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Le guardiane del tempo

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schiavodimiamoglie
view post Posted on 4/3/2024, 15:24 by: schiavodimiamoglie     +1   +1   -1

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Quarto episodio

Genevieve Boisson aveva terminato la sua visita a Montmartre e doveva tornare indietro. I suoi genitori erano moderni e le permettevano quelle passeggiate mattutine ma sapeva che non doveva esagerare. Era pur sempre una giovane fanciulla di diciannove anni e non stava bene che camminasse da sola per le strade di Parigi. Ma i tempi stavano cambiando e lei si sentiva una ragazza moderna ma sapeva anche che c’erano certe regole che dovevano essere rispettate e lei era una brava ragazza. Anche se certe idee…… No, meglio non pensarci e pensare invece a Jean Luc. Doveva decidersi e dare una risposta a quel giovane che l’aveva chiesta in moglie. Era ancora un po’ indecisa. Oh certo, Jean Luc aveva tutto quello che una ragazza dovrebbe cercare in un uomo. Era di buona famiglia e aveva un lavoro assicurato che gli avrebbe permesso di mantenere agiatamente la sua eventuale nuova famiglia ed era anche un tipo affascinante, inutile negarlo. E forse ne era anche un po’ innamorata. Doveva riflettere ancora un po’ sui suoi sentimenti ma di sicuro i suoi genitori spingevano a favore di questo matrimonio e, tutto sommato, la cosa non le dispiaceva totalmente. Oh beh, aveva tempo per pensarci. Era ancora molto giovane e non sarebbe accaduto niente se Jean Luc avesse atteso ancora qualche altro giorno. Adesso doveva pero’ tornare a casa. Guardo’ il suo orologio e si accorse che aveva un po’ di tempo e aveva ancora voglia di passeggiare. Si avvicino’ alla carrozza guidata da Philippe che l’aveva seguita come un ombra
“ Vai pure Philippe. Io faro’ ancora quattro passi a piedi”
“ Ma mademoiselle….. Si sta facendo tardi”
“ Dai Philippe, non fare come mio padre. E’ una bella giornata. Ha piovuto per cosi’ tanti giorni e non sono mai potuta uscire. Ho ricominciato ieri”
“ Se doveste arrivare in ritardo vostro padre mi rimproverera’. Ha ordinato a me di prendersi cura di voi e io non voglio perdere il lavoro, vi prego”
“ Stai tranquillo Philippe, non ti faro’ perdere il lavoro. Camminero’ di buona lena e arrivero’ con qualche minuto di anticipo rispetto all’orario che mi ha imposto mio padre”
“ Come volete, mademoiselle. Se non vi dispiace, io vorrei seguirvi. Sarebbe ottimale che rientrassimo contemporaneamente” La giovane sorrise. Non era stato complicato convincere quel buon diavolo di Philippe. Sapeva quanto le fosse affezionato e un po’ se ne approfittava. Comincio’ quindi il breve viaggio di ritorno verso la sua bella villetta nel cuore di Parigi, seguita come un ombra dalla carrozza di Philippe.
Ma Philippe non era il solo a seguire Genevieve. Il giovane inglese non la perdeva di vista un solo istante. Aveva deciso che doveva essere lei. Lei e non una maledetta prostituta. Quelle, le prostitute, facevano parte della sua vita passata a Londra ma sentiva che doveva cambiare, doveva evolversi. Gli sorrideva quell’idea. Ma per metterla in atto doveva scoprire dove abitava quella fanciulla. La seguiva fingendo indifferenza e tutta la sua attenzione era rivolta a quella giovane e graziosissima fanciulla tanto da non accorgersi minimamente che c’era un’altra persona che seguiva tutti. La donna alta vestita da contadina si era accorta subito che qualcosa non quadrava e i suoi sensi erano tutti tesi e i suoi muscoli pronti a scattare non appena si fosse resa conto che la situazione fosse potuta degenerare. Per il momento sembrava tutto sotto controllo ma non si sentiva tranquilla. Al minimo errore, la sua vita e quella di milioni di persone sarebbe cambiata drasticamente se non addirittura scomparsa e improvvisamente senti’ il peso di quella situazione. Guardava Genevieve e ne osservo’ i passi lenti ma il suo sguardo era puntato soprattutto su quell’uomo con quello strano cappello. Sorrise. Sembrava quello di Sherlock Holmes. E quel sorriso stempero’ un pochino la tensione che l’attanagliava. Ma non doveva distrarsi. Continuo’ a camminare rallentando la sua andatura per stare dietro a Genevieve e a quel tipo che dava l’impressione di seguire la ragazza. Forse era soltanto la sua impressione e quell’uomo stava semplicemente andandosene per i fatti suoi. No, non sembrava proprio. Era da quando la ragazza gironzolava per Montmartre che quel tipo si era incollato a lei e questo non era proprio normale.
Finalmente, la ragazza arrivo’ a casa. Saluto’ con la mano il fido Philippe e si fece aprire il cancello della sua dimora. La donna alta osservo’ attentamente che la giovane Genevieve varcasse il cancello e attese scrupolosamente alcuni secondi per poi entrare in una carrozza situata all’esterno dell’abitazione della fanciulla. Dentro c’era un’altra donna che le sorrise
“ Allora Elana, ha fatto una buona passeggiata la piccioncina?” esordi’ la donna che si trovava all’interno della carrozza. Elana la guardo’ a sua volta ma non ricambio’ il sorriso
“ E’ arrivata a casa?”
“ Si, tranquilla. Guarda tu stessa sugli schermi” Elana si avvicino’ a uno degli schermi posizionati assurdamente sulla carrozza e in stridulo contrasto con quel veicolo ottocentesco e noto’ la fanciulla che si era gia’ diretta in camera sua. Era china su un libro ed Elana tiro’ un sospiro di sollievo poi si rivolse alla sua compagna
“ C’e’ qualcosa che non va, Jedra. Vieni a vedere” la giovane fece convergere una delle telecamere abilmente nascoste all’esterno della carrozza che riprendevano tutta la parte esterna e la fece ruotare fino a che non incontro’ la figura del giovane inglese “Ecco, vedi quel tizio?”
“ Quello col cappello alla Sherlock Holmes?”
“ Si, proprio lui. Ha seguito la piccioncina da Montmartre”
“ Cazzo! Dobbiamo avvertire la comandante”
“ Si, credo proprio che sia necessario. Nel frattempo non perdiamolo di vista”
“ Non credo che possa azzardare qualcosa in pieno giorno” prosegui’ Jedra
“ Credo proprio di no ma e’ meglio stare attente”
“ Lo saremo. A chi tocca la notte?” Elana sorrise amara
“ E a chi vuoi che tocchi stanotte? Me la devo fare io, accidenti. Mira e Orla faranno il turno dalle 16 fino a mezzanotte e poi tocca di nuovo a me da sola” Jedra scoppio’ in una risata
“ E dai che tanto la notte tocca a tutte”
“ Gia’” sospiro’ Elana “Solo che io non ce la faccio piu’ e non vedo l’ora che tutto finisca. Altri sei mesi e poi torno alla mia vita normale. Mi manca tutto e soprattutto mi manca qualche bel maschio”
“ Ti capisco Elana. Manca anche a me, cosa credi?"
“ Bah! Io vi vedo tranquille. Sembra che ce li abbia solo io gli ormoni che girano a mille. Un anno senza sesso e’ veramente assurdo”
“ E’ necessario. Non possiamo interagire con questi maschi”
“ Lo so, accidenti, lo so. Quando torno alla mia vita ne voglio tre o quattro insieme per almeno dieci giorni fino a sfinirmi” Jedra scoppio’ in un’ennesima risata
“ Hai proprio un chiodo fisso, amica mia. Ti rifarai, stai tranquilla. Ora mettiamoci in contatto con la comandante” Elana fece finta di acconsentire dando una pacca sulla spalla alla sua collega e si mise seduta davanti a quella moltitudine di schermi. Alcuni erano collegati con l’interno della casa di Genevieve e mostravano le stanze dove la fanciulla si muoveva, a cominciare ovviamente da quella in cui dormiva mentre altre mostravano invece l’esterno della carrozza e quindi dell’abitazione. Elana guardo’ Genevieve muoversi leggiadramente e avvicinarsi alla finestra, quasi per prendere il suo ultimo spicchio di sole. Sembrava felice la ragazza e sospiro’ profondamente. All’esterno invece, il solito via vai ma gli occhi di Elana inquadravano soprattutto quell’uomo che aveva seguito Genevieve fin sotto casa che era appoggiato sorridente al muro e quel sorriso non le piaceva per niente. Mentre sentiva Jedra comunicare le novita’ alla comandante, lei senti’ uno strano brivido per tutto il corpo e non si trattava solamente del freddo di quella mattina di gennaio.

