Legami di Seta - Forum Italiano BDSM & Fetish

Posts written by schiavodimiamoglie

view post Posted: 14/5/2024, 16:23     Sei feticista se ami l'unione di oggetto e persona? - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
CITAZIONE (Apollinaire81 @ 14/5/2024, 14:48) 
Permettimi, ma contesto l'espressione "Sapendo che per il feticista conta l'oggetto e non la persona". Questo riguarda solo ed esclusivamente chi ha un disturbo patologico diagnosticato secondo la sessuologia.

Diversamente il comportamento feticista prevede che una persona abbia un'attrazione per un oggetto o una parte del corpo strettamente in connessione a quella persona. Io posso avere pure una predilezione per uno specifico indumento od oggetto in funzione erotica, ma dipende sempre dalla persona a cui la associo.

Concordo pienamente sulle ballerine invece. Sono il male assoluto :lol:

Mah, non sono feticista e quindi forse sono la persona meno adatta per esprimere giudizi ma a me sembra che i feticisti e in particolar modo i retifisti abbiano come oggetto del desiderio i piedi a prescindere di chi siano. Questo almeno è ciò che salta agli occhi leggendo le varie discussioni sui forum tematici. Che poi sia un disturbo psicologico inerente la sessualità, d'accordissimo ma qui siamo tutti un po' disturbati. Aggiungo che anche chi ha come oggetto del desiderio le scarpe, vedo che le leccherebbe a prescindere dalla donna che le ha indossate.
Per il resto, mi ritrovo molto in quello che ha scritto zilly.
view post Posted: 7/5/2024, 14:27     Gwyneth Paltrow - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
E' l'ultima attrice che mi fa venire in mente il BDSM. Brutta ovviamente non è ma sinceramente c'è molto di meglio a Hollywood. Non vedo nemmeno tutte queste espressioni stronze e altere sul suo viso. Dipende dal ruolo più che dalla persona perché quello che sappiamo di lei è solo attraverso i ruoli che ha interpretato e ne ha fatti di tutti i tipi, anche di fanciulle dolci e amorevoli.
view post Posted: 23/4/2024, 15:58     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Diciottesimo ed ultimo episodio

Thula osservo’ quelle cose contenute nel recipiente. Non ci volle molto per capire di cosa si trattasse. Per alcuni secondi barcollo’ incredula, poi ando’ in cucina dove aveva lasciato il giornale acquistato all’uscita del ristorante e capi’. Non poteva non capire. Torno’ indietro nella stanza da letto dove John era ancora seduto a terra nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato, pesto e sanguinante e lo afferro’ per la spalla costringendolo a rialzarsi
“ Tu… Tu sei…” John Terrence sorrise sfrontatamente. Aveva uno sguardo diverso in quel momento e Thula rabbrividi’. Quello sguardo che quasi la stava per fare innamorare era scomparso
“ Si, sono io” disse infine sogghignando” Thula torno’ indietro per richiudere quel macabro contenitore. Dentro, aveva potuto notare almeno un cuore, un paio di fegati, parti di organi genitali femminili, un rene, parti di un orecchio e di un naso, parti di intestini, tutti contenuti in quel parallelepipedo di ceramica e mantenuti in un decente stato conservativo grazie all’alcool etilico. Thula torno’ dall’uomo e lo sollevo’ con tutta la rabbia che aveva in corpo colpendolo con un pugno tremendo al volto. L’uomo si riaccascio’ a terra dolorante e quasi impossibilitato a muoversi
“ Perche’? Perche’ ti sei macchiato di questi orribili delitti?” John sputo’ sangue dalla bocca
“ Perche’? Ormai la conoscete la mia vita. Datela voi una spiegazione, visto che siete tanto intelligente” La donna si mise a sedere sul letto con le mani in faccia per alcuni secondi. Poi guardo’ di nuovo l’uomo
“ Dunque, sei tu il famoso Jack lo squartatore?”
“ Sono cosi’ famoso anche dopo tutti questi secoli?”
“ Gia’” ammise Thula “Tu sei stato il primo serial killer che la storia ricordi. Una specie di mito”
“ Davvero? Non pensavo che sarei potuto diventare cosi’ famoso. E lo sono con il soprannome che mi sono affibbiato?”
“ Ovviamente. Anche perche’ abbiamo appurato che John Terrence e’ il tuo vero nome e pertanto, se lo avessi usato ti avrei riconosciuto”
“ Sono felice, sapete. Gli ultimi mesi sono stati molto difficili per me e sapere che il mio operato e’ diventato tale da essere ricordato anche dopo quattro secoli e mezzo, mi dà veramente una sensazione di gioia” Thula lo afferro per l’ennesima volta con rabbia, dopo le ultime parole dette dall’inglese. Lo scosse violentemente e poi lo getto’ di nuovo in terra. Respiro’ a lungo e solamente quando si rese conto di essersi calmata si rimise seduta per proseguire il suo interrogatorio
“ Perche’ hai scelto come nome Jack?” John scrollo’ le spalle
“ Sapete come mi chiamavano? Il mostro di Whitechapel. Non mi piaceva essere considerato un mostro e cosi’ mi sono firmato come Jack the ripper. Lo trovo molto piu’ congeniale”
“ Gia’, Whitechapel, il quartiere di Jack lo squartatore. Come ho fatto a non collegare le due cose?”
“ Non mi direte che ho fatto diventare famoso anche questo schifo di quartiere?” chiese l’uomo sempre sogghignando
“ Te ne vanti, a quanto posso vedere”
“ Beh, chi non se ne vanterebbe? Mi state appena dicendo che il mio nome rimarra’ famoso per tutti questi anni. E pensare che volevo solo attirare l’attenzione della gente di Londra”
“ E per attirare quest’attenzione hai mandato una lettera a Scotland Yard?”
“ Di lettere ne ho mandate tre. La prima, che inviai alla Central New Agency non fu nemmeno presa in considerazione. Credevano che mi stessi inventando tutto”
“ La classica lettera del mitomane” intervenne la donna”
“ E cosi’, alla seconda lettera, promisi che l’evento sarebbe stato doppio e cosi’ uccisi due donne nella stessa notte. Soltanto allora hanno cominciato a credermi, quegli idioti”
“ Ma perche’? Perche’ uccidere delle prostitute?” John Terrence scoppio’ in una risata nervosa
“ Davvero volete saperlo? Non ci credereste dopo quello che c’e’ stato tra di noi”
“ Ormai crederei a qualsiasi cosa. Avanti, dimmi il motivo”
“ Perche’ mi prendevano in giro. Tutte le donne che ho conosciuto mi hanno deriso. Deridevano il fatto che io non fossi un vero uomo” Thula lo guardo’ meravigliata
“ Mi stai di nuovo mentendo? Ho fatto sesso con te e ho visto con i miei occhi mentre lo facevi con Elana. Come puoi dirmi che le donne ti deridevano perche’ non ti consideravano un vero uomo?
“ E’ proprio questo che nemmeno io capisco. Possibile che non ve ne siete resa conto? Per me con Elana e’ stata la prima volta. Non mi era mai accaduto prima. Fino ad allora non mi era successo che il mio… Insomma, capite, vero?”
“ Non ti eri mai eccitato?”
“ No, mai. Ecco perche’ non volevo farlo con Elana. Era ovvio che se vi avessi detto che non ci riuscivo, non avreste creduto nemmeno al fatto che volevo farlo con Genevieve” Thula scosse la testa
“ E quindi, non volevi violentarla ma ucciderla”
“ Certo che la volevo uccidere. Dopo quello che mi avete detto sulle atrocita’ che commettete a chi si macchia di un omicidio verso una donna, dire che volevo soltanto farci l’amore mi sembrava la cosa meno rischiosa per me”
“ Perche’ hai scelto una ragazza normale dopo esserti dedicato esclusivamente alle prostitute?”
“ Sempre donne erano. Uccidere delle puttane era soltanto piu’ semplice che uccidere una donna normale ma a Parigi per poco un protettore non mi ammazzava. E cosi’ avevo deciso di cambiare il tipo di donna. Quando ho visto Genevieve ho deciso impulsivamente. Poi e’ arrivata Elana e il resto lo sapete” Thula si alzo’ andando incontro all’uomo e aiutandolo a rialzarsi
“ Tu sai che sarai punito gravemente per questo? Che quasi sicuramente la tua sara’ una condanna a morte?” John alzo’ le spalle
“ Lo so ma che posso farci? Ero quasi riuscito a farvi credere di essere una vittima. Altri dieci secondi e ci saremmo trovati a Parigi e invece proprio quella pettegola di Anne Finger, la mia vicina di casa, andiamo ad incontrare”
“ Sei stato sciocco tu. Se tu mi avessi detto che avevi una casa, io avrei fatto dei controlli ma forse non avrei trovato nulla di trascendentale. In questo modo, era ovvio che nascondessi qualcosa e non me ne sarei andata fino a che non avessi capito quale fosse il tuo segreto. Anche a costo di demolirti l’intera casa”
“ Avevo queste due scelte infatti. O farvi vedere la mia casa nella speranza che non trovaste niente di anormale oppure cercare fino all’ultimo di non farvela vedere. E ho scelto la seconda ipotesi. D’altronde, nessuno sapeva dove abitassi. Ho sempre fatto una vita molto riservata. Non ho amici ma solo conoscenze occasionali. E ce l’avevo quasi fatta. Era ovvio che poi, a questo punto, voi li avreste trovati i miei ricordini ma quando mi avete detto che volevate vedere la mia abitazione sono andato nel panico e ho dovuto rispondere d’istinto. E l’istinto mi aveva consigliato di dirvi che non avevo casa. Se potessi tornare indietro…”
“ I tuoi ricordini? Quei macabri trofei? Dio santo. Le violenze di tuo padre ti hanno fatto diventare uno degli assassini psicopatici piu’ pericolosi della storia. Quante donne hai ucciso?” John provo’ a ridere sputando altro sangue
“ Dieci. Finora me ne hanno attribuite solo sei. Che massa di idioti che ci sono nella polizia”
“ Pero’ ti stavano col fiato sul collo tanto da costringerti a venire a Parigi”
“ Gia’. Li ho sfidati con la storia delle lettere e si sono dati da fare ma erano ancora lontani. Pero’ ormai avevano capito che era uno del quartiere e bastava fare delle indagini piu’ a fondo e forse avrebbero scoperto tutto”
“ Adesso e’ quasi tutto chiaro. Jack lo squartatore non verra’ mai preso perche’ io ti portero’ nel futuro ed e’ la’ che sconterai la tua pena mentre invece, fino ad adesso, si e’ pensato che fossi stato talmente abile da evitare la cattura. E invece, se non avessi scoperto tutto io, probabilmente lo avrebbe fatto la polizia. Era solo questione di tempo”
“ A quanto pare, nessuno puo’ dirlo, nemmeno voi che provenite dal futuro”
“ Con certezza no, ma e’ abbastanza probabile. Quello che non capisco e’ perche’ a un certo punto hai cominciato ad uccidere. Hai vissuto per quasi trent’anni in modo abbastanza normale e poi questo irrefrenabile raptus omicida” Terrence si massaggio’ il mento dolorante dopo il tremendo pugno ricevuto e guardo’ la donna
“ L’anno scorso… No, un anno e mezzo fa. Era agosto e faceva un gran caldo. La sera avevo bevuto un paio di birre e poi mi ero messo a passeggiare per le vie di Whitechapel fino ad arrivare al punto dove si ritrovavano le prostitute. Ne incontrai una. Seppi dopo dai giornali che si chiamava Mary Ann. Volevo fare l’amore con lei ma non ci riuscivo. Tutto come al solito, a causa della mia maledetta impossibilita’”
“ E ti derise?”
“ Mi guardava con compassione. Uno sguardo che mi fece sentire una nullita’. Tirai fuori il mio coltello e le tagliai la gola. Cosi’ all’improvviso. Ero talmente arrabbiato che le tagliai tutto il corpo, dall’intestino agli organi genitali e mentre lo facevo sentivo di eccitarmi”
“ Vuoi dire che mentre ammazzavi quella poveretta avevi un’erezione?”
“ No. Prima di Elana non avevo mai avuto nessuna erezione. Mi ero eccitato nel senso che mi era piaciuto farlo e scoprii che desideravo farlo ancora e ancora e ancora”
“ Quindi, un’eccitazione mentale”
“ Chiamatela come volete ma so soltanto che non riuscivo a stare troppo tempo senza il bisogno di uccidere”
“ Tutto questo perche’ eri impotente?”
“ Non vi sembra un motivo valido per un uomo?”
“ Niente puo’ giustificare l’uccisione di una persona, soprattutto se effettuata in modo cosi’ crudele”
“ No? Questo lo dite voi”
“ Sei solo un assassino pazzo e psicopatico” disse Thula con rabbia
“ E famoso, a quanto mi avete detto”
“ Gia’. Piuttosto, continuo a non capire perche’ con me e con Elana tu sia riuscito ad eccitarti e fare poi sesso in modo abbastanza normale”
“ Me lo chiedo da due giorni. Forse perche’ siete ambedue molto piu’ belle delle donne con le quali non c’ero riuscito” Thula scosse la testa. No, non era quello il motivo, ne era sicura. Poi scoppio’ in una risata nervosa e quasi liberatoria. John la guardo’ incredulo “ Cosa ci trovate da ridere in questo modo?”
“ Davvero non capisci? Tu, il mito, il famoso Jack lo squartatore, il terrore delle donne di Londra non sei altro che un omuncolo incapace di eccitarsi con una donna in modo normale” John alzo’ di nuovo le spalle
“ E quindi?”
“ Continui a non capire, vero? Non riesci a comprendere perche’ con me e con Elana la tua sessualita’ e’ diventata improvvisamente normale? Semplicemente perche’ io ed Elana siamo donne superiori. La mia soldatessa ti ha picchiato e stuprato e tu ti sei eccitato. Con me hai avuto timore, hai avvertito quell’ovvio senso di inferiorita’ che un maschio deve avere nei confronti di una donna e queste sensazioni ti hanno portato ad avere di nuovo un’erezione in modo normale. Persino pochi minuti fa, quando ci siamo baciati, hai avuto un’altra erezione. Capisci adesso? Jack lo squartatore ha bisogno di una donna che lo faccia rigare dritto per eccitarsi. Una donna superiore come quelle che ci sono nella mia epoca. Per eccitarti, ti basta avvertire questa superiorita’ e poi lasciarti dominare. Non sei altro che un uomo che ama sottomettersi alle donne. Ovviamente, se queste donne hanno tutte le carte in regola per dominarti come le abbiamo io, Elana e tutte le donne della mia epoca” John Terrence chino’ lo sguardo. Ecco cos’era quella strana sensazione che avvertiva con Thula. Oh si, ora lo capiva e non poteva non ammettere che la teoria di Thula fosse la sacrosanta verita’. Tutto gli sembrava piu’ chiaro dentro di lui. Appena aveva compreso con chi aveva a che fare, aveva stranamente accettato la situazione ma soprattutto era rimasto affascinato da quel modo particolare di proporsi che avevano quelle donne. La violenza di Elana, ma anche la dolcezza mista a severita’ di Thula, i loro comandi, lo avevano intrigato a tal punto di avergli fatto desiderare di vivere un giorno con una donna del genere pur avendo capito che quel tipo di donna pretendeva la massima obbedienza e il massimo rispetto. E quelle parole della soldatessa venuta dal futuro gli avevano fatto capire che lui sarebbe stato disposto a qualunque cosa pur di stare accanto a una donna del genere. Una donna dominante. Quelle altre, quelle maledette puttane come quelle che aveva ucciso, che lo prendevano in giro senza poterselo permettere, dovevano morire. Erano donnette che avevano avuto quello che si meritavano, anche quelle che non lo avevano deriso. Tanto, lo avrebbero fatto senz’altro se avessero scoperto quale fosse stato il suo problema. Donnacce. Le sentiva ridere e quelle risate le sentiva anche in quel momento e dovette turarsi le orecchie per non ascoltarle. Maledetto e beffardo destino. Era stato ad un passo dal gettarsi alle spalle il suo passato fatto di violenza nei confronti delle donne per vivere un futuro completamente all’opposto. E il bisogno che sentiva in quel momento non era piu’ di sentire il loro collo per poterle sgozzare, non era piu’ di toccare il loro ventre per poi aprirle e spargere i loro organi come aveva fatto fino ad allora ma semplicemente di rimettersi ai loro ordini. Soprattutto se accanto a lui ci fosse stata una come Thula.
La soldatessa intanto, prese in mano il teletrasporto e inseri’ le coordinate dell’abitazione di Parigi. Il giorno seguente avrebbe portato John nel suo presente dove avrebbe pagato le sue colpe. Il mito di Jack lo squartatore era resistito per oltre 450 anni ma da allora in poi sarebbe stato soltanto un miserabile assassino con grossi problemi sessuali. Thula prese il giornale e rilesse con un sorriso ironico la prima pagina che intitolava, a caratteri cubitali:
ANCORA NESSUNA NOTIZIA SU JACK LO SQUARTATORE. LA POLIZIA BRANCOLA NEL BUIO.
Che idiota che era stata! Ma come accostare quel giovane al piu’ temuto serial killer della storia? Si mise il giornale sotto il braccio e prese poi il contenitore dove c’erano i macabri ricordi degli omicidi e che sarebbe servito da prova per il processo mentre con l’altra mano afferro’ il braccio dell’assassino. Era vissuto in un periodo sbagliato. Se fosse nato nell’epoca post Paula Gibb, sarebbe stato un normale uomo dedito alla sua donna, obbediente e scrupoloso. E anche un buon amante. La comandante sospiro’. La sua indagine aveva portato a un esito sorprendente ma si era finalmente conclusa e John Terrence avrebbe pagato i suoi omicidi quasi sicuramente con la morte. Le dieci vittime del famoso Jack lo squartatore potevano ora riposare in pace. Prima di spingere il tasto del teletrasporto, Thula sorrise. Il suo mondo, la sua epoca non erano ancora perfetti ma il potere nelle mani delle donne li aveva resi migliori. Si, nel suo presente, uomini come John Terrence non avevano motivo di esistere e questo la rese improvvisamente appagata. Ora poteva tornare al suo lavoro di routine e salvaguardare la vita di Genevieve. Ma sapeva che lo avrebbe fatto con uno spirito diverso. Il passato non doveva tornare. Mai piu’.



