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Le guardiane del tempo

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schiavodimiamoglie
view post Posted on 5/4/2024, 15:37 by: schiavodimiamoglie     +1   -1

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Tredicesimo episodio

Jedra sbuffo’ infastidita. Essere costretta a preparare la colazione non lo sopportava proprio visto che erano mansioni che non spettavano alle donne ma erano di competenza dei maschi. E pensare che a casa l’aspettava un marito devoto e premuroso che le obbediva in tutto e per tutto e che si occupava di qualunque mansione riguardasse la sua casa. Ma in quella situazione, isolate in questo tempo passato e soprattutto prive di un maschio che si dedicasse alla cucina, dovevano fare a turno e anche se erano trascorsi oltre sei mesi da quando lei e le sue colleghe erano state catapultate in quel secolo, ancora non si era abituata a dover stare dietro ai fornelli. Certo, erano lavori che toccavano a turno ma la infastidivano. Soprattutto adesso che doveva servire addirittura un maschio. Pazzesco! Come se quei secoli trascorsi fossero passati invano. La soldatessa smise di pensare a queste situazioni e porto’ quindi i cibi a tavola dove l’attendevano la comandante Thula, la sua collega Orla e naturalmente il prigioniero mentre Elana e Mira erano ovviamente impegnate nella guardia a Genevieve. Thula afferro’ il bricco del caffe’ versandosene una dose abbondante e dicendo a John di fare altrettanto. Orla guardo’ l’uomo e quindi si rivolse alla comandante
“ Quindi, sembra proprio che il nostro giovanotto dicesse la verita’, stando a cio’ che lei ci ha raccontato, comandante”
“ Pare proprio di si” rispose Thula sorseggiando il suo caffe’”
“ Indagine conclusa?”
“ Non ancora. Credo che sulla sincerita’ di John non esista ormai piu’ alcun dubbio ma io non sono il tipo che lascia il lavoro a meta’. Avevo detto che sarei andata a Londra e fra un’ora al massimo ci teletrasporteremo in quella citta’. Voglio dissipare gli ultimi dubbi. Credo che anche tu sarai d’accordo, non e’ vero John?”
“ Certamente signora” rispose l’uomo facendo buon viso a cattivo gioco. Erano tanti i componenti che facevano risultare pericolosa per lui una rimpatriata, soprattutto insieme a Thula ma prosegui’ sorridendo, seppure a fatica “Potrete vedere con i vostri occhi che quello che vi ho detto corrisponde a verita’. Chi volete conoscere?”
“ Tanto per cominciare, il medico presso il quale lavoravi. E poi i tuoi amici. Avevi qualche amico?”
“ Amici proprio no. Pero’ tutti mi conoscono nelle bettole del mio quartiere”
“ Bene. E ragazze? Hai una ragazza che ti aspetta?” Terrence si rabbuio’
“ No signora, non ho una ragazza” rispose infine
“ Come mai?” incalzo’ Thula. John scosse la testa. Un’altra di quelle cose impossibili da spiegare, soprattutto dopo quello che era accaduto durante la notte
“ Non ho soldi per mettere su una famiglia, signora” menti’. No, non era quello il reale motivo per cui non aveva una ragazza ma sembrava una scusa plausibile e Thula sembro’ accettarla. Si alzo’ e fece cenno a Jedra e Orla di seguirla
“ Bene John, tu continua pure a mangiare mentre io mi preparo per andare a Londra”
“ Ci andremo sempre con quel coso… Come si chiama?”
“ Il teletrasporto? Si, certo. Tu abiti lontano dal centro?” Un brivido percorse l’inglese. La sua abitazione? No, era fuori da ogni discussione. Non poteva dirgli dove aveva abitato fino al giorno in cui era rimasto a Londra
“ Io… Veramente non ho una casa” Thula lo guardo’ pensierosa
“ Cosa significa che non hai una casa? E dove hai dormito fino ad ora?”
