| Una vacanza particolare Primo episodio
Voglio raccontarvi cio’ che mi e’ accaduto durante le mie ultime vacanze. Lo faccio in questa sezione in quanto, pur essendo una storia vera, l’ho scritta come se si trattasse di un racconto di fantasia ma e’ tutto rigorosamente autentico. Per farvi capire meglio la situazione, dovro’ pero’ tornare indietro di qualche anno. Diciamo all’incirca una trentina o poco meno. Che fate? State scappando? No vi prego, tornate indietro. Non saro’ cosi’ lungo. Beh insomma…… Diciamo che non saro’ brevissimo ma spero almeno di non essere noioso e di regalarvi una storia godibile. E dunque, siamo tornati all’inizio degli anni ottanta, quando il sottoscritto era un bel pischelletto di circa vent’anni . Insomma……. Forse ho esagerato visto che non ero Brad Pitt e proprio bello non mi potevo ritenere considerando che avevo un viso irregolare con un naso piuttosto pronunciato ma per evidenziare il mio fascino facevo affidamento su un corpo atletico e sportivo e su un modo di fare che sembrava attirare le ragazze. Che modo di fare? Semplice. Ero piuttosto sicuro dei miei mezzi e davo l’impressione alle ragazze di far loro un favore ad interessarmi a loro. E, pazzesco, questo mio comportamento dava ottimi risultati. Per farla breve, davo la sensazione di essere sicuro, autoritario e dominante, cosa che faceva a pugni con le mie sensazioni ed i miei istinti sottomessi che erano gia’ da allora molto forti dentro di me. Il mio desiderio di essere dominato da una bella ragazza, possibilmente grande esperta di arti marziali, cosa che avrebbe contraddistinto tutta la mia vita futura, veniva allora repressa con un comportamento esattamente contrario che pero’ mi dava grandi soddisfazioni almeno dal punto di vista del classico rimorchio. All’epoca, giovane universitario, le mie priorita’ erano di fare degli esami piu’ che discreti, giocare a pallone, divertirmi con gli amici e soprattutto cercare fica e devo dire che riuscivo ampiamente a fare tutto. Gli esami veleggiavano intorno al 27/28, a calcio mi divertivo giocando in una squadra dilettantistica e se avessi avuto pure i piedi dritti, con la mia voglia e la mia volonta’ da cagnaccio del centrocampo sarei diventato un discreto professionista, avevo un gruppo di amici coi quali mi trovavo a meraviglia e, come ho detto prima, le ragazze non mi mancavano. E questo anche se ero abbastanza selettivo nelle scelte. Tanto per cominciare dovevano essere alte. Quelle al di sotto del metro e sessantacinque nemmeno le consideravo, col risultato che accanto a me, di statura media col mio metro e settantasette, se mettevano anche i tacchi le guardavo alla pari ed a volte alzando gli occhi. Era una mia fissazione ed allora non capivo il motivo. Mi dicevo che c’erano quelli a cui piacevano le bionde, quelli che preferivano le more, quelli che le volevano con le tette giganti ed io le volevo semplicemente alte e possibilmente atletiche. La motivazione per cui le volessi atletiche era ovvia, considerando le mie attitudini e i miei desideri, mentre per l’altezza consideravo che fosse solamente una prerogativa estetica che mi attraeva e soltanto in seguito avrei scoperto che era una forma di sottomissione che traeva la sua origine nello scoprirsi in qualche modo inferiore alla propria donna, sia pure per una cosa banale come l’altezza. E pure perche’ altezza e’ mezza bellezza. A quei tempi, stavo appunto insieme con una ragazza, che chiameremo col nome di fantasia Paola, che aveva proprio queste caratteristiche fisiche. Era alta come me e quindi una bella pennellona, tonica e atletica ma di viso non si poteva considerare una gran bellezza e qualche difettuccio ce l’aveva, in particolare qualche problema con l’acne. Non per niente qualcuno la chiamava Brufolo Bill. Pero’ mi andava benissimo. Ho sempre dato piu’ importanza alla bellezza ed all’armoniosita’ del fisico piuttosto che ad un bel visetto e di corpo era stratosferica. Non e’ che fossimo perdutamente