FINE
view post Posted: 19/4/2024, 16:58     Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Diciassettesimo episodio

John Terrence aveva quasi sentito il terreno sprofondare sotto i suoi piedi. Era fatta. Quel tenero bacio che aveva ritardato la loro partenza da Londra poteva rovinargli la vita. Ancora una manciata di secondi e si sarebbe trovato a Parigi grazie a quello strano marchingegno capace si spostare le persone da un posto all’altro e invece aveva incrociato quella pettegola di Anne Finger. Ed ora lo sguardo di Thula non sembrava piu’ molto comprensivo. Gia’ sentiva la mano della donna stringere la sua ed il dolore pervadergli il braccio intero. Ora lei sapeva che aveva mentito e John ebbe quasi un brivido di paura al pensiero di cosa gli sarebbe potuto accadere. La soldatessa intanto, fece un sorriso di circostanza verso l’altra donna
“ Ci scusiamo di quest’inconveniente. Stavamo andando a casa di John ma ci siamo fermati per un bacio. E’ vero, siamo stati per lo meno sconvenienti ma cercate di capire. Noi ci amiamo ed era solo un bacio” La donna sembro’ comprendere ma insisteva sulla sua posizione
“ Si’ e’ stato molto sconveniente e dovrei chiamare un bobby”
“ Vi prego” fece Thula che poi estrasse una moneta da una sterlina “Voi siete una donna e potete senz’altro capire il mio stato d’animo. Tenete questa sterlina e proseguiamo insieme verso casa”
“ Una sterlina? Voi mi state comprando, signorina”
“ Oh no. E’ solo un piccolo risarcimento per essere stati cosi’ poco attenti alle regole del buon comportamento”
“ Addirittura una sterlina! Dovete essere molto ricca allora. Non mi ero sbagliata nel giudicarvi”
“ Si, sono ricca e spero che non sia una colpa”
“ Dovrebbe esserlo considerando come voi ricchi vi comportate con la povera gente come me”
“ Non fatemene una colpa signora…”
“ Anne Finger. E voi?”
“ Io sono Mary” menti’ la comandante
“ Beh, una sterlina puo’ farmi dimenticare di avvertire un poliziotto”
“ Ne sono felice, Anne. State andando a casa vostra?”
“ Certo. A quest’ora dove volete che vada una donna per bene dopo il lavoro?”
“ Certo, e’ ovvio. Quindi faremo la stessa strada. Anche noi stavamo andando a casa di John”
“ Non mi direte che una donna di classe come voi viene ad abitare in questo sudicio quartiere”
“ No Anne. Prenderemo soltanto alcune cose e ce ne andremo” La Finger guardo’ la bellissima donna dinanzi a lei. Le arrivava a malapena sotto il seno ed era in tremenda difficolta’ a stare a contatto con quella creatura cosi’ diversa rispetto a tutte quelle che abitavano il quartiere. Poi guardo’ John. Lo conosceva bene ma sembrava completamente diverso, forse per quegli abiti. Era stato veramente fortunato a trovare una donna cosi’ bella e ricca. Si sarebbe sistemato e i suoi problemi, ammesso che ne avesse, sarebbero scomparsi. Ma invece di sprizzare gioia per la sua nuova condizione, sembrava piu’ preoccupato del solito. E stranamente silenzioso. Ma non erano problemi suoi. Lei sapeva soltanto che quella sterlina piovuta dal cielo le faceva immensamente comodo. S’incammino’ lungo la St Mark street seguita come un’ombra da Thula che continuava a serrare la sua mano su quella di John. Incrociarono e poi superarono la Alie street e finalmente si immisero in Braham street, un altro agglomerato di palazzi vecchi e fatiscenti. Poche decine di metri e la Finger entro’ al numero 12. John Terrence aveva il suo cuore in subbuglio e la mano gli faceva sempre piu’ male chiusa com’era nella ferrea stretta di Thula. S’inoltrarono al primo piano e la Finger prese una chiave per aprire la porta di casa e sorrise ai due
“ Beh, siete arrivati. Non entrate?” disse la donna mentre Tuhla guardo’ a sua volta John
“ Allora caro, qual e’ la porta di casa tua? Domando’ sorridendo ma stringendogli ancora di piu’ la mano. L’inglese cominciava a sentire un dolore immenso ma taceva ed Anne Finger guardo’ la coppia senza avere la minima idea di cosa stesse accadendo
“ Ma cos’ha? Come mai non risponde? Beh, comunque la casa di John e’ quella” disse Anne indicando una porta situata di fronte, sulla destra della sua abitazione. Thula le sorrise a sua volta
“ Vi ringrazio Anne e scusate ancora per il modo indecente con il quale ci avete conosciuto” La Finger annui’ e richiuse la porta accarezzando la sterlina che si era guadagnata con il suo silenzio. Quella era stata una giornata veramente positiva.
Intanto, il sorriso era scomparso dal viso di Thula che guardo’ l’uomo. Oltre al sorriso, dal suo viso era scomparso qualunque accenno di comprensione nei confronti dell’uomo
“Apri la porta John e poi dentro faremo i conti” gli intimo’. L’inglese indietreggio’ impaurito
“ Non ho la chiave, signora” Thula lo afferro’ per il collo
“ Se pensi che questa scusa mi possa fermare, sei in grave errore” gli disse trascinandolo di nuovo di fronte alla porta quindi, con un calcio, ruppe facilmente la serratura dell’abitazione, trascinando poi l’uomo al suo interno. Diede una prima occhiata all’appartamento. Si trattava di una casa piccola, impolverata per l’assenza prolungata del suo proprietario, ma non eccessivamente malandata, segno che John, come aveva ampiamente capito, era si povero ma attento almeno alle elementari norme igieniche. Thula ordino’ all’uomo di accendere qualcosa per illuminare l’oscurita’ che avvolgeva la casa e l’inglese torno’ con una lampada a gas che la donna deposito’ sopra un tavolino di legno insieme al giornale che aveva comperato all’uscita del ristorante. Diede un’ulteriore occhiata. Si trovava in una specie di cucina priva di ogni cosa, a parte il tavolino e qualche sedia e la casa sembrava essere composta solamente da altre due stanze
“ Allora John, cosa mi nascondevi? Perche’ non volevi che io vedessi la casa?” Terrence respiro’ affannosamente. La fortuna gli stava di nuovo volgendo le spalle ma ancora aveva una speranza. Almeno fino a che lei non si fosse accorta di cio’ che possedeva. Maledetto il momento che aveva deciso di tenersi quei ricordini invece di disfarsene. E quindi doveva proseguire nel tenere quella linea. A tutti i costi
“ Non c’e’ un motivo, signora. Mi vergognavo di questa casa cosi’ povera” disse infine. Thula, per tutta risposta, fece partire uno schiaffo tremendo che riapri’ all’uomo la ferita sul labbro opera di Elana
“ Sto perdendo la pazienza, John. Finora sono stata accondiscendente ma non durera’ a lungo. Allora?”
“ Ve l’ho detto. Vi prego, non mi picchiate” piagnucolo’. La soldatessa lo afferro’ per la redingote alzandolo di peso senza nessuno sforzo e poi fece partire altri due ceffoni che fecero girare la testa dell’uomo a destra e a sinistra
“ Se c’e’ una cosa che odio e’ essere presa in giro. E trovo ancora piu’ insopportabile che a farlo sia un maschio. Quindi? Cos’hai da dirmi?”
“ Non ho nulla da dirvi. Guardate voi stessa” ripete’ John pulendosi il sangue che usciva ormai copiosamente dal labbro con il dorso della sua mano. Thula esito’ qualche istante. Non le piaceva picchiare un uomo, cosa che lei riteneva fosse da vigliacche, considerando l’enorme disparita’ di forza fisica, ma stavolta doveva farlo. Quell’uomo l’aveva presa in giro e meritava cio’ che aveva avuto fino ad ora e cio’ che sarebbe venuto. Lo lascio’ per un attimo e poi altri due schiaffi, stavolta ancora piu’ forti di quelli precedenti che mandarono l’uomo a sbattere contro il muro e poi a cadere rovinosamente a terra. L’inglese striscio’ cercando una salvezza impossibile in quanto la comandante fu subito di fronte a lui
“ Hai deciso di farmi perdere tempo, vero?”
“ Vi prego signora, abbiate pieta’” piagnucolo’ tremando l’uomo. Thula lo guardo’ con rabbia. Ora sapeva che le sensazioni che aveva avuto riguardo la sincerita’ di John erano concrete ma sembrava che nemmeno le percosse riuscivano a renderlo sincero e si chiedeva cosa mai nascondesse di tanto importante. Era impaurito e ormai singhiozzava senza ritegno, tuttavia non parlava. Se avesse continuato a percuoterlo, c’era il rischio di ucciderlo o comunque menomarlo gravemente e decise di smettere, almeno per il momento. Afferro’ la lampada a gas per avere un minimo di illuminazione e comincio’ a cercare. Ma cercare cosa? Nella stanza da letto trovo’ alcuni indumenti intimi gettati su una sedia e un mucchio di giornali vecchi, segno che a John piaceva tenersi informato. Guardo’ negli armadi ma trovo’ il vuoto. Con una mano alzo’ il letto e curioso’ sotto ma, a parte una montagna di polvere che la fece tossire, non vide nulla. Il corridoio, lungo e stretto, era desolatamente vuoto. Nessun quadro e nessun oggetto a parte un piccolo mobiletto ovviamente vuoto. C’era un’altra stanza e Thula cerco’ anche in quella trovandola pero’ ancora piu’ spoglia di quella precedente a parte una cassapanca dentro la quale la comandante rovisto’ e che, a parte alcuni indumenti estivi, non porto’ a nessuna scoperta sensazionale. Qualunque cosa ci fosse, era nascosta bene. Ora la rabbia si stava impossessando della donna. Afferro’ di nuovo John per un braccio facendolo roteare su se stesso e mandandolo a sbattere contro il muro
“ Ho perso la pazienza. Ti ridurro’ in un mucchio di ossa rotte se non mi dirai che cosa nascondi in questa casa” L’uomo fece silenzio e Thula lo colpi’ violentemente allo stomaco. L’inglese si piego’ in due rigettando buona parte del cibo mangiato a pranzo e poi si adagio’ a terra con le spalle addosso al muro. Doveva resistere ancora un po’ e poi tutto sarebbe terminato. Quella donna non era crudele e lo stava picchiando perche’, per la sua mentalita’, non poteva ammettere che un uomo le mentisse. Ma il dolore che provava per le percosse era tanto. Le donne del futuro erano incredibilmente forti e potenti ma non poteva mollare. Era stranamente convinto che, prima o poi, lei si sarebbe fermata. Thula volse lo sguardo intorno. Quella casa nascondeva un segreto talmente grande da impedirgli di parlare malgrado le percosse. Ma li’ non sembravano esserci segreti. Tutto era spoglio ma abbastanza in ordine, a parte un po’ di confusione nella camera da letto. Torno’ proprio in quella camera trascinandoci di peso anche John. Ricomincio’ l’ispezione aiutandosi con la lanterna ma non notava nulla. Inizio’’ a battere sui muri ma nessun rumore sordo che potesse segnalare qualche pertugio. Poi si chino’ e ricomincio’ a fare la stessa operazione con il pavimento, osservando nel contempo John e le sue reazioni e stavolta la noto’. Un’impercettibile movimento con gli occhi che si erano chiusi quasi sconsolati. Sorrise
“ Ci siamo, vero John?” L’uomo rimase silenzioso e Thula prosegui’ a battere sul pavimento. Sposto’ la sedia, alcuni oggetti e infine un piccolo comodino posto accanto al letto. Stavolta, il cambiamento di rumore ci fu ed anche piuttosto evidente. Il mistero che riguardava John Terrence stava per venire a galla. Aveva individuato la parte del pavimento con un evidente vuoto. Sarebbe bastata una lima per sollevare la piastrella ma Thula non voleva perdere altro tempo. Sferro’ un pugno e ruppe quella piastrella come se fosse burro, dimostrando all’uomo, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la sua straordinaria potenza. Mise la mano dentro e trovo’ un recipiente di ceramica a forma rettangolare. Era un recipiente piu’ largo del foro che la soldatessa aveva appena creato con il suo pugno e dovette colpire ancora una volta il pavimento per allargare quel buco. Afferro’ quindi il recipiente con ambedue le mani portandolo in superficie. Aspetto’ alcuni secondi prima di aprirlo, godendosi quasi la sua vittoria
“ E’ questo il tuo segreto, John?”
“ Si, e’ quello” ammise sconfitto l’uomo
“ E valeva la pena sopportare le percosse?”
“ Si, ne valeva la pena”
“ Bene, vediamo cosa c’e’ di tanto sconvolgente” concluse Thula scoperchiando il recipiente. La prima cosa che noto’ fu l’odore. Un forte odore di alcool etilico che impregno’ le sue narici e poi chino’ la testa per guardare. I suoi occhi si dilatarono dalla sorpresa e poi volto’ lo sguardo verso John Terrence, ancora incredula per cio’ che aveva appena visto.
Tutto avrebbe potuto immaginare tranne quello.
view post Posted: 19/4/2024, 15:32     +1È possibile coinvolgere su un forum la parte Femdom senza corrispettivo economico? - Il Regno dell'Off Topic del Forum Legami di Seta
CITAZIONE (redskin @ 26/3/2024, 18:58) 
CITAZIONE (Max99pr @ 26/3/2024, 16:06) 
Quindi ritieni questo forum una cosa senza senso? Se è così perché sei qui? Giusto per capire non per polemizzare

No non è senza senso. Per i Master e le Sub ha senso. Per tutto il resto del mondo BDSM, è completamente inutile.
Io qui ci bazzico ogni tanto giusto per fare due chiacchiere, ma so benissimo che non ci troveró mai niente di utile al fine pratico.

Guarda che in un forum ci si deve anche confrontare e non cercare per forza qualcosa. Io sono dieci anni che bazzico questi forum tematici e non cerco niente. Ho già quello che mi serve. Però mi piace, quando trovo uno spunto a me congeniale, partecipare alla discussione, capire, dire la mia opinione e leggere quella degli altri. Almeno questa è la mia visione sull'uso dei forum. Evidentemente la tua è diversa.
view post Posted: 16/4/2024, 14:41     Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Sedicesimo episodio

Nel frattempo, la moltitudine di gente che circolava fino a poco prima si era diradata quasi completamente. I pochi passanti erano diventati frettolosi e quasi impauriti e, pur incuriositi, gettavano soltanto un’occhiata distratta verso quei due che sembravano pesci fuor d’acqua in quell’ambiente, soffermandosi ovviamente sulla donna e sul suo incedere marziale
“ Credo che sia il momento di tornare a Parigi” disse la donna dopo un centinaio di metri. L’uomo sospiro’ chiudendo gli occhi. Quella era una splendida notizia per lui
“ Sono contento. Significa che ora mi credete” Thula sorrise ma stavolta non si trattava di un sorriso dettato dal cuore ma era invece un sorriso amarognolo, di chi e’ convinta di aver fatto il proprio lavoro a meta’
“ Sono ancora certa che tu mi stia nascondendo qualcosa ma non posso provarlo. Vorrei aver messo tutti i tasselli di questo puzzle al punto giusto ma non ci sono riuscita. O forse, e’ tutta una mia impressione e mi sto facendo influenzare da alcune sensazioni che forse non hanno modo di esistere. Mah! Piuttosto, indicami un posto nascosto dove posso usare il mio teletrasporto. Non posso certo usarlo qui in mezzo ai passanti. Alla gente prenderebbe un colpo vedere mentre ci dissolviamo” John ci penso’ alcuni secondi
“ Venite. Ci sono alcuni vicoli dove passano pochissime persone e dove voi potete mettere in funzione quell’aggeggio portentoso senza che nessuno ci scopra” L’uomo fece strada incuneandosi in alcune stradine ma, benche’ la gente si fosse diradata, c’era ancora qualche passante che impediva loro di teletrasportarsi. Finalmente, dopo qualche minuto, trovarono una viuzza sgombra da occhi indiscreti. Thula prese il mano il suo teletrasporto e sorrise all’uomo
“ E’ finita John. La mia piccola indagine non ha portato a nulla. Mi dispiace soltanto che tu dovrai abbandonare la tua epoca per sempre. E’ escluso che tu ci possa far ritorno. Lo capisci, vero?”
“ Si signora. Anche se sarei stato contento di poter rivedere mio fratello. Quando saremo nel futuro, io vi rivedro’?”
“ Si, senz’altro mi rivedrai” Stavolta fu John a sorridere
“ Ne sono felice” disse. La donna gli afferro’ il mento. I suoi movimenti, i suoi gesti, erano inusuali per una donna di quell’epoca e appartenevano ad una femmina sicura dei propri mezzi, dominante, eppure l’inglese, pur essendo di un periodo completamente differente, ne era affascinato, talmente affascinato da sentire una poderosa erezione che lo stupi’ completamente, mentre la bocca della donna si avvicinava alla sua per poi baciarlo, prima con dolcezza e poi con passione, quasi con prepotenza. Thula senti’ sulla sua gamba l’erezione dell’uomo e ne fu compiaciuta, continuando a baciarlo con trasporto. Si lo avrebbe rivisto anche nel suo presente, ne era certissima ormai.

