Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Una vacanza particolare, femdom tra moglie e marito

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view post Posted on 16/6/2022, 13:22     +3   +1   -1

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Una vacanza particolare Primo episodio

Voglio raccontarvi cio’ che mi e’ accaduto durante le mie ultime vacanze. Lo faccio in questa sezione in quanto, pur essendo una storia vera, l’ho scritta come se si trattasse di un racconto di fantasia ma e’ tutto rigorosamente autentico. Per farvi capire meglio la situazione, dovro’ pero’ tornare indietro di qualche anno. Diciamo all’incirca una trentina o poco meno. Che fate? State scappando? No vi prego, tornate indietro. Non saro’ cosi’ lungo. Beh insomma…… Diciamo che non saro’ brevissimo ma spero almeno di non essere noioso e di regalarvi una storia godibile.
E dunque, siamo tornati all’inizio degli anni ottanta, quando il sottoscritto era un bel pischelletto di circa vent’anni . Insomma……. Forse ho esagerato visto che non ero Brad Pitt e proprio bello non mi potevo ritenere considerando che avevo un viso irregolare con un naso piuttosto pronunciato ma per evidenziare il mio fascino facevo affidamento su un corpo atletico e sportivo e su un modo di fare che sembrava attirare le ragazze. Che modo di fare? Semplice. Ero piuttosto sicuro dei miei mezzi e davo l’impressione alle ragazze di far loro un favore ad interessarmi a loro. E, pazzesco, questo mio comportamento dava ottimi risultati. Per farla breve, davo la sensazione di essere sicuro, autoritario e dominante, cosa che faceva a pugni con le mie sensazioni ed i miei istinti sottomessi che erano gia’ da allora molto forti dentro di me. Il mio desiderio di essere dominato da una bella ragazza, possibilmente grande esperta di arti marziali, cosa che avrebbe contraddistinto tutta la mia vita futura, veniva allora repressa con un comportamento esattamente contrario che pero’ mi dava grandi soddisfazioni almeno dal punto di vista del classico rimorchio.
All’epoca, giovane universitario, le mie priorita’ erano di fare degli esami piu’ che discreti, giocare a pallone, divertirmi con gli amici e soprattutto cercare fica e devo dire che riuscivo ampiamente a fare tutto. Gli esami veleggiavano intorno al 27/28, a calcio mi divertivo giocando in una squadra dilettantistica e se avessi avuto pure i piedi dritti, con la mia voglia e la mia volonta’ da cagnaccio del centrocampo sarei diventato un discreto professionista, avevo un gruppo di amici coi quali mi trovavo a meraviglia e, come ho detto prima, le ragazze non mi mancavano. E questo anche se ero abbastanza selettivo nelle scelte. Tanto per cominciare dovevano essere alte. Quelle al di sotto del metro e sessantacinque nemmeno le consideravo, col risultato che accanto a me, di statura media col mio metro e settantasette, se mettevano anche i tacchi le guardavo alla pari ed a volte alzando gli occhi. Era una mia fissazione ed allora non capivo il motivo. Mi dicevo che c’erano quelli a cui piacevano le bionde, quelli che preferivano le more, quelli che le volevano con le tette giganti ed io le volevo semplicemente alte e possibilmente atletiche. La motivazione per cui le volessi atletiche era ovvia, considerando le mie attitudini e i miei desideri, mentre per l’altezza consideravo che fosse solamente una prerogativa estetica che mi attraeva e soltanto in seguito avrei scoperto che era una forma di sottomissione che traeva la sua origine nello scoprirsi in qualche modo inferiore alla propria donna, sia pure per una cosa banale come l’altezza. E pure perche’ altezza e’ mezza bellezza.
A quei tempi, stavo appunto insieme con una ragazza, che chiameremo col nome di fantasia Paola, che aveva proprio queste caratteristiche fisiche. Era alta come me e quindi una bella pennellona, tonica e atletica ma di viso non si poteva considerare una gran bellezza e qualche difettuccio ce l’aveva, in particolare qualche problema con l’acne. Non per niente qualcuno la chiamava Brufolo Bill. Pero’ mi andava benissimo. Ho sempre dato piu’ importanza alla bellezza ed all’armoniosita’ del fisico piuttosto che ad un bel visetto e di corpo era stratosferica. Non e’ che fossimo perdutamente innamorati l’uno dell’altra. Si stava bene insieme, si scopava dentro la mia mini minor, vecchissima e comprata usata, in modo scomodo e da contorsionisti ma andava bene cosi’. E le mie sensazioni da sottomesso? Quelle erano riposte in un angolo nascosto e sarebbero uscite prepotentemente fuori soltanto diversi anni dopo.
E poi naturalmente c’erano i miei amici. Chi ha letto una mia precedente storia forse ricordera’ che ne avevo cinque e formavamo un gruppo affiatato e piuttosto ambito da frequentare. Ma naturalmente non eravamo solo noi sei ma c’erano prima di tutto le ragazze che facevano parte del nostro giro, comprese ovviamente quelle che in quel momento erano le nostre ragazze, come ad esempio Paola. E poi c’erano anche altri ragazzi che potremo definire come <esterni>. Cioe’ non erano fissi e si univano a noi in occasione delle feste o il sabato sera quando spesso si andava in discoteca. Tra questi cosiddetti esterni che frequentavamo un po’ a singhiozzo, ce n’era uno che chiameremo, sempre con un nome di fantasia, Leonardo. Aveva un paio d’anni piu’ di me e molti piu’ soldini da spendere rispetto al sottoscritto. Lui infatti, gia’ lavorava mentre io mi dovevo far bastare cio’ che mi passavano i miei genitori e non era un sacrificio da poco per loro mantenermi all’universita’ e darmi anche i soldi per divertirmi, pagare la pizza alla mia ragazza e mantenere la mia mini minor. Ma io avevo dei genitori speciali. E scusatemi se adesso mi vengono gli occhi lucidi al pensiero che non ce li ho piu’. Torniamo a noi. Dicevo di Leonardo. Come considerarlo? Beh, senza dubbio un amico. Non un amico del cuore ma sicuramente di piu’ di un semplice conoscente. A volte, la sera insieme ad un altro paio di amici esterni , ci raggiungeva al biliardo dove andavamo spesso per giocare a stecca. Insomma, non era uno di noi sei che facevamo tutto insieme ma ci si avvicinava.
E un bel giorno, porto’ una ragazza in mezzo a noi. E che ragazza! La chiameremo Elena, altro nome di fantasia ed era uno splendore, esattamente il mio ideale, l’incarnazione dei miei desideri . Tanto per cominciare, era considerevolmente alta con i suoi centosettanta centimetri , all’incirca. Ma sembrava esserlo molto di piu’ in quanto non credo di averla mai vista senza dei tacchi spropositati. E il suo corpo era perfetto, tonico e atletico visto che giocava regolarmente a tennis, con due belle tette non grosse ma perfette per il suo corpo slanciato ed un sederino da infarto. E poi il viso…… D’accordo che per me contava di meno ma quello era un volto perfetto, con lunghi capelli castani che le scendevano quasi fino a toccarle il sedere . Bellissima, niente da dire. Ed a quella bellezza che madre natura le aveva generosamente donato, lei ci metteva del suo, vestendosi e truccandosi sempre per apparire, senza problemi di nessuna sorta. Ed il suo carattere, che per molti poteva essere un difetto, a me attraeva da morire. Era stronza, si dava un sacco di arie pensando di essere una spanna superiore a tutte le altre ma, inutile nasconderlo, ne rimasi colpito. Se proprio avessi dovuto trovarle un difetto, si poteva affermare che era molto lontana dall’avere un cervello simile a quello della Levi Montalcini. Non che fosse stupida, tutt’altro, ma i suoi interessi e i suoi discorsi si limitavano all’ultimo modello della borsa di Luis Vuitton o dei jeans all’ultima moda, ma vi posso assicurare che con tutto il resto che aveva, qualsiasi maschio degno di essere etichettato come tale ci sarebbe passato sopra tranquillamente . Aveva la mia stessa eta’, se ricordo bene un paio di mesi piu’ grande e Leonardo, nel presentarcela e ben sapendo come a tutti noi piacessero le ragazze, disse chiaro e tondo che Elena era proprieta’ privata, che ci doveva provare lui e di starle alla larga. Ce lo disse col sorriso sulla bocca e non come minaccia ma era stato chiaro. E infatti, poco tempo dopo, Leonardo riusci’ nell’impresa di mettersi insieme con quella meraviglia. E non nascondo che forse per la prima volta nella mia vita provai un pizzico di invidia nei confronti di un'altra persona che conoscevo.
Ma qualcosa stava per accadere. Trascorse un mesetto, forse due, adesso non ricordo, e ormai Leonardo ed Elena facevano coppia fissa mentre invece io mi ero appena lasciato con Paola. Niente di tremendo. Una discussione e senza i veri sentimenti non si va lontani. D’altronde, gia’ mi stavo guardando intorno per cercare una sostituta ed avevo adocchiato una mia compagna di corso con la quale avevo stretto amicizia e che sembrava ben disposta. C’era solo un piccolo problema. Lei voleva uscire con il suo gruppo di amici ed io col mio. Le avevo proposto una serata neutra io e lei da soli ma mi disse che ci avrebbe riflettuto. Al diavolo lei e i suoi amici. Io i miei non li avrei lasciati per uscire con una ragazza e quindi la nostra prima uscita era rimasta in stand by.
Torniamo pero’ a quella sera. Era un sabato e avevamo organizzato una serata al < Jackie O> che era una delle piu’ note e rinomate discoteche di Roma e mi accorsi che la bellissima Elena era da sola senza il suo Leonardo. Inizialmente, la cosa mi lascio’ indifferente anche perche’ venni a sapere che non si erano lasciati ma semplicemente lui era impossibilitato a venire. Non mi ricordo il motivo. Dopo tutti questi anni qualche lacuna nella mia memoria e’ ammissibile. Forse era a letto malato o piu’ probabilmente era andato fuori Roma per lavoro, cosa che faceva spesso. Fatto sta che lei non aveva nessuna intenzione di rimanersene sola a casa ad aspettarlo ma aveva voglia di divertirsi anche senza di lui. E me lo fece intendere chiaramente quando volle salire proprio sulla mia scassata mini minor
“ Oggi io e te ci diamo alla pazza gioia. Tu ti sei lasciato con Paola e io sono senza Leonardo” mi disse infatti. Diedi poco conto alla cosa che sembrava piu’ che altro una battuta alla quale risposi probabilmente con frasi di circostanza. Cominciai a pensare che forse quella frase non era poi cosi’ innocente quando, dopo un’oretta che eravamo in discoteca, e dopo che si era gia’ scatenata in pista sotto lo sguardo di tutti i maschi che frequentavano il Jackie O, lei volle uscire con me con la scusa di parlarmi proprio di Leonardo. Rimasi comunque alquanto meravigliato. Tra di noi c’erano sicuramente ragazzi piu’ amici di Leonardo di quanto lo fossi io ma ancora non riuscivo a comprendere esattamente cosa volesse. Ad ogni modo, mi disse una miriade di frasi stereotipate tipiche della ragazza che si lamenta del proprio ragazzo, a cominciare dal fatto che lui era un egoista, che la trascurava, che era geloso e possessivo e che non voleva che lei uscisse coi propri amici. Non ho mai saputo se fosse vero o meno ma ho sempre dubitato della veridicita’ di simili affermazioni. Fatto sta che ancora una volta risposi vagamente senza prendere una posizione netta.
Fu poco dopo che lei usci’ allo scoperto. Mi chiese ancora una volta di farle compagnia e naturalmente accettai. Si piazzo’ dinanzi a me, cominciando a dirmi che pensava che io avessi piu’ dei vent’anni che avevo e siccome anche a lei ne davano qualcuno in piu’, avevamo qualcosa in comune. Prosegui’ affermando che le piaceva il modo in cui mi comportavo all’interno del gruppo, che ero carino ed intelligente. E poi la frase choc
“ Ma tu mi vedi bella?” La vedevo bella? La vedevo una meraviglia. Per me era la perfezione assoluta. E naturalmente lei lo sapeva benissimo. Quella frase non era stata dettata da insicurezza, sensazione sconosciuta per una come lei, ma era stata detta appositamente per tastare il terreno e prepararsi a cio’ che aveva in mente. Naturalmente, le dissi che era bellissima e lei si avvicino’ fino a baciarmi sulla bocca. In una frazione di secondo, la mia mente elaboro’ un miliardo di pensieri. Cosa dovevo fare? Accettare le avances di una ragazza del genere oppure rispettare l’amicizia con Leonardo? E cosa avrebbero pensato di me i miei amici del cuore? Che ero uno che soffiava le ragazze agli altri? Uno di cui non ci si puo’ fidare? Era assurdo quello che mi stava capitando. Una cosa del genere non mi era mai accaduta, e parlo dello spudorato modo di Elena. E’ vero che stiamo parlando di circa trent’anni fa ma i piu’ giovani si tolgano dalla mente che quelle che adesso hanno l’età delle loro madri fossero santarelline tutte dedite al focolare. Almeno quelle delle grandi citta’ come Roma erano tipe sveglie che se avevano voglia di scopare te lo facevano capire chiaramente senza tanti giri di parole ma una che mi si buttasse addosso in quel modo prendendo decisamente l’iniziativa, per di piu’ ad un amico del proprio ragazzo e per di piu’ una che possedeva una bellezza del genere, non mi era mai capitata. Continuai a riflettere su cio’ che avrei dovuto fare, sempre in quella milionesima frazione di secondo ma poi feci la mia scelta. A malincuore, ma molto a malincuore, io non potevo farlo. Io certe cose non le facevo e quando Elena si avvicino’ nuovamente per baciarmi, io la fermai
“ No, ferma, che cavolo stai facendo? Io sono amico del tuo ragazzo” le dissi bloccandole le mani e facendola restare a distanza di sicurezza. Il mio cuore batteva alla velocita’ della luce mentre sentivo il profumo della sua pelle cosi’ vicina a me . Forse stavo facendo la piu’ grossa cazzata della mia ancor breve vita. O forse stavo facendo la cosa giusta? In quel momento non potevo saperlo ma sapevo che non mi sarei piu’ guardato allo specchio se mi fossi abbandonato alle mie pulsioni erotiche che invece mi dicevano che dovevo prenderla tra le mie braccia e mandare al diavolo tutto il resto. Elena intanto mi guardo’ stupita. Era evidente che non se l’aspettava. Era abituata a vedere sbavare i ragazzi solo sorridendo ed invece si era trovata di fronte un ragazzino che la rifiutava, sia pure per una motivazione nobile come quella dell’amicizia anche se, devo ammetterlo, per me c’era anche il fatto di non passare di fronte a tutti gli altri come quello che fregava le ragazze altrui. Elena, pur nella sua superficialita’ apparente, capi’ immediatamente di aver fatto una fesseria. Si mise le mani sul suo bel viso e mi guardo’ scuotendo la testa. Addirittura si scuso’ adducendo quel gesto, il bacio ed il tentativo di seduzione, alla sua situazione non rosea con Leonardo e a quella felicita’ che lui non riusciva a darle. Che fosse una fesseria lo dimostro’ rimanendo con Leonardo mentre invece io mi aspettavo che lo lasciasse, cosa che a quel punto mi avrebbe permesso di farmi avanti. Ad ogni modo, quella situazione non mi lascio’ affatto indifferente e per circa un mesetto mi interrogai per chiedermi se avessi fatto o no la scelta giusta. Di sicuro, mi dicevo che non avrei avuto piu’ l’occasione di mettermi con una ragazza che mi piacesse cosi’ tanto senza sapere che mi sbagliavo di grosso e che da lì a una decina di mesi avrei incontrato la ragazza giusta che mi avrebbe fatto battere il cuore in modo ancora piu’ forte di quanto avesse palpitato di fronte a Elena. Questa ragazza che chiameremo M. con l’iniziale del suo vero nome ( a lei non ho voglia di metterle un nome fittizio) e’ la stessa persona che avrei sposato e con la quale avrei trascorso tutto il resto della mia vita fino ad oggi e soprattutto e’ la donna che ha permesso ai miei desideri di sottomissione di essere esauditi in gran parte. Certo, apparentemente allora il paragone era improponibile tra le due. Tanto la bellezza di Elena era evidente quanto quella di M. era volutamente tenuta nascosta, tanto Elena era briosa quanto M. era timida al limite della scontrosita’, tanto Elena vestiva appositamente per attirare l’attenzione con tutta la sensualita’ possibile, quanto M. celava il suo corpo con un abbigliamento sempre casto, tanto Elena non usciva mai senza truccarsi quanto M. lo faceva ogni morto di papa e senza mai esagerare e soltanto l’altezza, che voglio ricordare come per me fosse essenziale nella valutazione estetica di una ragazza, con M. che superava di poco la pur alta Elena, sembrava essere favorevole a quella che sarebbe divenuta la mia ragazza. Insomma, due ragazze che piu’ diverse non avrebbero potuto essere ma io sapevo che M. non aveva nulla da invidiare alla pur bellissima Elena, a cominciare da un cervello notevolmente piu’ funzionante malgrado fosse piu’ piccola di quasi tre anni. Almeno ai miei occhi di ragazzo che stava per prendere la cotta piu’ grossa della sua vita.
E per evitare che ci potessero essere problemi tra di noi, raccontai a M. cio’ che era accaduto con Elena. Lo feci per evitare che qualcuno glie lo potesse raccontare. Elena e Leonardo rimasero infatti insieme, come ho detto prima, e io avevo confidato ai miei amici del cuore cio’ che era accaduto, soprattutto in cerca di un consiglio. Avrei dovuto dire a Leonardo che la sua ragazza era un po’ mignotta? I miei amici mi consigliarono di tacere. Se glie l’avessi detto ci sarebbe stato il rischio che lui non mi credesse e mi tacciasse per invidioso o che addirittura accusasse me di averci provato con la probabilita’ poi di andare per le mani. Non che mi facesse paura ma sono sempre stato dell’idea che evitare e’ sempre meglio. E quindi accettai il consiglio e tacqui con Leonardo ma non volli farlo con M. anche se la mia confessione non fu completamente indolore. M. mi tenne un intero pomeriggio segregato in casa comportandosi un po’ infantilmente ma non dimentichiamoci che aveva appena diciassette anni. Volle sapere tutto. Se ancora Elena mi piaceva, quanto mi piaceva, se l’avrei accettata se non fosse stata la ragazza del mio amico, se avevo una cotta per lei, facendomi ripetere le cose fino all’esasperazione. Fui sincero. Le dissi che era in effetti una bella ragazza ma che non sentivo niente nei suoi confronti mentre lei, e mi riferisco a M., era invece la ragazza che mi stava facendo provare un sentimento nuovo. Era ovvio che malgrado le mie rassicurazioni non si sentisse adeguata a Elena e sapere che il proprio ragazzo piaceva, o almeno era piaciuto, proprio alla piu’ bella del gruppo non era stata una grande notizia per lei. Alla fine dovetti averla convinta almeno in parte perche’ accetto’ la situazione. Con Elena pero’ non volle mai avere niente a che fare. Non fece nulla perche’ non era nel suo stile ma la mise nella sua personale black list senza mai rivolgerle la parola a meno che non fosse necessario. E comunque la dovette sopportare ancora per poco. Elena infatti lascio’ Leonardo alcuni mesi dopo e si mormorava che fosse per questione di infedelta’ da parte di lei, e mentre lui continuo’ a frequentarci, sia pur senza continuita’, lei scomparve completamente dai nostri radar salvo riapparire, per pura casualita’, circa dieci anni dopo alla festa de noantri, una sagra che si teneva in estate a Trastevere fino a poco tempo fa. Io ero con M., diventata nel frattempo mia moglie, che trainavamo il passeggino della nostra bambina mentre lei era insieme ad un tipo di cui non ricordo nulla. Fu proprio lei a riconoscerci tra quella moltitudine di persone, a venirci incontro ed a presentarci il tizio come suo marito. Non ricordo come fosse vestita ma non doveva essere tanto discreta perche’ appena loro se ne andarono, M. mi mise il broncio ed a casa mi fece una scenata di gelosia dicendomi che me l’ero mangiata con gli occhi. Aveva ahime’ ragione, senza pero’ comprendere che per un maschio guardare una bella donna non significa niente. E’ semplicemente una reazione istintiva, quasi un bisogno, quello di appagare la vista. Non poteva capire e sarebbe rimasto un gesto che non avrebbe tollerato mai. E quando dico che non lo avrebbe mai tollerato, dovete prendermi in parola perche’ da questo gesto che noi maschietti facciamo quasi inconsapevolmente, nascera’ qualcosa di molto particolare.


Fine primo episodio

Edited by schiavodimiamoglie - 16/6/2022, 18:11
 
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view post Posted on 18/6/2022, 14:41     +3   +1   -1

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Secondo episodio

E veniamo finalmente ai nostri tempi. Il bel pischelletto di una volta e’ purtroppo scomparso. Il volto e’ rimasto pressoche’ uguale, cioe’ irregolare e col nasino pronunciato mentre i capelli hanno dei lievissimi spruzzi di bianco solo sulle basette ma la capigliatura e’ ancora quella dei bei tempi, senza stempiature. Purtroppo pero’, il bel fisico ha lasciato il posto ad un’anfora con tanto di maniglie. Dell’amore, ovviamente. No dai, non esageriamo. Lo stomaco pero’ c’e’, eccome, messo su quasi completamente negli ultimi tre anni e che nemmeno la mia settimanale partita di calcetto riesce a scalfire. Sto provando anche andando a correre e con una leggera dieta ma cavolo, quanto e’ complicato. Mi faccio una mezz’oretta di corsa, di solito nel tardo pomeriggio, percorrendo una pista ciclabile e ritorno a casa mezzo morto, ma lo stomaco non si degna nemmeno di assottigliarsi leggermente, tanto per darmi una gioia. Niente. E finora, nemmeno la leggera dieta ha dato dei frutti. Forse, se voglio vedere miglioramenti, dovro’ togliere l’aggettivo <leggera> e mettermi una cerniera lampo in bocca visto che sono una buona forchetta e tutti i chili in piu’ me li stramerito. Molto piu’ galantuomo invece, e’ stato il tempo con M. Il fisico e’ rimasto identico, grazie anche alla meticolosita’ con cui si e’ sempre rapportata col cibo, sempre attenta come quando era un atleta agonista e doveva prestare attenzione al bilancino per rientrare nel suo peso. Anche lo sport che non ha mai abbandonato ha avuto un certo merito per il mantenimento del suo corpo come quando era ragazza. Anzi, complessivamente la trovo molto piu’ affascinante rispetto ad allora. E di questo mi prendo un pochino di merito. Si perche’ quello che facciamo, la dominazione, il femdom, sia pure a corrente alternata, le ha, secondo il mio modo di vedere, regalato quella sicurezza nei propri mezzi che le mancava totalmente. Forse era destino che questa metamorfosi avvenisse e che da ragazzina diventasse donna consapevole e matura psicologicamente ma io credo che molto dipenda da cio’ che facciamo. Comunque, qualunque sia il motivo, adesso è appunto sicura e consapevole dei propri mezzi e questo me la fa vedere migliorata. Forse saranno i miei occhi o forse e’ proprio la realta’. Ha ben poca importanza.
Veniamo al dunque. Agosto 2017, tempo di vacanze dopo un anno duro e faticoso, almeno per me. E soprattutto molto dispendioso. E non parlo di dispendio di energie ma proprio di fuoriuscita di denaro. Talmente dispendioso che abbiamo deciso di comune accordo di non farci la nostra solita vacanza. E gia’. Un paio di spese impreviste ed improvvise ci hanno consigliato di rinunciare alla vacanza in preventivo con gli amici senza pero’ essere costretti a starcene a Roma a sopportare il caldo di questa torrida estate visto che abbiamo una bella casetta in quella che uno spot turistico definirebbe una ridente localita’ balneare sulla costa laziale. Beh, forse definirla bella e’ esagerato. Si tratta di sessanta metri quadri di un condominio. Terzo piano senza ascensore, ottimo allenamento per eliminare il mio stomaco, ma ha comunque il notevole pregio di stare a cento metri dal mare praticamente al centro della cittadina. Ci sono due stanze, un solo bagno e soprattutto un amabile room composta da salottino e cucina, con la pala sul soffitto a fornire quell’aria fresca di cui si ha bisogno. Ci abbiamo messo una televisione ( senza pay x view) ed e’ ovviamente il posto piu’ frequentato della casa. Quindi, poco male. Le due settimane che mi prendo abitualmente in questo periodo saranno ugualmente vacanze anche se in una localita’ ben poco esotica. E tutto sommato, sarebbero potute diventare due settimane molto intense. Gia’ mi vedevo come sottomesso di mia moglie, io e lei da soli senza rompiture di palle da parte di nessuno, senza il pericolo di essere interrotti, proprio come accadde alcuni anni fa quando siamo stati a un pelo dall'essere scoperti. D’altronde, mia figlia e’ appena tornata dalle vacanze fatte col suo fidanzato in Grecia e pensavo che sicuramente avrebbe avuto voglia di starsene tranquilla a Roma in attesa di riprendere l’Universita’. Si, col cavolo! Il giorno prima della nostra partenza ci ha avvertiti che sarebbero venuti pure loro due. A momenti mi prende un colpo. Oddio, da come lo sto affermando sembra che odi mia figlia e che la sua presenza mi dia fastidio. Errore. La amo, la adoro ma ha il vizio di essere un pochino inopportuna. Io e mia moglie avremmo bisogno di uno spazio tutto nostro per fare ciò che ci piace ma spesso non l’abbiamo. E va beh, pazienza. D’altronde e’ proprio grazie a lei che ancora ho questa casa. Fosse dipeso da me l’avrei venduta, sempre per una questione di carattere economico, visto quanto mi costa annualmente, ma per venderla sarei dovuto passare sul cadavere di mia figlia, assolutamente contraria a una eventualita’ del genere. Per lei questa casa e’ mille volte meglio di un albergo a cinque stelle. Qui lei si diverte come una matta con gli amici con i quali e’ cresciuta ed ha coinvolto anche il suo ragazzo in queste amicizie ed appena ha un momento libero si fionda qui. Pertanto, capirete come gia’ pregustassi una dominazione molto sostenuta da parte di mia moglie e di come mi sono ritrovato a non fare nemmeno sesso vanilla < perché i ragazzi potrebbero rientrare da un momento all’altro>, cosa poi assolutamente non vera perche’ quando escono la sera, e’ quasi impossibile che rientrino prima dell’una di notte. Pero’ tutto sommato posso comprendere mia moglie. Gia’ un paio di volte ci siamo salvati per miracolo da un ritorno inopportuna del nostro tesoro, figuriamoci adesso che c’e’ anche il suo fidanzato. Farmi trovare inginocchiato a baciare i piedi di mia moglie oppure stretto in una delle sue micidiali prese di judo, non sarebbe facilmente spiegabile e quindi niente dominazione. Pero’ almeno sesso vanilla chiudendo la porta forse si potrebbe fare. Bah, testarda come un mulo. Quando vorra’ lei, io sono disponibilissimo. In compenso, saranno due settimane di assoluto riposo. Niente sveglia e mi alzo quando apro gli occhi. Niente computer e quindi niente forum preferito. Non ho un portatile e sul telefonino preferisco non collegarmi. Ed anche questo per colpa di mia figlia che prende spesso i telefonini mio e di mia moglie perche’ il suo e’ scarico, o perche’ ha terminato i giga o semplicemente perche’ e’ a portata di mano. Meglio evitare che lei possa dare qualche occhiata indiscreta. Insomma, solo riposo e qualche innocuo passatempo .
Comincia cosi’ anche questo giorno. Apro gli occhi insonnolito e la prima cosa di cui mi rendo conto e’ che mia moglie non e’ accanto a me. Oh beh, niente panico. Lo so che non e’ che scappata con l’amante ma e’ semplicemente andata a fare la spesa come sua abitudine oppure se dovesse essere tardi e’ gia’ in spiaggia. Guardo poi l’ora e mi rendo conto che sono le nove. Mmmm. C’e’ ancora tempo. Mi stravacco di nuovo sul letto chiudendo gli occhi fino a che sento la serratura che si apre. E’mia moglie che probabilmente torna dopo essere stata al supermercato. Mi alzo e lei mi guarda mentre ancora non riesco ad aprire del tutto gli occhi
“ Vuoi che ti prepari il latte?” mi domanda
“ Si grazie, ci’” Ci’ vuol dire tutto e niente. La chiamo cosi’ da sempre. E’ l’abbreviazione di <cicci> o <ciccia> ed e’ semplicemente un vezzeggiativo. Lei mette il pentolino sul fuoco mentre prepara anche altre cose. Come tutte le donne, non riesce a fare una sola cosa ma ne fa almeno due o tre contemporaneamente mentre io mi devo dedicare solamente ad un’occupazione senza pensare ad altro perche’ altrimenti vado nel panico. Su certe cose, sono veramente esseri superiori. Forse hanno qualche difficolta’ con tutto cio’ che ha a che fare coi motori, a parte qualche eccezione, ma in molte cose hanno veramente una marcia in piu’. Mi metto seduto vicino al tavolo sbadigliando un paio di volte osservandola appena. Ha indosso solamente un copricostume nero con un viso di donna stilizzato che le arriva a meta’ coscia e sotto il quale avra’ gia’ indossato il suo costume e delle infradito di gomma, quelle prettamente da spiaggia per intenderci. Ha i capelli raccolti a coda come usa per il mare visto che a Roma li porta sciolti. Una coda corta in quanto non ha piu’ da tempo i capelli lunghi come quando l’ho conosciuta ma le arrivano a toccare a malapena le spalle. Adesso sono neri, fino a poco tempo fa erano biondi ma e’ stata pure rossa. Come mi piace di piu’? Credetemi, il colore dei capelli e’ l’ultima cosa che noto in una donna ma i suoi all’origine erano castano chiari e chiara e’ di carnagione, esattamente il contrario di me che sono scurissimo. Niente trucco, almeno apparentemente.
Finalmente, M. mi porta sul tavolo il latte alla quale ha aggiunto del caffe’. Lo bevo tutto d’un sorso. Ahhhh Adesso cominciamo a ragionare. Mi prendo tre misere fette biscottate integrali e della marmellata. Ho il permesso di spalmare la marmellata ma deve essere appena un filino e M. mi guarda con la coda dell’occhio. E’ lei che si e’ presa la briga di farmi rispettare la leggera dieta che sto facendo ma sogno un bel cornetto con la nutella. Lasciamo stare che e’ meglio. Finisco la colazione e mi avvicino a mia moglie che invece sta per uscire da casa
“ Davide, ti ho preparato il condimento per pranzo. Pesce e zucchine. Devi solo mettere un po’ di pasta per te e per i ragazzi che stanno ancora dormendo. Mi raccomando, non metterci troppo sale e non comprarti altro. Intesi?”
“ Un po’ di ricotta?” le chiedo sperando in un suo consenso
“ No amore, niente ricotta. Lo sai che la ricotta e i formaggi sono un veleno per te a causa del colesterolo alto”
“ Va bene, amore” rispondo ancora leggermente insonnolito malgrado la colazione. E’ fatta cosi’. Mamma e moglie chioccia quando non veste i panni della dominatrice. Un bel controsenso
“ Il telo da mare per te lo prendo io, se no te lo dimentichi” aggiunge infatti mentre sta preparando una borsa da mare e dopo aver gia’ preparato la sua borsa frigo con il suo pranzo. Abbiamo infatti abitudini diverse io e lei. M. Adora il mare e rimane in spiaggia praticamente per tutta la giornata, fino alle 18 circa mentre io lo tollero appena. Addirittura non sopporto quello domenicale mordi e fuggi e le domeniche estive abbiamo trovato un compromesso. Lei vuole il mare, io starmene a casa con l’aria condizionata e invece ce ne andiamo in piscina che tutto sommato riusciamo a gradire entrambi. Ci sarebbe questa casa ma la strada per tornare a Roma nelle domeniche di agosto e’ praticamente intasata fin dal primo chilometro e non ci penso proprio di trascorrere le mie domeniche estive praticamente incolonnato nel traffico. Tutt’altra cosa e’ starci fissi per diversi giorni, come adesso. Non devo trovare parcheggio perche’ il mare ce l’ho appunto ad un tiro di schioppo, me ne vado a pranzo a casa e ritorno dopo un riposino per trattenermi anche dopo che M. e’ tornata a casa e per godermi quello che secondo me e’ il momento migliore per stare in spiaggia. Lei invece preferisce pranzare in spiaggia ed infatti nella borsa frigo ci ha messo il suo pranzo che sicuramente consistera’ in crostini integrali sopra i quali ci mettera’ del salmone o del petto di tacchino. Non mangia affettato composto da carni rosse e quindi la scelta si riduce drasticamente. Il tutto senza aggiungere condimenti come maionese.
Prima di andarsene in spiaggia mi da il classico bacino e rimango da solo. Beh per modo di dire in quanto ci sono ancora i ragazzi che dormono nell’altra stanza ed a proposito di questo, è meglio che mi affretti ad occupare il bagno in quanto se si sveglia mia figlia me lo occupa fino all’ora di pranzo. Una doccia, la barba, tutto con molto comodo. Dopo un anno che la mattina vado di corsa, non voglio farlo in vacanza, soprattutto in una vacanza come questa dove voglio fare tutto in modo slow. Indosso un costume, ovviamente a pantaloncino, classiche ciabatte da spiaggia, anzi da piscina, una t-shirt e finalmente sono pronto. Mi prendo il mio settimanale di enigmistica, una penna, il telefonino, gli occhiali da sole, il portafoglio, metto tutto in una di quelle borsette maschili a tracollo e scendo. Il tragitto e’ veramente breve e dopo pochi minuti arrivo in spiaggia. Abbiamo ovviamente l’abbonamento: due lettini e un ombrellone. Tanto i ragazzi non ci stanno quasi mai vicino a noi e se vengono in spiaggia se ne stanno coi loro coetanei al bar e quindi altri lettini sarebbero stati soldi buttati. Saluto quasi tutti quelli che incontro. Conosco un bel po’ di gente ma non sono amico di nessuno e l’unico contatto che ho e’ con loro, a parte la vicinanza di ombrellone, sono i tornei di burraco che si fanno in spiaggia dove io e mia moglie……. Beh, lo dico dopo. La sera infatti facciamo una vita apparentemente noiosa ma rilassante. Un bar, una passeggiata e poi ci mettiamo ad ascoltare la musica dei tanti gruppi che si succedono nella piazza principale. Non invitano certo i Pink Floyd ma ogni tanto qualche lieta sorpresa la troviamo, come ad esempio la sera precedente con una voce solista femminile roca ma molto sensuale che mi ricordava Kim Carnes. Ve la ricordate Bette Davis Eyes? Beh, forse i più giovani non sanno di cosa sto parlando ed io stesso ero un ragazzino delle medie. Bah, ricordi di oltre 35 anni fa. Ho l’abitudine di divagare e vi chiedo scusa. Dicevo che sono arrivato ormai in spiaggia e mi dirigo verso il mio ombrellone. Siamo nella seconda fila, praticamente quasi privilegiati visto che ci sono sei file e le ultime due sono quelle dei vacanzieri giornalieri. Non provate a venire la domenica in questo stabilimento perche’ tanto non trovereste un ombrellone vuoto nemmeno a pagarlo oro mentre nei giorni feriali qualcuno vuoto, ovviamente nell’ultima fila, si trova anche in questa seconda meta’ di agosto. Noi stiamo anche abbastanza comodi in quanto, mettendomi di fronte al mare, alla mia sinistra c’e’ il passaggio fatto con le mattonelle mentre alla mia destra una coppia di signori di una certa eta’ che vengono soltanto il pomeriggio sul tardi. Dopo di loro, sempre sulla destra, un’altra coppia ma molto più giovane, sui trent’anni, con due bei bambini molto piccoli, presumo il grande sui tre anni ed il piccolo che ancora non cammina all’incirca di uno. A quest’ultimo hanno preparato una piccola piscina di gomma dove il bambino sguazza guardato amorevolmente dai genitori. Lui e’ un bel ragazzo, non molto alto ma fisicamente ben dotato, con la barba incolta ed un paio di vistosi tatuaggi mentre lei e’ appena decente, con un po’ di pancia, dovuta forse alle due gravidanze ravvicinate, ma esile per il resto. Ha comunque un viso discreto e capelli biondi raccolti a cosa di cavallo ma sfoggia un bel po’ di tatuaggi sparsi dappertutto, cosa che non incontra il mio favore. Preferisco niente tatuaggi oppure pochi e piccoli, soprattutto in una donna. Eccolo il mio ombrellone. Mi tolgo la maglietta per appenderla sotto l’ombrellone ed altrettanto faccio con la mia tracollina piena dei miei oggetti e penso che quello che sto per trascorrere sia un normalissimo giorno di mare e di riposo. Non posso immaginare che mi sto sbagliando di grosso.
 