innamorati l’uno dell’altra. Si stava bene insieme, si scopava dentro la mia mini minor, vecchissima e comprata usata, in modo scomodo e da contorsionisti ma andava bene cosi’. E le mie sensazioni da sottomesso? Quelle erano riposte in un angolo nascosto e sarebbero uscite prepotentemente fuori soltanto diversi anni dopo. E poi naturalmente c’erano i miei amici. Chi ha letto una mia precedente storia forse ricordera’ che ne avevo cinque e formavamo un gruppo affiatato e piuttosto ambito da frequentare. Ma naturalmente non eravamo solo noi sei ma c’erano prima di tutto le ragazze che facevano parte del nostro giro, comprese ovviamente quelle che in quel momento erano le nostre ragazze, come ad esempio Paola. E poi c’erano anche altri ragazzi che potremo definire come <esterni>. Cioe’ non erano fissi e si univano a noi in occasione delle feste o il sabato sera quando spesso si andava in discoteca. Tra questi cosiddetti esterni che frequentavamo un po’ a singhiozzo, ce n’era uno che chiameremo, sempre con un nome di fantasia, Leonardo. Aveva un paio d’anni piu’ di me e molti piu’ soldini da spendere rispetto al sottoscritto. Lui infatti, gia’ lavorava mentre io mi dovevo far bastare cio’ che mi passavano i miei genitori e non era un sacrificio da poco per loro mantenermi all’universita’ e darmi anche i soldi per divertirmi, pagare la pizza alla mia ragazza e mantenere la mia mini minor. Ma io avevo dei genitori speciali. E scusatemi se adesso mi vengono gli occhi lucidi al pensiero che non ce li ho piu’. Torniamo a noi. Dicevo di Leonardo. Come considerarlo? Beh, senza dubbio un amico. Non un amico del cuore ma sicuramente di piu’ di un semplice conoscente. A volte, la sera insieme ad un altro paio di amici esterni , ci raggiungeva al biliardo dove andavamo spesso per giocare a stecca. Insomma, non era uno di noi sei che facevamo tutto insieme ma ci si avvicinava. E un bel giorno, porto’ una ragazza in mezzo a noi. E che ragazza! La chiameremo Elena, altro nome di fantasia ed era uno splendore, esattamente il mio ideale, l’incarnazione dei miei desideri . Tanto per cominciare, era considerevolmente alta con i suoi centosettanta centimetri , all’incirca. Ma sembrava esserlo molto di piu’ in quanto non credo di averla mai vista senza dei tacchi spropositati. E il suo corpo era perfetto, tonico e atletico visto che giocava regolarmente a tennis, con due belle tette non grosse ma perfette per il suo corpo slanciato ed un sederino da infarto. E poi il viso…… D’accordo che per me contava di meno ma quello era un volto perfetto, con lunghi capelli castani che le scendevano quasi fino a toccarle il sedere . Bellissima, niente da dire. Ed a quella bellezza che madre natura le aveva generosamente donato, lei ci metteva del suo, vestendosi e truccandosi sempre per apparire, senza problemi di nessuna sorta. Ed il suo carattere, che per molti poteva essere un difetto, a me attraeva da morire. Era stronza, si dava un sacco di arie pensando di essere una spanna superiore a tutte le altre ma, inutile nasconderlo, ne rimasi colpito. Se proprio avessi dovuto trovarle un difetto, si poteva affermare che era molto lontana dall’avere un cervello simile a quello della Levi Montalcini. Non che fosse stupida, tutt’altro, ma i suoi interessi e i suoi discorsi si limitavano all’ultimo modello della borsa di Luis Vuitton o dei jeans all’ultima moda, ma vi posso assicurare che con tutto il resto che aveva, qualsiasi maschio degno di essere etichettato come tale ci sarebbe passato sopra tranquillamente . Aveva la mia stessa eta’, se ricordo bene un paio di mesi piu’ grande e Leonardo, nel presentarcela e ben sapendo come a tutti noi piacessero le ragazze, disse chiaro e tondo che Elena era proprieta’ privata, che ci doveva provare lui e di starle alla larga. Ce lo disse col sorriso sulla bocca e non come minaccia ma era stato chiaro. E infatti, poco tempo dopo, Leonardo riusci’ nell’impresa di mettersi insieme con quella