Anne Finger aveva avuto una dura giornata di lavoro e non vedeva l’ora di tornare a casa. Quel quartiere era diventato estremamente pericoloso negli ultimi tempi e camminava speditamente seppur stanchissima. Dodici ore di lavoro al giorno per una misera paga che le consentiva a malapena di non far morire di fame i suoi figli, in attesa che suo marito trovasse uno straccio di lavoro. Non era una gran bellezza Anne. Piccolina e rotondetta, aveva appena superato la soglia dei quarant’anni ed era ormai considerata vecchia per i canoni vigenti alla fine dell’ottocento. Portava i capelli castani raccolti e un fazzoletto colorato per coprirli mentre il suo volto portava i segni della sua dura esistenza con delle rughe profonde sotto gli occhi e agli angoli della bocca. Eppure, c’era stato un periodo in cui era considerata una ragazza carina. Bah, altri tempi. Praticamente una vita fa. Anche il suo vestiario, alquanto dimesso, contribuiva a dare l’immagine della donna lavoratrice sottopagata di quel periodo storico. Esattamente cio’ che era. Continuo’ a camminare di buon passo quando il suo sguardo fu attirato da una coppia perlomeno strana. Doveva trattarsi di due benestanti, stando a come erano vestiti. La sua attenzione fu attirata soprattutto dalla donna. Era molto alta, forse la donna piu’ alta che avesse mai visto a parte una volta che era stata al circo e aveva conosciuto una donna grassissima alta sui due metri. Gia’ ma quella non era grassa. Non ne scorgeva i lineamenti ma sembrava essere perfettamente proporzionata. Ma cio’ che attiro’ maggiormente la sua attenzione fu soprattutto per cio’ che stavano facendo. Si stavano tranquillamente baciando in mezzo alla strada. Una cosa inaudita. Cosa diavolo ci faceva una coppia della borghesia benestante nel suo quartiere di povera gente intenti a fare i propri porci comodi in mezzo alla strada? Sarebbe dovuta andare via e non vedere cio’ che quei due stavano facendo ma non pote’ esimersi. Doveva dirgliene quattro. Si avvicino’ di qualche metro e poi urlo’ con quanto fiato aveva in gola
“ Siete due svergognati” I due si staccarono. Thula osservo’ la persona che li aveva appena apostrofati ma non si preoccupo’ piu’ di tanto. Tra alcuni secondi sarebbero stati a migliaia di chilometri di lontananza e al massimo quella donna avrebbe raccontato alle sue amiche o al marito che aveva visto una coppia baciarsi in mezzo alla strada. Fatto inusuale secondo il costume dell’epoca ma niente di particolarmente strano. John invece rabbrividi’, quasi nascondendosi alla vista della nuova arrivata. La donna pero’ non aveva nessuna intenzione di finirla con un semplice insulto e prosegui’ avvicinandosi “Che vergogna! Fare i vostri sporchi comodi in mezzo alla strada dove vive gente timorata di Dio. Dovreste andare in galera per questo” Thula sorrise. Era un piccolo inconveniente che non inficiava la sua missione anche se quella donna continuava ad insistere. La Finger non era ancora completamente soddisfatta, infatti. Continuò ad avanzare guardando finalmente la donna in faccia. Dio, quanto era bella! Aveva dei lineamenti perfetti e rimase quasi a bocca aperta ad ammirarla. Poi cerco’ di osservare l’uomo che cercava quasi di nascondersi al suo sguardo. Si era messo di profilo rivolto verso la sua donna, con un braccio messo in modo da impedire la visuale completa del viso. Lei pero’ aggrotto’ le sopracciglia. Le sembrava di conoscere quel tipo. Strano perche’ era quasi impossibile per lei conoscere qualcuno che non fosse del suo quartiere e quei due, cosi’ vestiti, non dovevano esserlo. Eppure, quei baffi folti e quello sguardo……
Si avvicino’ ancora, stavolta in silenzio e poi sgrano’ gli occhi dallo stupore
“ Ma tu sei…” bofonchio’. Thula afferro’ la mano di John ed intervenne
“ Vi conoscete, per caso?”
“ Ma certo. Lui e’ John Terrence. Non lo riconoscevo a causa dei suoi abiti da gran signore ma e’ lui, non posso sbagliarmi”
“ E posso chiedervi come mai vi conoscete?”
“ Non usate quel tono con me soltanto perche’ siete ricca, almeno a giudicare dai vostri abiti”
“ Non era mia intenzione usare un tono del genere signora e me ne scuso se vi ho dato quest’impressione”
“ E allora perche’ vi interessa sapere in che modo io conosco quest’uomo? Non sarete mica gelosa di me? Io sono una donna per bene”
“ Non e’ questione di gelosia e non mi permetterei mai di fare un’allusione del genere. Vi prego, ditemi, come mai vi conoscete?” La donna scoppio’ in una risata
“ Come potrei non conoscere l’uomo che mi abita di fronte?”
view post Posted: 16/4/2024, 14:15     Antropometria della dominanza - Discussioni, Informazioni - BDSM & Fetish
Secondo me nessuno. I fatti della pentola li conosce solo il coperchio.
view post Posted: 12/4/2024, 14:10     Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Quindicesimo episodio

All’uscita del ristorante, John penso’ di non aver mai mangiato cosi’ bene. Giocherellava col suo bastone da passeggio e si guardava i suoi abiti immacolati. Chissa’ come si vestivano gli uomini nel futuro. Comunque si fossero vestiti, trovava quegli abiti che ora indossava decisamente adeguati a lui. E Thula? Oh, lei era semplicemente meravigliosa. Una spanna sopra a tutte le altre donne. La osservava mentre camminava con il suo incedere maestoso e dovette allungare il passo per mettersi al suo pari. All’angolo della strada, uno strillone vendeva i suoi ultimi giornali e richiamava a gran voce i probabili acquirenti elencando le notizie che i lettori avrebbero trovato all’interno del quotidiano. Erano per lo piu’ notizie di cronaca e Thula tiro’ fuori una manciata di spiccioli per acquistare uno di quei giornali. Guardo’ la prima pagina e sorrise per poi ripiegarlo e metterselo sotto il braccio senza pensare troppo a quelle notizie angoscianti. Avrebbe tenuto quel giornale come un souvenir di quel suo viaggio a ritroso nel tempo. Nel frattempo, John tiro’ un sospiro di sollievo ma penso’ che avrebbe voluto terminare quella giornata al piu’ presto. Solo quando sarebbero stati di nuovo a Parigi avrebbe potuto considerarsi completamente salvo. E poi per lui si prospettava il futuro, un futuro dove gli uomini contavano poco o almeno meno delle donne. Gli sarebbe stato possibile vivere in una situazione del genere? Piu’ passava il tempo e piu’ pensava che sarebbe stato molto eccitante. Soprattutto con una donna come Thula vicino a lui. Oh si che gli sarebbe piaciuto. Trovava ormai spontaneo comportarsi con lei in modo subordinato. Certo, il timore nei suoi confronti era tanto. Il timore che potesse dargli una sonora lezione, sul tipo di quella che la sera precedente aveva dato a quel bastardo di suo padre ma c’era in lui ormai anche molta consapevolezza dei ruoli e pertanto anche molta spontaneita’. Si trovo’ a sorridere pensando a un ipotetico futuro con Thula. Avesse voluto il Cielo! Ma non dipendeva certo da lui. Aveva ben presto compreso come il primo passo sarebbe toccato proprio a quella straordinaria donna. Con lei tutto sarebbe cambiato. Persino il sesso. Non smise di sorridere seguendo la statuaria figura di Thula e ammirandone l’incedere. S’incamminarono nuovamente verso l’east end, la zona dove John, almeno stando a quello che aveva dimostrato fino a quel momento, lavorava e viveva e man mano che si immettevano di nuovo in quel quartiere sporco e degradato, l’allegria di Terrence sembrava diminuire e cominciava ad aumentare invece il suo nervosismo. Finora era andato tutto bene ma stava sfidando la buona sorte. La donna non si accorse del cambiamento di umore del giovane, presa com’era ad osservare i caratteristici vicoli e le botteghe del luogo. John si fermo’ ad un metro da una di quelle botteghe. Si trattava di una bettola
“ Ecco signora. Di solito e’ qui che vengo a bere un paio di birre. A quest’ora ci troveremo pochi clienti. Di solito, il locale si riempie la sera ma comunque l’oste mi riconoscera’ senz’altro” Thula annui’ e insieme entrarono nel locale, tra la meraviglia dei pochi clienti non certo abituati a vedere una donna in un locale come quello e comunque una coppia che sembrava essere benestante, stando ai loro abiti. John si diresse verso il bancone dove un uomo sui quarant’anni, non particolarmente grasso ma con una pancia prominente e disgustosa, era intento a preparare una birra. L’oste era stempiato ma con due grosse basette che scendevano giu’ fin quasi a coprire le guance intere, di altezza media, almeno per i parametri dell’epoca e quindi poco meno di John. L’uomo era intento a pulire il bancone che lo divideva dai clienti con una pezza sudicia ma smise di fare cio’ che stava facendo per osservare i due nuovi arrivati, soffermandosi principalmente su quell’altissima e splendida donna. Terrence lo apostrofo’
“ Allora, vecchia canaglia, ce le prepari due birre anche per noi?” L’oste distolse lo sguardo da Thula e incrocio’ gli occhi del nuovo arrivato
“ Cristo santo! Sei John? Sei proprio tu?”
“ Esatto Mark, sono proprio io. Non dirmi che non mi riconoscevi?”
“ E come avrei potuto riconoscerti? Sembri un altro. Sei vestito da gran signore. E questa bellissima signorina…?
“ Lei e’ la mia futura moglie” rispose il giovane proseguendo con la storiella che doveva raccontare
“ Una donna del genere la tua futura moglie? Mi stai prendendo in giro per caso?” Thula si strinse a ridosso di John per dare piu’ verosimiglianza alle parole dell’uomo
“ E invece e’ proprio cosi’. Non dirmi che sei invidioso” proseguì John
“ E come potrei non esserlo?” affermo’ l’oste sorridendo per poi rivolgersi alle bella amazzone “Voi confermate quello che questo cialtrone sta dicendo, bella signorina?” Thula cerco’ un sorriso dolce e poi intreccio’ la sua mano in quella del giovane inglese
“ Ovviamente si. E ne sono felicissima”
“ Beh, a questo punto i complimenti sono doverosi” disse l’oste facendo il giro del bancone per poter abbracciare Terrence” Piuttosto, ma dove diavolo sei andato a finire? E’ parecchio che non gironzoli da queste parti. E’ forse questa bella signorina il motivo della tua assenza?”
“ E’ una storia lunga e naturalmente lei e’ uno dei motivi per cui non mi sono fatto vedere. Ma insomma, ce le prepari o no queste due birre?”
“ Volentieri. Sedetevi che ve le porto” rispose l’oste che poi si rivolse a tutti gli altri avventori “Signori, ve lo ricordate quel disgraziato di John Terrence? Non ci crederete ma e’ lui, e’ questo gentiluomo che ci e’ venuto a trovare” I pochi clienti si alzarono ed andarono a salutare John. Nessuno di loro all’inizio lo aveva riconosciuto con quegli abiti costosi ma era ormai ovvio che John Terrence fosse proprio chi diceva di essere. E Thula non sembrava esserne dispiaciuta. Dopo circa una mezz’ora, i due salutarono e uscirono dalla bettola con un paio di birre a testa nello stomaco. Il freddo pungente cresciuto con la scomparsa del sole accolse la coppia che si ritrovo’ di nuovo nel quartiere maleodorante. Thula maledi’ le fogne di Londra e camminarono insieme verso l’uscita del quartiere e, ad ogni passo, John sentiva la salvezza avvicinarsi. E cio’ che nascondeva? Forse nessuno l’avrebbe mai scoperto. E se anche lo avessero fatto, lui sarebbe stato in un’altra epoca. Sorrise. Era ormai a due passi dalla salvezza.
view post Posted: 9/4/2024, 14:56     Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Quattordicesimo episodio

Il fetore emanato da quei vicoli entrava nelle narici di Thula che a volte doveva turarsele per non sentirlo. Era un puzzo nauseabondo e la donna si chiese come mai potessero vivere le migliaia di persone ammassate in quel quartiere. Guardo’ John che sembrava invece non risentirne affatto
“ Non ti fa venire il mal di testa questo puzzo nauseabondo?” Il giovane inglese spalanco’ gli occhi meravigliato
“ Puzzo? Beh si, un po’, ma ci sono abituato”
“ Io non mi ci abituerei mai”
“ A tutto si fa l’abitudine, credetemi” filosofeggio’ John facendo alzare le spalle alla donna
“ Sara’ come dici ma ci vorrebbero decenni prima che io possa fare l’abitudine a tutto quello che concerne questo stramaledetto secolo. La sporcizia e il puzzo, certo, ma anche tutto il resto”
“ Intendete gli uomini, signora?”
“ Intendo anche quello, certo. Sono sei mesi che vivo in quest’epoca e ancora mi sembra assurdo cio’ che vedo e faccio una maledetta fatica a trattenermi. Non so se puoi capirmi John, ma per le donne che vengono dal 2457 e’ veramente inconcepibile vedere uomini al comando e femmine che obbediscono quando da noi e’ tutto il contrario. Mi sembra di vivere in un mondo capovolto senza avere l’opportunita’ di intromettermi piu’ di tanto”
“ Con… mio padre, l’avete fatto”
“ Con lui dovevo farlo”
“ Non ha pagato abbastanza, secondo me. Meritava di morire”
“ A volte, vivere nelle condizioni in cui io l’ho lasciato, puo’ essere peggio della morte. Mi dispiace soltanto che la giustizia non potra’ fare il suo corso”
“ L’avete fatta voi giustizia” Thula guardo’ l’inglese. Era evidente che non avrebbe mai potuto capire del tutto la mentalita’ di una donna della sua epoca. Almeno fino a che anche lui non sarebbe stato costretto a confrontarsi con la realta’ nel momento in cui l’avrebbe portato nel futuro
“ Noi siamo donne, John. Siamo esseri superiori, siamo il sesso forte ma non siamo delle giustiziere senza scrupoli che si fanno la legge a seconda delle proprie esigenze. Ho fatto giustizia fino ad un certo punto. Avrebbe dovuto essere la legge ad occuparsi di lui e a dargli la giusta punizione. Io mi sono dovuta sostituire alla legge e anche se sono conscia di avere fatto la cosa giusta non ne sono soddisfatta. Puoi capirmi? Oppure e’ troppo complicato per la tua mentalita’ ottocentesca?”
“ Credo di aver capito, signora. Siete una donna molto onesta”
“ Onesta’ non e’ la parola giusta. Diciamo che non sopporto le ingiustizia e credo nella legge che, per fortuna, nella mia epoca funziona alla perfezione. In questo caso, vivendo in un periodo storico che tollera certe situazioni, l’unica cosa che mi sembrava giusta e lecita era quello di rendere quell’uomo inoffensivo per il resto della sua vita. La medicina di questo secolo non gli permettera’ piu’ di tornare alla sua piena efficienza e sara’ un relitto umano per il resto della sua vita” Terrence annui’. Thula aveva perfettamente ragione e alzo’ lo sguardo per guardarla e… per ammirarla. Non ammirarne la bellezza ma qualcos’altro che al momento non riusciva a comprendere del tutto. La donna intanto sorrise e prosegui’ “ Beh, credo che sia meglio lasciar stare queste situazioni per riprenderle poi in un altro momento e soffermarci su cose piu’ terrene. Mi e’ venuta una gran fame. Dove si puo’ mangiare qualcosa di decente?”
“ Io di solito mangio qualcosa in quei carrettini ambulanti. Vedete? Quelli laggiu’, alla fine di questa via”
“ Io parlo di cibo vero, non schifezze”
“ Non sono schifezze. Certo, non e’ cio’ che mangiano i ricchi ma ha un buon sapore”
“ Ecco, i ricchi. Dove sono? Lontano da qui?
“ Abbastanza. Ci troviamo nell’east end e loro qui non ci mettono nemmeno piede. Ma perche’, volete mangiare con i ricchi?”
“ Ho abbastanza denaro corrente per potermi togliere questa soddisfazione. Soprattutto perche’ vorrei ritornare nella mia epoca senza essere avvelenata da quella schifezza”
“ Ma non ci faranno nemmeno entrare in quei posti. Voi siete vestita da contadina e io… I miei abiti sono da poveraccio quale sono”
“ Ho denaro a sufficienza anche per qualche abito nuovo. Andiamo a rifarci il guardaroba e a mangiare qualcosa di classe, John. Sono stufa di vedermi come un sacco dell’immondizia”

