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Le guardiane del tempo

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schiavodimiamoglie
view post Posted on 2/4/2024, 13:28 by: schiavodimiamoglie     +1   -1

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Dodicesimo episodio

Thula dovette ammettere che lo stufato preparato da mamma Terrence non era affatto male. Non era abituata a quei cibi semplici ma gustosi. Dopo quel pasto frugale, sia Trevor che Malcolm si ritirarono abbastanza presto nelle loro stanze. Thula non riusciva a comprendere quel comportamento. Possibile che un padre e un fratello non sentissero il bisogno di restare il piu’ a lungo possibile con la persona che avrebbe potuto essere un loro congiunto scomparso da tanti anni? Al contrario, la vecchia cerco’ di informarsi su come John avesse vissuto in quegli anni, come avesse fatto un ragazzino a campare nella Londra vittoriana e di come avesse perso la parola, almeno parzialmente e la soldatessa dovette inventarsi altre scuse plausibili. Erano le ventuno quando anche la donna si ritiro’ in camera, dopo aver accompagnato Thula e John nel giaciglio improvvisato del fienile. La soldatessa aveva deciso di attendere un paio d’ore e poi andarsene insieme al suo prigioniero. Doveva interferire il meno possibile con la gente di quel secolo e lei stava gia’ andando oltre, anche se era stata l’unica possibilita’ per scoprire chi fosse quel giovane. Lascio’ riposare il suo prigioniero, spossato da una giornata interminabile, mentre lei decise di camminare un po’ nei paraggi. Una fioca luce di una candela proveniva da una delle stanze ma lei prosegui’ a camminare, malgrado il freddo di quella sera. Vedeva in lontananza le deboli luci di Preston e fece il giro dell’abitazione per ritornare quindi nel fienile. John continuava a riposare tranquillamente. Evidentemente, ormai aveva capito benissimo che se avesse provato a scappare, per lui sarebbe stata la fine e la giovane comandante si trovo’ a pensare che Terrence sembrava aver ben compreso chi comandasse. Beh, dopo la dura lezione di Elana soltanto un pazzo poteva ancora pensare di poterla fare franca con una donna dell’epoca di Thula.
Rimase per una mezz’ora tranquilla e quando si riaffaccio’ fuori dal fienile pote’ notare come fosse ormai tutto buio. Era il momento giusto per andarsene. Stava per svegliare John quando senti’ dei rumori provenire da una delle stanze e la luce tremolante di una candela di nuovo accesa. La donna usci’ di nuovo dal fienile incuriosita. Sentiva un parlottio ma non riusciva a comprendere. Sempre piu’ incuriosita entro’ nella casa e cammino’ in direzione della stanza dove aveva visto la luce. La porta era chiusa ma poteva sentire le loro parole
“ Vi prego padre, oggi no” Era stata la giovane voce di Malcolm a parlare
“ Non fare storie, ragazzo” Stavolta la voce era stata di Trevor
“ Vi prego, ci sono quei due. Mi vergogno”
“ Tu farai quello che voglio altrimenti giuro che ti ammazzo di botte. E tu sai che quando si tratta di picchiarti, mantengo sempre le mie promesse” Thula aveva ormai compreso cosa stava accadendo. Si disse che non doveva interferire ma il suo senso dell’onesta’ e della giustizia non le permettevano di nascondersi dietro quell’ordine. Apri’ piano la porta e la scena che le si presento’ dinanzi a lei era proprio quella che si aspettava, con il ragazzo piangente che teneva in bocca il membro del padre
“ Brutto bastardo” esclamo’ dinanzi a quella visione. Trevor si giro’, col suo pene ancora eretto, guardando la statuaria donna che aveva fatto il suo ingresso nella stanza
“ E tu cosa vuoi?” domando’ ridendo alla donna “Vuoi metterti al suo posto?“ Era troppo. Thula avanzo’ verso quell’uomo che era ancora pateticamente con i pantaloni tirati giu’ e, appena fu alla sua portata, lo colpi’ con un pugno devastante che lo mando’ a sbattere contro il muro. L’uomo non riusciva a rendersi bene conto di cosa l’avesse colpito. Troppo lontano dalla sua mente l’idea di una donna che potesse essere piu’ forte di lui per capire di aver ricevuto solamente un pugno. La testa gli girava e si rialzo’ a fatica andando verso la donna che lo attese schiumando rabbia e poi aspetto’ che Trevor la colpisse, cosa che avvenne un secondo dopo. Con facilita’, Thula afferro’ il braccio dell’uomo e lo torse fino a sentirne la rottura. Stavolta Trevor esplose in lugubre urlo di dolore tanto da far accorrere sia sua moglie che John, svegliati da quel grido. La donna corse verso Thula
“ Cosa sta succedendo?”