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view post Posted on 20/6/2022, 14:08     +3   +1   -1

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Terzo episodio

Sono quindi finalmente arrivato e mia moglie e’ esattamente dove la trovo tutte le mattina, con il lettino spostato e posizionato fuori dall’ombrellone rivolto verso sinistra e quindi dando la schiena alle due coppie. Indossa un costume a due pezzi a fantasia sui toni del rosa non particolarmente audace. Al di fuori della dominazione, dove a volte indossa capi anche molto sensuali, il suo abbigliamento e’ quasi sempre giovanile ma abbastanza casto e il massimo che osa puo’ essere un abito leggermente al di sopra del ginocchio oppure un jeans un po’ aderente. I leggings che adora li mette solamente indossando anche un coprente maxi pull o comunque una maglia lunga. I costumi sono sullo stesso livello, carini ma non provocanti, con la parte inferiore che deve coprire quasi interamente il sedere e quella superiore che non deve far uscire il seno che non e’ proprio piccolino. Sta leggendo un libro, esattamente < Eppure cadiamo felici> di Enrico Galiano. Non e’ il mio tipo di lettura ma lei sembra apprezzarlo molto. Mi vede e si toglie i suoi occhiali da vista distogliendosi dalla lettura
“ Ben arrivato” mi dice ma e’ un benvenuto ironico. Non comprende come io me la possa prendere cosi’ con calma prima di arrivare in spiaggia
“ Tanto le chiavi di apertura del mare ce le avevi tu” le rispondo altrettanto ironicamente
“ Ridere e’ obbligatorio o facoltativo?” riprende lei
“ Facoltativo. Odio le risate false”
“ Meno male. Non mi va di ridere” conclude lei. Sono schermaglie che abbiamo spesso nei nostri momenti vanilla. Se mi capita, amo fare la battuta e lei prima si offendeva ma ha imparato a rispondermi a tono. La dialettica non le manca e trovo pane per i miei denti. Intanto, si rimette gli occhiali riprendendo a leggere. E a proposito dei suoi occhiali da vista, voglio raccontarvi una cosa. E’ miope come una talpa fin da bambina ma ho scoperto che portava gli occhiali solamente dopo tre anni che stavamo insieme. Aveva sempre messo le lenti a contatto, anche quando faceva i suoi combattimenti di judo ed anche quando dormivamo insieme non me ne ero accorto perche’ si toglieva e si rimetteva le lenti di nascosto. Un giorno pero’, l’andai a trovare all’improvviso mentre si trovava a casa a studiare. Avra’ avuto poco piu’ di vent’anni. Nel suo appartamento ero di casa ormai, coi suoi genitori che mi trattavano come quel figlio maschio che non avevano avuto. C’era solo la mia cognatina che mi venne ad aprire e poi mi diressi in camera sua e la trovai china sui libri con gli occhiali. Appena mi vide se li tolse di colpo arrossendo. Io la guardai con gli occhi spalancati mentre lei non sapeva che dire, cominciando a balbettare. Io mi avvicinai
“ Hai bisogno degli occhiali per leggere?” Lei fece spallucce
“ Veramente per tutto. Non ci vedo proprio” ammise con un filo di voce
“ E perche’ non me l’hai mai detto?” Abbasso’ lo sguardo. Dio, quanto era timida a quei tempi
“ Perche’ quando ci siamo messi insieme avevo le lenti e pensavo che con gli occhiali non ti sarei piaciuta. E comunque mi vergogno di portarli davanti a chiunque” Sorrisi
“ Ti rimetti quegli occhiali, per favore”
“ No dai, mi vergogno”
“ Ti vergogni di me?” le domandai
“ No, te l’ho detto. Mi vergogno di mettermeli davanti agli altri. Con te e’ solo perche’…… E se poi non ti piaccio?” Scossi la testa, presi gli occhiali e glie li misi sugli occhi
“ Sei bellissima” le feci accarezzandola
“ Davvero?” Fece lei teneramente
“ Davvero. Mi piacciono immensamente le ragazze con gli occhiali. Pensa, volevo lasciarti per trovarne una che li portasse” aggiunsi scherzando e baciandola. Non era una bugia. Mi piacevano davvero le ragazze con quell’aria da professoressina. E guarda caso, lei divenne proprio prof, sia pure di educazione fisica. Da quel momento, mise gli occhiali anche dinanzi ad altri senza piu’ vergognarsene, alternandoli con le lenti. E devo dire che continuo a trovarla molto affascinante con gli occhiali da vista che le donano un aspetto da intellettuale che trovo molto intrigante.
Ma torniamo di nuovo al presente. M. si rimette a leggere il suo libro ed io mi piazzo sotto l’ombrellone sdraiandomi sul lettino. Anche in questo, gusti differenti io e lei. M. ama starsene al sole ed io amo il fresco e l’ombra. Tiro fuori il telefonino perche’ ho qualche notifica. Ho due chat che mi riempiono di messaggi. Una riguarda gli amici che adesso se ne stanno a fare una vacanza con tutti i crismi, quella alla quale ho dovuto rinunciare io e mandano messaggini ogni mezz’ora. “Che fai?” “Dove sta?” “Dove andate stasera?” Sembrano Verdone quando lo faceva strano. Rispondo per educazione. Pero’ che palle! E mo’? Al contrario di mia moglie, non mi sono portato alcun libro in spiaggia e ne leggo uno la sera prima di addormentarmi. Telefonino o cruciverba? Opto per il telefonino, mi gioco le mie cinque vite di candy crush e passo al cruciverba. Mi piacciono un po’ tutti i tipi, sia quelli classici che il sudoku anche se poi tempo per farli ne ho poco. In vacanza e’ proprio l’ideale e poi dicono che tiene la mente allenata. Mi concentro quindi su questo difficilissimo sudoku quando vedo mia moglie che si alza dal lettino
“ Ci andiamo a fare un bagno?” mi chiede. Approvo. Le prendo la mano e ci dirigiamo sulla battigia infilando poi i piedi nell’acqua. Questo e’ uno dei pochi posti del litorale laziale dove ti puoi fare un bagno senza rischiare qualche malattia seria. L’acqua non e’ limpidissima ma nemmeno sporca ed un bagnetto si fa volentieri, anche perche’ il sole comincia a picchiare forte. Arriviamo pian piano dove l’acqua ci tocca la pancia. Non riesco a tuffarmi perche’ e’ troppo fredda. Mia moglie decide di immergersi senza pero’ bagnarsi i capelli mentre io alla fine mi decido. Un tuffo, qualche bracciata e poi ritorno vicino ad M. che e’ rimasta nella medesima posizione
“ Dai, tuffati che senti meno freddo” le consiglio ma lei preferisce rimanere nella stessa posizione
“ No, sto bene cosi’. Piuttosto, stasera non mi va di cucinare. Ci andiamo a mangiare una pizza?”
“ Io e te da soli o con i ragazzi?” Mi guarda spalancando gli occhi
“ I ragazzi? E quando mai verrebbero con noi. E comunque cenano sempre fuori. Se hanno voglia di mangiare a casa la tua dolce figliola si dovra’ mettere ai fornelli”
“ Ok. Allora io e te, cuore a cuore” le dico dandole un bacio. M. Fa una smorfia, quasi un accenno di linguaccia e poi si dirige verso la riva
“ Per me basta. Comincio ad avere freddo”
“ Vengo anch’io. L’acqua e’ troppo fredda” convengo. Torniamo verso l’ombrellone, ci asciughiamo e poi io mi rimetto a litigare con quel sudoku che non mi riesce e lei invece cerca nella borsa la scheda per farsi la doccia. Abbiamo due tipi di docce in questo stabilimento. Quella con acqua fredda e’ naturalmente gratuita per tutti e si trova in mezzo alla spiaggia ma se te la vuoi fare calda devi pagare e devi comperare una scheda che dura una settimana ma la puoi usare per quante docce vuoi. La vedo scomparire in una delle tre o quattro cabine che sono state adibite a docce. E’ una sua fissazione, Non per niente e’ piuttosto perfettina. Quando si fa il bagno al mare non riesce a rimanere con la salsedine addosso e deve assolutamente docciarsi. Non ci mette molto e quando torna si accende una sigaretta per piazzarsi di nuovo al sole a leggere sul lettino. Finalmente, trovo la chiave giusta per terminare il sudoku e mentre sto per passare ad un normale cruciverba, la mia attenzione viene catturata da una coppia che e’ appena arrivata due ombrelloni piu’ in la’, dove ci sono i due giovani con i bambini. Si salutano, baci ed abbracci con loro e soprattutto nei confronti dei due pargoli. Lui sembra un tipo distinto. Altezza medio bassa, sul metro e settanta per intenderci, con una curatissima barba bianca che me lo fa sembrare un professore universitario, capelli altrettanto bianchi e fluenti, alla Sgarbi per capirci, eta’ indefinibile. Potrebbe averne una sessantina portati in modo mediocre o una settantina portati meravigliosamente. Il fisico e’ in discreto stato di conservazione anche se, pure lui, ha problemi con lo stomaco, ma la barba bianchissima mi fa immaginare che possa essere molto piu’ grande di me. E’ pero’ l’altro elemento della coppia a catturare la mia attenzione in modo particolare ed avrete capito che si tratta di una donna. Bella e’ dire poco. Poco piu’ alta dell’uomo, dislivello forse dovuto ad un paio di zoccoli di legno con lo spessore di qualche centimetro, ha un fisico prorompente. Indossa un pantaloncino bianco aderentissimo che, chinandosi per rimettere il pargolo piu’ piccolo nella piscina, mette in evidenza un culo da svenimento e due tette che escono quasi completamente dallo striminzito top rosso che indossa. Si toglie il pantaloncino con movenze che avrebbero fatto invidia a Kim Basinger durante il suo spogliarello in nove settimane e mezzo e adesso quel sedere e’ completamente alla vista di tutti. E non e’ un modo di dire in quanto la mutandina copre veramente poco. Non indossa il tanga ma e’ comunque uno slippino ridottissimo che la bella signora si mette, forse volontariamente, in mezzo alle due chiappe col risultato di rimanere col sedere in bella vista. Scopro comunque che il top che indossa altro non e’ che il pezzo superiore del bikini. Anche di viso e’ molto bella. Si vede che non e’ una bambina e presumo abbia una quarantina d’anni ma ha dei lineamenti praticamente perfetti, con una bocca carnosa, probabilmente rifatta ma bene e non a canotto ed e’ truccata come se invece di venire al mare dovesse andare ad un appuntamento, con tanto di rossetto. Il taglio di capelli come definirlo? Sono corti dietro e le coprono appena il collo ma ha una voluminosa frangia davanti che le copre parte della fronte sinistra. Riesco a notarle anche tre piccoli tatuaggi che, al contrario di quelli della mamma dei due pargoli, abbelliscono quel corpo perfetto. Uno ce l’ha dietro al collo, visibile a causa dei suoi capelli corti, un altro sulla caviglia destra ed il terzo sulla spalla destra. Complessivamente una bellezza da mozzare il fiato. Ha occhiali da sole piuttosto voluminosi che si toglie guardando proprio nella mia direzione. Si, sta guardando proprio me. Possibile? Continua a scrutarmi per una manciata di secondi poi si rimette gli occhiali e torna a giocare coi due bambini. Credo che voi abbiate capito di chi si tratta ma per me in quel momento era un’emerita sconosciuta. Gia’ perche’ io i volti non me li ricordo proprio. Nella mia vita ho fatto anche figure di merda per questo mio problema. Non riconosco le facce, soprattutto se incontro una persona in un contesto diverso da quello abituale. Per intenderci, riconosco il ragazzo del bar che frequento abitualmente finche’ lo incontro al solito posto ma se lo vedo passeggiare lungo una strada non so chi sia. So di conoscerlo ma non ho la piu’ pallida idea dove l’ho incontrato. Per gli avvenimenti invece, ho una memoria di ferro. Ricordo situazioni e particolari avvenuti anche molti anni orsono. Per non parlare del cinema, ricordando per filo e per segno un film visto una sola volta secoli fa oppure ricordando le parole di una canzone che non ascolto da vent’anni. Mia moglie dice che e’ una questione di interesse riguardo una determinata cosa perche’ rammento le formazioni delle squadre di calcio degli anni ottanta ma non ricordo una cosa che mi ha confidato una settimana prima. Credo pero’ che abbia ragione fino ad un certo punto. E’ vero, se una cosa m’interessa relativamente, da un orecchio mi entra e dall’altro mi esce ma per le facce ho proprio un problema nel mio cervello. E non e’ l’unico, purtroppo. A proposito di mia moglie…… Cazzo, l’ho combinata grossa. Mi sono messo a fissare quella donna dimenticando che e’ a due metri da me. E se c’e’ una cosa che non riesce a mandar giu’ e’ il fatto che io possa ammirare un’altra in sua presenza. Dice che non si tratta di gelosia ma di mancanza di rispetto nei suoi confronti e devo convenire che non ha tutti i torti. Mi giro ma noto per mia fortuna che e’ ancora intenta nella lettura, rivolta nella direzione opposta. Sospiro di sollievo. L’ultima cosa che vorrei e’ bisticciare con lei durante le ferie. Vedo pero’ che si gira verso di me
“ Tesoro, puoi venire un attimo qui?” mi intima. Non e’ un tono che mi piace molto. Non e’ infatti il suo solito modo di chiedermi una cosa. Comunque mi alzo e mi siedo sul suo lettino
“ Che c’e’ amore?” le chiedo sciorinando il mio sorriso migliore
“ Cosa osservavi di tanto interessante?” Porca puttana. Ma che c’ha gli occhi anche dietro al collo? O si tratta solamente di quel famoso sesto senso che abbonda nelle donne e di cui noi maschi siano quasi completamente privi? Alzo comunque le spalle e allargo il mio sorriso
“ Niente d’importante” le rispondo
“ Se e’ niente d’importante significa che qualcosa stavi osservando. Mi dici di cosa si trattava?” Porca di quella puttana Eva. Mai sposarsi con una donna intelligente. Prendetevela stupida, oca, demente ma non intelligente. Perche’ vi leggono nella mente e girano tutto quello che dite a proprio vantaggio. Stavolta non so cosa rispondere e il mio sguardo si perde nel vuoto. M. non attende una mia pietosa bugia ed incuriosita si alza dal lettino, posa il suo libro e si dirige verso il luogo dove il mio sguardo aveva inquadrato quella donna cosi’ bella. Sono nei guai. Probabilmente adesso non mi dira’ niente ma appena saremo da soli mi fara’ la scena madre. No, niente urla ma usera’ il suo tono compassionevole
< Bravo Davide. Ti rendi conto di come mi hai fatta sentire? Come se accanto a te avessi un mostro. Ed io scema che prima di fare una cosa penso sempre a come potresti sentirti. Perche’ io ti rispetto. Non come te> E si, piu’ o meno saranno quelle le frasi che mi faranno sentire in colpa e che mi obbligheranno a chiederle scusa. Scuse che naturalmente non accettera’ subito. Prima deve sbollire e mi terra’ il broncio. Scuoto la testa. Ormai e’ fatta e non posso rimediare ma so che mi si prospetta un proseguimento di giornata piuttosto pesante. Accidenti a me ed alle belle donne!
 
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view post Posted on 22/6/2022, 15:22     +2   +1   -1

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Quarto episodio

Intanto, M. e’ praticamente arrivata davanti ai nostri vicini di ombrellone. D’altronde, e’ questione di pochi metri anche se cammina piano, fingendo di guardare prima da un’altra parte fino a che lo sguardo di M. s’incrocia con quello della donna bionda. Mia moglie allunga il collo. Ma no, cavolo, cosi’ e’ troppo. La sta proprio analizzando. Alza il dito della mano destra per rivogerglielo contro e poi finalmente apre la bocca
“ Ma tu sei…… Tu sei Elena?” La bionda allarga le braccia andando incontro a mia moglie
“ M.? Ma allora avevo visto giusto. Mi sembrava Davide ma non ero sicura” le dice abbracciandola
Elena? Chi cazzo e’ Elena? Faccio una rapida messa a punto della mia memoria e poi la lampadina si accende. Ma certo, e’ quella strafiga che ci aveva provato con me quasi trent’anni prima, quella che M. ha cordialmente odiata fin dal primo secondo che l’ha vista. Temo che i miei guai saranno ben peggiori di quelli che avevo preventivato. Perche’ con un’altra donna ci potrebbe anche passare sopra, ma con Elena no. Tralascio i miei tristi pensieri che prevedono una discussione con mia moglie e vado nel luogo dell’incontro che sa tanto di Carrambata. Elena mi abbraccia mettendomi le tette spudoratamente sotto il viso e ci presenta l’uomo con la barba bianca come suo marito. Ci stringiamo la mano e chiameremo il canuto Marcello, anche questo nome ovviamente di fantasia. Mia moglie mi guarda sorridendo
“ Ma davvero non avevi riconosciuto Elena?” mi domanda davanti a loro. Vorrei dirle che io non riconoscerei nemmeno lei se non la vedessi per un mese, figuriamoci se avrei potuto riconoscere una tipa che non vedevo da vent’anni, ma non posso
“ No tesoro, non l’avevo proprio riconosciuta” ammetto
“ Beh dai, e’ difficile” interviene Elena a mia discolpa “Sai, noi donne cambiamo sempre. Un giorno i capelli, un altro giorno un trucco diverso….. Come avrebbe potuto?”
“ Anche altre cose hai cambiato, mi sembra” le dice mia moglie toccandosi con entrambe le mani il suo seno ed alludendo a quello di Elena probabilmente rifatto. E si, non me lo ricordavo cosi’ abbondante quel davanzale. La bionda pero’ non se la prende e scoppia a ridere
“ Si fa quel che si puo’”
“ Ma certo. “ ammette mia moglie rivolgendosi poi di nuovo a me “Comunque Elena possiede certe caratteristiche che avresti dovuto ricordare, amore” Non mi piace il tono col quale ha detto amore. Non promette niente di buono. Ed inutile anche sottolineare a quali caratteristiche mia moglie alluda. Elena comunque non sembra capire l’ironia di mia moglie. Beh, non e’ mai stata una volpe. Meglio cosi’. Sorride e prende per mano M.
“ Dai, andiamo a prenderci qualcosa per festeggiare questo incontro” Annuiamo tutti concordi. Il bar principale e’ a circa cento metri ma lo stabilimento ce ne ha altri due piu’ piccoli, uno al centro, ovvero proprio dietro di noi ed un altro alla fine. Ovviamente, optiamo per quello vicino anche perche’ notiamo che ci sono un paio di tavolini liberi. Mentre ci dirigiamo al bar, Elena e M. si scambiano complimenti sulla loro forma fisica < Sei un incanto, tesoro> inizia quella che fu la fidanzata del mio vecchio amico Leonardo <stai proprio bene. Hai fatto un patto col diavolo?> prosegue mia moglie. Complimenti che entrambe meritano, a mio parere, ma temo che quelli di mia moglie siano un pochino falsi. Immagino che preferirebbe farsi dare una coltellata ma e’ costretta a contraccambiare, vista l’esuberanza di Elena. Ci sediamo al tavolino. Io e mia moglie ordiniamo due caffe’ mentre l’altra coppia preferisce due analcolici ed e’ Marcello a correre a pagare malgrado la mia insistenza
“ Contraccambierai la prossima volta” mi dice. Sembra un tipo a posto. Cominciamo a chiacchierare proprio mentre mia figlia ed il mio futuro genero fanno la loro apparizione in spiaggia. Posano le loro cose sotto l’ombrellone, ci salutano e se ne vanno in direzione del bar principale dove probabilmente stazionano i loro amici. Veniamo a sapere che Marcello e’ il secondo marito di Elena e che la giovane coppia coi bambini altro non e’ che il figlio e la nuora. E’ addirittura piu’ giovane di quanto immaginassi in quanto afferma di avere solamente 58 anni. Ed a proposito di eta’, Elena non e’ la quarantenne che immaginavo ma dovrebbe veleggiare come me verso i cinquanta. Impossibile da indovinare considerando la sua perfetta forma fisica. Veramente un miracolo genetico. Ma poi guardo mia moglie che non e’ molto piu’ piccola e mi dico che le donne mature di adesso, se ci tengono, possono far sfigurare anche una ventenne. Beh, almeno a me che apprezzo molto di piu’ una donna che ha superato gli <anta> che una ragazzina di primo pelo. Vuoi mettere lo charme, il fascino che emanano queste cosiddette milf? Nemmeno la freschezza giovanile puo’ star dietro a queste signore dell’inizio del terzo millennio. Ovviamente, questo e’ soltanto il mio parere, dettato anche dalla mia non piu’ giovanissima eta’. Lascio stare il mio ragionamento sull’eta’ per seguire invece Marcello che racconta anche di non essere il professore universitario che mi faceva immaginare ma che e’ invece proprietario di una rinomata enoteca situata in una zona in di Roma. Non so quanto ci si guadagni con un’enoteca, sia pur rinomata, ma mi da l’impressione di star piu’ che bene in quanto a grana. Ed il fatto di aver conquistato una donna come Elena, lui che sara’ pure distinto ma non mi sembra granche’ bello, mi fa propendere per questa idea. Beh, sono stato cattivo ma a pensar male a volte ci si indovina. Anche Elena ci racconta brevemente la sua vita. Ha due figli adolescenti che ora stanno in vacanza col primo marito ma che normalmente vivono con lei e Marcello, non fa un tubo nella vita a parte prendere l’appuntamento col parrucchiere e la manicure, che sono reduci da una bella vacanza di due settimane e che sono venuti a trovare i nipotini di lui in quanto ne sentiva terribilmente la mancanza. Ed infine, che si considerano ancora sposi novelli in quanto madama ed il vinaio hanno detto si solamente da due anni anche se sono dieci che stanno insieme.
Noi, a nostra volta raccontiamo un po’ di noi, del mio lavoro che cerca di rimanere a galla malgrado la crisi e del lavoro di M. come prof di educazione fisica. Marcello sgrana gli occhi quando viene a sapere che M. e’ stata un’atleta di spessore nel judo ma ci evita le solite frasi che subiamo in questi casi sul tipo <ma allora a casa comanda lei> <ti picchia?> <stai attento a come le rispondi> e via discorrendo. Ce ne sono una decina e tutte odiose e soprattutto ripetitive. Mia moglie risponderebbe male ed a volte si deve trattenere mentre io le accetterei se potessi rispondere veramente quello che penso ed invece devo passare davanti agli altri per il maschio duro che comanda malgrado le caratteristiche atletiche della propria moglie mentre vorrei dire loro < Si, comanda lei e se obietto mi prende a schiaffi e mi mette in punizione>. Aggiungerei che mi fa tremare con uno sguardo e che sono fiero ed orgoglioso di tutto questo. Sai che faccia farebbero! Ovviamente non posso ed in questi casi dico semplicemente che sono pur sempre un maschio e che la violenza è sbagliata sempre, sia se la commette un uomo o una donna e che mia moglie e’ dolcissima malgrado lo sport apparentemente violento praticato in gioventù, cosa tutto sommato abbastanza vera. Marcello quindi, ci evita tutto questo. Rimane in silenzio ed annuisce con un lieve abbassamento della testa. E’ Elena invece a squittire
“ Ah, e’ vero, ora ricordo. Pensa, gli altri amici mi dissero di evitarti perche’ eri considerata molto suscettibile” M. la guarda e le sorride
“ Oh cara, non sai che consiglio giusto ti hanno dato a suo tempo. Si, ero molto suscettibile allora” Stavolta e’ Elena ad annuire. Non puo’ essersi dimenticata di quella sera al Jackie O e infatti vedo che diventa piu’ seria. Si squadrano per alcuni secondi e poi la bionda accenna ad un sorriso
“ Capisco” dice semplicemente. Ora sembra essere tutto a carte scoperte. Anche io e Marcello ci interrompiamo mentre stavamo parlando di vini, con lui che mi elencava alcuni rinomati vini ed io che gli rispondevo che per quanto mi riguardava, poteva anche morire di fame perche’ io e mia moglie siamo quasi completamente astemi. Il quasi sta nel fatto che qualche cocktayl lo beviamo, nelle rare occasioni che possono capitare, mentre M., se andiamo a cena in qualche ristorante, puo’ anche azzardare un bicchiere di vino. Marcello ovviamente non puo’ sapere cosa diavolo sia accaduto e perche’ sua moglie sembra aver abbandonato quell’allegria che l’aveva contraddistinta fino ad allora. Anche M. sembra capire. Finora si e’ divertita con lei come il gatto fa col topo, prendendola in giro le sue tette rifatte, ad esempio, ma adesso si e’ fatta seria anche lei. Per un attimo temo qualcosa poi vedo M. prendere le mani di Elena e raccoglierle dentro le sue
“ Beh, e’ passato tanto tempo da allora. Vieni dai, lasciamo gli uomini e fammi compagnia a fumarmi una sigaretta” Vedo Elena che riprende il suo sorriso
“ Benissimo. Una sigaretta in compagnia di un’amica ritrovata non si rifiuta” Le due donne si alzano e ci lasciano al bar e le seguo con la coda dell’occhio. Marcello mi guarda strizzando gli occhi e toccandosi la sua candida barba
“ Non ho capito bene. Avevano avuto un problema da ragazze?” E che gli dico. Che sua moglie quando era ragazza e stava con un mio amico aveva provato a sedurmi baciandomi? E che mia moglie aspettava l’occasione giusta, per fortuna mai arrivata, per dirgliene quattro? Se Elena vorra’, sara’ lei a dirglielo. Io mi tengo fuori
“ Ah, vallo a sapere con le donne. Chi le capisce e’ bravo!” gli rispondo infatti. E con questa frase elimino tutte le eventuali discussioni ed ulteriori menzogne.