Quelli che erano seduti ad un tavolo di un ristorante a Paddington, sembravano due persone diverse rispetto a quelle che avevano passeggiato un paio di ore prima nell’east end. Non era stato facile trovare degli abiti pronti in un epoca dove la maggior parte dei vestiti venivano fatti a mano dai sarti ma erano stati fortunati e pagando qualche sterlina in piu’ erano riusciti a trovare cio’ che cercavano, a riprova che con qualche denaro in piu’ si riesce a trovare qualunque cosa. Non erano abiti di alta sartoria, quelli dei nobili, per intenderci, ma vestiti di solito indossati dalla middle class benestante, quanto basto’ a Thula per far girare la testa a tutti gli uomini incontrati lungo il cammino. Indossava infatti un abito verde, in teoria molto lungo ma che a lei, di parecchi centimetri piu’ alta della media di quel periodo, non riusciva a coprire nemmeno le caviglie, cosa che diede adito a una serie di occhiatacce da parte dei benpensanti. Aveva lo scollo tondo sovrastato da un colletto bianco di cotone. Alle mani dei guanti di pizzo bianchi. Inoltre, era stata costretta a nascondere il suo bel caschetto biondo per indossare una cuffia bianca sopra il quale aveva messo un cappello a capote mentre John sembrava proprio un bel gentiluomo, con dei pantaloni blu larghi ma stretti alla caviglia come la moda dell’epoca imponeva, una camicia bianca senza bottoni e con il collo decisamente alto sopra la quale gli avevano consigliato una cravatta blu con il nodo largo, com’era consuetudine. Sopra la camicia un panciotto e per finire una redingote che altro non era se non una giacca molto lunga. Naturalmente, aveva un bel paio di guanti, un cappello e il classico bastone da passeggio, tutti accessori che ora, dentro il ristorante, aveva messo da parte. Ambedue avevano inoltre comperato dei cappotti pesanti per fronteggiare il freddo pungente di quel gennaio. John guardo’ estasiato la donna di fronte a lui. Magari fosse stata veramente la sua donna. Aveva qualcosa di particolare che lo eccitava oltre misura. Non eccitazione fisica, anche se la scorsa notte c’era stata anche quella, ma eccitazione mentale. Si trovava stranamente a suo agio con lei, malgrado il timore che provava nei suoi confronti e si chiedeva se dopo qualche anno di carcere che sembravano ormai scontati, lei lo avesse aspettato per poter vivere insieme. Sempre che… Sempre che quello che era accaduto appunto la notte scorsa non fosse un’eccezione ma la regola e sempre che lei si fosse accontentata di considerarlo come un uomo che aveva avuto un attimo di violenza sfociato in quel tentativo di stupro e non qualcosa di peggio.
Anche Thula lo guardava senza sapere che i loro pensieri erano, quasi per magia, molto simili. Le piaceva quel giovane e adesso che aveva abbandonato quei panni logori per indossare quelli di un gentiluomo di quell’epoca, le piaceva ancora di piu’. Non vedeva l’ora di abbandonare quella piccola indagine che faceva giusto per tacitare la sua coscienza. L’abitudine al puzzo del suo quartiere e la perfetta conoscenza dei costumi dell’epoca erano altri punti a favore di John e con la sua testimonianza, il giovane se la sarebbe cavata con pochi anni di carcere. Avrebbe detto delle violenze subite da ragazzino e forse la giudice e la giuria sarebbero state magnanime. E comunque, si trattava pur sempre di un reato anomalo compiuto oltre quattrocentocinquanta anni prima. E dopo? Cosa mai avrebbe potuto fare un uomo del diciannovesimo secolo nel 2457? Forse l’avrebbe potuto aiutare lei. In che modo? Oh al diavolo, ci avrebbe pensato in seguito ma di sicuro qualcosa avrebbe fatto per quel giovane. Ed in cuor suo sapeva cosa. La voce del giovane interruppe i suoi pensieri
“ Avete speso una fortuna, signora” esordi’ senza smettere di guardarla. L’aveva vista nuda, l’aveva ammirata con quella strana tuta futuristica e adesso la guardava vestita impeccabilmente come una signora del suo tempo ma in qualunque occasione, anche quando si era mimetizzata da contadina, la riteneva la donna piu’ bella del mondo. Oh certo, anche Elana, la spietata soldatessa ai suoi ordini aveva un certo fascino ma Thula aveva qualcosa in piu’. Quel miscuglio di dolcezza e autorevolezza posseduti dalla donna lo stava ammaliando. La donna intanto sorrise
“ Si tratta di pochi soldi, stai tranquillo”
“ Pochi soldi? Io ci camperei un anno con quello che sono costati questi abiti. Senza contare questo pranzo”
“ Lo immagino ma noi guardiane del tempo abbiamo un fondo abbastanza sostanzioso che ci permette di vivere piuttosto agiatamente. Piuttosto, perche’ non mi parli un po’ di te?”
“ Vi ho gia’ detto tutto di me”
“ Oh no. Mi hai detto cosa facevi qui a Londra prima di arrivare a Parigi ma non so altro. Ad esempio, il dottore ti ha detto che e’ la prima volta che ti vedeva con una ragazza. Mi avevi gia’ detto che non ne avevi perche’ non ti saresti permesso di mantenere una famiglia, ma avrai avuto qualche… Come chiamarla? Qualche avventura?” L’inglese rimase spiazzato. Qual era la cosa che lei avrebbe voluto sentirsi dire? La verita? Come spiegargliela? Troppo complicata anche per lui, soprattutto alla luce di cio’ che era accaduto prima con Elana e poi con Thula stessa, accadimenti che gli stavano facendo vedere parecchie cose in modo diverso rispetto a prima e che lo costringevano a porsi delle domande alle quali era impossibilitato a dare una risposta. No, forse era meglio non dire la verita’ alla comandante. Quello doveva essere uno dei suoi tanti segreti che non poteva rivelare. Meglio cercare una verita’ alternativa e credibile
“ Raramente, signora” Thula annui’
“ Era tanto tempo quindi che tu non… Che tu non avevi una donna?”
“ Si signora”
“ Come mai? Sei un bel ragazzo e sicuramente sarai piaciuto a molte donne” Gia’. Molte donne lo consideravano abbastanza attraente. Lo sapeva. Ma sapeva anche che era stanco di sentirsi… Oh, al diavolo. Quel discorso stava riaprendo ferite sempre vive dentro di lui ma che gli avvenimenti di quegli ultimi due giorni avevano in parte cicatrizzato, rendendolo confuso ma anche molto eccitato psicologicamente
“ Evidentemente, non sono un uomo molto in gamba con le donne. O forse non mi e’ mai capitato che mi piacesse una ragazza cosi’ tanto da volerla sposare malgrado la mancanza di denaro”
“ E… Per i tuoi sfoghi? Avrai avuto bisogno di sfogare i tuoi istinti maschili”
“ Oh beh, per quello ci sono le prostitute” rispose pronto il giovane
“ Ti sfogavi con loro?”
“ Certo” Gia’, le prostitute. Thula non ci aveva pensato in quanto, con l’avvento al potere delle donne, quella figura era scomparsa completamente. Lo squadro’ di nuovo
“ E dimmi, come hai campato prima di conoscere il medico?”
“ Ho fatto mille lavori. Quando ero piccolo facevo il climbing boy, lo spazzacamino, ma ho fatto un po’ di tutto. Sono stato persino rinchiuso in un istituto per qualche anno dove ho imparato a leggere e scrivere. Pensate, volevano sapere come mi chiamassi veramente per rimandarmi dai miei genitori ma ho tenuto duro. Non glie l’ho mai detto anche se mi picchiavano e mi punivano. Meglio comunque l’istituto che tornare a Preston” Thula scosse la testa. Povero ragazzo! Una vita veramente infernale
“ Mi dispiace” riusci’ a dire”
“ Acqua passata. E voi? Vi va di raccontare qualcosa di voi?”
“ Temo che non capiresti. Il mio mondo, la mia epoca, e’ sensibilmente differente da questa. E’ tutto fatto a misura di donna. Noi comandiamo, noi governiamo e noi facciamo i lavori piu’ qualificati mentre i maschi possono fare ben poche cose se non essere a nostra disposizione”
“ Oh, di questo me ne sono accorto. E tutti lo accettano?” La donna sorrise
“ Si, in linea di massima si, tranne qualche sparuto gruppo che vuole ripristinare il predominio maschile. Vedi John, da noi accade un po’ quello che succede qui per le donne che accettano in silenzio qualunque imposizione impartita da un uomo”
“ Ultimamente, parecchie donne si ribellano, pero’. Vogliono addirittura votare”
“ Addirittura?” fece Thula ironicamente “Bah, lasciamo perdere. Pero’ credo che tu abbia ben compreso la situazione. Un uomo viene educato per servire la donna ed e’ quello il ruolo che gli compete. Posso garantirti che sono ben felici di questa situazione e non si lamentano”
“ E quelli che lo fanno sono considerati terroristi?”
“ Non esageriamo. Viviamo in un mondo libero dove sono possibili anche eventuali lamentele. Quello che voglio sostenere e’ che ai maschi non conviene lamentarsi e forse non vogliono. Si e’ ripristinato il giusto ordine delle cose e sono ben felici di avere una donna da servire e alla quale obbedire”
“ Credo di poter capire, signora” intervenne John. Si, poteva. Il modo in cui guardava Thula, la sua logica sottomissione nei suoi confronti gli facevano comprendere perfettamente cio’ che a qualsiasi altro uomo del secolo in corso sarebbe risultato impossibile
“ E quindi” riprese Thula “essere considerati terroristi e’ ben diverso rispetto alla semplice lamentela di un maschio. Sempre ammesso che abbia voglia di lamentarsi"
“ I terroristi sono quelli che cercano di tornare al comando?” chiese Terrence
“ Esatto John. Sei in gamba e impari in fretta”
“ Grazie signora. E invece qualcosa che riguarda piu’ strettamente voi?”
“ Beh, per quanto mi riguarda, volevo fare la soldatessa fin da quando ero bambina ed eccomi qua. Sono felice di questa scelta”
“ E… Avete anche un fidanzato, un marito?”
“ No, niente di impegnativo. Ho avuto alcune storie senza importanza ma non mi sono mai innamorata veramente”
“ E come deve essere l’uomo che vi puo’ far innamorare?” chiese John
“ Nulla di trascendentale. Un bravo ragazzo, carino, educato, rispettoso e obbediente. Come vedi, nulla di molto diverso rispetto a quest’epoca se non fosse che le parti maschili e femminili si sono invertite” Il cameriere che portava le prime pietanze interruppe il loro dialogo. Avevano ambedue una fame arretrata e si gettarono avidamente sui cibi. Thula sapeva gia’ quasi tutto dell’epoca di John, epoca che stava addirittura vivendo, mentre l’uomo si stava facendo un’idea di cio’ che avrebbe trovato quando l’inevitabile sarebbe avvenuto e cioe’ quando sarebbe dovuto andare nel futuro per scontare la sua pena. Un mondo a misura di donna? Pazzesco per la sua mentalita’ ma osservando la donna e il senso di superiorita’ che ella emanava, del tutto legittimo. E soprattutto, meno spiacevole di quanto avrebbe potuto pensare all’inizio di quella storia.
view post Posted: 5/4/2024, 15:37     Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Tredicesimo episodio

Jedra sbuffo’ infastidita. Essere costretta a preparare la colazione non lo sopportava proprio visto che erano mansioni che non spettavano alle donne ma erano di competenza dei maschi. E pensare che a casa l’aspettava un marito devoto e premuroso che le obbediva in tutto e per tutto e che si occupava di qualunque mansione riguardasse la sua casa. Ma in quella situazione, isolate in questo tempo passato e soprattutto prive di un maschio che si dedicasse alla cucina, dovevano fare a turno e anche se erano trascorsi oltre sei mesi da quando lei e le sue colleghe erano state catapultate in quel secolo, ancora non si era abituata a dover stare dietro ai fornelli. Certo, erano lavori che toccavano a turno ma la infastidivano. Soprattutto adesso che doveva servire addirittura un maschio. Pazzesco! Come se quei secoli trascorsi fossero passati invano. La soldatessa smise di pensare a queste situazioni e porto’ quindi i cibi a tavola dove l’attendevano la comandante Thula, la sua collega Orla e naturalmente il prigioniero mentre Elana e Mira erano ovviamente impegnate nella guardia a Genevieve. Thula afferro’ il bricco del caffe’ versandosene una dose abbondante e dicendo a John di fare altrettanto. Orla guardo’ l’uomo e quindi si rivolse alla comandante
“ Quindi, sembra proprio che il nostro giovanotto dicesse la verita’, stando a cio’ che lei ci ha raccontato, comandante”
“ Pare proprio di si” rispose Thula sorseggiando il suo caffe’”
“ Indagine conclusa?”
“ Non ancora. Credo che sulla sincerita’ di John non esista ormai piu’ alcun dubbio ma io non sono il tipo che lascia il lavoro a meta’. Avevo detto che sarei andata a Londra e fra un’ora al massimo ci teletrasporteremo in quella citta’. Voglio dissipare gli ultimi dubbi. Credo che anche tu sarai d’accordo, non e’ vero John?”
“ Certamente signora” rispose l’uomo facendo buon viso a cattivo gioco. Erano tanti i componenti che facevano risultare pericolosa per lui una rimpatriata, soprattutto insieme a Thula ma prosegui’ sorridendo, seppure a fatica “Potrete vedere con i vostri occhi che quello che vi ho detto corrisponde a verita’. Chi volete conoscere?”
“ Tanto per cominciare, il medico presso il quale lavoravi. E poi i tuoi amici. Avevi qualche amico?”
“ Amici proprio no. Pero’ tutti mi conoscono nelle bettole del mio quartiere”
“ Bene. E ragazze? Hai una ragazza che ti aspetta?” Terrence si rabbuio’
“ No signora, non ho una ragazza” rispose infine
“ Come mai?” incalzo’ Thula. John scosse la testa. Un’altra di quelle cose impossibili da spiegare, soprattutto dopo quello che era accaduto durante la notte
“ Non ho soldi per mettere su una famiglia, signora” menti’. No, non era quello il reale motivo per cui non aveva una ragazza ma sembrava una scusa plausibile e Thula sembro’ accettarla. Si alzo’ e fece cenno a Jedra e Orla di seguirla
“ Bene John, tu continua pure a mangiare mentre io mi preparo per andare a Londra”
“ Ci andremo sempre con quel coso… Come si chiama?”
“ Il teletrasporto? Si, certo. Tu abiti lontano dal centro?” Un brivido percorse l’inglese. La sua abitazione? No, era fuori da ogni discussione. Non poteva dirgli dove aveva abitato fino al giorno in cui era rimasto a Londra
“ Io… Veramente non ho una casa” Thula lo guardo’ pensierosa
“ Cosa significa che non hai una casa? E dove hai dormito fino ad ora?”
“ Mi sono arrangiato. Ho dormito in strada e qualche volta ospite di qualche conoscente”
“ Verificheremo” taglio’ corto la comandante lasciandolo solo alle prese con la colazione. Ora si che era in mezzo a un mare di guai. Fino ad ora, soprattutto dopo che aveva avuto modo di dimostrare che lui era effettivamente di questo secolo, che aveva una madre e un padre, le cose erano andate per il verso giusto. Ma cosa sarebbe successo ora? Doveva continuare a sostenere quella versione. Thula sembrava quasi che nutrisse un po’ d’affetto nei suoi confronti e quella pazzesca notte d’amore lo dimostrava ampiamente e quindi doveva proseguire su quella strada gia’ tracciata. Nessuno poteva entrare in casa sua. Doveva limitarsi a farla parlare con i suoi amici e conoscenti che le avrebbero tutti detto che era un ragazzo a posto, forse con qualche ubriacatura di troppo ma chi non si ubriacava nel suo quartiere? Ma casa sua no. Si maledi’ per quei ricordi ma era ancora in tempo per restare nelle grazie di quella donna. Con un po’ di attenzione ce l’avrebbe fatta.

Mentre John Terrence era immerso nei suoi pensieri, nella camera accanto Jedra armeggio’ con il tele trasportatore che poi riconsegno’ a Thula. La comandante osservo’ con attenzione l’aggeggio
“ Hai inserito le coordinate?”
“ Si certo, comandante. Oltre a quelle di questa casa. Per qualunque altra destinazione lei dovra’, come al solito, contattare me o una delle mie colleghe” prosegui’ la soldatessa indicando Orla che era accanto a lei
“ Bene ma non credo che ne abbia bisogno”
“ Ormai lei e’ dell’idea che quel ragazzo abbia detto la verita’, non e’ vero?”
“ Ne sono certissima. Non credo che sarebbe stato possibile inscenare una commedia come quella alla quale ho assistito”
“ Intende cio’ che ha visto a casa dei suoi genitori?”
“ Ovviamente”
“ E allora perche’ vuole andare a Londra? Insistette Orla
“ Perche’ il mio sesto senso mi dice che e’ sincero quando afferma di essere di quest’epoca, cosa del resto confermata con gli accadimenti di Preston, ma che invece mente riguardo altre cose”
“ Insomma, secondo lei non e’ un terrorista del tempo ma nello stesso tempo ha qualcosa da nascondere”
“ Esatto”
“ Ma a noi cosa importa? Lo porti nel 2457 e affermi semplicemente cosa sappiamo e cioe’ che ha provato a violentare una donna della sua epoca che, guarda caso, era proprio la ragazza che controllavamo. Non so cosa decidera’ la giuria ma potrebbe uscire dal carcere quando ancora è relativamente giovane. Qualunque altra cosa abbia fatto riguarda quest’epoca e noi non ne facciamo parte”
“ Hai pienamente ragione, Orla. Ma io devo essere sicura di cio’ che scrivero’ nella mia relazione o di cosa diro’ al processo e perdere un giorno per cercare di appurare la verita’ non e’ la fine del mondo. Questo, anche per far dare una condanna giusta ed equilibrata a quest’uomo” Jedra e Orla si guardarono annuendo. Non c’era dubbio che la loro comandante avesse ragione
“ Ma cosa c’e’ cha la lascia in dubbio?” chiese comunque Jedra
“ Ah, tante cose. Su alcune risposte e’ sicuro mentre su altre tentenna e perde alcuni secondi, quasi se cercasse di trovare quella piu’ giusta. E’ abbastanza intelligente da trovare poi quella risposta, che sia giusta o comunque credibile ma sento che ci sta facendo fesse. E se dovessi scoprire cosa nasconde, giuro che glie lo faccio rimpiangere. E poi, guardate il suo abbigliamento. Cosa ne deducete?”
“ Tipico rappresentante della classe povera di fine ottocento. Cappotto logoro, camicie un po’ unte, scarpe rattoppate diverse volte. Insomma, ha detto di essere un poveraccio che si arrangia lavorando per un medico e la cosa mi sembra plausibile considerando che gli assistenti medici di questo periodo non erano certo specializzandi istruiti ma poveracci che si arrangiavano con dei lavoretti di secondo piano” disse Orla
“ Si, ho letto che spesso questa gente rubava i corpi dal cimitero per far esercitare il medico se questi doveva compiere un’operazione piuttosto rischiosa” rincaro’ Jedra
“ Esatto. Dunque, un poveraccio dignitoso, con un lavoro e un guadagno, sia pure di basso livello, giusto?”
“ Direi di si” rispose ancora Jedra mentre anche la sua collega annuiva
“ E vi sembra il tipo che non ha una casa?” Le due soldatesse guardarono la loro comandante. No, non sembrava possibile
“ E perche’, secondo lei, quel tipo non vuole che lei curiosi in casa sua” Thula scoppio’ a ridere
“ Beh, e’ per questo che vado a Londra e non per fare la turista. Se non dovessi scoprire nulla d’importante, domani mattina lo portero’ nel nostro presente. E a quel punto ci pensassero chi di dovere. Noi dobbiamo proteggere la francesina e stiamo facendo bene il nostro lavoro e non posso perdere troppo tempo dietro a quest’inglese, pero’ mi voglio togliere la soddisfazione di provare almeno a capirci qualcosa”
“ Bene comandante” concluse Jedra “Mi sembra che sia tutto pronto per questo viaggetto nella Londra vittoriana”
“ Credo proprio di si. Andiamo a raccattare il nostro John”

