bisogno della carrozza” L’uomo fece un cenno col capo e sorrise alla ragazza
“ Come volete, mademoiselle Genevieve. Ad ogni modo, copritevi bene. C’e’ il sole ma fa freddo”
“ Grazie Philippe, ne terro’ conto” La ragazza inizio’ a camminare in direzione di Montmartre. Le piaceva quel quartiere anche se era un po’ fuori mano rispetto alla sua abitazione. Da qualche anno sembrava essere diventato il luogo preferito degli artisti di tutta Europa e a lei l’arte piaceva tantissimo, in particolar modo la pittura. Oh, quanto le sarebbe piaciuto posare per un pittore ed essere la sua musa. Se suo padre avesse saputo di questa sua voglia segreta, l’avrebbe sicuramente messa in punizione e lei non aveva nessuna intenzione di essere punita. Questo desiderio doveva quindi rimanere dentro di lei, al segreto come tante altre sensazioni che quella giovane dama francese possedeva. Continuo’ a camminare di buona lena incurante del freddo pungente, chiusa nel suo cappotto color glicine sotto il quale sporgeva la parte finale del suo abitino lilla. Accidenti all’inverno. Quanto era piu’ bella l’estate quando poteva mettere in mostra i suoi abitini all’ultima moda e attirare cosi’ ancor di piu’ l’attenzione dei gentiluomini, attenzione che comunque non scarseggiava affatto nemmeno quando era, come in questo momento, completamente coperta. Oh, ma cosa andava pensando. Lei aveva Jean Luc e quei pensieri erano disdicevoli. Decisamente disdicevoli.
Altri pensieri si incunearono intanto nella graziosa testolina della fanciulla. Terminata la passeggiata infatti, si sarebbe dovuta immergere negli studi prima che arrivasse il suo istitutore. Non voleva farsi trovare impreparata ma aveva gia’ ripassato qualcosa prima di scendere e le sarebbe bastata un’ora di ulteriore ripasso per essere pronta. I suoi genitori ci tenevano particolarmente allo studio e lei non voleva affatto deluderli. E del resto, una giovane dama moderna come lei doveva essere istruita.
Genevieve continuo’ a camminare allegramente, fermandosi ogni tanto per assistere alle situazioni piu’ disparate che la sua citta’ le offriva e sempre seguita come un’ombra dal fido Philippe. E finalmente si trovo’ in vista di Montmartre. Gli occhi di Genevieve si riempirono di allegria nel vedere questo quartiere cosi’ pulsante di vita che trasudava arte e cultura in ogni angolo e non poteva certo accorgersi che dietro di lei una donna la stava seguendo fin da quando era uscita da casa. Era una donna vestita modestamente, con un gonnellino ampio e nero e un fazzoletto che le copriva i capelli neri e fluenti. Il suo sguardo era posato verso il basso, quasi per non farsi notare ma la sua altezza, decisamente superiore al normale tanto da renderla addirittura statuaria, rendeva complicato questo suo desiderio e molte persone, uomini e donne si giravano ad osservare quell’altissima donna vestita da contadina. Il suo volto era appena visibile ma chi si fosse avvicinato tanto da poterla osservare in volto avrebbe notato che si trattava di una donna giovane e molto bella, anche se di una bellezza sicuramente diversa rispetto a quelle delle fanciulle parigine. Cosi’ come diverso era il suo incedere quasi marziale che doveva limitare per non superare la ragazza che doveva osservare. Era quello il suo compito e non poteva perdere di vista Genevieve nemmeno per un secondo.

Il giovane inglese intanto, stava ripensando agli avvenimenti della sera precedente. Se l’era vista davvero brutta. Quel tipo aveva un coltello in mano e non ci avrebbe pensato due volte prima di ficcarglielo in pancia e doveva ritenersi fortunato di essersela cavata soltanto con due pugni. Ma non era finita qui. Non per lui, almeno. Se pensava a quello che era accaduto, la rabbia gli montava ancora enorme e doveva faticare per reprimerla. Non era tanto per la vendetta, anche se avrebbe voluto avere adesso sotto le sue mani quel bastardo e fargli sputare sangue, ma per quel suo desiderio che era rimasto inespresso e lui aveva assolutamente bisogno di appagare quella sua voglia. E quel bisogno era quasi fisico.
E poi c’era il problema di come muoversi in quella maledetta citta’. Aveva camminato parecchio quella mattina e aveva perso completamente l’orientamento, senza sapere quindi che si trovava a Montmartre. Per lui era soltanto un quartiere brulicante di persone. Si appoggio’ a un muro mettendosi ad osservarne alcuni dei numerosi passanti. Quella ragazza, ad esempio. Quanto era bella! Era giovanissima e non avrebbe dovuto avere piu’ di diciotto anni. Ne ammiro’ il collo bianco, l’unica parte del suo corpo insieme al volto esposta al freddo pungente della giornata e qualcosa si mosse dentro di lui. E se invece di una prostituta fosse stata una giovane e bella fanciulla? Perche’ no? C’erano tanti motivi per preferire una prostituta ma quella giovane… Era alta e i suoi capelli biondi erano ricci e le uscivano dal cappello in tinta col cappotto. E sicuramente si trattava di una ragazza ricca o almeno benestante, almeno a guardare i suoi abiti. I suoi seni erano nascosti, ovviamente, ma lui se li immagino’ turgidi, cosi’ come dovevano essere quelli di una ragazza di quell’eta’. Aveva un ombrellino in mano che una lieve folata di vento fece ondeggiare e stava sorridendo per quel lievissimo incidente. Era ancora piu’ bella mentre sorrideva e lui sapeva che non avrebbe mai potuto avere una ragazza del genere. Lui lo sapeva. E quella rabbia che aveva gia’ in corpo si moltiplico’. Le sue mani si chiusero a mo’ di pugno. Perche’? Perche’ era dovuto capitare proprio a lui? Dischiuse i pugni e si mise le mani in faccia e quando le tolse uno strano sorriso si era formato sul suo volto. Sapeva cosa doveva fare. Ora lo sapeva.
 
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