Sono circa le 13.30 quando Marcello si alza. Sia M. che Elena sono ritornate al bar dopo aver fumato ed aver chiacchierato insieme per qualche minuto. Sono curioso di sapere cosa si sono dette ma, come dicono i giovani, si e’ fatta una certa. L’enocoso ( come si chiamera’ il proprietario di un’enoteca?) ci dice che ha prenotato un tavolo al ristorante sulla spiaggia insieme al figlio ed alla nuora e che deve andare ma che staranno qua sia nel pomeriggio che tutta la giornata di domani, prima di rientrare a Roma e riprendere il lavoro. Li saluto e ci diamo l’appuntamento alle prime ore del pomeriggio. Anch’io nel frattempo decido di andare a pranzo. Veramente, vorrei parlare a mia moglie di cio’ che e’ accaduto, scusarmi eventualmente ma decido di lasciar stare. Finche’ lei non dice niente, meglio evitare. A Roma si dice che sarebbe come smuovere la merda. Piu’ la tocchi e piu’ puzza. Ed in questo momento, lei e’ quasi sicuramente in stand-by. Ha perso l’immediatezza della risposta ma sta decidendo il da farsi. Forse riesco a cavarmela solamente con una serata di muso lungo e mi accorgo che firmerei in bianco una soluzione del genere. La saluto e mi avvio verso casa. Nel bar principale, un gruppo di ragazze tutte molto carine sono in piedi a ridacchiare ed a fumare. Ai miei tempi……. Non avrei mai pensato di dover dire un giorno una frase come questa: < ai miei tempi>. Frase che significa che ahime’ non sono piu’ un ragazzino. L’importante e’ sentirsene molti di meno. Ma dicevo che un tempo coi miei amici, quando vedevamo un gruppo di belle ragazze la chiamavamo < La sagra della Patata> ed ovviamente la patata non era un tubero. Proseguo a camminare. Di solito, non ho molti rimpianti per la mia giovinezza. Credo di essermi realizzato abbastanza pur se con qualche ovvio rimpianto e l’unica cosa che mi duole del passare del tempo e’ che ne ho sempre meno a disposizione per le cose che amo, come per il femdom, ad esempio. Non ce la vedo mia moglie quando avra’ settant’anni con una tuta di lattice e tacchi altissimi a fare mosse di judo ed a dominare il sottoscritto che ne avra’ quasi 74. Mi viene da sorridere al pensiero e chi mi vede pensera’ che rido da solo come i matti. Pensiamo al presente che e’ meglio. Prima di raggiungere casa devo passare al supermercato a comperare l’acqua. Quella del posto dicono sia potabile ma ha un sapore orrendo. Meglio evitare. Salgo finalmente a casa, pensando che sia un ottimo esercizio farsi tre piani a piedi con una cassa d’acqua in mano, telefono a mia figlia per sapere se devo preparare la pasta anche a loro due e mi risponde che non hanno fame perche’ hanno fatto colazione a mezzogiorno. E ti credo! Si arrangeranno. Guardo il condimento preparato da M. Che peccato! Pesce e zucchine mica costa due soldi. Beh, intento me ne faccio un piattino per me. Un piattino…… Diciamo un piatto, dai. Non mangio altro a parte un po’ di frutta e quindi mica posso mangiare trenta grammi di pasta. Nel frattempo, accendo la televisione. Parla ovviamente del terremoto che ha colpito Ischia avvenuto due giorni prima ma anche del ritrovamento dei tre fratellini, notizia che mi ha riempito di gioia. L’altra notizia del giorno e’ il vile attentato di Barcellona avvenuto ancora prima. E pensare che la conosco perfettamente quella citta’. Dopo Roma, e’ la citta’ che conosco meglio. Ci sono stato ben sei volte. Mi daranno la cittadinanza onoraria. Una volta da ragazzo, un’altra per vedere la mia squadra del cuore ( pareggio 1-1 ma non era il Barcellona di adesso) ed altre volte con mia moglie, come scalo della crociera o con gli amici. In tutte le salse. E vedere la Rambla distrutta in quel modo, i tanti morti che volevano solamente trascorrere una vacanza, proprio come avevo fatto in passato io, mi fa star male. E’ pronta la pasta e cio’ mi distoglie da questi tristi pensieri. Uso solo parte del condimento ed inizio a mangiare. Veramente buona. Un pranzo veloce. Non ripulisco. Ho usato solamente una posata, lo scolapiatti ed un tegame per far bollire l’acqua della pasta. Ci pensera’ M. stasera. Io adesso voglio solo riposarmi ulteriormente e mi stendo sul divano con la pala del soffitto a rinfrescarmi piacevolmente. Chiudo gli occhi ma non riesco a dormire. Non ci sono abituato a riposare nel pomeriggio ma va bene cosi’ e ne approfitto per rispondere sulla chat ai miei amici. Sono le 15.30 quando decido di tornare in spiaggia. Mi faccio il tragitto lentamente ed un po’ pensieroso. Forse, l’avvento di Elena e Marcello puo’ aver fatto sbollire l’ovvia rabbia di mia moglie anche se temo che la scena madre sia solo rimandata. Non e’ tipo che lascia correre. Ancora non so infatti che quella che mi appresto a vivere e’ la versione rivisitata de < La quiete dopo la tempesta> di leopardiana memoria. Rivisitata perche’ la quiete e’ quella che sto vivendo e la tempesta arrivera’ in seguito. E stavolta, cambiando l’ordine dei fattori, il risultato sara’ completamente diverso.
 
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Quinto episodio

La scena che mi accoglie appena arrivo e’ particolare. Elena e M. stanno parlando sotto il mio ombrellone come se fossero due vecchie amiche. Ma si, e’ normale. E’ trascorso cosi’ tanto tempo da quando accadde quel tentativo di seduzione. E poi, M. e’ ben diversa dalla ragazzina timida e insicura di allora. Adesso conosce bene il potere che ha su di me, sa del mio amore, come io so del suo, del resto, e continuare a comportarsi come fece allora, ignorandola del tutto, sarebbe assurdo. Mi avvicino, saluto Elena e mia moglie e mi metto seduto accanto a quest’ultima in quanto l’altra mi ha fregato il mio lettino. Stanno parlando dei nostri vecchi amici che Elena ha perso completamente di vista mentre io e M. abbiamo ancora modo di frequentare, sia pure molto piu’ sporadicamente rispetto a prima quando eravamo unitissimi. Vuol sapere un po’ tutto di loro e dice che sarebbe bello riunirci ancora una volta. Tutte chiacchiere estive, dico dentro di me. Saluto con la mano Marcello che vedo sotto l’ombrellone di suo figlio che ci raggiunge subito dopo. E’ dopo circa una mezz’ora di chiacchiere da ombrellone che Marcello ci guarda interrogativamente
“ Ma non e’ che voi siete capaci a giocare a burraco?” Trasalgo. Dire a me e a mia moglie se sappiamo giocare a burraco sarebbe come dire a Messi e a Cristiano Ronaldo se sono capaci di giocare a calcio. Beh, forse ho esagerato. Diciamo che siamo bravi e difficilmente battibili. Poi e’ pur sempre un gioco di carte e gente che sa giocare bene ce ne e’ pero’ noi due abbiamo un’ottimo feeling rinsaldato da numerosi tornei effettuati. L’unico problema e’ che mentre io riesco a conservare la concentrazione praticamente per tutta la durata della partita o del torneo che stiamo giocando, mia moglie a volte si deconcentra. In teoria è più brava di me e ha più memoria ma ha questo problema che si porta appresso fin da ragazza quando era agonista di alto livello nel judo. Poteva vincere contro chiunque e perdere con una schiappa che valeva la metà di lei proprio perché a volte si deconcentrava, Un torneo puo’ durare anche tutto un pomeriggio o un’intera serata e perdere la concentrazione, dote assolutamente primaria nel burraco, puo’ fare la differenza. Ma se riesce a mantenerla, e’ una compagna perfetta e ci capiamo al volo. E non mi dispiacerebbe una partitella di allenamento in previsione del torneo settimanale dello stabilimento. Ma quando sento poi Marcello aggiungere che hanno scoperto questo gioco da poco, mi ammoscio un po’. Non mi piace giocare coi pivelli. E’ vero che e’ un gioco di carte e che la fortuna ha molta importanza ma solo se c’e’ una parita’ di bravura tra le coppie, altrimenti puoi anche avere tutto il culo che vuoi ma contro quelli bravi veramente, non vinci. Ed ecco perche’ adoro questo gioco. Perche’ la fortuna conta ma solo fino ad un certo punto. Diciamo che si ha bisogno di bravura e fortuna. Sto quindi per dire che non ho tanta voglia quando M. mi precede
“ Ma davvero? Che bello! Anche a noi piace giocarci. Dai, facciamoci una partita” risponde precedendomi. Ci spostiamo pertanto di nuovo al tavolino del bar perche’ sulla spiaggia non si puo’ giocare a causa del vento che farebbe volare tutte le carte e mentre Marcello va a prendere le sue carte, io mi occupo di prendere la penna con la quale faccio i cruciverba e rimediare un foglio di carta. Consiglio un burraco classico, con quattro smazzate ma senza limiti di orario come invece accade nei tornei e cominciamo. Come avevo immaginato, due pivelli del genere non possono proprio impensierirci. Fanno errori grossolani e per di piu’ mia moglie gioca alla grande. Praticamente li asfaltiamo, con una differenza che supera i mille punti. Marcello ammette che siamo troppo forti per loro ma ci chiede comunque la rivincita. La riperdita, avra’ voluto dire. Ancora una volta non c’e’ storia. Marcello si difende calando un paio di pinelle a partita ma Elena fa un errore dopo l’altro. Non si tratta quindi soltanto di bravura nostra ma del fatto che sono proprio scarsi e quindi la seconda partita finisce allo stesso modo della prima. Ci alziamo. M. guarda i due sconfitti con un’aria di superiorita’
“ Beh, in effetti dovrete migliorare parecchio per giocare contro di noi” Ma perche’ si comporta cosi’? Non e’ da lei, sempre attenta alla misura, mai sbruffona. La conosco bene e scommetto che si e’ messa in testa di contrastare Elena su altri piani, non potendo affrontarla su quello della sensualita’. Non per mancanza di doti fisiche. E’ piu’ alta di lei ed ha un corpo altrettanto ben fatto. Forse di viso non ha la sua perfezione, pur avendolo graziosissimo ma e’ nel comportamento che la differenza diviene abissale. Mia moglie non si metterebbe mai il costume in mezzo al sedere come fa Elena. Non sculetterebbe mai come fa lei e non si sognerebbe di portare il pezzo di sopra del bikini di due misure piu’ piccolo per fare uscire fuori tutte le tette e ha forse deciso di controbatterla con le altre doti come ad esempio l’ironia e l’intelligenza che sono nettamente a suo favore. E saper giocare bene ad un gioco come burraco dimostra intelligenza. Spero che non voglia dimostrarle anche la sua superiorita’ fisica sfidandola in una lotta. Allora si che sarebbero guai grossi per la bella Elena che invece sembra cercare la sua amicizia. Vorrei capire perche’. Non mi sembra piu’ la ragazza stronza e piena di se che sembrava essere trent’anni prima ma una donna meno sicura che pero’ sa che deve affidare tutta se stessa alla bellezza perche’ e’ l’unica dote che possiede in abbondanza. E ho la netta sensazione che stimi M.. Pertanto, non mi piace il modo in cui mia moglie si sta comportando con Elena. Ovviamente, mi guardo bene dal dirle una cosa del genere con la nostra situazione ancora non del tutto chiarita. Se tenesse questo comportamento con un’altra, l’avrei gia’ presa per un braccio e glie ne avrei dette quattro ma questa donna non e’ una qualunque. E’ quella con la quale lei non ha mai voluto avere niente a che fare considerandola un pericolo per il nostro amore e sgridandola otterrei nient’altro che una grossa litigata.
Si sono fatte quasi le diciotto, ormai. Ho ripagato Marcello offrendo loro una bevuta mentre giocavamo a carte e adesso, finita la partita, abbiamo ripreso a conversare su temi meno banali. Ci dicono anche come si sono conosciuti, ovvero tramite amici comuni che avevano organizzato un doppio misto di tennis, cosa che mi fa comprendere come il perfetto stato di forma di sua moglie dipenda anche dallo sport della racchetta, vecchia passione di Elena anche da ragazza
“ Ma stasera che fate?” ci dice poi quasi all’improvviso “Perche’ non andiamo insieme a mangiare qualcosa?” Cari amici, vi do un consiglio. Mai prendere iniziative personali che riguardano anche vostra moglie, la vostra compagna o la vostra fidanzata se non siete sicuri al 100% che lei apprezzerebbe. E questo non c’entra niente con la dominazione, col femdom, ma e’ solamente una questione di quieto vivere. Avrei voglia di dire di si, che mi andrebbe ma l’esperienza mi consiglia di guardare mia moglie per attendere la sua approvazione e lei sorride nei confronti dell’altra coppia
“ Oh no, che peccato! Vengono mia figlia ed il suo fidanzato a cena. Mi dispiace. Sara’ per la prossima volta” Bugiarda! Falsa e bugiarda! Mi aveva detto stamattina che voleva andare a mangiare una pizza con me. E’ chiaro che non gradisce del tutto la loro compagnia ma non riesco a capire completamente il suo comportamento. A volte si comporta come una vecchia amica ed a volte la stuzzica. Cosa avra’ in mente? Elena intanto sembra realmente dispiaciuta
“ Pero’ domani sera non prendete impegni. E’ l’ultimo giorno che restiamo qui e mi piacerebbe fare un’uscita insieme”
“ Dai, domani vedremo” dice invece M. prendendo un po’ le distanze. Loro devono andare comunque a prepararsi e ci salutano affettuosamente ed anche mia moglie decide di tornare a casa, come al solito un’oretta prima rispetto a quanto sono abituato io. Aspetto che se ne vada e poi decido di farmi un bagno. L’acqua adesso e’ piu’ calda rispetto a stamattina e si sta bene. Il mare e’ calmissimo e mi invita a farmi alcune bracciate anche un po’ piu’ al largo ed infine rimango un bel po’ quasi a riva, rilassato ed immerso quasi completamente sdraiato. Ne approfitto per ripensare a questa strana giornata e soprattutto allo strano comportamento di M. Non e’ lei. Non completamente, almeno. E soprattutto non ho ancora compreso come vuole comportarsi con me. Beh, lo sapro’ subito perche’ esco dal mare, mi asciugo e mi dirigo verso casa. Appena entrato, vedo M. che si sta trastullando col suo telefonino. Si e’ appena fatta la doccia, tanto che i suoi capelli ancora umidi hanno bagnato il retro della canotta che ha indossato. Mi accoglie con un mezzo sorriso. E’ chiaro che ha qualcosa contro di me ma non mi rompe le scatole e questo e’ gia’ tanto
“ A che ora vuoi cenare?” mi chiede
“ Adesso e’ presto” le rispondo “Verso le otto, va bene?”
“ Per me va bene. Vai a farti la doccia che poi arrivano i ragazzi” mi intima. Evito di dirle che fine ha fatto la cenetta tutta per noi e me ne vado in bagno. Una doccia dopo una giornata di mare e’ uno di quei piaceri che non hanno prezzo. Mi trastullo massaggiandomi le parti intime. Cavolo, saranno una decina di giorni che il mio fratellino non entra in funzione e comincio a sentire un certo bisognino. Beh, non tale da dovermi sfogare in modo autonomo. Finisco la doccia, m’infilo un paio di pantaloncini corti blu ed una polo celeste con dei sandali da frate, naturalmente senza calzini. E’ questa la mia divisa in vacanza. Cambiano i colori dei pantaloncini e delle magliette ma voglio stare comodo. Torno in cucina che, vi ricordo, e’ un ambiente unico con il salottino e mi metto davanti al televisore a guardare il quiz preserale mentre mia moglie inizia ad armeggiare per prepararmi qualcosa per cena. Arrivano anche i ragazzi ed il loro vociare allegro riempie la casa. Naturalmente, come era ampiamente previsto, non cenano a casa e si sbrigano a farsi la doccia e a cambiarsi perche’ hanno un appuntamento. Sono le venti trascorse da qualche minuto quando M. mi chiama per dirmi che e’ pronto. Non e’ certo una cena che mette in risalto le sue qualita’ di cuoca: petti di pollo e pomodori col tonno ma va bene. E’ estate, stiamo in vacanza e non mi sembra giusto che trascorra le sue ore sui fornelli. Per di piu’ mi sembra l’ideale per la mia dieta leggera. Anche per lei lo stesso menu’. Mangiamo quasi in silenzio. Vorrei dirle tante cose, del suo comportamento nei confronti di Elena, di cosa si sono dette nei momenti in cui hanno parlato loro due da sole, cosa ne pensa e se ce l’ha ancora con lei dopo tutti questi anni. Vorrei ripetere quel pomeriggio in cui lei mi fece una specie di interrogatorio ma a parti invertite ma ancora una volta preferisco tacere. Finiamo di cenare nello stesso modo in cui abbiamo iniziato, praticamente silenziosi, cosa del tutto anomala che dimostra che qualcosa bolle in pentola. Nella sua pentola. Ci mettiamo a vedere di nuovo la televisione seduti sul salotto. Mia figlia ed il suo ragazzo fanno avanti e indietro col bagno per farsi la doccia ed escono di casa che sono le 20.30, non prima di averci dato lei il suo bacetto di commiato e lui una stretta di mano giovanilistica a me ed il bacetto a M. E’ un bravo ragazzo e sono felice della scelta di mia figlia. Beata gioventu’. Io e mia moglie rimaniamo alcuni minuti davanti al televisore. Di solito, scendiamo verso le 21.30 ed e’ ancora presto ma comunque M. si alza e mi guarda
“ Vado a cambiarmi” mi dice e io rispondo con un americanizzante <ok>. Rimango solo per una decina di minuti, forse qualcosa in piu’, e finalmente riappare. Ah pero’! Ha indossato un vestitino nero con disegni geometrici grigio perla. Non si puo’ certo definire un abito sexy e rientra ampiamente nella normalita’ ma le sta molto carino. E’ senza maniche con le spalline fine e le arriva poco sopra al ginocchio. E’ scollato ma siamo in piena estate e quindi lo definirei un look molto gradevole anche perche’ i seni sono ben coperti. Ha messo un paio di sandali col tacco medio, forse sei o sette centimetri color argento che riprende i disegni geometrici dell’abito e soprattutto si e’ truccata un po’ di piu’ rispetto al solito. Anche in questo caso niente di troppo vistoso ma si nota la differenza. I capelli sono invece legati con la solita coda corta. Mica male la mia mogliettina! Mi sta venendo una mezza idea. Perche’ no? Del resto i ragazzi sono appena usciti e non rientreranno prima dell’una, se non addirittura piu’ tardi ed abbiamo tutto il tempo. Mi alzo dal divano e mentre mi avvicino a lei la mezza idea sta diventando un’idea grandiosa soprattutto per il mio fratellino da troppo tempo a riposo forzato. Per di piu’ il suo sorriso sembra invitante tanto da farmi pensare che ha avuto la mia stessa idea. Ma appena arrivo a pochi centimetri da lei mi ferma mettendo il suo braccio destro davanti, come un vigile urbano quando da l’alt
“ Cosa stai facendo? Hai ripulito la cucina? O hai deciso di farmi arrabbiare stasera?” Rimango solo due secondi stupito. Cavolo, vuole giocare. Il nostro gioco preferito quando lei diventa la mia padrona e io il suo marito sottomesso ai suoi voleri. Ma certo! Ed ecco spiegato il suo abbigliamento leggermente piu’ sensuale indossato questa sera. Non ha portato con se da Roma i suoi abiti, le sue tute e i suoi pantaloni di lattice e le scarpe col tacco chilometrico che abitualmente indossa in queste occasioni e si e’ dovuta arrangiare con gli abiti normali che ha a disposizione. Ma va bene anche cosi’. Va benissimo. E forse questo e’ anche il motivo per cui non e’ voluta andare a cena stasera. La guardo ed abbasso gli occhi
“ Faccio subito, padrona”
“ C’e’ da rifare anche il bagno. Quei due sciagurati hanno lasciato tutto in disordine e devi sistemare la nostra camera. Non crederai che debba essere io a sistemarla?”
“ Oh no di certo padrona. Faccio subito” rispondo dirigendomi verso il lavabo. Non ci sono tanti piatti da pulire. Quelli che ho lasciato io a pranzo e che M. si e’ ben guardata dal pulirli, e adesso capisco il perche’ in quanto di solito e’ un po’ maniaca della pulizia casalinga, e quei pochi usati per la cena visto che abbiamo usato piatti e bicchieri di carta. Comincio a darmi da fare mentre M. va a sedersi sul divano, accavalla le gambe che con il vestito leggermente corto ora sono generosamente in vista e ricomincia a giocherellare col telefonino. Passano alcuni minuti quando sento la sua voce che e’ diventata imperiosa
“ Davide, prendimi una sigaretta”
“ Faccio subito, padrona” le rispondo. E’ questo il nostro modo di intendere la dominazione. O meglio, questo e’ il mio modo che lei ha fatto suo. Solo ordini basati sulla quotidianita’ e nessuna pratica che comporti sputi, pissing, scat, aghi o torture varie. Si tratta del classico ribaltamento dei ruoli dove e’ lei a comandare. Ovviamente, con qualche aggiunta, la piu’ eclatante e’ quella che potremmo definire la lotta di dominazione, dove lei approfitta dei suoi tanti anni di judo per farmi comprendere che e’ la piu’ forte e quindi il motivo per cui sia lei a comandare in queste situazioni. C’e’ spazio anche per altre cose, pero’. Qualche schiaffo ad esempio, delle sculacciate e qualche punizione. Niente di particolarmente eclatante nemmeno in questi casi, a dir la verita’. A parte la lotta, dove posso incorrere in qualche leva ed in qualche torsione piuttosto dolorose e a tentativi si soffocamento che mi riducono all’impotenza, e’ tutto molto soft e si basa soprattutto su ordini che riguardano il lato domestico, come ad esempio prepararle la cena o appunto cio’ che sto facendo adesso cioe’ lavare i piatti e sistemare. Cose che tutto sommato incidono ben poco nella mia vita e sono soprattutto desideri miei. Ho sempre sognato di poter servire la mia donna come fosse una regina e questi momenti mi appagano. Anche le cosiddette punizioni non sono mai cose dolorose o privazioni di cui soffro. Diciamo francamente che si tratta di una dominazione all’acqua di rose ma a noi va benissimo cosi’. Il tutto finisce di solito col fare l’amore e quindi potremmo definire quello che facciamo come una succulenta anticipazione del sesso vero e proprio, un modo particolare per giungere eccitati mentalmente all’atto conclusivo. Vado di corsa comunque in camera da letto, mi guardo intorno e trovo le sue sigarette con l’accendino e corro da lei, mi inginocchio e le accendo la sigaretta. Ecco che pian piano il Davide forte, deciso, sicuro dei propri mezzi sta lasciando il posto ad un altro uomo, timoroso, voglioso di accontentare la propria donna, bramoso di servirla, di rimettersi a lei e di obbedire a qualunque sua decisione. E’ incredibile questa metamorfosi, paragonabile a quella del dottor Jeckill e Mr Hide. Altrettanto camaleontica sembra essere M. che da moglie premurosa si trasforma in una donna glaciale, altera, sicura di sé stessa. A dir la verita’, non e’ stata sempre cosi’ e gli inizi sono stati assai difficoltosi per lei ma adesso riesce ad entrare nei panni della padrona che ho sognato per anni, in modo perfetto. Io intanto rimango per alcuni secondi a contemplarla. Non e’ diverso solo il mio comportamento, non sono diverse soltanto le mie sensazioni ma e’ diverso anche il modo in cui la vedo. Ai miei occhi la moglie carina e’ praticamente scomparsa e vedo una donna bellissima che mi fa pensare di non essere al suo livello in qualunque cosa. Potenza dell’immaginazione! Una sua repentina mossa col volto mi fa capire che mi davo alzare e vado di corsa a finire la cucina. Non mi ci vuole molto e poi passo al bagno dove in effetti e’ un gran casino. Anche in questo caso ci metto poco tempo e passo quindi alla nostra camera da letto dove trovo diversi indumenti in disordine. Alcuni sono sporchi e mi affretto a riporli nei cestini della biancheria da pulire, rigorosamente divisi tra capi bianchi e colorati mentre altri sono semplicemente da piegare e da risistemare all’interno dell’armadio. Ecco, ho fatto tutto! No, meglio dare una spazzata, non si sa mai. Torno da mia moglie, ormai diventata ai miei occhi la mia indiscussa padrona. Sono eccitato mentalmente. Mi dico che adesso mi fara’ una mossa di judo mandandomi a terra, un paio di schiaffi ed infine mi prendera’ come suo giocattolo sessuale e non vedo l’ora che questo accada. Ecco che si alza. Ho un po’ di timore e nello stesso tempo sono tirato come una fionda. Mi prende per un braccio e sto gia’ per pregustare il momento in cui mi mandera’ a terra facendomi assaporare la sua superiorita’ quando vedo allungare l’altro suo braccio verso di me
“ Orologio e telefonino” mi intima. Rimango un po’ perplesso e la guardo stranito
“ Cosa?” Sento la sua mano stringersi di piu’ sul mio braccio
“ Sei sordo? Ti ho detto di darmi l’orologio e il tuo telefonino. Non mi far ripetere le cose due volte” Non capisco ma mi adeguo e sto al gioco. Mi slaccio l’orologio, glie lo consegno e poi tiro fuori dalla tasca il cellulare e le do anche questo. Qualunque cosa abbia in mente, non ho nulla da temere dandole il mio telefonino che e’ immacolato. Nessuna situazione o numero compromettente anche perche’ io certe situazioni non me le vado a cercare. Lei afferra i due oggetti, si guarda intorno alla ricerca della sua borsa e, trovatala sopra il tavolo, li mette dentro ma continua a tenermi per un braccio. Ed io continuo a rimanere perplesso ma poi mi dico che sono stato proprio io, nei momenti vanilla, a chiederle di usare di piu’ la fantasia per dare sempre nuova linfa a questo gioco. E adesso che questa fantasia la sta tirando fuori, non posso certo lamentarmi. Tutto questo mi ha messo comunque in curiosita’. Cosa mai ci dovra’ fare col mio telefonino e con l’orologio? Intanto, sempre tenendomi per un braccio, inizia a spingermi in direzione del bagno e della nostra camera che sono adiacenti ma prima di giungere nella nostra camera che pensavo fosse la nostra meta, c’e’ il bagno e mi ci spinge dentro
“ Tu rimarrai chiuso qui dentro fino a che lo riterro’ opportuno mentre io mi vado a fare una passeggiata” mi dice appena sono all’interno del bagno. Cosa? Che significa tutto questo? Va beh, non e’ altro che una variante dei nostri giochi, mi dico. Era gia’ accaduto un paio di volte che mi chiudesse nel bagno per venirmi poi a riaprire dopo una decina di minuti, farmi chiedere perdono in ginocchio e poi fare l’amore. Sicuramente vorra’ fare tutto questo. Comunque, cerco anch’io di fare la mia parte che prevede a questo punto le mie lamentele, tanto per indurla ad essere ancora piu’ dominante nei miei confronti
“ No padrona, ti prego, non rinchiudermi” le dico infatti con molta enfasi. Forse troppa. Ma lei scuote la testa sorridendo ironicamente
“ Risparmiati le finzioni. Non hai capito un bel niente, caro il mio Davide, non stiamo giocando. Tu passerai qua dentro tutta la serata mentre io faccio i miei comodi e sai perche’?”
“ No, perche’?” le domando convinto di stare ancora all’interno dei nostri giochi
“ Come padrona potrei anche non dirtelo ma voglio che mentre trascorri la tua serata qua dentro rifletti sull’accaduto. Te la sei guardata bene Elenuccia bella?” Oh cavolo. Pensavo che la cosa fosse passata senza grossi guai ed invece pare proprio di no
“ No aspetta, non e’ come pensi…….”
“ Zitto. Non voglio sentire la tua voce. Mi da fastidio. Tu, davanti a me, ti sei messo a contemplare un’altra donna e tu lo sai che la cosa mi fa imbestialire. L’hai squadrata per bene, le hai fatto le lastre. No di piu’, le hai fatto la risonanza magnetica e questa me la paghi” Rimango come un ebete. Quindi, non e’ un gioco. Non stiamo facendo uno dei nostri preliminari basati sulla dominazione. Questa e’ vita vera! Mi sta infliggendo una punizione per un fatto compiuto al di fuori dei nostri giochi. Devo replicare. Nella vita vera non mi posso far trattare come una pezza da piedi. No, c’ho una dignita’ io. E non voglio che scenda da sola. Non che le possa accadere qualcosa in questa cittadina balneare ma mi da fastidio. Si e’ fatta carina e voglio esserci io al suo fianco. E se qualcuno cercasse di abbordarla? Una donna da sola puo’ essere fatta oggetto di attenzioni. D’accordo che lei si sa difendere bene ma non voglio. Sto quindi per rispondere ma appena apro la bocca lei mette il dito indice sulle sue labbra
“ Non un fiato! Non te lo ripetero’ un’altra volta. Parli solo se ti do il permesso di farlo altrimenti esigo il silenzio assoluto da parte tua” Per una frazione di secondo non so cosa fare. Ma e’ appunto solo una frazione. Io devo obbedirle. Lo devo fare. Che sia vita vera o gioco io sento l’obbligo di accettare le sue decisioni se lei tiene un comportamento come questo: sicuro, altezzoso e dominante. Respiro profondamente abbastanza incredulo mentre M. prende la chiave che e’ all’interno del bagno e chiude la porta. Infine sento il rumore della serratura che si chiude.
 