meraviglia. E non nascondo che forse per la prima volta nella mia vita provai un pizzico di invidia nei confronti di un'altra persona che conoscevo. Ma qualcosa stava per accadere. Trascorse un mesetto, forse due, adesso non ricordo, e ormai Leonardo ed Elena facevano coppia fissa mentre invece io mi ero appena lasciato con Paola. Niente di tremendo. Una discussione e senza i veri sentimenti non si va lontani. D’altronde, gia’ mi stavo guardando intorno per cercare una sostituta ed avevo adocchiato una mia compagna di corso con la quale avevo stretto amicizia e che sembrava ben disposta. C’era solo un piccolo problema. Lei voleva uscire con il suo gruppo di amici ed io col mio. Le avevo proposto una serata neutra io e lei da soli ma mi disse che ci avrebbe riflettuto. Al diavolo lei e i suoi amici. Io i miei non li avrei lasciati per uscire con una ragazza e quindi la nostra prima uscita era rimasta in stand by. Torniamo pero’ a quella sera. Era un sabato e avevamo organizzato una serata al < Jackie O> che era una delle piu’ note e rinomate discoteche di Roma e mi accorsi che la bellissima Elena era da sola senza il suo Leonardo. Inizialmente, la cosa mi lascio’ indifferente anche perche’ venni a sapere che non si erano lasciati ma semplicemente lui era impossibilitato a venire. Non mi ricordo il motivo. Dopo tutti questi anni qualche lacuna nella mia memoria e’ ammissibile. Forse era a letto malato o piu’ probabilmente era andato fuori Roma per lavoro, cosa che faceva spesso. Fatto sta che lei non aveva nessuna intenzione di rimanersene sola a casa ad aspettarlo ma aveva voglia di divertirsi anche senza di lui. E me lo fece intendere chiaramente quando volle salire proprio sulla mia scassata mini minor “ Oggi io e te ci diamo alla pazza gioia. Tu ti sei lasciato con Paola e io sono senza Leonardo” mi disse infatti. Diedi poco conto alla cosa che sembrava piu’ che altro una battuta alla quale risposi probabilmente con frasi di circostanza. Cominciai a pensare che forse quella frase non era poi cosi’ innocente quando, dopo un’oretta che eravamo in discoteca, e dopo che si era gia’ scatenata in pista sotto lo sguardo di tutti i maschi che frequentavano il Jackie O, lei volle uscire con me con la scusa di parlarmi proprio di Leonardo. Rimasi comunque alquanto meravigliato. Tra di noi c’erano sicuramente ragazzi piu’ amici di Leonardo di quanto lo fossi io ma ancora non riuscivo a comprendere esattamente cosa volesse. Ad ogni modo, mi disse una miriade di frasi stereotipate tipiche della ragazza che si lamenta del proprio ragazzo, a cominciare dal fatto che lui era un egoista, che la trascurava, che era geloso e possessivo e che non voleva che lei uscisse coi propri amici. Non ho mai saputo se fosse vero o meno ma ho sempre dubitato della veridicita’ di simili affermazioni. Fatto sta che ancora una volta risposi vagamente senza prendere una posizione netta. Fu poco dopo che lei usci’ allo scoperto. Mi chiese ancora una volta di farle compagnia e naturalmente accettai. Si piazzo’ dinanzi a me, cominciando a dirmi che pensava che io avessi piu’ dei vent’anni che avevo e siccome anche a lei ne davano qualcuno in piu’, avevamo qualcosa in comune. Prosegui’ affermando che le piaceva il modo in cui mi comportavo all’interno del gruppo, che ero carino ed intelligente. E poi la frase choc “ Ma tu mi vedi bella?” La vedevo bella? La vedevo una meraviglia. Per me era la perfezione assoluta. E naturalmente lei lo sapeva benissimo. Quella frase non era stata dettata da insicurezza, sensazione sconosciuta per una come lei, ma era stata detta appositamente per tastare il terreno e prepararsi a cio’ che aveva in mente. Naturalmente, le dissi che era bellissima e lei si avvicino’ fino a baciarmi sulla bocca. In una frazione di secondo, la mia mente elaboro’ un miliardo di pensieri. Cosa dovevo fare? Accettare le avances di una ragazza del genere oppure rispettare l’amicizia con Leonardo? E cosa avrebbero pensato di me i miei