“ Sta succedendo che tuo marito e’ uno schifoso pedofilo e avra’ quello che merita” rispose dando una leggera spinta alla vecchia e riafferrando Trevor che ormai aveva ben compreso di trovarsi di fronte un essere umano particolare, ben piu’ forte di lui. Lo sollevo di diversi centimetri prendendolo per il mento , di fronte agli esterrefatti Malcolm e di sua madre mentre John invece sapeva ormai perfettamente quali fossero le potenzialita’ di quella donna. Trevor continuava ad urlare, un po’ per il fortissimo dolore che il braccio rotto gli procurava ed un po’ per il fatto di essere praticamente alla merce’ di quell’altissima donna. Thula non ebbe pieta’. Dapprima lo colpi’ con un paio di pugni che gli devastarono la faccia e poi torse anche l’altro braccio rompendogli anche quello. Altre grida di dolore e di disperazione si alzarono nella stanza. La vecchia corse verso Thula, incredula di cio’ che stava osservando
“ Chi siete? Voi non siete un’infermiera. Lasciate stare mio marito”
“ Tuo marito e’ un porco schifoso che si approfitta di tuo figlio. Che cazzo di madre sei?” le rispose dandole di nuovo una piccola spinta. L’attenzione della donna proveniente dal futuro si sposto’ di nuovo verso Trevor, ormai sanguinante, steso in terra con la schiena addosso al muro e impossibilitato a fare qualunque gesto con tutte e due le braccia rotte. Le sue idee erano confuse e il dolore insostenibile. Come era possibile tutto cio’? Ma non era finita per lui. Thula era ormai un fiume in piena. La rabbia verso quell’uomo era tale e tanta che voleva umiliarlo. Lo scalcio’ dapprima ai testicoli facendo di nuovo urlare l’uomo che roteo’ gli occhi e poi gli afferro’ la gamba spezzandogli anche quella e suscitando altre grida di dolore nell’uomo. Lo sollevo’ quindi di peso come se fosse un fuscello. Aveva voglia di ucciderlo ma dovette desistere da quell’insano proposito. Non era un’assassina e si limito’ ad urlargli contro
“ Ora non potrai piu’ approfittarti di tuo figlio, bastardo. Sarai zoppo per la vita e le tue braccia non funzioneranno piu’ come una volta. Sarai debole e indifeso, proprio come lo e’ stato tuo figlio fino ad adesso” Lo getto’ addosso al muro. L’uomo ricadde pesantemente ormai svenuto e soltanto allora la donna sembro’ placarsi. Si volto’ verso Malcolm e lo accarezzo’
“ Stai bene?” gli chiese
“ Si, sto bene. Grazie” le disse semplicemente il ragazzo
“ Ora e’ debole e indifeso. Non potra’ nemmeno tenere in mano una piuma e tu potrai difenderti se volesse approfittarsi di nuovo di te”
“ Non glie lo permettero’”
“Bravo”
“ Ma voi chi siete? Come avete potuto picchiare cosi’ pesantemente mio padre?“
“ Chi sono?” Thula sorrise. Come spiegare a quel giovane chi lei fosse realmente? “Non ha importanza chi sono. Cio’ che e’ importante e’ che tu sarai libero senza piu’ temere quell’uomo schifoso” Lo accarezzo’ di nuovo e poi si volto’ per guardare la scena che si era creata. Trevor era svenuto, sanguinante dal viso e sua moglie era inginocchiata su di lui per capire quali fossero le sue reali condizioni e nel vano tentativo di rianimarlo. E John? Era scomparso. Quell’idiota… Sembrava aver approfittato di quel momento di confusione per darsela a gambe, senza sapere che lei avrebbe potuto rintracciarlo come e quando voleva grazie al chip sottocutaneo che gli aveva fatto inserire. Stava per precipitarsi fuori dalla porta quando il ragazzo si riaffaccio’ nella stanza brandendo un grosso coltello da cucina e avventandosi contro il corpo inanimato del padre