“ Mi sono arrangiato. Ho dormito in strada e qualche volta ospite di qualche conoscente”
“ Verificheremo” taglio’ corto la comandante lasciandolo solo alle prese con la colazione. Ora si che era in mezzo a un mare di guai. Fino ad ora, soprattutto dopo che aveva avuto modo di dimostrare che lui era effettivamente di questo secolo, che aveva una madre e un padre, le cose erano andate per il verso giusto. Ma cosa sarebbe successo ora? Doveva continuare a sostenere quella versione. Thula sembrava quasi che nutrisse un po’ d’affetto nei suoi confronti e quella pazzesca notte d’amore lo dimostrava ampiamente e quindi doveva proseguire su quella strada gia’ tracciata. Nessuno poteva entrare in casa sua. Doveva limitarsi a farla parlare con i suoi amici e conoscenti che le avrebbero tutti detto che era un ragazzo a posto, forse con qualche ubriacatura di troppo ma chi non si ubriacava nel suo quartiere? Ma casa sua no. Si maledi’ per quei ricordi ma era ancora in tempo per restare nelle grazie di quella donna. Con un po’ di attenzione ce l’avrebbe fatta.

Mentre John Terrence era immerso nei suoi pensieri, nella camera accanto Jedra armeggio’ con il tele trasportatore che poi riconsegno’ a Thula. La comandante osservo’ con attenzione l’aggeggio
“ Hai inserito le coordinate?”
“ Si certo, comandante. Oltre a quelle di questa casa. Per qualunque altra destinazione lei dovra’, come al solito, contattare me o una delle mie colleghe” prosegui’ la soldatessa indicando Orla che era accanto a lei
“ Bene ma non credo che ne abbia bisogno”
“ Ormai lei e’ dell’idea che quel ragazzo abbia detto la verita’, non e’ vero?”
“ Ne sono certissima. Non credo che sarebbe stato possibile inscenare una commedia come quella alla quale ho assistito”
“ Intende cio’ che ha visto a casa dei suoi genitori?”
“ Ovviamente”
“ E allora perche’ vuole andare a Londra? Insistette Orla
“ Perche’ il mio sesto senso mi dice che e’ sincero quando afferma di essere di quest’epoca, cosa del resto confermata con gli accadimenti di Preston, ma che invece mente riguardo altre cose”
“ Insomma, secondo lei non e’ un terrorista del tempo ma nello stesso tempo ha qualcosa da nascondere”
“ Esatto”
“ Ma a noi cosa importa? Lo porti nel 2457 e affermi semplicemente cosa sappiamo e cioe’ che ha provato a violentare una donna della sua epoca che, guarda caso, era proprio la ragazza che controllavamo. Non so cosa decidera’ la giuria ma potrebbe uscire dal carcere quando ancora è relativamente giovane. Qualunque altra cosa abbia fatto riguarda quest’epoca e noi non ne facciamo parte”
“ Hai pienamente ragione, Orla. Ma io devo essere sicura di cio’ che scrivero’ nella mia relazione o di cosa diro’ al processo e perdere un giorno per cercare di appurare la verita’ non e’ la fine del mondo. Questo, anche per far dare una condanna giusta ed equilibrata a quest’uomo” Jedra e Orla si guardarono annuendo. Non c’era dubbio che la loro comandante avesse ragione
“ Ma cosa c’e’ cha la lascia in dubbio?” chiese comunque Jedra
“ Ah, tante cose. Su alcune risposte e’ sicuro mentre su altre tentenna e perde alcuni secondi, quasi se cercasse di trovare quella piu’ giusta. E’ abbastanza intelligente da trovare poi quella risposta, che sia giusta o comunque credibile ma sento che ci sta facendo fesse. E se dovessi scoprire cosa nasconde, giuro che glie lo faccio rimpiangere. E poi, guardate il suo abbigliamento. Cosa ne deducete?”
