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Le guardiane del tempo

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schiavodimiamoglie
view post Posted on 28/3/2024, 14:47 by: schiavodimiamoglie     +1   -1

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Undicesimo episodio

Mira osservava la sua comandante mentre ripiegava alcuni abiti dentro una piccola valigia chiedendosi come fosse possibile che le donne di quell’epoca potessero andare in giro conciate in quel modo. Thula termino’ la sua operazione, chiuse la valigia e si mise a sedere sul letto
“ Hai controllato le coordinate di Preston?”
“ Si comandante. Atterrerete fuori dalla cittadina”
“ Cosa sappiamo di questa citta’?”
“ Ho fatto una ricerca. In quest’epoca ci abitano circa ventimila anime, comandante. E quindi abbastanza piccola anche se in seguito diverrà una città di media grandezza. Nel duemila supererà i centomila abitanti e nel duemiladuecento raggiungerà i duecentocinquantamila”
“ Non mi interessa lo sviluppo economico di Preston, Mira. Voglio sapere cosa mi aspetta arrivata laggiu’”
“ Si certo comandante. Dunque, si tratta di un centro che regge la sua economia principalmente grazie all'agricoltura e alla pesca che si effettua nel fiume Ribble. Perfettamente in linea con quest’epoca, direi”
“ John ha sostenuto di essere nato e di aver vissuto la sua infanzia nei pressi di Preston e quindi e’ presumibile che abitasse al di fuori della citta’. Spero proprio di non dovermi circumnavigare tutto il paese prima di trovare il posto giusto. Sempre ammesso che stia dicendo la verita’”
“ Quali sono le sue intenzioni, comandante?”
“ Fare una visita nel luogo dove il nostro caro amico e’ nato e poi arrivare a Londra dove e’ cresciuto. Un paio di giorni al massimo mi basteranno per avere le informazioni che mi servono”
“ E dopo lo porteremo nel 2457?”
“ Non vedo altra soluzione. Non ci sono informazioni riguardo questo John Terrence ne’ su eventuali discendenti”
“ Evidentemente, e’ perche’ e’ stato portato nel nostro presente” fece Mira
“ Si, e’ la soluzione che anch’io ho trovato probabile. Rimane il fatto che anche questo tipo ha bisogno di un processo equo e quindi bisognera’ vedere se deve essere processato come un violentatore o come un terrorista del tempo”
“ Per me e’ sincero” asseri’ Mira. Thula sospiro’ nervosamente
“ E non hai alcun dubbio? Perche’ secondo me e’ sincero quando afferma di essere di quest’epoca ma sono altrettanto sicura che ci nasconde qualcosa e debbo assolutamente scoprire cosa ci nasconde”
“ A dir la verita’, anch’io ho questa sensazione, comandante. Secondo lei, cosa puo’ nascondere un uomo di quest’epoca?”
“ Vado in Inghilterra proprio per scoprirlo. Dai, non voglio perdere ulteriore tempo” concluse Thula alzandosi dal letto e dirigendosi nel salone dove John era controllato da Elana. Arrivate al centro della stanza, Mira consegno’ il teletrasporto a Thula
“ Ecco, comandante. Le coordinate di Preston sono gia’ inserite. Ho inserito anche quelle di Londra e quelle di questa casa. Per qualunque cosa lei avesse bisogno contattera’ una di noi”
“ Brava Mira. Ci terremo in comunicazione” Avevano parlato in francese e John non aveva capito nulla del dialogo delle due donne. Elana lo spinse vicino alla sua comandante che afferro’ l’inglese per un braccio e quindi spinse un tasto del teletrasporto. Nella stanza rimasero soltanto Mira ed Elana.