“ Maledetto bastardo” gli urlo’. Thula osservo’ quella scena ed ebbe solo una frazione di secondo per capire cosa stesse accadendo e poi il suo corpo atletico si mosse velocemente gettandosi sul corpo di Trevor e alzando il suo braccio destro per parare il colpo che John stava per infliggere al padre. Dopodiche’ gli tolse agevolmente l’arma dalle mani e lo costrinse a rialzarsi
“ Cosa stavi facendo?” gli disse. John scoppio’ in un pianto a dirotto. Aveva evidentemente riacquistato l’uso della parola
“ Volevo ucciderlo quel bastardo” Thula capi’. Accarezzo’ il volto del giovane rigato di lacrime e poi prese dolcemente la sua faccia fino a portarla a ridosso dei suoi seni rigogliosi. Con un dito gli alzo’ il mento per poterlo guardare negli occhi
“ Lo faceva anche con te, non e’ vero?”
“ Si. Tutte le sere da quando avevo sei anni. Uno schifoso maledetto bastardo. E se non volevo mi picchiava a morte” Thula lo accarezzo’ di nuovo
“ Povero ragazzo. Questo spiega molte cose. E voi?” disse poi rivolta alla madre “Voi sapevate che questo depravato si approfittava dei vostri figli?” La donna si mise le mani in faccia dalla vergogna
“ Io…Io…”
“ Si, lei sapeva ma stava zitta. Non faceva niente per impedirglielo” intervenne John con rabbia
“ Cosa potevo fare? E’ mio marito e se mi fossi intromessa mi avrebbe ammazzata. L’unica cosa che potevo fare l’ho fatta”
“ E cioe’?” domando’ Thula
“ Ho fatto sposare giovanissime le ragazze per toglierle dalle sue grinfie anche se lui sembrava interessato piu’ ai maschi che alle femmine. E poi ho mandato via l’altro a lavorare. Per John e per Malcolm ho potuto fare poco. Mi dispiace. Mi dispiace tanto” Thula non le rispose. Quella donna era colpevole. Era una madre ma aveva fatto poco per salvare i propri figli. Afferro’ di peso il corpo di Trevor e se lo alzo’ sopra le spalle, tra nuovi sguardi di meraviglia dei presenti e cammino’ in direzione dell’uscita per poi gettare quel corpo lontano. La vecchia si avvicino’ alla donna proveniente dal futuro. La differenza tra le due donne era enorme e rendeva la figura della madre di John quasi ridicola al cospetto di quell’amazzone
“ Chi siete veramente? Siete una strega? Una donna posseduta dal demonio?“ Thula sorrise di fronte alle ingenuita’ proferite dalla vecchia
“ Non esistono streghe e demoni e comunque io sono dalla parte della giustizia. Se potete, cacciate di casa quest’uomo e forse sconterete in parte i vostri peccati”
“ Come faro’? Sono solo una povera vecchia”
“ Tanto non potra’ piu’ lavorare” prosegui’ Thula indicando il corpo di Trevor. Gli ho spezzato le braccia e una gamba e non potra’ piu’ fare alcun tipo di fatica”
“ Lo faro’ io, mamma” intervenne Malcolm. Saro’ io l’uomo di casa ma quel bastardo non dovra’ piu’ mettere piede in questa casa altrimenti lo ammazzo" Thula sorrise e poi si avvicino’ al corpo di Trevor Terrence ancora svenuto e si rivolse a Malcolm
“ Ragazzo, vai a prendere un secchio d’acqua. Con questo non ho ancora terminato” Il giovane non si fece ripetere due volte l’ordine. Aveva appena visto cosa quella donna fosse in grado di fare ed essere accomodante verso di lei sembrava la cosa piu’ giusta da fare. Si diresse verso il pozzo dopo aver preso un secchio e lo riempi d’acqua per darlo poi alla maestosa amazzone che lo verso’ di getto addosso a Trevor. L’uomo scosse la testa svegliandosi immediatamente. Guardo’ la donna di fronte a lui ma poi il dolore per le fratture s’impossesso’ di nuovo di tutto il suo corpo. Inizio’ di nuovo a frignare mentre Thula poggio’ il suo piede sulla faccia dell’uomo