Era circa un’ora che Thula e John camminavano. La stanchezza dell’uomo era ormai evidente mentre la donna, ben piu’ atletica ed allenata, aveva ancora un passo pimpante. Si erano teletrasportati fuori Londra e seppur la città non aveva raggiunto la grandezza che poi avrebbe acquistato anni dopo, era sempre la città più grande del mondo in quell’epoca
“ Aspettate signora, sono stanco. Non possiamo riposarci un po’” chiese infatti l’uomo. La comandante guardo’ l’inglese e si fermo’. Erano ormai quasi nel centro di Londra e cinque minuti poteva anche attenderli
“ E’ lontano il tuo quartiere?”
“ No signora. Un altro quarto d’ora. Dove volete andare prima?”
“ Dal tuo datore di lavoro, dal medico. Mi raccomando John, io non ti mettero’ la sostanza che ti inibisce la parola ma, alla prima mossa o frase sbagliata, ci teletrasporteremo immediatamente nella casa a Parigi e poi saranno problemi tuoi. Ti prometto che ti lascero’ nelle mani di Elana e quando sarai nella mia epoca per essere giudicato, ci arriverai con poche ossa sane”
“ No signora, vi prego, non consegnatemi nelle mani di quella donna. Mi comportero’ in modo adeguato ma non lasciatemi nelle sue mani”
“ Non lo faro’ se tu mi obbedirai”
“ Vi obbediro’, ve lo prometto”
“ Bene. Mi sembra che tu abbia capito come noi donne del venticinquesimo secolo trattiamo i maschi. Se vi comportate bene, sappiamo essere comprensive ma non tolleriamo disobbedienze. I maschi debbono stare ai nostri ordini e la comprensione sfuma se cio’ non accade. E’ tutto chiaro?”
“ Certamente signora”
“ Bene. Vogliamo ricapitolare come ti devi comportare?”
“ E’ semplice, signora. Io vi presentero’ ai miei conoscenti come la mia donna e voi scambierete quattro chiacchiere con loro”
“ Si, mi basteranno appunto quattro chiacchiere per capire. E dimmi, nemmeno in passato hai avuto una casa?”
“ Si signora. Non ho sempre dormito in mezzo alla strada. Ma i soldi erano sempre pochi. Sono stato insieme ad alcuni amici ma poi se ne sono andati e non ero in grado di pagare un affitto da solo” rispose il giovane tranquillamente. Era vero. Per anni si era districato nel rimediare un tetto per dormire e poi da circa due anni era andato ad abitare nella sua nuova casa. Per fortuna, nessuno di quelli che conosceva sapeva dove abitasse e pertanto, nessuno poteva dare indicazioni alla soldatessa.
Thula intanto, lo osservava e le sue sensazioni erano molto contrastanti. Da una parte, non poteva dimenticare che quell’uomo si era quasi macchiato di un crimine orrendo come quello di violenza nei confronti di una donna, azione che sarebbe stata portata a compimento se non fosse intervenuta la sua soldatessa, dall’altra non poteva dimenticare il suo passato, la sua infanzia, le violenze subite da parte del padre, violenze che probabilmente erano alla base delle sue azioni una volta diventato adulto. Non era tutta colpa sua se stava per diventare un violentatore. Si, provava anche un po’ di tenerezza nei confronti di John e quella tenerezza l’aveva portata a fare l’amore con lui, fatto molto increscioso e che le avrebbe potuto portare qualche guaio se fosse stato scoperto dalle sue superiori. Tuttavia, non aveva potuto farne a meno quando si era trovata la sera precedente accanto a lui, nel vederlo cosi’ fragile e indifeso. Si avvicino’ al giovane. Aveva di nuovo voglia di baciarlo e di prenderlo tra le sue braccia per farci l’amore ma dovette respingere quell’idea
“ Ti e’ passata la stanchezza?” gli disse infine
“ Si signora”
“ Bene, incamminiamoci dunque”
I due si misero di nuovo in cammino. Oltrepassarono la City e si immisero in un quartiere povero e degradato fatto di vicoli sporchi e piccole botteghe, nell’East End. L’uomo si guardava intorno sospettoso ma era evidente che si trovava nel suo ambiente. Salutava infatti alcune persone ed era da loro contraccambiato affettuosamente anche se poi quella gente guardava incuriosita quella straniera altissima che inutilmente si nascondeva dentro un abito dimesso da contadina
“Sara’ difficile per loro credere che una donna come voi possa stare veramente con me” Thula sorrise
“ Beh, in fondo, una parte di verita’ c’e’. Ieri sera abbiamo fatto l’amore in modo molto appassionato”
“ E’ stato meraviglioso. Non credevo che ci potessero essere momenti cosi’ belli”
“ E’ bello sentirtelo dire. Torniamo pero’ al motivo per cui siamo qui a Londra. E’ molto lontano il medico sotto cui hai lavorato?”
“ No signora. Siamo quasi arrivati. Vedete quella via? E’ Leman street e al numero 42 c’e’ il dottor Ferguson”
“ Considerando la zona, non credo che si tratti di un medico affermato”
“ Affermato no ma e’ molto bravo, mi creda. Si prende cura della povera gente del quartiere che lo ricompensa come puo’. E’ una brava persona”
“ Andiamo a trovarlo, allora”
John e Thula si inoltrarono nella via, una delle piu’ grandi del quartiere ed entrarono al numero 42. Si trattava di un palazzo un po’ meno degradato rispetto agli altri. Di sicuro piu’ pulito e senza la sporcizia che regnava incontrollata dappertutto. John fece strada e sali’ al primo piano per poi bussare a una porta situata sulla destra. Alcuni secondi e un uomo di circa cinquant’anni, con la barba rossiccia con qualche spruzzata di bianco, capelli lunghi sempre sul rosso, piccolo di statura e con il classico camice da dottore li accolse a bocca aperta
“ John Terrence? Dio santo, credevo che non ti avrei piu’ rivisto. Te ne sei andato all’improvviso. Ma cosa diavolo ti e’ successo. E chi e’ questa signora accanto a te” esordi’ il medico alzando gli occhi per vedere in faccia l’amazzone di fronte a lui
“ Lei e’ la mia… ehm, fidanzata, dottor Ferguson. Sono passato solo per scusarmi del fatto che sono scomparso senza avvertirvi”
“ La tua fidanzata? Complimenti vivissimi, John. Mi ero sempre chiesto come mai non avevi una ragazza. Hai atteso un bel po’ ma vedo che ne e’ valsa la pena. Piuttosto, sono stato preoccupato per te. Credevo ti fosse successo qualcosa. Londra e soprattutto questo quartiere sono diventate invivibili. Questi fatti di cronaca non ci lasciano dormire tranquilli”
“ Beh, come vedete sono qua’”
“ Dovevo darti ancora una settimana di paga. Ma vi prego, attendete qualche minuto. Nello studio ho una paziente che devo visitare. Ho quasi finito. Tu sei di casa John, fai accomodare la signorina e aspettatemi” Il medico scomparve dentro un’altra stanza e John e Thula si ritrovarono di nuovo da soli
“ Che vi avevo detto, signora? Mi credete adesso?”
“ Si, ti credo John” rispose laconicamente la donna. Ormai, non c’era piu’ alcun dubbio. Non poteva essere un terrorista del tempo. Ma c’era sempre l’altro tarlo a roderle e l’uomo se ne accorse
“ Non vi fidate completamente di me, lo sento”
“ Non si tratta di quello” rispose la comandante “E’ che ci sono alcune cose di te che non mi convincono” John Terrence sospiro’. Quella donna era troppo intelligente. Ma anche lui non era uno stupido
“ Di cosa si tratta? Ditemelo e dissipero’ i vostri dubbi” Thula riflette’ qualche istante
“ Hai detto che sei scappato da Londra per i tuoi debiti di gioco, non e’ vero?”
“ Si”
“ In effetti, ti vedo guardingo. Hai timore di incontrare i tuoi creditori? Immagino che quella gente dovesse essere molto pericolosa da costringerti addirittura a fuggire”
“ In effetti, ho paura di poter incontrare alcune persone” ammise l’uomo
“ Strano perche’ vicino a me non dovresti avere timore. Ormai conosci le potenzialita’ di una donna del venticinquesimo secolo. Io poi sono una soldatessa e quindi allenata a ogni tipo di lotta. E’ assolutamente da escludere che alcuni uomini, sia pur armati e malintenzionati, possano mettermi in difficolta’. Pertanto, puoi tranquillizzarti. Nessuno ti fara’ del male finche’ sei accanto a me” Gia’, la scusa della paura dei creditori non reggeva del tutto, non certo con una donna come Thula al suo fianco. Pero’ era stata proprio lei a considerarla come un’ipotesi e lui l’aveva colta al volo
“ E’ vero, sono uno stupido a preoccuparmi con voi vicino a me. Come posso aver paura sapendo che voi mi proteggereste da quegli uomini. Potrebbero anche venire in cento e voi li annientereste in un secondo” Thula scoppio’ in una risata e accarezzo’ il volto del giovane
“ Forse cento uomini in un secondo sarebbero troppi anche per me. Pero’ in effetti, non permetterei che qualcuno ti faccia del male”
“ Io… Io ero preoccupato perche’ non ero sicuro che voi mi aveste protetto” balbetto’ il giovane nella speranza che l’ipotesi fosse plausibile. Thula lo guardo’ con aria di rimprovero
“ Eppure, anche se mi conosci da poco, avresti dovuto capire che non sono il tipo di persona che ti lascerebbe in balia di uomini che hanno intenzione di farti del male” l’inglese annui’
“ E’ vero, avrei dovuto capirlo. Avrei dovuto rendermi conto dei vostri principi considerando il modo in cui avete trattato quell’uomo… Mio padre… Non lascia dubbi su quale sarebbe il vostro comportamento nel caso volessero aggredirmi. Vi chiedo perdono per aver dubitato di voi, signora” Thula sospiro’. Le spiegazioni erano plausibili. Forse, quel giovane era solo un disadattato che aveva avuto una pulsione incontrollata dovuta alle violenze subite da bambino e nient’altro. Poi lo osservo’. Aveva dei comportamenti anomali per essere una persona di fine ottocento. Dopo l’iniziale e ovvia ribellione, si era calato perfettamente nei panni del maschio obbediente e timoroso di una donna e questo, per la sua natura e per la sua educazione, le piaceva immensamente. Strano comportamento comunque per un tipo che aveva provato a violentare una donna. Molto strano. Eppure, quel giovane sembrava possedere una personalita’ particolare. O forse, piu’ di una personalita’. Una che ben si adattava al tipo di maschio al quale lei era abituata e un’altra che invece non riusciva completamente a decifrare. I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo del medico che accompagnava una giovane verso l’uscita. Il dottore poi si mise a sedere di fronte a loro, ammirando la statuaria figura della giovane
“ Allora John, dimmi. Dove sei andato?”
“ A Parigi, dottor Ferguson”
“ A Parigi? E cosa ci sei andato a fare?”
“ Volevo cambiare aria”
“ Ed e’ a Parigi che hai incontrato questa deliziosa signorina?”
“ Si” rispose John guardando la donna accanto a sé in cerca di conferme. Stava andando bene ed il sorriso di Thula lo confermava”
“ Posso sapere come vi chiamate, signorina?”
“ Ehm, il mio nome e’ Genevieve” menti’ la donna che disse il primo nome che le veniva in mente
“ Bellissimo nome. Sapevo che le donne francesi sono molto affascinanti ma non immaginavo che arrivassero a tanto”
“ Vi ringrazio, dottore” rispose Thula, poco abituata alle frasi galanti
“ E’ la verita’. E vedo che parlate molto bene la nostra lingua. Devo essere sincero, dai vostri abiti vi avevo scambiato per una contadina ma forse mi sono sbagliato”
“ In effetti, ho studiato, dottor Ferguson”
“ Ne sono lieto. Ma dimmi John, rimarrai a Londra o tornerai a Parigi?” Il giovane inglese guardo’ la soldatessa in cerca della risposta giusta da dare e Thula intervenne
“ Torneremo a Parigi, dottore. La visita di John era semplicemente dovuta visto il modo poco simpatico con il quale ha abbandonato le persone che conosceva. Faremo un altro giro, saluteremo i vecchi amici di John e faremo ritorno in Francia. Io pensavo che lui volesse anche ritirare alcuni oggetti da casa ma ho saputo proprio oggi che non aveva un’abitazione. E’ molto triste questa cosa” disse nella speranza che il medico potesse contraddirla
“ Davvero non hai una casa?” disse invece il dottor Ferguson” Non lo sapevo. Ti avrei fatto dormire qui per qualche tempo se lo avessi saputo. Non ho mai pensato che tu potessi non avere un’abitazione. Sei sempre stato pulito e a posto”
“ Mi arrangiavo, dottore. Ci tenevo ad essere pulito se volevo mantenermi il lavoro da voi” Thula si alzo’. Quello che voleva sapere l’aveva saputo
“ Bene dottore. E’ meglio che andiamo. E’ stato un piacere conoscervi”
“ Il piacere e’ stato mio. E sono felice di sapere che John sta bene. Ho sempre pensato che fosse un bravo ragazzo”
“ Grazie dottore” fece il giovane inglese
“ Ah, ti debbo la paga di una settimana. Sono pochi scellini ma potrebbero farvi comodo” concluse il medico tirando fuori delle banconote
“ Ma sono piu’ di quello che mi dovevate” fece John osservando i soldi che il medico gli aveva dato
“ Considerali come un regalo di nozze se mai vi doveste sposare” concluse il dottore salutando i due che ringraziarono vivamente ed uscirono dall’appartamento immergendosi di nuovo nella vita quotidiana di quel quartiere. Terrence osservo’ Thula. Era riuscito a superare il primo ostacolo. Glie ne rimaneva almeno un altro: la bettola dove andava a bere qualche birra. Dopodiche’ la visita a Londra poteva dirsi conclusa.
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Dodicesimo episodio