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view post Posted on 27/6/2022, 17:03     +1   +1   -1

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Sesto episodio

Mi guardo intorno un po’ smarrito. Per quale cazzo di motivo non mi sono fatto rivalere? Mi prendo la testa con le mani. Perche’ mi piace tutto questo, e’ inutile negarlo a me stesso. Mi piace essere rinchiuso nel bagno? Oh no. Non si tratta del tipo di ordine che mi viene dato ma il modo in cui mi viene dato. Ovvio poi che costringermi a fare una cosa che mi da fastidio aumenta in modo considerevole questo strano piacere. Mi eccita quindi vedere la mia donna che mi domina in questo modo, padrona della situazione, sicura di sé stessa. Oh, non eccitazione sessuale. Non sempre almeno e non in questo caso in quanto il fratellino e’ ancora a riposo. Eccitazione mentale, piacere mentale, lo chiamerei. Trovo una situazione del genere, dove lei si impone su di me, assolutamente inebriante e spiegare tutto esattamente e’ quasi impossibile. Rimane comunque il fatto che mia moglie mi ha chiuso in bagno anche se ancora penso che tra pochi minuti mi verra’ ad aprire, pretendendo le mie scuse che non mancheranno di certo. Forse non e’ neanche vero che uscira’ da casa. E invece, a smentire questi miei pensieri, sento la porta di casa sbattersi abbastanza violentemente. Forse mi vuol solo far credere di essere uscita. Mi affaccio alla piccola finestra che e’ proprio sopra il portone d’ingresso e devo solo attendere qualche secondo che la vedo. Altro che far finta, se ne e’ proprio andata di casa lasciandomi chiuso a chiave nel bagno. Si ferma un attimo, si sistema il vestito, si mette a tracolla la borsa e…… Cazzo, ma quel vestito e’ troppo scollato. Dalla mia posizione si vede il suo seno. Non tutto ovviamente ma si vede. A dir la verita’ si vedono le tette anche di due ragazze che passano in questo momento ma mi interessano quelle di M. che forse sono visibili solamente grazie alla posizione in cui mi trovo. Mi trovo a pensare che dovrei affacciarmi piu’ spesso considerando il panorama che viene offerto da quassu’. Ma no, ma che sto dicendo? Mica sono un guardone, io. Passato comunque il primo istante di piacere visivo, devo dire che la cosa mi da fastidio. E se altri facessero la stessa cosa? Non involontariamente come ho fatto io ma con il preciso scopo di rimirarsi le scollature delle belle donne che passano. Chissa’ se c’e’ qualcuno che davvero mette in atto una cosa del genere. La vedo comunque dirigersi verso la piazzetta, fulcro della vita di questa cittadina, proprio mentre si innalzano le note delle prime canzoni della band ospite della serata odierna, note che si protrarranno al massimo fino all’una di notte, termine che evidentemente il sindaco ha fissato per la musica ad alto volume. Lascio la finestra aperta ma rientro. E’ uscita per davvero senza di me. Mi guardo intorno e mi rendo conto che gli unici posti per sedermi sono il bidet e la tazza del water. Propendo per la prima, tornando di nuovo a riflettere sulla mia posizione, su questo mio assurdo desiderio di essere sottomesso a mia moglie. E non c’entra nemmeno la lotta di dominazione. Oh certo, mi piace ancora immensamente quando lei mi costringe alla resa facendomi urlare pieta’ ma il mio desiderio primario e’ riconoscere la sua autorita’ anche senza la lotta. Sono stato io ad innalzarla al ruolo di padrona e devo accettare ogni sua decisione. Anche questa. Ma ora devo far passare il tempo. E a proposito di tempo, il non sapere l’ora mi fa uscire di senno. Io campo d’ora. Guardo l’orologio innumerevoli volte ed ogni mia azione e’ scandita da un orario. E naturalmente, M. conosce benissimo questo mio piccolo tic e togliendomi orologio e telefonino mi costringe ad una sofferenza ben maggiore rispetto al fatto di essere rinchiuso in questo spazio angusto. D’altronde, cosa non conosciamo l’una dell’altro dopo tutti questi anni vissuti insieme? In compenso, mi fa compagnia la musica del gruppo che da casa mia si ascolta perfettamente e per fortuna si tratta di canzoni orecchiabili e ben cantate. Hanno un repertorio basato sulla musica da discoteca anni 70, quella storica che va dalla febbre del sabato sera agli Earth Wind & Fire, da Donna Summer a Gloria Gaynor. Ascolto e canticchio anche tormentoni dell’epoca come Born to be alive, Rasputin, Kunf fu fighting, Ring my bell, Knock on wood, tutte canzoni che erano in voga quando andavo alle elementari o al massimo alle medie ma che conosco perfettamente in quanto hanno scritto una pagina importante nella storia della discomusic ed e’ piacevole riascoltarle dopo tanto tempo che non le sentivo piu’, anche se poi ho spostato i miei gusti musicali sul rock.
Ma malgrado la musica, il tempo non passa. O forse passa e non lo so. E’ proprio questa sensazione che mi fa impazzire. Se M. voleva punirmi ci sta riuscendo in modo perfetto. E tutto sommato, credo proprio di meritare questa punizione. Ormai sono entrato nei panni del marito sottomesso dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi e anche i miei pensieri sono diversi rispetto a quando sono normale. E quindi vorrei dirle che sono uno stronzo, che non la merito ma che ho bisogno di lei, che sia dominante o che sia moglie normale. E soprattutto che non guardavo Elena con desiderio ma semplicemente perche’ noi maschi non ne possiamo fare a meno di voltarci verso una bella donna, proprio come accadde quella sera alla festa de noantri quando mi mise il muso per diverso tempo.
Adesso comincio ad essere stanco e soprattutto ho caldo. Fa un caldo pazzesco e sto sudando come dopo una partita di calcetto. Beh, visto che sono in bagno, posso approfittarne. Mi spoglio e mi metto sotto la doccia per rinfrescarmi. Sto alcuni secondi sotto l’acqua e sento gia’ di stare meglio ma non sono fortunato. Ci siamo fatti la doccia in quattro e in questa casa non ho lo scaldabagno a gas che mi elargisce quanta acqua calda io desideri ma un vecchio scaldabagno elettrico che a malapena riesce a soddisfare il bisogno di lavarsi di quattro persone, senza contare l’acqua calda che ho usato per lavare i piatti. E quindi, dopo pochi minuti l’acqua inizia a scendere fredda. Porco di quel giuda. D’accordo che volevo rinfrescarmi ma non ho intenzione di congelarmi. Esco dalla doccia, mi asciugo con l’asciugamano che ho appena messo pulito ma che sarebbe servito per lavare le mani e faccio un lago in bagno, tanto che devo usare lo stesso asciugamano per togliere quelle pozze vere e proprie che si sono create. Mi rimetto seduto, coi miei pensieri contorti. Ma chi me lo fa fare? Ho una moglie che amerebbe prendersi sempre cura di me se solo io volessi, che mi prepara il pranzo e la cena, che mi porta il caffe’ in salotto, che mi lava le mie cose, che mi stira le mie camicie, non perche’ il suo status di donna glie lo obbliga ma perche’ ama farlo. E invece l’ho convinta ad avere squarci di vita alternativi, a diventare l’esatto opposto di cio’ che era: una donna dominante. E pian piano ci ha preso sempre piu’ gusto, fino ad ammettere di amare tutto questo e di non farlo piu’ solamente per compiacermi, cosa che comunque mi fa un immenso piacere in quanto non e’ piu’ una dominazione dal basso come e’ stata per diverso tempo ma azioni che amiamo entrambi. E, credetemi, c’e’ un enorme differenza nell’approccio psicologico verso queste situazioni. E mi ripeto la domanda. Chi me lo fa fare? Me lo fa fare il piacere che trovo nel sottomettermi a lei, un piacere enormemente maggiore a quello di essere trattato come un re, anche in un caso come questo, atipico per il nostro modo di vedere la dominazione. O sarebbe meglio dire per il suo modo. Ha infatti appena infranto il primo comandamento del suo personale decalogo sulla dominazione: MAI NELLA VITA NORMALE. A dir la verita’ qualche altra volta si era appropriata dello status di padrona nella vita di tutti i giorni ma si era trattato di cose banali e fatte in modo giocoso. Un esempio? Io voglio andare al cinema a vedere il film X e lei propende per il film Y ed alla fine ridendo mi dice che e’ la mia padrona e decide lei il film. Banale perche’ l’avrei accontentata comunque come donna che amo anche senza essere la mia padrona.
Mi distolgo da questi pensieri per ascoltare un celeberrimo brano di Barry White. Non sono male questi tipi. Si alternano in due, una voce maschile ed una femminile e ho l’impressione che stiano cantando su una base registrata in quanto gli arrangiamenti sembrano quelli originali ma dalla mia posizione non posso vederli per sincerarmene. Smetto di pensare alla musica e cerco di fare un astruso calcolo per capire che ore sono. Mia moglie mi ha rinchiuso in bagno che dovevano essere le 21. Si, perche’ quella e’ l’ora in cui di solito inizia il grande concerto della band ospite della nostra citta’ e mentre osservavo M. dalla finestra e’ partita la prima canzone. Quante ne avranno cantate? Forse una trentina e calcolando tre minuti a canzone dovrei aver trascorso un’ora e mezza. Oh no, dovrebbero essere le 22.30. Troppo tardi per sperare ancora che si possa trattare di un gioco ma troppo presto per liberarmi se ha davvero voglia di punirmi come sembra. E se la media fosse di quattro minuti invece che di tre? Significherebbe che sono trascorse due ore e la situazione cambierebbe appena mentre a me sembra di esserci da due giorni dentro questo cazzo di bagno.
Ormai ho esaurito tutti i pensieri che riguardano questa strana situazione e nemmeno la musica riesce piu’ a farmi compagnia. Cerco di pensare al lavoro, al calcio ma niente e mi metto a passeggiare avanti e indietro come un leone in gabbia. Mi affaccio di nuovo alla finestra. Malgrado la vicinanza alla piazzetta principale dove girano migliaia di persone, la via e’ pressoche’ deserta a parte la gelateria che pero’ scarseggia di clienti. Poverino, mi ha sempre fatto pena il proprietario. Tutte le gelaterie della citta’ sono stracolme di gente e questo ha un cliente ogni morto di papa malgrado il suo gelato non sia peggiore degli altri. E’ proprio vero che ci vuole culo nella vita. Due scooter passano rombando e dopo qualche istante si ferma una macchina dalla quale esce una mamma molto giovane che va dietro alla vettura, apre il portabagagli, ne trae fuori un passeggino dopodiche’ afferra un bambinello di un paio d’anni che dorme placidamente e lo lega nel passeggino. E’ una bionda niente male con due belle gambe lasciate generosamente scoperte grazie ad un pantaloncino corto e da quassu’ posso ammirare anche il suo seno prosperoso. Oh cavolo, ci risiamo! Ancora non mi e’ bastata la lezione? E’ che mi piacciono le donne e non posso fare a meno di ammirarle e non c’entra niente l’amore che provo per mia moglie e addirittura la devozione per lei quando si tramuta nella mia padrona. Distolgo comunque lo sguardo quasi con un senso di colpa mentre la macchina va via, forse a parcheggiare, mentre la giovane mamma spinge il passeggino verso la gelateria e si mette seduta all’esterno. E poi la vedo. Mia moglie intendo. Ha appena girato l’angolo proveniente dalla piazza e si sta dirigendo verso casa. Ci siamo. Forse il mio incubo sta per terminare e non vedo l’ora che questo accada perche’ non ce la faccio proprio piu’. Mi allontano immediatamente dalla finestra e mi metto seduto sul bidet in attesa, pensando a quello che devo fare appena la vedo. Ho deciso. Mi inginocchiero’ ai suoi piedi e le chiedero’ scusa. E’ cosi’ che un marito sottomesso deve comportarsi. Quasi conto i secondi che mi separano dalla liberazione. A causa del rumore della musica non sento le chiavi nella serratura ma sento la porta richiudersi ed il ticchettio dei suoi passi. Ecco, il rumore e’ vicinissimo ma poi lo sento allontanarsi fino a ridiventare silenzio assoluto. No, ecco altri rumori. Sono indistinti, mi sembrano delle conversazioni ed immagino che si tratti della televisione. Ma cosa sta facendo? Si mette a vedere la televisione senza venirmi a liberare? Attendo pazientemente. Altri interminabili minuti che non riesco a quantificare e poi non ce la faccio piu’
“ M. vieni ad aprirmi, per favore. Ti prego” urlo. Anche con la televisione accesa mi deve aver sentito. Mica e’ una villa questo appartamento. Per un po’ non sento nulla, a parte il rumore della televisione ma poi di nuovo il ticchettio che si ferma proprio dinanzi al bagno e quindi finalmente il rumore della chiave che si inserisce nella serratura. Dio, quanto volevo questo momento. La vedo entrare. Sembra sorridente e cio’ mi fa pensare che deve aver sbollito la rabbia. Avanza verso di me e poi improvvisamente vedo che alza il suo braccio per far partire un ceffone violentissimo. Non me l’aspettavo. Mi ha colto completamente di sorpresa e mi fa addirittura perdere l’equilibrio. Non cado solo perche’ il bagno e’ piccolo e riesco a mettere le mani addosso al muro. E per di piu’ mi ha fatto sentire un male boia. Cavolo! Non si puo’ dire che abbia le manine delicate. Non mi da tempo nemmeno di meravigliarmi che mi afferra per il mento sbattendomi verso il muro
“ Ti avevo ordinato di non parlare e non te lo ripetero’ piu’. La tua voce mi da fastidio e non voglio sentire lamentele e scuse del cavolo. E ti avevo detto che saresti rimasto qua dentro fino a che io decida di fartici rimanere. E’ chiaro o devo fartelo capire con le cattive? Oppure vuoi essere punito in misura ancora maggiore?” Che faccio? Le rispondo? Preferisco tacere e muovo ritmicamente la mia testa ancora saldamente nella sua mano per farle capire che e’ stata chiara. Anzi, chiarissima. Mi lascia e fa marcia indietro verso l’uscita richiudendomi di nuovo a chiave. Perche’ non ho reagito? Perche’ non le ho detto che questo gioco non lo accetto piu? Perche’ non posso farlo, accidenti a me. E il fatto che non si tratti di un gioco in preparazione del sesso mi rende il tutto ancora piu’ eccitante perche’ lo sento reale. Ma cosa ho nel cervello? Perche’ uno schiaffo dato in quella maniera brutale mi eccita? E stavolta non ha eccitato solamente la mia mente ma il mio fratellino ha preso la rincorsa ed ha scalato la montagna ergendosi prepotentemente…… all’interno dei miei slip. Mi massaggio la guancia sinistra che sembra andare in fiamme e l’unica cosa che riesco a pensare e’ che io amo con tutto me stesso una donna che si faccia valere in questo modo. Basta, mi sono arreso a me stesso. Io sono fatto cosi’, sono nato cosi’ ed e’ inutile che mi ponga migliaia di domande alle quali dare una risposta e’ impossibile. Mi fanno ridere quelli che parlano di queste cose adducendo presunti traumi infantili. Ma di cosa parlano? Io ho avuto un’infanzia felice, due genitori meravigliosi che si amavano e che mi hanno amato in modo totale, una sorella che stravede per me e che pensa che io sia una divinita’ scesa in terra, amici per la pelle che mi hanno voluto bene. Ma quali traumi! Io sono quello che sono e….. ne sono fiero, accettandomi per quello che sono. Mi siedo e attendo pazientemente che la mia padrona mi venga a liberare. Oh beh, padrona……. Non amo particolarmente questa parola. Per me non e’ una padrona ma semplicemente la persona che comanda. Non so se riuscite a comprendere la differenza ma per me e’ sostanziale. Mi piace il termine < moglie dominante> perche’ per me lei e’ esattamente questo in situazioni del genere. Che poi, in questi casi io la chiami <padrona> c’entra poco. Quel termine mi serve per calarmi meglio all’interno del personaggio in quanto e’ estremamente complicato farlo quando si ha anche un rapporto normale con la stessa donna. Comincio anche ad avere una terribile sete e non mi va di bere l’acqua del rubinetto, cosi’ come mi e’ stato consigliato. Mi rimetto seduto proprio quando sento di nuovo il ticchettio dei suoi passi, l’inconfondibile rumore della chiave che entra nella serratura e finalmente vedo la porta che si apre. Era ora. E spero che stavolta mi faccia uscire per davvero.
Mia moglie fa il suo ingresso nel bagno e muove il suo dito indice facendomi cenno di uscire
“ A letto” mi ordina seccamente. Lascio stare i miei propositi di inginocchiarmi per chiederle scusa ed esco a capo chino dal bagno mentre lei vi entra, forse per struccarsi. Vado in cucina dove mi scolo almeno mezzo litro d’acqua e poi vado nella mia camera, accendo il ventilatore, la piccola luce dell’abat-jour, mi spoglio e mi sdraio sul letto come lei mi ha ordinato. Non passa molto quando fa il suo ingresso. E’ a piedi nudi ed ha in mano l’abito e le scarpe che indossava e le posa su una sedia. Ha messo una comoda e larga t-shirt bianca con dei graziosi topolini mentre io sto, come il mio solito, in slip. Si, gli slip. I boxer li odio. Si siede sul letto e mi guarda
“ Spegni il ventilatore. E ringrazia Dio che tra un po’ torneranno anche i ragazzi altrimenti dormiresti sul pavimento” Oh no. Senza ventilatore come faccio? Soffro terribilmente il caldo e mentre nella mia casa di Roma ho il condizionatore d’aria, qui mi arrangio con un ventilatore che comunque mi permette di non sudare come all’inferno. So che lei non lo ama non soffrendo il caldo come purtroppo capita a me ma lo ha sempre tollerato per farmi un favore. La guardo cercando un pizzico di compassione
“ Ma…… Ma…..” Sono frastornato e non riesco a dire una frase di senso compiuto. E’ tutto cosi’ strano e anomalo per le nostre abitudini. Lei pero’ mi guarda storto. Si alza, fa il giro del letto e mi afferra per un braccio in modo violento facendomi cadere dal letto
“ In piedi” mi ordina. Le obbedisco e lei mi prende per il mento. Stringe. Stringe forte e mi trascina verso il muro con una buona dose di violenza “Stai ancora pensando che sia un gioco? Beh, toglitelo dalla mente. Mi hai stancata. Mi sono stancata di fare tutto quello che vuoi. <vorrei che mi facessi questo, vorrei che non mi facessi quest’altro. Le punizioni si ma devono durare poco e non devono riguardare cio’ che mi piace. La partita non me la puoi togliere. Il computer mi raccomando no. Mi devi fare qualche mossa di judo perché mi eccita e mi viene duro. E mi raccomando di vestirti sexy, possibilmente in lattice, perche’ per me una padrona deve vestirsi in quel modo. E poi alla fine dobbiamo fare l’amore perche’ ne ho bisogno> . No caro mio, non va piu’ bene. Adesso si cambia. Non si fa quello che tu vuoi ma quello che voglio io e quando lo voglio io e non solo prima di fare sesso come piace a te. E te lo fai andar bene. Se ti comporti come dico io te la cavi senza tanti danni ma se sbagli io te la faccio pagare amaramente. E’ chiaro o mi devo spiegare in qualche altra maniera?” Oh mio Dio. Non l’ho mai vista in questo modo. Non sembra lei. E’……. E’ tutto terribilmente reale e mi sembra quasi di avere dei brividi per tutto il corpo. Adesso si che sono sconvolto davvero. Ho sognato spesso come sarebbe stata una dominazione vera e non un gioco sensuale ed eccomi servito. Il risultato? Il risultato e’ che chino la testa. Non so quanto durera’ e soprattutto quanto posso durare io ma i miei propositi di ribellione sono andati a puttane. Le riconosco l’autorita’ e aspetto che lei, la mia padrona, mi lasci. Lo fa dopo avermi lasciato sulla faccia il segno delle sue unghie per poi guardarmi soddisfatta
“ Allora Davide? Come si dice?”
“ Si padrona” rispondo quasi in trance con gli occhi bassi. Mi allontano quel metro che mi serve per spegnere il ventilatore e torno dinanzi a lei
“ Molto bene. Vediamo un po’. Hai aperto bocca per parlare senza il mio permesso. Anzi, per balbettare. Questo merita comunque una punizione. Lo sai vero?” Annuisco. E’ vero, le ho disobbedito e sono tremendamente dispiaciuto. Vedo mia moglie che riflette un po’ poi guarda l’abat-jour accesa, sorride e quindi prosegue “Se ti picchio e’ possibile che ti possa piacere e tu converrai con me che una punizione deve essere una privazione e non un piacere. Il telefonino e l’orologio gia’ te li ho tolti, alcune cose con i ragazzi tra i piedi non posso fartele e quindi per punizione ho deciso che spegnerai immediatamente la luce. Senza luce e senza ventilatore non credo che prenderai sonno tanto facilmente e questa sara’ la tua punizione. Scommetto che la prossima volta ci penserai due volte prima di fare una cosa senza il mio permesso. Ora a letto” E adesso come faccio senza luce? Ho bisogno di leggere uno stralcio di qualcosa per prendere sonno quando, come in questo caso, non ho la televisione a farmi da sonnifero. E questo lei lo sa perfettamente. Ma non dico una parola. Lei mi ha dato un ordine e devo obbedire. Mi metto sul letto e spengo la luce. Non sara’ una notte breve.
 
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view post Posted on 30/6/2022, 17:51     +2   +1   -1

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Settimo episodio

Mi rigiro nel letto senza riuscire a prendere sonno. Accanto a me M. sta gia’ dormendo da un bel pezzo. Ha posato la sua testa sul cuscino e tempo dieci secondi si è addormentata. Come cavolo fa? L’invidia non mi appartiene, a parte quella che provo nei confronti dei tifosi del Real Madrid, ma giuro che invidio chi riesce ad addormentarsi in questo modo mentre io devo penare un bel po’ prima di chiudere occhio. Figuriamoci poi con questo caldo. Cerco di farmi alcune domande. Perche’ sta facendo tutto questo che contrasta con tutto cio’ che ha sempre sostenuto in tutti questi anni? Perche’ mi sono messo a guardare Elena? No, troppo banale. Per una cosa del genere si comporterebbe in tutt’altro modo. Forse mi metterebbe il muso e di sicuro si comporterebbe come una moglie normale. Per di piu’, lei sa perfettamente che tutto questo mi eccita e anche una punizione, fastidiosa quanto volete come essere rinchiuso al bagno o come farmi faticare nel prendere sonno, ha su di me un effetto che non e’ del tutto punitivo. Senza contare che se avessi dei problemi potrei interrompere quando voglio. C’e’ dell’altro che non riesco a mettere a fuoco. E se veramente si fosse stancata della mia dominazione dal basso ed avesse deciso di punto in bianco di prendere lei in mano le redini di questo nostro strano e inusuale modo di concepire un rapporto matrimoniale? Cerco di analizzare la situazione. Quando abbiamo cominciato, tanti anni fa’, era imbranata e lo fece esclusivamente per me, per soddisfare queste mie strane voglie mentre, se fosse dipeso da lei, avrebbe continuato ad essere la moglie geisha che era sempre stata. Ma poi aveva cominciato a piacerle. Lo aveva sostenuto lei ma me ne ero accorto io stesso. A letto, tanto per cominciare. Si, il sesso era diventato magico sotto la dominazione, decisamente migliore di quello vanilla. E se avesse preso la palla al balzo per diventare una moglie dominante anche fuori dal sesso, visto il piacere che prova nel diventare la mia padrona? Comincio a pensare che potrebbe starci come ipotesi. Oppure torniamo all’ipotesi precedente, cioe’ quella che prevede che la sua testolina abbia partorito un’idea che adesso mi sfugge del tutto. Delle due, l’una perche’ l’ipotesi della punizione regge fino ad un certo punto proprio per le mie idee sottomesse. Non dico che posso considerarlo un premio perche’ le ore nel bagno sono state strazianti e cercare di prendere sonno nel caldo torrido e’ veramente fastidioso ma non sono atti completamente punitivi perche’ nello stesso tempo accendono la mia fantasia e ci trovo piacere. E lei e’ troppo intelligente per non saperlo. Dio santo, ho la testa che mi scoppia. Per fortuna, non mi muovo mai senza un medicinale per la cefalea e mi alzo per prendermelo. Mi rendo pure conto che la musica ha gia’ smesso da un po’, segno che e’ passata l’una di notte e per di piu’ mia figlia non e’ rientrata. Forse mi avra’ mandato un messaggio per avvisarmi che faceva piu’ tardi, ben sapendo come io sia ansioso, ma come faccio a saperlo senza il mio telefonino? Torno a letto dopo aver preso il farmaco e ricomincio a provare tutte le posizioni possibili ma alla fine mi rimetto sdraiato come all’inizio, con i miei occhi che, come avrebbe detto Mal, sono due fari abbaglianti, rivolti verso il soffitto. Il rumore delle chiavi nella serratura e poi un parlottio a bassa voce mi fanno comprendere che la mia bambina e’ tornata a casa. Bambina? E’ inutile che continuo a considerarla tale in quanto ormai e’ una donna. Ma non potrebbero rimanere sempre bambine le figlie? Comunque, cio’ mi rassicura a mi rilasso un po’ anche se il sonno continua ad essere una vaga speranza. Ripenso per l’ennesima volta a questa giornata, in special modo al comportamento di M., cosi’ atipico per le sue abitudini, ed alle mie sensazioni spesso contrastanti e le mie palpebre iniziano a socchiudersi. Sto finalmente per cedere alla stanchezza che alla fine ha prevalso sull’adrenalina grazie anche al fatto che la cefalea mi e’ passata grazie al farmaco e Morfea mi accoglie tra le sue morbide braccia per cullare il mio sonno meritato. Si, lo so che si tratterebbe di Morfeo ma il solo pensiero di farmi cullare nel sonno tra le braccia di un uomo mi fa rabbrividire e per me c’e appunto la bella Morfea di bianco vestita, la mia personale dea del sonno.