“ Tipico rappresentante della classe povera di fine ottocento. Cappotto logoro, camicie un po’ unte, scarpe rattoppate diverse volte. Insomma, ha detto di essere un poveraccio che si arrangia lavorando per un medico e la cosa mi sembra plausibile considerando che gli assistenti medici di questo periodo non erano certo specializzandi istruiti ma poveracci che si arrangiavano con dei lavoretti di secondo piano” disse Orla
“ Si, ho letto che spesso questa gente rubava i corpi dal cimitero per far esercitare il medico se questi doveva compiere un’operazione piuttosto rischiosa” rincaro’ Jedra
“ Esatto. Dunque, un poveraccio dignitoso, con un lavoro e un guadagno, sia pure di basso livello, giusto?”
“ Direi di si” rispose ancora Jedra mentre anche la sua collega annuiva
“ E vi sembra il tipo che non ha una casa?” Le due soldatesse guardarono la loro comandante. No, non sembrava possibile
“ E perche’, secondo lei, quel tipo non vuole che lei curiosi in casa sua” Thula scoppio’ a ridere
“ Beh, e’ per questo che vado a Londra e non per fare la turista. Se non dovessi scoprire nulla d’importante, domani mattina lo portero’ nel nostro presente. E a quel punto ci pensassero chi di dovere. Noi dobbiamo proteggere la francesina e stiamo facendo bene il nostro lavoro e non posso perdere troppo tempo dietro a quest’inglese, pero’ mi voglio togliere la soddisfazione di provare almeno a capirci qualcosa”
“ Bene comandante” concluse Jedra “Mi sembra che sia tutto pronto per questo viaggetto nella Londra vittoriana”
“ Credo proprio di si. Andiamo a raccattare il nostro John”

Era circa un’ora che Thula e John camminavano. La stanchezza dell’uomo era ormai evidente mentre la donna, ben piu’ atletica ed allenata, aveva ancora un passo pimpante. Si erano teletrasportati fuori Londra e seppur la città non aveva raggiunto la grandezza che poi avrebbe acquistato anni dopo, era sempre la città più grande del mondo in quell’epoca
“ Aspettate signora, sono stanco. Non possiamo riposarci un po’” chiese infatti l’uomo. La comandante guardo’ l’inglese e si fermo’. Erano ormai quasi nel centro di Londra e cinque minuti poteva anche attenderli
“ E’ lontano il tuo quartiere?”
“ No signora. Un altro quarto d’ora. Dove volete andare prima?”
“ Dal tuo datore di lavoro, dal medico. Mi raccomando John, io non ti mettero’ la sostanza che ti inibisce la parola ma, alla prima mossa o frase sbagliata, ci teletrasporteremo immediatamente nella casa a Parigi e poi saranno problemi tuoi. Ti prometto che ti lascero’ nelle mani di Elana e quando sarai nella mia epoca per essere giudicato, ci arriverai con poche ossa sane”
“ No signora, vi prego, non consegnatemi nelle mani di quella donna. Mi comportero’ in modo adeguato ma non lasciatemi nelle sue mani”
“ Non lo faro’ se tu mi obbedirai”
“ Vi obbediro’, ve lo prometto”
“ Bene. Mi sembra che tu abbia capito come noi donne del venticinquesimo secolo trattiamo i maschi. Se vi comportate bene, sappiamo essere comprensive ma non tolleriamo disobbedienze. I maschi debbono stare ai nostri ordini e la comprensione sfuma se cio’ non accade. E’ tutto chiaro?”
“ Certamente signora”
“ Bene. Vogliamo ricapitolare come ti devi comportare?”
“ E’ semplice, signora. Io vi presentero’ ai miei conoscenti come la mia donna e voi scambierete quattro chiacchiere con loro”
“ Si, mi basteranno appunto quattro chiacchiere per capire. E dimmi, nemmeno in passato hai avuto una casa?”