Thula dovette ammettere che lo stufato preparato da mamma Terrence non era affatto male. Non era abituata a quei cibi semplici ma gustosi. Dopo quel pasto frugale, sia Trevor che Malcolm si ritirarono abbastanza presto nelle loro stanze. Thula non riusciva a comprendere quel comportamento. Possibile che un padre e un fratello non sentissero il bisogno di restare il piu’ a lungo possibile con la persona che avrebbe potuto essere un loro congiunto scomparso da tanti anni? Al contrario, la vecchia cerco’ di informarsi su come John avesse vissuto in quegli anni, come avesse fatto un ragazzino a campare nella Londra vittoriana e di come avesse perso la parola, almeno parzialmente e la soldatessa dovette inventarsi altre scuse plausibili. Erano le ventuno quando anche la donna si ritiro’ in camera, dopo aver accompagnato Thula e John nel giaciglio improvvisato del fienile. La soldatessa aveva deciso di attendere un paio d’ore e poi andarsene insieme al suo prigioniero. Doveva interferire il meno possibile con la gente di quel secolo e lei stava gia’ andando oltre, anche se era stata l’unica possibilita’ per scoprire chi fosse quel giovane. Lascio’ riposare il suo prigioniero, spossato da una giornata interminabile, mentre lei decise di camminare un po’ nei paraggi. Una fioca luce di una candela proveniva da una delle stanze ma lei prosegui’ a camminare, malgrado il freddo di quella sera. Vedeva in lontananza le deboli luci di Preston e fece il giro dell’abitazione per ritornare quindi nel fienile. John continuava a riposare tranquillamente. Evidentemente, ormai aveva capito benissimo che se avesse provato a scappare, per lui sarebbe stata la fine e la giovane comandante si trovo’ a pensare che Terrence sembrava aver ben compreso chi comandasse. Beh, dopo la dura lezione di Elana soltanto un pazzo poteva ancora pensare di poterla fare franca con una donna dell’epoca di Thula.
Rimase per una mezz’ora tranquilla e quando si riaffaccio’ fuori dal fienile pote’ notare come fosse ormai tutto buio. Era il momento giusto per andarsene. Stava per svegliare John quando senti’ dei rumori provenire da una delle stanze e la luce tremolante di una candela di nuovo accesa. La donna usci’ di nuovo dal fienile incuriosita. Sentiva un parlottio ma non riusciva a comprendere. Sempre piu’ incuriosita entro’ nella casa e cammino’ in direzione della stanza dove aveva visto la luce. La porta era chiusa ma poteva sentire le loro parole
“ Vi prego padre, oggi no” Era stata la giovane voce di Malcolm a parlare
“ Non fare storie, ragazzo” Stavolta la voce era stata di Trevor
“ Vi prego, ci sono quei due. Mi vergogno”
“ Tu farai quello che voglio altrimenti giuro che ti ammazzo di botte. E tu sai che quando si tratta di picchiarti, mantengo sempre le mie promesse” Thula aveva ormai compreso cosa stava accadendo. Si disse che non doveva interferire ma il suo senso dell’onesta’ e della giustizia non le permettevano di nascondersi dietro quell’ordine. Apri’ piano la porta e la scena che le si presento’ dinanzi a lei era proprio quella che si aspettava, con il ragazzo piangente che teneva in bocca il membro del padre
“ Brutto bastardo” esclamo’ dinanzi a quella visione. Trevor si giro’, col suo pene ancora eretto, guardando la statuaria donna che aveva fatto il suo ingresso nella stanza
“ E tu cosa vuoi?” domando’ ridendo alla donna “Vuoi metterti al suo posto?“ Era troppo. Thula avanzo’ verso quell’uomo che era ancora pateticamente con i pantaloni tirati giu’ e, appena fu alla sua portata, lo colpi’ con un pugno devastante che lo mando’ a sbattere contro il muro. L’uomo non riusciva a rendersi bene conto di cosa l’avesse colpito. Troppo lontano dalla sua mente l’idea di una donna che potesse essere piu’ forte di lui per capire di aver ricevuto solamente un pugno. La testa gli girava e si rialzo’ a fatica andando verso la donna che lo attese schiumando rabbia e poi aspetto’ che Trevor la colpisse, cosa che avvenne un secondo dopo. Con facilita’, Thula afferro’ il braccio dell’uomo e lo torse fino a sentirne la rottura. Stavolta Trevor esplose in lugubre urlo di dolore tanto da far accorrere sia sua moglie che John, svegliati da quel grido. La donna corse verso Thula
“ Cosa sta succedendo?”
“ Sta succedendo che tuo marito e’ uno schifoso pedofilo e avra’ quello che merita” rispose dando una leggera spinta alla vecchia e riafferrando Trevor che ormai aveva ben compreso di trovarsi di fronte un essere umano particolare, ben piu’ forte di lui. Lo sollevo di diversi centimetri prendendolo per il mento , di fronte agli esterrefatti Malcolm e di sua madre mentre John invece sapeva ormai perfettamente quali fossero le potenzialita’ di quella donna. Trevor continuava ad urlare, un po’ per il fortissimo dolore che il braccio rotto gli procurava ed un po’ per il fatto di essere praticamente alla merce’ di quell’altissima donna. Thula non ebbe pieta’. Dapprima lo colpi’ con un paio di pugni che gli devastarono la faccia e poi torse anche l’altro braccio rompendogli anche quello. Altre grida di dolore e di disperazione si alzarono nella stanza. La vecchia corse verso Thula, incredula di cio’ che stava osservando
“ Chi siete? Voi non siete un’infermiera. Lasciate stare mio marito”
“ Tuo marito e’ un porco schifoso che si approfitta di tuo figlio. Che cazzo di madre sei?” le rispose dandole di nuovo una piccola spinta. L’attenzione della donna proveniente dal futuro si sposto’ di nuovo verso Trevor, ormai sanguinante, steso in terra con la schiena addosso al muro e impossibilitato a fare qualunque gesto con tutte e due le braccia rotte. Le sue idee erano confuse e il dolore insostenibile. Come era possibile tutto cio’? Ma non era finita per lui. Thula era ormai un fiume in piena. La rabbia verso quell’uomo era tale e tanta che voleva umiliarlo. Lo scalcio’ dapprima ai testicoli facendo di nuovo urlare l’uomo che roteo’ gli occhi e poi gli afferro’ la gamba spezzandogli anche quella e suscitando altre grida di dolore nell’uomo. Lo sollevo’ quindi di peso come se fosse un fuscello. Aveva voglia di ucciderlo ma dovette desistere da quell’insano proposito. Non era un’assassina e si limito’ ad urlargli contro
“ Ora non potrai piu’ approfittarti di tuo figlio, bastardo. Sarai zoppo per la vita e le tue braccia non funzioneranno piu’ come una volta. Sarai debole e indifeso, proprio come lo e’ stato tuo figlio fino ad adesso” Lo getto’ addosso al muro. L’uomo ricadde pesantemente ormai svenuto e soltanto allora la donna sembro’ placarsi. Si volto’ verso Malcolm e lo accarezzo’
“ Stai bene?” gli chiese
“ Si, sto bene. Grazie” le disse semplicemente il ragazzo
“ Ora e’ debole e indifeso. Non potra’ nemmeno tenere in mano una piuma e tu potrai difenderti se volesse approfittarsi di nuovo di te”
“ Non glie lo permettero’”
“Bravo”
“ Ma voi chi siete? Come avete potuto picchiare cosi’ pesantemente mio padre?“
“ Chi sono?” Thula sorrise. Come spiegare a quel giovane chi lei fosse realmente? “Non ha importanza chi sono. Cio’ che e’ importante e’ che tu sarai libero senza piu’ temere quell’uomo schifoso” Lo accarezzo’ di nuovo e poi si volto’ per guardare la scena che si era creata. Trevor era svenuto, sanguinante dal viso e sua moglie era inginocchiata su di lui per capire quali fossero le sue reali condizioni e nel vano tentativo di rianimarlo. E John? Era scomparso. Quell’idiota… Sembrava aver approfittato di quel momento di confusione per darsela a gambe, senza sapere che lei avrebbe potuto rintracciarlo come e quando voleva grazie al chip sottocutaneo che gli aveva fatto inserire. Stava per precipitarsi fuori dalla porta quando il ragazzo si riaffaccio’ nella stanza brandendo un grosso coltello da cucina e avventandosi contro il corpo inanimato del padre
“ Maledetto bastardo” gli urlo’. Thula osservo’ quella scena ed ebbe solo una frazione di secondo per capire cosa stesse accadendo e poi il suo corpo atletico si mosse velocemente gettandosi sul corpo di Trevor e alzando il suo braccio destro per parare il colpo che John stava per infliggere al padre. Dopodiche’ gli tolse agevolmente l’arma dalle mani e lo costrinse a rialzarsi
“ Cosa stavi facendo?” gli disse. John scoppio’ in un pianto a dirotto. Aveva evidentemente riacquistato l’uso della parola
“ Volevo ucciderlo quel bastardo” Thula capi’. Accarezzo’ il volto del giovane rigato di lacrime e poi prese dolcemente la sua faccia fino a portarla a ridosso dei suoi seni rigogliosi. Con un dito gli alzo’ il mento per poterlo guardare negli occhi
“ Lo faceva anche con te, non e’ vero?”
“ Si. Tutte le sere da quando avevo sei anni. Uno schifoso maledetto bastardo. E se non volevo mi picchiava a morte” Thula lo accarezzo’ di nuovo
“ Povero ragazzo. Questo spiega molte cose. E voi?” disse poi rivolta alla madre “Voi sapevate che questo depravato si approfittava dei vostri figli?” La donna si mise le mani in faccia dalla vergogna
“ Io…Io…”
“ Si, lei sapeva ma stava zitta. Non faceva niente per impedirglielo” intervenne John con rabbia
“ Cosa potevo fare? E’ mio marito e se mi fossi intromessa mi avrebbe ammazzata. L’unica cosa che potevo fare l’ho fatta”
“ E cioe’?” domando’ Thula
“ Ho fatto sposare giovanissime le ragazze per toglierle dalle sue grinfie anche se lui sembrava interessato piu’ ai maschi che alle femmine. E poi ho mandato via l’altro a lavorare. Per John e per Malcolm ho potuto fare poco. Mi dispiace. Mi dispiace tanto” Thula non le rispose. Quella donna era colpevole. Era una madre ma aveva fatto poco per salvare i propri figli. Afferro’ di peso il corpo di Trevor e se lo alzo’ sopra le spalle, tra nuovi sguardi di meraviglia dei presenti e cammino’ in direzione dell’uscita per poi gettare quel corpo lontano. La vecchia si avvicino’ alla donna proveniente dal futuro. La differenza tra le due donne era enorme e rendeva la figura della madre di John quasi ridicola al cospetto di quell’amazzone
“ Chi siete veramente? Siete una strega? Una donna posseduta dal demonio?“ Thula sorrise di fronte alle ingenuita’ proferite dalla vecchia
“ Non esistono streghe e demoni e comunque io sono dalla parte della giustizia. Se potete, cacciate di casa quest’uomo e forse sconterete in parte i vostri peccati”
“ Come faro’? Sono solo una povera vecchia”
“ Tanto non potra’ piu’ lavorare” prosegui’ Thula indicando il corpo di Trevor. Gli ho spezzato le braccia e una gamba e non potra’ piu’ fare alcun tipo di fatica”
“ Lo faro’ io, mamma” intervenne Malcolm. Saro’ io l’uomo di casa ma quel bastardo non dovra’ piu’ mettere piede in questa casa altrimenti lo ammazzo" Thula sorrise e poi si avvicino’ al corpo di Trevor Terrence ancora svenuto e si rivolse a Malcolm
“ Ragazzo, vai a prendere un secchio d’acqua. Con questo non ho ancora terminato” Il giovane non si fece ripetere due volte l’ordine. Aveva appena visto cosa quella donna fosse in grado di fare ed essere accomodante verso di lei sembrava la cosa piu’ giusta da fare. Si diresse verso il pozzo dopo aver preso un secchio e lo riempi d’acqua per darlo poi alla maestosa amazzone che lo verso’ di getto addosso a Trevor. L’uomo scosse la testa svegliandosi immediatamente. Guardo’ la donna di fronte a lui ma poi il dolore per le fratture s’impossesso’ di nuovo di tutto il suo corpo. Inizio’ di nuovo a frignare mentre Thula poggio’ il suo piede sulla faccia dell’uomo
“ Abbiate pieta’ di me” piagnucolo’. Thula spinse il suo piede ancor di piu’ nella faccia dell’uomo
“ Dalle mie parti, un uomo che fa quello che hai fatto tu nei confronti di un figlio o in quelli di qualunque essere piu’ debole di lui viene condannato a morte. Io pero’ non sono una giudice e non posso farlo ma posso proseguire la mia opera di devastazione del tuo corpo”
“ Vi prego, ho capito di aver sbagliato” Thula scoppio’ in una risata nervosa. Quell’uomo era un lurido viscido che la nauseava
“ Ma davvero? Adesso te ne sei accorto?” La donna tolse il piede dalla faccia di Trevor e fece un paio di passi indietro “Striscia, uomo. Striscia verso di me. Striscia come solo i vermi possono fare e obbedisci altrimenti riprendo a romperti altre ossa” Il tono della donna era stato duro e fermo e John provo’ un briviso lungo la schiena. Oh non certo per pieta’ nei confronti di quel bastardo che l’aveva generato ma al pensiero di cosa Thula avrebbe potuto fare anche a lui. Poi pero’ osservo’ la scena e vide Trevor avvicinarsi strisciando verso la soldatessa. Lo aveva fatto piangendo e lamentandosi a causa dell’enorme dolore che provava e senza l’aiuto delle braccia inutilizzabili, avanzando di pochi centimetri alla volta ma l’aveva fatto. La donna continuava a guardarlo con tutto il disgusto che poteva provare “Ora lecca le mie scarpe e puliscile con la tua lingua. Perche’ questa e’ l’unica cosa che potresti fare con una donna come me. Fallo e puliscile bene perche’ altrimenti quello che ti ho appena fatto sara’ solo l’anticipo” L’uomo rimase per alcuni secondi titubante. Non si aspettava una cosa del genere e Thula lo colpi’ allora con un potente calcio che sbriciolo’ alcuni dei pochi denti rimasti nella bocca dell’uomo che, continuando a piangere sommessamente, inizio’ a leccare le scarpe della donna sporchissime per la lunga camminata in campagna. John, Malcolm e la vecchia madre guardavano quella scena in silenzio, ognuno con delle sensazioni diverse ma tutti con un ammirazione incredibile per quella donna. L’operazione duro’ diversi minuti poi la comandante prese dolcemente la mano di John per andare dentro il fienile. Dovevano andarsene. Ormai tutti i tasselli sembravano essere andati al loro posto. Malcolm pero’ corse dietro ai due e abbraccio’ John
“ E’ stato bello incontrarti, fratello mio” John sorrise e ricambio’ l’abbraccio
“ Non sapevo di avere fratelli che non conoscevo. Se io fossi stato ancora in questa casa lui non si sarebbe approfittato anche di te. Ormai sono un uomo e l’avrei ucciso. Mi dispiace”
“ Tu non hai colpe e hai fatto bene ad andartene. Ritornerai a trovarmi?”
“ Non lo so. Vorrei ma non dipende da me” rispose John guardando Thula che sorrise enigmaticamente
“ Chissa’ Malcolm. Puo’ darsi che John possa venirti a trovare tra qualche anno. Ora vai in casa e porta con te tua madre. Credo che domattina non ci troverete in quanto partiremo all’alba” concluse l’affascinante comandante andando di nuovo verso il fienile, sempre tenendo per un braccio il suo prigioniero. Appena entrati nel fienile ed essersi sincerata che madre e figlio fossero entrati in casa, Thula ando’ verso John
“ E’ stata dura, vero?”
“ Perche’ non me l’avete lasciato ammazzare?”
“ Perche’ soffrira’ di piu’ cosi’. Come ho detto a tua madre e a tuo fratello, le sue violenze sono terminate. E’ debole e indifeso ormai e ne subira’ le conseguenze in quanto le tecnologie mediche di questo secolo non gli permetteranno mai di ritornare quello che era. Ma ti ripeto la domanda. E’ stata dura per te in quegli anni?”
“ Si signora. Appena ho potuto sono scappato a Londra. Non ce la facevo piu’” Thula accarezzo’ il giovane. Ora capiva tutto. Penso’ che le violenze subite da bambino lo avevano fatto diventare a sua volta uno stupratore. Non lo giustificava del tutto ma non era completamente colpa sua. E qualcosa si smosse dentro di lei. Forse compassione, forse un semplice desiderio sessuale nei confronti di quel ragazzo che adesso non vedeva piu’ come un terrorista ma come un disadattato, colpevole di essere nato in un’epoca dove in certi ambenti la tenerezza e l’amore erano parole quasi senza significato. Continuo’ ad accarezzare quel viso piacevole contornato da quegli assurdi baffi propri di quell’epoca e quindi si chino’ per cercare le sue labbra. John rimase di stucco. Che sapore meraviglioso aveva quella bocca! Era cosi’ bello, cosi’ piacevole ma come spiegare a quella donna che lui non poteva? Si scanso’ e Thula rimase di sasso
“ Perche? Cosa c’e’ in me che non va?” gli chiese
“ Niente signora. Voi siete bellissima ma io… Oh mio Dio, come spiegarvelo?“
“ Aspetta, posso capire. Trovi difficolta’ ad approcciarti a una donna come me? Una donna che comanda? E’ cosi’?” No, non era quello. John lo sapeva che il problema era ben altro ma quella sembrava essere una spiegazione plausibile
“ Forse, signora” rispose infine l’uomo lasciando il dubbio nella mente di Thula che si riavvicino’ di nuovo
“ Non devi temere. Non ti picchiero’, non sono come Elana. Devi stare tranquillo. Tutti i maschi della mia epoca trovano molto piacevole abbandonarsi tra le braccia di una donna forte e sicura. Vedrai che capitera’ anche a te” Lo prese di nuovo tra le sue braccia e lo bacio’ ancora mentre John sentiva qualcosa di strano dentro di lui. Quella sensazione di essere nelle mani di quella donna era strana. Spiacevole? No, tutt’altro e infatti qualcosa si animo’ in lui e senti’, tra la sua meraviglia, il suo pene inturgidirsi. Sospiro’ incredulo e si lascio’ sopraffare da quella magica sensazione mentre Thula lo spogliava dolcemente senza smettere di baciarlo. Quindi lo adagio’ sul giaciglio, soddisfatta di vedere la sua erezione e inizio’ a spogliarsi anche lei. In breve, la donna era nuda di fronte al giovane inglese la cui eccitazione aveva raggiunto picchi incredibili. L’uomo sgrano’ gli occhi. Quella era per lui la perfezione e rimase con la bocca aperta ad ammirare la bellissima soldatessa che sorrise nel vedere la reazione di John sdraiandosi poi sul corpo dell’uomo”
“ E’ bello, signora. E’ tutto molto bello” Thula continuo’ a sorridere afferrando il pene del giovane per accarezzarlo. Si lascio’ poi penetrare sospirando anche lei per quel piacere che attendeva da tanti mesi. Si mosse sopra di lui con maestria mentre i suoi capelli biondi ondeggiavano seguendo i suoi movimenti e mentre John si lasciava guidare dalla donna assaporando quel godimento in modo totale. Un godimento che lui pensava che mai avrebbe potuto provare.
view post Posted: 28/3/2024, 14:47     Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Undicesimo episodio

Mira osservava la sua comandante mentre ripiegava alcuni abiti dentro una piccola valigia chiedendosi come fosse possibile che le donne di quell’epoca potessero andare in giro conciate in quel modo. Thula termino’ la sua operazione, chiuse la valigia e si mise a sedere sul letto
“ Hai controllato le coordinate di Preston?”
“ Si comandante. Atterrerete fuori dalla cittadina”
“ Cosa sappiamo di questa citta’?”
“ Ho fatto una ricerca. In quest’epoca ci abitano circa ventimila anime, comandante. E quindi abbastanza piccola anche se in seguito diverrà una città di media grandezza. Nel duemila supererà i centomila abitanti e nel duemiladuecento raggiungerà i duecentocinquantamila”
“ Non mi interessa lo sviluppo economico di Preston, Mira. Voglio sapere cosa mi aspetta arrivata laggiu’”
“ Si certo comandante. Dunque, si tratta di un centro che regge la sua economia principalmente grazie all'agricoltura e alla pesca che si effettua nel fiume Ribble. Perfettamente in linea con quest’epoca, direi”
“ John ha sostenuto di essere nato e di aver vissuto la sua infanzia nei pressi di Preston e quindi e’ presumibile che abitasse al di fuori della citta’. Spero proprio di non dovermi circumnavigare tutto il paese prima di trovare il posto giusto. Sempre ammesso che stia dicendo la verita’”
“ Quali sono le sue intenzioni, comandante?”
“ Fare una visita nel luogo dove il nostro caro amico e’ nato e poi arrivare a Londra dove e’ cresciuto. Un paio di giorni al massimo mi basteranno per avere le informazioni che mi servono”
“ E dopo lo porteremo nel 2457?”
“ Non vedo altra soluzione. Non ci sono informazioni riguardo questo John Terrence ne’ su eventuali discendenti”
“ Evidentemente, e’ perche’ e’ stato portato nel nostro presente” fece Mira
“ Si, e’ la soluzione che anch’io ho trovato probabile. Rimane il fatto che anche questo tipo ha bisogno di un processo equo e quindi bisognera’ vedere se deve essere processato come un violentatore o come un terrorista del tempo”
“ Per me e’ sincero” asseri’ Mira. Thula sospiro’ nervosamente
“ E non hai alcun dubbio? Perche’ secondo me e’ sincero quando afferma di essere di quest’epoca ma sono altrettanto sicura che ci nasconde qualcosa e debbo assolutamente scoprire cosa ci nasconde”
“ A dir la verita’, anch’io ho questa sensazione, comandante. Secondo lei, cosa puo’ nascondere un uomo di quest’epoca?”
“ Vado in Inghilterra proprio per scoprirlo. Dai, non voglio perdere ulteriore tempo” concluse Thula alzandosi dal letto e dirigendosi nel salone dove John era controllato da Elana. Arrivate al centro della stanza, Mira consegno’ il teletrasporto a Thula
“ Ecco, comandante. Le coordinate di Preston sono gia’ inserite. Ho inserito anche quelle di Londra e quelle di questa casa. Per qualunque cosa lei avesse bisogno contattera’ una di noi”
“ Brava Mira. Ci terremo in comunicazione” Avevano parlato in francese e John non aveva capito nulla del dialogo delle due donne. Elana lo spinse vicino alla sua comandante che afferro’ l’inglese per un braccio e quindi spinse un tasto del teletrasporto. Nella stanza rimasero soltanto Mira ed Elana.

