Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Racconti d'autore: TRANSFERT, femdom, depressione, psicologia, obbedienza, sottomissione, bondage, trampling, feet fetish, indumenti, umiliazionii, hot wax, ricatto psicologico

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-triskell-
view post Posted on 14/4/2024, 11:17 by: -triskell-     +1   -1
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T.P.E.
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Racconto tratto dal web, dal sito Wattpad, autore AncoraSveglia.
Della stessa autrice è presente sul forum il racconto "Sottomissione, la lotteria ginarchica" reperibile al link https://legamidiseta.forumcommunity.net/?t=61962628
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"La psicanalisi è un mito tenuto in vita dall'industria dei divani." diceva Woody Allen. Prima di Freud, Spinoza ricordava quanto sia importante cercare di passare dalle passioni (ciò che non controlliamo, quegli istinti oscuri dei quali non conosciamo neppure la causa, ma che ci controllano) alle affezioni (i desideri più positivi, che sappiamo motivare). Il filosofo olandese però sapeva bene quanto fosse un cammino difficile: l'uomo è più un animale desiderante, che una creatura razionale.

Allo stesso modo, la dottoressa Anna Valini sapeva perfettamente quando le emozioni ed i desideri umani fossero una possibile causa di degenerazione psichica e spirituale, ma anche un preziosissimo strumento di cura e consapevolezza.

Silvio Monemi era un suo paziente da circa sei mesi. Silvio era tante cose: un uomo divorziato, il padre di un'adolescente che vedeva sempre di meno, il proprietario di una piccola ma redditizia azienda chimica in campo tessile; un bell'uomo sui quarantacinque anni, con un principio di calvizie ma decisamente curato e di bell'aspetto. Era però anche un uomo depresso. Soffriva di attacchi di panico, nausea ripetuta ed ansia notturna. Spesso il peso dei ricordi e quello delle responsabilità lo tormentava a tal punto da lasciarlo ingrigito, distratto e non del tutto immune da pensieri suicidi.

Nei primi due o tre mesi di terapia le cose andavano migliorando. Raccontava alla dottoressa Valini del suo divorzio, del suo lavoro, dei suoi amici e, soprattutto, del rapporto complicato che da ragazzo aveva avuto con il padre. Era una valvola di sfogo che faceva fuggire dal labirinto dei suoi pensieri un po' d'aria stantia.

Già dal quarto mese, però, il miglioramento stava dissolvendosi e la situazione andava stabilizzandosi su quella precedente. Silvio si sentiva in una palude dalla quale era impossibile uscire. Gli amici più intimi, che conoscevano il suo stato, gli ricordavano spesso che non avrebbe dovuto essere così triste: era un uomo intelligente, con un bel lavoro ed ancora nel pieno delle forze, ed ora che quella rompipalle della moglie se n'era andata era anche più libero. Non ci arrivavano. Non è facile spiegare all'esterno quello che succede, in certi casi, all'interno della tua testa. I pensieri oscuri arrivano senza bussare, non ti avvertono, e spengono ogni cosa bella che possa capitarti. Speravano di aiutarlo, ma peggioravano solo la situazione: instillavano in lui il senso di colpa, oltre alla depressione. Non aveva neppure il diritto di stare male.

La situazione non migliorava, neanche con l'aiuto della psicologa. Lei l'aveva intuito, come aveva capito che non era più il caso di proseguire la solita via psicanalitica. Serviva qualcosa di più radicale.

Per capire esattamente cosa stava succedendo, dobbiamo entrare nel suo studio, il martedì sera di tre settimane fa.

(continua)
 
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