“ Si signora. Non ho sempre dormito in mezzo alla strada. Ma i soldi erano sempre pochi. Sono stato insieme ad alcuni amici ma poi se ne sono andati e non ero in grado di pagare un affitto da solo” rispose il giovane tranquillamente. Era vero. Per anni si era districato nel rimediare un tetto per dormire e poi da circa due anni era andato ad abitare nella sua nuova casa. Per fortuna, nessuno di quelli che conosceva sapeva dove abitasse e pertanto, nessuno poteva dare indicazioni alla soldatessa.
Thula intanto, lo osservava e le sue sensazioni erano molto contrastanti. Da una parte, non poteva dimenticare che quell’uomo si era quasi macchiato di un crimine orrendo come quello di violenza nei confronti di una donna, azione che sarebbe stata portata a compimento se non fosse intervenuta la sua soldatessa, dall’altra non poteva dimenticare il suo passato, la sua infanzia, le violenze subite da parte del padre, violenze che probabilmente erano alla base delle sue azioni una volta diventato adulto. Non era tutta colpa sua se stava per diventare un violentatore. Si, provava anche un po’ di tenerezza nei confronti di John e quella tenerezza l’aveva portata a fare l’amore con lui, fatto molto increscioso e che le avrebbe potuto portare qualche guaio se fosse stato scoperto dalle sue superiori. Tuttavia, non aveva potuto farne a meno quando si era trovata la sera precedente accanto a lui, nel vederlo cosi’ fragile e indifeso. Si avvicino’ al giovane. Aveva di nuovo voglia di baciarlo e di prenderlo tra le sue braccia per farci l’amore ma dovette respingere quell’idea
“ Ti e’ passata la stanchezza?” gli disse infine
“ Si signora”
“ Bene, incamminiamoci dunque”
I due si misero di nuovo in cammino. Oltrepassarono la City e si immisero in un quartiere povero e degradato fatto di vicoli sporchi e piccole botteghe, nell’East End. L’uomo si guardava intorno sospettoso ma era evidente che si trovava nel suo ambiente. Salutava infatti alcune persone ed era da loro contraccambiato affettuosamente anche se poi quella gente guardava incuriosita quella straniera altissima che inutilmente si nascondeva dentro un abito dimesso da contadina
“Sara’ difficile per loro credere che una donna come voi possa stare veramente con me” Thula sorrise
“ Beh, in fondo, una parte di verita’ c’e’. Ieri sera abbiamo fatto l’amore in modo molto appassionato”
“ E’ stato meraviglioso. Non credevo che ci potessero essere momenti cosi’ belli”
“ E’ bello sentirtelo dire. Torniamo pero’ al motivo per cui siamo qui a Londra. E’ molto lontano il medico sotto cui hai lavorato?”
“ No signora. Siamo quasi arrivati. Vedete quella via? E’ Leman street e al numero 42 c’e’ il dottor Ferguson”
“ Considerando la zona, non credo che si tratti di un medico affermato”
“ Affermato no ma e’ molto bravo, mi creda. Si prende cura della povera gente del quartiere che lo ricompensa come puo’. E’ una brava persona”
“ Andiamo a trovarlo, allora”
John e Thula si inoltrarono nella via, una delle piu’ grandi del quartiere ed entrarono al numero 42. Si trattava di un palazzo un po’ meno degradato rispetto agli altri. Di sicuro piu’ pulito e senza la sporcizia che regnava incontrollata dappertutto. John fece strada e sali’ al primo piano per poi bussare a una porta situata sulla destra. Alcuni secondi e un uomo di circa cinquant’anni, con la barba rossiccia con qualche spruzzata di bianco, capelli lunghi sempre sul rosso, piccolo di statura e con il classico camice da dottore li accolse a bocca aperta
“ John Terrence? Dio santo, credevo che non ti avrei piu’ rivisto. Te ne sei andato all’improvviso. Ma cosa diavolo ti e’ successo. E chi e’ questa signora accanto a te” esordi’ il medico alzando gli occhi per vedere in faccia l’amazzone di fronte a lui
“ Lei e’ la mia… ehm, fidanzata, dottor Ferguson. Sono passato solo per scusarmi del fatto che sono scomparso senza avvertirvi”
“ La tua fidanzata? Complimenti vivissimi, John. Mi ero sempre chiesto come mai non avevi una ragazza. Hai atteso un bel po’ ma vedo che ne e’ valsa la pena. Piuttosto, sono stato preoccupato per te. Credevo ti fosse successo qualcosa. Londra e soprattutto questo quartiere sono diventate invivibili. Questi fatti di cronaca non ci lasciano dormire tranquilli”
“ Beh, come vedete sono qua’”
“ Dovevo darti ancora una settimana di paga. Ma vi prego, attendete qualche minuto. Nello studio ho una paziente che devo visitare. Ho quasi finito. Tu sei di casa John, fai accomodare la signorina e aspettatemi” Il medico scomparve dentro un’altra stanza e John e Thula si ritrovarono di nuovo da soli
“ Che vi avevo detto, signora? Mi credete adesso?”