Un vento gelido accolse i due quando riapparvero. Intorno a loro solo campagna e soltanto ad est si intravvedevano alcune case. Thula osservo’ il display del teletrasporto e pote’ notare come, proprio ad est, a poco meno di un paio di miglia, ci fosse la cittadina di Preston. Anche John Terrence si guardo’ intorno e, appena riconobbe il posto, i suoi occhi si riempirono di terrore. Quella donna aveva parlato di andare a Londra e non di giungere in quel posto. Scuoteva la testa ma il forte braccio di Thula gli impediva di fare anche un solo passo
“ Cosa c’e’ John? Hai paura che nel posto dove affermi di essere nato io possa scoprire qualcosa?” Terrence continuava a dimenarsi ma la sostanza che gli era stata iniettata gli inibiva la parola. Thula dovette schiaffeggiarlo violentemente per farlo calmare almeno un po’ e i ceffoni parvero sortire l’effetto sperato dalla donna. L’inglese, ormai calmatosi, si mise le mani in faccia. Quello era l’ultimo posto dove sarebbe voluto venire. Ma come poteva spiegarglielo a quella donna che lo teneva stretto per il braccio? Thula strinse ancor di piu’ la sua ferrea presa sul braccio dell’inglese e l’uomo fu costretto ad inginocchiarsi al cospetto della statuaria soldatessa
“ Ascoltami bene John. finora mi sono comportata fin troppo bene con te ma adesso devi metterti in testa che l'unica cosa che puoi fare e' obbedirmi senza alcun tipo di ribellione. Ora tu mi indicherai dov’e’ la casa in cui sei nato. Hai ancora dei parenti a Preston?” L’uomo allargo’ l’unico braccio che poteva muovere nel tentativo di spiegare alla donna che non lo sapeva e Thula recepi’ il messaggio corporeo proseguendo “Non ha importanza. Tu mi porterai in quella casa altrimenti saro’ costretta a comportarmi con te come ha fatto Elana. Vuoi essere picchiato come ha fatto lei?” Terrence scosse la testa. Non aveva intenzione di passare un’altra volta per le mani di una donna che possedeva una forza spaventosa e per un momento maledi’ quella Paula Gibb che aveva fatto diventare il genere femminile cosi’ potente e dominante. Anche se… Anche se non trovava completamente sgradevoli certe sensazioni. Ma la sua mente era troppo confusa per dare una spiegazione a quelle sensazioni. Thula intanto, ammorbidi’ il tono della sua voce “Se non me la indicherai tu, saro’ costretta ad andare in citta’ a chiedere informazioni. Non e’ una metropoli e qualcuno che conosce la famiglia Terrence lo trovero’. E se non trovassi nessuno, vuol dire che mi hai mentito. Ragion per cui, diro’ che sei un terrorista del tempo e sarai condannato a morte. Cosa decidi?”
John scosse la testa avanti e indietro in segno di accettazione delle direttive della donna. Non aveva altre possibilita’. Thula smise di stringere il braccio dell’uomo permettendogli di rialzarsi e ambedue s’incamminarono verso est. Il vento e l’approssimarsi della sera aumentavano l’intensita’ del freddo ma la donna sembrava non sentirlo mentre piu’ difficoltoso era il passo del giovane che faticava a stare vicino all’atletica femmina. Oltrepassarono il ponte situato sul fiume Ribble ma non entrarono in citta’, costeggiandola per almeno un altro paio di miglia dopodiche’ John indico’ una casupola al di fuori del centro abitato. Thula guardo’ l’uomo che sembrava stremato per la lunga camminata
“ Era quella la tua casa?” L’inglese, con la testa, diede una risposta affermativa e la donna osservo’ quella che sarebbe dovuta essere la casa in cui l’uomo era cresciuto. All’esterno, un pollaio con circa trenta galline e, dentro una staccionata, alcune pecore e delle capre che brucavano avidamente quella poca erba che avevano a disposizione. Alla destra di quella misera casa, un’altra piccola costruzione di circa trenta metri quadrati che forse serviva come fienile. Torno’ con lo sguardo in direzione della casa e noto’ che dal camino usciva del fumo a testimonianza che c’era dentro qualcuno che aveva il fuoco acceso. Thula, senza mollare il braccio dell’uomo, si incammino’ verso la porta e busso’. Dovette attendere qualche secondo prima che una donna anziana, con i capelli grigi raccolti, l’aria e un vestito molto dimessi, venisse ad aprire. La vecchia osservo’ la strana coppia che si trovava dinanzi a lei aggrottando le sopracciglia. Strana coppia soprattutto per quella donna altissima. Sembrava una nana al suo confronto e la cosa le dava una spiacevole sensazione
“ Cosa volete?” chiese poi riprendendosi. E lo fece duramente e senza preamboli. L’ospitalita’ non doveva essere una caratteristica fondamentale di quella donna. Thula non si scompose
“ Voi siete la signora Terrence?” domando’ a sua volta
“ Chi vuole saperlo?”
“ Mi chiamo… Mary, signora, e faccio l’infermiera a Londra. Sono stata incaricata di scoprire l’identita’ di quest’uomo” rispose “Alcuni indizi ci hanno portato a credere che potrebbe essere nato da queste parti”
“ Non sembrate un’infermiera”
“ Posso assicurarvi che lo sono. Ad ogni modo, l’uomo non puo’ parlare e io vorrei solo sapere se lo conoscete”
“ Come se avessi tempo per occuparmi dei muti” bofonchio’ l’anziana donna prendendo dalla tasca del suo vestito dei sudici occhiali e fissando l’uomo. Thula guardava i due, sentendo il tremore di John mentre invece la vecchia sorrideva. Poi pero’ lei cambio’ sguardo ed il suo volto si apri’ a uno stupore immenso. Mise la sua mano sulla bocca e i suoi occhi si sgranarono
“ Oh mio Dio, non e’ possibile. Tu sembri… “
“ Voi riconoscete quest’uomo?” incalzo’ Thula
“ Non voglio illudermi ma lui sembra… La soldatessa osservo’ la vecchia ancora sbigottita. Sembrava sincera ma le parole non le uscivano dalla bocca
“ Volete dire che potrebbe trattarsi di vostro figlio?”