amici del cuore? Che ero uno che soffiava le ragazze agli altri? Uno di cui non ci si puo’ fidare? Era assurdo quello che mi stava capitando. Una cosa del genere non mi era mai accaduta, e parlo dello spudorato modo di Elena. E’ vero che stiamo parlando di circa trent’anni fa ma i piu’ giovani si tolgano dalla mente che quelle che adesso hanno l’età delle loro madri fossero santarelline tutte dedite al focolare. Almeno quelle delle grandi citta’ come Roma erano tipe sveglie che se avevano voglia di scopare te lo facevano capire chiaramente senza tanti giri di parole ma una che mi si buttasse addosso in quel modo prendendo decisamente l’iniziativa, per di piu’ ad un amico del proprio ragazzo e per di piu’ una che possedeva una bellezza del genere, non mi era mai capitata. Continuai a riflettere su cio’ che avrei dovuto fare, sempre in quella milionesima frazione di secondo ma poi feci la mia scelta. A malincuore, ma molto a malincuore, io non potevo farlo. Io certe cose non le facevo e quando Elena si avvicino’ nuovamente per baciarmi, io la fermai “ No, ferma, che cavolo stai facendo? Io sono amico del tuo ragazzo” le dissi bloccandole le mani e facendola restare a distanza di sicurezza. Il mio cuore batteva alla velocita’ della luce mentre sentivo il profumo della sua pelle cosi’ vicina a me . Forse stavo facendo la piu’ grossa cazzata della mia ancor breve vita. O forse stavo facendo la cosa giusta? In quel momento non potevo saperlo ma sapevo che non mi sarei piu’ guardato allo specchio se mi fossi abbandonato alle mie pulsioni erotiche che invece mi dicevano che dovevo prenderla tra le mie braccia e mandare al diavolo tutto il resto. Elena intanto mi guardo’ stupita. Era evidente che non se l’aspettava. Era abituata a vedere sbavare i ragazzi solo sorridendo ed invece si era trovata di fronte un ragazzino che la rifiutava, sia pure per una motivazione nobile come quella dell’amicizia anche se, devo ammetterlo, per me c’era anche il fatto di non passare di fronte a tutti gli altri come quello che fregava le ragazze altrui. Elena, pur nella sua superficialita’ apparente, capi’ immediatamente di aver fatto una fesseria. Si mise le mani sul suo bel viso e mi guardo’ scuotendo la testa. Addirittura si scuso’ adducendo quel gesto, il bacio ed il tentativo di seduzione, alla sua situazione non rosea con Leonardo e a quella felicita’ che lui non riusciva a darle. Che fosse una fesseria lo dimostro’ rimanendo con Leonardo mentre invece io mi aspettavo che lo lasciasse, cosa che a quel punto mi avrebbe permesso di farmi avanti. Ad ogni modo, quella situazione non mi lascio’ affatto indifferente e per circa un mesetto mi interrogai per chiedermi se avessi fatto o no la scelta giusta. Di sicuro, mi dicevo che non avrei avuto piu’ l’occasione di mettermi con una ragazza che mi piacesse cosi’ tanto senza sapere che mi sbagliavo di grosso e che da lì a una decina di mesi avrei incontrato la ragazza giusta che mi avrebbe fatto battere il cuore in modo ancora piu’ forte di quanto avesse palpitato di fronte a Elena. Questa ragazza che chiameremo M. con l’iniziale del suo vero nome ( a lei non ho voglia di metterle un nome fittizio) e’ la stessa persona che avrei sposato e con la quale avrei trascorso tutto il resto della mia vita fino ad oggi e soprattutto e’ la donna che ha permesso ai miei desideri di sottomissione di essere esauditi in gran parte. Certo, apparentemente allora il paragone era improponibile tra le due. Tanto la bellezza di Elena era evidente quanto quella di M. era volutamente tenuta nascosta, tanto Elena era briosa quanto M. era timida al limite della scontrosita’, tanto Elena vestiva appositamente per attirare l’attenzione con tutta la sensualita’ possibile, quanto M. celava il suo corpo con un abbigliamento sempre casto, tanto Elena non usciva mai senza truccarsi quanto M. lo faceva ogni morto di papa e senza mai esagerare e soltanto l’altezza, che voglio ricordare come per me fosse essenziale