L’inglese era pienamente soddisfatto. Era stato fortunato. La ragazza si era persino fatta vedere dalla finestra. Probabilmente, era quella la sua stanza. Osservo’ l’abitazione e il suo sorriso si allargo’ ulteriormente. La stanza si trovava al primo piano ma non sarebbe dovuto essere un problema per un tipo atletico come lui raggiungerla. Tra l’altro, c’erano degli appigli che sembravano creati ad arte per scalare quella parete e penso’ che gli sarebbero bastati soltanto pochi secondi per raggiungere quella stanza. Le sue mani si chiusero e gli sembro’ di vedere quella bellissima fanciulla sotto di lui, se la immaginava e immaginava quel collo bianco, sottile e delicato e soprattutto il suo ventre piatto e ne percepiva il terrore mentre lui… No, era meglio andare piano con la fantasia e attendere il momento in cui l’avrebbe avuta in pugno anche se la sua eccitazione mentale a quel pensiero era magicamente salita. Sembrava proprio felice di quella scelta. Al diavolo le prostitute. Che l’inferno le accogliesse tutte, inglesi o francesi che fossero. Quelle rappresentavano il passato. Non era detto che un giorno non ci fosse ritornato ma per adesso aveva deciso che al posto di quelle donnacce ci dovesse essere una ragazza normale, una come quella bella fanciulla che sorrideva spensierata da quella finestra al primo piano.
 
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