“ Si, ti credo John” rispose laconicamente la donna. Ormai, non c’era piu’ alcun dubbio. Non poteva essere un terrorista del tempo. Ma c’era sempre l’altro tarlo a roderle e l’uomo se ne accorse
“ Non vi fidate completamente di me, lo sento”
“ Non si tratta di quello” rispose la comandante “E’ che ci sono alcune cose di te che non mi convincono” John Terrence sospiro’. Quella donna era troppo intelligente. Ma anche lui non era uno stupido
“ Di cosa si tratta? Ditemelo e dissipero’ i vostri dubbi” Thula riflette’ qualche istante
“ Hai detto che sei scappato da Londra per i tuoi debiti di gioco, non e’ vero?”
“ Si”
“ In effetti, ti vedo guardingo. Hai timore di incontrare i tuoi creditori? Immagino che quella gente dovesse essere molto pericolosa da costringerti addirittura a fuggire”
“ In effetti, ho paura di poter incontrare alcune persone” ammise l’uomo
“ Strano perche’ vicino a me non dovresti avere timore. Ormai conosci le potenzialita’ di una donna del venticinquesimo secolo. Io poi sono una soldatessa e quindi allenata a ogni tipo di lotta. E’ assolutamente da escludere che alcuni uomini, sia pur armati e malintenzionati, possano mettermi in difficolta’. Pertanto, puoi tranquillizzarti. Nessuno ti fara’ del male finche’ sei accanto a me” Gia’, la scusa della paura dei creditori non reggeva del tutto, non certo con una donna come Thula al suo fianco. Pero’ era stata proprio lei a considerarla come un’ipotesi e lui l’aveva colta al volo
“ E’ vero, sono uno stupido a preoccuparmi con voi vicino a me. Come posso aver paura sapendo che voi mi proteggereste da quegli uomini. Potrebbero anche venire in cento e voi li annientereste in un secondo” Thula scoppio’ in una risata e accarezzo’ il volto del giovane
“ Forse cento uomini in un secondo sarebbero troppi anche per me. Pero’ in effetti, non permetterei che qualcuno ti faccia del male”
“ Io… Io ero preoccupato perche’ non ero sicuro che voi mi aveste protetto” balbetto’ il giovane nella speranza che l’ipotesi fosse plausibile. Thula lo guardo’ con aria di rimprovero
“ Eppure, anche se mi conosci da poco, avresti dovuto capire che non sono il tipo di persona che ti lascerebbe in balia di uomini che hanno intenzione di farti del male” l’inglese annui’
“ E’ vero, avrei dovuto capirlo. Avrei dovuto rendermi conto dei vostri principi considerando il modo in cui avete trattato quell’uomo… Mio padre… Non lascia dubbi su quale sarebbe il vostro comportamento nel caso volessero aggredirmi. Vi chiedo perdono per aver dubitato di voi, signora” Thula sospiro’. Le spiegazioni erano plausibili. Forse, quel giovane era solo un disadattato che aveva avuto una pulsione incontrollata dovuta alle violenze subite da bambino e nient’altro. Poi lo osservo’. Aveva dei comportamenti anomali per essere una persona di fine ottocento. Dopo l’iniziale e ovvia ribellione, si era calato perfettamente nei panni del maschio obbediente e timoroso di una donna e questo, per la sua natura e per la sua educazione, le piaceva immensamente. Strano comportamento comunque per un tipo che aveva provato a violentare una donna. Molto strano. Eppure, quel giovane sembrava possedere una personalita’ particolare. O forse, piu’ di una personalita’. Una che ben si adattava al tipo di maschio al quale lei era abituata e un’altra che invece non riusciva completamente a decifrare. I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo del medico che accompagnava una giovane verso l’uscita. Il dottore poi si mise a sedere di fronte a loro, ammirando la statuaria figura della giovane
“ Allora John, dimmi. Dove sei andato?”