“ Abbiate pieta’ di me” piagnucolo’. Thula spinse il suo piede ancor di piu’ nella faccia dell’uomo
“ Dalle mie parti, un uomo che fa quello che hai fatto tu nei confronti di un figlio o in quelli di qualunque essere piu’ debole di lui viene condannato a morte. Io pero’ non sono una giudice e non posso farlo ma posso proseguire la mia opera di devastazione del tuo corpo”
“ Vi prego, ho capito di aver sbagliato” Thula scoppio’ in una risata nervosa. Quell’uomo era un lurido viscido che la nauseava
“ Ma davvero? Adesso te ne sei accorto?” La donna tolse il piede dalla faccia di Trevor e fece un paio di passi indietro “Striscia, uomo. Striscia verso di me. Striscia come solo i vermi possono fare e obbedisci altrimenti riprendo a romperti altre ossa” Il tono della donna era stato duro e fermo e John provo’ un briviso lungo la schiena. Oh non certo per pieta’ nei confronti di quel bastardo che l’aveva generato ma al pensiero di cosa Thula avrebbe potuto fare anche a lui. Poi pero’ osservo’ la scena e vide Trevor avvicinarsi strisciando verso la soldatessa. Lo aveva fatto piangendo e lamentandosi a causa dell’enorme dolore che provava e senza l’aiuto delle braccia inutilizzabili, avanzando di pochi centimetri alla volta ma l’aveva fatto. La donna continuava a guardarlo con tutto il disgusto che poteva provare “Ora lecca le mie scarpe e puliscile con la tua lingua. Perche’ questa e’ l’unica cosa che potresti fare con una donna come me. Fallo e puliscile bene perche’ altrimenti quello che ti ho appena fatto sara’ solo l’anticipo” L’uomo rimase per alcuni secondi titubante. Non si aspettava una cosa del genere e Thula lo colpi’ allora con un potente calcio che sbriciolo’ alcuni dei pochi denti rimasti nella bocca dell’uomo che, continuando a piangere sommessamente, inizio’ a leccare le scarpe della donna sporchissime per la lunga camminata in campagna. John, Malcolm e la vecchia madre guardavano quella scena in silenzio, ognuno con delle sensazioni diverse ma tutti con un ammirazione incredibile per quella donna. L’operazione duro’ diversi minuti poi la comandante prese dolcemente la mano di John per andare dentro il fienile. Dovevano andarsene. Ormai tutti i tasselli sembravano essere andati al loro posto. Malcolm pero’ corse dietro ai due e abbraccio’ John
“ E’ stato bello incontrarti, fratello mio” John sorrise e ricambio’ l’abbraccio
“ Non sapevo di avere fratelli che non conoscevo. Se io fossi stato ancora in questa casa lui non si sarebbe approfittato anche di te. Ormai sono un uomo e l’avrei ucciso. Mi dispiace”
“ Tu non hai colpe e hai fatto bene ad andartene. Ritornerai a trovarmi?”
“ Non lo so. Vorrei ma non dipende da me” rispose John guardando Thula che sorrise enigmaticamente
“ Chissa’ Malcolm. Puo’ darsi che John possa venirti a trovare tra qualche anno. Ora vai in casa e porta con te tua madre. Credo che domattina non ci troverete in quanto partiremo all’alba” concluse l’affascinante comandante andando di nuovo verso il fienile, sempre tenendo per un braccio il suo prigioniero. Appena entrati nel fienile ed essersi sincerata che madre e figlio fossero entrati in casa, Thula ando’ verso John
“ E’ stata dura, vero?”