Un vento gelido accolse i due quando riapparvero. Intorno a loro solo campagna e soltanto ad est si intravvedevano alcune case. Thula osservo’ il display del teletrasporto e pote’ notare come, proprio ad est, a poco meno di un paio di miglia, ci fosse la cittadina di Preston. Anche John Terrence si guardo’ intorno e, appena riconobbe il posto, i suoi occhi si riempirono di terrore. Quella donna aveva parlato di andare a Londra e non di giungere in quel posto. Scuoteva la testa ma il forte braccio di Thula gli impediva di fare anche un solo passo
“ Cosa c’e’ John? Hai paura che nel posto dove affermi di essere nato io possa scoprire qualcosa?” Terrence continuava a dimenarsi ma la sostanza che gli era stata iniettata gli inibiva la parola. Thula dovette schiaffeggiarlo violentemente per farlo calmare almeno un po’ e i ceffoni parvero sortire l’effetto sperato dalla donna. L’inglese, ormai calmatosi, si mise le mani in faccia. Quello era l’ultimo posto dove sarebbe voluto venire. Ma come poteva spiegarglielo a quella donna che lo teneva stretto per il braccio? Thula strinse ancor di piu’ la sua ferrea presa sul braccio dell’inglese e l’uomo fu costretto ad inginocchiarsi al cospetto della statuaria soldatessa
“ Ascoltami bene John. finora mi sono comportata fin troppo bene con te ma adesso devi metterti in testa che l'unica cosa che puoi fare e' obbedirmi senza alcun tipo di ribellione. Ora tu mi indicherai dov’e’ la casa in cui sei nato. Hai ancora dei parenti a Preston?” L’uomo allargo’ l’unico braccio che poteva muovere nel tentativo di spiegare alla donna che non lo sapeva e Thula recepi’ il messaggio corporeo proseguendo “Non ha importanza. Tu mi porterai in quella casa altrimenti saro’ costretta a comportarmi con te come ha fatto Elana. Vuoi essere picchiato come ha fatto lei?” Terrence scosse la testa. Non aveva intenzione di passare un’altra volta per le mani di una donna che possedeva una forza spaventosa e per un momento maledi’ quella Paula Gibb che aveva fatto diventare il genere femminile cosi’ potente e dominante. Anche se… Anche se non trovava completamente sgradevoli certe sensazioni. Ma la sua mente era troppo confusa per dare una spiegazione a quelle sensazioni. Thula intanto, ammorbidi’ il tono della sua voce “Se non me la indicherai tu, saro’ costretta ad andare in citta’ a chiedere informazioni. Non e’ una metropoli e qualcuno che conosce la famiglia Terrence lo trovero’. E se non trovassi nessuno, vuol dire che mi hai mentito. Ragion per cui, diro’ che sei un terrorista del tempo e sarai condannato a morte. Cosa decidi?”
John scosse la testa avanti e indietro in segno di accettazione delle direttive della donna. Non aveva altre possibilita’. Thula smise di stringere il braccio dell’uomo permettendogli di rialzarsi e ambedue s’incamminarono verso est. Il vento e l’approssimarsi della sera aumentavano l’intensita’ del freddo ma la donna sembrava non sentirlo mentre piu’ difficoltoso era il passo del giovane che faticava a stare vicino all’atletica femmina. Oltrepassarono il ponte situato sul fiume Ribble ma non entrarono in citta’, costeggiandola per almeno un altro paio di miglia dopodiche’ John indico’ una casupola al di fuori del centro abitato. Thula guardo’ l’uomo che sembrava stremato per la lunga camminata
“ Era quella la tua casa?” L’inglese, con la testa, diede una risposta affermativa e la donna osservo’ quella che sarebbe dovuta essere la casa in cui l’uomo era cresciuto. All’esterno, un pollaio con circa trenta galline e, dentro una staccionata, alcune pecore e delle capre che brucavano avidamente quella poca erba che avevano a disposizione. Alla destra di quella misera casa, un’altra piccola costruzione di circa trenta metri quadrati che forse serviva come fienile. Torno’ con lo sguardo in direzione della casa e noto’ che dal camino usciva del fumo a testimonianza che c’era dentro qualcuno che aveva il fuoco acceso. Thula, senza mollare il braccio dell’uomo, si incammino’ verso la porta e busso’. Dovette attendere qualche secondo prima che una donna anziana, con i capelli grigi raccolti, l’aria e un vestito molto dimessi, venisse ad aprire. La vecchia osservo’ la strana coppia che si trovava dinanzi a lei aggrottando le sopracciglia. Strana coppia soprattutto per quella donna altissima. Sembrava una nana al suo confronto e la cosa le dava una spiacevole sensazione
“ Cosa volete?” chiese poi riprendendosi. E lo fece duramente e senza preamboli. L’ospitalita’ non doveva essere una caratteristica fondamentale di quella donna. Thula non si scompose
“ Voi siete la signora Terrence?” domando’ a sua volta
“ Chi vuole saperlo?”
“ Mi chiamo… Mary, signora, e faccio l’infermiera a Londra. Sono stata incaricata di scoprire l’identita’ di quest’uomo” rispose “Alcuni indizi ci hanno portato a credere che potrebbe essere nato da queste parti”
“ Non sembrate un’infermiera”
“ Posso assicurarvi che lo sono. Ad ogni modo, l’uomo non puo’ parlare e io vorrei solo sapere se lo conoscete”
“ Come se avessi tempo per occuparmi dei muti” bofonchio’ l’anziana donna prendendo dalla tasca del suo vestito dei sudici occhiali e fissando l’uomo. Thula guardava i due, sentendo il tremore di John mentre invece la vecchia sorrideva. Poi pero’ lei cambio’ sguardo ed il suo volto si apri’ a uno stupore immenso. Mise la sua mano sulla bocca e i suoi occhi si sgranarono
“ Oh mio Dio, non e’ possibile. Tu sembri… “
“ Voi riconoscete quest’uomo?” incalzo’ Thula
“ Non voglio illudermi ma lui sembra… La soldatessa osservo’ la vecchia ancora sbigottita. Sembrava sincera ma le parole non le uscivano dalla bocca
“ Volete dire che potrebbe trattarsi di vostro figlio?”
“ Oh mio Dio, si. Lui e’ John, vero? Lui e’ il mio John, mio figlio?”
“ Si signora Terrence. Questo giovanotto potrebbe essere vostro figlio John
“ Come ho fatto a non riconoscerti subito” disse con le lacrime che le scendevano dagli occhi e abbracciando l’uomo che invece rimase fermo, senza cingere le sue braccia intorno a quella madre ritrovata
“ Ne siete sicura, vero?” chiese ancora Thula
“ Ne sono sicura. Sono vent’anni che non lo vedo ma non mi posso sbagliare. Una madre non puo’ sbagliare. Oh mio Dio, pensavo che fosse morto. E’ scomparso tanti anni fa. Dove e’ stato tutto questo tempo?”
“ Probabilmente, e’ stato a Londra” rispose Thula guardando ancora la donna che si scioglieva in lacrime
" Oh mio Dio" ripeteva la vecchia quasi senza sosta
“ Signora Terrence, perdonatemi, potete spiegarmi perche’ John e’ scomparso?” La donna stette qualche attimo in silenzio
“ Non lo so” borbotto’ infine tagliando corto, come se, al contrario, conoscesse benissimo il motivo della scomparsa
“ Davvero non lo sapete?”
“ Ve l’ho detto. Quello che conta e’ che sia tornato. Si e’ fatto cosi’ bello. Non credete che il mio John sia bello?”
“ Si penso che lo sia. E ditemi, avete altri figli?”
“ Oh si. Ne ho altri cinque, tre femmine e due maschi. Le tre femmine sono sposate e vivono in citta’ mentre uno dei maschi e’ in Galles a lavorare. L’ultimo tornerà fra poco insieme a mio marito. Sono andati in citta’ a prendere delle cose. Sa, noi vendiamo uova, polli e latte e ci compriamo cio’ che ci serve. Ma ditemi, Mary, mi avete detto che non parla. Ma come mai? Il mio John parlava. Eccome se parlava”
“ In realta’ quest’uomo parla, signora, ma ci sono momenti in cui si estranea completamente dal mondo esterno e in quei momenti non apre bocca. Capite cosa sto dicendo?”
“ Credo di si Mary. E quindi non mi riconosce?”
“ In effetti, potrebbe non riconoscervi in questo momento e ricordare tutto tra un’ora. Si chiama amnesia momentanea” menti’ Thula
“ E’ una bella notizia sapere che mio figlio possa parlare e che possa riconoscermi. Venite, accomodatevi” fece la donna facendo entrare i due all’interno della casa. Thula osservo’ la dimora. Era evidente che fossero gente molto povera e sembrava possedessero soltanto il necessario per sopravvivere. Poi poso’ gli occhi su John. Sembrava tutt’altro che contento di trovarsi in quel posto e di aver ritrovato la sua vecchia madre e anzi, era piuttosto nervoso. Quale altro segreto le nascondeva? Per quale motivo se ne era andato di casa che era appena un bambino? E per quale motivo aveva il sospetto che sua madre sapesse piu’ di quanto sosteneva? I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di un cavallo che trainava un carretto e poi dall’ingresso di un uomo. Doveva avere oltre sessant’anni, anche se era difficile stabilire un’eta’ precisa con i criteri di Thula. Quella gente invecchiava molto piu’ precocemente rispetto a quella della sua epoca. Era comunque un uomo alto nella media, piuttosto grosso, con la barba incolta sale e pepe e pochi capelli unti che gli scendevano dalla nuca mentre davanti era quasi completamente calvo. Non era certo una bella visione. La donna gli corse incontro
“ Trevor, guarda questo giovanotto. E’ il nostro John. E’ tornato” gli disse emozionata. L’uomo non sembrava esserlo altrettanto
“ Nostro figlio, dici? Ne sei sicura? E lei chi e’?” Thula si alzo’ in piedi. Il suo aspetto e la sua considerevole altezza sembrarono affievolire l’arroganza dell’uomo
“ Io sono Mary, signor Terrence, e sono l’infermiera che segue vostro figlio. Non parla e ha problemi di memoria” disse la giovane comandante continuando a mentire
“ Problemi di memoria? Non tanto da dire che si tratta del mio povero John scomparso da quasi vent’anni”
“ La sua memoria e’ labile, signore. Qualcosa rammenta e io sono venuta qui da Londra proprio per appurare se cio’ che ci ha fatto capire corrisponde a verita’”
“ Per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere il figlio della regina Vittoria” taglio’ corto l’uomo
“ Ma che dici, Trevor?” intervenne la vecchia signora “Lui e’ il nostro John, ne sono certa”
“ Cosa ti da questa certezza?”
“ Lo sento. I lineamenti sono i suoi. Ce li ho in testa dal giorno della sua scomparsa”
“ E comunque” intervenne a sua volta Thula “non chiediamo nulla. Volevo soltanto sapere se questo ragazzo potesse essere vostro figlio e quindi il vero John Terrence. Ce ne andremo immediatamente”
“ Oh no, vi prego. Sono diciotto anni che non vedo mio figlio. Trattenetevi almeno fino a domani. Tanto, questa sera non potreste andare piu’ da nessuna parte. E’ ormai buio e non troverete facilmente un posto per dormire. Cenate con noi. Ho preparato uno stufato caldo che potrebbe riscaldarvi notevolmente visto il freddo e inoltre noi possiamo darvi anche un posto per dormire. Non e’ un granche’ ma potrete stare almeno al caldo” Thula scosse la testa. Non aveva nessuna voglia di dormire in quella casa considerando che le sarebbe bastato un clic sul suo teletrasporto per ritrovarsi di nuovo nella casa di Parigi insieme con le sue soldatesse e dormire comodamente nel suo letto ma dovette ammettere che il punto di vista della donna non faceva acqua da nessuna parte. Penso’ che sarebbe stato meglio aspettare che si addormentassero tutti e poi sparire nel cuore della notte senza essere costretta ad elemosinare una spiegazione plausibile sul motivo che la spingeva ad andarsene. Avrebbe comunque regalato qualche minuto in compagnia del figlio ritrovato a quella vecchia madre che sembrava felice come non mai
“ Non vorremmo darvi fastidio” obietto’ comunque
“ Nessun fastidio. Vi prego, non ve ne andate. John puo’ dormire insieme al fratello e voi nella stanza che era delle mie figlie”
“ Non credo che Malcolm abbia intenzione di dividere il suo letto con uno sconosciuto” Era stato Trevor Terrence a parlare
“ Ma non e’ uno sconosciuto. E’ suo fratello maggiore” continuo’ la donna
“ Per me e’ uno sconosciuto. Se proprio hai intenzione di farli dormire qui, lui puo’ andare nella stanza che era occupata dalle ragazze e lei puo’ dormire nel fienile” La soldatessa scosse di nuovo la testa. Non aveva intenzione di separarsi dal suo prigioniero anche se aveva sempre la possibilita’ di rintracciarlo come e quando voleva in caso di fuga ma soprattutto voleva essere libera di potersene andare alla prima occasione senza dover entrare nella casa, col rischio di svegliare qualcuno. Tanto, la sua permanenza a Preston sembrava ormai perfettamente inutile. Quell’uomo sembrava fosse proprio chi diceva di essere
“ D’accordo, accettiamo il pasto caldo e la possibilita’ di dormire da voi e vi ringrazio infinitamente per questo ma ho l’obbligo di guardare questo ragazzo. Se dovesse scomparire non me lo perdonerebbero e non voglio perdere il mio lavoro. Vorra’ dire che dormiremo insieme nel fienile”
“ Ma… Voi siete una donna. Non e’ ammissibile che dormiate insieme ad un uomo” obietto’ la vecchia. I costumi dell’epoca non permettevano certo una convivenza simile ma Thula fu irremovibile
“ E allora saro’ costretta ad andarmene, signora”
“ Ma lasciali dormire dove vogliono” Il presunto padre di John continuava ad essere poco amichevole e Thula aveva una gran voglia di fargli capire come la situazione nella sua epoca fosse cambiata. E aveva voglia di farlo a suon di ceffoni ma dovette fare buon viso a cattivo gioco. Proprio in quel momento fece il suo ingresso colui che doveva essere Malcolm, il fratello di John. Era un ragazzo di circa sedici anni, bassino, piuttosto magro e dallo sguardo spento che portava con fatica un grosso sacco, forse le compere che i due uomini avevano fatto in citta’. La signora Terrence gli corse incontro abbracciandolo e spiegandogli chi fossero quegli sconosciuti. Spiego’ poi a Thula che il ragazzo era nato qualche anno dopo la scomparsa di John e quindi l’analisi sulla sua eta’ fatta da Thula doveva essere corretta. Anche per lui pero’, nessuna emozione nel ritrovare un fratello scomparso da cosi’ tanto tempo. Rimase in silenzio senza nemmeno abbracciare quel fratello ritrovato e senza nemmeno scambiarci qualche parola. E altrettanto fece John. E questo non era affatto un comportamento normale.
view post Posted: 25/3/2024, 16:55     Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Decimo episodio

Da qualche minuto Thula governava i cavalli percorrendo le vie del centro della citta’ seguendo le indicazioni un po’ farraginose dell’inglese che faticava ad orizzontarsi
“ Allora?” chiese Thula “Riconosci la strada per arrivare alla locanda dove alloggi?” John si guardo’ intorno e il suo volto s’illumino’. Si, quella maledetta citta’ cominciava ad essergli meno ostile e ne riconosceva alcuni scorci
“ Si signora. Adesso credo di si. Siamo vicini. Percorrete questa strada. Non andate veloce perche’ fra poco dovrete svoltare a destra” Thula acconsenti’ e sferzo’ il cavallo che si rimise in cammino. In effetti, come aveva anticipato John, erano molto vicini alla locanda nella quale l’uomo aveva pernottato dal momento del suo arrivo a Parigi e dopo appena un paio di minuti erano arrivati. Thula allargo’ sconsolata le braccia nel vedere quel rudere chiamato <belle vue> e poi si rivolse all’inglese
“ E’ ora John. Tira fuori la lingua”
“ Mi fara’ male?” Thula sorrise. O era un grandissimo attore oppure la sua ingenuita’ era sacrosanta
“ No, non sentirai praticamente nulla” rispose la donna afferrando da una borsa posta vicino a lei un piccolo aggeggio che all’uomo parve una penna dalle strane fattezze e delle dimensioni ridottissime di colore bianco. Apri’ la bocca e tiro’ fuori la lingua, come gli era stato ordinato. Non senti’ praticamente niente a parte il contatto che quel piccolo aggeggio ebbe con la sua lingua ma quando provo’ a parlare, una serie di grugniti uscirono dalla sua bocca senza riuscire ad emettere una parola di senso compiuto
“ E’ inutile John, non riuscirai a parlare. Ti ho inserito una dose che durera’ dodici ora. Sono quasi le 11 di mattina e non riuscirai a parlare prima delle 23 di questa sera. Questo serve per evitare che tu possa dire qualcosa su chi sia io veramente. Cerchero’ di fare in modo che quando saremo da soli tu possa avere la lingua libera ma dinanzi ad altra gente saro’ costretta ad usare questo accorgimento. Mettero’ una scusa con coloro coi quali parlero’ e diro’ che hai avuto un incidente e che non ricordi chi sei. Non cercare di fare idiozie perche’ ne va della tua stessa vita. Stai al gioco e fra qualche giorno tutto sara’ finito. Ok?” John acconsenti’ con la testa. Non aveva altro mezzo per comunicare con quella donna.
Scesi dal calesse, i due entrarono in quello squallido posto che qualcuno doveva considerare una specie di albergo, L’uomo seduto dietro un bancone impolverato doveva avere intorno ai cinquant’anni e dormiva placidamente con la testa poggiata sopra le sue braccia incrociate. Thula suono’ un campanello posto alla destra dell’uomo e questi si risveglio’ di soprassalto, guardando le due figure dinanzi a se. L’uomo lo riconosceva ma la donna era una perfetta sconosciuta. Forse una prostituta col quale l’uomo, il suo cliente, l’inglese col quale non riusciva a dialogare, voleva trascorrere un po’ di tempo. Osservo’ meglio la donna. Era altissima e i suoi lineamenti erano davvero belli, anche se parzialmente nascosti da un abbigliamento molto casto, da contadina. No, non sembrava proprio una prostituta. Peccato perche’ con una come lei ci avrebbe trascorso volentieri un paio d’ore. La donna si rivolse a lei in perfetto francese
“ Siamo venuti a ritirare la sua valigia. Potete darmi la chiave della sua stanza, per favore?” Il locandiere stiro’ le sue membra intorpidite dal sonno interrotto e guardo’ la coppia di fronte a lui con una lieve ostilita’
“ Ha prenotato per un’altra settimana. Sia ben chiaro che non riavrete i soldi dell’anticipo”
“ Non c’e’ problema. Ve li potete tenere”
“ D’accordo. Allora ecco la chiave” fece l’uomo girando su sé stesso e prendendo una chiave da un ripiano posto dietro di lui, soddisfatto che una delle sue camere gia’ pagate si liberasse prima del previsto. Thula afferro’ la chiave e poi guardo’ l’albergatore
“ Sentite, scusatemi, avete mai visto qualcuno con lui?”
“ Con l’inglese? No, non parla una parola di francese e comunichiamo a gesti. Finalmente si e’ portato qualcuno che parli al posto suo”
“ Gia’. Quindi, l’avete visto sempre da solo?”
“ Si, te l’ho detto. E tu chi saresti? Perche’ fai queste domande?” Thula, senza rispondere, afferro’ la chiave che l’uomo aveva poggiato sul bancone quasi con rabbia. Il tono con il quale si era rivolto a lei sarebbe stato meritevole di una bella lezione, tale da imparare a portare il giusto rispetto alle donne ma naturalmente dovette trattenere quell’impulso e si diresse verso le scale seguita da John e dallo sguardo dell’albergatore
“ Ehi amico, hai fatto arrabbiare qualcuno? aggiunse ironico il locandiere osservando gli abiti mal ridotti e sporchi di sangue dell’inglese. John si volto’ e lo osservo’ con rabbia. Per qualche misterioso motivo, aveva compreso cio’ che quell’uomo gli aveva detto. Forse si stava abituando a comprendere qualche parola di francese. Apri’ la bocca ma emise solamente suoni incomprensibili. Al diavolo, tanto quell’uomo non avrebbe potuto comprendere cio’ che gli voleva dire e si soffermo’ a pensare che gli sarebbe piaciuto che Thula avesse mostrato all’albergatore in che modo si era ferito. Si, una bella lezione che quella donna era sicuramente in grado di dare a quel maledetto francese e di sicuro quell’ironia sarebbe scomparsa da quel volto. Non sapeva che anche la donna proveniente dal futuro aveva appena avuto lo stesso desiderio, sia pure per motivi differenti. Lei pero’ era una soldatessa e gli ordini la obbligavano ad interferire il meno possibile con le persone di quel secolo. Thula intanto si fermo’ e fece cenno all’inglese, fermatosi ad ascoltare la frase ironica del locandiere, di raggiungerla, gli afferro’ il braccio e gli sorrise
“ Hai compreso cio’ che ha detto?” gli chiese. John accenno’ di si con la testa e la donna riprese “Lascialo parlare John. Quello che per te deve contare e’ che il primo round e’ dalla tua parte. Sembra proprio che tu sia stato sincero. Ora pero’ fammi strada verso la tua camera”