Eccola Morfea che e’ in piedi accanto al mio letto e che mi smuove un po’ per farmi svegliare. Ti prego Morfea fammi dormire ancora un po’. Lei invece continua a scuotermi ed apro definitivamente gli occhi. No, non e’ la mia dea del sonno bensi’ mia moglie, anche lei vestita di bianco, con un copricostume di lino con dei disegni a colore che sta appunto ritta accanto al letto. IL copricostume le arriva a meta’ coscia ma non c’è malizia ne’ sensualita’. Stiamo semplicemente in un posto di mare ed e’ un abbigliamento consono alla situazione. Ha il mio telefonino in mano e sorride
“ Svegliati Davide. Ti ho lasciato un foglio sul tuo comodino dove ci sono tutte le cose che devi fare. Ti voglio in spiaggia fra mezz’ora al massimo a partire……” attende qualche secondo, tanto da consentire al suo sorriso di allargarsi ulteriormente e poi sentenzia “A partire da adesso. Ti conviene darti una mossa, credimi, perche’ non sono dell’umore da perdonarti eventuali ritardi” Sono ancora confuso mentre lei va via senza darmi il tempo di dire una sola parola. Cosa sta accadendo? Faccio fatica a raccapezzarmi. Io la mattina sono uno zombie e mi ci vuole un bel po’ prima di cominciare a ragionare. Rimango alcuni secondi sul letto, con la voglia di riaddormentarmi e nello stesso tempo cercando di capire cosa mi abbia detto esattamente mia moglie ma poi mi rizzo come se fossi stato punto da uno sciame di api. Oh cazzo! Quella non era Morfea ma nemmeno mia moglie. Era la mia padrona. Ed una padrona anche piuttosto incazzata. Cerco il biglietto sul comodino, lo trovo con sopra una banconota da 5 euro, lo apro e trasalgo
1) Porta la borsa frigo
2) Porta un telo da mare
3) Metti in ordine i miei vestiti
4) Pulisci la cucina
5) Compra le mie sigarette
Oh cazzo, cazzo. Come faccio a fare tutto senza potermi dare una regolata con il tempo. Ma si, certo. Il televideo in televisione. Eh eh, sono un tipo furbo io. Corro in cucina, mi avvicino alla televisione e comincio a guardarmi a destra e sinistra. Dove cavolo sta il telecomando? Lo mettiamo sempre al solito posto, com’e’ possibile che non si trova? Ho l’ansia, cerco con lo sguardo dove possa trovarsi ma niente e deciso di accenderlo manualmente. Ecco, ci siamo. E mo’ come si mettera’ il televideo usando i tasti manuali? Possibile che non sappia manovrare questi maledetti tasti? E certo, ormai siamo abituati a fare tutto col maledettissimo telecomando che non riesco a trovare. Non posso perdere ulteriore tempo. Spengo la televisione e vado in bagno. La barba no che mi fa perdere minuti preziosi, la doccia nemmeno perche’ tanto sono pulito. Ieri me ne sono fatte tre di docce. I denti pero’ si, ovviamente. Mi lavo anche il viso velocemente per svegliarmi del tutto e torno in cucina. Per fortuna, c’e’ da pulire soltanto una tazza ed il bricco del latte, sicuramente usati da mia moglie per la sua veloce colazione. Sul tavolo pero’ ci sono rimasugli di una fetta biscottata che si e’ sgretolata e lo pulisco in men che non si dica. Ho fatto. No, e’ meglio dare una spazzata che non si sa mai e quindi veloce come il vento nella camera da letto. Oh no! C’e’ il vestito e le scarpe che ha indossato ieri sera, un completino intimo da mettere nei panni sporchi ed un paio di costumi tirati fuori per chissa’ quali motivi. Devo cercare dove mette le sue cose perche’ non ne ho idea. Il vestito lo appendo e lo infilo nell’armadio ma in questa casa non abbiamo una scarpiera e non so dove lei mette le sue scarpe. Ah si, nell’anta di mezzo posizionate con ordine. E i costumi? Nell’armadio non ci sono. Cerco nei cassetti ma non li trovo nemmeno li’. Giro lo sguardo e noto l’altra cassettiera, quella posta di fronte al letto. Forse ci sono ed infatti trovo una decina di costumi riposti in due dei cassetti. Che ci dovra’ fare con tutti questi costumi? La sfilata moda-mare? Li ha legati con il reggiseno che si avvolge allo slip per unire i due pezzi . Faccio altrettanto con i due costumi che devo sistemare e poi cerco il telo da mare. Dove li mette? Cerco di ragionare con calma ma e’ difficile. Ci sono gli asciugamani per le mani e il viso, i bagna piedini ma del telo da mare nemmeno l’ombra. Ho il colpo di genio. Forse e’ appeso sullo stenditoio. Mi e’ sembrato di notare M. che lo posava proprio sullo stenditoio un paio di giorni fa e forse ha questa abitudine. Dio, che mente analitica che ho. Eccolo! La borsa frigo e’ invece in bella mostra. Dovrei fare colazione ma non ho tempo. Vorra’ dire che ne faro’ una veloce al bar, come ai vecchi tempi, quando il mio stomaco era meno evidente e potevo permettermi un bel cornetto ripieno. Ovviamente, devo prima vestirmi ma sbrigo quest’incombenza velocemente infilandomi uno dei miei calzoncini da mare ed una t-shirt. Prendo il mio tracollino da mare, ci infilo gli occhiali da sole, il portafoglio e le chiavi. Di solito ci metto anche il mio telefono cellulare ma come sapete, questo mi e’ stato requisito. Oddio, mi sembra sia trascorso un secolo. Scendo le scale due a due e cammino velocemente verso la piazzetta. Devo assolutamente fare colazione in quanto lo stomaco borbotta alla grande. E ti pareva. Il bar e’ pieno di gente. Ma perche’ non fanno colazione a casa tutti quanti? E la ragazza di fronte a me sembra non sapere cosa vuole. Forse un fagottino. No e’ meglio un danese. Anzi no, facciamo un cornetto semplice. No, ha cambiato ancora idea e vuole un cornetto integrale al miele. Ma solamente io so perfettamente cosa prendermi al bar? Tocca finalmente a me
“ Cappuccino e cornetto, grazie”
“ Come lo vuole il cornetto?” mi fa gentilmente la donna alla cassa che si occupa anche della pasticceria. Come lo voglio. Lo vorrei con una tonnellata di nutella ma non posso
“ Semplice, grazie” rispondo dopo un nanosecondo di tentennamento. La donna afferra un piattino, prende il cornetto con l’apposito attrezzo e mi riconsegna il piattino con la mia brioche sopra, vado al bancone ed ordino finalmente il mio cappuccino mentre addento il cornetto. Dopo un paio di mesi che non lo mangio, nemmeno me lo godo, con quest’ansia sempre maggiore che ho dentro. E che diamine! Cosa mai potra’ accadere se tardo di qualche minuto. No! Non e’ cosi’ che funziona. Lei mi ha dato un ordine ed io devo obbedirle. Lo sento come un dovere che devo compiere a tutti i costi, per dimostrarle che io ho veramente il desiderio di ergerla come mia padrona assoluta e che non e’ solamente un modo per ravvivare il sesso. Oh certo, c’e’ pure quello. Anzi, di solito c’e’ solo quello ma non e’ questo il caso perche’ a tutto sto pensando tranne al sesso. Ecco intanto che mi arriva il mio cappuccino. Mezza bustina di zucchero di canna va bene. All’inizio mi sembrava amaro come il fiele ma mi sono abituato a bere i miei caffe’ e i cappuccini, che ancora prendo in abbondanza, con poco zucchero e adesso mi va benissimo cosi’. Alla mia sinistra, un signore alto e allampanato all’incirca della mia eta’ sta bevendo un succo d’arancia insieme ad una donna. Gli sorrido
“ Mi scusi, sa dirmi l’ora?” gli domando. Il tipo guarda il suo orologio e contraccambia il mio sorriso
“ Sono quasi le 9.25”
“ Che intende con quasi?” L’uomo mi guarda come se fossi un marziano e scuote la testa
“ Le 9.23” mi risponde pensando che sia uno di quelli maniaci della precisione, alla Fulvio, il personaggio di Verdone, per intenderci. Beh, un po’ lo sono ma non fino a questo punto e la mia voglia di precisione e’ dettata da un altro motivo che ben conoscete. Faccio un rapido ragionamento. Mia moglie ha dato il via a questa mia assurda corsa contro il tempo guardando il telefonino, il mio telefonino, e forse ha iniziato alle nove in punto. Se e’ cosi’ ho sette minuti scarsi di tempo. Trangugio il cappuccino, esco dal bar ed allungo il passo. In breve sono sul lungomare. Oh no, maledetta memoria. Le sue sigarette. Il tabaccaio l’ho superato da un centinaio di metri e sono costretto a tornare indietro . Lo faccio e pago le sigarette con i miei soldi in quanto ho dimenticato i cinque euro che mi ha lasciato M. sul mio comodino. Adesso devo correre ma per fortuna la spiaggia e’ ormai a due passi. Non entro dall’ingresso principale per paura di poter incontrare qualcuno che vuole attaccare bottone, magari con la scusa del torneo di burraco che si terra’ fra tre giorni e preferisco fare qualche metro in piu’ entrando da quello situato a meta’, proprio dove noi abbiamo l’ombrellone. Ci siamo. M. e’ proprio dove la trovo ogni mattina, quasi che non si fosse mai mossa, con il libro in mano, gli occhiali sul naso, telefonino in mezzo alle gambe, sdraiata fuori dall’ombrellone dando le spalle al punto in cui si trova il figlio di Marcello. Posa il libro, si toglie gli occhiali, mi guarda e sorride mentre io sono come un palo dritto davanti a lei, con in una mano la borsa frigo, il telo da mare sul braccio, la tracollina con le mie cose sulla spalla destra e con le sue sigarette che le porgo quasi deferente. Lei pero’ non le afferra ma prende invece il suo telefonino e lo guarda con un sorriso mentre io sono in preda ad una tremenda ansia, poi volta lo sguardo verso di me
“ Prendimi la borsa” mi ordina con un tono lievissimo. Sembra quasi una normale richiesta ma io so che si tratta di un ordine perentorio. La sua borsa e’ appesa come al solito ad un gancio dell’ombrellone e glie la porto rapidamente. Lei intanto si e’ tirata su e adesso e’ seduta con le spalle al mare, afferra la borsa e ne trae un altro telefonino: il mio. Lo accende ed il display le dovrebbe rimandare l’orario, si rimette gli occhiali per osservare meglio e sorride
“ Per darti il via ho usato il tuo e non avrei voluto ci fosse qualche discrepanza di orario tra il mio ed il tuo” Continua a sorridere. Perche’ quel sorriso non mi piace? Ed invece stavolta mi sbaglio perche’ muove avanti e indietro la testa, solleva un sopracciglio e poi prosegue “Bravo Davide. Hai addirittura due minuti di anticipo. Ero convinta che non ce l’avresti fatta” Sospiro di sollievo e sono felice. Possibile che una cosa del genere mi procuri felicita’? E che ci posso fare? Sono felice di esser riuscito a fare tutto quello che mi ha ordinato nel tempo previsto. Lei afferra finalmente il pacchetto di sigarette e lo mette nella borsa poi, quasi distrattamente, tira fuori dalla stessa il telecomando “Uh guarda! Mi deve essere caduto nella borsa” sottolinea con tono che potrebbe sembrare angelico osservandomi forse nella speranza di aver colto nel segno. Che figlia di buona donna! Certo che ha colto nel segno. Sapeva che avrei provato ad accendere il televisore per vedere l’orario e se l’e’ portato via. Mi legge nella mente. No, di piu’. Anticipa proprio i miei pensieri. Stavolta sono io a sorridere per farle capire che ci ha preso, notando che contraccambia immediatamente ed in questi sorrisi c’e’ molto. Il mio e’ di orgogliosa meraviglia, il riconoscimento della sua intelligenza e della sua arguzia, mentre il suo probabilmente mi dice di stare attento in quanto mi conosce piu’ di quanto io pensi e che sa prevedere le mie mosse.
 
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view post Posted on 4/7/2022, 14:26     +2   +1   -1

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Ottavo episodio

Poso finalmente la borsa frigo all’ombra, il mio telo da mare sull’altro lettino, mi tolgo la mia t-shirt mettendo in mostra il mio fisico scolpito……. Ehm, il mio fisico da quasi cinquantenne con una deliziosa protuberanza all’altezza dello stomaco e mi sto per sdraiare sul lettino quando la mia dolce meta’ volge il suo sguardo verso di me
“ Tesoro, puoi venire un attimo qui?” mi chiede. Tono soave, quasi melodioso ma sappiamo entrambi che dipende dal fatto che ci troviamo in pubblico, addirittura con tanta gente che ci conosce bene. Mi avvicino a lei che si e’ leggermente scansata dall’altra parte ed infatti con la mano sinistra batte due volte sul lettino. Il segnale e’ inequivocabile. Vuole che mi metta seduto accanto a lei. Lo faccio e la guardo in volto
“ Vuoi qualcos’altro?” le chiedo parlando con un tono ovviamente basso. Lei sembra scrutarmi dentro
“ Si. Mettiti seduto qui e non ti muovere” Anche il suo tono e’ stato basso. Nessuno puo’ aver ascoltato ma l’ordine mi e’ arrivato chiaro e preciso, tagliente come una lama affilata. Sa che odio stare al sole ma non obietto. E mi sono dimenticato anche il mio cruciverba per la fretta, altrimenti avrei trovato il modo perlomeno di passare il tempo. Pero’ posso comprarmi almeno il giornale. Glie lo dovro’ chiedere? Credo che sia il caso di farlo
“ M., vado un attimo dal giornalaio. Compro il giornale e torno” Lei distoglie lo sguardo dal libro, si toglie per un attimo gli occhiali e poi mi afferra il braccio
“ Cosa ti ho detto prima? Ti ho ordinato di non muoverti e quindi niente giornale. Rimani seduto accanto a me. Cosa c’e’, non vuoi starmi vicino?”
“ Ma si. E’ che voglio soltanto passare un po’ il tempo leggendo qualcosa. Tempo cinque minuti e ritorno” Non mi risponde immediatamente ma sento le sue unghia conficcarsi nella carne del braccio. Ce le ha molto curate ma corte per via del judo che prevede unghia tagliate per evitare di graffiarsi ma fa comunque male “Ahi!” Gridacchio. Intendo dire che mi lamento per il dolore a bassa voce ma comunque in modo visibile e soprattutto ascoltabile
“ Zitto! Vuoi farti notare da tutti? E’ solo un pizzico, non ti ho fatto niente. Per adesso. Ma se continuerai di questo passo qualcosa accadra’ e non sara’ piacevole per te. Non te lo ripeto un’altra volta. Tu non ti muovi da qui. Del giornale ne farai a meno e se proprio vuoi passare del tempo, fammi un massaggino alle gambe senza esagerare, come se trovassi piacere nel toccarmi. In fondo, e’ normale che un marito tocchi la moglie, no? E non parlare piu’. Quello che ti ho detto ieri vale anche per oggi. La tua voce mi infastidisce e quindi silenzio assoluto” Il tutto quasi sussurrando. Mi guardo infatti intorno ma la spiaggia continua a vivere senza minimamente far caso a noi. E mi dico che lei ha appena contravvenuto alla seconda regola del suo decalogo personale sulla dominazione. MAI IN LUOGHI DOVE POTREBBERO CONOSCERCI. E qui di gente che ci conosce e’ piena la spiaggia. E’ vero che non lo sta facendo in modo eclatante ma continua ad esserci qualcosa in tutto questo che mi sfugge. Non posso credere che sia per quello che mi ha detto ieri sera. Comunque, devo fare cio’ che mi ha appena detto. Non mi sembra proprio il caso di disobbedirle con l’aria che tira. Mi alzo un attimo ma solo per sistemarmi meglio e per rimettermi seduto sul lettino all’altezza dei suoi piedi rivolto verso di lei e non di spalle come ero prima, per poterle massaggiare le gambe con nonchalance, come se la stessi semplicemente accarezzando innocentemente. E adesso che la guardo meglio noto anche il suo costume. Prima, preso dalla tensione, non ci avevo fatto caso. Non glie l’ho mai visto indosso. Ed io, al contrario di molti mariti, sono un attento osservatore del look di mia moglie. Mi piace quando veste carina, quando si trucca e quindi ci avrei fatto caso. Questo bikini e’ nero, apparentemente semplice ma con un anello dorato a dividere le due coppe ed e’ molto piu’ striminzito rispetto a quelli che usa abitualmente. Non come quello che ieri indossava Elena, beninteso, ma diverso dal solito. E le sta d’incanto, accidenti. Ma cosa vuol fare? La sexy per far vedere ad Elena che lei e’ sul suo stesso piano? Non e’ il suo modo di comportarsi ma non lo escludo, vista anche questa dominazione su di me del tutto atipica per i suoi standard. La cosa strana e’ che io quel costume credo di averlo visto da qualche altra parte ma non ricordo dove. Immagino che possa avermelo fatto vedere quando se l’e’ comprato ma poi non se l’e’ mai messo perche’ un po’ troppo vistoso per i suoi standard. Ci tiene molto al mio giudizio. Di solito, almeno. Oggi no. Ad ogni modo, le massaggio delicatamente le gambe, partendo dal ginocchio fino al dorso del piede. Ed a proposito di piedi, mi sono chiesto un sacco di volte come saranno i suoi. Non sono feticista, i piedi mi sono completamente indifferenti e me lo chiedevo solo per curiosita’. Non so capire se un piede e’ bello o meno ma in compenso sono un grande esperto di culi e tette. Di sicuro, non dovrebbero essere piedini di fata, vista la sua considerevole altezza. Se ricordo bene, dovrebbe avere un 40 o addirittura 41, misura di tutto rispetto per una donna ma lo scrivo col beneficio dell’inventario. E quindi, faccio scorrere la mia mano sulla sua gamba levigata e rasata perfettamente che mi piace molto piu’ dei piedi, tanto che comincio ad avere un abbozzo di erezione, dovuta anche alla situazione intrigante che sto vivendo. L’avevo sognata per anni una vera dominazione che non fosse solamente un antipasto del sesso ma che riguardasse la mia vera vita e finalmente la sto vivendo. Si, ci sono state altre situazioni; la dominazione outdoor, ad esempio, che ogni tanto mettiamo in scena ma potremmo quasi considerare delle scenette da teatro preparate per l’occasione che, pur molto eccitanti per me, sono comunque scontate mentre adesso e’ qualcosa di nuovo e di imprevedibile che sto faticando per capire completamente. Mi piace? Si, infinitamente, anche se faccio cose che non avrei voglia di fare, proprio come adesso costretto a stare sotto il sole. O forse e’ per questo che mi piace? Boh, vallo a sapere. Potrei viverlo sempre? E qui qualche dubbio mi viene. Ho bisogno dei miei spazi ma forse una dominazione fatta da una donna intelligente come mia moglie, che non mi privi completamente delle mie cose, che mi dia ordini ma che sappia comprendere i miei bisogni, potrei anche accettarla. Lei intanto continua a leggere il suo libro che ormai ha quasi terminato senza degnarmi di uno sguardo ed io decido di cambiare posizione per massaggiare l’altra gamba, mettendomi quindi seduto dalla parte opposta del lettino. La mia mano scivola quindi dolcemente sulla sua gamba impregnata di olio solare protettivo. Con la sua carnagione chiara, mettersi tante ore al sole senza proteggere la pelle sarebbe un suicidio mentre io potrei stare anche sotto il sole africano e non credo che avrei problemi, oltre a quello di abbronzare ulteriormente la mia pelle gia’ scura di suo. Intanto, il caldo comincia a diventare opprimente. Sudo tantissimo mentre M. sembra non risentire affatto di questa calura. Certo, sono tanti i chili di differenza tra di noi e questo vuol dire parecchio ma rimane il fatto che il sudore comincia addirittura a colarmi negli occhi regalandomi un fastidioso bruciore. Soltanto nel pomeriggio, quando si alza quel refolo di vento stuzzicante, riesco a vivere nel giusto modo la spiaggia anche senza restarmene sotto l’ombrellone. Comincio a non farcela piu’. La dominazione e’ qualcosa di decisamente intrigante per la mia mente ma forse per il mio fisico e’ troppo pesante e sono costretto a fermare il mio massaggio nella speranza che lei si decida ad osservarmi notando il mio corpo intriso di sudore e mi faccia mettere sotto l’ombrellone. In fondo, e’ pur sempre la donna che mi ama. O no?

Dicono che quando fissi una persona, quella sente il tuo sguardo su di sé. Deve essere vero perche’, pur non parlando, mia moglie abbandona la lettura del suo libro e mi osserva. Sorride appena
“ Dai, andiamo a rinfrescarci. Non vorrei che ti venisse il coccolone. Hai un’eta’ ormai” mi dice alzandosi dal lettino e facendomi cenno di seguirla. Finalmente. Quanto tempo e’ che sto al sole? Accidenti. Se l’e’ studiata bene la punizione andando a colpire proprio i miei punti deboli. Altro che calpestamenti, aghi, sonde, frustate e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Questa e’ per me vera sottomissione.
L’acqua e’ come al solito fredda. Non capisco la cosa e vorrei informarmi meglio. Perché fa caldo ed il mare e’ freddo mentre nel pomeriggio inoltrato fa molto meno caldo mentre l’acqua e’ meravigliosamente tiepida? Me la devo togliere questa curiosita’. Ma fredda o no, almeno posso rinfrescarmi e al contrario delle mie abitudini, quando aspetto un sacco di tempo prima di tuffarmi, lo faccio subito. Ah, adesso si ragiona. Ed in fondo non e’ cosi’ fredda come pensavo. Rimango comunque vicino a mia moglie. Non so cosa le passi per il cervello e meglio evitare una sua reazione quando saremo da soli. L’idea di passare un’altra serata chiuso in bagno non mi va proprio. Lei invece si bagna pian piano fino ad immergersi completamente senza pero’ bagnarsi i capelli. Ci inginocchiamo entrambi perche’ se siamo immersi si sta molto meglio e ci mettiamo uno di fronte all’altra
“ Allora Davide, sei contento che fra poco verra’ Elena? Scommetto che non vedi l’ora di rivederla. Al posto tuo pero’ stavolta starei attento a dove posi lo sguardo”
“ No, senti M., non e’ cosi’……” Mi guarda seria. Dov’e’ finito il suo sguardo infinitamente dolce?
“ Zitto. Non voglio sentire scuse idiote. E visto che ancora non ti ho dato il permesso di parlare, annuisci per dire si e scuoti la testa per dire no. E quando ti rivolgi a me lo fai chiamandomi padrona. Te lo sei dimenticato che sono la tua padrona?” Scuoto la testa per dire no. Questa non me l’aspettavo proprio. Credevo che non le piacesse la parola padrona e che la tollerasse solamente perche’ ero stato io tanti anni fa a chiederglielo in quanto, come detto prima, ne avevo bisogno per entrare meglio nella parte. E stavolta non ne avrei proprio bisogno perche’ io non sto piu’ recitando un personaggio. Io sono quel personaggio. Ho paura della sua reazione, ad esempio. Oh non che potrebbe mettermi le mani addosso davanti a tutti. Quello semmai quando saremo io e lei da soli. Ho paura che la possa far arrabbiare e che mi possa affibbiare un’altra punizione, oltre a quella che sto scontando ma soprattutto ho paura di poterla deludere. Alzo la mano come quando ero alle medie per prendere la parola. Non posso parlare senza il suo consenso ed io voglio obbedire al suo ordine piu’ di ogni altra cosa. Lei mi guarda. Continua a rimanere estremamente seria. Sembra anche lei entrata nella parte completamente
“ Hai il permesso di parlare”
“ Grazie padrona. Volevo sapere come mi devo comportare davanti agli altri”
“ E’ una domanda idiota. Cosa vuoi fare? Inginocchiarti davanti a tutti? Sei abbastanza intelligente, o forse dovrei dire che dovresti esserlo, per comprendere fino a dove ti puoi spingere senza dare troppo nell’occhio. Io non posso darti un ordine in maniera perentoria ma ad ogni mia richiesta scatti senza farmelo ripetere, come se non vedessi l’ora di fare un favore a tua moglie. Non esagerare altrimenti il bagno diventera’ il tuo habitat di tutte le sere fino alla fine delle vacanze. E’ tutto chiaro?” Con la testa faccio segno di si e lei stavolta sorride soddisfatta “Bene. Ero convinta che non ci sarebbero stati problemi. Ah, se capita di chiacchierare con Elena e suo marito, non provare a contraddirmi come fai spesso davanti agli altri. Per te, ho sempre ragione e se dico che la terra e’ piatta tu affermi che lo e’ anche per te. Hai capito bene?” Con la testa faccio ancora cenno di si ma non sembra soddisfatta
“ Rispondi. Voglio sentire la tua voce che conferma”
“ Si padrona. Ho capito. E non mettero’ mai in dubbio la tua parola. La mia padrona ha ragione a prescindere” confermo e poi la guardo. Raramente mi sono sentito cosi’ insignificante al suo confronto e le parole mi escono spontanee “Anche perche’ e’ la pura verita’ e se per te la terra e’ piatta, significa che tu hai ragione e tutti hanno torto” aggiungo dopo pochi attimi. Stavolta sembra pienamente soddisfatta. Si alza dalla posizione inginocchiata e mi fa cenno di fare altrettanto
“ Dai, usciamo che fa freddo” mi dice facendo quei pochi passi che ormai ci dividono dalla spiaggia. La seguo osservandola e apprezzando il suo lato b che viene messo particolarmente in risalto da questo costume e, arrivati al nostro ombrellone, ci asciughiamo tra diversi brividi di freddo. Dovremmo essere a meta’ mattinata e temo che la giornata sara’ molto ma molto lunga per me. Lo temo? Mah! Da una parte sì ma dall’altra vorrei che non finisse mai e che questa dominazione di mia moglie durasse tutta la vita. Ma ve l’ho detto piu’ volte. Io non sono normale e questa e’ l’ennesima riprova.
 
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view post Posted on 7/7/2022, 15:22     +2   +1   -1

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Nono episodio

Anche M. si e’ asciugata e i nostri brividi sono scomparsi. Accidenti, ma cosa hanno sciolto nel mare? I ghiaccioli? La guardo nel tentativo di comprendere cosa debba fare e la sua mossa non si fa attendere
“ Prendi nella mia borsa la carta per fare la doccia e il mio telefonino” mi ordina. Non usa un tono forte, naturalmente. Non l’ha usato nemmeno ieri sera quando mi ha strigliato per bene. La voce e’ appena un sussurro ma e’ nello stesso tempo imperiosa. E io adoro quando si rivolge a me in questo modo. Oh, sapeste invece all’inizio, quando non riusciva a darmi un ordine in maniera dominante…… Ce la metteva tutta ma non ci riusciva. Ed invece adesso……. Pare che non abbia mai fatto altro nella vita. Cerco nella sua borsa. Accidenti, ma quante cose si porta appresso una donna. Finalmente trovo la carta riposta in una tasca mentre il suo telefonino e’ piu’ visibile e lo trovo subito, glie li consegno ma lei non li afferra “Vieni con me. La farai anche tu la doccia” Mah! E perche’ me la devo fare anch’io? E a cosa le serve il telefonino sotto la doccia? Qualcosa mi dice che ha in mente un’idea che non mi dovrebbe essere proprio favorevole. Mi domando cosa io abbia potuto fare ma mi tranquillizzo. Mi sembra di essermi comportato in modo irreprensibile e di aver rispettato tutti i suoi ordini. Mi indica comunque di prendere un asciugamano, lo faccio e la seguo fin dentro la cabina doccia, dove, dopo suo ordine, inserisco la carta e l’acqua tiepida inizia a sgorgare. M. ci si infila sotto e chiude gli occhi rilassata. E’ strano assistere ad una sua doccia e mi sembra quasi di essere un guardone sul tipo di quelli delle commedie sexy degli anni settanta con la Fenech. L’acqua ora ha smesso di scorrere. Stavolta si e’ bagnata anche i capelli ed al termine della doccia scuote la testa per asciugarli almeno parzialmente. Mi fa cenno di porgerle l’asciugamano e vedo che si asciuga soddisfatta. La salsedine che tanto le da fastidio e’ definitivamente andata via. Sono rimasto con il suo telefonino in mano che guardo perplesso e poi prendo la carta della doccia e mi tocco il petto per chiederle se tocca a me fare la doccia. Lei mi sorride ed afferra sia il telefonino che la carta
“ No caro. Tu non ti fai una bella doccia tiepida. Tu adesso te la fai gelata per…… diciamo un paio di minuti. Cosi’ vediamo se continuerai a discutere un mio ordine. Se io ti dico di metterti seduto, significa che non ti devi alzare fino a quando non ti do il permesso di farlo e non che insisti per andare a comprare il giornale. Senza contare che continui ad aprire quella boccaccia senza il mio permesso” La guardo sbarrando gli occhi. Si, e’ vero, ho un po’ contestato ma poi ho subito accettato la sua decisione. No invece, ho sbagliato. Ho voluto la bicicletta e adesso devo pedalare. Non tornero’ indietro e devo dimostrarle che accetto qualunque cosa da lei. Perche’ e’ quello che amo, anche se sono ordini che mi fanno fare cose che non vorrei. Ci dirigiamo nel punto dove ci sono le docce gratis. Ci sono quattro getti d’acqua fredda che si aprono se si preme il pulsante apposito e la gente resiste pochi secondi, giusto il tempo di togliersi la sabbia oppure la salsedine come usa fare mia moglie. Si bagnano una gamba, poi l’altra, quindi passano ad un’altra parte del corpo ma nessuno osa rimanere completamente sotto quel getto per piu’ di pochi secondi. Vedo che ce ne sono due liberi, mi metto sotto la doccia e attendo che mia moglie mi dia il via. Guarda il telefonino, fa scorrere alcune cose col suo dito per cercare probabilmente il cronometro mentre io nell’attesa fingo di sistemarmi il costume e poi mi sorride dandomi il segnale con la mano. Spingo il pulsante e devo tenerlo premuto altrimenti il getto termina. Dio, quant’e’ fredda. Dai Davide, cosa sono due minuti? Passano in fretta. E invece no, cazzo. Sono due minuti interminabili. Ho piu’ volte la tentazione di smettere ed uscire da questa stramaledetta doccia ma non lo faccio. Ho ricevuto un ordine e devo obbedire. Devo. E’ la mia natura, e’ il mio desiderio di potermi sottomettere alla mia donna, desiderio che ho sempre avuto fin da bambino. Chiudo gli occhi per concentrarmi su altre cose per subire meno questo supplizio. Pensate che sia una sciocchezza? Provatela e vedrete! Ed io che le chiedevo di avere un po’ piu’ di fantasia! Tutta insieme l’ha tirata fuori questa fantasia. Mi sembra di stare al polo nord insieme ai pinguini e credo che da un momento all’altro compaia qualche eschimese facendomi i complimenti per il mio coraggio. Sono passato dal caldo torrido al gelo totale. Sono sempre stato amante del freddo e mi consideravo uno scandinavo mancato ma questi due interminabili minuti forse mi fanno ricredere. Continuo a tenere i miei occhi chiusi e forse non ho modo di vedere mia moglie che probabilmente mi da lo stop e sento la sua mano togliere la mia dal pulsante che fa uscire l’acqua che continua a scorrere per alcuni secondi anche dopo che mi sono tolto. Ce l’ho fatta anche se sono intirizzito e mi sembra di assomigliare piu’ ad un iceberg che ad un essere umano. M. mi mette l’asciugamano sul corpo e mi asciuga lei stessa
“ Bravo Davide. Molto bravo” mi dice ed io mi faccio asciugare come un ragazzino. Sono felice di queste parole che mi sta dicendo
“ Grazie padrona” le sussurro guardandola negli occhi mentre mi sta frizionando la testa per asciugarmela almeno un po’. Dall’esterno sembrera’ una moglie premurosa che sta aiutando il proprio marito ad asciugarsi e non una severa padrona che mi ha appena fatto scontare una mia disobbedienza ma io so che non e’ cosi’ e tanto mi basta per guardarla con adorazione. Se solo potessi parlare le direi che l’amo e cerco di farlo con lo sguardo ed una ulteriore frizione alla mia testa con l’aggiunta di un bel sorriso mi fanno credere che abbia compreso. Mi toglie l’asciugamano per darmelo in mano mentre con l’altra mano cerca la mia rimasta libera. Che sia tutto terminato? Il gesto e’ dolce e amorevole. Ci dirigiamo verso il nostro ombrellone. Si rimette sdraiata, mi guarda e capisco cosa vuole. Mi rimetto seduto accanto a lei che solo dopo alcuni secondi mi ordina di andarle a prendere una sigaretta dentro la sua borsa. L’attimo di tenerezza sembra essere terminato e si ricomincia. Forse davvero intende dominarmi in modo continuato. Mi alzo come una molla per prenderle il pacchetto intero ancora intatto che le ho appena comperato insieme ad un accendino. Lei mi guarda scuotendo la testa e facendomi segno di avvicinarmi a lei
“ Non quello sano. Ce n’e’ uno gia’ aperto. Muoviti” Torno sotto l’ombrellone ed in effetti nella sua borsa c’e’ un pacchetto gia’ aperto. Afferro una sigaretta e glie porgo ma mentre so per accendergliela, come faccio sempre in questi casi, mi toglie di mano l’accendino con stizza “ Ma sei scemo? Ci manca solo che ti inginocchi davanti a tutti. Ti ho appena detto che non devi dare troppo nell’occhio”
“ Chiedo scusa padrona”
“ Appena soli faremo i conti. Adesso siediti e rimani muto” conclude riprendendo a leggere mentre io temo di essermi procurato l’ennesima punizione. Dovro’ imparare a tenere la bocca chiusa ed a fare esattamente cio’ che mi ordina se voglio evitare guai. E se mia moglie aveva intenzione di farmi comprendere come possa essere una vera dominazione, credo che ci stia riuscendo in pieno.
 