“ Oh mio Dio, si. Lui e’ John, vero? Lui e’ il mio John, mio figlio?”
“ Si signora Terrence. Questo giovanotto potrebbe essere vostro figlio John
“ Come ho fatto a non riconoscerti subito” disse con le lacrime che le scendevano dagli occhi e abbracciando l’uomo che invece rimase fermo, senza cingere le sue braccia intorno a quella madre ritrovata
“ Ne siete sicura, vero?” chiese ancora Thula
“ Ne sono sicura. Sono vent’anni che non lo vedo ma non mi posso sbagliare. Una madre non puo’ sbagliare. Oh mio Dio, pensavo che fosse morto. E’ scomparso tanti anni fa. Dove e’ stato tutto questo tempo?”
“ Probabilmente, e’ stato a Londra” rispose Thula guardando ancora la donna che si scioglieva in lacrime
" Oh mio Dio" ripeteva la vecchia quasi senza sosta
“ Signora Terrence, perdonatemi, potete spiegarmi perche’ John e’ scomparso?” La donna stette qualche attimo in silenzio
“ Non lo so” borbotto’ infine tagliando corto, come se, al contrario, conoscesse benissimo il motivo della scomparsa
“ Davvero non lo sapete?”
“ Ve l’ho detto. Quello che conta e’ che sia tornato. Si e’ fatto cosi’ bello. Non credete che il mio John sia bello?”
“ Si penso che lo sia. E ditemi, avete altri figli?”
“ Oh si. Ne ho altri cinque, tre femmine e due maschi. Le tre femmine sono sposate e vivono in citta’ mentre uno dei maschi e’ in Galles a lavorare. L’ultimo tornerà fra poco insieme a mio marito. Sono andati in citta’ a prendere delle cose. Sa, noi vendiamo uova, polli e latte e ci compriamo cio’ che ci serve. Ma ditemi, Mary, mi avete detto che non parla. Ma come mai? Il mio John parlava. Eccome se parlava”
“ In realta’ quest’uomo parla, signora, ma ci sono momenti in cui si estranea completamente dal mondo esterno e in quei momenti non apre bocca. Capite cosa sto dicendo?”
“ Credo di si Mary. E quindi non mi riconosce?”
“ In effetti, potrebbe non riconoscervi in questo momento e ricordare tutto tra un’ora. Si chiama amnesia momentanea” menti’ Thula
“ E’ una bella notizia sapere che mio figlio possa parlare e che possa riconoscermi. Venite, accomodatevi” fece la donna facendo entrare i due all’interno della casa. Thula osservo’ la dimora. Era evidente che fossero gente molto povera e sembrava possedessero soltanto il necessario per sopravvivere. Poi poso’ gli occhi su John. Sembrava tutt’altro che contento di trovarsi in quel posto e di aver ritrovato la sua vecchia madre e anzi, era piuttosto nervoso. Quale altro segreto le nascondeva? Per quale motivo se ne era andato di casa che era appena un bambino? E per quale motivo aveva il sospetto che sua madre sapesse piu’ di quanto sosteneva? I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di un cavallo che trainava un carretto e poi dall’ingresso di un uomo. Doveva avere oltre sessant’anni, anche se era difficile stabilire un’eta’ precisa con i criteri di Thula. Quella gente invecchiava molto piu’ precocemente rispetto a quella della sua epoca. Era comunque un uomo alto nella media, piuttosto grosso, con la barba incolta sale e pepe e pochi capelli unti che gli scendevano dalla nuca mentre davanti era quasi completamente calvo. Non era certo una bella visione. La donna gli corse incontro
“ Trevor, guarda questo giovanotto. E’ il nostro John. E’ tornato” gli disse emozionata. L’uomo non sembrava esserlo altrettanto
“ Nostro figlio, dici? Ne sei sicura? E lei chi e’?” Thula si alzo’ in piedi. Il suo aspetto e la sua considerevole altezza sembrarono affievolire l’arroganza dell’uomo
“ Io sono Mary, signor Terrence, e sono l’infermiera che segue vostro figlio. Non parla e ha problemi di memoria” disse la giovane comandante continuando a mentire
“ Problemi di memoria? Non tanto da dire che si tratta del mio povero John scomparso da quasi vent’anni”
“ La sua memoria e’ labile, signore. Qualcosa rammenta e io sono venuta qui da Londra proprio per appurare se cio’ che ci ha fatto capire corrisponde a verita’”
“ Per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere il figlio della regina Vittoria” taglio’ corto l’uomo
“ Ma che dici, Trevor?” intervenne la vecchia signora “Lui e’ il nostro John, ne sono certa”
“ Cosa ti da questa certezza?”