nella valutazione estetica di una ragazza, con M. che superava di poco la pur alta Elena, sembrava essere favorevole a quella che sarebbe divenuta la mia ragazza. Insomma, due ragazze che piu’ diverse non avrebbero potuto essere ma io sapevo che M. non aveva nulla da invidiare alla pur bellissima Elena, a cominciare da un cervello notevolmente piu’ funzionante malgrado fosse piu’ piccola di quasi tre anni. Almeno ai miei occhi di ragazzo che stava per prendere la cotta piu’ grossa della sua vita. E per evitare che ci potessero essere problemi tra di noi, raccontai a M. cio’ che era accaduto con Elena. Lo feci per evitare che qualcuno glie lo potesse raccontare. Elena e Leonardo rimasero infatti insieme, come ho detto prima, e io avevo confidato ai miei amici del cuore cio’ che era accaduto, soprattutto in cerca di un consiglio. Avrei dovuto dire a Leonardo che la sua ragazza era un po’ mignotta? I miei amici mi consigliarono di tacere. Se glie l’avessi detto ci sarebbe stato il rischio che lui non mi credesse e mi tacciasse per invidioso o che addirittura accusasse me di averci provato con la probabilita’ poi di andare per le mani. Non che mi facesse paura ma sono sempre stato dell’idea che evitare e’ sempre meglio. E quindi accettai il consiglio e tacqui con Leonardo ma non volli farlo con M. anche se la mia confessione non fu completamente indolore. M. mi tenne un intero pomeriggio segregato in casa comportandosi un po’ infantilmente ma non dimentichiamoci che aveva appena diciassette anni. Volle sapere tutto. Se ancora Elena mi piaceva, quanto mi piaceva, se l’avrei accettata se non fosse stata la ragazza del mio amico, se avevo una cotta per lei, facendomi ripetere le cose fino all’esasperazione. Fui sincero. Le dissi che era in effetti una bella ragazza ma che non sentivo niente nei suoi confronti mentre lei, e mi riferisco a M., era invece la ragazza che mi stava facendo provare un sentimento nuovo. Era ovvio che malgrado le mie rassicurazioni non si sentisse adeguata a Elena e sapere che il proprio ragazzo piaceva, o almeno era piaciuto, proprio alla piu’ bella del gruppo non era stata una grande notizia per lei. Alla fine dovetti averla convinta almeno in parte perche’ accetto’ la situazione. Con Elena pero’ non volle mai avere niente a che fare. Non fece nulla perche’ non era nel suo stile ma la mise nella sua personale black list senza mai rivolgerle la parola a meno che non fosse necessario. E comunque la dovette sopportare ancora per poco. Elena infatti lascio’ Leonardo alcuni mesi dopo e si mormorava che fosse per questione di infedelta’ da parte di lei, e mentre lui continuo’ a frequentarci, sia pur senza continuita’, lei scomparve completamente dai nostri radar salvo riapparire, per pura casualita’, circa dieci anni dopo alla festa de noantri, una sagra che si teneva in estate a Trastevere fino a poco tempo fa. Io ero con M., diventata nel frattempo mia moglie, che trainavamo il passeggino della nostra bambina mentre lei era insieme ad un tipo di cui non ricordo nulla. Fu proprio lei a riconoscerci tra quella moltitudine di persone, a venirci incontro ed a presentarci il tizio come suo marito. Non ricordo come fosse vestita ma non doveva essere tanto discreta perche’ appena loro se ne andarono, M. mi mise il broncio ed a casa mi fece una scenata di gelosia dicendomi che me l’ero mangiata con gli occhi. Aveva ahime’ ragione, senza pero’ comprendere che per un maschio guardare una bella donna non significa niente. E’ semplicemente una reazione istintiva, quasi un bisogno, quello di appagare la vista. Non poteva capire e sarebbe rimasto un gesto che non avrebbe tollerato mai. E quando dico che non lo avrebbe mai tollerato, dovete prendermi in parola perche’ da questo gesto che noi maschietti facciamo quasi inconsapevolmente, nascera’ qualcosa di molto particolare.
Fine primo episodio
Edited by schiavodimiamoglie - 16/6/2022, 18:11
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