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view post Posted on 9/7/2022, 14:07     +1   +1   -1

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Decimo episodio

Pagherei…… diciamo una somma che potrebbe oscillare tra i cinque e i dieci euro per sapere che ora e’. Non credevo che fosse cosi’ pesante stare senza sapere l’ora. Cerco di guardare il sole per capire qualcosa ma non ho le conoscenze adatte per rendermi conto dell’orario e mi baso sulle abitudini delle persone. La famigliola del figlio di Marcello viene intorno alle dieci, abitualmente prima che io arrivi in spiaggia ed e’ sotto il proprio ombrellone da un bel po’, segno che dobbiamo aver superato le 11. Mia figlia invece viene intorno alle 11.30/12 ed ancora non si vede, segno che mezzogiorno non dovremmo averlo superato. Sono di nuovo sudato dopo il breve intermezzo del bagno e della terribile doccia gelata e soprattutto non so cosa fare e sto sperando che lei mi dia qualche altro ordine che mi dia modo di alzarmi da questo cazzo di lettino. Dopo la sigaretta mi ha mandato a prenderle dell’acqua dalla borsa frigo, permettendo anche a me di poter bere e poi, sempre nella stessa borsa, un po’ di succo d’arancia. Mi guardo intorno cercando di cogliere qualcosa dalle persone che ci sono intorno. Toh guarda quei due! Due ragazzi che ci manca poco che si mettano a scopare sul lettino, lei completamente sopra di lui. E datevi una calmata ragazzi! Li ho visti spesso. Lui sembra un ragazzino ma a quanto vedo ci sa fare mentre lei e’ molto carina ed oggi indossa un bikini di quelli con lo slip a tinta unita ed il reggiseno fiorato. Mah! Non mi piace un bikini del genere. E poi vedo nel passaggio, e quindi a pochi metri da noi, le sagome di Elena e Marcello che, prima di passare dai loro parenti, vengono da noi salutandoci con affetto anche se cerco di rivolgere il mio sguardo da tutt’altra parte. Voglio far capire a mia moglie che quella donna non m’interessa minimamente ma non posso nemmeno girare la testa dall’altra parte se sta di fronte a me. Uhm, situazione del cavolo. Pero’ per me l’arrivo di quei due puo’ essere un’ancora di salvezza. E infatti tornano dopo pochi minuti e dopo aver riempito di teneri baci i due piccolini. Ci dicono che si sono appena alzati e che hanno voglia di fare colazione e che vorrebbero che li accompagnassimo. Guardo mia moglie in cerca di conferme. Da solo non oso prendere iniziative e solo quando vedo lei che si alza dal lettino acconsentendo, mi alzo anch’io. M. si infila il suo copricostume. Non le piace muoversi sulla spiaggia in bikini e questo poi e’ molto piu’ vistoso del solito mentre Elena non ha di questi problemi. Il suo bikini stavolta e’ a fantasia ma per il resto e’ simile a quello di ieri, con quasi le tette di fuori e lo slip che le entra nelle natiche. Io evito di guardarla ma il resto della spiaggia si mette in fila per osservarla. Beh forse ho esagerato ma attira lo sguardo. Gia’ e’ tanta di suo poi con quel modo di camminare e di portare il costume e’ difficile non fissarla ed ammirarla.
Con tanti ottimi bar che ci sono in questa cittadina, decidono di far colazione nel peggiore, quello principale della spiaggia. Piu’ di un caffe’ non ci si puo’ prendere. Glie lo faccio presente ma Marcello alza le spalle. Per me la colazione, quando la facevo al bar, era una cosa seria. Il bar doveva essere pulito e la pasticceria di prima qualita’. Poi, ovvio che se mi devo prendere un caffe’ lo prendo un po’ dappertutto. E infatti, mentre loro si prendono spremuta e tramezzino, Marcello vuole offrirci per forza qualcosa. Io e mia moglie siamo quasi monotematici con le nostre scelte e difficilmente variamo dal nostro solito caffe’ ed accettiamo solo quello. Ci mettiamo seduti. Dopo il caffe’ mia moglie si guarda intorno come smarrita
“ Uh tesoro, ho dimenticato le sigarette nella borsa. Me le andresti a prendere?” Sospiro. In una situazione di dominazione come quella che effettuiamo outdoor, l’ordine e’ di solito volutamente perentorio e dato a voce alta per farsi notare ed io scatto al suo comando. Ma ha qualcosa di forzato, di finto. Questo invece non e’ proprio un ordine e puo’ sembrare, per chi ci vede, una semplice richiesta di un favore ma io so che se non lo faccio per me sono guai. E pensare che se mi avesse detto una cosa del genere nella nostra normale vita quotidiana, le avrei risposto <uffa, ma non te le potevi ricordare? Non mi va di andarci. Stai senza fumare>. Ed invece stavolta mi alzo di botto
“ Certo amore. Volentieri” le rispondo e scatto veloce ma faccio in tempo a sentire Elena
“ Accipicchia. Non me lo facevo cosi’ servizievole tuo marito” E con questo ha infranto anche il terzo regolamento: MAI DINANZI A GENTE CHE CONOSCIAMO. Ritorno al bar e riprendiamo le nostre chiacchiere. Nel frattempo sono arrivati mia figlia ed il suo fidanzato che stazionano anche loro al bar e si sono messi a parlare con un’altra coppia di giovani salutandoci da lontano. Elena ci racconta un po’ di sè, dei problemi che ha avuto col primo marito e mi sembra di capire che non si e’ trattato di un divorzio indolore anche se ultimamente, per il bene dei figli, c’e’ stato un certo riavvicinamento tanto da consentirgli di trascorrere le vacanze con i ragazzi. E poi Marcello quasi all’improvviso mi chiede se ho voglia di fare una passeggiata
“ Non so….” balbetto “Non e’ che mi va tanto” gli rispondo aspettando che M. mi dica se posso muovermi. Sto aspettando che lei mi dica cosa posso fare dinanzi ad altre persone nella vita vera. E’ semplicemente pazzesco, ma e’ tanto, ma tanto eccitante dover dipendere da lei anche per queste cose banali. Il mio respiro e’ addirittura un po’ piu’ affannoso del normale ma finalmente la vedo sorridere
“ Dai, vai a farti una passeggiata. Sei stato tutto il giorno senza far niente. Un po’ di camminata ti fara’ bene. Ah, cerca di ritornare entro l’una perche’ voglio mangiare. Io mica sono come questi che fanno colazione a quest’ora” dice rivolgendosi , ovviamente scherzando, alla coppia che sta di fronte a noi
“ Si ma tanto io vado a casa a mangiare. No?” rispondo ricordandole le mie abitudini
“ E no! Mi hai promesso che oggi restavi in spiaggia a mangiare con me. Che fai, ti rimangi le promesse?”
“ Che ho fatto Io?” chiedo quasi involontariamente. Che attrice nata! O meglio, che attrice diventata. Ha imparato a recitare in modo perfetto grazie a quello che facciamo. Se un giorno sei padrona ed il giorno dopo moglie normale, devi saper fingere, capire che quando fai la padrona stai recitando una parte. Quelle che dicono di farlo per passione? Mah, ci saranno pure ma nel nostro caso ad essere appassionato ero solo io e lei ha saputo venirmi incontro. E sara’ pure recita ma mai mi e’ sembrata cosi’ reale tanto che quando mi guarda storto ho un vero e proprio brivido di paura. Senza il brivido ma il timore e’ reale. E se invece non fosse recita? Sono completamente confuso ma intanto devo riprendermi immediatamente “ Ah si, certo amore. Me ne ero dimenticato. Oggi si mangia in spiaggia” aggiungo quindi poi e lei ricambia con un sorriso di compiacimento. Ci andiamo quindi a fare una passeggiata io e Marcello mentre le due donne tornano in spiaggia dove c’e’ il nostro ombrellone. Ci incamminiamo sul bagnasciuga prendendo come direzione nord. Marcello sembra un po’ titubante. Ho l’impressione che voglia dirmi qualcosa ma che sia trattenuto forse da un senso di vergogna. Mi incuriosisce e sto per chiedergli qualcosa quando mi anticipa
“ Sarebbe bello se Elena e M. diventassero amiche” Amiche? Certo. Quando cani e gatti andranno d’amore e d’accordo
“ Certo” mento comunque io
“ Sai, Elena non riesce ad avere una vera amica” insiste il vinaio barbuto. E beh, una domanda sul perche’ io al posto tu me la farei, caro mio. Forse perche’ tua moglie vuole essere sempre la piu’ bella di tutte e le donne non lo tollerano e non hanno le possibilita’ fisiche per mettersi in competizione. O forse perche’ cambiera’ d’abito una volta ogni due ore. Oppure perche’ non ha le capacita’ di interagire con le altre. Di sicuro, non e’ facile diventare amica del cuore di una donna del genere. Ed ecco spiegato il motivo per cui ieri ci hanno pressato per uscire con loro. Ma non sa che anche mia moglie la puo’ vedere come il fumo negli occhi. Continuiamo a passeggiare. Non mi va di dirgli apertamente di no ma ci giro al largo
“ Sarebbe bello. Noi comunque abbiamo gia’ un giro di amici. Sai, abbiamo parecchie cose in comune”
“ Ah. Tipo?”
“ Il calcio, ad esempio. A te piace il calcio? Gli domando
“ A dir la verita’ poco” Cominciamo male. Un mio amico deve amare il calcio, deve condividere le mie passioni, deve gioire per la vittoria della nostra squadra del cuore o deve essere deluso per la sua sconfitta. Lui nota la mia perplessita’ e prosegue “Comunque a volte lo seguo. Non sono un gran tifoso ma simpatizzo per la Juve” Di male in peggio. Un tifoso della Juve come mio amico? Vade retro
“ Proprio della Juve. Ma un’altra squadra no?” lui si mette a ridere
“ Te l’ho detto, ci capisco poco. Non conosco nemmeno tutti i giocatori. Conosco Buffon, Higuain, Bonucci…..” Scoppio a ridere io
“ Guarda che Bonucci l’hanno venduto al Milan”
“ Davvero? Come mai?” domanda lui candidamente. Non e’ il caso di proseguire su questo tema. A parte che non amo molto parlare di calcio, anche se puo’ sembrare strano considerando la mia passione. A me il calcio piace viverlo, sia come giocatore che come tifoso ma per me la partita termina nel momento stesso in cui l’arbitro fischia la fine e non amo le polemiche che la seguono. Ed un po’ anche perche’ ho la presunzione di intendermene molto e sentir parlare di calcio in modo banale mi fa venire i nervi. Addirittura non sopporto vedere la partita insieme ad altri che non siano i miei amici. Con loro si trepida, si esulta o ci si deprime per cio’ che sta facendo la nostra squadra del cuore ma non si fanno commenti a cazzo. Pertanto, con Marcello preferisco parlare d’altro e la cosa non mi dispiace. E’ un buon conversatore, intelligente e simpatico, malgrado sia della Juventus, e i suoi interessi spaziano tra mille argomenti. Cerca anche di spiegarmi la differenza tra un vino di qualita’ ed un altro a buon mercato ma sono io a non capirci molto su cose del genere e contraccambio mettendolo al corrente di alcune situazioni inerenti al mio lavoro che erano per lui completamente sconosciute. Dopo una bella passeggiata decidiamo di tornare indietro. Ci siamo fatti almeno un paio di chilometri e mi rendo conto che non so che ora e’. Glie lo chiedo e mi risponde che manca un quarto d’ora all’una. Gli dico di aumentare il passo. Devo stare entro l’una davanti alla mia padrona e non voglio tardare nemmeno di un secondo. Mentre ci avviciniamo, gli richiedo l’orario almeno altre tre volte e anche lui pensera’ che sono un maniaco della precisione. Gia’ un maniaco della precisione senza uno straccio di orologio.

Eccole Elena e M.. La moglie di Marcello ha spostato il mio lettino mettendolo accanto a quello di mia moglie e stanno prendendo il sole e contemporaneamente a chiacchierare. Mi chiedo cosa mai avra’ in comune mia moglie con lei e come faranno a trovare un argomento che le unisca e quando mi avvicino a loro qualcosa comprendo. Stanno di nuovo parlando dei nostri amici, gli stessi che frequentavamo allora e che lei non ha piu’ rivisto mentre noi ci stiamo sempre in contatto, pur non uscendoci insieme da qualche anno.
Appena mi vede, M. sorride all’altra donna
“ Beh, e’ ora del nostro pranzo, volete favorire?”
“ Oh no, grazie. Abbiamo fatto colazione da poco” risponde la bionda che aggiunge che si prenderanno qualcosa al bar piu’ tardi e lasciandoci soli per raggiungere poi la coppia formata dal figlio di Marcello a da sua moglie con i loro bambini. M. mi intima di prendere i lettini e di risistemarli sotto l’ombrellone, cosa che mi appresto a fare con sollievo. Almeno si mangera’ all’ombra. Appena terminata la breve operazione, M. afferra la borsa frigo traendone un contenitore, una busta con dei crostini di pane integrali, un paio di forchette di plastica, l’acqua, rigorosamente non gassata e due bicchieri anch’essi di plastica. Apre il contenitore. C’e’ del salmone affumicato tagliato ordinatamente a fette della misura dei granetti. Io osservo il tutto. E questo sarebbe il mio pranzo? Mi immagino una fiamminga fumante di pasta e poi guardo quel misero contenitore che dovrebbe saziarci in due facendomi storcere la bocca e facendo sorridere la mia adorata seviziatrice. Si perche’ queste per me sono sevizie, la privazione di cio’ che amo, ovvero in questo caso di un bel pranzo
“ Sembra che stai andando al patibolo. Mangia in silenzio che ti fara’ bene evitare tutte le calorie che ingoi quotidianamente. E poi il salmone ti piace. Poteva andarti molto peggio” Annuisco, prendo una forchettina e comincio a mettere sopra ai crostini le fette di salmone e guardando mia moglie che fa altrettanto. Non e’ che non mi piaccia infatti, malgrado i il pane integrale che sopporto poco, e’ che una cosa del genere non mi sazia. Terminiamo ovviamente in breve tempo. M. prende poi un altro contenitore. Meno male, c’e’ qualche altra cosa da mangiare. Ben poco, a dir la verita’. Ci sono delle fette di ananas, anche queste tagliate con precisione maniacale e ne afferro qualcuno dopo l’invito di mia moglie a farlo. Anche lei ne mangia tre o quattro come me ed il contenitore rimane desolatamente vuoto. Con le mani cerco di farmi capire se e’ tutto finito e mia moglie sorride. Ci sta godendo. Dio mio, ho creato un mostro
“ Si e’ finito. Non ti e’ piaciuto il pranzetto?” E questo lei lo chiama pranzetto? Ho lo stomaco che borbotta e sempre con le mani, visto che non ho il permesso di parlare, cerco di farle capire che se lei ha deciso cosi’ io devo accettare e lei prosegue “Non ti ho fatto mica mangiare delle schifezze. Hai mangiato quello che ho mangiato io. Non e’ un onore per te mangiare le stesse cose della padrona?” Annuisco anche se non ho mai visto la dominazione in questa maniera ma il suo ragionamento e’ perfetto in linea teorica e lei continua
“ Guarda che piacerebbe anche a me riempirmi di carboidrati ma ci sto attenta. Alla mia eta’, se mangio quello che mangi tu, altro che stomaco! Non credo che vorresti una padrona che pesa cento chili e quindi mi sacrifico. Non si vedono i sacrifici?” Azzo se si vedono. Con questo costume poi ho l’acquolina in bocca ma se penso al corpo di M. mi eccito, soprattutto considerando la situazione psicologica intrigante che sto vivendo e non mi sembra il caso visto che per il mio amato fratellino non sono previsti lavori imminenti e spruzzate gioiose. Annuisco comunque per dirle che i suoi sacrifici per rimanere con il suo fisico tonico li apprezzo, eccome e lei accenna un mezzo sorriso di compiacimento “ Perfetto, ne sono felice. Ora alzati e vammi a prendere un caffe’ che dopo mangiato ci vuole. Solo per me. A te non e’ concesso” Mi alzo per ottemperare a quest’ultimo ordine. Cazzo, mi ha privato pure del caffe’ dopo pranzo, una dei miei momenti preferiti. Va beh, se vogliamo considerarlo pranzo, cosa che ci vuole molta fantasia per farlo. E meno male che Elena e Marcello hanno declinato l’invito di mia moglie a favorire. Se avessero accettato, cosa avremmo mangiato? L’aria? Le porto comunque il caffe’, mi ordina di spostare di nuovo il lettino al sole e di portarle una sigaretta ed infine, sorridendomi sadicamente, mi ingiunge, con il solo movimento ritmico dell’indice di raggiungerla. Devo sedermi di nuovo accanto a lei al sole. E si, credo proprio che questa giornata sara’ infinita.
 
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view post Posted on 11/7/2022, 15:52     +2   +1   -1

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Undicesimo episodio

Il sopraggiungere di mia figlia interrompe la monotonia della situazione. Mi guarda un po’ stupita ben sapendo del mio odio viscerale nel trascorrere le ore sotto al sole, soprattutto adesso che dovrebbe essere il momento piu’ caldo della giornata ma non dice niente, per fortuna. Si avvicina comunque a noi per chiedere qualcosa alla madre quando spalanca gli occhi
“ Ma’, che mi hai fregato il costume?” Ecco spiegato l’arcano. L’avevo visto indosso a mia figlia. M. non si scompone. Era ovvio che la ragazza se ne accorgesse e si e’ forse preparata la risposta
“ Si tesoro. Stamattina l’ho visto e me lo sono provato per vedere se mi stava. Mi sembrava che mi stesse bene e me lo sono lasciato. Ti dispiace?” Mia figlia aggrotta la fronte
“ Alzati un po’. Fammi vedere” le dice invitandola ad alzarsi. M. lo fa con civetteria e nostra figlia sorride “Ammazza che figa mia madre col costume mio. Ti sta benissimo. Per me te lo puoi anche prendere tanto ce ne ho tanti. Se papa’ te lo fa mettere cosi’ striminzito……”
“ Ma si, papa’ non e’ antico come credi”
“ Con me si, pero’ ”
“ Ma se ti concedo tutto” intervengo
“ C’hai pure questo coraggio? Hai sempre da ridire su quello che indosso” si fa risentire lei che pero’ vuole evitare una polemica inutile e non prosegue. In effetti, un po’ ha ragione ma credo di essere un padre moderno, tutto sommato. Chi permetterebbe alla propria figlia di dormire insieme al suo ragazzo nella propria casa? Sta comunque per andarsene quando ritorna indietro “Ma chi e’ quella Barbie che da ieri vi sta appiccicata come una gomma da masticare?” Io e M. ridacchiamo
“ Barbie?” chiede comunque mia moglie
“ Ma si. Le manca solo Big Jim invece di quel tipo che le sta accanto e poi la metto sullo scaffale insieme alle bambole di quando ero piccola” Brutta vipera. Tutta sua madre
“ E’ una mia vecchia amica” cerco di tagliar corto
“ Perche’ c’ha gli anni tuoi? Mi sembrava molto piu’ piccola”
“ Grazie per il complimento ma e’ forse addirittura piu’ grande di me”
“ Ah! Sembrava di meno. Cacchio, se li porta bene” conclude mia figlia forse per non ferire troppo il mio amor proprio gia’ ampiamente lesionato dopo una frase del genere. Vedo comunque M. prendere per un braccio nostra figlia ed allontanarsi di qualche metro. Mah! Sicuramente saranno cose da donna. Tornano dopo cinque minuti e mi sembra di vedere un cenno d’assenso tra le due. Ancora pochi minuti e poi i due ragazzi se ne vanno. Ritorniamo a stare da soli io e M. . Barbie….. Cioe’ Elena e suo marito sono andati via, forse al bar a pranzare e adesso il sole picchia forte. Vorrei farmi almeno un bagno ma come fare per farglielo capire? Ma si! Congiungo le mani e faccio la mossa del tuffo. Lei mi guarda di sottecchi e poi mi spara un < No> categorico. Sono sfinito eppure continuo ad essere mentalmente eccitato. Trovo uno strano, assurdo, incredibile piacere in tutto questo. Non nel soffrire ma nell’obbedirle. La sofferenza puo’ essere considerata come un danno collaterale ma sapere di dover dipendere in ogni cosa da mia moglie, dalla donna che io stesso ho eletto come mia padrona, mi regala sensazioni incredibilmente piacevoli, di benessere mentale. Mah! Se ci fossero ancora i manicomi e qualcuno mi ci portasse gli darebbero un paio di matti come resto.
L’arrivo di un messaggino sul telefonino di mia moglie rompe il silenzio di quel momento e i miei pensieri contorti. Osservo mentre lei lo guarda e poi lo riposa sospirando
“ Uffa! Ho quasi finito il credito. Devo fare una ricarica” dice a se stessa piu’ che a me. Poi sorride grattandosi il mento “No, TU devi andarmi a fare la ricarica. Prendi dieci euro dal mio portafogli” mi ordina. Ormai non mi chiedo nemmeno se sia giusto o no. Anzi, sono felice di poterla servire. Mal che vada, mi servira’ per togliermi dal sole cocente. Cerco nella sua borsa e trovo il suo portafogli. Dovro’ consegnarglielo o prendere solamente dieci euro? Di solito, nessuno di noi due mette le mani nel portafoglio dell’altro ma ho ricevuto un ordine preciso e meglio attenersi a quello. Sfilo una banconota da dieci e faccio capire a mia moglie che sono pronto e che posso andare ma lei mi richiama “Aspetta, non così di fretta” Ritorno vicino a lei senza capire cosa abbia in mente. Lei prende per l’ennesima volta il telefonino in mano, fa scorrere qualcosa col suo dito e poi mi guarda facendomi segno di chinarmi verso di lei
“ Allora, hai dieci minuti di tempo per farmi la ricarica e tornare a partire……” Attende qualche istante e poi, come uno starter provetto mi da il via “A partire da adesso” Per un istante rimango di sasso e faccio in tempo a sentire che mi dice “Ancora qui?” e poi scatto. Dieci minuti non sono tanti ma dovrei farcela. Ho pero’ un attimo di indecisione. Dove la faccio la ricarica? Ah si, dal tabaccaio dove stamattina le ho comperato le sigarette. Vado con passo deciso e dopo poco sono gia’ in vista del tabaccaio. Se non trovo gente, dovrei farcela tranquillamente. Sto per entrare quando……. Oh cazzo! Non conosco il numero di telefono di mia moglie. Non conosco nessun numero a parte quello mio e di mia figlia. M. l’avra’ cambiato almeno tre volte ed ormai si memorizzano sul telefonino che io non ho. Se torno indietro non faccio in tempo e comunque dovrei parlare con mia moglie, cosa che in questo istante lei non sembra gradire molto. Ci sono! Il bar principale della spiaggia. Non e’ lontanissimo da dove mi trovo e forse ho trovato la soluzione al mio problema se riesco a trovare mia figlia. La cerco con lo sguardo ma non la trovo. In compenso vedo il suo ragazzo e mi precipito da lui. Devo essere allucinato perche’ appena mi vede si mette paura
“ Che e’ successo?” Per il momento niente ma temo che potrebbe accadere qualcosa se non faccio in tempo a fare questa maledetta ricarica
“ Niente” gli rispondo comunque “Hai per caso il numero di telefono di M?” Lui mi guarda un po’ stranito
“ Sicuro che non e’ successo niente?”
“ No tranquillo. Ce l’hai il numero o no?” Lui aggrotta la fronte ed intanto passano i secondi. Con calma olimpica prende il suo telefonino, cerca il numero e poi mi sorride
“ Eccolo! Memorizzalo” Si, e con cosa? Dove la trovo una penna? Dentro il bar. Mi conoscono e non me la negheranno. Non gli rispondo nemmeno, entro nel bar, chiedo se per cortesia hanno una penna e me la danno. Afferro un tovagliolino di carta e mi precipito di nuovo dal mio futuro genero che deve avermi preso per uno a cui il caldo ha dato alla testa. Gli chiedo ancora una volta di farmi vedere il numero galeotto e me lo scrivo sul tovagliolo e poi gli do la penna
“ Fammi un favore. Restituiscila alla cassa del bar” gli dico lasciandolo li’ con un palmo di naso. Temo che la sua enorme stima nei miei confronti sia miseramente scesa. Adesso mi metto a correre, cosa non facile con le ciabattine che ho ai piedi. Devo fare in tempo altrimenti la mia padrona non me la perdona. Mi ha dato dieci minuti di tempo quando ne erano sufficienti anche un paio di meno, segno che non vuole punirmi per forza. Il tabaccaio lo raggiungo in men che non si dica. Per fortuna, questa cittadina e’ raccolta e si puo’ trovare di tutto in poche centinaia di metri. Oh no, prima di me c’e’ una signora anziana che deve giocare al superenalotto. Sono fottuto. Ormai, non ce la posso fare piu’. Aspetto pazientemente che la vecchia si giochi la pensione regalandola allo Stato e poi faccio la ricarica snocciolando il numero e l’operatore per poi tornare indietro. Per evitare poi rammarichi, vado ugualmente a passo veloce nella strada di ritorno. Chissa’, vuoi vedere che sono fortunato come stamattina ed il tempo e’ trascorso meno velocemente di quanto io abbia immaginato? Non mi rimane che sperare.