“ Lo sento. I lineamenti sono i suoi. Ce li ho in testa dal giorno della sua scomparsa”
“ E comunque” intervenne a sua volta Thula “non chiediamo nulla. Volevo soltanto sapere se questo ragazzo potesse essere vostro figlio e quindi il vero John Terrence. Ce ne andremo immediatamente”
“ Oh no, vi prego. Sono diciotto anni che non vedo mio figlio. Trattenetevi almeno fino a domani. Tanto, questa sera non potreste andare piu’ da nessuna parte. E’ ormai buio e non troverete facilmente un posto per dormire. Cenate con noi. Ho preparato uno stufato caldo che potrebbe riscaldarvi notevolmente visto il freddo e inoltre noi possiamo darvi anche un posto per dormire. Non e’ un granche’ ma potrete stare almeno al caldo” Thula scosse la testa. Non aveva nessuna voglia di dormire in quella casa considerando che le sarebbe bastato un clic sul suo teletrasporto per ritrovarsi di nuovo nella casa di Parigi insieme con le sue soldatesse e dormire comodamente nel suo letto ma dovette ammettere che il punto di vista della donna non faceva acqua da nessuna parte. Penso’ che sarebbe stato meglio aspettare che si addormentassero tutti e poi sparire nel cuore della notte senza essere costretta ad elemosinare una spiegazione plausibile sul motivo che la spingeva ad andarsene. Avrebbe comunque regalato qualche minuto in compagnia del figlio ritrovato a quella vecchia madre che sembrava felice come non mai
“ Non vorremmo darvi fastidio” obietto’ comunque
“ Nessun fastidio. Vi prego, non ve ne andate. John puo’ dormire insieme al fratello e voi nella stanza che era delle mie figlie”
“ Non credo che Malcolm abbia intenzione di dividere il suo letto con uno sconosciuto” Era stato Trevor Terrence a parlare
“ Ma non e’ uno sconosciuto. E’ suo fratello maggiore” continuo’ la donna
“ Per me e’ uno sconosciuto. Se proprio hai intenzione di farli dormire qui, lui puo’ andare nella stanza che era occupata dalle ragazze e lei puo’ dormire nel fienile” La soldatessa scosse di nuovo la testa. Non aveva intenzione di separarsi dal suo prigioniero anche se aveva sempre la possibilita’ di rintracciarlo come e quando voleva in caso di fuga ma soprattutto voleva essere libera di potersene andare alla prima occasione senza dover entrare nella casa, col rischio di svegliare qualcuno. Tanto, la sua permanenza a Preston sembrava ormai perfettamente inutile. Quell’uomo sembrava fosse proprio chi diceva di essere
“ D’accordo, accettiamo il pasto caldo e la possibilita’ di dormire da voi e vi ringrazio infinitamente per questo ma ho l’obbligo di guardare questo ragazzo. Se dovesse scomparire non me lo perdonerebbero e non voglio perdere il mio lavoro. Vorra’ dire che dormiremo insieme nel fienile”
“ Ma… Voi siete una donna. Non e’ ammissibile che dormiate insieme ad un uomo” obietto’ la vecchia. I costumi dell’epoca non permettevano certo una convivenza simile ma Thula fu irremovibile
“ E allora saro’ costretta ad andarmene, signora”
“ Ma lasciali dormire dove vogliono” Il presunto padre di John continuava ad essere poco amichevole e Thula aveva una gran voglia di fargli capire come la situazione nella sua epoca fosse cambiata. E aveva voglia di farlo a suon di ceffoni ma dovette fare buon viso a cattivo gioco. Proprio in quel momento fece il suo ingresso colui che doveva essere Malcolm, il fratello di John. Era un ragazzo di circa sedici anni, bassino, piuttosto magro e dallo sguardo spento che portava con fatica un grosso sacco, forse le compere che i due uomini avevano fatto in citta’. La signora Terrence gli corse incontro abbracciandolo e spiegandogli chi fossero quegli sconosciuti. Spiego’ poi a Thula che il ragazzo era nato qualche anno dopo la scomparsa di John e quindi l’analisi sulla sua eta’ fatta da Thula doveva essere corretta. Anche per lui pero’, nessuna emozione nel ritrovare un fratello scomparso da cosi’ tanto tempo. Rimase in silenzio senza nemmeno abbracciare quel fratello ritrovato e senza nemmeno scambiarci qualche parola. E altrettanto fece John. E questo non era affatto un comportamento normale.
 
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