La stanza era spoglia, brutta e decisamente sporca, perfettamente in linea col resto della locanda. Un armadio che doveva risalire a molti anni prima, scrostato e traballante, due comodini ai lati di un letto adatto per due persone, biancheria sporca e polvere dappertutto. Thula non si meraviglio’ che questa gente avesse un’aspettativa di vita pari ad un terzo di quella che c’era nel suo tempo. E maledi’ il momento in cui aveva accettato quest’incarico. Con tutti microbi che anche lei respirava, al ritorno nella sua epoca avrebbe dovuto farsi controllare minuziosamente per evitare che si portasse dietro qualche malattia.
Intanto, continuava ad osservare la misera stanza. Su una sedia di legno, una valigia che aveva completamente perso il suo colore naturale era aperta e conteneva una giacca, due camicie e due paia di pantaloni. Nell’armadio assolutamente niente. Rovisto’ nei cassetti e riusci’ a trovare alcune paia di ridicoli mutandoni. Non c’era altro. Quell’uomo sembrava che fosse giunto a Parigi da Londra con quelle poche e misere cose. La donna guardo’ l’inglese
“ Bene John, anche il secondo round sembra essere a tuo favore. Sembra proprio che tu appartenga a questo secolo. Ma ci aspetta la fase conclusiva, quella che decidera’ il tuo futuro. Stiamo per andare in Inghilterra, mio caro. Cambiati e mettiti qualcosa che non sia sporco di sangue. Fra poco saremo nella tua Madrepatria”
view post Posted: 21/3/2024, 17:42     +1Le guardiane del tempo - Storie, Racconti Immaginari - BDSM, Fetish, Femdom, Maledom scritti dagli Utenti del Forum Legami di Seta
Nono episodio

La donna governava il cavallo e la carrozza con sufficiente disinvoltura. Lei e le sue soldatesse avevano dovuto imparare a manovrare quello strano aggeggio ottocentesco per potersi muovere senza dare troppo nell’occhio. Certo, la modernita’ offriva parecchie altre soluzioni e il teletrasporto era quello piu’ ottimale. Potevano rimaterializzarsi con precisione millimetrica con le coordinate giuste ma non potevano certo sapere chi avrebbero incontrato al momento della loro apparizione e, se nella sua epoca questo era un fatto piuttosto usuale, nell’ottocento sarebbe stato traumatico vedere comparire delle persone all’improvviso dal nulla e il loro primo obbligo era quello di non dare nell’occhio e di interagire il meno possibile. Pertanto, nel limite del possibile, dovevano usare i mezzi che c’erano a disposizione in quel periodo storico. Intanto, il giovane inglese guardava con ammirazione la maestosa femmina a fianco a lui e Thula sorrise
“ Che c’e’ John? Perche’ mi osservi in questo modo?”
“ Sono tutte belle come voi o come Elana le donne della vostra epoca?” Sembrava sincero e Thula non riusciva a raccapezzarsi. Un uomo del 2457 non avrebbe mai osato rivolgersi a una donna in quel modo. E allora perche’ continuava a non fidarsi del tutto? Quella strana sensazione non la abbandonava
“ Dunque, mi trovi bella?” chiese osservandolo
“ Non credo di aver mai visto una donna cosi’ bella”
“ Ti ringrazio, John. E per rispondere alla tua domanda, credo che nel 2457 le donne siano tutte molto simili a me”
“ Ma come e’ possibile? Voi siete altissima, avete un corpo che e’… Oh beh, non so dire cos’e’ il vostro corpo, signora ma e’ molto piacevole osservarvi”
“ Ad essere sincera, posso dire di avere un certo successo con gli uomini e quindi presumo che mi trovino attraente anche i maschi della mia epoca. Fisicamente, siamo tutte alte, quanto e piu’ degli uomini. Poi e’ ovvio che ci sono donne belle e altre meno belle, proprio come in quest’epoca”
“ Tutte alte come voi? E con il vostro fisico?”
“ Diciamo che l’altezza varia ma e’ quasi impossibile trovare una femmina che non sia piu’ alta di te. Quanto al fisico, io e le mie soldatesse siamo molto allenate e abbiamo quindi un fisico piu’ sviluppato della media ma tutte le donne della mia epoca tendono ad avere un corpo atletico e allenato
“ Quindi, voi siete cosi’ forti perche’ fate degli allenamenti particolari?”
“ No John. Noi siamo piu’ allenate e quindi piu’ forti e agili di una donna normale ma anche senza allenamenti una donna e’ considerevolmente piu’ forte di qualunque uomo e questo dipende dall’invenzione di Paula Gibb”
“ Cosa avrebbe scoperto questa donna?”
“ Ok, stiamo al gioco John e fingiamo che tu sia davvero nativo di quest’epoca ma se scopro che mi stai mentendo e che ti stai prendendo gioco di me pagherai anche questo”
“ No signora. Non sono un tipo molto sincero ma stavolta e’ la sacrosanta verita’” ribatte’ l’inglese
“ Ok. Paula Gibb scopri’ semplicemente un ritrovato che permise alle donne non solo di crescere in altezza ma anche di migliorare tutte le prestazioni fisiche e intellettive. E quindi, noi femmine siamo molto piu’ forti, piu’ veloci e naturalmente piu’ intelligenti dei maschi. E la cosa sensazionale fu che questo ritrovato scientifico non faceva effetto sugli uomini. Nell’arco di pochi anni, le donne presero quindi il potere in tutto il mondo”
“ E se qualche donna non avesse preso questa sostanza?”
“ Giusta osservazione. Inizialmente, ci furono popoli che boicottarono tale sostanza ma fu un gioco da ragazzi inserirla nell’acqua potabile di tutti i popoli del mondo in modo che ovunque ci fossero donne piu’ forti e piu’ intelligenti degli uomini e naturalmente che fossero al comando. E la cosa meravigliosa e’ che queste caratteristiche si tramandano da madre in figlia”
“ E quindi, se una donna partorisce un maschio, questi crescera’ debole mentre se invece fosse una femmina, diventera’ bella e forte come un toro?”
“ Sei sveglio John. Si, e’ cosi’. Ma non solo. Questa sostanza accrebbe anche le caratteristiche dominanti e i maschi ben presto divennero succubi delle donne”
“ E a voi piace tutto questo?”
“ Non saprei vivere in un altro modo. Non riuscirei ad avere un maschio che mi dica cosa fare e cosa non fare, come accade in questo secolo e come accadra’ per molto tempo ancora ma devo essere io ad avere il potere con un uomo”
“ E anche a voi piace picchiare un uomo?”
“ Se non e’ strettamente necessario, no. L’importante e’ che l’uomo obbedisca e posso assicurarti che non esistono piu’ da anni uomini che si ribellano al volere delle donne”
“ E’ incredibile” farfuglio’ John
“ Per me e’ incredibile cio’ che vedo in questo secolo”
“ E dunque, la ragazza che io volevo…”
“ La ragazza che tu volevi violentare e’ un’antenata di Paula Gibb”
“ Ma…. Paula Gibb non mi sembra proprio un nome francese mentre quella ragazza lo è”
“ Oh beh, nel corso dei secoli i discendenti di Genevieve si sparsero un po’ in tutto il mondo”
“ E voi dovete controllare tutte queste persone?”
“ Si. E’ assolutamente necessario e questo implica un notevole sforzo da parte di tutti i Governi. Se qualcuno che viene dalla mia epoca dovesse uccidere uno solo degli antenati di Paula Gibb, questa non nascerebbe e probabilmente noi donne saremmo ancora sottomesse agli uomini. E nessuna donna vorrebbe ritornare a un’epoca dove sono i maschi il sesso forte”
“ Mio Dio, e’ incredibile”
“ E’ storia, mio caro John. Devo aggiungere che nessun uomo ha la possibilita’ di reperire una macchina del tempo ma i rischi sono troppi per non prendere qualche precauzione”
“ Come mai nessun uomo puo’ usare questa macchina del tempo?”
“ Perche’ proprio per la loro pericolosita’, queste macchine sono strettamente sorvegliate. Non sono oggetti che puoi comprare da qualunque parte”
“ Vi converrebbe distruggerle”
“ Gia’ forse. Ma non sono cose che competono a me. Sono le rappresentanti dei vari Stati che dovrebbero mettersi d’accordo su cose del genere. Ma forse ci sono troppi interessi sotto per distruggere uno strumento che ha comunque molte utilita’ se usato nel modo giusto”
“ Ah, capisco” osservo’ l’inglese. Thula lo guardo’ sorridendo
“ Altre domande prima che ti inietti quella sostanza che ti inibira’ la parola?”
“ Stavo pensando alla macchina del tempo”
“ Cosa ti incuriosisce?”
“ Mi chiedevo… Non so spiegarvelo signora, io non sono molto istruito ma se voi siete qui adesso, cioe’ nel vostro passato e poi tornate al vostro tempo e poi tornate di nuovo un minuto prima. Ecco, ci sarebbero due come voi nello stesso identico momento”
“ Giusta osservazione. La macchina del tempo non funziona in questo modo. Ci sono degli spazi temporali…”
“ Cosa sono?” Thula guardo’ l’uomo. Continuando a sostenere l’ipotesi che appartenesse a quest’epoca, era piuttosto complicato trovare una spiegazione che lui potesse comprendere”
“ Vedi John, nessuno di noi puo’ andare nel passato digitando una data comprensiva di ora, giorno, mese e anno. La cosa e’ piu’ complicata. Si deve aprire uno spazio temporale. Le autorita’ hanno deciso che questi spazi temporali debbono essere aperti a distanza di dieci anni esatti l’uno dall’altro proprio per evitare che possa accadere una situazione come quella che hai previsto. Nel momento in cui quello spazio temporale e’ stato aperto, questo non puo’ essere piu’ modificato”
“ Non riesco a comprendervi, signora”
“ Cerco di spiegarmi meglio. Questo spazio temporale e’ stato aperto a partire dal 1882, quindi, basandoci sulla data odierna, sette anni fa. Se io ritorno nel mio tempo e poi decido di ritornare immediatamente in questo secolo, io non posso tornare indietro di tre, quattro o sei anni prima e nemmeno due minuti prima ma debbo per forza proseguire su questo spazio temporale che non e’ modificabile e quindi io appariro’ esattamente nel 1889, pochi istanti dopo ovviamente, proprio perche’ questo spazio temporale non puo’ piu’ essere interrotto ma deve proseguire per la sua strada naturale” John rimase pensieroso ma era un giovane intelligente, seppur non particolarmente istruito
“ Quindi, non potete tornare indietro nel tempo come voi volete”
“ No, non si puo’. O meglio, si dovrebbe tornare nello spazio temporale precedente e uno come te potrebbe incontrare il John Terrence che aveva diciannove anni. Oppure, in quello successivo e trovarsi invecchiati di dieci anni”
“ Oh mio Dio quant’e’ complicato!” fece John mettendosi le mani in testa
“ Non piu’ di tanto. Basta comprendere i meccanismi che regolano i viaggi nel tempo. Inoltre, per terminare la spiegazione, io posso tornare quando desidero nel mio presente e sara’ un presente non come quello che io ho lasciato ma con l’aggiunta del tempo che io ho trascorso in questo secolo”
“ Cioe’, se voi trascorrete un anno nel mio secolo, tornando nella vostra epoca anche quella sara’ aumentata di un anno”
“ Esattamente. E la stessa cosa vale se trascorro un anno nella mia epoca. Tornando in questa non saremmo piu’ nel 1889 bensi’ nel 1890”
“ Ho capito. E quindi voi dovrete controllare la francesina, Genevieve, fino al giorno della sua morte?” Thula sorrise
“ No, fino al giorno in cui mettera’ al mondo il bambino che diventera’ l’antenato di Paula Gibb. Da quel momento in poi, le nostre forze saranno dedicate alla salvaguardia di quella persona e se qualcuno dovesse uccidere la ragazza dopo che lei ha partorito, cio’ non influira’ sul futuro”
“ Ma se voi provenite dal futuro, il figlio di Genevieve e’ gia’ nato”
“ E infatti c’e’ una squadra di soldatesse che lo sta proteggendo. Questo accade nello spazio temporale susseguente mentre in questo dobbiamo attendere che l’evento si verifichi”
“ E dovete proteggere anche la persona che mettera’ incinta Genevieve?”
“ Ovviamente si, almeno fino a che non sara’ avvenuto l’ingravidamento” John Terrence scosse la testa mentre i suoi occhi osservavano il panorama di fronte a lui ma la sua mente vagava verso altre situazioni, verso ricordi di quando era bambino, ricordi che aveva cacciato dalla sua mente e che, alle parole di Thula, vennero fuori di nuovo prepotentemente
“ Secondo me e’ una sciocchezza”
“ Cosa sarebbe una sciocchezza?” chiese Thula incuriosita
“ Il fatto che voi cerchiate di proteggere gli antenati di quella Paula Gibb soltanto fino al momento della nascita del discendente”
“ E perche’ mai?”
“ Voi mi avete detto che nascera’ un maschio che diventera’ a sua volta l’antenato diretto di quella Paula, giusto?”
“ Certamente”
“ Beh, per quel bambino un conto sara’ vivere con due genitori, un altro e’ vivere da orfano oppure con genitori che non ti vogliono bene. Il bambino crescera’ diversamente. Se uno dovesse uccidere Genevieve e suo marito anche dopo che lei ha partorito il bambino, questi non crescerebbe nello stesso modo e avrebbe una vita completamente diversa. Pertanto. potrebbe non incontrare la donna con la quale fare il figlio che diventera’ poi a sua volta l’antenato di quella scienziata ” Thula ascolto’ attentamente. Non era affatto sbagliato il ragionamento di quel giovane. Gia’, non era importante soltanto che gli antenati della Gibb fossero preservati vivi ma anche che facessero il loro percorso nello stesso modo
“ E perche’ mi dici una cosa del genere? Sei un maschio e dovresti essere felice se qualcosa minasse quest’equilibrio che si e’ creato” John scosse la testa
“ E a me cosa cambierebbe?”
“ Tanto per cominciare, io non sarei qui a proteggere Genevieve e quindi tu potresti non essere mio prigioniero”
“ Gia’. Ma tanto, malgrado questa mia confidenza, non potrei piu’ fare niente, oramai”
“ In effetti, non credo che tu possa fare molto ormai e il tuo futuro sembra comunque segnato. Non credo che potrai rimanere a lungo nel tuo secolo, sempre ammesso che quello che sostieni sia la verita’. Ormai sai troppe cose e una tua permanenza in quest’epoca e’ da considerarsi ormai finita. Sperando che la tua scomparsa non pregiudichi il futuro del pianeta. Quando avro’ terminato la mia indagine e avro’ dato il mio giudizio sull’intera faccenda, tu verrai nel mio presente e sarai giudicato da una giuria per quella che sara’ la tua colpa” John Terrence tacque. Una miriade di pensieri si mescolavano nella sua mente. Quindi, sarebbe andato nel futuro. Era sconvolgente. E i suoi desideri? Le sue ossessioni? Strano ma sembrava pensarci di meno da quando... Da quando aveva fatto l’amore con Elana. Era tutto cosi’ assurdo ed era cosi’ immerso nei suoi pensieri che non si rese nemmeno conto che erano ormai giunti nel centro di Parigi. Stava per iniziare la sua lotta per tentare di discolparsi o comunque per cercar di avere la pena piu' lieve possibile e avrebbe dovuto vincere assolutamente quella lotta. Quelle donne non scherzavano affatto.
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