“ A Parigi, dottor Ferguson”
“ A Parigi? E cosa ci sei andato a fare?”
“ Volevo cambiare aria”
“ Ed e’ a Parigi che hai incontrato questa deliziosa signorina?”
“ Si” rispose John guardando la donna accanto a sé in cerca di conferme. Stava andando bene ed il sorriso di Thula lo confermava”
“ Posso sapere come vi chiamate, signorina?”
“ Ehm, il mio nome e’ Genevieve” menti’ la donna che disse il primo nome che le veniva in mente
“ Bellissimo nome. Sapevo che le donne francesi sono molto affascinanti ma non immaginavo che arrivassero a tanto”
“ Vi ringrazio, dottore” rispose Thula, poco abituata alle frasi galanti
“ E’ la verita’. E vedo che parlate molto bene la nostra lingua. Devo essere sincero, dai vostri abiti vi avevo scambiato per una contadina ma forse mi sono sbagliato”
“ In effetti, ho studiato, dottor Ferguson”
“ Ne sono lieto. Ma dimmi John, rimarrai a Londra o tornerai a Parigi?” Il giovane inglese guardo’ la soldatessa in cerca della risposta giusta da dare e Thula intervenne
“ Torneremo a Parigi, dottore. La visita di John era semplicemente dovuta visto il modo poco simpatico con il quale ha abbandonato le persone che conosceva. Faremo un altro giro, saluteremo i vecchi amici di John e faremo ritorno in Francia. Io pensavo che lui volesse anche ritirare alcuni oggetti da casa ma ho saputo proprio oggi che non aveva un’abitazione. E’ molto triste questa cosa” disse nella speranza che il medico potesse contraddirla
“ Davvero non hai una casa?” disse invece il dottor Ferguson” Non lo sapevo. Ti avrei fatto dormire qui per qualche tempo se lo avessi saputo. Non ho mai pensato che tu potessi non avere un’abitazione. Sei sempre stato pulito e a posto”
“ Mi arrangiavo, dottore. Ci tenevo ad essere pulito se volevo mantenermi il lavoro da voi” Thula si alzo’. Quello che voleva sapere l’aveva saputo
“ Bene dottore. E’ meglio che andiamo. E’ stato un piacere conoscervi”
“ Il piacere e’ stato mio. E sono felice di sapere che John sta bene. Ho sempre pensato che fosse un bravo ragazzo”
“ Grazie dottore” fece il giovane inglese
“ Ah, ti debbo la paga di una settimana. Sono pochi scellini ma potrebbero farvi comodo” concluse il medico tirando fuori delle banconote
“ Ma sono piu’ di quello che mi dovevate” fece John osservando i soldi che il medico gli aveva dato
“ Considerali come un regalo di nozze se mai vi doveste sposare” concluse il dottore salutando i due che ringraziarono vivamente ed uscirono dall’appartamento immergendosi di nuovo nella vita quotidiana di quel quartiere. Terrence osservo’ Thula. Era riuscito a superare il primo ostacolo. Glie ne rimaneva almeno un altro: la bettola dove andava a bere qualche birra. Dopodiche’ la visita a Londra poteva dirsi conclusa.
 
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