Stavolta, mia moglie non e’ al sole a leggere bensi’ sotto l’ombrellone di coloro che si trovano dinanzi a noi in prima fila leggermente spostati sulla destra, intenta a chiacchierare. Ci conosciamo appena e si tratta di una coppia piuttosto anziana con la quale ci siamo scontrati proprio nell’ultimo torneo di burraco. Coppia tosta, bravi, ma con la quale siamo usciti vincitori. Altro che quelle pippe di Elena e Marcello! Appena mi vede mia moglie saluta la signora, viene vicino a me, osserva il display del telefonino che teneva in mano e poi allarga le braccia apparentemente dispiaciuta
“ Fuori tempo massimo” Chiudo gli occhi e scuoto la testa affranto mentre lei si guarda intorno. Cosa sta elaborando quella mente diabolica? Sembra che le si sia accesa la lampadina perche’ dopo qualche istante sorride, prende dalla sua borsa le sigarette e l’accendino e mi prende per un braccio “Andiamo” mi dice e questo mi basta per seguirla in silenzio come un cane bastonato. Se potessi parlare le spiegherei le difficolta’ che ho avuto, del fatto che avrei pagato di tasca mia per ottemperare perfettamente al suo ordine ma se apro bocca faccio peggio. Non si e’ messa il copricostume, segno che non vuole uscire dalla spiaggia e infatti costeggiamo il muretto che la delimita, superiamo il campo di beach volley dove alcuni ragazzi stanno giocando e si mette seduta proprio sul muretto rivolta verso la spiaggia all’altezza dei giochi per bambini, dove alcuni pargoli si danno da fare sulle due altalene e sugli scivoli. Siamo in un punto piuttosto isolato e il motivo per cui ha scelto questo posto e’ facilmente intuibile. Possiamo finalmente parlare senza sussurrare, cosa che a me, mezzo sordo come sono, facilita di gran lunga l’ascolto. Beh, ho detto una fesseria. E’ la mia padrona che puo’ parlare visto che a me non e’ concesso. Mi metto di fronte a lei con gli occhi chini mentre lei rimane in silenzio. Si accende una sigaretta ed io provo a guardarla. Alzo il dito per chiedere il permesso di parlare ma lei scuote la testa
“ Non voglio sentire scuse. Ti vedo dispiaciuto e questo significa che hai provato a fare il compito che ti avevo assegnato senza riuscirci. Non m’interessa se hai avuto problemi e se di fronte a te c’erano cento persone in fila. Tu devi fare quello che io ti ordino e se non ci riesci, scatta la punizione. Ne convieni?” Muovo la testa avanti e indietro. Ormai, sono un’altra persona e il Davide che gli altri conoscono e’ ormai un pallido ricordo. Ora sono uno schiavo. No, mi correggo. Non mi reputo uno schiavo. Non ho le catene ai polsi ma sono semplicemente un marito sottomesso ai voleri della propria moglie padrona. La guardo con ammirazione. Oggi poi mi sembra bellissima con quel costume che mette in risalto le sue forme ma non fidatevi del mio giudizio che vale quanto il due di bastoni quando la briscola e’ spade. Quando mia moglie veste i panni della mia padrona, la mente e gli occhi mi si offuscano. Quel che e’ certo e’ che mi sento a disagio mentre mi fissa senza parlare. Finalmente, dopo avermi scrutato per bene, prosegue “Bene, mi fa piacere che anche tu ritenga una punizione assolutamente necessaria per non essere riuscito a soddisfarmi. Dimmi Davide, il campionato e’ cominciato, vero?” Cosa? No, il calcio no! Non puo’ toccarmelo. Abbiamo una regola tra di noi che dice che quando ci sono partite che mi interessano, soprattutto il sabato sera che e’ il momento che dedichiamo al femdom, io glie lo faccia presente, essendo lei completamente a digiuno di calcio. E quindi, quando ci vediamo a pranzo io le dico < stasera c’e’ la Roma> oppure < stasera c’e’ una partita che mi voglio vedere> che puo’ essere una sfida tra due grandi oppure una partita che ha un significato particolare per la classifica. A quel punto, mia moglie sa che fino alla fine della partita lei deve continuare ad essere una moglie normale e pertanto, mentre io me ne sto in salotto a vedere la partita, lei ne approfitta per indossare una di quelle cosine in lattice che mi fanno impazzire e per truccarsi, per riapparire come padrona quando spengo la televisione. Si, lo so che si tratta di una dominazione dal basso ma e’ il nostro modo di divertirci che lascia intatti i miei spazi.
Qua in vacanza invece, non avendo la pay per view, me ne sono andato a vedere le partite della prima giornata di campionato in una sala scommesse. Non e’ il massimo, con tutti quei commenti che odio, ma meglio di niente. E adesso cosa vuol fare? Rimango con gli occhi sbarrati e lei deve riprendermi
“ Ti ho fatto una domanda, Davide. E’ cominciato o no il campionato? Mi sembra di si perche’ sabato e domenica scorsi ti sei dileguato lasciandomi sola in spiaggia e poi la sera ho dovuto attendere che tu facessi i tuoi comodi prima di uscire da casa” Annuisco. Si, era andata cosi’. Lei accenna ad un sorriso che non ha niente di tenero “Bene! Considerando che probabilmente non hai disobbedito di tua volonta’ ma che sei stato solo tanto inetto da far tardi, la mia punizione sara’ adeguata. Pertanto, ti concedero’ di vedere la tua tanto amata Roma ma non potrai vedere nessun’altra partita” Sono veramente smarrito. Togliermi di vedere una partita senza sentire prima se e’ di notevole importanza, e’ una novita’ assoluta. La guardo ed e’ come se la vedessi la prima volta. Lei si e’ rifatta seria e prosegue “Un solo commento, uno solo e non vedrai nemmeno la Roma” Scuoto prima la testa alzando le mani all’altezza del petto nel tentativo di farle capire che ho recepito benissimo e che non mi azzardero’ ad obiettare alcunche’ e stavolta il suo sorriso e’ di assoluto compiacimento. Tira un’ultima boccata alla sua sigaretta e poi me la porge
“ Gettala e torna immediatamente qua” mi ordina indicandomi uno di quei contenitori per la raccolta delle sigarette. Le obbedisco in una frazione di secondo e torno dinanzi a lei che si e’ nel frattempo alzata. Mi viene vicino, a pochissimi centimetri dal mio volto ed istintivamente chino la testa “Con questo, spero che tu abbia compreso definitivamente che non tollero una disobbedienza da parte tua e tanto meno un’azione fatta male. Ti devi ficcare nella scatola cranica che devi fare quello che io ti dico, quando te lo dico e come te lo dico. Quello che piace a te ormai non conta piu’ niente. E devi essermi pure grato per non essere stata troppo cattiva nei tuoi confronti” Chiedo il permesso di parlare e stavolta lei me lo concede
“ Grazie padrona di non essere stata troppo severa nei miei confronti. Grazie infinite” le dico. Ed il bello e’ che lo penso davvero e veramente sono contento di essermela cavata a buon mercato anche se lei ha appena contravvenuto al quarto comandamento: MAI UNA PUNIZIONE DEVE VERTERE SULLE PARTITE DI CALCIO.
Mentre torniamo indietro, mi avverte che devo di nuovo mettermi seduto sul suo lettino a fianco a lei senza dire una sola parola e senza potermi alzare. Chino per l’ennesima volta la testa e dico un < si padrona> mentalmente. La mia mente ora e’ sgombra da qualunque altro pensiero che non sia quello di obbedire e rispettare la donna che mi cammina a fianco.
 
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view post Posted on 13/7/2022, 20:13     +2   +1   -1

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Dodicesimo episodio

Il ritorno di Marcello ed Elena e’ ancora una volta la mia salvezza. Non so quanto tempo sia trascorso dal momento dell'ennesima punizione inflittami da mia moglie ma presumo almeno un’oretta. Elena si siede accanto a me volgendo pero’ il suo viso verso mia moglie ed io ovviamente guardo suo marito che invece e’ rimasto in piedi
“ Ce la date la rivincita a burraco?” chiede l’uomo guardandomi. Come se avessi voce in capitolo su qualche cosa. Rimango come un ebete senza sapere cosa rispondergli. Non sta a me decidere e guardo M. in cerca di una risposta che prontamente arriva
“ Vi siete allenati almeno un po’?” chiede con un pizzico di superiorita’
“ Potremmo mischiare le coppie. Io gioco insieme a Davide e tu con Elena” insiste Marcello
“ No, non se ne parla. Fra tre giorni abbiamo il torneo e se devo giocare preferisco allenarmi con mio marito. Va bene, dai, preparate che arriviamo” conclude M.. Ci spostiamo nel bar che ci ha accolto ieri, quello vicino a noi, e cominciamo. Non c’e’ partita ma M. trova comunque il modo di riprendermi un paio di volte su presunti errori da parte mia, cosa mai fatta in vita sua. Lei ne fa uno colossale che ci costa un burraco pulito per i nostri avversari ma naturalmente non la rimprovero. Ed ho quasi l’impressione che lo faccia apposta in quanto non sono errori di una che ci sa giocare bene come lei. Forse attendeva qualche rimbrotto da parte mia per avere una scusa per potermi fare chissa’ cosa, rimbrotto che invece non e’ arrivato. Questo errore non influisce comunque sul risultato finale che ci vede vincere di quasi 1200 punti. Praticamente un’enormita’ ma sono davvero scarsi. Non calcolano gli scarti e pensano che raccogliendo tutte le carte si possa vincere, col risultato che si ritrovano un sacco di carte in mano nel momento in cui chiudiamo le partite. Ci chiedono un’altra partita ma stavolta M. dice che puo’ bastare. E’ ovvio che nemmeno lei si diverte piu’ di tanto a giocare con loro e non basta la gioia di mettere sotto Elena in qualche cosa a farle desiderare di giocare ancora. Mettiamo da parte le carte e chiacchieriamo. Per me e’ una pacchia considerando che l’alternativa e’ starmene al sole immobile e zitto a guardare mia moglie che legge e si prende la sua abbronzatura. E’ proprio lei a cominciare un nuovo discorso
“ Ci e’ dispiaciuto tanto non venire con voi ieri sera. Vogliamo fare stasera?” Cosa diavolo ha in mente? Perche’ ha intenzione di uscire a cena con una donna che non sopporta? Marcello ed Elena accettano comunque con gioia
“ Ma certo. Sarebbe un piacere per noi, non e’ vero cara?” risponde felice Marcello
“ Davvero. Sono contenta” squittisce Elena
“ Va bene pesce per voi?” insiste mia moglie
“ Va benissimo”
“ Vi fidate di noi?” continua a chiedere M.
“ Ma certo” risponde ovviamente Elena
“ Bene. Allora vi portiamo in un ristorantino dove si mangia del pesce squisito” propone mia moglie che poi guarda dalla mia parte sfoggiando un sorriso dolce e tenero “Tesoro, allora vai a prenotare un tavolo per quattro altrimenti stasera non troviamo posto. Hai capito dove? Dove siamo stati tempo fa”. Si ricordo. Non era estate ma ogni tanto ci concediamo un pranzo fuori e li si mangia un pesce ottimo, come ha appena detto M.
“ Adesso?” chiedo ingenuamente e il suo sorriso dolce e tenero scompare immediatamente lasciando il posto ad uno sguardo particolare. Non so cosa puo’ essere sembrato dall’esterno ma a me e’ sembrato che quello sguardo volesse incenerirmi. O forse e’ solamente la mia impressione considerando il momento che sto vivendo
“ Certo, adesso. Quando ci vuoi andare? Domani? Dai, datti da fare che quel ristorante e’ sempre pieno” Sempre piu’ strano. E’ una che in pubblico ha sempre preteso che fossi io l’elemento dominante e che i nostri giochi di dominazione non dovessero incidere minimamente nella vita reale. Ed invece continua a darmi ordini, sia pure abilmente mascherati da normali richieste. Rispondo comunque che vado immediatamente e Marcello mi segue dicendo a sua volta che mi fara’ compagnia
“ Ha un bel caratterino tua moglie” esordisce appena ci siamo allontanati dalla vista delle nostre donne. Annuisco. Non ho problemi ad incensarla
“ Si, ha un bel caratterino e se le girano e’ meglio starle alla larga ma sa anche essere dolcissima e tenera come nessun’altra” Mi da un’amichevole pacca sulla spalla
“ Si vede che siete una coppia felice. E lo sono anch’io da quando ho incontrato Elena. Fino a quel momento ti posso garantire che le donne non mi erano mai mancate ma appena l’ho conosciuta ho capito che con lei sarebbe stato diverso. Me ne sono innamorato subito come un ragazzino. Malgrado la mia esperienza, con lei mi sentivo impacciato, non riuscivo a dimostrarle quanto ci tenessi a lei e se non fosse stata proprio Elena a dirmi di uscire con lei, io forse non avrei trovato il coraggio di farlo. La sua bellezza mi spaventava ed ha dovuto fare lei la prima mossa” mi confessa. Io lo guardo e sorrido
“ Tipico di Elena” faccio presente ripensando a come si era comportata con me
“ In che senso?” Ooops, mi e’ sfuggito. E mica posso dirgli che la sua splendida e adorata moglie ci aveva provato con me come una gatta in calore
“ Nel senso che lei sa quello che vuole. Ed evidentemente voleva te” riesco a dirgli dopo una frazione di secondo. Lui sorride accettando per buona la mia risposta. Meno male. Non sta certo a me raccontargli una cosa del genere e dal modo di comportarsi non credo che lo sappia. E comunque e’ trascorso tanto di quel tempo che non avrebbe alcun significato. Per tutti tranne che per mia moglie, a quanto pare.
Nel frattempo, siamo arrivati al ristorante che dista poche centinaia di metri dalla spiaggia, abbiamo prenotato per le 21 e stiamo gia’ sulla strada di ritorno. Chiedo per l’ennesima volta a Marcello che ore sono e lui mi risponde che sono le 17.10. Mi chiedo cosa mai pensera’ di questa mia fissazione per l’ora e perche’ uno come me che ha questa mania gira senza orologio e senza telefonino. Non credo di potergli dire che mi sono stati requisiti da mia moglie. In spiaggia Elena e M. non si trovano ma un vorticoso movimento delle braccia di Elena ci dicono che stanno facendosi un bagno. Ci dirigiamo anche noi verso il mare. Malgrado l’afa ora sia meno consistente, ho bisogno di rinfrescarmi dopo tutte le ore trascorse al sole e mi getto in acqua felice come un bambino, prontamente seguito da Marcello. Spero che M. non abbia niente da ridire su questa mia decisione ma credo che davanti agli altri io possa decidere di mia iniziativa senza incorrere nelle sue ire. Trascorriamo circa una decina di minuti e poi proprio mia moglie dice all’altra coppia che per noi e’ giunto il momento di andare via e che ci vedremo alle 20.30 proprio sulla piazza, sotto un famoso monumento simbolo della cittadina. I nostri nuovi amici annuiscono, escono con noi dal mare e poi si dirigono verso i loro parenti mentre io raccolgo la borsa frigo, il mio asciugamano, la tracollina, m’infilo la maglietta e vedo M. mettersi il suo copricostume bianco di lino. Facciamo una breve pausa alla fontanella per toglierci la sabbia dai piedi e ci dirigiamo verso casa. Stiamo in silenzio assoluto. Lei non mi rivolge la parola mentre io avrei un sacco di cose da dirle ma non ho la possibilita’ di farlo a causa del suo ordine di non aprire bocca.
Eccoci finalmente a casa. Ovviamente, non c’e’ nessuno e dubito che i ragazzi possano venire prima delle 20, come e’ loro abitudine. Sono spaesato, incapace di fare qualunque cosa perche’ per me e’ una situazione completamente nuova e guardo mia moglie cercando almeno un ordine, che mi dica cosa debba fare. La seguo come un cagnolino nella nostra camera da letto e le vedo togliersi quel costume che le stava veramente bene e spogliarsi completamente nuda, prendere l’accappatoio ed infilarselo. Forse vuole farsi una doccia, come e’ logico e come facciamo abitualmente appena ritornati a casa dalla spiaggia, invece mi guarda. Io sto vicino alla porta mentre lei si trova dalla parte opposta del letto. Vedo il suo dito indice prima puntare verso di me e poi roteare nella sua direzione
“ Qui” Tre lettere che hanno pero’ un significato enorme. Mi avvicino a lei, timoroso come ormai divento dopo che l’immedesimazione e’ completa. E mai forse come in questo momento lo e’ totalmente. Addirittura maggiore di quando facciamo la lotta e lei mi atterra regolarmente. In quei casi so che fa parte di un certo rituale mentre adesso c’e’ qualcosa di misterioso che mi intimorisce. Sono ormai di fronte a lei e abbasso lo sguardo che lei invece tiene minaccioso nei miei riguardi. Alza il braccio destro per colpirmi ma istintivamente alzo le braccia anch’io e riesco a parare lo schiaffo che aveva intenzione di infliggermi. Ahiahiai. Credo di aver fatto peggio. Lei prende le mie braccia e le riporta a fianco al mio corpo
“ Non provarci mai piu’! Stai fermo . Guai a te se provi un’altra volta a parare un mio schiaffo. Adesso alza la faccia e guardami. Chiaro?” Annuisco e lei continua “Rispondimi nel modo dovuto”
“ Si padrona” Sorride soddisfatta. Alza di nuovo il braccio e stavolta lo schiaffo mi colpisce violento e preciso prendendo in pieno la mia faccia e addirittura parte dell’orecchio sinistro. Per una frazione di secondo credo di essere intontito. E’ stato uno schiaffo portato con tutta la sua forza che non e’ assolutamente poca per essere una donna e che viene comunque assorbito grazie alla mia costituzione piuttosto robusta ma ho comunque la guancia che mi sembra stia andando a fuoco
“ Chi cavolo ti ha consentito di farti il bagno senza il mio permesso?” sentenzia dopo quel tremendo ceffone
“ Ma….. Io pensavo che……” balbetto
“ Tu non devi pensare. Devi solo obbedire. Non ti avevo dato il permesso e ti saresti dovuto mettere seduto sul lettino al sole. Solo se io ti avessi fatto comprendere in qualche modo che potevi venire, allora ti saresti potuto fare il bagno. Non sei capace di mettere una scusa?” Ho fatto una cazzata. Me lo sentivo che stavo sbagliando. Sono mortificato, Veramente dispiaciuto di aver fatto una cosa senza il suo consenso
“ Chiedo scusa, padrona. Ho sbagliato”
“ Che tu abbia sbagliato e’ fuori di dubbio ma delle tue scuse non so che farmene. Avrai la giusta punizione” Mi afferra quindi per il braccio e mi riporta dall’altra parte del letto
“ In ginocchio. Ora io vado a farmi la doccia e voglio che tu non ti muova nemmeno di un millimetro. Testa china e se quando rientro noto che ti sei spostato, anche solo di un’inezia, stasera al ristorante ci andrai con le stampelle” Le obbedisco immediatamente ma appena sta per andarsene la chiamo
“ Padrona” Lei si gira e lo sguardo sembra che mi stia incenerendo
“ Ti ho dato il permesso di parlare?” Scuoto la testa e lei prosegue “Prega Dio che quello che devi dirmi sia importante altrimenti le prendi ancora. Ingoio nervosamente la saliva
“ Se dovessero venire i ragazzi?” Lei fa un sorriso che non promette niente di buono. Mi intima che devo rialzarmi e poi ancora un altro violento ceffone che mi fa andare sopra il letto. Questo l’ho sentito ancora di piu’. Alza la gamba ma non per colpirmi andando invece a mettere il suo piede nudo sopra la mia faccia e poi sento che spinge con forza. Per fortuna, la morbidezza del letto attenua la sua pressione ma ho la faccia completamente schiacciata
“ Me lo devi chiedere, idiota? La porta d’ingresso e’ dall’altra parte della casa. Se dovessi sentire le chiavi nella serratura hai tutto il tempo per alzarti senza che tua figlia venga a sapere che sei il mio schiavo. Senza considerare che ci vorranno un paio d’ore prima che quei due ritornino a casa. Oppure e’ tutto troppo complicato per te?” Non riesco a rispondere per la pressione della sua gamba ma comunque e’ meglio tacere. Ne ho gia’ abbastanza. Mugugno qualcosa ma poi taccio del tutto. Non mi fa tanto male ma faccio fatica a fare un respiro profondo in quanto mi ottura il naso e questo mi manda un po’ nel panico e contemporaneamente mi sta eccitando da morire. Lei praticamente nuda, con indosso l’accappatoio che pero’ tiene aperto e quindi con le sue parti intime ben visibili, in quella che potremmo definire una victory pose e io impaurito sotto il suo piede. E come potrei non eccitarmi? Spinge ancora un altro po’, forse per impaurirmi maggiormente, ma finalmente alza la gamba per liberarmi da quella pressione che cominciava a farsi piuttosto pesante. Senza parlare ulteriormente, mi fa cenno di inginocchiarmi con il suo dito indice puntato per terra. Non me lo faccio ripetere ed a capo chino, mi rimetto in ginocchio. Mi osserva per una manciata di secondi poi, evidentemente soddisfatta, la vedo uscire dalla stanza ed io sospiro con meno preoccupazione. Tutto sommato, me la sono cavata a buon mercato. Oh, quanto mi sto sbagliando!
 
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view post Posted on 15/7/2022, 16:12     +2   +1   -1

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Tredicesimo episodio

Il rumore della doccia e’ terminato. Spero con tutto me stesso che mi dia la possibilita’ di alzarmi. E’ duro stare in ginocchio senza muoversi ed io ci sto ormai da diversi minuti. Poi pero’ sento il rumore del phon. Oh no, si sta asciugando i capelli e so che non sara’ una cosa brevissima. Ancora una volta quel pensiero si insinua nella mia mente < Ma chi me lo fa fare?>. Mi basterebbe alzarmi, andare di la’ da mia moglie e dirle chiaro e tondo che per me il gioco e’ terminato, che non ho voglia di proseguire. Ma so che non lo faro’ mai. Questa sensazione di essere su un piano di inferiorita’ rispetto a lei e’ davvero esaltante per il mio cervello mal ridotto. E stavolta l’eccitazione non e’ solo mentale perche’ una notevole erezione mi accompagna dal momento del primo schiaffo ed e’ anche abbastanza fastidiosa nella posizione in cui mi trovo. Mi chiedo anche cosa lei provi e se si rende conto dell’immenso potere che possiede nei miei confronti. Potrebbe fare qualunque cosa ed io non obietterei, compiacendomi di avere a fianco una donna del genere. E se lei sfruttasse questo potere per fare i suoi comodi? Oh mio Dio, non voglio nemmeno pensarci ma questo pensiero si insinua strisciando nella mia mente. Ieri sera, ad esempio, e’ uscita di casa da sola e io naturalmente non ho potuto dire nulla a riguardo. Ma se ne approfittasse per avere un altro uomo? Oh non una scena cuckold, per carita’. Non potrei sopportare di vederla scopare con un altro uomo ed evidentemente non sono sottomesso fino a quel punto ma intendevo un tradimento normale, di quelli che tante donne attuano nei confronti del proprio marito. Soltanto che le altre donne si devono arrabattare per trovare una scusa credibile mentre a mia moglie basterebbe dire che esce, mettendomi addirittura in punizione e fare i suoi comodi perche’ lei e’ la padrona, la mia padrona. Oh no! Non lei. Sorrido perche’ ne sono sicuro. Per sottomettersi ad una donna, la fiducia deve essere totale. Si deve riporre la propria vita nelle mani di un’altra persona ed io mi fido di lei come di nessuna altra persona a parte mia figlia. Le altre due persone alle quali avrei riposto la mia vita non ci sono piu’ avendo avuto fretta di guardarmi e proteggermi da lassu’ e le mie due donne sono quanto di piu’ meraviglioso io possegga nella mia vita. E forse piu’ di mia figlia e’ proprio mia moglie la persona che possiede la mia fiducia piu’ totale. Una figlia forse la ami in maniera addirittura maggiore ma lei e’ un’altra entita’, ha una vita propria mentre M. la sua vita la condivide con me e so che la mia fiducia e’ riposta nelle mani giuste, nelle mani della donna che amo e che mi ama. Rimane il mistero del perche’ si stia comportando in questa maniera anomala anche se la presenza della sua carissima nemica e’ piu’ di un indizio. E comunque, ho accettato questa situazione quando le ho detto che nel preciso momento in cui lei si senta di diventare la mia donna dominante, io automaticamente diverro’ il suo docile marito sottomesso. Pertanto, rimango inginocchiato e senza muovermi a testa giu’ come mi ha ordinato, dolorante ma felice di esserle obbediente come uno scolaretto.

Comincio a sentire dolore. Oh la mia povera schiena. Queste sono cose che avrei dovuto fare a trent’anni ma non mi muovo e non mi muoverei nemmeno sotto minaccia. Finalmente il rumore del phon e’ terminato e infatti dopo pochissimi istanti M. ricompare dinanzi ai miei occhi. Veramente di lei vedo solo i piedi e la parte finale dell’accappatoio considerando la mia testa china sul pavimento. Non dice nulla e mi passa davanti come se non esistessi. Sento il classico rumore dell’apertura degli armadi provenire dalle mie spalle. Sta cercando qualcosa e inizialmente immagino che voglia solo scegliere cosa indossare stasera. Ma quando sento la scudisciata di una cinta, della mia cinta, arrivare violenta sul letto, capisco. E con la comprensione della situazione mi arriva anche un brivido sulla schiena. Oh cazzo. Mi vuole frustare con la mia cinta? Giro la testa involontariamente e la voce di mia moglie risuona nella stanza
“ Non ti muovere” Sono confuso. Molto confuso. Tutto questo esula dai nostri giochi ma forse proprio per questo mi sta regalando delle sensazioni mai provate prima. Sensazioni di vera paura, ad esempio. Un’altra scudisciata arriva per fortuna sul letto e non sul mio corpo e la sensazione di paura raddoppia. Mi sono rimesso a capo chino come lei mi ha ordinato e non ho la visione di cio’ che accade vicino a me ma posso sentire i suoi passi sul pavimento anche se adesso ha messo le sue solite ciabattine che usa per casa. La sento girare per la stanza e poi mi viene alle spalle. Un altro brivido per tutto il corpo. Sento le sue mani sul mio viso e soprattutto qualcosa che mi copre gli occhi e che mi sta legando ben stretto dietro la testa ed infine qualcosa di molto piu’ duro che mi cinge il collo e poi sento tirare. Oh mio Dio, mi ha messo la cinta intorno al collo, l’ha stretta e adesso la sta usando come se fosse un guinzaglio per cani. Mi trascina per la stanza ma sono completamente cieco e vado a sbattere contro il letto facendomi un male boia
“ Ahi” grido ma tanto basta per sentire una parte della cinta abbattersi sulla mia schiena
“ Silenzio!” tuona minacciosa. E’ la prima volta che vivo una situazione del genere e mi aspettavo un dolore immenso invece e’ appena percettibile ma tanto mi basta per rimanere in silenzio anche quando vado a sbattere di nuovo contro il letto. Mi aiuto con le mani e per fortuna non tira piu’ di tanto permettendomi quindi di seguirla a quattro zampe, sia pure con enorme difficolta’
“ Toglimi le ciabattine” mi ordina ed io a tastoni individuo i suoi piedi ed obbedisco. Dalla posizione, dovrebbe essersi messa seduta sul bordo del letto, nella parte interna della stanza, quella vicino alla finestra dalla parte dove lei dorme e aspetto altri suoi ordini che non tardano ad arrivare “Massaggia i miei piedi” Obbedisco nuovamente. Pur non essendo un feticista, l’ordine di massaggiarle i piedi non e’ affatto una novita’ e fa parte abitualmente delle nostre pratiche perche’, caso piu’ unico che raro, e’ lei ad amare questa pratica mentre a me non dice nulla. Non che la ecciti ma le piace perche’ le procura un senso di rilassatezza che difficilmente riscontra in altre situazioni. E dunque mi appresto a massaggiarle i piedi e comincio a farlo con tutto il trasporto possibile ma questo non basta a soddisfarla in quanto sento improvvisamente la cinta stringersi ancor di piu’ sul mio collo
“ Non lo stai facendo bene. Cosa c’e’? Non ti piacciono i miei piedi? O preferiresti quelli di Elena?”
“ No, no padrona, mi piacciono i tuoi” le dico e per tutta risposta mi arriva un’altra cintata sulla schiena. Stavolta la sento maggiormente anche se e’ ancora sopportabilissima ma non mi sento completamente a mio agio. Non ho vera paura ma sento qualcosa che non mi so spiegare completamente. Un po’ di timore, certo, spiegabilissimo con il fatto che ho una cinta al collo e qualcosa agli occhi che mi rende praticamente cieco. E se lei davvero si fosse stancata ed avesse deciso di dominarmi sempre in questo modo? E’ assurdo. Non e’ da lei ma nemmeno darmi delle cintate era da lei ed invece lo sta facendo. E continuo anche ad essere eccitato. Non per le cintate e tanto meno per il fatto di massaggiarle i piedi ma per il semplice fatto di essere praticamente alla sua merce’. Un brusco restringimento del cappio mi riporta a questa strana realta’
“ Sei sordo o deficiente? Come te lo devo dire che non devi parlare? Puoi rispondere a gesti. Se voglio sentire la tua voce te lo dico io. Rispondi come i mimi, muovi la testa e le mani ma non farmi piu’ sentire la tua voce” Lei allenta un po’ il cappio ed io riprendo a massaggiarle i piedi e aggiungo anche dei baci, cercando di fare tutto nel miglior modo possibile, come se ci fosse la cosa piu’ sexy esistente al mondo, come se da quello che sto facendo dipendesse la mia vita. Voglio soddisfarla, farle comprendere che di lei mi piace tutto, anche quei piedi che in realta’ non amo affatto. Li bacio dappertutto, con enfasi e trasporto. Sono assolutamente inodori, pulitissimi dopo la doccia che si e’ appena fatta e questo mi permette di continuare la mia operazione senza correre il rischio di fare la faccia schifata. Devo aver trascorso un bel po’ di tempo sotto i suoi piedi ma quando me li toglie non ho certo il tempo di rilassarmi in quanto sento di nuovo la cinta chiudersi intorno al collo. Abbiamo una parola d’ordine, usata spesso quando lei usa le sue mosse di judo nei miei confronti come ad esempio leve e soffocamenti ma stento a dirla. Posso respirare abbastanza tranquillamente ma se muovo il collo la cinta si stringe di nuovo inesorabile. Ed il buio intorno e’ qualcosa che acuisce in modo esponenziale la mia paura. Devo stare tranquillo. Non mi fara’ del male. Non troppo almeno. Continuo ad avere la massima fiducia in lei. Deve sapere che posso mettere la mia vita nelle sue mani senza alcun tentennamento. Rimango in quella posizione per altri interminabili secondi. Ogni tanto tira ed il cappio si stringe ma e’ solo questione di un istante perche’ poi rilascia la presa ma rimango comunque in quella scomoda posizione senza poter muovere un muscolo del collo. Finalmente sento il cappio allentarsi del tutto, segno che ha completamente lasciato la presa ma non posso certo gioire in quanto mi afferra per i capelli
“ Ora ascoltami bene, tonto di mamma. Adesso andremo a cena con Barbie e tu mangerai esattamente cio’ che io voglio. Non te lo posso ordinare ma devi capirmi al volo e assecondarmi. Fai ragionare il tuo cervello, se ci riesci, e vedrai che domani sera non la trascorrerai un’altra volta chiuso in bagno. E stavolta lo dovrai fare in ginocchio. Non credo che ti convenga. Ora basta, mi stai annoiando. Vai a farti la doccia” Mi toglie cio’ che avevo agli occhi che scopro essere una stola, forse di seta o di viscosa, di quelle che si usano per i vestiti troppo scollati per coprire almeno le spalle. Scopro anche che e’ interamente nuda e questa visione non e’ proprio il massimo per lenire la mia eccitazione che fatico a far rientrare nella normalita’. Ho ancora la cinta intorno al collo e mi dice che posso togliermela. Sto per andare a fare la doccia quando mi richiama. Faccio rapidamente dietro front e mi posiziono dinanzi a lei, a capo ovviamente basso. Lei afferra il mio mento, lo tira su e quindi passa una mano sul mio viso ma non e’ una carezza
“ Lo sai che non amo la barba. Mi stai per caso sfidando?” Faccio di no col capo. Vorrei dirle che non me la sono fatta per non fare tardi stamattina ma meglio stare zitto. Si, lo so che non ama la barba. Anni addietro portavo il pizzetto che nemmeno mi stava male ma me lo fece togliere. Non da padrona ma da moglie che sosteneva che la mia barba le bruciava il viso. Faccio il gesto di radermi e lei annuisce
“ Si, fatti anche la barba e sbrigati” Farmi la barba di sera e’ per me un martirio perche’ ce l’ho piuttosto dura e solo la mattina, col viso riposato, riesco a farmela senza essere scambiato per una maschera horror di un film di Dario Argento ma non e’ questo il momento di contraddirla. Me ne vado in bagno e comincio col farmi la doccia. L’erezione e’ ormai palpitante. Ho vissuto momenti di vero femdom mai vissuti in precedenza e questa e’ la logica conseguenza. Mi viene istintivo toccarmi ma poi sento che non lo devo fare. Non senza l’ordine della mia padrona. Penso solamente a lavarmi e a rinfrescarmi cercando di non pensare a cio’ che e’ stato ed a cio’ che potra’ accadere in seguito. Tocca poi alla barba. Faccio attenzione a non tagliarmi e quasi per miracolo ci riesco, dopodiche’ esco dal bagno con l’accappatoio indosso, ancora confuso ed un po’ intontito per cio’ che e’ appena accaduto. Ma sono soprattutto incredulo di fronte a questo strano cambiamento di mia moglie. Respiro profondamente prima di entrare nella nostra camera dove lei mi sta aspettando e poi mi avvio. La serata sta appena per iniziare.
 