“ Perche’ non me l’avete lasciato ammazzare?”
“ Perche’ soffrira’ di piu’ cosi’. Come ho detto a tua madre e a tuo fratello, le sue violenze sono terminate. E’ debole e indifeso ormai e ne subira’ le conseguenze in quanto le tecnologie mediche di questo secolo non gli permetteranno mai di ritornare quello che era. Ma ti ripeto la domanda. E’ stata dura per te in quegli anni?”
“ Si signora. Appena ho potuto sono scappato a Londra. Non ce la facevo piu’” Thula accarezzo’ il giovane. Ora capiva tutto. Penso’ che le violenze subite da bambino lo avevano fatto diventare a sua volta uno stupratore. Non lo giustificava del tutto ma non era completamente colpa sua. E qualcosa si smosse dentro di lei. Forse compassione, forse un semplice desiderio sessuale nei confronti di quel ragazzo che adesso non vedeva piu’ come un terrorista ma come un disadattato, colpevole di essere nato in un’epoca dove in certi ambenti la tenerezza e l’amore erano parole quasi senza significato. Continuo’ ad accarezzare quel viso piacevole contornato da quegli assurdi baffi propri di quell’epoca e quindi si chino’ per cercare le sue labbra. John rimase di stucco. Che sapore meraviglioso aveva quella bocca! Era cosi’ bello, cosi’ piacevole ma come spiegare a quella donna che lui non poteva? Si scanso’ e Thula rimase di sasso
“ Perche? Cosa c’e’ in me che non va?” gli chiese
“ Niente signora. Voi siete bellissima ma io… Oh mio Dio, come spiegarvelo?“
“ Aspetta, posso capire. Trovi difficolta’ ad approcciarti a una donna come me? Una donna che comanda? E’ cosi’?” No, non era quello. John lo sapeva che il problema era ben altro ma quella sembrava essere una spiegazione plausibile
“ Forse, signora” rispose infine l’uomo lasciando il dubbio nella mente di Thula che si riavvicino’ di nuovo
“ Non devi temere. Non ti picchiero’, non sono come Elana. Devi stare tranquillo. Tutti i maschi della mia epoca trovano molto piacevole abbandonarsi tra le braccia di una donna forte e sicura. Vedrai che capitera’ anche a te” Lo prese di nuovo tra le sue braccia e lo bacio’ ancora mentre John sentiva qualcosa di strano dentro di lui. Quella sensazione di essere nelle mani di quella donna era strana. Spiacevole? No, tutt’altro e infatti qualcosa si animo’ in lui e senti’, tra la sua meraviglia, il suo pene inturgidirsi. Sospiro’ incredulo e si lascio’ sopraffare da quella magica sensazione mentre Thula lo spogliava dolcemente senza smettere di baciarlo. Quindi lo adagio’ sul giaciglio, soddisfatta di vedere la sua erezione e inizio’ a spogliarsi anche lei. In breve, la donna era nuda di fronte al giovane inglese la cui eccitazione aveva raggiunto picchi incredibili. L’uomo sgrano’ gli occhi. Quella era per lui la perfezione e rimase con la bocca aperta ad ammirare la bellissima soldatessa che sorrise nel vedere la reazione di John sdraiandosi poi sul corpo dell’uomo”
“ E’ bello, signora. E’ tutto molto bello” Thula continuo’ a sorridere afferrando il pene del giovane per accarezzarlo. Si lascio’ poi penetrare sospirando anche lei per quel piacere che attendeva da tanti mesi. Si mosse sopra di lui con maestria mentre i suoi capelli biondi ondeggiavano seguendo i suoi movimenti e mentre John si lasciava guidare dalla donna assaporando quel godimento in modo totale. Un godimento che lui pensava che mai avrebbe potuto provare.
 
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