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view post Posted on 18/7/2022, 16:28     +2   +1   -1

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Quattordicesimo episodio

Entro nella nostra camera da letto e vedo che mia moglie e’ in piedi dinanzi allo specchio per truccarsi e si e’ gia’ vestita. Dio mio. Sono gli occhi miei o la vedo bellissima? Ha messo un paio di jeans molto ma molto aderenti che delineano il suo corpo alla perfezione. Non sono stinti ma blu scuro, a tubino che lasciano scoperta la caviglia. E ai piedi un paio di scarpe…….. Non so come definirle. Innanzi tutto, sono col tacco molto alto e fino, quasi a spillo, aperte come se fossero sandali ma con una copertura di pelle nera che sovrasta il collo del piede. Non le ho mai visto indosso ne’ le scarpe e nemmeno i jeans che pure e’ l’indumento che usa di piu’. Ma di solito indossa quelli piu’ casual e non quelli che strizzano l’occhio alla sensualita’ come questi. Sopra ha invece messo una casacchina piuttosto larga con il collo a barca. E’ bianca e non arriva a coprire il sedere strizzato nei jeans e ha delle frange finali nella parte frontale mentre dietro e’ liscia. E’ senza maniche, con le spalline fine a tenerla su e lascia scoperta tutta la parte superiore al seno mentre i seni sono invece ben coperti anche se noto che il bianco traspare un po’ ma non si nota nulla grazie al reggiseno color carne. Malgrado la trasparenza, non si puo’ definire una mise troppo sensuale ma semplicemente una cosina adatta all’estate tanto che, almeno questa, mi ricordo di avergliela vista indosso in altre occasioni. E’ ormai lontanissimo il tempo in cui d’estate non indossava mai camicette o canotte senza manica perche’ diceva < C’ho le spalle troppo grosse>, forse la sua piu’ grande fissazione riguardo il suo aspetto fisico dovuto probabilmente ai suoi intensi allenamenti giovanili e ormai ha imparato a convivere con questo problema, se tale vogliamo chiamarlo, senza rinunciare a mettersi qualcosa di scollato. E a me questo cosiddetto problema e’ sempre sembrato infatti una grossa idiozia.
Rimango per un attimo a contemplarla. Posso ammirarla completamente anche se mi da le spalle grazie allo specchio che mi rimanda la sua immagine dal davanti. Mi avvicino e noto che si e’ truccata molto accuratamente, compreso un bel rossetto. Altre cose strane per le sue attitudini. I tacchi alti li mette quasi esclusivamente durante i nostri giochi o ai matrimoni mentre per il resto possiede solo calzature basse o scarpe da ginnastica considerando che predilige la comodità e comunque è già abbastanza alta di suo e non è sua abitudine truccarsi vistosamente, a parte le situazioni sopra elencate. Per non parlare di questi jeans troppo aderenti che le strizzano il suo culetto in modo delizioso. Non e’ certo il suo look abituale, insomma ed e’ decisamente vistosa, a riprova di come ogni donna, se vuole, puo’ diventare bellissima. E comunque ormai in queste ultime ore sto facendo l’abitudine alle azioni strane di mia moglie. Io intanto sono rimasto piacevolmente senza fiato contemplandola ed attendo in religioso silenzio che lei si degni di rivolgermi la parola. Aspetto circa un minuto poi si volta
“ Vestiti” ordina proseguendo poi a darsi gli ultimi ritocchi al trucco. Ormai e’ chiaro. Il suo look di giornata dimostra che vuole mettersi in competizione con Elena. Ma perche? Perche’ l’ho ammirata? Non capisco soprattutto perche’ non rientra nel suo carattere. Non basatevi su quello che sto scrivendo adesso. M. e’ una donna molto misurata nella sua vita di tutti i giorni e tutto cio’ che sta facendo da quando ha incontrato Elena non e’ da lei. Competizione o no, per me cio’ che sto vivendo e’ quasi un paradiso in terra e per renderlo meraviglioso avrei solo bisogno di fare l’amore con lei. Me la sono immaginata un milione di volte come poteva essere una dominazione ininterrotta e piuttosto gravosa come quella che sto vivendo adesso e malgrado le complicazioni, malgrado le privazione, io ne sono affascinato. Altre volte abbiamo vissuto situazioni simili, soprattutto in vacanza da soli, ma stavolta c’e’ qualcosa di diverso. Forse lei e’ piu’ matura, decisamente piu’ cattiva nei miei confronti senza quel timore di farmi qualcosa che non avrei potuto gradire che l’ha sempre accompagnata in questo percorso di dominazione ma di sicuro da ieri sera mia moglie e’ diventata una dominatrice vera e non solamente una donna che fa sesso strano col marito.

A vestirmi ci metto veramente poco. Mi sono messo il mio solito pantaloncino corto, stavolta nero, ci ho messo la cinta con la quale per poco non mi strozza e ci ho abbinato una polo gialla che fa ben risaltare la mia carnagione olivastra. Naturalmente, non faccio a meno dei miei sandali da frate, il massimo della comodita’ anche se non propriamente una bellezza estetica. Mia moglie ha smesso ormai di riguardarsi il trucco e mi sta osservando con attenzione seduta sul letto. Vado davanti a lei allargando le braccia per farle capire che sono pronto. Continua a guardarmi e quindi si alza. La sua altezza, i suoi 175 centimetri uniti ai tacchi alti che porta, me la fanno guardare dal basso verso l’alto, altra meravigliosa sensazione di inferiorita’ nei suoi confronti che provo ogni volta si mette in scena il nostro gioco, con lei che indossa calzature addirittura piu’ alte di queste e che si rinnova magicamente ogni volta. Non ha gli occhiali, segno che si e’ messa le lenti a contatto e scuote la testa facendo un ghigno che mi fa sospirare di timore
“ Braccia lungo i fianchi” mi ordina. Oddio, so cosa vuol fare. Chiudo gli occhi e la sberla mi colpisce in pieno. Riesco a non lamentarmi ma cavolo se fa male. La guardo cercando di farle capire che non capisco il motivo di questo ceffone e la spiegazione arriva subito “Dimmi un po’. Tu vorresti uscire con me conciato in quella maniera? Con quelle scarpe? Semmai si possono definire scarpe quelle cose che porti ai piedi. Ci vuole il tuo cervello per vestirti cosi’. Io mi vesto carina, mi trucco, mi metto i tacchi alti e tu ti vesti da pezzente? Allora dimmi che me lo fai apposta. Lo fa apposta?” Ha ragione. Ha ragione lei. Dovevo vestirmi in modo adeguato ma non ci ho pensato. Scuoto la testa per dire no ma temo che sia inutile e lei prosegue “Vuoi scommettere che il marito di Barbie e’ vestito in modo dignitoso e che non si sogna di far sfigurare la moglie? Questa me la paghi salata. Togliti i pantaloni e gli slip e sdraiatiti sul letto a testa in giu’ e con gli occhi chiusi” mi intima. Obbedisco. Credo che voglia sculacciarmi. Altra pratica che a volte mettiamo in atto e non mi impensierisce piu’ di tanto malgrado lei abbia la mano pesante. Invece sento arrivarmi a pochi centimetri una cintata che colpisce il letto. Oh no, questa non me l’aspettavo. Non vuole sculacciarmi, non con le mani almeno. Ha tolto la cinta dai miei pantaloncini e vuole usarla di nuovo. E temo che stavolta la cosa non sara’ indolore. Chiudo gli occhi e poi la sento. Fa un male cane. Accidenti a me. Dovevo ragionare di piu’ e vestirmi in modo adeguato. Ormai il mio cervello e’ in tilt totale e sono convintissimo di meritare tutto questo. Cerco comunque di trattenere l’urlo ma qualcosa mi esce
“ Continuero’ fino a quando la tua boccaccia stara’ completamente chiusa. Se ti lamenti te ne arrivera’ un’altra e poi un’altra fino a che la cintata non sara’ seguita da un silenzio totale” Arriva la seconda cintata sul sedere. Dio che dolore! Ma sto zitto. Non un fiato esce dalla mia bocca. Sento mia moglie fare un mezzo sorriso “Bravo, ogni promessa e’ un debito. Basta cintate. Ora sdraiati sul pavimento a pancia sopra” Ancora una volta obbedisco di corsa. Lei e’ ora maestosa sopra di me ed alza la gamba. Oddio, con quei tacchi puo’ infilzarmi come un tordo. Il tacco si ferma sulla mia guancia “Allora Davide, continuano a piacerti i tacchi alti? Quante volte mi hai rotto l’anima per farmeli indossare?” Sento il tacco che struscia sul viso. Non fa male ma e’ una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse passando un coltello affilato sul volto pronto a sfregiarmi o ad infilzarmi appena gli va. Mi arriva anche un leggero calcetto “Ti ho fatto una domanda. Continuano a piacerti?” Annuisco. Si, mi piacciono e li adoro indosso a lei. Toglie il piede dalla mia faccia e mi dice di voltarmi e di mettermi a faccia in giu’. Temo qualcos’altro. Ancora una volta non vedo cosa sta facendo ma sento il rumore dell’armadio che si apre. Cosa vuol fare adesso? Passano alcuni secondi, forse un minuto e poi sento di nuovo la sua voce
“ Alzati e indossa quello che ti ho preparato sopra il letto. Appena hai fatto raggiungimi in cucina. Veloce!” Mi alzo mentre vedo che esce dalla nostra camera. Mi ha preparato un paio di jeans, l’unico che mi sono portato appresso in questa vacanza, una camicia a righine celeste con le maniche lunghe in quanto anche d’estate non porto mai quelle a mezze maniche e un paio di scarpe chiuse di tela blu. Mi vesto ancora una volta rapidamente. Beh, in effetti cosi’ sono piu’ presentabile. Ho arrotolato le maniche della camicia che, al contrario della maglietta, non mi fa la forma dello stomaco e sto molto meglio. Prendo il mio portafogli. Accidenti! Ho solo una cinquantina di euro e dovro’ pagare con la carta di credito. Poco male ma domani dovro’ passare al bancomat. Raggiungo mia moglie in cucina che sta vedendo la televisione. Il gioco preserale in onda su Rai 1 mi fa capire che dovrebbero essere appena le sette di sera o poco piu’. E’ quindi molto presto per il nostro appuntamento. Mi ordina di prenderle una sigaretta e mi prostro dinanzi a lei con il posacenere in mano, altra scena tipica dei nostri momenti ma che, come le altre che ho vissuto in questa lunghissima ora, assume un connotato diverso e di sottomissione piu’ intensa. Finisce la sigaretta e si alza
“ Bene, mi sembra sia giunto il momento di scendere” mi dice sempre con quel sorriso enigmatico. La Gioconda le fa un baffo quando sorride in questo modo. Mi afferra per un braccio e prosegue “Vediamo pero’ prima come hai lasciato il bagno” Oh no, il bagno. Non l’ho pulito, cazzo. Non rientra nelle mie abitudini farlo e non ci ho pensato. Ho un attimo di sgomento ed un brivido, stavolta vero e non immaginario, mi percorre il corpo. Ho paura. Una strana paura quasi impossibile da spiegare. Si affaccia all’entrata del bagno e ci vuole poco per farle comprendere come sia ancora completamente in disordine. Ci sono chiazze d’acqua, il phon che lei ha usato poggiato sulla lavatrice, un asciugamano per terra ed il tubetto del dentifricio sul bordo del lavandino. Mi guarda e scuote la testa “E secondo te, e’ normale uscire di casa lasciando un casino del genere? Dove hai vissuto fino ad ora? Nelle caverne?” Sospiro preoccupato e dispiaciuto ma ormai e’ tardi. Mi ordina di attenderla nella nostra camera da letto e riappare dopo qualche istante con un bel sorriso stampato in faccia ed una spazzola per i capelli in una mano che batte ritmicamente sull’altra mano
“ La casa e’ veramente piena di oggetti che si possono usare in diversi modi” esordisce con un tono intriso di ironia. Non mi ci vuole molto per comprendere e sento ancora quel brivido di paura attraversarmi il corpo. Ho appena smaltito il dolore sul mio povero sedere e credo che si ricomincera’ cambiando attrezzo. Ed invece, ancora una volta, mi sorprende “Braccia aperte e polsi rivolti verso l’alto” Cosa? Non puo’ essere quello che penso. Lo e’, invece. Afferra la spazzola e poi me la sbatte sulla mano destra. Dolore! Un po’ attutito dal fatto che involontariamente ho un po’ abbassato il braccio. Ma ahime’, se ne e’ accorta “Non mi prendere per il culo. Tieni le braccia rigide e conta fino……. Fino a dieci. Credo che dieci spazzolettate sulla mano possano essere la punizione adeguata” Chiudo gli occhi ma obbedisco in silenzio, a parte contare i colpi di spazzola che si abbattono sulla mia mano destra. Stavolta fa un male cane. Vorrei dirle di smettere, che sono pentito ma soprattutto che non sono un masochista che ama sentire questo dolore boia. Mi ricordo quando le feci quella lunga confessione dove le raccontai i miei istinti e quando toccai il tasto di eventuali punizioni e lei non riusciva a comprendere < Perche’ serve per incutermi timore, per farmi obbedire e non farmi commettere errori. Dopo una punizione, soprattutto una punizione abbastanza dolorosa, la mia sottomissione sara’ ancora maggiore e ti guardero’ davvero come una padrona, una padrona severa e la mia adorazione nei tuoi confronti sara’ ancora maggiore>. Ecco cosa le dissi e avevo perfettamente ragione. Mentre la spazzola si abbatte con sempre maggiore efficacia sul palmo della mia mano, mi dico che sono stato un emerito coglione a lasciare tutto il bagno in disordine, che avevo l’obbligo di sistemare e che la mia padrona sta semplicemente facendo quello che e’ giusto fare. Quando termina, mi prendo la mano destra martoriata con quella sinistra e mi sembra di percepire nel suo sguardo un pizzico di preoccupazione. Ma e’ solo un attimo ed il suo sguardo ridiventa quello autoritario che ha sfoggiato fino ad adesso
“ Non hai niente di rotto. Ma ti servira’ per farti comprendere che non scherzo. Te l’ho detto ieri sera e te lo ribadisco adesso. Se mi obbedisci e fai le cose che devi fare, come sarebbe stato rimettere in ordine il bagno, te la cavi senza grossi danni, altrimenti saranno problemi enormi per te. Credo di essere stata abbastanza chiara. Ed ora sbrigati a pulire il bagno. Voglio scendere e non voglio trascorrere la serata dentro casa ad aspettare che tu finisca le pulizie che ti competono” Chino la testa. Si, avevo ragione quando, pur senza aver mai provato la dominazione, immaginavo le mie sensazioni. La mia adorazione nei suoi confronti e’ incredibilmente aumentata e so che devo meritarmi questo onore. E per farlo debbo fare le cose per bene ed alla svelta. Entro nel bagno, con la mano destra ancora indolenzita ma che gia’ sta ritornando alla normalita’. E’ un dolore intensissimo nel momento in cui la spazzola si abbatte sul palmo ma sembra essere veloce anche nel passare anche se il rossore mi ricorda la punizione appena subita. Malgrado il casino, ci metto veramente poco a sistemare il bagno. Il disordine era piu’ apparente che reale in quanto per sistemare un tubetto di dentifricio e il phon e’ davvero una questione di istanti. Quando termino mi ripresento di fronte a lei che senza quasi degnarmi di un’occhiata si avvia a controllare il mio operato
“ Bene. Vedo che le mie punizioni sono servite a qualcosa. Adesso possiamo scendere” conclude facendomi attendere quelle parole per un bel po’ mentre osservava con attenzione le mie opere di pulizia, probabilmente per tenermi sulle spine. Sono contento che lei sia soddisfatta, finalmente. No di piu’. Sono fiero, quasi come se avessi fatto chissa’ quale eroismo e mentre ci avviamo verso la porta per uscire penso a quanto tutto questo sia diverso da quello che facciamo abitualmente. Non e’ nemmeno il dolore delle cintate o delle spazzolettate. Essere stretto in una delle sue leve articolari, cosa abbastanza di routine nei nostri giochi, non e’ meno doloroso di quello che ho provato oggi tanto che spesso ho dovuto dire la mia parola d’ordine perche’ da quelle leve o da quei soffocamenti non si esce, ve lo posso garantire. Ma quella che sto provando stasera e’, almeno a mio parere, vera dominazione. Non e’ un avvicinamento al sesso, un modo per renderlo meno vanigliato, ma qualcosa che mi sta prendendo la mente come mai era accaduto prima e mai come adesso sto vedendo mia moglie come la mia vera padrona. La guardo avanzare davanti a me in direzione della porta, ondeggiando sui tacchi alti e con quel jeans che sembra una seconda pelle e un miliardo di pensieri fanno confusione nel mio cervello. Si volta, mi osserva e mi fa addirittura chinare lo sguardo. Sembra sicurissima mentre invece io sono nervoso, con una paura tremenda di sbagliare. Era questo cio’ che cercavo? Sono troppo confuso per capirlo ma di sicuro so con certezza che sto vivendo questi momenti da vero marito sottomesso.
 
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view post Posted on 20/7/2022, 19:40     +2   +1   -1

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Quindicesimo episodio

Usciamo da casa dopo aver chiuso la porta e la osservo mentre sta attenta a non cadere mentre scendiamo le scale. Non deve essere molto facile scendere tre piani a piedi con scarpe che assomigliano ad una pertica. Ma quanto mi piacciono! Tempo fa, avevo letto come, a meta’ dell’ottocento, erano nate le scarpe coi tacchi per le donne e la cosa e’ davvero assurda se fosse autentica. Pare che una prostituta avesse avuto un incidente che l’aveva resa zoppa e per equilibrare la sua camminata si era fatta creare delle scarpe apposite. Col tacco, appunto. Da quel giorno, la sua clientela si triplico’, segno che agli uomini intrigava vedere una donna con le scarpe col tacco, tanto che le altre colleghe la imitarono. Aneddoto grazioso ma da verificare. Ma comunque non cambia la sostanza. Vedere una donna camminare sui tacchi alti, soprattutto una donna gia’ alta di suo come M. che puo’ troneggiare su di me, mi manda in estasi. Continuo ad osservare mia moglie che continua a scendere le scale con le sue logiche difficolta’ ma siamo finalmente arrivati. Mi dice che vuole andare a prendere qualcosa al bar in attesa dell’appuntamento ed e’ inutile sottolineare come quello che lei vuole sia legge per me. Mi dice anche che preferisce non rimanere sulla piazzetta e di allontanarsi un po’. Non ci sono molte possibilita’. O la piazzetta o il porto o il lungomare e pertanto ci avviamo verso il lungomare. Lasciamo la piazzetta che ancora non brulica di gente e ci immettiamo sul lungomare. Proprio di fronte a noi c’e’ il nostro stabilimento ma M. decide di virare verso nord. C’e’ solo l’imbarazzo nella scelta del bar e dopo circa duecento metri lei decide che ci possiamo fermare. Ci mettiamo seduti. Il ragazzo del bar esce subito per chiedere le ordinazioni visto che il locale e’ quasi vuoto a quest’ora, momento di pausa tra il mare e la passeggiata serale, e si riempira’ solo verso le 22 quando sara’ difficile trovare un tavolino libero. Mia moglie opta per uno spritz aperol con qualche patatina poi mi guarda sorridendo
“ Tu non vuoi niente, vero tesoro?” Deglutisco nervosamente. Ho l’impressione che qualunque cosa dica finiro’ per commettere un errore
“ No, non mi va niente, amore” mento. Me lo sarei preso volentieri anch’io uno spritz. Appena il barman si eclissa lei mi guarda soddisfatta
“ Bene. Vedo che forse hai capito. Ora muto e sguardo in basso. Se alzi gli occhi o dici una parola senza il mio permesso, appena a casa continueremo il discorsetto iniziato prima con la tua cinta. Oppure con la mia spazzola” Come disse Garibaldi, obbedisco. Chino la testa e rimango in quella posizione anche quando arriva lo spritz di mia moglie. Sento lo sguardo del ragazzo del bar su di me che per fingere indifferenza faccio vedere di stare alle prese con un bottone della camicia per giustificare il mio sguardo verso terra. Al limite, avra’ pensato che io sia un tipo un po’ strano, forse pensieroso ma niente puo’ lasciar pensare che sono alle prese con una situazione inerente al femdom e che ho ricevuto un ordine dalla mia padrona che intanto osservo con la coda dell’occhio. Beve un goccio del suo spritz, ci mangia qualche patatina e quindi cerca nella sua borsa per prendere un’altra sigaretta e il suo telefonino. La voce che con me era diventata dura e tagliente si ammorbidisce quando effettua la telefonata. Si tratta della sorellina. Beh sorellina per modo di dire visto che si tratta di una donna matura ma e’ piu’ piccola di lei di qualche anno. Parlano di cose futili, di come stanno, di come sta la mamma e soprattutto gli adorati nipoti. Il maschio ha dodici anni e la femmina e’ ormai un’incantevole signorina di quasi quindici anni che mi adora al pari dei miei nipoti carnali, completamente contraccambiati. Chiede alla sorella se e’ vicino a lei e poi, ricevuta evidentemente risposta affermativa, di passargliela
“ Amore della zia, come stai?” esordisce con la nipote. Un po’ di frasi di routine tra zia e nipote e poi la voce cambia leggermente tono e diventa ironica “Si, lo zio e’ vicino a me ma non te lo posso passare. Gli e’ andata via la voce, poverino. Deve essersi fatto il bagno con l’acqua troppo fredda e si e’ raffreddato. Mi dice comunque di mandarti un bacio. Ciao, tesoro. Ciao, a presto” Interrompe la telefonata con la sorella e la nipote e vedo che sta frugando di nuovo dentro la borsa. Quello che tira fuori adesso e’ il mio telefonino. Non ho mai avuto un gran rapporto col telefono cellulare e ancora adesso lo sfrutto a meno della meta’ del suo potenziale, un po’ per mancanza di interesse ed un po’ per scarsa capacita’ ma mi rendo comunque conto che non ne posso piu’ fare a meno. Mi manca e mi sembra di essere isolato dal resto del mondo
“ Ah, vediamo un po’ il tuo telefonino. A proposito, non si sta meglio senza scocciature? Un bel ritorno indietro nel passato quando per telefonare si usavano le schede. Te le ricordi? Penso proprio di averti fatto un regalo. Dovresti ringraziarmi. Fallo” Posso parlare, quindi. Spero di aver compreso bene
“ Grazie padrona” sussurro. Siamo praticamente da soli. Ci sono solo due coppie di ragazzi che erano alle prese con un gelato ma che adesso, con il mio sguardo chino, non vedo piu’ e due uomini anziani. Stanno pero’ abbastanza lontani da noi. Se parliamo a bassa voce come ho appena fatto, nessuno ci puo’ ascoltare
“ Bene. Mi fa piacere che hai gradito la mia decisione. Ora vediamo cosa nascondi in questo telefonino. Toh, guarda, tre chiamate perse. Sono tutte di tua sorella” Mia sorella? Che diavolo voleva? Sono preoccupato. Non sara’ per caso accaduto qualcosa? Devo essere un buon mimo perche’ M. comprende cosa voglio esternare e si mette a ridere di gusto “Tranquillizzati. L’ho chiamata io con una scusa. Non e’ successo nulla. Voleva solo sentire la tua voce e chiacchierare un po’. Le ho detto che hai il telefonino rotto e appena possibile la richiamerai ma che non si preoccupasse. Ti ho risparmiato alcune lunghe e noiose telefonate di tua sorella che tanto odi” Odio mia sorella? Ma cosa sta dicendo? Sgrano gli occhi e si mette a ridere di gusto “ Intendo le sue telefonate, non lei. Comunque, visto che ti ho fatto un altro favore, ringraziami. Ma con piu’ enfasi” Sospiro e deglutisco nervosamente. Cosa vuol dire ringraziare con enfasi? Ci provo e che Dio me la mandi buona
“ Ti ringrazio, padrona. Grazie di avermi tolto il telefonino e di non avermi fatto perdere tempo prezioso con mia sorella che tanto non aveva niente d’importante da dirmi. Grazie anche perche’ ……”
“ Alt, basta cosi’. Ho sentito la tua voce anche troppo” Volevo dirle che quel tempo che avrei speso a sentire i soliti discorsi di mia sorella li ho potuti dedicare alla mia padrona ma non me ne ha dato il tempo. Continua a giocherellare col mio telefonino. Come ho gia’ detto, non ho nulla da nascondere ma e’ fastidioso vedere il proprio telefonino in mano ad un’altra persona. Gia’ provo questa sensazione quando mia figlia me lo frega ed altrettanto mi sta accadendo con mia moglie. Poi pero’ alzo le spalle. Lei ha diritto di farlo. La mia privacy non deve esistere. Quando uno accetta di vivere in questo modo con la propria compagna, deve sapere che si possono creare queste situazioni e mi accorgo che quel fastidio che ho provato all’inizio ora non esiste piu’. Le ho dato la mia vita in mano e puo’ farci quello che vuole perche’, come ho sostenuto prima, ho la massima fiducia in lei. Prosegue nel far scorrere su e giu’ il mio cellulare
“ Toh guarda! Ci sono ben 54 messaggi su whatts’app. Incredibile! Sei piu’ ricercato te di uno evaso dal carcere. Vediamo un po’……. Sono della chat di lavoro e dei nostri amici. Poi li guardero’ per bene. C’e’ anche un messaggio vocale. Lo vogliamo sentire? Ah gia’, sono io che decido. Ma si, e’ di uno dei nostri amici e sicuramente non c’e’ niente di male” No, sicuramente non c’e’ niente di male. Cosa mai potra’ dirmi che mi possa mettere a rischio? Attendiamo alcuni secondi e poi si sente chiara e nitida la voce di uno dei miei amici piu’ cari
“ Ohi, ma sei morto? Oppure ti si e’ solo rotto il ditino e non puoi rispondere? Qui stiamo alla grande. C’e’ una figa da panico in topless che mi sta mandando fuori di testa. Se ci riesco ti mando una foto” Ecco, ci siamo. Peggio di cosi’ non poteva andare. Proprio adesso mi doveva mandare un messaggio vocale con una frase del genere? Porca di quella miseriaccia zozza. Lo sguardo di M. su di me lo percepisco infatti molto pesante pur non potendola guardare negli occhi
“ Ma bravo! Sono questi i messaggi che vi scambiate te e quell’altro pervertito?” La guardo preoccupato. Sono solo stronzate tra uomini. Il mio amico ama la moglie ma le donne non possono comprendere che a volte tra di noi usiamo un linguaggio da caserma che pero’ non ha niente a che vedere con le nostre reali intenzioni ed i nostri sentimenti. Sono preoccupato ma M. smorza in parte le mie preoccupazioni
“ Tranquillo, non diro’ niente a nessuno. Non posso dire che ho scoperto certe cose semplicemente perche’ ho sequestrato il telefonino a mio marito. Tanto, siete tutti uguali” Mi sembra di percepire in quest’ultima frase un po’ di delusione nel genere maschile alimentata anche dal mio comportamento e dagli sguardi che ho avuto ieri nei confronti di Elena. Prende in mano il bicchiere e da un altro sorso al suo spritz
“ Questo spritz mi ha messo sete. Vai a prendermi una bottiglietta d’acqua” Scatto come una molla e mi precipito all’interno del bar chiedendo appunto una bottiglietta d’acqua. Il barman mi sorride educatamente e mi dice che me la portera’ il ragazzo addetto ai tavolini, quello che ha portato prima la consumazione a mia moglie. Torno al bar e adesso posso vedere mia moglie in faccia. Non so se la preferisco con gli occhiali o senza ma comunque sia, stasera sta alla grande. Peccato che si trucchi una volta ogni morto di papa ma quando lo fa scala diverse categorie. Forse per la mia mania di trovare piu’ attraente una donna che ostenta la propria bellezza anziche’ nasconderla o forse perche’ la mia attuale situazione di sottomesso me la fanno vedere meravigliosa. Sto per risiedermi accanto a lei che pero’ mi guarda un po’ stupita
“ L’acqua?” Devo per forza rispondere
“ Te la porta il ragazzo” Come stamattina al mare, sento di nuovo le sue unghia conficcarsi nella mia carne
“ Non un grido se no me la paghi. Ti avevo ordinato di portarmi una bottiglietta d’acqua. Cioe’ che TU mi dovevi portare immediatamente l’acqua perche’ ho sete. Non m’importa che ti hanno detto che me l’avrebbero portata subito. Ti avevo dato un ordine ben preciso e tu non hai obbedito. Ci sara’ una punizione per te stasera” Oh cavolo! E’ difficile. Un conto e’ obbedirle durante i nostri giochi ed un altro farlo nella realta’ dinanzi a tutti ma la colpa e’ mia. Avrei dovuto ascoltare meglio le sue parole. Non sono preoccupato per la punizione ma deluso dalla mia mancanza di comprensione. Devo pero’ anche fare i conti con le sue unghia ben affilate che sembrano dovermi tagliare un pezzo di carne e faccio fatica a non emettere suoni di lamenti ma stavolta ci riesco e ancora una volta ne sono fiero. Si interrompe con l’arrivo del ragazzo che le porta finalmente la sua bottiglia d’acqua e tiro un sospiro di sollievo anche se mi guardo il braccio e scopro che mi ha lasciato un segno ben visibile. Credo che anche questa serata sara’ lunghissima ma scopro anche che non mi dispiace troppo. Voglio viverla assaporando ogni istante di questa strana dominazione, strana ovviamente per i nostri standard, che mi sta facendo vivere esattamente come un marito sottomesso, proprio come avevo sognato per anni.
 
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20 replies since 16/6/2022, 13:22   6969 views
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